FLAG. 269 Il Riavvio (Reboot)
Quante volte ci è capitato in un qualsiasi videogioco di premere un tasto per ogni evenienza? Il tasto primario, Nuova Partita (New Game), da lì l'avventura inizia da zero, il tasto Continua (Continue), ogni volta che rientri nel gioco la partita continua da dove l'hai salvata, poi c'è il tasto Riprova (Retry), che se premuto ti fa ritentare la cosa in cui hai fallito. Ma sapevate che c'è un tasto particolare che comanda tutti e tre, e persino più potente della Nuova Partita? Beh esiste, e si chiama Riavvio (Reboot)… Quando viene premuto la vita del videogioco viene azzerata completamente, viene ripristinato dall'inizio, si fa tabula rasa. AH! Ma è uguale alla Nuova Partita! No. Perché se la Nuova Partita cancella un file, e lo rimanda all'inizio, il Riavvio riformatta tutto il videogioco. Ed oggi una persona che credeva di poter Continuare anzi che credeva di aver finito il gioco, subirà il Riavvio. Un Riavvio che non ha scelto lui. Il Riavvio allora è stato deciso un capriccio del Destino? Oppure è stato pianificato dall'inizio? Ci vorrà molto per rispondere a questa domanda. Ammesso che si possa rispondere…
The World God Only Know (GODS AVEKING)
Uno spazio bianco con degli specchi. Lì era capitato Keima. Ma era reale? No, stava sognando non c'era dubbio. Di tutti i sogni non gliene poteva capitare uno nel suo mondo dei videogiochi. No anzi, uno schermo nero senza nessuno. Solo lui là dentro, persino nei sogni voleva stare da solo. Beh anche se l'ambiente non era l'ideale, era comunque solo. O no?
"Svegliati Katsuragi."
"…? Papà?" – Keima sobbalzò. Non era una voce femminile, bensì una maschile. Le uniche voci maschili ben chiare erano poche per Keima. Suo padre, il prof Kodama e alcuni dei suoi compagni.
"Non te lo ricordi? Oggi è il tuo giorno."
"No? Ecco…" – Keima tentava di collegare tutte le voci. Non assomigliava a nessuna voce di quelle che aveva elencato. Ma allora…
"Mm non sai nemmeno da dove cominciare vero? Ci penso io a rinfrescarti la memoria… Dio della conquista"
Una figura trasparente e senza una forma precisa si manifestò davanti a Keima. Quella figura però aveva una forma che poteva definirsi quasi umana. Sembrava quasi un fantasma fatto d'acqua.
"Chi sei? Dove siamo? E soprattutto tu non sai nemmeno chi sono io!"
"Ma certo che lo so."
"Eh?"
"Vediamo… Keima Katsuragi 18 anni nato il 6 giugno 11:29:35 sposato. Alias Dio della conquista, Quattrocchi e… tsk Nii-Sama?"
"Dove ti nascondi stalker? Sei nel mio sogno? E come ti permetti di dirmi che sono sposato e di usare i miei soprannomi?"
"Come ti permetti tu a rivolgerti a un Dio così!"
"Un…Dio?"
"Ops ho detto troppo."
Calò immediatamente il silenzio. Keima non ci capiva nulla. Cos'era? Per non sognare le dee adesso si inventava gli dei? Che meccanismo di difesa interessante… No, non poteva essere così! Ma poi, un Dio nei suoi sogni? Vogliamo scherzare?!
"Cooomunque – continuò il Dio rivelato - valori di conquista oltre la media: hai conquistato più ragazze di me quando avevo la tua età."
"Ma cosa c'entra?"
"E sei persino sposato a 18 anni, non è facile dopo aver ferito tante persone quasi permanentemente e avere un bel po' di amanti."
"Primo non sono sposato, secondo non ho amanti e terzo… (sto andando in escandescenza) chi sei veramente, mostrati!" – disse Keima mentre urlava
"Arriverà il momento di quando dovrò mostrarmi anzi lo farò proprio oggi alla prima occasione. Hai, anzi abbiamo un compito da continuare…" - la figura se ne stava già andando.
"Io non ho più nessun compito." – Keima si nascose nella sua convinzione.
"Ma davvero? A quanto mi riguarda hai dei conti in sospeso." – la figura cambiò idea e si girò riavvicinandosi a Keima.
Keima stava per chiedere quali conti, ma la figura lo precedette ed iniziò a prendere forma umana. Quando finì di "modellarsi" Keima stava pronunciò il nome della persona davanti a lui: "Ayumi!" – Keima stava svenendo.
"Cosa c'è non mi riconosci più? Non riconosci la prima persona che hai conquistato e baciato? Beh, io non mi sono dimenticata di te e di quello che sei. Sei un verme!" – la persona che avrebbe dovuto essere Ayumi si lanciò addosso a Keima per sferrargli un calcio, ma Keima schivò velocemente. Non sapeva se il dolore era reale o meno e non voleva scoprirlo. Aveva già provato i calci di Ayumi e non voleva provarli pure nei sogni.
"Ma dai. Credi che io mi lasci ingannare da una copia di Ayumi? Ecco perché volevo dimenticarmi di loro."
"Allora ti sei dimenticato di me." – Keima riconobbe la voce e si girò all'istante. Quando ebbe la conferma che ci fosse pure la "proprietaria" della voce balzò all'indietro.
"Kanon?"
"Quindi, come tutti, anche tu ti sei dimenticato della mia esistenza. Vuoi farmi ritornare invisibile. Tutte le parole che mi hai detto… Allora avevo ragione. SEI SOLO UN BUGIARDO!" – Kanon tirò fuori i suoi taser a forma di gattini. Peccato che nei sogni i taser non si sa se sono sicuri o meno. Kanon sembrava una furia, come quando era posseduta dall'anima degli Inferi.
"KEIMAAA!" – anche Ayumi cominciò a caricarlo, di nuovo, con un altro calcio. In risposta a ciò Keima si abbassò e finì che Ayumi colpì Kanon ed entrambe finirono a terra.
(Io me la squaglio.) – pensò Keima ma non fece nemmeno un passo che gli caddero in testa dei libri. Non solo erano pesanti ma facevano male, moolto male. Keima alzò lo sguardo e vide: "Shiori? Tenri? E pure tu Tsukiyo?" – ma le due non risposero stettero lì a fissarlo senza muoversi. Ma gli occhi parlavano da sé. Quelli di Shiori privi di emoziono, quelli di Tenri sembravano stessero trattenendo le lacrime e quelli di Tsukiyo come quelli della sua bambola Luna che teneva tra le braccia. Keima uscì da quel "pantano" di libri ma davanti a lui si palesò Yui.
"NOOOO! NON YUI! NON LEI!" – Yui aveva in mano un vestito femminile ed una parrucca dai capelli lunghi pronta a far indossare a Keima.
"Qual è il problema. Keima?" – Yui si avvicinva sempre di più ma Keima fuggì riuscendo a superarla.
"Ti prego dimmi che sono finite! – ma le sue "preghiere" non vennero ascoltate. Davanti a lui l'ultima persona. IL VERO BOSS FINALE! Chihiro." – sì proprio lei. La "ragazza normale".
"Perché mi chiami per nome, Katsuragi?" – quelle parole furono talmente fredde che avrebbero potuto congelare l'Inferno. Keima non potè reagire che venne accerchiato dalle altre ragazze.
"Perché? Cosa succede?" – perso nella sua stessa confusione, Keima stava vacillando.
"Son le parole tue no? Tu non hai conti in sospeso. Il tuo lavoro è finito. Beh, davanti a te hai la prova, non proprio vera, ma vivente di quello che hai in sospeso. Ragazze! – tutte le ragazze si girarono verso la figura. - Keima è tutto per voi." – dette queste parole le ragazze cominciarono ad avvicinarsi a Keima.
"Statemi lontano! Voi non siete altro che copie sbiadite!" – disse Keima tentando di ricordarsi i caratteri di quelle ragazze 3D.
"Io direi fifty%fifty, Keima. È vero sono copie ma non sono affatto sbiadite. Questo è quello che loro pensano di te ora. Ad ogni azione corrisponde una reazione." – detto questo schioccò le dita ed immediatamente tutte le ragazze caddero a terra in preda a dolori lancinanti.
"Cosa fai? COSA STAI FACENDO?!" – Keima finì la frase e vide qualcosa che non avrebbe dovuto vedere. Dal cuore di ogni ragazza usciva del miasma nero sotto forma di fumo.
"Keima. Perché ci hai fatto questo?" – quelle parole erano piene di dolore e di tristezza, mentre dagli occhi di tutte le ragazze scendevano le lacrime.
"Non sono io. È stato questo s*****o informe!" – Keima puntò il dito verso la figura trasparente che osservava la scena appoggiato su un muro o una colonna invisibile.
"Oh Keima. Ma questo è colpa tua." – Keima sentì raggelarsi le vene
"NON DIRE CAZZATE! LA COLPA NON…" – Keima non finì la frase che la figura lo interruppe.
"Non lo è? Chi è che ha spezzato i loro cuori. Tu o io? Anzi tu o tu?"
"Cosa?" – Keima stava perdendo la voce.
"Non l'hai notato Keima? Tutto questo è il risultato di un cuore spezzato. Prima emozioni negative si accatastano tra di loro ed esplodono a contatto con la persona che le causa. Questo però è un effetto momentaneo perché poi arriva la seconda conseguenza. Il cuore spezzato inizia a farsi sentire, le emozioni della rabbia svaniscono e la tristezza prende il sopravvento. L'umiliazione di aver dato il proprio cuore ad una persona che ne ha uno incatenato." – la figura trasparente sciocchò le dita una seconda volta e Keima sentì una stretta al suo cuore. NON ERA POSSIBILE! Poteva vedere il suo cuore, pieno di catene strette fortissimo e che non potevano essere spezzate dai battiti del cuore stesso.
"Quando un cuore incatenato e perfetto, - cominciò a narrare la figura - incontra un cuore spezzato e tenta di ripararlo, allora quest'ultimo verrà spezzato di nuovo e posseduto dal miasma della tristezza. Così dicono le profezie, anzi le leggi dell'amore."
"Chi sei tu per dettare le leggi dell'amore?"
"Facile. Perché il creatore dell'amore, sono io. E adesso devo compiere una delle profezie."
"Chi saresti? Il creatore dell'amore? E di quali profezie e profezie?"
"Presto detto. Quando il cuore incatenato e perfetto, incontrerà il creatore dell'amore allora dovranno unirsi per far guarire i danni causati dal primo e collaborare per fermare colui che si nutre della sofferenza e del dolore." – e detto questo indicò le ragazze ancora a terra e che stavano soffrendo sempre di più.
"Vuoi salvarle?" – chiese la voce.
Keima abbassò la testa: "Devo."
"Keima, l'amore non è un dovere. – lo rimproverò la figura - Ma di questo è meglio discutere un'alta volta, allora riavvio completato. NEW GAME START!"
"Questa frase è mia!" – questo avrebbe voluto dire Keima ma non poté farlo, poiché appena la figura anzi il tipo aveva smesso di parlare la mano destra di Keima brillò e Keima urlò di dolore perché sentiva una bruciatura come se gli avessero spento un fiammifero nel punto dove scaturiva la luce. Passata la luce Keima vide che nella sua mano destra era inciso un marchio ma non era scritto in giapponese, né in una lingua normale. Almeno così sembrava.
"Che male! Cosa mi hai fatto alla mano?" – chiese Keima che tentava di cancellare il segno con l'altra mano.
"Ma che fai? – gli chiese la figura - Il marchio di un Dio è fatto di luce pura e non è cancellabile. Questo marchio dimostra che da adesso, tu sei il mio socio ed io il tuo compagno. Adesso devo settare le ultime cose. Settiamo la partita in modalità HAREM!"
"MA CHE STAI DICENDO? FRENA 5 SECONDI! CHE COSA SAREBBE QUESTA MODALITÀ HAREM?!"
"Mi deludi Keima. Tu il Dio della conquista non sai cos'è un harem?"
"E chi ti ha detto che non lo so? Sono io che non ne ho uno."
"Ti stai sbagliando. Tu ce l'hai e lo sai anche. Ma è ridotto in condizioni alquanto discutibili." – e mentre parlava indicò a una a una, tutte le ragazze ancora a terra con i dolori al cuore che non smetteva di evaporare miasma.
"Non l'ho mai voluto. Non ho mai voluto questo." – si compianse Keima.
"Ehi! Che tu abbia o non abbia voluto la bicicletta devi comunque pedalare. Ed ora mi congedo."
"COSA?! E CI LASCI IN QUESTO STATO?!" – Keima non sopportava più di vedere le ragazze contorcersi dal dolore.
La figura si fermò di scatto ma rispose senza nemmeno pensare troppo: "Devi essere tu a riparare di nuovo i loro cuori non io. Ma prima dei loro cuori dobbiamo occuparci del tuo."
"Del mio cuore? E poi dobbiamo? Plurale?" – Keima non capiva
"Of course, inizieremo da oggi, non mi va di sospendere il gioco appena iniziato. Ci vediamo in giro… Socio."
"Dove, quando e soprattutto come!"
"Ah vero, mi sono dimenticato le previsioni. – la figura sembrò ignorare la domanda – Dunque prevedo un brusco risveglio, non la prendere troppo sul personale. Vecchie conoscenze si paleseranno eeeeee, giusto, il nostro incontro. Il prima possibile, ma dobbiamo essere soli, se capisci cosa intendo."
"No che non lo capisco, non mi addormento in classe ed ora rispondi…" – Keima non poté dire altro perché.
All'improvviso sentì un suono: *TIC, TIC, TIC… ORE 7:00* La sveglia suonò e Keima saltò in aria balzando fuori dalla coperta, la sveglia lo stava stritolando? (Che razza di diavoleria è questa? Elsie sei stata tu?) – si chiese Keima che pigliava a pugni il tentacolo che lo stava strozzando per il collo, finché Keima non riuscì a premere in qualche modo il tasto di spegnimento della sveglia. Il tentacolo ritornò dentro la sveglia e Keima aprì la finestra buttando fuori quella sveglia.
Keima prese un bel respiro. E poi: "Che mattinata di schifo! Quasi ucciso in un sogno e poi nella realtà. Sul serio iniziamo bene!" – commentò Keima ancora furioso per la sveglia, e con un altro dubbio che l'assillava e mentre scendeva le scale ci ripensava.
(Un Dio nel mio sogno? Qui qualcosa non quadra. No aspetta!) – Keima si controllò al volo la mano destra. Nessun marchio, nulla di nulla, solo la sua pelle senza cicatrici. Da adesso avrebbe mangiato meno pesante la sera.
"Nii-Sama!" - Elsie si faceva già sentire.
"Ah… Elsie" – disse Keima distrattamente.
"In famiglia io sono Eri. Qualcosa non va?" – chiese Elsie vedendolo giù.
"Scusa non credo che ci farò presto l'abitudine. Ecco mi è capitato…" – tentò di dire Keima.
"Keima!" – lo chiamò Mari.
"Ah mamma!" - Keima parlò sempre distrattamente.
"Come sarebbe a dire: Ah mamma? – Mari non sopportava di vedere suo figlio mezzo distratto – Ti sei dimenticato che oggi si ricomincia di nuovo?"
"Beh sì me lo ricordavo." - disse Keima con la cartella in mano.
"Credo che sia tu che Eri non vediate l'ora di vedere i vostri amici."
(Oh no questo me l'ero dimenticato!) – disse Keima al pensiero di rivedere tutti.
"Già soprattutto… e perché… e poi…" – Keima aveva smesso di ascoltare sua madre, orrendi pensieri gli riaffiorarono in testa: (Un brusco risveglio… Vecchie conoscenze… Da adesso tu sei il mio socio… MODALITÀ HAREM!... Ci incontreremo oggi socio…) – se dovessi elencare tutti i pensieri di Keima avrei finito le finestre di dialogo. Anzi erano così tanti che avrebbero buggato uno schermo senza problemi, e magari due.
(Spero che "l'invisibile" non faccia più ritorno). – sperò Keima pensando che si fosse immaginato la voce e tutto il sogno.
"Non contarci troppo, Socio." – disse la voce del sogno. Keima si girò di scatto per sferrare un calcio ma si fermò quando vide che stava per colpire Elsie anziché quella che pensava la persona incorporea nel suo sogno.
"N-Nii-Sama?" – Elsie aveva uno sguardo confuso e spaventato.
"Keimaaa!" – gli urlò Mari furiosa.
"AHIA!" – urlò Keima che ricevette un colpo in testa da sua madre.
(Continuiamo bene…) – pensò dolorante mentre si controllava se gli era spuntato un bernoccolo.
****Così…****
Nii-Sama, aspettami!". – Elsie per una volta faceva fatica a stare al passo con Keima che era assorto nei suoi pensieri e stava premendo i tasti della PFP a velocità usando la modalità Dio della Conquista parziale: (Dannazione al mio "compagno", ed anche ad Elsie e a tutta la realtà. Vorrei tornare a dormire. Non ho proprio voglia di vedere nessuna ragazza 3D oggi. Aspetta quella è) – Keima notò una cosa
Poco distante dal cancello della scuola una ragazza con i capelli castani legati e occhi rosso cremisi.
(Parli del diavolo!) – pensò Keima riconoscendo la persona.
"I diavoli sono mooolto peggio." – ma Keima stavolta ignorò la voce.
"Diana!" – la riconobbe Keima
"Buongiorno Keima-San" – disse calma Diana
Ci fu un breve momento di silenzio
"Pensavo che voi dee aveste lasciato la Terra."
"In effetti doveva essere così, ma…"
"Ma?" – chiese curioso Keima
"Ma nostro fratello, non si fa ancora vedere." – disse Diana preoccupata
"Fratello?"
"Sì, credevi forse che ci fossero solo dee?" – chiese Diana
"In realtà si, non me ne avete mai parlato. Ma perché questo qui non arriva?" – chiese Keima perplesso
"Ha detto che doveva trovare il corpo perfetto per essere ospitato dato che un normale pervertito fortunato non avrebbe mai potuto ospitarlo."
"Eh?" – Keima continua a non capirci molto
"Per farla facile lui vuole come ospite qualcuno degno di lui. Come noi del resto. Ma dovrebbe scegliere allo stesso tempo qualcuno vicino a noi. Caspita, Cupido è sempre immaturo."
"Cupido?" – Keima non ne poteva più degli dei. Adesso arrivavano pure i maschi?!
"Sì, i nostri fratelli Cupido, Nettuno e Dioniso sono molti più esigenti di noi."
"Che vuoi dire?"
"Non è ovvio, Keima?" – disse una voce mezza famigliare.
"Mercuris?" – fece Keima incredulo
"Già e ci siamo tutte." - dette queste parole apparvero dietro di lei Apollo, Vulcanus, Minerva e Mars.
"Che ci fate tutte voi qui?" – beh, non era anormale. Tutte le ospiti delle dee, a parte Diana, frequentavano la Maijima.
"Diana ci ha avvisate"
"Dunque è opera tua?" – chiese Keima guardandola male.
"Si, ma perché dovevamo dirti tutto riguardo ai nostri fratelli."
"Eh?"
"Noi sorelle Jupiter abbiamo sempre avuto quattro fratelli: Cupido, Nettuno, Dioniso e Ade. – cominciò Diana - Uno di questi però era il più irrequieto: Ade. Lui a differenza di noi non mirava all'amore ma alla sofferenza. Così creammo un luogo adatto a lui: l'Inferno, dove lui vi si gettò senza esitazioni, ma facendo questo subì l'Inversione che lo trasformò in un demone facendogli perdere le ali e i suoi poteri originali."
"Cominciò così il suo regno di terrore, nella sua terra desolata, ma un giorno tentò di salire al cielo senza riuscirvi, per questo cercò un passaggio di intermezzo per collegarsi e creò il Purgatorio."
"Tuttavia – ribatté Mars – chi entrava all'Inferno non poteva per nessuna ragione avvicinarsi al Purgatorio, e quindi questo suo metodo è andato in frantumi. Questo lo fece infuriare e visto il suo tentativo fallito, tentò comunque di uscire da lì tramite una dimensione non creata da lui e piena di quelli chiamati peccatori: la Terra."
"Fatemi indovinare: ci riuscì e cominciò la guerra con vostro fratello" – indovinò Keima.
"Si proprio così" – confermò Vulcanus.
"E poi?" – chiese Keima, che voleva sapere il resto.
"E poi è stato lui a creare il conflitto tra demoni dell'Inferno e dei. Tutte noi ci siamo sacrificate per sigillare i demoni degli Inferi. E poi, e poi… non lo sappiamo" – disse dispiaciuta Diana.
"Come?" – chiese Keima basito.
"I nostri ricordi si fermano qui." – disse Mars con le braccia conserte.
"Va bene, ma io a che vi servo in tutto questo?" – chiese Keima sospettoso.
"Non l'hai ancora capito, Keima?"
"Devi aiutarci a trovare i nostri fratelli prima di subito."
"Loro ci spiegheranno che successe quella volta, ci aiuteranno a sconfiggere Ade e poi lasceremo i corpi delle nostre ospiti."
"Già e tu Keima ci aiuterai. Quindi sarò chiara e precisa. Dovrai collaborare con noi."
"Beh, sarò chiaro e preciso. Scordatevelo." – disse deciso Keima. - La nostra collaborazione era finita, non voglio più avere nulla a che fare con voi e nemmeno con le vostre ospiti. Avete combinato più guai che altro. Ho rischiato troppe. Questi affari oltre il mondo terreste non mi riguardano. Perché dovrei aiutarvi di nuovo?"
Diana lo squadrò severamente: "Keima, non noti qualcosa di strano?"
"Cosa? Avete cambiato il vostro colore peculiare di occhi e capelli?" – Keima fece il sarcastico.
"Non fare lo spiritoso. Piuttosto guarda la mia schiena, ed ora osserva sopra la mia testa." Diana si voltò rapidamente e Keima notò solo allora qualcosa di strano.
"Le tue ali e l'aureola sono… scomparse." – notò Keima.
"Già, ed è tutta colpa tua." – lo rimproverò Vulcanus
"E perché mai?" – fece Keima con voce "innocente"
"E lo chiedi anche? Hai ferito le ragazze che ti amavano e che ancora provano a conquistarti. Hai spezzato i loro cuori e continui a farlo. Facendo così abbiamo perso le ali e le aureole."
"Veramente Mars le ha ancora" – fece notare Keima.
"La sua ospite è un caso a parte anche se anche i suoi poteri non sono del tutto a posto. Tutte noi tranne Mars abbiamo perso le ali. Ed io, Minerva, Vulcanus e Mercuris abbiamo perso anche le aureole. Fra poco secondo me non riusciremo più a manifestarci."
"Ripeto. E allora?"
"Sei proprio scemo Keima. Se non ci aiuti a farci ritornare ali e aureole, allora aiutaci a trovare i nostri fratelli."
"E posso chiedervi come dovrei fare?"
"Non lo sappiamo. Ti inventerai qualcosa."
"La risposta è sempre no. Anche ammettendo che io sia il responsabile di questo vostro calo di poteri e di aver spezzato il cuore alle vostre ospiti, non ho nessun motivo e metodo. E poi avevo già detto che il mio lavoro era finito e che non volevo più avere niente a che fare con le dee. Non ho più intenzione di fare niente. Non sono obbligato da un collare mozza-testa. Da quando siete arrivate avete stravolto la mia vita. Ho sempre dovuto inventare i sentimenti per arrivare al "finale". Ed ora il mio piano per farmi dimenticare dalle vostre ospiti sta funzionando. Non mi fermerò adesso. Non mi importa nulla delle vostre Ospiti!" – calò il silenzio. Un silenzio pericoloso.
"Katsuragi…" – Vulcanus era già sulla strada della forbice. Voleva darci un taglio con Keima. Letteralmente.
E poi… – una lacrima gli cadde dalla guancia mentre diceva queste cose e ripensava a tutte le sue esperienze. Ci fu un silenzio tombale per qualche secondo. - Già adesso sono di nuovo single. Le vostre ospiti devono starmi lontano!"
"Allora ce li ha i sentimenti questo ragazzo" – osservò Vulcanus quasi stupita.
"Vulcanus!" – la rimproverò duramente Diana.
"Sta scappando!" – fece notare Mars.
"Fermo Keima!" – urlarono tutte.
Ma Keima era già lontano e correva più veloce che poteva verso la sua classe.
NEXT STEP! FLAG 370!
"Che seccatura. Non ho ancora il controllo…"
"UN'AUREOLA?! E tu chi diavolo sei?"
"Il mio nome è Cupido, primogenito di Giove e Giunone e Dio dell'Amore e tu, come puoi vedere, sei il mio fortunato Ospite. Katsuragi Keima-Kun…"
"N-NOOO!"
IL VERO DIO DELLA CONQUISTA.
"Non ignorarmi, Socio. Socio? SOCIO!"
"Qualcuno mi uccida…"
