QUINTA STROFA

S'addensano nubi all'orizzonte

soffia il gelido vento

e la burrasca infuria

senza mai finire.

Talvolta un raggio di sole 

le nubi riesce a passare

in uno sprazzo di sereno

possiam ancora riposare

prima di gettarci nella lotta

contro onde e vento e freddo

e corrente che verso il fondo

trascina

continuiamo a lottare

senza mai le armi gettare.

Sono al sicuro, amore

nulla mi può far male

finché la nostra canzone continua a suonare.

Ma se la tempesta non passa

perché vuoi che sia io a passare?

Ci sono alcune date di quell'anno che sono impresse nella mia testa: una di quelle è il 29 Gennaio. Quel giorno avvenne il primo incidente. Accadde durante la lezione di Erbologia e venne provocato da due Corvonero: per questo sono sicuro che fu un incidente. Ogni casa ha i suoi deficienti: se noi avevamo Tiger e Goyle, a Corvonero c'erano Tyler DeWitt e Martin Rhodes che potevano far loro una bella concorrenza. Quei due geni pensarono bene di andare stuzzicare una pianta di liane carnivore della professoressa Sprite: ad un certo punto, la pianta ruppe la sua gabbia di vetro e i suoi tentacoli cominciarono a frustare l'aria in cerca di prede. Quel giorno condividevo il tavolo da lavoro con Aylwin: istintivamente l'afferrai per un braccio e la trascinai via da lì, portandola indietro. La professoressa Sprite accorse e riuscì a Schiantare le liane carnivore prima che qualcuno potesse farsi male e riempì di strilli e improperi DeWitt e Rhodes. Sentivo il cuore che mi martellava in gola: in tutta la mia vita non ero mai stato tanto spaventato. Il pensiero che qualcosa di male potesse accadere ad Aylwin mi atterriva, letteralmente. Forse fu quel giorno che qualcuno cominciò ad avere dei sospetti, non ne sono sicuro ma mi sembra tutt'ora l'ipotesi più probabile. 

L'otto Febbraio era il compleanno di Aylwin: avevo preparato una piccola sorpresa per lei e volevo che tutto fosse perfetto. Per tutto il giorno ci ignorammo come al solito, ma appena scese la notte ci recammo di nascosto alla Torre Ovest dopo aver trangugiato una fiala di Pozione dell'Invisibilità a testa. Non appena varcammo il finto muro chiesi ad Aylwin di chiudere gli occhi e la guidai per mano su per le scale. Ogni tanto le scappava da ridere. Quando arrivammo nella stanza sotto il tetto, dove ci trovavamo di solito, appoggiata su un vecchio banco c'era una piccola torta di compleanno ai frutti di bosco e panna: nel pomeriggio ero sgattaiolato in cucina e avevo chiesto agli Elfi Domestici di prepararne una e avevo anche dovuto insistere perché la facessero piccola. Sopra la torta galleggiava un sedici di fumo luminoso che avevo creato con la magia. Faith mi sorrise con gioia e mi abbracciò stretto. Mentre mi abbracciava, le spostai i capelli dall'orecchio e canticchiai "Tanti Auguri a Te". Le diedi una piccola scatola: appena l'aprì la stanza si riempì di fuochi artificiali e luci incantate, mentre una nube di petali di rosa pioveva su di noi. Dall'espressione del suo volto compresi che la mia sorpresa era riuscita. Mangiammo la torta e poi le diedi il mio vero regalo. Era una catenina d'oro con un ciondolo a forma di cuore, su cui avevo fatto incidere il mio nome: Danny. Così sarò sempre con te le sussurrai all'orecchio. Faith era molto felice quella notte. Ad un certo punto mi guardò e scoppiò a ridere. Che c'è? le chiesi sorpreso. Sei sporco di panna disse avvicinandosi e baciandomi all'angolo della bocca. Poi si avvicinò ancora un po' e mi baciò sulle labbra. Non ho voglia di tornare in camerata, e tu? mormorai quando ci staccammo. Nemmeno io rispose. Vieni dissi guidandola verso la finestra della stanza. Ci arrampicammo fin sul tetto e poi restammo lì sdraiati vicini a guardare le stelle. Improvvisamente Faith balzò a sedere:  Quasi mi dimenticavo! Ho anch'io un regalo per te disse frugando sotto il mantello che aveva messo per proteggersi dal freddo. Mi voltai su un fianco sollevandomi su un gomito per guardarla: tirò fuori il suo inseparabile lettore CD e mi porse una cuffia: la musica iniziò quasi subito. Prima si sentirono soltanto delle chitarre, poi una voce maschile iniziò a cantare:

"If I give up on you I give up on me

If we fight what's true, will we ever be

Even God himself and the faith I knew

Shouldn't hold me back, shouldn't keep me from you

Tease me, but holding out your hand

Then leave me, or take me as I am

And live our lives…stigmatized

I can feel the blood rushing through my veins

When I hear your voice, driving me insane

Hour after hour, day after day

Every lonely night that I sit and pray

Tease me, but holding out your hand

Then leave me, or take me as I am

And live our lives…stigmatized

We'll live our lives on different sides

But we'll keep together you and I

Just live our lives…stigmatized

We'll live our lives, we'll take the punches every day

We'll our lives, I know we're gonna find our way

I believe in you

Even if no one understands

I believe in you, and I don't really give a damn

We're stigmatized

We'll live our lives on different sides

But we'll keep together, you and I

We'll live our lives in different sides

We're gonna live our lives,

Gotta live our lives

 We're gonna live our lives

We're gonna live our lives, we're gonna live our lives…stigmatized"

Ero più che sorpreso. Più che allibito. Mi voltai a guardarla e vidi nei suoi occhi il riflesso di quello che c'era nei miei: ci comprendemmo senza bisogno di parole. Quella canzone aveva già detto tutto. Non potei fare a meno di chiedermi come avessero fatto a scrivere una canzone così adatta alla nostra storia, così perfetta da rispecchiare i sentimenti di entrambi. Volli ascoltarla una seconda volta, ma lo feci tenendo Faith abbracciata e guardandola dritta negli occhi. Ti piace? mi chiese quando la canzone fu finita. Annuii: È bellissima. Sembra fatta apposta per noi. Faith sorrise: Bene. Da oggi sarà la nostra canzone. Ti va?. Sì risposi semplicemente stringendola a me e baciandola. Non so quanto tempo restammo ancora su quel tetto, abbracciati sotto le stelle; non so quante volte ascoltammo ancora quella canzone. Avrei voluto fermare il tempo e restare là con lei per sempre, avrei voluto non tornare mai alla realtà. Di tutti i regali che ho ricevuto in vita mia, nessuno ha tanto significato quanto quello che ricevetti quella notte. Nessuno mi aveva mai regalato una canzone e dubito che qualcuno lo farà mai più: soltanto Faith avrebbe potuto pensare a una cosa del genere. Era molto tardi quando finalmente ci decidemmo a tornare al nostro dormitorio: inghiottimmo la seconda fiala di Pozione dell'Invisibilità e ci avviammo attraverso i corridoi, evitando per un soffio quell'odiosa mrs. Purr. Giungemmo in sala comune appena un paio di minuti prima che la pozione smettesse di fare effetto. Baciai un'ultima volta Ayly, poi entrambi ci separammo e ognuno andò nel proprio dormitorio. Quella notte mi addormentai cullato dalle note della nostra canzone, che continuavo a sentire nella mia testa. La sera del 17 Febbraio avvenne un incidente molto strano: stavamo andando a cena quando ci incontrammo con il gruppo dei Grifondoro lungo le scale. Avevo stancamente attaccato una delle mie solite battaglie verbali con Potter: tormentarlo e prendere in giro lui e Weasley non mi andava più tanto. Improvvisamente si sentì uno schianto e Lavanda Brown lanciò uno strillo acuto dall'alto della scalinata indicando qualcosa. Mi voltai a guardare e vidi uno dei grandi lampadari dell'ingresso precipitare addosso ad Aylwin, che era uscita per ultima dal corridoio che portava alla nostra sala comune e in quel momento si trovava  passare proprio lì sotto. Vidi una macchia rossa scattare dal gruppo dei Grifondoro e poi non sentii più nulla per via dello schianto del lampadario e delle urla delle ragazze Grifondoro (e ci tengo a sottolineare Grifondoro). Spostai Potter con una spallata e scesi le cale per andare a vedere quello che era successo: a circa tre metri di distanza dal lampadario Fred Weasley, coperto di schegge di vetro, stava aiutando Ayly a rialzarsi mentre altri Grifondoro (gli  altri tre Weasley e la Granger) si avvicinavano il più in fretta possibile. Soffocai a stento l'impulso di andare a stringere Ayly tra le braccia e baciarla davanti a tutti e di stringere la mano a Fred. Tutto l'atrio cominciò a risuonare di mormorii spaventati Ayly, Fred, state bene? Siete feriti? Ma come può essere successo? Se non era per Fred… L'avrebbe schiacciata… Santo Dio, che spavento!. Cosa è successo? chiese il professor Piton arrivando seguito dalla McGranitt. Un incidente… mormorò Ginny Weasley Il lampadario si è staccato e per poco non è caduto addosso ad Aylwin. La professoressa McGranitt impallidì e, dopo aver controllato che Fred ed Aylwin non fossero feriti, ci ordinò seccamente di andare a cena. Mentre risalivo le scale, vidi con la coda dell'occhio i due professori chinarsi ad esaminare la corda che reggeva il lampadario. Dopo cena andai subito alla Torre Ovest e attesi l'arrivo della mia ragazza per un bel po'. I minuti passavano e lei non arrivava, il che non faceva che accrescere la mia inquietudine. Finalmente sentii i suoi passi sulle scale: Dove diavolo eri finita? le chiesi appena la vidi apparire sulla soglia. Mi dispiace per il ritardo sussurrò Ma ho incontrato la professoressa McGranitt in corridoio e mi ha fatto qualche domanda. Scusami risposi alzandomi e stringendola tra le braccia È solo che…Quando hai avuto l'incidente mi sono spaventato tantissimo. Se non fosse stato per Fred Weasley… non riuscii a completare la frase e la strinsi più forte che potevo. Sto bene. Non devi preoccuparti. In fondo, è stato solo un incidente isolato. Provai un brivido lungo la schiena e la strinsi con forza: ripensavo ai due professori che avevano esaminato la corda del lampadario e avevo la sgradevole sensazione che ci fosse qualcosa di strano. Quello fu soltanto il primo di una lunga serie di incidenti che coinvolse la mia adorata Aylwin e dai quali ella si salvò a stento, spesso per intervento altrui. Sembrava quasi impossibile che gliene capitassero tante: prima il lampadario, poi a Erbologia per poco non cadde su un cespuglio di cicuta, a Trasfigurazione la sua bacchetta smise improvvisamente di funzionare e per poco non esplose, a Incantesimi gliene capitavano di tutti i colori, alcune armature le crollarono addosso mentre si recava a pranzo, mentre ascoltava musica vicino al caminetto il suo vestito prese improvvisamente fuoco e venne colpita da un bolide mentre dava lezioni di volo a un paio di Tassorosso del primo anno…Fu soprattutto questo incidente a darmi la certezza che qualcuno sapesse di noi due. Indovinate un po' chi si stava allenando sul campo da Quidditch quando il bolide partì a razzo nella direzione sbagliata? La nostra squadra. Ma fu in un martedì di Aprile che si toccò veramente il fondo, durante l'ora di Pozioni con i Grifondoro. Poiché sia noi che i Grifondoro eravamo dispari, c'era un banco misto: Aylwin ed Hermione Granger lavoravano insieme sedute al primo banco. Stavamo preparando una Pozione Rivelatrice, in grado di provocare delle visioni sul passato delle persone e molto utile nei casi di amnesia: se fosse andata bene avrebbe dovuto essere di un color lilla. Alla fine il professor Piton ci invitò a berne un sorso, uno soltanto, che ci avrebbe provocato una brevissima visione. Piton presso l'ultimo banco stava apostrofando quel pasticcione di Neville Paciock, la cui pozione anziché lilla era gialla. Vidi Aylwin scambiare alcune parole con Lavanda Brown e portarsi il bicchiere alle labbra. Tutto accadde con una velocità impressionante: Hermione Granger alzò gli occhi verso Ayly e lanciò un grido facendole saltare di mano il bicchiere con un manrovescio. Il bicchiere cadde a terra e andò in pezzi mentre un liquido viola cupo si spandeva sul pavimento. Che cosa succede? ruggì Piton avvicinandosi al banco di Aylwin ed Hermione, fissando quest'ultima come se avesse voluto fulminarla Ti ha dato di volta il cervello, Granger?. Guardi il filtro di Aylwin squittì per tutta risposta. Automaticamente gli occhi di Piton corsero al calderone, ma Hermione indicò invece il pavimento: Quello che era nel bicchiere. Piton gettò uno sguardo al liquido viola sparso a terra e improvvisamente si incupì: si inginocchiò a terra e osservò attentamente il filtro, poi si rialzò e scrutò quello rimasto nel calderone di Aylwin. Poi alzò gli occhi verso la classe, scrutandoci attentamente uno per uno con uno sguardo per nulla rassicurante. Granger, Ryan, immediatamente nel mio ufficio. Tutti gli altri possono andare. Lanciai un'occhiata preoccupata ad Aylwin: non capivo cosa diavolo fosse successo. Non potei aspettarla perché avevo una lezione di Antiche Rune così dovetti attendere fino al tramonto per parlarle. Con l'arrivo della bella stagione avevamo abbandonato la Torre Ovest: adesso ci incontravamo in una piccola radura nascosta sulla riva del lago. Arrivai lì per primo e non appena udii i suoi passi avvicinarsi le andai incontro. Stai bene? chiesi abbracciandola. Sembrava confusa e un po' spaventata. Sì, grazie ad Hermione. A cosa diavolo è successo a lezione?. Vorrei saperlo anch'io. Piton  dice che ho sbagliato la pozione: secondo lui ho messo così tanta polvere di Papavero Cupo che sarebbe bastato un solo sorso di quella roba per spedirmi all'altro mondo. Per fortuna Hermione se n'è accorta. Ma non avevi visto che il colore era sbagliato? chiesi pur aspettandomi la risposta. Faith scosse il capo: È proprio questo il punto: prima di riempire il bicchiere ero sicura al 100% che la mia pozione fosse lilla. Non sono daltonica, so riconoscere i colori. Poi mi sono allontanata per prendere il bicchiere e ho scambiato due parole in croce con Emma Wickfield. Quando sono tornata a posto ho cominciato a chiacchierare con Lavanda e non ho fatto caso al colore della Pozione. Eppure ti assicuro che quando mi sono alzata per prendere il bicchiere era lilla. Ti credo mormorai Ma questo può significare una sola cosa: qualcuno sta cercando di ucciderti dissi guardandola negli occhi. Pensi che ci abbiano scoperti?. Non ne ho idea. Può darsi. Forse quando ti ho tirata via dalle Liane Carnivore ad Erbologia la cosa ha destato sospetti. Credo che non ne siano certi ma che sospettino qualcosa. Allora non diamogli più modo di sospettare mi disse. Che vuoi dire? domandai allarmato. Molto semplice spiegò con calma Daremo una piccola recita di beneficenza a favore dei nostri "cari" compagni Serpeverde. Mi spiegò quale fosse il suo piano, ma io all'inizio non volevo farlo. Non puoi chiedermelo, Aylwin. Non posso farlo…non a te Danny, non abbiamo altra scelta. Lo sai. Chinai il capo: Lo so. Ma vorrei che non fosse necessario…Sei sicura che non ci sia altro modo?. Danny, so quanto ti costa, ma devi farlo. Così forse la pianteranno una buona volta. Rimanemmo in silenzio: Allora? mi chiese infine. Annuii: Va bene… dissi a fatica Lo farò. Così, qualche giorno dopo, a pranzo, inscenammo una piccola commedia. Aylwin mi rovesciò "sbadatamente" addosso il suo succo di zucca. Guarda quello che fai, mezzosangue! esclamai sforzandomi di sembrare arrabbiato Se eri tanto stupida, dovevi farti mettere a Tassorosso. Sarai intelligente tu, sarai ribatté aspra. Più di te senz'altro Ma se non riesci neanche a fare due più due senza chiedere a paparino. Pensa al tuo schifoso padre babbano, Ryan. A lui e ai tuoi fratellini decerebrati. Non osare insultare i miei fratelli!. Io non li insulto, sono loro che sono un insulto al genere umano E da quando tu ne fai parte?. Da sempre, al contrario di te Cosa voi dire? Voglio dire che gli Yankee e gli Irlandesi non fanno parte del genere umano. Tu non sei altro che una dannata, schifosa Mezzosangue Yankee Irlandese,cioè un perfetto zero!. Tu invece sei ancora meno di zero, incapace fallito!. La mia mano sinistra scattò e colpì la sua guancia con uno schiocco: Aylwin cadde a terra portando la mano sulla guancia colpita e fissandomi con rabbia dal pavimento. Impara a tenere la bocca chiusa, Ryan. E stattene pure sul pavimento a piagnucolare: è quello il tuo posto. Vidi con la coda dell'occhio Fred, Ron e Gorge Weasley a stento trattenuti da Harry Potter, mentre Hermione si precipitava ad aiutare l'amica. Aylwin rifiutò con un gesto la mano che le porgeva e si alzò in piedi scuotendosi i vestiti, poi tornò a sedersi. Intanto Tiger, Goyle e tre o quattro altri purosangue Serpeverde mi stavano facendo i complimenti per la lezione che avevo dato a "quella là". Pansy Parkinson era in brodo di giuggiole: Oh, Draco, sei stato grandioso. Le hai proprio detto il fatto suo a quella schifosa. Beh…Era ora che qualcuno le chiarisse come funzionano le cose da queste parti. Mi sentivo un verme. Dopo la sberla non potevo certo guardare Aylwin per controllare se stava bene e inoltre non ne avevo il coraggio. Centinaia di pensieri mi sfrecciavano in testa più veloci di tutti i Boccini d'Oro o di tutte le Firebolt del mondo. L'avevo colpita troppo forte? Le avevo fatto male? E se le fosse rimasto un livido? E poi quello che ci eravamo detti…Avevamo provato quella conversazione decine e decine di volte, ma urlarla così davanti a tutta la scuola…Non importava se avevamo dovuto farlo per allontanar ogni sospetto, stavo ugualmente malissimo, pensavo quasi che non avrei mai potuto sentirmi peggio. Inghiottii a fatica qualche boccone, poi mi alzai e me ne andai senza osare rivolgerle un solo sguardo. Appena fuori dalla scuola, corsi più in fretta che potei fino al nostro nascondiglio. Attraversai i cespugli spinosi che lo nascondevano strappandomi l'uniforme scolastica e graffiandomi le braccia e le mani: non mi importava. Mi lasciai cadere sull'erba presso la riva del lago e nascosi il volto tra le mani, stringendo gli occhi più che potevo per impedire alle lacrime di scivolare fuori, per non vedere più quelle immagini che scorrevano nella mia testa ma senza successo. Non sentii i passi di Ayly che si avvicinava. Mi appoggiò delicatamente una mano sulla spalla: Tutto bene?. Faith! esclamai stringendola a me Mi dispiace, mi dispiace tanto! Ti ho fatto male? E quello che ho detto…. Danny mi interruppe sfiorandomi il volto con una mano Stai calmo. Va tutto bene, non mi hai fatto male. E so perfettamente che quelle parole non significavano assolutamente nulla. M..Ma ti ho buttata a terra!. Faith scosse il capo: Non mi hai buttata a terra, Danny: sono io che sono caduta apposta. Volevo solo aggiungere un po' di dramma alla scena, ma…Non credevo che reagissi così…. Non è colpa tua… mormorai staccandomi da lei ed evitando il suo sguardo. Ricordi di quando ero bambino continuavano a scorrermi nella testa e non erano molto piacevoli. Danny sussurrò Faith appoggiandomi ancora una mano sulla spalla Cosa ti succede?. Esitai, ma dopo pochi minuti mi ritrovai a raccontarle della mia vita familiare, argomento che avevo sempre accuratamente evitato. Le raccontai come il primo ricordo della mia infanzia fosse mio padre che prendeva a schiaffi mia madre, come un giorno, poiché avevo cercato di difenderla, lui mi ruppe il polso destro e tutte le volte che mi aveva picchiato e sottoposto alla Maledizione Cruciatus. Vi stupite se odio mio padre?

Faith mi ascoltò in silenzio e quando osai finalmente guardarla negli occhi li vidi pieni di lacrime. Anch'io sentivo le lacrime pungermi gli occhi, ma tentai di ricacciarle indietro come facevo da almeno tredici anni buoni. Faith mi abbracciò senza dire una parola: Ehi, non ti metterai mica a piangere, spero? le dissi cercando di buttarla sul ridere senza molto successo. Dai, non è affatto il caso di piangere. Io non l'ho mai fatto. Faith si staccò da me e mi fissò attentamente: Fai molto male. Piangere fa bene, non lo sai?. Gli uomini non piangono borbottai. Chi te l'ha detto, tuo padre? Beh, è una stronzata. Come il 95% delle cose che dice aggiunsi serrando gli occhi. Nonostante anni di pratica, stavo per mettermi a piangere ugualmente. Una lacrima mi rigò la guancia e l'asciugai con rabbia. Danny sussurrò Faith Non aver mai, mai paura di piangere. Ti farà sentire solo meglio. Ormai non potevo più fare nulla contro le lacrime silenziose che sgorgavano dai miei occhi come un fiume in piena: semplicemente mi abbandonai ad esse. Faith mi fece appoggiare la testa contro il suo grembo e lì piansi tredici anni di lacrime represse: lacrime di rabbia, di tristezza, di solitudine e di dolore. Faith mi accarezzava i capelli e poi cominciò a canticchiare sottovoce una delicata melodia. Cosa stai cantando? mormorai senza muovermi. Oh, è…è una ninna nanna che mia madre mi cantava sempre quando ero piccola. Mia madre non mi ha mai cantato niente mormorai con un po' di malinconia. Faith esitò un istante: Se vuoi posso cantare io per te…Anche se non ho la voce adatta e non sono intonatissima. Non mi importa affatto…Sempre che non ti dispiaccia. Assolutamente no. Iniziò a cantare e, nonostante tutto, la sua voce mi sembrava quella di un angelo. Iniziò a cantare la storia dell'ultima rosa d'estate, una melodia dolce e triste allo stesso tempo. Quel giorno non scoprii come finiva quella storia: ascoltai a mala pena la prima strofa e poi scivolai in un sonno profondo. Quando mi risvegliai il sole si era spostato verso Ovest nel cielo. Ayly continuava ad accarezzarmi i capelli. Faith… mormorai sfregandomi gli occhi e rialzandomi Quanto ho dormito?. Un'oretta e mezza. Le lezioni sono già iniziate, ma dormivi così bene che non  ho osato svegliarti…Sembravi un angelo si lasciò sfuggire arrossendo. Io le guardai e le sorrisi, stringendola tra le braccia: Tu non sembri un angelo: lo sei. Sei il mio angelo mormorai prima di baciarla. In quel momento toccai letteralmente il cielo con un dito, mi sembrava di galleggiare in aria: mi avevano definito in moltissimi modi, la maggior parte dei quali molto poco lusinghieri, ma non avrei mai creduto possibile che qualcuno pensasse a me come un angelo. Mi sentivo più grande, più forte e se mio padre fosse apparso in quel momento ci avrei messo un minuto a mandarlo al tappeto. Aylwin mi faceva sentire come nessuno mi aveva mai fatto sentire prima: non soltanto vivo, ma anche speciale, degno di aspirare a qualcosa di grande e di guardare la luce senza chinare il capo, né per questo bruciarmi gli occhi. Quando stavo con lei, tutto il resto del mondo svaniva: non esistevano più né mio padre, né Voldemort né ragazzo-prodigio Potter. Non importava più nulla, soltanto noi. E io mi sentivo al sicuro, felice e in pace con il resto del mondo come non lo ero mai stato. Non ero più Draco Malfoy. Forse non lo ero mai stato, perché Draco Malfoy non era altro che una creazione di Lucius Malfoy: nient'altro che una marionetta, un corpo vuoto senz'anima. Aylwin invece vide la mia anima, come non so, e riuscì a risvegliarla dal sonno in cui giaceva. È a lei che devo tutto ciò che sono, tutto ciò che ho imparato ad essere. Senza di lei, non sarei mai vissuto: non sarei mai stato altro che uno schiavo di mio padre. Grazie a lei presi la decisione più importante della mia vita, quella che mi avrebbe sottratto per sempre al controllo di Lucius Malfoy. Anche se all'inizio della nostra storia ero sempre riuscito a ricacciarlo indietro con successo, il pensiero del mio futuro tornava sempre ad ossessionarmi. Soprattutto la sera, quando stavo sdraiato nel mio letto in attesa del sonno: allora non mi dava mai tregua. Mio padre era stato un Mangiamorte al servizio di Lord Voldemort: quando quest'ultimo era risorto, era immediatamente tornato ai suoi ordini. Mio padre voleva fare di me un Mangiamorte mentre mia madre, che in un primo tempo l'aveva seguito, se avesse avuto il potere di farlo avrebbe fatto qualunque cosa per impedirlo: ma in casa Malfoy non aveva diritto di parola ed era Lucius a governare le nostre vite. Anche se l'idea di diventare un Mangiamorte come mio padre non mi aveva mai sorriso, probabilmente avrei finito per diventarlo se non fosse stato per Aylwin. Dopo che conobbi lei e la sua famiglia, questo pensiero mi divenne insostenibile: se avessi obbedito ancora a mio padre, forse un giorno mi sarei trovato a dover uccidere Aylwin e la sua famiglia. In quella stessa notte di Aprile decisi che non sarei mai diventato un Mangiamorte e non avrei mai più permesso a mio padre di controllare la mia vita, anche a costo di perderla. Avrei seguito la mia fede, ad ogni costo. Non sapevo come avrei fatto, non sapevo cosa avrei detto, ma mi sarei ribellato. Avevo già cominciato a farlo innamorandomi di Aylwin. Non avrei dimostrato subito la mia ribellione: no, sarebbe solo servito a far uccidere me e forse anche lei. Avrei studiato un piano per uscire da quella situazione cercando di non mettere in pericolo la vita di Ayly. Ma prima c'era un'altra cosa che dovevo fare.

Non volevo che qualcuno mi vedesse, così aspettai che tutti fossero in classe e saltai la lezione di Artimanzia. Mi avviai lungo il corridoio fin all'ufficio del preside: Albus Silente era seduto alla scrivania leggendo alcune lettere. Esitante, bussai alla porta: Avanti. Entrai e andai davanti alla scrivania: Non dovrebbe essere a lezione, signor Malfoy? mi chiese scrutandomi dietro le lenti degli occhiali. Sì, signore, ma…Avrei un problema da sottoporle e…ehm, a dire il vero si tratta di una richiesta. È per Aylwin Ryan. C'è qualche problema con la signorina Ryan, signor Malfoy?. Io credo che bisognerebbe trasferirla in un'altra casa, magari Grifondoro. Là si troverebbe meglio e sarebbe…. Sarebbe cosa, signor Malfoy?. Adesso sapevo come si sentivano le persone interrogate dal KGB. Sarebbe…sarebbe più a suo agio. Si troverebbe in un ambiente migliore. Dagli occhi di Silente capii che sapeva che in realtà stavo per dire un'altra cosa quando mi ero bloccato. Ed è questo l'unico motivo? Signor Malfoy, se la signorina Ryan non si trovasse bene nella sua casa, sono certo che verrebbe a riferirlo immediatamente, quindi…. Si sbaglia signore: non lo farebbe mai.Silente sembrò sorpreso: E perché no?. Perché vuole stare con me sarebbe stata la risposta esatta, ma invece dissi: È troppo orgogliosa e non vuole che gli altri pensino che sia una piagnona. E poi ci sono altri motivi per cui dovrebbe essere spostata…. Non sapevo se era al corrente dell'ultimo, strano incidente occorso ad Aylwin, così gli raccontai quanto era accaduto a lezione di Pozioni. Parve molto turbato: si alzò e mi accompagnò in una stanza vicina, raccomandandomi di attendere. Poi tornò in ufficio e lo sentii convocare il professor Piton. La porta era spessa e non potei udire ciò che dicevano: quando il preside venne a riprendermi, Piton se n'era andato. Secondo il professore, la signorina Ryan ha sbagliato la pozione. Un errore comprensibile…. NON È VERO! esclamai. E come fa ad esserne così sicuro? mi sembrava che i suoi occhi potessero leggermi nel pensiero. Beh…Ecco…Ryan lavorava in coppia con la Granger quel giorno. Nessuno sbaglia una pozione con la Granger accanto. E inoltre le ho sentite parlare in corridoio: Ryan ha detto che non capiva come fosse potuto accadere, perché era sicura che la sua pozione fosse del colore giusto quando si è alzata a prendere un bicchiere. Anche la Granger diceva che era sicura che la sua pozione fosse giusta. Quindi lei non crede che si sia trattato di un incidente. E cosa crede, signor Malfoy?. Esitai: Io credo che qualcuno voglia uccidere Aylwin Ryan. Il preside mi scrutò ancora da sopra le lenti: E ha una vaga idea del perché qualcuno vorrebbe farlo?. Perché io e lei ci amiamo e mi sta sottraendo al lato oscuro e all'influenza di mio padre pensai e poi dissi ad alta voce: No, signore, non ne ho idea. Però sono certo che stanno cercando di farlo. Silente non parlò e annuì gravemente: Sì, sì…Credo che sia il caso di trasferirla. Convocherò immediatamente la signorina Ryan, il professor Piton e la professoressa McGranitt. Posso andare, signore? chiesi con un po' di nervosismo. Il preside mi guardò sorpreso così mi affrettai a spiegare: Ecco, io….Non credo di aver più niente da fare qui. Credo anch'io disse congedandomi. Buona giornata, signor Malfoy. Anche a lei, signor preside. La lezione di Cura delle Creature Magiche era già iniziata, così mi diressi al nostro posto segreto. Restai per un po' lì a riflettere, fissando l'acqua del lago. Improvvisamente sentii una voce alle mie spalle: Perché hai voluto mandarmi via?. Mi voltai: Aylwin era lì davanti a me, con gli occhi pieni di rabbia. Se vuoi sbarazzarti di me, dimmelo! Non è il caso che tu ricorra al preside Smettila con queste stupidaggini: ti amo e tu lo sai bene. Ma non posso permettere che ti facciano del male: se non posso difenderti io, lo faranno i Grifondoro. Con loro sarai al sicuro. Maledizione, Danny, non lo sarò affatto! Non capisci che sono al sicuro solo finché sono con te?. No, non lo sei! Sono io che ti metto in pericolo, se non fosse per me non starebbero cercando di ucciderti!. Faith cominciò a piangere in silenzio e io la strinsi fra le braccia: si aggrappò forte a me, come se fosse sul punto di essere trascinata via da una forza invisibile. Danny…Io non voglio lasciarti, voglio restare vicina a te, qualunque cosa accada…Non puoi chiedermi di andarmene, non puoi!. Sssh, andrà tutto bene mormorai baciandola in fronte Staremo meno tempo insieme in classe, è vero…Ma cercheremo di incontrarci più spesso. Coraggio, andrà tutto bene. Faith continuava a singhiozzare: Se penso che…che sarai da solo in quel covo di serpi, io…Io ci divento matta!. Non preoccuparti: non oseranno farmi niente, altrimenti l'avrebbero già fatto. Io starò bene la strinsi più forte che potevo, accarezzandole i capelli. Mi mancherai tanto, Danny Non dirlo a me: non te ne sei ancora andata e mi manchi già sussurrai prima di baciarla. Ayly si allontanò un poco da me, guardandomi dritto in faccia: i suoi occhi brillavano sia per le lacrime che per quella luce speciale che vi splendeva dentro, una luce che appariva soltanto quando guardava me. Ti amo, Danny. Anch'io ti amo, Faith. Sei tutta la mia vita. Quella sera, a cena, Silente annunciò che "a causa di difficoltà di ambientazione" Aylwin Ryan veniva trasferita presso i Grifondoro. A questo annuncio, tutti i ragazzi e le ragazze Grifondoro scoppiarono in un applauso scrosciante mentre Aylwin, con un timido sorriso sulle labbra, si univa a loro. Fred e George Weasley fischiavano come due locomotive a vapore mentre gli altri stringevano la mano ad Ayly o le davano il loro benvenuto con delle pacche sulle spalle o sulla schiena. Lei sorrideva cortese ma ad un certo punto mi guardò lanciandomi un'occhiata triste. Io le sorrisi sperando di incoraggiarla e che non avesse notato la mia malinconia.      

I giorni che seguirono per noi due furono abbastanza difficili: ora che appartenevamo a due case differenti e nemiche, dovevamo essere ancora più cauti. Inoltre avevamo meno occasioni di trovarci da soli per poter parlare e concordare così i nostri appuntamenti al lago: quello all'inizio sembrava un problema insormontabile ma presto Aylwin pensò che avremmo potuto ricorrere all'alfabeto Morse, un'utilissima invenzione Babbana. Così, durante le lezioni di Pozioni e a tavola tamburellavo sul tavolo con le dita di una mano o con una matita, mentre a Cura delle Creature Magiche usavo i raggi del sole facendoli riflettere sul vetro del mio orologio: Aylwin generalmente rispondeva usando quest'ultimo sistema, aiutandosi anche lei con il vetro dell'orologio, il braccialetto o il ciondolo. Ovviamente ci sarebbe voluto troppo tempo per trasmettere lettera per lettera ogni parola, perciò stilammo un elenco di frasi convenzionali a cui facemmo corrispondere una lettera e trasmettevamo quelle. Non era proprio il massimo della comodità, però funzionava Ci incontravamo sulla riva del fiume ogni volta che ne avevamo la possibilità: gli incidenti di Aylwin erano cessati nel momento stesso in cui era entrata a far parte dei Grifondoro i quali, che forse avevano sospettato qualcosa, durante le lezioni con noi Serpeverde non la mollavano mai un attimo, facendo quasi un muro attorno a lei per proteggerla e pronti ad accorrere alla minima stranezza, però per noi due non era ancora suonato il "cessato allarme". Per sicurezza io e lei in pubblico ci scambiavamo battute taglienti, anche se poi stavamo un po' male. I nostri incontri tuttavia non vennero influenzati: restavamo per ore in riva al fiume, chiacchierando o tacendo, ascoltando abbracciati la nostra canzone e scambiandoci baci e carezze. Spesso desideravo che quegli attimi di pace, quei momenti di vera vita non finissero mai: ogni volta diventava sempre più duro tornare alla realtà e comportarci freddamente, ma non avevamo altra scelta.