Comincio dicendo che non sono assolutamente d'accordo col voler eliminare le storie Nc-17 da sito! Mi tocca ripostare la storia e perdere le reviews, oltretutto. Cmq, se questa storia era marcata come Nc-17, un motivo c'era. Non ho ancora deciso come fare riguardo alle lemon che avevo – e ho tutt'ora – l'intenzione di scrivere. Quando ci sarò arrivata lo farò sapere.
Genere: Drama/Romance
Autrice: Kemis
Warning: La storia è segnalata come R per tematiche spinose quali prostituzione, pedofilia, stupro e precosse, omicidio, tentato suicidio e uso di droghe (ok, non sono sicura che ci saranno tutte queste cose perché la storia non l'ho ancora scritta, ma potrebbero esserci). Questa storia è YAOI, quindi racconta di rapporti (sessuali e non) tra due maschi. Se tutto ciò vi disturba questo è il momento di abbandonare la lettura. Nessuna protesta dopo, però.
Pairing: Tanti, praticamente tutti. SubaruxKamui (che dovrebbe essere la coppia principale, almeno nelle mie intenzioni), SeishiroxSubaru, FumaxKamui, e magari altro. Ancora non lo so.
Disclaimers:: I personaggi sono delle Clamp che li hanno creati. Io li ho solo presi in prestito per giocarci in po', ma poi li restituisco, giurin giuretto. Beh, forse non proprio come nuovi, ma li restituisco. E il personaggio di Hiromi l'ho rubacchiato a Tsukasa Hojo. No, non ho intenzione di fare un crossover, è che mi serviva un'entreneuse. Cosa volete che vi dica, evidentemente in questo periodo sono troppo pigra per inventarmi un personaggio mio.
~*Dusk an' Dawn*~
Presentata da Kemis
Parte 1
Subaru Sumeragi camminava furiosamente per le strade notturne di Tokyo, senza neanche sapere dove i suoi passi lo stavano portando. Era uscito furibondo di casa dopo l'ennesimo litigio con Seishiro e non aveva intenzione di ritornarci, almeno non tanto presto.
Era già da qualche settimana che le cose tra loro non andavano molto bene. Seishiro aveva iniziato a fare misteriosamente tardi la sera. Avevano già discusso più volte ma Seishiro insisteva nel dire che si trattava solo di lavoro. Subaru, anche se malvolentieri, gli aveva creduto, ma poi erano cominciate le telefonate. Almeno una volta al giorno riceveva una chiamata, di solito intorno alla stessa ora. Se era Subaru a rispondere, riappendevano la cornetta senza una sola parola.
Subaru però era deciso ad arrivare a capo della faccenda e quel giorno aveva aspettato alzato il ritorno del compagno. Quando questi era rincasato aveva addosso l'odore di una donna e il suo alito sapeva di liquore. Senza aspettare una spiegazione aveva mollato a Seishiro un sonoro schiaffone e se n'era andato.
Gli occhi tornarono a bruciargli per le lacrime al pensiero del tradimento subìto, ma se li asciugò rimproverandosi aspramente.
All'improvviso si guardò intorno e si accorse di essere finito nel quartiere a luci rosse. Normalmente avrebbe girato i tacchi e se ne sarebbe andato in fretta, ma non lo fece. Aveva voglia di bere, di bere fino a non ricordare più Seishiro e il suo volto.
Riprese a camminare, senza sapere che locale scegliere. C'erano così tante luci, così tante insegne.
Poi una attirò la sua attenzione. Davanti all'entrata due potenti fari bianchi erano puntati verso l'alto, lanciando il loro cono di luce nel cielo notturno per attirare lo sguardo di chiunque si soffermasse a guardare le stelle. L'insegna era scritta a grandi lettere blu e viola, sormontate da un simbolo che rappresentava un sole nero dai raggi viola. Il club si chiamava "Dusk an' Dawn".
Entrò.
Il locale era arredato discretamente. Intorno ai bassi e larghi tavolini erano posti dei divanetti piuttosto ampi e apparentemente comodi. La luce gialla che illuminava l'ambiente era tenuta bassa e creava un'atmosfera sensuale, ravvivata parzialmente dalla palla di specchi che rifletteva il simbolo del locale (il sole bicolore) sulle pareti. La musica era abbastanza alta da poter essere ascoltata ma non tanto da impedire la conversazione.
Nonostante ci fosse parecchia gente Subaru riuscì a trovare un tavolo a cui sedersi. Si lasciò cadere su uno dei due divanetti – erano anche più confortevoli di quanto sembravano – e dovette attendere solo pochi minuti prima che un cameriere gli portasse una lista dei drink. La sfogliò rapidamente e ordinò un Tequila Sunrise.
Tre bicchieri e quasi un'ora dopo si accorse che più beveva e più pensava al suo litigio con Seishiro e alle parole che erano volate tra di loro. Il suo umore era peggio che mai, ma non smise di bere.
«Ehi, amico, ho intenzione di occupare il tuo tavolo. Ti dispiace?»
Subaru alzò gli occhi e si ritrovò a fissare un uomo alto con i capelli biondi. «Sì, mi da fastidio.» rispose senza mezzi termini. Quanto l'uomo si sedette ugualmente al suo tavolo si sentì pronto ad attaccarlo.
«Non preoccuparti, resto solo finché non si libera un posto al bancone.» lo rabbonì questi, notando il suo sguardo torvo. «Mi sembra che tu sia nuovo di queste parti. Mi chiamo Yuto Kigai. E tu?»
Subaru si limitò a riempirsi finire il drink e a ordinarne un altro, ignorando la domanda.
«Dal modo in cui bevi si direbbe che stai cercando di ubriacarti per affogare i tuoi problemi. La tua ragazza ti ha forse tradito?»
Subaru sbatté il bicchiere sul tavolo, le sue dita stringevano con forza il vetro come se volesse romperlo. «Non sono affari tuoi.» disse con voce minacciosa.
Yuto sorrise. «Ma parlare dei propri problemi è il modo migliore per risolverlo. Forse sono solo io a non ispirarti fiducia.» Senza aspettare una risposta si voltò cercando qualcuno con lo sguardo. «Ehi, Hiro-limbo, qui c'è un caso disperato che richiede un tuo intervento urgente!!» gridò, facendo gesti con le braccia.
Questa volta Subaru sentì di aver superato il limite. «Senti, razza d'impiccione, cosa…»
«Yuto-kun! È un piacere rivederti così presto!» esclamò una giovane donna venendo verso di loro. Il biondo che le bacio leggermente la mano con fare galante.
«La tua bellezza è come un faro che mi guida sempre da te.» disse, con un sorriso seducente, ma la donna sbuffò con un mezzo sorriso.
«Sì, sì, sempre il solito cascamorto! Come se non sapessi qual è il motivo per cui continui a tornare!» Poi si sedette accanto a lui e osservò Subaru per qualche istante. «Ma guarda, una faccia nuova. Allora, è lui il caso disperato di cui parlavi?»
Dopo averla osservata più da vicino, Subaru capì che non si trattava affatto di una donna. Il trucco e i vestiti erano così accurati che avrebbe probabilmente ingannato le persone normali, ma Subaru, prima di diventare un fotografo free-lance, aveva lavorato per parecchi anni nel mondo della moda.
«Proprio lui. Classico esempio di cuore spezzato da tentare di affogare nell'alcol.» La frase di Yuto gli ricordò che i due stavano parlando di lui.
«Tradimento?» gli chiese la 'donna'.
«Pensa ai fatti tuoi e non rompere a me.» rispose velenosamente Subaru, furioso, ma la sua risposta fu ignorata.
«Vuoi dimenticare o vendicarti?» s'informò ancora, ma fu Yuto a rispondere con una risatina.
«Se è venuto qui al "Dusk an' Dawn" credo proprio sia per vendicarsi, Hiromi.»
Il travestito sospirò fingendosi sconsolata. «Come al solito tutti a correre appresso alla luce più brillante ignorando noi povere intrattenitrici.» Improvvisamente sul suo volto spuntò di nuovo il sorriso. «Ma in fondo è giusto così. Nessuno di noi che lavoriamo qui, uomini o donne, siamo paragonabili a Lucifer.»
«Lucifer?» chiese Subaru senza capire. «Lucifero, l'angelo decaduto dei cristiani?» Sia Yuto che Hiromi lo osservarono sorpresi.
«Vuoi dire che non sai niente di Lucifer?» chiese Hiromi a bocca aperta.
«Ma allora perché sei venuto qui?»
«Per bere.» rispose semplicemente Subaru.
«Ma guarda, non pensavo che ci fosse ancora qualcuno in questo distretto che non sapesse nulla di Lucifer.» commentò Yuto, finendo il suo drink.
«In cielo Venere è sia la prima stella a comparire dopo il tramonto che l'ultima a scomparire all'alba. Ma nei tempi antichi quando splendeva alla nascita del nuovo giorno veniva chiamata Lucifero, come l'angelo biblico che, infatti, prima di ribellarsi a Dio era effigiato del titolo di 'Prima stella del mattino'.» spiegò Hiromi, facendosi improvvisamente seria.
«Però, non sapevo che fossi così colta.» commentò Yuto.
«Lavorando come assistente di un mangaka si imparano molte cose.» gli rispose questa con un sorriso, prima di rivolgersi nuovamente a Subaru. «Per questo antico costume, la prima stella del nostro locale "Dusk an' Dawn" è stata soprannominata Lucifer.»
«Cosa significherebbe 'la prima stella'?»
«Si tratta di un ragazzo di una bellezza straordinaria.» spiegò Hiromi. «È il tesoro più prezioso e più ricercato del "Dusk an' Dawn". Tutti quelli che vengono qui è lui che vogliono.»
«Ed è anche il tesoro meglio custodito.» replicò Yuto con una leggera smorfia. «Purtroppo si mostra solo raramente. È anche l'amante del proprietario del club, che ovviamente non è particolarmente entusiasta di dividerlo con gli altri.»
Hiromi annuì. «Già, Fuma-kun è un tipo molto possessivo, lo tiene tutto il giorno sotto chiave e solo un'altra persona oltre a lui stesso ha il permesso di vederlo.» Sospirò, assumendo un'espressione un po' triste. «È un vero peccato. Lucifer è la persona più adorabile del mondo.»
«Non mi avevi mai detto di conoscerlo personalmente.» esclamò stupito Yuto.
«Infatti non lo conosco, non so neppure quale sia il suo vero nome. Ho parlato con lui solo una volta, ma lo ricordo come se fosse successo oggi pomeriggio.» Rimase in silenzio mentre il cameriere le serviva la vodka che aveva ordinato prima. «Qualcuna per farmi un dispetto mi aveva messo delle puntine da disegno nelle scarpe e io, che non me ne ero accorta, me le infilai ritrovandomi i piedi pieni di ferite.» Bevve una breve sorsata. «Stavo tentando di togliere le puntine quando lui è passato di lì. Appena mi ha vista è corso a cercare la scatola del pronto soccorso e mi ha medicato. Mi ha anche aiutata a cercare un taxi, pensate, e il discorso è che al piano di sopra aveva un cliente che lo stava aspettando!» Svuotò il bicchierino. «Non so esattamente quanto l'avermi aiutata gli sia costato, ma so per certo che non dev'essere stato poco.»
«Beh, in fondo è comprensibile.» disse Yuto. «Tutti sanno – a parte il nostro amico, a quanto sembra – che con Lucifer si ha diritto ad un solo tentativo. Chi, essendo riuscito ad ottenere di passare una notte con lui, accetterebbe di sprecare del tempo?»
Questo commento sembrò non piacere a Hiromi, che sbatté con un po' troppa enfasi il bicchiere sul tavolo, versando parte del contenuto. «Tutti uguali, voi uomini: capaci solo di pensare ai vostri bisogni! Prentendete e basta, in cambio non date mai nulla!»
«Su, Hiro-limbo, non si scaldare così.» cercò di rabbonirla Yuto. «Intendevo dire che una bellezza come la sua fa sragionare. Bisognerebbe essere cadaveri per non desiderarlo! Io, anche se sono etero, dopo averlo visto non posso fare a meno di tornare qui sperando intensamente di essere il prescelto!»
«Vuoi dire che è questo Lucifer a scegliere il proprio accompagnatore e non viceversa?» domandò incuriosito Subaru, sollevando per la prima volta da molto tempo lo sguardo dal suo bicchiere.
«Se non fosse così scoppierebbero risse tremende per la sua compagnia. E Lucifer ha diritto di priorità. Se sceglie un uomo già accompagnato, l'entreneuse che è con lui deve cedere il passo.»
«Presumo che quindi non abbia molti amici fra gli altri dipendenti.» disse Subaru, ma Hiromi scosse la testa.
«È un onore l'essere stata con uno dei prescelti prima di Lucifer.» dichiarò Hiromi. «Inoltre qui nessuno di noi si sognerebbe mai di dire o fare qualcosa contro di lui.»
«Fuma Monou non perdona mai.» commentò Yuto scuotendo la testa. Hiromi, arrabbiata, gli diede un leggero pugno sulla spalla.
«Non è per quello!» replicò stizzita. «In Lucifer c'è qualcosa che rende assolutamente impensabile di odiarlo.»
«È impossibile non cader schiavi della magia dei suoi occhi.» mormorò Yuto, con lo sguardo assente. «Dopo avervi guardato dentro una volta non puoi far a meno di ritornare fedelmente, come se non esistesse più nient'altro.»
Subaru fece un'alzata di spalle. Come se potesse importarmi! L'unica cosa che voleva in quel momento era arrivare alla fine del quarto bicchiere e magari ordinarne ancora. Voleva ubriacarsi fino a non riuscire a reggersi in piedi.
Ignorò la conversazione di Yuto e Hiromi, che sembravano aver deciso di stabilirsi al suo tavolo. Infastidito, stava iniziando a pensare di spostarsi lui quando all'improvviso tutte le luci del locale di spensero e la musica cessò. Un black-out?
«Lucifer sta per arrivare.» La voce mezza soffocata ed eccitata di Yuto gli rivelò cosa stava per succedere.
Tre piccoli riflettori si accesero, illuminando una porta chiusa da tende di velluto blu, al centro del locale. Il silenzio più totale regnava ovunque. I drappeggi si scostarono e l'uomo dagli occhi dorati che Subaru aveva identificato come il proprietario del locale entrò in sala. Per qualche lungo istante questi rimase immobile, guardandosi intorno.
Totalmente disinteressato, Subaru tornò a dedicarsi alla sua tequila.
Alla fine il proprietario del "Dusk an' Dawn" si tirò da parte, mostrando la figura sottile che fino a quel momento aveva nascosto dietro le proprie spalle. Lucifer avanzò di pochi passi, permettendo ai riflettori di illuminarlo completamente. Ovunque si levarono mormorii di ammirazione.
«Andiamo, Hiro-limbo.» sussurrò Yuto all'entreneuse. «Qui siamo troppo lontani.» Senza aggiungere altro i due se ne andarono. Subaru sospirò, lieto di aver riguadagnato la sua solitudine.
D'un tratto fu di nuovo silenzio, quando Lucifer prese ad avanzare tra i tavoli, cercando un compagno per la serata. La folla si apriva davanti a lui come se si trattasse di un dio sceso in terra, mentre tutti trattenevano il fiato nella speranza di essere scelti. Gli istanti sembravano essersi dilatati in ore, mentre centinaia di paia d'occhi scrutavano ogni movimento del giovane.
«Posso sedermi qui con te?» La voce gentile che pronunciò quella domanda nel silenzio totale del locale costrinse Subaru ad alzare lo sguardo. Si ritrovò a fissare due grandi e intensi occhi viola.
Servì qualche istante all'uomo per capire che quello che aveva davanti era il famigerato Lucifer e che lui aveva avuto la fortuna – almeno secondo ciò che aveva detto quel tizio biondo – di essere scelto. Non solo, ma si accorse anche che chiunque nel locale stava guardando lui, in attesa di sentire la sua risposta, magari per ricominciare a sperare.
Il suo primo impulso fu di rispondere di no, che voleva restare in pace a bere, ma più guardava quegli occhi viola più quel pensiero sbiadiva nella sua mente.
Annuì senza parlare.
In quell'istante i riflettori si spensero e vennero sostituiti dall'illuminazione ordinaria, mentre la musica riprendeva a suonare. Il ragazzo sorrise leggermente e si sedette nel divanetto di fronte al Sumeragi.
A volte, nei momenti più impensati, capita di avere un'epifania, di provare l'improvvisa sensazione che ciò che si sta facendo sia terribilmente importante per il nostro futuro, che in qualche modo la decisione che si è appena presa, per quanto stupida possa essere, avrà grandi ripercussioni nel nostro futuro.
Subaru, mentre scrutava intensamente il giovane davanti a sé, provò quella sensazione. Sentì la certezza che l'aver accettato quell'invito avesse cambiato il corso della sua esistenza.
Il destino, inesorabile, gli avrebbe presto dimostrato quanto quel presagio fosse fondato.
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I commenti e le critiche costruttive sono ben accette. Eventuali sfuriate ingiustificate di disaccordo o con rapporti omosessuali o con la coppia in questione saranno prontamente ignorate e/o cestinate. Io sono per la massima libertà d'opinione, ognuno è libero di pensarla come vuole. Quindi non arrabbiatevi perché io la penso così, ok?
Al prossimo capitolo! ^_^
