La figlia del senatore

Cap. 8

"Qualcosa non va Andy?" Chiese il senatore mentre la figlia si preparava per andare a fare shopping.

"Mi dispiace senatore, non sono d'accordo con la sua decisione di andare alla festa di questa sera. Dobbiamo essere prudenti, mi ha chiesto di proteggerla e ora la manda in bocca ai leoni."

"Non la vedo così. Più gente c'è, meno corre il rischio che qualcuno le faccia male, non trova?"

"Con tutto il rispetto signore, in realtà è l'esatto contrario. Finchè non ne sappiamo di più, potrebbe essere chiunque a voler far del male a sua figlia. Amico o estraneo che sia. Comunque ... Le lettere minatorie che mi ha dato Tilly, posso portarle ai miei colleghi e farle analizzare?"

"Certo Andy. Vado a prenderle."

Andy sospirò, si era ficcato in un bel guaio e uscirne sarebbe stato difficile. Dopo qualche minuto, il senatore tornò con le lettere e disse che Tilly voleva vederlo nella sua camera. Andy andò a malincuore, non sopportava i capricci di una ragazza giovane e ricca. Entrò nella camera e la trovò pronta, vestita per uscire: jeans e maglietta, giubbotto e borsetta, scarpe con il tacco.

"Volevi vedermi Tilly?" Chiese quasi con noncuranza.

"Certo. Andiamo a fare shopping per la festa, non ricordi?" Sorrise soddisfatta.

"Mi sembrava che avessi già tutto. Qui non ti manca nulla." Disse Andy a denti stretti indicando l'armadio aperto, pieno di abbigliamento, scarpe e accessori all'ultima moda.

"Andiamo, la macchina ci aspetta." Senza degnarlo di uno sguardo, Tilly uscì, dirigendosi alla macchina, salì dietro e Andy la seguì.

"Vai David, portami in centro, aperitivo e giro shopping!" Urlò eccitata.

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Quella sera, la macchina portò Andy e Tilly davanti all'entrata della casa del senatore Clarkson.

C'erano già parecchie macchine e tante, troppe persone, Andy era preoccupato, così non poteva garantire la sicurezza di Tilly. Appena la macchina si fermò, Tilly scese, andando incontro alla sua amica Jessy, che stava parlando con altre ragazze. Andy scese in tutta fretta dalla macchina per correrle dietro. Entrarono in casa e trovò una folla di persone, Andy cominciava a realizzare il guaio in cui si era cacciato. Tra i tanti volti che vide, tra camerieri e agenti della sicurezza, incrociò lo sguardo con quello di Sharon. Fissò i suoi occhi verde giada, bellissimi, abbinati al suo vestito scollato e sexy, rimase per un momento senza fiato. Il tempo e lo spazio si erano fermati, era immobile, paralizzato davanti alla sua bellezza.

Sharon si avvicinò "Andy, cosa ci fai qui?"

"Capitano Ryador, come mai a questa festa?"

"Le nostre indagini ci hanno portato al procuratore Clarkson e siamo venuti alla festa di compleanno della figlia, sono state invitate tutte le persone più importanti di L.A. e alcuni poliziotti sono qui per la sicurezza di vari personaggi, c'è anche il capo della polizia."

"C'è tutto il mondo a questa festa, maledizione! Sono qui con la figlia del senatore Anderson. Jessy è la sua migliore amica, anzi … Dov'è finita? Sharon devo andare, devo cercare Tilly, ti chiamo!" Flynn sparì tra la folla in cerca di Tilly. Fece un giro veloce nel salone a pianoterra, ma di lei non c'era traccia, così decise di salire al primo piano. C'erano parecchie camere, cominciò a guardare in un paio di camere, alcune erano vuote, altre c'erano degli adulti che si tenevano compagnia. Aprì una porta e trovò delle ragazze, entrò e chiese se c'era Tilly. Non risposero e Andy proseguì finchè non trovò Tilly tra le braccia di un ragazzo, sdraiati su un letto.

"Tilly, Tilly!" Andy la chiamò per attirare la sua attenzione. Si avvicinò e la toccò con un braccio.

"Tilly! Perché sei sparita senza dirmi nulla?!" Era preoccupato.

I due ragazzi si staccarono e guardarono Andy scocciati per l'interruzione.

"Chi cazzo è questo?"

"Andy che ci fai qui?"

"Come che ci faccio qui? Eravamo d'accordo che mi avresti avvisato di ogni tuo spostamento e invece sei sparita, in mezzo ad un mare di persone!"

"Senti Andy, non rompere, dai! Comunque, lui è Jason." Indicò il ragazzo accanto.

"Sì piacere, adesso andiamo." Andy prese per mano Tilly per farla alzare.

"Tilly, ma sei con questo qui?!" Jason era sorpreso e scocciato.

"Jason, no! Lui è …"

"Quanti anni hai Jason? E questa roba cos'è?" Andy era furioso, aveva visto una striscia di coca di coca sul comodino. "Maledizione, andiamo via di qui Tilly! Subito!" La trascinò senza ascoltare altro.

"Senti Andy non fare così, voglio stare qui …" Tilly si fermò e si impuntò, non voleva lasciare Jason.

"Andiamo!" Andy la prese per un braccio, invitandola ad uscire. "Non vedi che qui si stanno drogando tutti?!"

"Ehi Tilly, chi è quel bel macho?! Perché non ce lo presenti?" Due ragazze sorridendo si avvicinarono ad Andy e cominciarono a strusciarsi. Erano strafatte e tutta la situazione stava facendo infuriare Andy. "Ragazze allontanatevi, per favore." Cercò di mantenere la calma.

"Sei carino, senti che muscoli." Una ragazza lo palpeggiò.

"Giù le mani! Allontanatevi oppure vi faccio arrestare tutti quanti!" Il tono era duro, le ragazze si spaventarono e andarono via subito, dileguandosi insieme al resto delle altre persone che erano in camera. Jason si alzò dal letto "Tilly ma che cazzo fai, porti in poliziotto qui? Ci vuoi fottere tutti quanti? Va' al diavolo stronza!"

"Ehi! Modera il linguaggio ragazzo!" Andy lo rimproverò in tono risoluto.

"Fanculo stronzo!" Jason uscì.

"Sei contento?! Sei contento Andy! Mi hai rovinato la serata con i miei amici!"

"Questi sono tuoi amici?! Alcune di quelle ragazze strafatte non erano maggiorenni, Tilly vuoi metterti nei guai?!" Andy fissò negli occhi Tilly.

"Neanche mio padre mi parla in questo modo! Vattene, mi stai rovinando la vita!" Gli diede una spinta e corse fuori. Andy scosse la testa "Maledizione!" Corse dietro Tilly, prima di perderla di vista, in mezzo ad una folla di persone.

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Intanto alla festa, il senatore aveva visto Sharon. C'erano tantissimi invitati, un poco di confuzione, ma nulla lo avrebbe fermato dal parlare ancora con lei e dal provarci.

"Sharon!" Il senatore si avvicinò e le toccò la spalla, Sharon si girò, con il volto corrucciato, aveva riconosciuto la voce.

"Senatore Anderson …" Mascherò il fastidio con un falso sorriso di circostanza. L'uomo si fece avanti, si avvicinò e le chiese di andare in un posto meno affollato. Si spostarono sul terrazzo, le aveva preso da bere e le aveva messo una mano intorno alla vita.

"Che bella sorpresa, vederti qui, sei bellissima."

"Sono qui per lavoro, le posso dedicare solo qualche minuto. Ci sono altri agenti della mia squadra e non vorrei …"

"Se la caveranno da soli, per un po'. Perché non ci godiamo la bellezza di questa serata, qui da soli, senza tutta quella gente. Sei più bella, di qualsiasi altra cosa al mondo."

"Senatore, mi lusinga troppo." Disse infastidita da tutti quei complimenti.

"Allora il tenente Flynn come sta andando?" Chiese Sharon per cambiare discorso.

"Oh, benissimo. Tra lui e Tilly c'è un feeling, che quasi mi spaventa, sembrano due anime gemelle, si capiscono al volo, hanno una grande intesa. Sono venuti qui per la festa, ma so che poi hanno preferito andare via, preferivano stare soli, evidentemente. E come dare loro torto, con tutta questa gente, anch'io preferirei stare solo con la persona che più mi attrae e nel mio caso sei tu, Sharon." Il senatore si avvicinò sempre di più, erano molto vicini, tentò un abbraccio, ma Sharon sciolse il suo approccio "Mi scuso senatore, ma sono in servizio e non posso lasciare il mio posto, soprattutto perché devo dare istruzioni alla squadra. Ci vedremo in un altro momento più opportuno." Sorrise cercando di stemperare il fastidio della vicinanza di quell'uomo.

"Lo prendo come una invito per una serata solo per noi." Rispose sorridendo il senatore, non avrebbe mai rinunciato a Sharon. Ci sarebbe stata un'altra occasione.

"Adesso devo proprio andare. Arrivederci." Sharon sorrise, mascherando il suo disagio. Tornò in sala, era riuscita a tenere a bada quell'uomo, ma ora voleva concentrarsi sul procuratore Clarckson.

TBC