Per Nathea, spero ti piaccia questa mia versione del ricatto...

non ero sicura se scriverlo o meno, (specie perché la pagina fb non ha riscontrato molto successo anche se ha i video) grazie per avermi dato l'imput.

buona lettura a tutti!

i commenti sono sempre graditi

"Cosa mi stavi dicendo Anna?" chiese il signor Bates alla ragazza mentre salivano le scale.

La giovane si guardò attorno per controllare che non ci fosse nessuno.

"Ho visto il signor Carson in cucina poco fa"

"Uuuu ma è scandaloso. Hai visto il maggiordomo...e in cucina niente meno" rispose fingendo di essere scioccato.

La bionda cameriera rise.

"Intendevo che era strano quello che stava facendo"

"Stava lavando i piatti?"

"Era nella dispensa"

"Oh.."

"Con un sacco in mano che stava riempendo di cibo"

L'uomo rimase in silenzio.

Ricordò di averlo visto entrare alla locanda con fare furtivo e anche un po agitato.

Conosceva bene quello sguardo. Era lo sguardo di quando si è braccati. In trappola.

"Crede che il signor Carson rubi a questa famiglia in pianta stabile, signor Bates?" chiese titubante la ragazza.

"Anna. Non conosco abbastanza il signor Carson da esprimere giudizi, non lo conosco da quanto lo conosci tu ma metto la mia mano sul fuoco quando dico che non c'è un osso disonesto in quella montagna d'uomo di maggiordomo. Non è per adularlo, mi conosci abbastanza da sapere che non sono quel tipo d'uomo. Ma no, Anna, il signor Carson non lo farebbe mai.

Per altro è troppo orgoglioso e ama troppo la famiglia"

"Lo penso anch'io" disse lei.

"Bene. Allora muoviamoci e non più una parola sul nostro datore di lavoro"

Carson intanto era quasi arrivato alla locanda.

'Gli dai le provviste e te ne vai' si ripeteva da quindici minuti buoni.

'Sai bene che non ti lascerà così facilmente'

'Se farà una scenata posso cogliere l'occasione e farlo denunciare per molestie alla quiete...'

'Si e poi racconti ai poliziotti perché gli davi del cibo della casa'

La parte buona e la parte cattiva continuavano a parlare nella sua testa.

Fissò la struttura davanti a sé dall'altro lato della strada e si fermò.

Prese fiato e chiuse gli occhi.

La sensazione della signora Hughes tra le sue braccia era ancora molto vivida nella sua mente.

Quando si rese conto contro chi fosse andato a sbattere, le aveva stretto le braccia intorno per rubarle le chiavi. Si vergognava, no, si odiava per questo. Ma soprattutto l'aveva stretta perché desiderava. LA desiderava. Voleva un ricordo di lei tra le sue braccia anche solo per un secondo nel caso...

Si scosse e preferì ricordare l'incontro del giorno precedente con la persona che ora lo stava di nuovo aspettando.

[INIZIO FLASHBACK]

"Guarda un pò se non è Charlie Carson che entra da questa porta!"

"Sai benissimo che sarei venuto"

"Già..." sorrise sornione l'uomo seduto al tavolo mentre beveva la sua pinta.

"Allora che vuoi?" chiese il signor Carson in piedi.

"Andiamo Charlie... rilassati. Non ti mangio mica. Siediti. Ti offro da bere"

"No io non..."

"Sai Charlie... attiri l'attenzione se stai in piedi. Dio, vecchio mio, sarai invecchiato ma sei sempre enorme... chissà quante donne fai felici in quella casa eh?!"

"Charlie Grigg io..." fece per prenderlo per il bavero ma l'altro si appoggiò tranquillamente alla sedia dicendo:

"Siediti Charlie. È meglio. Lo dico per il tuo bene. Cosa direbbe il tuo datore di lavoro se tornassi sgualcito e sporco. Magari di sangue. Non vorremmo mai che la tua dolce e succulenta governante si preoccupasse vero?"

"Non osare..."

"Ho toccato un nervo scoperto eh Charlie..."

"Mi chiamo Charles. Signor Charles Carson" disse sedendosi ma comunque visivamente arrabbiato.

"Oh si giusto. Signor Charles Carson, esimio maggiordomo di Downton Abbey"

Bevve ancora un sorso, ripulì col dito i baffetti ridicoli e aggiunse:

"La tua ragazza e la famiglia sanno del tuo passato CHARLES? Lo sanno che ti esibivi? Lo sanno che Carson è l'unica cosa vera del tuo nome? Lei lo sa di ...?"

"Sai benissimo che non lo sa. Cosa vuoi?"

Si rese conto solo in un secondo momento di non aver negato la relazione con la signora Hughes.

"Come sei prevenuto CHARLES. Non posso solo andare a trovare un vecchio amico e ricordare i tempi felici?"

"No tu no. Primo, non eravamo, non siamo e non saremo mai amici. Secondo non erano bei tempi, almeno per me. Mi hai rovinato la vita in ogni modo possibile"

"Esagerato. Il mio biglietto comunque non era né offensivo né minaccioso.

'Caro Charlie, sono in città e vorrei fare una rimpatriata. Vuoi che venga dove lavori, visto che abiti lì? O preferisci venire da me al 'cane e l'anatra'? Ci vediamo presto il tuo compagno Charlie' . Non mi sembra di averti forzato a venire e chiunque dovesse leggere quel biglietto sarà d'accordo con me"

"Sei sempre stato troppo intelligente"

"E tu troppo buono. Forse per quello che Al..."

"Che cosa vuoi? Non hai risposto"

"CHARLES, CHARLES, CHARLES. Parlare. Ecco cosa voglio. Della vita. Del passato. Del presente.

Del futuro. Del tempo che passa. Del governo e le prossime elezioni. Del caro vita"

"Vuoi soldi. Avrei dovuto..."

"Saperlo? Si avresti dovuto. E cibo. Il posto dove stare per ora è ok.

Tanto per cominciare puoi pagare le birre" disse facendo segno all'oste di portarne un'altra.

"Cosa ti fa pensare che accetterò?" chiese livido il maggiordomo.

"Caro CHARLES, tutto quello che ci siamo detti finora mi da la certezza che lo farai"

[FINE FLASHBACK]