LA FORZA DI UN UOMO
Osservava il figlio ormai cresciuto ridere con il padre, un sorriso bellissimo aveva, ragazzo raggiante e testardo. Lo guardò ancora accorgendosi di quanto somigliasse a lei in ogni lineamento facciale ma gli occhi azzurri erano sicuramente merito del padre. I capelli lunghi e mossi toccavano le spalle e quella barba sottile ricordava l'aspetto del marito, con un marito bello come Parker nacque un figlio ancora più bello, la sua creatura preziosa a volte pensava di amarlo troppo.
Quella mattina era l'ultima che poteva stingere e vedere suo figlio purtroppo le due settimane di licenza finirono e dovette tornare a bordo della nave Enterprise. Si arruolò a circa 22 anni all'Accademia della flotta stellare per poi finire di servizio sull'Enterprise. Spesso litigò con Parker per la pericolosità di essere un cadetto della flotta ma il loro figlio chiamato Leroy in onore dell'agente speciale Leroy Jetrho Gibbs volle a tutti costi entrarci; sentiva che quella era la sua strada al fianco dell'ufficiale medico Leonard McCoy.
"Devo andare la navetta per la stazione spaziale partirà tra mezz'ora"
"Abbraccia tua madre" rispose Jessica allargando le braccia. "Mi mancherai" lo strinse forte quasi da sentire i muscoli contrarsi "Fatti sentire ogni tanto".
"Si madre!" Abbracciò anche Parker e poi caricò sulle spalle il borsone e scappò per non perdere la navetta.
Sulla navetta occupò un posto fra due cadetti ai lati fremendo per salire a bordo della nave. Ne fece di strada per diventare un membro dell'equipaggio sulla famosissima federazione Enterprise. Studiò medicina all'università e per far qualche pratica volle cimentarsi aiutare Palmer nelle autopsie prima di compiere il grande passo nella federazione.
Si ricordò quando ne parlò con Palmer della sua idea di entrare nella federazione anche comprendendo le inquietudini del padre non d'accordo. "Lo hai già detto a Parker?" chiese Palmer esportando un rene malato per pesarlo "No e non so come dire che sono stato accettato all'accademia" il patologo fu davvero sorpreso della notizia, volle abbracciarlo ma i suoi guanti in lattice erano sudici di sangue "Mi trasferirò a San Francisco per tutti i cinque anni ma verrò a casa per le feste naturalmente"
"Sono contento per te davvero per quello che sei. Diventerai un ottimo medico"
La navetta approdò alla stazione spaziale; i corridoi vennero affollati da cadetti ed ufficiali pronti ad imbarcarsi sulle navi attraccate. A turno salirono sulle postazioni del teletrasporto. Leroy salì a bordo e per prima cosa si diresse nella cabina per indossare l'uniforme blu ed recarsi sul posto di lavoro. "Diario del capitano data astrale 2715.1 Ci troviamo nel settore Upsilon Per studiare la fauna del pianeta Zaminer, io ed una squadra scenderemo sulla superficie del pianeta per studiarne la radura"
Kirk, Spock, Leroy e altri due membri dell'equipaggio toccarono terra; il ruolo di facente capitano toccava a Sulu.
La data astrale inserita appartiene all'episodio dagger of the mind stagione prima star trek classico giusto per dare un idea in che periodo è svolta la storia.
Il pianeta era ricco di sorgenti d'acqua, rocce, e foreste con alberi simili a quelli della terra. Gli uccelli anche loro simili a quelli terrestri. Come missione esplorativa si addentrarono nella radura stando sempre con occhio vigile e senza lasciarsi sopraffare da una possibile minaccia se mai ce ne fosse. Il capitano diede ordini precisi ai quali bisognava attenersi, prelevare campioni e spedirli sull'Enterprise e nessuno degli sbarcati doveva rimanere solo.
Leroy prelevava campioni inserendoli in provette "È interessante" rispose al collega sentendo la collosità della resina tra le dita, il profumo è quello magari sarà qualcosa di simile alla nostra"
"Prendine un campione" gli disse il collega.
Spock e Kirk perlustravano il pianeta riferendo ogni scoperta alla nave in orbita.
La squadra si radunò dopo aver eseguito tutte le dovute analisi. Kirk comunicò alla nave di farli risalire. Attorno a loro fruscii si mossero e rumori avanzarono "Scotty attendi un momento" Kirk tardò la risalita muovendosi a vedere cosa fossero quei rumori lontani. Spock camminò dietro il capitano "Sembrano versi di animali capitano"
"Può essere …. Ma amici o nemici?" I rumori cambiarono divenendo versi di animali "Non credo che sia opportuno scoprirlo" lanciò un'occhiata al vulcaniano con la stessa opinione.
Diverse creature alte e poderose ricoperti da una specie di muschio avanzarono verso gli umani immobili "Scotty pronti a risalire". La luce gialla del teletrasporto avvolse i corpi pronti alla risalita, sembrò funzionare ma qualcosa disturbò il teletrasporto. Scomparirono ed riapparvero "Scotty!Scotty!" ancora sul pianeta gli alieni divennero ostili iniziando ad attaccarli. Al centro del palmo della mano un buco scuro si formò scagliando raggi rossi altamente bollenti. Uno di quei raggi colpì la coscia di Kirk; Spock e Leroy lo portarono al sicuro.
La coscia di Kirk sanguinava, con la mano cercava di fermare il sangue ma continua ad uscire. "Dobbiamo fermarci e curare quella ferita capitano"
"Jim, il tenente Parker ha ragione".
Si ripararono sotto ad un tronco sradicato formando un tetto di una casa. Dentro una fiala prelevò della resina da pino color ocra e densa "Questa è solo una medicazione temporanea. Il principio è di chiudere la ferita. Dovrà aspettare che la ferita si cicatrizzi e poi la resina si staccherà". Portava sempre con se delle bende, le srotolò e le avvolse attorno alla ferita. La resina è un sigillante spiegò si attaccò alla pelle impedendo al sangue di uscire.
Restarono al sicuro per un po', tranquilli e soli nel nascondiglio. Il sole iniziò ad abbassarsi ed il cielo imbrunirsi; il capitano non volle rischiare di andare in giro "Allora dobbiamo provare a contattare la nave Spock". Provò a contattare la nave ma non c'era alcun contatto, le comunicazioni furono disabilitate dal pianeta che impedì ogni collegamento con la nave il che significava essere bloccati sul suolo del pianeta.
Non vi rimasero a lungo al sicuro, vennero inseguiti dagli alieni, come prima regola non bisognava interferire con gli alieni di ogni pianeta. E soprattutto portavano pace ed attaccarli avrebbe potuto creare ulteriori problemi. Kirk correva come poteva per la ferita il che rallentava il resto della squadra. si prestarono a controllare la distanza fra loro e gli alieni che avanzava senza rendersi conto che davanti a loro si trovava un precipizio senza via di uscita.
Vennero accompagni dentro ad una struttura molto simile ad un immenso albero. Vennero condotti all'interno, nel cuore centrale del pianeta. Una costruzione totalmente in legno con arbusti forti e spessi e le radici profonde dando maggiori stabilità alle fondamenta. "Affascinante capitano. Nessuno gli ha insegnato a costruire tutto ciò"
"E' la natura signor Spock" il vulcaniano alzò gli occhi sulle pareti salde ammirandone la lavorazione "Proprio così capitano". Vennero gettati dentro una prigione nelle profondità del regno senza vedere la luce fino al giorno dopo. Furono portati al cospetto del re o così si presumeva ma non sapevano cosa volesse, parlava una lingua incompresa.
"Credo che ci temano Jim"
"Allora dovremmo spiegare loro chi siamo e credo che lei possa riuscirci signor Spock". Con lentezza il vulcaniano si avvicinò al re toccandolo per entrare in contatto con lui utilizzando la tecnica dei vulcan. Con le dita toccò le tempie. Con questa tecnica riuscì a leggere i pensieri della creatura, ascoltava ogni sua emozione anche incontrando difficoltà sull'aspetto emotivo. Spock domandò tutto ciò che il capitano Kirk chiedeva. A fine colloquio furono rimandanti in cella "E' sicuro di avergli chiesto tutto signor Spock? La situazione non è affatto migliorata"
"Capitano ho chiesto tutto quello che lei voleva e stando alle sue risposte dovranno riunirsi in consiglio per decidere se eliminarci oppure no".
Leroy verificò le condizioni attuali del capitano, con i ferri del mestiere fece un ceck-up completo. "Ha la pressione un po' bassa. Ho qualcosa per lei" dalla borsa a tracolla prese un integratore per alzargli la pressione iniettandola in circolo "Si sentirà meglio in pochi attimi non si preoccupi e come mio parere deve mangiare qualcosa e bere qualcosa così da integrare il sangue perso". Ai prigionieri venne dato da mangiare e bere. Acqua e frutta, strani frutti colorati di forme strane. Kirk osservava il ragazzo con interesse, un ragazzo molto dotato di qualità mediche che il dottor McCoy apprezzava. "Tenente Parker qual è il suo nome?" l'Enterprise ospitava più di 400 persone ed era normale per il capitano non ricordarseli tutti "Leroy signore, Tenente Leroy Parker" alzò lo sguardo sul capitano con un sorriso "Il Dottor McCoy ha grande stima per lei"
"Ne sono felice" rispose lusingato ma con una vena di timidezza "Hai famiglia?"
"Si, Una grande famiglia, mia madre e mio padre sono agenti speciali dell'NCIS" Kirk sembrò stanco lo vedeva dagli occhi stanchi e affaticati "Ce la caveremo tutti".
Leon dovette dare la brutta notizia o così presumeva dal tono di voce usato da Sulu nel comunicare la notizia al direttore. Discese la scalinata con le mani dietro la schiena a squadro basso. La squadra era felice, ridevano e nel mentre lavoravano su un caso nuovo e vedere quelle facce allegre gli rendeva difficile pronunciare quelle parole. Eretto sulla schiena aprì bocca: "Agente Parker e Knight" gli scambiò sguardi prima di parlare "in sala comunicazioni il capitano dell'Enterprise vorrebbe scambiare due parole con voi" fece pausa "Si tratta di vostro figlio" le ultime parole tremarono "Non mi sembra una cosa positiva". I genitori saltarono due gradini alla volta.
Sullo schermo Sulu sedeva sulla poltrona centrale della plancia con le mani sui braccioli "Sono il facente capitano Ikaru Sulu dell'Enterprise. La squadra di sbarco è scesa sul pianeta per esplorarne la fauna e da tre giorni non abbiamo più avuto notizie. Una razza aliena gli tiene in trappola e vostro figlio faceva parte della squadra scesa sul pianeta". Era molto dispiaciuto ma come capitano era suo dovere avvisarne i famigliari. Jessica aggrappò le dita della mano con quelle di Parker in silenzio senza avere parole da esprimere
"Mi dispiace …. Davvero"
"Le dispiace?" Parker mollò la mano della moglie e con sguardo gelido si rivolse a Sulu "È di mio figlio che sta parlando" ringhiò "La federazione se lo è portato via!" Stava per aggiungere altro Sulu ma con un gesto Parker chiuse la comunicazione.
Jessica vedeva quel terrore nei suoi occhi, gli azzurri occhi tremarono e con un certo timore non volle aprire bocca. Si attaccò con furia al parapetto del piano, le vene gli pulsarono e la mascella si irrigidì "Alden vedrai che tutto si risolverà ne sono certa" lo abbracciò per la schiena annodando le mani sul torace ma senza avere tatto la allontanò da se "È colpa tua sai?"
"Colpa mia?'' disse lei incredula "Si colpa tua, tu gli hai detto il permesso da parte tua e poi hai convinto me. Non sono mai stato d'accordo su questo ma tu lo volevi nella federazione per rendere fiero tuo padre" sputò parole con cattiveria con una forza nel tono che la lasciarono basita "Mai hai usato osare parole cosi graffianti" quella scarica dentro di lei le diedero l'occasione di schiaffeggiare suo marito "Lui è anche mio figlio Alden non scordatelo".
Per Parker in quel momento non gli importava se davano spettacolo a tutti "Lui doveva fare il medico sulla terra e non in mezzo allo spazio. Tra Romulani, Klingon o altri alieni". Il cuore le si spezzò ne senti anche il rumore della rottura che non ebbe più la forza di proferire parola. "Vi chiedo di lasciare le vostre baruffe personali lontano in un'altra sede" l'intervento del direttore Vance smorzarono i fuochi e fiamme. Parker se ne andò. Jessica rimase li ferma ancorata al parapetto con le lacrime in caduta.
Jessica se ne rimase silenziosa alla scrivania fingendo di ascoltare McCgee parlare del caso. "Jess? … ci vuoi dire che è successo tra voi?" alzò il viso assente "Il capitano dell'Enterprise ci ha avvisato per riferirci un fatto che riguarda Leroy, è bloccato su un pianeta assieme ad altri membri della nave e non si hanno più notizie".
Tutta la squadra cercava solo di starle vicina e darle conforto "Non c'è alcun bisogno ragazzi sto bene"
"No invece" rispose Torres "Ecco qua! Birra Romulana" le versò nel bicchiere un po' di birra blu; la mandò giù tutta di un sorso. La birra Romulana chiamata anche Kali-fal le bruciò la gola per i gradi alcolici da farle stringere i denti "E' molto meglio del Tranya, ma bere alcol non mi farà stare meglio" una risposta del tutto razionale e saggia "Parlagli, è tuo marito e se lo ami possiedi la forza del perdono" come poteva mentirle Torres, tutto sommato le sue parole erano vere ed una discussione così accesa andava chiarita per il bene del figlio.
Parker era a casa, lo vide seduto sul letto con l'asciugamano legato alla vita le ultime gocce della doccia fatta non s'erano ancora asciugate "Tranquilla ora esco e ti lascio i tuoi spazi" quella voce profonda ancora tremante e delusa l'avvertì conoscendo bene il marito "No non devi disturbarti per me, volevo parlare …. Volevo chiederti scusa" camminò verso di lui inginocchiandosi davanti con le mani poste sulle ginocchia "Mi dispiace ok? Ma non è colpa mia se nostro figlio ha scelto la sua strada Alden" fece una pausa "Oggi mi hai ferita molto, mi hai accusata davanti a tutti per la comparsa di Leroy".
Parker l'amava tanto e in cuor suo conosceva di aver sbagliato con lei, non doveva alzare in quel modo la voce. Mugugnò qualcosa come un orso indifeso "Sono io che mi scuso Jessica" le prese le mani portando i palmi alle labbra "Non so che dicevo tesoro, ma ero così arrabbiato che non ci ho visto più. Ora capisco se vorrai starmi lontano, faccio le valigie e me ne andrò".
"Non dire così, non voglio che tu ti stacchi da me, non l'ho mai pensato. Tu sei mio come lo è Leroy" gli accarezzò il ciuffo grigio ancora bagnato "Vi amo troppo per allontanarvi da me". Le parole di lei gli arrivarono al cuore; la baciò con passione e la trascinò sopra di esso.
Dopo aver compiuto l'atto d'amore giacerono straiati a letto, lei rimase aggrappata a lui mentre Parker le grattava la spalla "Lo trovo assurdo, nostro figlio è scomparso e noi facciamo l'amore" le venne da ridere "Abbiamo solo fatto pace, e comunque non vuol dire non pensare a lui" rotolò sopra di lui coricandosi ed accoccolò la testa sul petto. La chiamata di Palmer per rovinò quel loro momento intimo "Devo parlarvi è molto importante" disse lui. Con rapidità si rivestirono tornando all'NCIS.
Palmer ottenne novità dal cugino di Brina un colonnello della federazione che gli rivelò quello che il patologo chiese con urgenza. "So dove si trova vostro figlio" rispose con enfasi "Un cugino di Brina mi ha rivelato la posizione attuale dell'Enterprise; per una missione esplorativa nel settore Y sono atterrati sul Pianeta Zaminer per studiarne la fauna" ma questo lo sapevano già sollecitando di arrivare al sodo "Quello che non sapete è che dieci anni fa una nave della federazione in rotta verso il settore Y scomparve e nessuno riuscì mai a trovarla".
"Quindi gli alieni del pianeta potrebbero essere l'intero equipaggio della nave che sparì dieci anni fa". Non fu proprio una bella notizia almeno in parte, Alden ebbe l'impulso di partire per recuperare il figlio ma poi si trattenne, suo figlio era per metà Parker e metà Knight ed sale in zucca ne possedeva parecchio. Quella stessa idea balenò nella mente di Leroy ancora imprigionato sul pianeta. "Le coincidenze non esistono" mormorò controllando il corridoio attraverso la fessura della porta chiusa "Capitano stavo pensando che forse gli alieni di questo pianeta possono essere l'intero equipaggio della nave che sparì dieci anni fa". Spock lanciò uno sguardo al capitano sollevando un sopracciglio "Ipotesi logica Capitano, non ha tutti i torti. Secondo tutte le rilevazioni prese il pianeta ha una sua evoluzione, ogni animale, vegetale è simile alla terra. Ed è possibile che durante lo sbarco o la caduta della nave sul pianeta ogni membro col tempo si sia evoluto secondo la natura dl pianeta".
"Un evoluzione signor Spock?" annui "Col tricorder ho analizzato la struttura della prigione e ho rilevato del metallo. Se è quello che penso ci troviamo nell'astronave ed il legno è cresciuto su di essa celandola".
Il pianeta Zaminer era sotto tutti gli aspetti simile alla terra ma nell'atmosfera una sostanza sconosciuta indolore era in grado di cambiare il dna di qualsiasi forma di vita estranea al pianeta. Qualunque entità forestiera che atterrava sul pianeta e ci giaceva per diverso tempo si sarebbe mutata secondo la natura del pianeta al contrario per le creature già presenti dalla nascita. C'era del movimento fuori dalla cella e l'alieno scorto nuovamente al cospetto del re i prigionieri. Stando alle parole o ai versi del re, Spock con il contatto vulcaniano comunicò la decisione finale ovvero la l'oro eliminazione. Con tutta l'umanità nel cuore di Kirk provò a comunicare con gli alieni supplicando di essere lasciati andare e promise loro di non svelare il segreto.
Con la compassione e con il cuore giurò che mai l'Enterprise attaccherà il pianeta e mai rivelerà il segreto; ogni nave delle federazione non avrebbe mai messo piede sul pianeta attivando un embargo così da permettere una vita indisturbata senza interferire alla prima direttiva. Spock riferì il messaggio col contatto vulcaniano. Il re ascoltò ciò che il capitano ebbe da dire evitandogli la morte ma la promessa fattagli doveva rimanere mantenuta. La nave rimase in subbuglio per giorni, Sulu occupò il posto di facente capitano momentaneamente fino al ritorno di Kirk; McCoy e Scotty gli consigliarono ciò che andava fatto ma la preoccupazione maggiore di Sulu era proprio la durata dell'attuale posizione che occupava.
Tolte le barriere comunicative Kirk riprese i rapporti con la nave chiedendo di essere riportati a bordo. La gamba stava meglio ma McCoy preferì controllarla "Ha fatto un ottimo lavoro tenente Parker. Ti vorrei seguire di più, le va di lavorare sotto la mia ala, impara da me e magari un giorno avrai un grado superiore" non riusciva a dire nulla per l'emozione forte che provò in quel momento "Ne sarei molto lieto signore".
In sala comunicazioni Parker e Knight attendevano il collegamento con la nave. Parker la teneva per mano in attesa che sullo schermo apparisse Sulu per dar notizie. Al posto di Sulu comparve Kirk seduto in plancia affaticato dalla lunga avventura ma allo stesso tempo rassicurato di essere tornato a casa, a bordo della nave. Con le mani su braccioli della poltrona e le gambe accavallate si mostrò ai genitori "Sono il capitano James Kirk dell'Enterprise. Volglio rassicuravi che vostro figlio sta bene, molto bene direi. È stato premiato dall'ufficiale medico per la sua bravura in azione. Vostro figlio è impaziente di salutarvi".
Jessica si commosse dalla visione del figlio in ottima salute emozionato d'essere vivo "Ciao mamma ciao papà! Io sto bene davvero so che vi ho fatto stare in ansia …." Parker l'abbracciò forte facendosi scappare una lacrima. Soli al buio della stanza riuscirono ad avere un minimo di tempo in privato con il loro amato figlio.
