Il suo modo di amare intenso e totalizzante, tipico di tutti gli Uchiha, si era riversato esclusivamente sul fratello minore che era finito per diventare la sua unica ragione di vita, la sola persona in grado di far piegare le sue labbra di velluto in un sorriso sincero. Sasuke aveva in mano l'unica scintilla che il fratello maggiore potesse seguire per non diventare completamente un guscio vuoto nelle mani degli adulti che cercavano di plasmarlo per i loro interessi. L'amore incondizionato nei confronti del fratellino forse lo ha salvato appena in tempo sull'orlo della perdizione totale, è stato questo l'unico appiglio a cui si aggrappò in seguito per non impazzire nel dolore, per avere ancora qualcosa che lo mandasse avanti senza prendere la decisione di togliersi la vita. I suoi eroici obiettivi erano per tutto un mondo di sconosciuti tranne uno. Io avevo intuito che non era l'individuo ignobile che la gente descriveva, avrebbero potuto capirlo tutti se solo si fossero fermati un attimo a pensare. Un modo di amare come quello non può scomparire così, se si fossero presi la briga di guardarlo negli occhi senza pensare che il suo potere potesse essere usato solo per fare del male, avrebbero sicuramente visto l'affetto incondizionato che lui, più di ogni altro Uchiha, era capace di elargire, misto alla malinconia di non essere stato mai ricambiato e compreso.
Per il resto, non dava confidenza praticamente a nessuno, compreso me, che avrei dovuto essere la sua guida. Per lui era sufficiente dare, il ricevere non aveva importanza, anzi, molte volte sembrava essere addirittura fonte di imbarazzo per lui.
Possibile che qualcuno ami proprio me?
Assurdo che io possa attirare l'affetto della gente, un tipo come me.
Sono immeritevole di qualunque tipo di attenzione.
Perché dovrebbero farmi dei complimenti se sono un incapace?
Profondamente persuaso di tutto questo, forse anche a causa della severità della famiglia in cui era cresciuto e della disciplina del ferreo addestramento ricevuto in seguito, non lo vidi mai fare il minimo tentativo di abbandonarsi all'affetto di qualcuno, di chiedere quell'amore di cui tutti, compreso lui, hanno bisogno. Non parlai mai con nessuno del vuoto che ero certo si aprisse nel suo cuore, giorno dopo giorno, a causa di questa mancanza. La sentiva ma riusciva a nasconderla.
Non ho mai confessato quanto io mi sia disperatamente sforzato per fargli aprire gli occhi, nemmeno al mio amico Gai a cui non potevo nascondere mai niente perché sembrava leggermi l'anima come se fosse un libro aperto.
Esisteva un altro motivo, oltre al crudele ingranaggio di cui eravamo tutti vittime, per cui io non ho mai detto niente a nessuno: lo amavo. Un amore che non ha mai potuto nascere perché trasformato in ignominia troppo presto, prima che riuscissi a fargli comprendere quanto ne fosse degno. Se ti innamori di un mostro diventi tale anche tu.
Dannato ingranaggio!
Nonostante all'inizio io mi fossi illuso che si trattasse solo di bisogno d'affetto scatenato famelico dalla perdita innaturale di mio padre prima e quella di Obito e Rin dopo, molto presto compresi che non era affatto così. Mi ubbidiva alla lettera, seguiva i miei consigli, tuttavia i suoi bellissimi occhi sapevano trafiggermi il cuore con una gelida lama di ghiaccio ogni volta che io avrei voluto di più.
Perché mi vuoi bene? Perché proprio me?
Una parola, un sorriso, una battuta o una confidenza. Un flebile segno che dimostrasse un minimo attaccamento nei miei confronti. Non potevo ancora parlare di amore, la prima volta in cui lo vidi aveva appena otto anni e avevamo il cadavere straziato del suo compagno di squadra davanti ai piedi, poi mi fu strappato dal maledetto ingranaggio a cui non potevo oppormi quando ne aveva tredici e io avevo appena sprecato la mia unica occasione di stringere un legame con lui. All'epoca non provavo niente di diverso dal bene di un'intensa amicizia. Ma gli amici si vogliono bene. Si abbracciano, si incoraggiano, si aiutano nelle difficoltà e, perché no, insieme di divertono anche.
