Lascia che io t'ami
By Amechan
Nota dell'autrice: in questa fic, i personaggi di Slayers saranno sicuramente OOC (out Of Character): credo infatti che questo sia dovuto al loro diventare più adulti, al loro maturare, dato che questa storia è ambientata qualche anno dopo la fine della Try. Non credo che dopo 4 anni Lina si abbuffi ancora in quel modo (O forse si? O____O )!
Capitolo uno
L'aria fresca di quella serata di metà primavera le sfiorava piacevolmente la pelle, facendola rabbrividire di tanto in tanto. Dall'alto della sua camera poteva gettare un'occhiata alla capitale del suo regno; il cielo notturno, reso ancora più scuro dalla mancanza della luna, sovrastava la città e solo il luccichio delle luci e delle torce le facevano brillare gli occhi. A volte, come in quel caso, provava un senso di invidia per tutte quelle persone che abitavano in quelle casette illuminate da torce. Perché vivevano la loro vita per quello che erano, per ciò che volevano essere, e venivano trattate di conseguenza. Il panorama notturno di Saillune inevitabilmente le faceva nascere dentro una grande malinconia.
Specialmente in serate come quella.
Amelia Wil Tesla Saillune trattenne il fiato: un'operazione che la sconvolgeva sempre un poco, ogni qual volta le ancelle restringevano il corpetto di qualsiasi abito indossasse.
"Potete respirare, Altezza" le accordarono, al che lei si lasciò andare in un respiro liberatorio. Quella sera indossava uno splendido abito di seta color pesca, rifinito con perle, e le maniche di veletta in tinta le scendevano fino ai polsi, per poi richiudersi attorno al suo dito medio,dove erano fermate con un anello. La gonna l'accarezzava bene le forme sinuose, e ai fianchi portava una cintura d'oro tempestata di topazi gialli.
Mi sento una bambola pensò poi, sedendosi alla specchiera e ammirando la sua immagine riflessa nello specchio. "Come li acconciamo i capelli, Maestà?" chiese un'altra donna, incominciando a spazzolarglieli. "Sicuramente non in modo troppo appariscente" rispose, al che la donna annuì . Quello era il quarto ballo, in un mese, per la Famiglia Reale di Saillune. Il quarto ballo per il quale si vestiva a festa, truccandosi e acconciando i capelli in modo che il giorno dopo le faceva male tutta la testa. Il quarto ballo per il quale suo padre cercava di trovarle un marito.
Philionel El Di Saillune era diventato Re di Saillune da poco meno di un anno. Suo padre, il nonno di Amelia, Re Eldoran, era morto,lasciando al suo unico figlio vivo, Phil per l'appunto, il trono e tutte le incombenze ad esso correlate. In verità non molto era cambiato, pensò Amelia, dato che anche nei suoi ultimi anni di vita Re Eldoran era rimasto per lo più a letto, costrettovici dalla malattia che l'aveva privato della vita, e lei e suo padre avevano preso ad occuparsi stabilmente di tutte le faccende amministrative e burocratiche che il mantenimento di un regno comportava .
Così Amelia era diventata la PrincipessaIncoronata, e suo padre l'aveva informata che avrebbe dovuto prendere marito al più presto possibile, per garantire la successione al Regno di Saillune. Casomai mi capitasse un incidente, aggiunse tra i denti. La Principessasapeva che quello era un obbligo inperscrivibile per un reale, e mai si era sentito che un membro femminile della Casata Reale di Saillune restasse nubile. Suo padre comprendeva lei e i suoi sentimenti, come le aveva spiegato, ma quella era una formalità alla quale nessuno si poteva sottrarre, e Phil era solo stato fortunato a sposare la donna che l'amava, ricambiato.
Il corso dei suoi pensieri fu interrotto da un dolore lancinante al cuoio capelluto. "Insomma!State più attente!" sbraitò, e la donna che le stava acconciando la chioma si profuse in altisonanti scuse. Amelia sospirò, ma poi guardando la sua immagine riflessa nello specchio si calmò. Sono troppo bella per essere vera, pensò con ironia.
****
Sospirò, fermandosi sotto l'arco della porta; cercò poi di prendere una boccata d'aria - solitamente quell'accortenza la faceva sentire stranamente meglio - ed entrò con passo svelto nella Sala, un attimo prima di essere stata formalmente annunciata dagli araldi. Questi si guardarono in volto stupiti, ma con grande prontezza squillarono le trombe cantando tutta la lunga serie di nomi che la Principessa si portava dietro.
Amelia inspirò di nuovo tutta l'aria viziata che già si respirava nella sala: un misto di vini, aromi di varie salse e spezie provenienti dalle portate messe in bell'esposizione sui lunghi tavoli, profumi più o meno forti delle dame e dei cavalieri. Aveva notato che gli astanti si erano quasi fermati del tutto, al su passare attraverso la sala per raggiungere il padre avevano preso a sussurrare tra di loro, chi cercava di non dare troppo nell'occhio, chi invece continuava a chiacchierare amorevolmente col proprio vicino. La Principessa li superò tutti cercando di non fissare dritto in volto nessuno di quegli sconosciuti avventuri; ma la curiosità era troppa e così finiva sempre irrimediabilmente per dare una sbirciatina agli astanti .
Improvvisamente però si ritrovo davanti duo padre e solo allora si accorse che aveva ormai attraversato tutta la sala, fino a raggiungere il palco sul quale erano posizionati il trono suo a del suo genitore, finemente addobbati con sete e arazzi dai colori straordinari.
"Bambina mia" la salutò suo padre,la sua figura si stagliava come al solito imponente. Da quando era diventato Re di Saillune, Philionel sembrava aver assunto costantemente un'aria grave e sofferta, e spesso Amelia lo sentiva aggirarsi per il castello in piena notte, insonne. Ciuffi bianchi s'intravedevano ora ai lati delle sue tempie, e alcuni profondi solchi gli segnavano il volto.
"Padre" lo salutò lei, di rimando. Nessuna emozione, nessun gesto avventato. Solo la fredda compostezza di sempre e un' insolita calma. Phil le prese gentilmente la mano, aiutandola a salire sul palco, e la guardò ancora negli occhi, ammirandola, poi cominciò a parlare alla folla:
"Molti di voi presenti l' hanno vista solo in ritratto, e , anche se del migliore artista che abbiamo qui alla nostra corte." e, dicendo così, fece un eloquente gesto col capo nella direzione del pittore, che s'inchinò con un sorrisetto "..non credo che un misero pezzo di tela dipinta sia sufficiente per descrivere tutta la bellezza di mia figlia Amelia."
La ragazza sorrise, forza Amelia, il tuo più convincente sorriso. Sentì una ciocca di capelli cadere dall'elaborata acconciatura sulle spalle. Quasi senza un perché , i presenti cominciarono ad applaudire , così come le poche donne presenti al ricevimento.
"Bene; e ora che comincino le danze!" Annunciò Phil, e subito i trovatori incominciarono a suonare i loro strumenti. Una dolce melodia si diffuse per tutta la sala e i due reali si accomodarono . Per tradizione, nessun membro della famiglia reale apriva mai le danze. Solitamente Amelia approfittava di quel momento di calma per analizzare tutti i partecipanti al ricevimento, ma quella volta fu diverso: sentì infatti la mano di suo padre scivolare sulla sua. Con sua grande sorpresa , la Principessa si voltò a guardarlo.
"Ti piace questo vestito, Amelia?" le chiese, lo sguardo perso ne vuoto.
"Certo, ma perché questa domanda?"
"Beh." la voce di Philionel era poco più di un sussurro.
"Quello è lo stesso abito che portava tua madre il giorno in cui ci siamo conosciuti per la sua prima volta."
Diversi sentimenti si affacciarono nell'animo della ragazza. Il primo fu quello dei incredulità: l'abito di sua mamma? Ah, ricordava così poco di sua mamma. Le sarebbe piaciuto avere una madre come le altre persone.. L'abito col quale sua madre e suo padre si erano incontrati per la prima volta? Forse Phil sperava che quell'abito portasse un po' di fortuna anche a lei. L'abito di sua madre? Quel pomeriggio, quando gliel'avevano portato, avevano specificato che suo padre chiedeva che lei indossasse quel vestito, ma non le avevano detto che era appartenuto a sua madre. L'abito di sua madre? Aveva un enorme significato...
"Oh,papà.." Sussurrò solamente, stringendogli di più la mano. Philionel fece un cenno d'assenso col capo, cercando di ricacciare indietro le lacrime che si erano formate minacciosamente agli angoli degli occhi .
"Ti voglio bene..." Aggiunse la ragazza, e il padre sorrise. Aveva così tanta voglia di abbracciarlo...stupida etichetta.
"Questa sera ci sono uomini molto più giovani delle precedenti, Amelia. Magari è la volta buona.." Aveva di nuovo parlato con una voce atona.
"Chissà, papà, magari.." cercò di confortarlo,ben sapendo di mentire a se stessa.
****
".Ma no..io credo che l' Impero di Elmekia debba avere qualcosa in più di una monarchia assoluta..come diavolo si fa ad amministrare da soli un regno enorme come quello???"
L'uomo che aveva parlato, il conte Benjamin Glannington, prese un altro spiedino di pollo dal tavolo.
"Io invece sostengo che..."
"Buonasera, miei signori, e grazie di essere intervenuti" Amelia interruppe i loro discorsi frapponendosi tra i due gentiluomini e servendosi un'altra coppa di vino.
"Oh, la Principessa Amelia! Quale splendida Luna al nostro fianco!" cinguettò il conte, come se avesse preparato quella battuta apposta per l'occasione.
La diretta interessata gli sorrise in modo affabile "Questa è una serata di luna nuova" precisò poi , sarcastica.
"Oh,infatti: la luna è qui con noi e non c'era bisogno che stesse anche i cielo!" Amelia si lasciò sfuggire un risolino di scherno, ma che per il pretendente doveva significare ammirazione,poiché sorrise di nuovo soddisfatto.
Poi la donna si rivolse all'altro uomo, molto anziano e con una bela panciotta, che se ne stava in disparte .
"Noi non ci conosciamo,suppongo"
"Oh, no" rispose prontamente.
Ecco, tutto quello che mi mancava è un pretendente calvo e più vecchio di mio padre, ma si costrinse a fare buon viso a cattivo gioco e gli mostrò il più affabile dei sorrisi. Sorseggiò altro vino.
L'uomo ricominciò a parlare "Io sono il marchese Flaus Cassel e sono qui perché mio figlio Ulrich vorrebbe conoscerla..." si voltò, notevolmente a disagio "..ma sembra che ora lui non sia qui" concluse,con una risatina nervosa
"Magari ha trovato qualche altra signorina più di suo gradimento che non la sottoscritta" Amelia ridacchiò, ma non poté fare a meno di notare che l'uomo era impallidito.
"Di che cosa stavate discutendo?" chiese poi per spezzare la tensione, rivolgendosi ora al conte Glannington.
"Oh!" L'uomo si strinse nelle spalle "Di politica: argomento non certo preferito dalle donne"
"Ah" esclamò lei "E..più precisamente?"
"Della politica dell' Impero di Elmekia. Ci si domandava se dovesse essere una monarchia assoluta o no" spiegò il conte.
"Argomento degno di nota.." Ribatté Amelia, prendendo un altro lungo sorso di vino. Si stava rendendo conto di essere quasi ubriaca.
"Il conte sostiene che l'Impero è troppo vasto per un solo re."continuò il marchese Cassel.
"Davvero?"
"Già"
"E allora? Mai sentito parlare di vassalli,fiduciari o roba simile?"
Entrambi gli uomini restarono a bocca aperta, proprio quando incominciò la sesta danza.
Il conte prese rapidamente la mano di Amelia
"Mi conceda questo ballo!" esclamò tutto di un fiato e rosso in viso, e all ragazza non resto altro da fare se non acconsentire.
****
"E così...da quanto siete in visita a Saillune?" domandò curiosamente la Principessa,rivolgendosi al suo accompagnatore che la faceva danzare sotto gli occhi di tutti i presenti della sala. Era raro che Amelia Wil Tesla Saillune accettasse di essere la dama di uno sconosciuto.
"Oh,da una settimana circa..la notizia che la Principessa Incoronata stesse cercando marito è giunta fin oltre i popoli della ex-barriera.."
Proprio così, il conte Glannington proveniva dalle terre oltre la barriera,a sud.
".precedute ovviamente dalla fama della vostra bellezza e intelligenza, fama che, a mio dire, è totalmente veritiera."
Calma, Amelia, pensò , questi sono solo complimenti di rito. Non sono rivolti a te, ma a qualsiasi persona ci fosse stata al tuo posto. Sono le parole di un pretendente, le parole meno sincere al mondo. Si mise in guardia, ma , nonostante queste avvertenze, sentì le guance bruciare e un lieve sorriso le apparve sul volto.
Con la coda dell'occhio scorse suo padre che, apparentemente, stava parlando con un funzionario, ma che in realtà l'aveva tenuta sotto controllo per tutta la serata.
"...Sapete, questa è la prima volta che mi trovo nei territori dentro la barriera..."
Amelia incominciò a fissare il suo cavaliere: il conte, sebbene di una decina d'anni più grande di lei, non era un brutt'uomo,concluse, ma neanche bello. Era decisamente elegante, però. Il modo in cui portava i corti capelli neri, gli occhi dello stesso colore del carbone, la mascella squadrata tipicamente mascolina, e la bocca, sormontata da un paio di baffi spioventi, erano i suoi connotati favorevoli. Fisicamente non sembrava molto muscoloso,però..
"...e sono meravigliato di avervi trovato una così tanta opulenza...il vostro isolamento non può che avervi favorito, secondo me.."
La voce del conte era ipnotica, ma all' improvviso Amelia si accorse che l'uomo che aveva davanti prestava sicuramente più attenzione alla scollatura del suo abito che alle parole che stava lentamente pronunciando. Con uno strattone involontario, la Principessa riuscì a scuotere il suo interlocutore dal suo petto, ma l'uomo, come se nulla fosse accaduto, continuò a parlare, dimostrando un notevole sangue freddo.
Amelia cercava disperatamente di partecipare alla conversazione che stava avendo col conte, ma la flemma col quale il conte la intratteneva su argomenti del tutto ovvi per lei, che era la Principessa di Saillune, la stava portando sull'orlo della disperazione. Voleva urlare basta e scappare... ma non sarebbe stato certo educato da parte sua! Così la sua mente prese a vagare lontano, fino ad un prossimo futuro... lei, sposata, che cresceva un bambino, suo figlio, ed accanto a lei... un uomo.
Quell'uomo.
"No..." esclamò, fermando improvvisamente la danza con il nobile
"Principessa Amelia? Ho detto o fatto qualcosa di sbagliato?" chiese Glannington, lo sguardo dubbioso .
"No,io..non mi sento tanto bene.." Spiegò, poi si rivolse agli altri presenti nella sala, curiosi per quell'improvvisa interruzione.
"Scusatemi, riprendete senza di me" e, così dicendo, attraversò velocemente la sala, per raggiungere l'ampia balconata che si affacciava nella notte oscura.
****
L'impatto che la brezza notturna ebbe sulla pelle la fece risollevare. Quello che aveva erroneamente immaginato in quella sala da ballo l'aveva sconvolta. da tempo oramai non faceva più quei sogni ad occhi aperti, e da tempo ormai aveva pensato che i suoi sentimenti fossero mutati.
Si appoggiò pesantemente alla grossa balaustra di marmo screziato, e fece sprofondare la testa tra le mani.
"Basta, basta...non ne posso più di questi balli..." sussurrò a se stessa, trattenendosi a stento dal versare lacrime, gli occhi le bruciavano.
"Se solo Gracia fosse stata qui..."
"Oh, neanche a me piacciono questi ricevimenti!" Una voce la distolse dai suoi pensieri, una voce che non conosceva, e che proveniva verso destra..
Voltò la testa proprio in quella direzione e fu sorpresa di trovarvi un uomo che poteva avere più o meno la sua stessa età "appollaiato" sulla balaustra alla sua destra che le sorrideva affabilmente.
"Buonasera, Principessa Amelia" la salutò cordialmente.
"E voi chi siete?" arrossì violentemente quando si rese conto che il ragazzo che le stava davanti magari doveva aver sentito il suo sfogo.anzi, non magari...
L'uomo sorrise ancora più affabilmente "Sono Ulrich Flaus Cassel, ultimo figlio del marchese Flaus Cassel.." Indicò con un dito la figura di suo padre che si intravedeva dalla balconata aperta.. ".quel signore di mezza età abbastanza grasso che si affanna per il cibo migliore" sorrise di nuovo.
Amelia seguì il dito puntato di Ulrich nella direzione che segnava "Si, ho già fatto conoscenza di vostro padre.." Incominciò "...ma allora voi siete il giovane che preferiva fare qualcos'altro piuttosto che la corte a questo bel premio in palio."aggiunse sarcasticamente, notando il rossore che subito si era diffuso sul volto del giovane.
".in effetti..come vi ho detto, non amo neanche io questi tipi di ricevimento, ed inoltre non amo il fatto che mio padre cerchi di farmi sposare con qualcuno che conosco." Ulrich aveva preso sicurezza nel parlare e, a mano a mano, il suo rossore era sparito. Amelia rimase colpita da ciò che aveva appena sentito..Ulrich non voleva sposarsi con un'estranea, proprio come lei!
"Mi dispiace per mio padre, ma non mi sposerò solo per fargli un piacere personale.e neanche per il marchesato; dopotutto, ho tre fratelli maggiori che hanno fatto tutto per me.."
Amelia si avvicinò di più a lui.. "Ah, che uomo cinico!Scaricare tutta la responsabilità sulle spalle dei propri fratelli non è affatto GIUSTO!!" esclamò,per poi ritrovarsi con..un dito puntato contro il giovane! Arrossì e fece una risatina nervosa per coprire l'imbarazzo, ma, invece di sentirsi offesa, sorrise davvero quando Ulrich incominciò a ridere di gusto.
La Principessa lo fissò nuovamente, nonostante sapesse fosse una sua cattiva abitudine; ma non aveva mai immaginato che un uomo potesse avere un sorriso così..dolce.
"Vorrei.restare qui a chiacchierare un poco, se non vi dispiace "aggiunse sommessamente, la balaustra salda dietro la sua schiena.
"Certo" rispose l'uomo "In fondo, anche io non ho nessuna voglia di ritornare dentro."
Forse..forse poteva davvero diventare amica di Ulrich..
By Amechan
Nota dell'autrice: in questa fic, i personaggi di Slayers saranno sicuramente OOC (out Of Character): credo infatti che questo sia dovuto al loro diventare più adulti, al loro maturare, dato che questa storia è ambientata qualche anno dopo la fine della Try. Non credo che dopo 4 anni Lina si abbuffi ancora in quel modo (O forse si? O____O )!
Capitolo uno
L'aria fresca di quella serata di metà primavera le sfiorava piacevolmente la pelle, facendola rabbrividire di tanto in tanto. Dall'alto della sua camera poteva gettare un'occhiata alla capitale del suo regno; il cielo notturno, reso ancora più scuro dalla mancanza della luna, sovrastava la città e solo il luccichio delle luci e delle torce le facevano brillare gli occhi. A volte, come in quel caso, provava un senso di invidia per tutte quelle persone che abitavano in quelle casette illuminate da torce. Perché vivevano la loro vita per quello che erano, per ciò che volevano essere, e venivano trattate di conseguenza. Il panorama notturno di Saillune inevitabilmente le faceva nascere dentro una grande malinconia.
Specialmente in serate come quella.
Amelia Wil Tesla Saillune trattenne il fiato: un'operazione che la sconvolgeva sempre un poco, ogni qual volta le ancelle restringevano il corpetto di qualsiasi abito indossasse.
"Potete respirare, Altezza" le accordarono, al che lei si lasciò andare in un respiro liberatorio. Quella sera indossava uno splendido abito di seta color pesca, rifinito con perle, e le maniche di veletta in tinta le scendevano fino ai polsi, per poi richiudersi attorno al suo dito medio,dove erano fermate con un anello. La gonna l'accarezzava bene le forme sinuose, e ai fianchi portava una cintura d'oro tempestata di topazi gialli.
Mi sento una bambola pensò poi, sedendosi alla specchiera e ammirando la sua immagine riflessa nello specchio. "Come li acconciamo i capelli, Maestà?" chiese un'altra donna, incominciando a spazzolarglieli. "Sicuramente non in modo troppo appariscente" rispose, al che la donna annuì . Quello era il quarto ballo, in un mese, per la Famiglia Reale di Saillune. Il quarto ballo per il quale si vestiva a festa, truccandosi e acconciando i capelli in modo che il giorno dopo le faceva male tutta la testa. Il quarto ballo per il quale suo padre cercava di trovarle un marito.
Philionel El Di Saillune era diventato Re di Saillune da poco meno di un anno. Suo padre, il nonno di Amelia, Re Eldoran, era morto,lasciando al suo unico figlio vivo, Phil per l'appunto, il trono e tutte le incombenze ad esso correlate. In verità non molto era cambiato, pensò Amelia, dato che anche nei suoi ultimi anni di vita Re Eldoran era rimasto per lo più a letto, costrettovici dalla malattia che l'aveva privato della vita, e lei e suo padre avevano preso ad occuparsi stabilmente di tutte le faccende amministrative e burocratiche che il mantenimento di un regno comportava .
Così Amelia era diventata la PrincipessaIncoronata, e suo padre l'aveva informata che avrebbe dovuto prendere marito al più presto possibile, per garantire la successione al Regno di Saillune. Casomai mi capitasse un incidente, aggiunse tra i denti. La Principessasapeva che quello era un obbligo inperscrivibile per un reale, e mai si era sentito che un membro femminile della Casata Reale di Saillune restasse nubile. Suo padre comprendeva lei e i suoi sentimenti, come le aveva spiegato, ma quella era una formalità alla quale nessuno si poteva sottrarre, e Phil era solo stato fortunato a sposare la donna che l'amava, ricambiato.
Il corso dei suoi pensieri fu interrotto da un dolore lancinante al cuoio capelluto. "Insomma!State più attente!" sbraitò, e la donna che le stava acconciando la chioma si profuse in altisonanti scuse. Amelia sospirò, ma poi guardando la sua immagine riflessa nello specchio si calmò. Sono troppo bella per essere vera, pensò con ironia.
****
Sospirò, fermandosi sotto l'arco della porta; cercò poi di prendere una boccata d'aria - solitamente quell'accortenza la faceva sentire stranamente meglio - ed entrò con passo svelto nella Sala, un attimo prima di essere stata formalmente annunciata dagli araldi. Questi si guardarono in volto stupiti, ma con grande prontezza squillarono le trombe cantando tutta la lunga serie di nomi che la Principessa si portava dietro.
Amelia inspirò di nuovo tutta l'aria viziata che già si respirava nella sala: un misto di vini, aromi di varie salse e spezie provenienti dalle portate messe in bell'esposizione sui lunghi tavoli, profumi più o meno forti delle dame e dei cavalieri. Aveva notato che gli astanti si erano quasi fermati del tutto, al su passare attraverso la sala per raggiungere il padre avevano preso a sussurrare tra di loro, chi cercava di non dare troppo nell'occhio, chi invece continuava a chiacchierare amorevolmente col proprio vicino. La Principessa li superò tutti cercando di non fissare dritto in volto nessuno di quegli sconosciuti avventuri; ma la curiosità era troppa e così finiva sempre irrimediabilmente per dare una sbirciatina agli astanti .
Improvvisamente però si ritrovo davanti duo padre e solo allora si accorse che aveva ormai attraversato tutta la sala, fino a raggiungere il palco sul quale erano posizionati il trono suo a del suo genitore, finemente addobbati con sete e arazzi dai colori straordinari.
"Bambina mia" la salutò suo padre,la sua figura si stagliava come al solito imponente. Da quando era diventato Re di Saillune, Philionel sembrava aver assunto costantemente un'aria grave e sofferta, e spesso Amelia lo sentiva aggirarsi per il castello in piena notte, insonne. Ciuffi bianchi s'intravedevano ora ai lati delle sue tempie, e alcuni profondi solchi gli segnavano il volto.
"Padre" lo salutò lei, di rimando. Nessuna emozione, nessun gesto avventato. Solo la fredda compostezza di sempre e un' insolita calma. Phil le prese gentilmente la mano, aiutandola a salire sul palco, e la guardò ancora negli occhi, ammirandola, poi cominciò a parlare alla folla:
"Molti di voi presenti l' hanno vista solo in ritratto, e , anche se del migliore artista che abbiamo qui alla nostra corte." e, dicendo così, fece un eloquente gesto col capo nella direzione del pittore, che s'inchinò con un sorrisetto "..non credo che un misero pezzo di tela dipinta sia sufficiente per descrivere tutta la bellezza di mia figlia Amelia."
La ragazza sorrise, forza Amelia, il tuo più convincente sorriso. Sentì una ciocca di capelli cadere dall'elaborata acconciatura sulle spalle. Quasi senza un perché , i presenti cominciarono ad applaudire , così come le poche donne presenti al ricevimento.
"Bene; e ora che comincino le danze!" Annunciò Phil, e subito i trovatori incominciarono a suonare i loro strumenti. Una dolce melodia si diffuse per tutta la sala e i due reali si accomodarono . Per tradizione, nessun membro della famiglia reale apriva mai le danze. Solitamente Amelia approfittava di quel momento di calma per analizzare tutti i partecipanti al ricevimento, ma quella volta fu diverso: sentì infatti la mano di suo padre scivolare sulla sua. Con sua grande sorpresa , la Principessa si voltò a guardarlo.
"Ti piace questo vestito, Amelia?" le chiese, lo sguardo perso ne vuoto.
"Certo, ma perché questa domanda?"
"Beh." la voce di Philionel era poco più di un sussurro.
"Quello è lo stesso abito che portava tua madre il giorno in cui ci siamo conosciuti per la sua prima volta."
Diversi sentimenti si affacciarono nell'animo della ragazza. Il primo fu quello dei incredulità: l'abito di sua mamma? Ah, ricordava così poco di sua mamma. Le sarebbe piaciuto avere una madre come le altre persone.. L'abito col quale sua madre e suo padre si erano incontrati per la prima volta? Forse Phil sperava che quell'abito portasse un po' di fortuna anche a lei. L'abito di sua madre? Quel pomeriggio, quando gliel'avevano portato, avevano specificato che suo padre chiedeva che lei indossasse quel vestito, ma non le avevano detto che era appartenuto a sua madre. L'abito di sua madre? Aveva un enorme significato...
"Oh,papà.." Sussurrò solamente, stringendogli di più la mano. Philionel fece un cenno d'assenso col capo, cercando di ricacciare indietro le lacrime che si erano formate minacciosamente agli angoli degli occhi .
"Ti voglio bene..." Aggiunse la ragazza, e il padre sorrise. Aveva così tanta voglia di abbracciarlo...stupida etichetta.
"Questa sera ci sono uomini molto più giovani delle precedenti, Amelia. Magari è la volta buona.." Aveva di nuovo parlato con una voce atona.
"Chissà, papà, magari.." cercò di confortarlo,ben sapendo di mentire a se stessa.
****
".Ma no..io credo che l' Impero di Elmekia debba avere qualcosa in più di una monarchia assoluta..come diavolo si fa ad amministrare da soli un regno enorme come quello???"
L'uomo che aveva parlato, il conte Benjamin Glannington, prese un altro spiedino di pollo dal tavolo.
"Io invece sostengo che..."
"Buonasera, miei signori, e grazie di essere intervenuti" Amelia interruppe i loro discorsi frapponendosi tra i due gentiluomini e servendosi un'altra coppa di vino.
"Oh, la Principessa Amelia! Quale splendida Luna al nostro fianco!" cinguettò il conte, come se avesse preparato quella battuta apposta per l'occasione.
La diretta interessata gli sorrise in modo affabile "Questa è una serata di luna nuova" precisò poi , sarcastica.
"Oh,infatti: la luna è qui con noi e non c'era bisogno che stesse anche i cielo!" Amelia si lasciò sfuggire un risolino di scherno, ma che per il pretendente doveva significare ammirazione,poiché sorrise di nuovo soddisfatto.
Poi la donna si rivolse all'altro uomo, molto anziano e con una bela panciotta, che se ne stava in disparte .
"Noi non ci conosciamo,suppongo"
"Oh, no" rispose prontamente.
Ecco, tutto quello che mi mancava è un pretendente calvo e più vecchio di mio padre, ma si costrinse a fare buon viso a cattivo gioco e gli mostrò il più affabile dei sorrisi. Sorseggiò altro vino.
L'uomo ricominciò a parlare "Io sono il marchese Flaus Cassel e sono qui perché mio figlio Ulrich vorrebbe conoscerla..." si voltò, notevolmente a disagio "..ma sembra che ora lui non sia qui" concluse,con una risatina nervosa
"Magari ha trovato qualche altra signorina più di suo gradimento che non la sottoscritta" Amelia ridacchiò, ma non poté fare a meno di notare che l'uomo era impallidito.
"Di che cosa stavate discutendo?" chiese poi per spezzare la tensione, rivolgendosi ora al conte Glannington.
"Oh!" L'uomo si strinse nelle spalle "Di politica: argomento non certo preferito dalle donne"
"Ah" esclamò lei "E..più precisamente?"
"Della politica dell' Impero di Elmekia. Ci si domandava se dovesse essere una monarchia assoluta o no" spiegò il conte.
"Argomento degno di nota.." Ribatté Amelia, prendendo un altro lungo sorso di vino. Si stava rendendo conto di essere quasi ubriaca.
"Il conte sostiene che l'Impero è troppo vasto per un solo re."continuò il marchese Cassel.
"Davvero?"
"Già"
"E allora? Mai sentito parlare di vassalli,fiduciari o roba simile?"
Entrambi gli uomini restarono a bocca aperta, proprio quando incominciò la sesta danza.
Il conte prese rapidamente la mano di Amelia
"Mi conceda questo ballo!" esclamò tutto di un fiato e rosso in viso, e all ragazza non resto altro da fare se non acconsentire.
****
"E così...da quanto siete in visita a Saillune?" domandò curiosamente la Principessa,rivolgendosi al suo accompagnatore che la faceva danzare sotto gli occhi di tutti i presenti della sala. Era raro che Amelia Wil Tesla Saillune accettasse di essere la dama di uno sconosciuto.
"Oh,da una settimana circa..la notizia che la Principessa Incoronata stesse cercando marito è giunta fin oltre i popoli della ex-barriera.."
Proprio così, il conte Glannington proveniva dalle terre oltre la barriera,a sud.
".precedute ovviamente dalla fama della vostra bellezza e intelligenza, fama che, a mio dire, è totalmente veritiera."
Calma, Amelia, pensò , questi sono solo complimenti di rito. Non sono rivolti a te, ma a qualsiasi persona ci fosse stata al tuo posto. Sono le parole di un pretendente, le parole meno sincere al mondo. Si mise in guardia, ma , nonostante queste avvertenze, sentì le guance bruciare e un lieve sorriso le apparve sul volto.
Con la coda dell'occhio scorse suo padre che, apparentemente, stava parlando con un funzionario, ma che in realtà l'aveva tenuta sotto controllo per tutta la serata.
"...Sapete, questa è la prima volta che mi trovo nei territori dentro la barriera..."
Amelia incominciò a fissare il suo cavaliere: il conte, sebbene di una decina d'anni più grande di lei, non era un brutt'uomo,concluse, ma neanche bello. Era decisamente elegante, però. Il modo in cui portava i corti capelli neri, gli occhi dello stesso colore del carbone, la mascella squadrata tipicamente mascolina, e la bocca, sormontata da un paio di baffi spioventi, erano i suoi connotati favorevoli. Fisicamente non sembrava molto muscoloso,però..
"...e sono meravigliato di avervi trovato una così tanta opulenza...il vostro isolamento non può che avervi favorito, secondo me.."
La voce del conte era ipnotica, ma all' improvviso Amelia si accorse che l'uomo che aveva davanti prestava sicuramente più attenzione alla scollatura del suo abito che alle parole che stava lentamente pronunciando. Con uno strattone involontario, la Principessa riuscì a scuotere il suo interlocutore dal suo petto, ma l'uomo, come se nulla fosse accaduto, continuò a parlare, dimostrando un notevole sangue freddo.
Amelia cercava disperatamente di partecipare alla conversazione che stava avendo col conte, ma la flemma col quale il conte la intratteneva su argomenti del tutto ovvi per lei, che era la Principessa di Saillune, la stava portando sull'orlo della disperazione. Voleva urlare basta e scappare... ma non sarebbe stato certo educato da parte sua! Così la sua mente prese a vagare lontano, fino ad un prossimo futuro... lei, sposata, che cresceva un bambino, suo figlio, ed accanto a lei... un uomo.
Quell'uomo.
"No..." esclamò, fermando improvvisamente la danza con il nobile
"Principessa Amelia? Ho detto o fatto qualcosa di sbagliato?" chiese Glannington, lo sguardo dubbioso .
"No,io..non mi sento tanto bene.." Spiegò, poi si rivolse agli altri presenti nella sala, curiosi per quell'improvvisa interruzione.
"Scusatemi, riprendete senza di me" e, così dicendo, attraversò velocemente la sala, per raggiungere l'ampia balconata che si affacciava nella notte oscura.
****
L'impatto che la brezza notturna ebbe sulla pelle la fece risollevare. Quello che aveva erroneamente immaginato in quella sala da ballo l'aveva sconvolta. da tempo oramai non faceva più quei sogni ad occhi aperti, e da tempo ormai aveva pensato che i suoi sentimenti fossero mutati.
Si appoggiò pesantemente alla grossa balaustra di marmo screziato, e fece sprofondare la testa tra le mani.
"Basta, basta...non ne posso più di questi balli..." sussurrò a se stessa, trattenendosi a stento dal versare lacrime, gli occhi le bruciavano.
"Se solo Gracia fosse stata qui..."
"Oh, neanche a me piacciono questi ricevimenti!" Una voce la distolse dai suoi pensieri, una voce che non conosceva, e che proveniva verso destra..
Voltò la testa proprio in quella direzione e fu sorpresa di trovarvi un uomo che poteva avere più o meno la sua stessa età "appollaiato" sulla balaustra alla sua destra che le sorrideva affabilmente.
"Buonasera, Principessa Amelia" la salutò cordialmente.
"E voi chi siete?" arrossì violentemente quando si rese conto che il ragazzo che le stava davanti magari doveva aver sentito il suo sfogo.anzi, non magari...
L'uomo sorrise ancora più affabilmente "Sono Ulrich Flaus Cassel, ultimo figlio del marchese Flaus Cassel.." Indicò con un dito la figura di suo padre che si intravedeva dalla balconata aperta.. ".quel signore di mezza età abbastanza grasso che si affanna per il cibo migliore" sorrise di nuovo.
Amelia seguì il dito puntato di Ulrich nella direzione che segnava "Si, ho già fatto conoscenza di vostro padre.." Incominciò "...ma allora voi siete il giovane che preferiva fare qualcos'altro piuttosto che la corte a questo bel premio in palio."aggiunse sarcasticamente, notando il rossore che subito si era diffuso sul volto del giovane.
".in effetti..come vi ho detto, non amo neanche io questi tipi di ricevimento, ed inoltre non amo il fatto che mio padre cerchi di farmi sposare con qualcuno che conosco." Ulrich aveva preso sicurezza nel parlare e, a mano a mano, il suo rossore era sparito. Amelia rimase colpita da ciò che aveva appena sentito..Ulrich non voleva sposarsi con un'estranea, proprio come lei!
"Mi dispiace per mio padre, ma non mi sposerò solo per fargli un piacere personale.e neanche per il marchesato; dopotutto, ho tre fratelli maggiori che hanno fatto tutto per me.."
Amelia si avvicinò di più a lui.. "Ah, che uomo cinico!Scaricare tutta la responsabilità sulle spalle dei propri fratelli non è affatto GIUSTO!!" esclamò,per poi ritrovarsi con..un dito puntato contro il giovane! Arrossì e fece una risatina nervosa per coprire l'imbarazzo, ma, invece di sentirsi offesa, sorrise davvero quando Ulrich incominciò a ridere di gusto.
La Principessa lo fissò nuovamente, nonostante sapesse fosse una sua cattiva abitudine; ma non aveva mai immaginato che un uomo potesse avere un sorriso così..dolce.
"Vorrei.restare qui a chiacchierare un poco, se non vi dispiace "aggiunse sommessamente, la balaustra salda dietro la sua schiena.
"Certo" rispose l'uomo "In fondo, anche io non ho nessuna voglia di ritornare dentro."
Forse..forse poteva davvero diventare amica di Ulrich..
