Il Primo Natale Della Nuova Era - HEERO E DUO ARCH

by Ely

Capitolo 4

Piume d'oca... Duo era avvolto in una morbida coperta di piume d'oca... o forse no... nella sua mente le immagini del sogno tremolarono e il piumone si trasformò in una strana nuvola candida e morbida; calore sembrava sprigionarsi da ogni punto della soffice sostanza bianca. Fin troppo calore... Con una mano tentò di spostare un lembo della nuvola che gli copriva la gamba, ma quando la toccò si accorse che non era così morbida come aveva pensato. La sua curiosità fece sì che il torpore del sonno svanisse per lasciare posto alla lucidità della veglia. Il sogno scomparve e la nuvola si dileguò con un rapido guizzo. Il giovane americano socchiuse gli occhi e subito si rese conto che sulla sua gamba non c'era un lembo di nuvola ma la gamba di Heero. Ecco cos'era quel calore! La temperatura corporea del compagno non era normale, secondo Duo era superiore alla media; se, come credeva lui, il dottor J lo aveva modificato geneticamente, allora aveva operato in qualche modo anche sulla sua temperatura! Del resto non era poi così normale che in pieno inverno con 5 gradi all'aperto una persona andasse in giro con una canottiera e solo un leggero giubbotto di jeans sopra. Questo era Heero, calor-man!

Duo sbadigliò e si rigirò sull'altro fianco per stare rivolto verso Heero; senza troppi complimenti si rannicchiò contro il suo petto avvolgendogli un braccio intorno alla vita. Solo allora si accorse che era giorno. Alzò il capo riaprendo gli occhi e vide una tenue luce rosata entrare dalla finestra sopra il letto. Stava albeggiando, ma la cosa davvero importante era che Heero fosse ancora lì con lui e che non lo avesse lasciato per tornare nella sua stanza come aveva fatto la notte precedente. Un ampio sorriso si disegnò sul suo volto e di nuovo tornò a raggomitolarsi tra le braccia dell'amico che dormiva ancora. Era raro che potesse svegliarsi con Heero al suo fianco; alla villa di Quatre avevano stanze separate e anche lì Heero preferiva che ognuno si risvegliasse nella propria camera onde evitare sospetti nei loro compagni. Quella notte invece era rimasto con lui e per Duo fu un gesto importantissimo, soprattutto dopo quel che si erano detti il giorno prima.

Strinse di più la presa intorno al compagno che di rimando si mosse un poco mormorando parole incomprensibili, anche lui stava abbandonando lentamente il mondo dei sogni. Duo sorrise malizioso pensando ad un modo per ricambiare il bel gesto di Heero. Il pilota giapponese sbadigliò ed aprì un poco gli occhi. Accidenti... mi sono addormentato, pensò e per fortuna non lo disse ad alta voce, si passò una mano sul viso e cercò di vedere la sveglia sul comodino. Erano le sei e quaranta, si sollevò di colpo sui gomiti preoccupato che fosse tardi e subito si chiese che fine avesse fatto Duo, quando capì che era scivolato sotto le coperte era già troppo tardi; spalancò gli occhi mentre ondate di piacere cominciavano ad attraversarlo da capo a piedi e subito si lasciò ricadere sul cuscino dimenticandosi dell'ora.

Erano le sette passate quando Heero riuscì finalmente ad uscire dalla stanza di Duo, era un miracolo che nessuno si fosse ancora alzato. "Questa me la paghi," sussurrò al compagno che ancora steso sul letto se la rideva. Si chiuse la porta alle spalle e quando si voltò s'irrigidì vedendo Wufei che usciva dalla sua stanza. Il cinese s'immobilizzò di colpo a sua volta e il suo viso divenne improvvisamente rosso; solo allora Heero si accorse che non era la sua camera quella da cui era uscito, ma era quella di Sally. Per un lungo istante si guardarono, sui loro volti imbarazzo e rabbia per essere stati colti sul fatto.

"Aveva il mio bagnoschiuma..." tentò di spiegare Heero indicando la stanza di Duo con un cenno del capo.

"E lei il mio... il mio... shampoo..."

Annuirono soddisfatti delle loro scuse ed ognuno se ne andò nella propria stanza incurante del fatto che né uno portava un bagnoschiuma né l'altro uno shampoo. Spero non sospetti niente. Pensarono all'unisono, troppo presi da ciò che avevano fatto loro per pensare a cosa aveva fatto l'altro.

*****

"Non affitti gli sci?" domandò Relena mentre, seduta su una panchina di legno, si infilava gli scarponi. Heero, immobile davanti al negozio dove gli altri stavano affittando l'attrezzatura, strinse un attimo gli occhi restando pensoso.

"Sai Relena... oggi non mi vanno gli sci... credo che affitterò lo snowboard." Sentì la ragazza emettere uno strano singhiozzo di stupore ma non le diede peso e subito entrò nel locale affiancandosi a Trowa. "Prendi gli sci?"

"Non lo so..." rispose il ragazzo da L3 e si volse un istante verso Duo. "Hai bisogno di altre lezioni?"

L'ex-pilota di Deathscythe, impegnato ad allacciarsi gli scarponi non fece in tempo a dire una parola poiché Heero poggiò una mano sulla spalla di Trowa per farlo di nuovo girare verso di sé e subito riprese a parlare. "Prendo anch'io lo snowboard, quindi se preferisci gli sci fai pure. Sto attento io che non si rompa qualcosa."

Trowa guardò prima Heero e poi Duo, che non poteva celare un sorriso, e subito dopo optò per gli sci.

Duo si alzò in piedi e con un colpetto al gomito attrasse l'attenzione di Heero. "Stai di nuovo dando troppe spiegazioni," sussurrò.

"E tu sorridi un po' troppo," brontolò Heero accigliandosi e l'amico scoppiò a ridere.

Dovettero necessariamente separarsi. Poiché Duo non era ancora abbastanza esperto, Heero decise di portarlo sulle piste azzurre (quelle più semplici), mentre tutti gli altri optarono per quelle un po' più difficili. Relena tentennò un poco, ma poi si lasciò convincere da Sally ad andare con lei sulle piste rosse dall'altra parte della montagna dalle quali si poteva godere di una vista stupenda. In fondo non avrebbe avuto senso restare con Duo e Heero e lei sarebbe andata troppo veloce rispetto a loro; certamente avrebbe finito con l'annoiarsi e temeva anche col rendersi un po' ridicola.

Trowa e Wufei invece optarono per delle piste nere davvero impensabili e Quatre li seguì anche se si accorse in breve che per lui era davvero troppo. Rischiò più volte capitomboli colossali e al quarto decise che quelle piste non facevano per lui. Trowa si offrì di seguirlo sulle piste un po' più semplici ma Quatre fece cenno di no scotendo il capo.

"Tu e Wufei state andando alla grande... e poi lo vedo dai tuoi occhi che non ti va di andare sulle rosse. Non preoccuparti per me, raggiungerò Sally e Relena e quando mi sarò scocciato mi troverai o sulle azzurre con Duo e Heero o su una sdraio fuori al bar."

Trowa gli sorrise e lasciò che Quatre lo baciasse sulla guancia prima di andare via.

*****

Heero osservò il compagno poco più giù rispetto a lui che ondeggiava sicuro sullo snowboard, dopo la terza discesa che facevano Duo sembrava aver acquisito una discreta abilità. Sorrise vedendolo girare di colpo verso destra e tentare un piccolo salto. Chiunque avesse saputo che aveva messo la tavola ai piedi per la prima volta solo il giorno prima sarebbe rimasto scioccato; ma Duo era un tipo speciale o non sarebbe mai potuto diventare un pilota di Gundam. Il dottor G doveva aver notato le sue notevoli capacità di apprendimento o certamente non lo avrebbe tenuto con sé e ancora meno gli avrebbe messo in mano una macchina potente e micidiale come Deathscythe. Duo, come anche gli altri quattro piloti, era un essere davvero fuori dal comune e la sua immediata abilità con lo snowboard non ne era che un'altra prova.

Arrivato a fondo pista il giovane americano frenò alzando un'onda di neve e la lunga treccia seguì sinuosa il movimento. Heero gli fu subito accanto e Duo gli elargì un ampio sorriso di soddisfazione, aveva il fiatone e goccioline di sudore gl'imperlavano la fronte.

"Sei stanco?" gli chiese Heero.

"Niente affatto! Ho appena cominciato a scaldarmi!"

"Mi sembra che vai già molto bene, le azzurre cominciano ad essere un po' poco per te, che ne dici di provare altro? Una rossa magari?" Duo sembrò scurirsi in volto e il suo sorriso svanì. "Cosa c'è? Hai paura?" domandò Heero non capendo il perché del suo improvviso cambio d'umore.

"Non ho paura... su quali rosse vuoi andare? Vuoi raggiungere Relena?"

Heero si accigliò a sua volta. "Non c'avevo neanche pensato! A quanto pare non sono io quello che non riesce a togliersela dalla mente!"

"S-Scusa..." balbettò Duo chinando il capo per l'imbarazzo. "E' che mi sembra iniziata troppo bene questa giornata, era tanto che non passavamo tutto questo tempo insieme e ho la sensazione che debba accadere qualcosa da un momento all'altro."

"Non essere sciocco! Cosa vuoi che accada?! Vuoi venire su una rossa o no?"

"Ok amico! Procedi, io ti seguo!" esclamò Duo riacquistando il suo sorriso e scacciando i cattivi pensieri dalla mente, non era il caso che rischiasse di rovinare la giornata con i suoi inutili attacchi di gelosia.

Sulla seggiovia Duo cominciò a sporgersi a destra e a manca, Heero lo osservò e non potè non ridere: il compagno si comportava esattamente come lui aveva immaginato un paio di giorni prima. Per fortuna in quel momento Wufei non stava sciando sotto di loro. Arrivarono molto in alto dove il vento soffiava più forte e gelido e il sole sembrava essere più vicino. L'aria era pungente e profumata e la neve più alta e morbida, meno battuta dagli sciatori. Duo osservò un po' la discesa e poi si sedette per allacciarsi bene entrambi i piedi alla tavola, ma non partì subito e rimase lì con le braccia poggiate sulle ginocchia a guardarsi intorno.

"Prendiamoci un attimo di pausa," disse poi mentre Heero gli sedeva accanto. L'ex-pilota di Wing cercò di seguire lo sguardo dell'amico per capire cosa stesse osservando ma si accorse che non c'era nulla di particolare davanti a loro. Duo stava semplicemente ammirando il paesaggio di montagne innevate, boschi e valli tutto intorno a loro. "E' meraviglioso," lo sentì sussurrare ed annuì più per dargli ragione che perché lo pensasse anche lui. Heero non aveva questo spirito romantico, l'avevano cresciuto come il soldato perfetto, tutto tattica e abilità, computer e missioni e non c'era stato il tempo di insegnargli anche ad essere sensibile. Era per questo forse che faceva tanta fatica ad interpretare le sue emozioni. E pensare che prima di morire Odin Lowe gli aveva detto di seguire sempre le sue emozioni! Peccato che non gli avesse anche detto come!

Quando Duo gli parlò di nuovo Heero abbandonò di colpo le sue fantasticherie. "Grazie..." gli aveva sussurrato l'amico e Heero si trovò a fissarlo senza capire.

"Grazie di cosa?"

"Grazie per aver dormito con me senza tornare in camera tua stanotte," Heero deglutì e preferì tacere la verità e cioè che si era addormentato prima di andarsene, lo sguardo di Duo era troppo bello per rovinarlo. "Grazie per aver lasciato Relena e grazie per essere qui con me..."

"Piantala Duo, non sopporto quando diventi sentimentale, mi metti in difficoltà."

Il giovane americano rise e diede un colpetto a Heero con la spalla. "Hai ragione! Però sentivo il bisogno di dirtelo... domani è Natale, credo che più quel giorno si avvicina più io divento strano... ti ho comprato un regalo, sai?"

"Niente di compromettente spero..."

Duo rise di nuovo e si lasciò cadere steso sulla neve incrociando le mani dietro la testa, il sole brillava alto nel cielo e solo qualche nuvola bianca si muoveva lenta in quel blu intenso. "Heero..."

"Mmh?"

"Dobbiamo aspettare fino alla conferenza anche per dirlo agli altri?"

Il pilota giapponese non rispose subito, si stese anche lui e prese a seguire le nuvole con lo sguardo. Come dirgli di tutti i dubbi che aveva? "Non lo so... vorrei evitere che dicessero qualcosa a Relena."

"A dire il vero credo che già abbiano abbondanti sospetti."

"Lo credo anch'io, oltretutto stamani Wufei mi ha beccato mentre uscivo dalla tua stanza."

"E non hai paura che possa dire qualcosa?!"

Heero scosse il capo, si tolse i guanti e prese a giocherellare con la treccia del compagno. "Non credo, anche perché io l'ho beccato mentre usciva dalla stanza di Sally!"

Duo si alzò di scatto su un gomito, gli occhi leggermente dilatati. "Davvero?!?!" chiese e quando l'altro gli fece cenno di sì lui si lasciò ricadere disteso scoppiando a ridere.

"Da come Trowa si è tirato indietro prima immagino che anche lui sospetti qualcosa, non pensi?"

"Già, e solitamente quello che sa Trowa lo sa anche Quatre," si affrettò a dire Duo onde evitare che Heero gli chiedesse cosa ne pensasse del loro compagno biondo, non avrebbe potuto mentirgli e non voleva rivelargli che Quatre sapeva tutto e di conseguenza anche Trowa e ora che erano certi che lo sapeva anche Wufei allora Sally non ne era certamente all'oscuro e se lo sapeva Sally... visto che le donne tra loro chiacchierano tanto...

Probabilmente Relena ne sapeva molto di più di quanto Heero sperasse. Duo si guardò bene dal dirglielo non volendo rovinare quella giornata.

"Be'... preferisco che abbiano solo sospetti, per ora almeno..."

Duo sorrise cercando di controllare una risata. A quanto pareva il soldato perfetto perdeva tutta la sua lucidità e capacità di ragionamento quando c'erano di mezzo i sentimenti! Forse non era poi così diverso dal resto degli esseri umani!

Passarono un bel po' di tempo lì stesi, chiacchierando e godendo l'uno della presenza dell'altro. Era in momenti come questi che diveniva terribilmente evidente quanto fossero affiatati. Heero, normalmente silenzioso e schivo, diventava tranquillo e rilassato accanto a Duo, capace di parlare per ore senza stancarsi e Duo, sempre allegro più per scelta che perché lo sentisse davvero, non aveva bisogno di tenere sempre su quella maschera di buonumore quando l'amico gli era vicino. Poteva essere triste o spaventato o preoccupato come si sentiva perché sapeva che l'altro lo capiva. Se solo Heero si fosse fermato in quei momenti, diventati ormai tanto normali, a pensare a cosa provava per Duo si sarebbe accorto subito che lo amava, semplicemente perché era Duo e che non aveva bisogno di lui solo perché si portava appresso un'abitudine nata durante la guerra, un'abitudine piacevole che gli aveva permesso di scaricare ansie e paure.

Se solo Heero avesse sentito quanto il suo cuore fosse felice e leggero mentre Duo, accanto a lui, gli parlava di qualsiasi cosa gesticolando in continuazione; se solo in quel momento si fosse alzato su un gomito e avesse guardato l'amico in quegli splendenti occhi viola pieni di vita allora avrebbe capito cos'era l'amore al di là della semplice attrazione fisica, avrebbe capito che quando diceva che Duo era tutto ciò che aveva le sue parole nascondevano un significato immensamente più profondo che lui stesso non riusciva a cogliere. Avrebbe capito semplicemente che lo amava.

Sfortunatamente niente di tutto questo accadde e loro trascorsero tre splendidi quarti d'ora a chiacchierare l'uno accanto all'altro. Ad interrompere quel momento fu Duo stesso, si alzò seduto toccandosi la schiena. "Sai una cosa, Heero? Credo di essere completamente ghiacciato e anche un po' fradicio!" affermò. "Che ne dici? Scendiamo da qui?" Heero annuì ed anche lui si accorse che la tuta da sci stava cominciando ad assorbire l'acqua della neve che si scioglieva sotto il suo calore.

La discesa fu più ostica di quel che Duo aveva pensato, fece un paio di bei capitomboli ma si divertì molto. Quella era stata certamente la più bella giornata che avessero trascorso da quando erano arrivati tra quelle montagne e quando tutti insieme andarono via perché si era fatto tardi e quel giorno era vigilia, loro salirono in macchina con un ampio sorriso, normale per Duo, inconsueto per Heero.

*****

Relena non poté fare a meno di notare il cambio di umore del ragazzo di cui si era tanto infatuata. Rispetto al giorno prima in cui era stato nervoso e abbacchiato per la maggior parte del tempo, quel 24 Dicembre Heero lo aveva trascorso a dir poco allegramente. Ovviamente non dipendeva da lei e quella situazione stava diventando insostenibile. Del resto se c'era qualcosa tra lui e Duo perché non dirlo come avevano fatto Quatre e Trowa, perché celarlo?! Ciò poteva significare o che non c'era un bel niente e loro erano solo buoni amici o che per uno dei due (o per entrambi) quella storia non fosse abbastanza importante da essere resa nota. Relena avrebbe giurato che se uno dei due non voleva far sapere nulla quello era certamente Heero. E così tornava al punto di partenza: perché?

La sua mente cominciò ad elaborare mille congetture e la più ovvia fu quella che le diceva che se davvero era nato qualcosa tra quei due durante la guerra allora doveva essere stato solo per necessità e che ora si portavano dietro solo gli strascichi di un'abitudine. In quel caso Heero aveva bisogno di una spinta che gli facesse capire di star commettendo un errore. E se non era così allora Relena voleva che la situazione tra lei ed Heero si sbloccasse e che cominciasse finalmente qualcosa perché lei era davvero stanca di aspettare.

Non avrebbe più voluto trascorre una giornata come quella in cui non solo non aveva passato un attimo con il giovane giapponese, ma il ragazzo aveva trascorso tutto il tempo con quell'inopportuno rompiscatole che era Duo, alimentando in lei mille dubbi. Era arrivato il momento di sapere la verità, buona o cattiva che fosse perché per lei stava diventando una vera tortura.

Quando sentì la porta della camera di Heero aprirsi uscì subito dalla sua stanza; Heero si stupì di vederla lì e invece di andare verso la camera di Duo per vedere se aveva finito di cambiarsi, prese a scendere le scale. Relena gli fu subito affianco e dolcemente lo prese sotto braccio entrando con lui in salotto.

"Per la cena ci vorrà ancora un po'... è la vigilia e credo che la cuoca abbia preparato qualcosa di speciale."

"Hn..." fu la semplice risposta di Heero, si accostò alla vetrata mentre la ragazza lasciava il suo braccio.

"Averti qui è davvero importante per me, Heero..." disse infine Relena guardando il fuoco che scoppiettava nel camino, sentì il cuore batterle più forte per ciò che aveva intenzione di fare, per aver finalmente deciso di affrontare il ragazzo di cui era disperatamente innamorata da anni ormai. Sospirò e si voltò di nuovo verso l'ex-pilota di Gundam. Heero sembrava indeciso e confuso e restava accanto alla vetrata senza né dire né fare nulla. Chinò un po' il capo nel tentativo di evitare gli occhi azzurri di Relena, ma quando lei ripeté il suo nome non poté fare a meno di alzare di nuovo il viso. "Heero... averti vicino mi dà sicurezza, tutto ciò che tu hai fatto, tutto ciò che hai affrontato e che ancora fai come membro dei Preventers... la tua forza rende più forte anche me."

"Non ho fatto granché Relena, niente di più di tutti gli altri piloti di Gundam."

"Ma tu sei diverso da loro, tu sei speciale... per me soprattutto." Terminò la frase abbassando il tono della voce e le ultime parole furono un sussurro mentre lei avanzava lentamente nella stanza. Heero sentì la situazione divenire più pesante, era come se fosse pronto ad essere preso in una rete e certamente non poteva permetterlo, non poteva lasciare che Relena continuasse a parlargli così perché altrimenti lui avrebbe dovuto allontanarla e spiegarle come stavano le cose e non voleva spezzarle il cuore.

"Relena..." sospirò, ma la ragazza, ormai di fronte a lui, gli sfiorò le labbra con le dita.

"Ho molte cose da dirti Heero, ma se tu non mi lascerai parlare credo che non ne avrò mai il coraggio."

Heero sentì il cuore affondargli nel petto e dolcemente le prese la mano per allontanarla dalle sue labbra; chinò il viso cercando di trovare le parole adatte.

Duo saltò gli  ultimi tre scalini delle scale e sorridente si guardò intorno ma la sala da pranzo era vuota ed il suo sorriso si trasformò in un'espressione confusa ed un po' delusa. "Ma stasera non si mangia?" pensò ad alta voce, affondò le mani nelle tasche dei pantaloni neri e sbadigliò sentendosi stanco per la lunga giornata. Con il dorso della mano si strofinò gli occhi e solo dopo sentì delle voci provenire dal salotto. "Ah! Ma allora c'è qualcuno..." disse tra sé e sé e si avvicinò alla porta a vetri, si arrestò di colpo quando riconobbe le voci di Relena ed Heero, si sporse leggermente e vide Relena sfiorare le labbra di Heero con le dita. Il cuore gli saltò un battito ed anche se sapeva che non era giusto si accostò di più alla porta per cercare di sentire cosa si stessero dicendo. Ma perché Relena doveva sempre ronzargli intorno? Perché Heero non metteva in chiaro la loro relazione una volta per tutte?!

"Ho davvero bisogno di te Heero, da sola non ce la farò mai ad affrontare tutto ciò che mi aspetta."

"Non temere, noi piloti di Gundam ti resteremo accanto, avrai tutto il nostro aiuto!"

"Oh Heero... perché non capisci? Non è degli altri che ho bisogno, non nel modo in cui intendo io almeno! Con te accanto mi sento forte, potrei affrontare qualsiasi cosa con te vicino. Anche la conferenza per la pace! Il mio ruolo di Primo Ministro degli Affari Esteri è messo in discussione e..."

"Verrai certamente rieletta, Relena. Questa conferenza non farà altro che mostrare gli ottimi risultati a cui sei riuscita ad arrivare nell'ultimo anno."

"Ho bisogno di questa tua fiducia, Heero... non lasciarmi sola!"

Heero tremò lievemente, non era certo questo che avrebbe voluto, sperava che una volta che Relena si fosse buttata in politica per diffondere il suo pacifismo, staccarsi da lei sarebbe stato semplice e poco traumatico e invece non era stato così e nell'ultimo anno sembrava che i sentimenti di lei nei sui confronti fossero divenuti più intensi. Aveva sperato che la ragazza sarebbe stata troppo impegnata per pensare ancora a lui e presto la sua infatuazione sarebbe semplicemente scivolata via. Ma ora Relena voleva addirittura che Heero le restasse accanto e in un modo che il giovane poteva immaginare ma che certamente non desiderava.

"Relena... tu sei molto più forte di quel che credi e non hai bisogno di me, io sono solo un soldato, che aiuto potrei mai darti?"

"Tu sei fondamentale per questa nuova epoca perché è grazie a te che essa è iniziata! Tu hai combattuto per la pace, ora è giusto che continui il lavoro che hai cominciato!"

"E' quello che sto facendo anche se a modo mio, anche se come Preventers. E poi comunque non ho fatto tutto da solo, gli altri quattro hanno anche più meriti di me... quello che importa è che ora tocca a te, come politico..."

Relena corrugò le sopracciglia e un sguardo di tristezza e delusione si disegnò sul suo bel viso." Cosa vuoi dire, Heero? Non puoi restarmi accanto?"

Complimenti principessa dei miei stivali, ci sei arrivata! Pensò Duo, felice della piega che il discorso tra il suo amante e la ragazza stava prendendo. Sorrise e si sporse leggermente in avanti non volendo perdere una sola parola.

"Non è quello che ho detto... io e tutti gli altri ti resteremo vicini, non sarai sola."

"Non m'importa degli altri!!" esclamò Relena stringendo i pugni, aveva la sensazione di camminare su un tapirullà e indipendentemente da quanto si affaticasse era sempre ferma nello stesso punto. "Io voglio te! Ho bisogno di te! Ti amo, Heero!" Si gettò tra le sue braccia cingendogli la vita e stringendolo a sé. Heero ebbe l'istinto di tirarsi indietro ma non lo fece, non poteva ferirla così; non avrebbe mai voluto che la ragazza gli rivelasse i suoi sentimenti, il loro distacco così sarebbe stato più facile, ma oramai si rendeva conto che non c'era modo di evitarlo e che prima o poi avrebbe dovuto affrontare quella situazione. Relena non avrebbe mai lasciato nulla d'intentato e i sentimenti che aveva per lui erano sinceri, per questo gli era così difficile allontanarla e basta; non l'amava, ma certamente le voleva bene! Il momento che tanto aveva cercato di evitare alla fine era arrivato e proprio alla vigilia di Natale. Heero sospirò profondamente stringendo le braccia intorno alle spalle della ragazza, ma come avrebbe potuto allontanarla e dirle che non l'amava proprio nella vigilia di Natale?

Ok, Heero... puoi lasciarla ora... brontolò Duo in mente non troppo felice della scena che si apriva davanti ai suoi occhi. Questo è il momento buono... perché non le spieghi come stanno le cose? Del resto non c'è altro che tu possa fare ormai. Dì la verità Heero e togliamoci questa palla al piede... sono stanco di nascondermi!

Heero sentì Relena rilassarsi tra le sue braccia e questo lo fece tornare di colpo alla realtà; dolcemente le poggiò le mani sulle spalle e la tirò indietro. "Mi dispiace ma io non posso darti quel che mi chiedi."

SI!!

Relena spalancò gli occhi in un'espressione di disperazione e dolore. "Perché no? Perché continui ad allontanarmi? Perché tutto quello che faccio non è mai abbastanza?!"

"Non è colpa tua Relena... è solo che... che non posso."

"Ma perché?! Mi sembra che stiamo bene insieme e lo so di non esserti indifferente o ieri non mi avresti baciato!"

Cosa?! Duo provò un brivido su per la schiena e sentì le mani divenirgli improvvisamente gelide, si sporse un po' di più in avanti poggiandosi alla porta per non cadere. Relena notò l'inaspettato movimento e vide la treccia di Duo ondeggiare mentre lui tornava a nascondersi dietro il muro. Provò una rabbia indescrivibile per quel ragazzino di strada, non sopportava che tra lui e il suo Heero potesse esserci realmente qualcosa, non poteva credere che Heero preferisse quell'essere insignificante a lei! Un'ondata di sangue caldo le invase la testa e lei provò il desiderio di cancellarlo dalla faccia della terra. No! Heero non poteva essere innamorato di Duo!

"Perché hai ricambiato il bacio, Heero? Vorresti dirmi che non provi niente per me?"

"Certo che provo qualcosa per te, ma non è quello che credi tu, ti voglio bene Relena e ti ammiro molto per quel che stai facendo, ma..."

"Ma non mi ami..." sussurrò lei quasi sotto voce, quella conclusione era stata fin troppo dolorosa e non voleva che anche Duo potesse sentirla, non voleva che avesse una soddisfazione simile. Heero annuì lievemente e Relena sentì il cuore spezzarsi. "Sei innamorato di un'altra?" chiese poi alzando di nuovo la voce. Il ragazzo di fronte a sé tentennò e si morse le labbra.

"N-No Relena..."

"Sii sincero con me, ti prego, dimmi la verità, capirò. C'è qualcun'altro nella tua vita di cui sei innamorato?"

Rispondile! A questo punto non ha più senso aspettare la conferenza di pace! Heero, non puoi continuare a nascondermi... hai promesso di non trattarmi più come una nullità! Dimostrami che non ho sbagliato a fidarmi di te... ti prego... non tradirmi...

Heero chinò il capo indeciso, avrebbe potuto dire la verità, ma non sapeva bene neppure lui quale fosse. Sì, c'era qualcun'altro nella sua vita, c'era Duo... ma ne era innamorato? Pensare al ragazzo gli provocava sempre un fremito al cuore ma quella certamente non era una cosa che voleva discutere con Relena. La cosa migliore in quel momento era cercare di allontanare la giovane principessa senza farla soffrire troppo, poi avrebbe pensato anche a Duo.

"Non c'è nessun altro Relena."

"Non ami nessuno?"

Heero...

"No, nessuno."

"Giuralo."

...non farmi questo.

"Te lo giuro."

Duo si voltò di scatto premendo le spalle contro il muro e distogliendo lo sguardo dai due nel salotto. Provò un forte dolore nel petto e fu come se qualcuno gli avesse afferrato il cuore e glielo avesse stritolato; un freddo improvviso si diramò dall'interno sino alle punta delle dita. Con mano tremante si strofinò il collo quasi facesse fatica a respirare.

Relena, invece, provò, seppur minima, una lieve soddisfazione. Duo non era niente per Heero e presto o tardi quel ragazzino sarebbe semplicemente sparito. "Aspetterò Heero, aspetterò che il tuo affetto si trasformi in amore, perché non si può vivere senza amare e sono certa che prima o poi ti renderai conto che per te sono molto di più di un'amica. Non ho fretta..."

"Relena..." balbettò Heero, non era questo che avrebbe voluto, ma perché ogni cosa andava nel verso contrario a quello che aveva sperato? La ragazza si sporse in avanti alzandosi un poco sulle punte e gli sfiorò le labbra con le sue per farlo tacere.

"Un ultimo bacio, ti prego." gli mormorò tenendo la voce bassa, dentro di sé non poteva dimenticarsi che Duo era a pochi passi da loro e c'erano cose che non voleva che sentisse. Premette le labbra morbide contro quelle di Heero e lo baciò con passione. Heero restò rigido per un istante ma poi ricambiò il bacio sperando che da quel momento in poi tutto sarebbe stato più facile, in fondo lui le cose in chiaro con Relena le aveva messe, le aveva detto di non amarla, no?

Duo colpito dall'improvviso silenzio si voltò di nuovo sporgendosi dalla parete per vedere attraverso la porta di vetro. Il suo cuore batteva ancora forte nel petto, la delusione ancora grande e dolorosa. Ciò che vide però fu come il colpo di grazia, come poteva Heero fargli una cosa simile? Per Duo fu come sbattere il muso contro quel muro che si chiama realtà, era evidente che Heero non ricambiasse i suoi sentimenti o non si sarebbe comportato così, perché Duo non avrebbe mai fatto nulla del genere! Era ovvio che fino ad ora si fosse nascosto dietro la falsa speranza che Heero avesse solo delle difficoltà ad esprimere i suoi sentimenti, la verità era che Heero non lo amava, punto e basta.

Girò di nuovo le spalle alla porta del salotto e s'infilò le mani nelle tasche; avrebbe voluto un posto dove fuggire, dove lasciarsi dietro tutto questo ma non esisteva alcun luogo simile perché non avrebbe mai potuto scappare dal dolore che aveva nel cuore. Si accostò lentamente alla porta di casa sentendo che le voci nel salotto avevano ripreso a parlare. Non si voltò, non gl'importava quel che avrebbero potuto dirsi o fare; aprì la porta e un vento gelido gl'investì il viso facendogli di colpo ondeggiare la lunga treccia castana all'indietro. Dovevano esserci almeno tredici gradi sotto lo zero e il sole era tramontato da un pezzo, il cortile innevato era illuminato da una serie di lampade lungo il vialetto e in cima alla casa, e da piccole luci colorate che il marito della cuoca aveva appeso lungo tutta la ringhiera di legno. Duo si chiuse la porta alle spalle e avanzò scendendo gli scalini del portico.

La neve scendeva soffice, un vento freddo si era alzato e gli alberi ondeggiavano illuminati dalla luna piena che faceva capolino tra le spesse nuvole, era un paesaggio quasi spettrale. Il vialetto si stava lentamente coprendo di neve mentre sul prato ce n'erano già 25 centimetri abbondanti. Duo lasciò la neve cadergli sulla testa e il vento scompigliargli capelli e vestiti; il freddo era sempre più intenso, quasi insopportabile, ma il ragazzo non se ne preoccupò, il gelo che aveva intorno a sé era niente rispetto a quello che aveva dentro. Quando mosse il primo passo al di fuori del vialetto il suo piede sprofondò nella neve fino quasi alle ginocchia e lui continuò a camminare nel prato incurante del freddo, delle scarpe bagnate, della neve sui capelli. Tutto ciò che riusciva a sentire era il dolore che aveva nel cuore, il forte senso di abbandono che lo aveva seguito per tutta la vita: i suoi genitori prima, Solo poi e ancora Sorella Helen e Padre Maxwell e le colonie durante la guerra e Heero adesso. Tutto insieme stava diventando un carico troppo grande per la sua giovane vita, non si era mai sentito così solo ed indifeso. Tristezza, rabbia, delusione, solitudine fu ciò di cui il suo cuore si riempì in pochi istanti. "Bastardo..." mormorò tra i denti serrati, chiuse gli occhi e con un singhiozzo scoppiò in lacrime. Presto i tremiti del pianto si mischiarono a quelli del freddo e lui si strinse le braccia intorno alla vita nel tentativo di calmarsi e scaldarsi. La rabbia divenne ancora più forte quando si rese conto che aveva aspettato tanto quella vigilia di Natale convinto che finalmente sarebbe tornata ad essere il giorno più bello dell'anno come quando stava con Sorella Helen e Padre Maxwell e che invece si era trasformato in uno dei peggiori della sua vita, un giorno in cui le poche illusioni che aveva avevano finito di frantumarsi. Strinse forte i pugni e, cadendo in ginocchio, li affondò con forza nella neve emettendo un urlo di disperazione, consapevole del fatto che con quella neve e quel vento non l'avrebbe sentito nessuno.

*****

Wufei controllò l'orologio che aveva al polso, era quasi ora di cena e lui era pronto per scendere; si guardò allo specchio un'ultima volta e poi chiuse gli occhi. "Buon Natale Nataku," sussurrò sottovoce e finalmente uscì dalla stanza. In quello stesso momento Sally si chiudeva la porta della camera alle spalle. Si guardarono per un istante, Sally era più grande di lui sia in età che in altezza; era una donna mentre Wufei era ancora un ragazzo, ma la guerra li aveva uniti in un modo tale che non riuscivano a sentire quella differenza tra loro. Wufei, per ciò che aveva passato, era molto più maturo di qualsiasi ragazzo della sua età, come, del resto, tutti gli altri piloti dei Gundam. "Stai molto bene..." balbettò il giovane cinese e Sally si guardò il vestito verde arrossendo un poco.

"Oh... grazie, anche tu stai bene."

Wufei sorrise e le si avvicinò di un passo con l'intenzione di baciarla, certo ora doveva essere lui ad alzarsi sulle punte, ma presto sarebbe diventato più alto di lei. Le sfiorò le labbra con le sue ma in quel momento sentì la porta di una camera aprirsi e d'istinto si tirò indietro. Trowa e Quatre uscirono dalla loro stanza al di là del mini salotto.

"A quanto pare siamo quasi tutti pronti!" commentò Sally.

"Relena dovrebbe essere già giù, l'ho sentita uscire dalla sua stanza almeno una mezz'ora fa," disse Wufei incamminandosi verso le scale. "Sarà il caso che scendiamo anche noi."

Gli altri annuirono e tutti insieme s'incamminarono verso il piano sottostante.

*****

Relena si tirò lentamente indietro lasciando le labbra di Heero, si guardarono negli occhi e il ragazzo lesse in quelli di lei una speranza che non poteva concederle. "Mi dispiace..." le sussurrò e lei sorrise tristemente chinando il viso.

"Aspetterò."

"Non è giusto per te..."

"Sono certa che cambierai idea Heero."

"Relena ti prego... non ti dico bugie quando ti dico che ti voglio bene, ma non mento neppure quando ti dico che non ti amo; sarò vicino a te insieme a tutti gli altri, è il massimo che posso darti e non voglio che tu perda tempo ad aspettare qualcosa che non..."

"Non dirlo... non potrei sopportarlo... non si può restare soli tutta la vita Heero e tu sei appena uscito da un periodo terribile. Posso capirlo, ma non dire che una cosa non si avvererà mai, perché non puoi saperlo," gli sorrise con dolcezza e gli sfiorò la guancia con le dita affusolate. Heero sospirò chiudendo gli occhi, sapeva di aver fatto male a non dirle come stavano realmente le cose, se Relena avesse saputo che lui non era solo forse si sarebbe resa conto che non doveva aspettarlo, avrebbe sofferto di più, ma almeno non avrebbe coltivato queste illusioni. Riaprì gli occhi incontrando ancora quelli tristi di lei. Dopo la conferenza... si disse, le sorrise lievemente e Relena lo prese sottobraccio incamminandosi verso la sala da pranzo.

Oltrepassarono la grande porta di vetro e Relena si guardò intorno, Duo non era più lì, anche lui aveva le sue ferite da leccare, ciò la fece sorridere nonostante la delusione appena ricevuta. Sentirono delle voci e riconobbero la cuoca Cecil e suo marito uscire dalla porta che conduceva alla cantina.

"Te lo avevo detto che ce n'erano tre confezioni nel frigorifero in basso a sinistra!" rimproverò la donna agitando nella mano destra due confezioni di panna da montare. Si voltò e riconobbe la principessa. "Buona sera signorina, la cena sarà pronta tra mezz'ora, Pargan sarà qui tra breve, è andato a cercare il centrotavola su in soffitta."

"Non c'è fretta Cecil," rispose Relena, sentì dei rumori dal piano di sopra e sia lei che Heero si voltarono verso le scale. Il ragazzo si allontanò subito da Relena per paura che stesse scendendo Duo e che potesse vederli. Invece scesero Wufei, Sally, Trowa e Quatre.

"Fuori non vuole smettere di nevicare," disse Wufei giunto ai piedi delle scale. "Se continua così domani dovremo spalare la neve dal viale se vorremo andare via."

"Domani è Natale, potremmo anche restare qui," suggerì Sally.

"Veramente io avevo pensato di andare in un paese qui vicino," disse Relena tornando verso il salotto, gli altri la seguirono e lei si accomodò sul divano con Sally. "E' un posto molto carino e tipico del luogo, per Natale organizzano sempre feste e canti e c'è uno splendido lago su cui in questo periodo si può pattinare."

"Allora domani spaleremo neve," convenne Trowa accomodandosi su una delle poltrone, l'altra invece fu occupata da Wufei mentre Quatre si appoggiava di schiena al camino, era Arabo ed era abituato a temperature ben più calde. Piegò le mani dietro la schiena affinché si riscaldassero ed emise un sospiro di soddisfazione. Heero si guardò un attimo intorno ma l'unico posto libero rimasto era sul divano accanto a Relena e non era certo una buona idea, accanto a Quatre sarebbe stato anche peggio visto che lui, al contrario dell'amico biondo, sopportava bene le temperature fredde ma non quelle calde. Così piegò le braccia al petto e rimase in piedi accanto all'abete guardando fuori dalla grande vetrata che dava sul retro della casa. Il panorama era a dir poco suggestivo. La neve scendeva ancora e sempre più forte, il vento soffiava implacabile e in lontananza il bosco di pini ed abeti ondeggiava all'unisono immerso nella luce argentea della luna. Una notte da lupi con un fascino incredibile.

"Resteremo a cena e la sera fanno un concerto nella piazza, tempo permettendo ovviamente, in caso contrario nel piccolo teatro del paese. Quatre hai freddo? Vuoi che faccia alzare i riscaldamenti?"

"N-No, grazie Relena, qui accanto al fuoco sto benissimo."

"Non credo tu sia abituato a temperature simili."

"Eh no... sinceramente no..."

"Fuori deve fare un freddo cane," commentò Wufei girandosi su sé stesso per sporgersi al di là dello schienale della poltrona e poter così guardare verso la vetrata accanto alla quale stava Heero. Le luci della stanza però si riflettevano contro il vetro rendendo quasi impossibile vedere fuori. "Ehi Yuy, nevica ancora?"

"Sì e più forte pure."

"E' la notte adatta per raccontarsi storie di terrore," disse Sally con un sorriso.

Trowa scosse il capo ruotando gli occhi verso l'alto. "No, ti prego... l'ha voluto fare Duo qualche mese fa, a fine Ottobre se non sbaglio."

"Non sbagli," continuò Wufei. "Secondo lui era una festa nazionale del paese di origine della sua colonia, la notte del 31 Ottobre."

"Halloween," disse Heero distrattamente, continuando a guardare fuori dalla finestra. "La vigilia della festa di tutti i Santi o qualcosa del genere. Detta anche la Notte delle Streghe, è una specie di carnevale dell'orrore e si usa raccontarsi storie di paura al buio con una sola candela accesa. Tutto questo dovrebbe servire ad affrontare i demoni e le paure e a scacciarli." Si girò per vedere in viso i suoi compagni. "Duo dice cha quando era piccolo era l'unica festa che lui e gli altri bambini onoravano sempre, del resto non costava niente..."

"Non faccio fatica a crederlo, era un orfano in fondo, non avrebbe potuto permettersi altro," commentò Relena e dal suo tono di voce nessuno riuscì a capire se lo disse semplicemente per fare un commento o se celava dell'ironia.

"Non credo che nessuno di noi possa capire quello che ha passato, Relena. Essere orfani non è affatto facile, soprattutto su una colonia come L2, " ribatté Heero, la fronte corrugata, l'espressione un po' indurita, non aveva considerato le parole della ragazza come un semplice commento. Aveva la sensazione che reputasse Duo tremendamente inferiore a lei e questo gli dava profondamente fastidio.

Relena ricambiò lo sguardo stringendosi nelle spalle. "Sai molte cose sulla sua vita, credevo che Duo non ne parlasse volentieri."

Heero strinse gli occhi riducendoli a due fessure. "Durante la guerra si parla di tante cose, tutto serve ad allontanare momenti di sconforto e paura." Gli altri tre piloti si voltarono sorpresi verso Heero, era stata una rivelazione incredibile da parte di una persona sempre così restia a parlare.

"Non so se Duo sarebbe contento di sapere che era la tua valvola di sfogo per liberarti dalle tue paure."

"Lo stesso ero io per lui."

"E ora che la guerra è finita?" Heero la fissò con aria severa ed ebbe la sensazione che la ragazza non fosse poi così all'oscuro di quello che c'era tra lui e Duo. Forse Relena aveva dei sospetti e senza dubbio sapeva essere sin troppo diretta quando voleva sapere qualcosa. Inoltre il suo rifiuto doveva averla offesa e peggio sarebbe stato sapere che l'aveva rifiutata per Duo. L'ex-pilota di Wing rimase in silenzio riflettendo sulla domanda della principessa: e ora che la guerra era finita? In realtà non sapeva cosa rispondere né a Relena né a se stesso.

"Cosa vuoi sapere, Relena? La guerra ha unito molto noi piloti dei Gundam. Siamo amici, ci sono stati momenti in cui eravamo le uniche persone su cui potessimo contare e di cui potessimo fidarci, non è così?" chiese rivolgendosi agli altri tre. Sia Trowa che Wufei annuirono.

"Siamo stati la salvezza gli uni degli altri in molte occasioni e non solo dalla morte, ma anche dalla pazzia," commentò Quatre il suo sguardo rimase triste e pensieroso per un attimo, poi sollevò il capo e sorrise dolcemente. "Ma ora è tutto finito per fortuna!"

"Vedi Relena..." disse Sally intenzionata a non abbandonare ancora quel discorso. "La guerra ha l'effetto di distruggere, ma anche quello di unire molto le persone, siamo esseri umani e soli moriremmo, abbiamo bisogno gli uni degli altri."

"Anche io ho vissuto questa guerra."

"Non fraintendermi, non volevo dire che tu non l'hai vissuta, ma fortunatamente non hai partecipato alle battaglie e ai massacri che ci sono stati. E' qualcosa che ti cambia e ti logora dentro, ogni volta che vedi qualcuno morire o che uccidi è come se una parte di te venisse spazzata via."

"Scusa Sally, ma non capisco dove tu stia cercando di arrivare."

"Hai detto che Duo non sarebbe contento di sapere che era la valvola di sfogo di Heero... be', non credo proprio... in guerra una persona così accanto è tutto ciò di cui si ha bisogno, ti aiuta a non lasciarti andare, a superare i momenti peggiori, ti tiene in vita."

"E quando tutto sembra perduto è ciò per cui combatti," sussurrò Trowa incrociando le mani davanti al viso, non guardò nessuno in particolare ma era ovvio che si riferisse a Quatre; il giovane biondo sorrise e, staccandosi dal camino, si andò a sedere sul bracciolo della poltrona accanto al suo compagno.

"Ora capisco... ma mi chiedo se non sia solo una questione di necessità." Le parole di Relena, così semplici e apparentemente innocue, ebbero il potere di scuotere Heero nell'animo perché erano esattamente quelle che si ripeteva in mente lui da qualche mese a questa parte. Cosa lo teneva legato a Duo: amore, o semplice affetto di amicizia unito all'abitudine di un legame più intimo che avevano acquistato in guerra? Era stata solo necessità?

"Necessità?" chiese Wufei confuso, facendo eco ai pensieri di Heero. "Che vuoi dire? L'affetto non è solo necessità e comunque non importa come si raggiunge un certo legame, una volta che c'è resta per sempre. Non smetterò di sentirmi legato ai miei compagni solo perché la guerra è finita. Li considero amici al di là di tutto ormai."

"Wufei ha ragione, Relena." continuò Trowa. "La necessità può averci spinto gli uni verso gli altri ma quello che è nato in seguito non può certo morire insieme alla guerra."

"Sì, sono d'accordo con voi, mi chiedevo solo se la necessità della guerra non portasse ad esaltare troppo legami che altrimenti non sarebbero mai nati."

"Che vuoi dire?" domandò Heero sospettoso.

"Be' ecco..." Relena tentennò un poco e poi leggermente imbarazzata si volse verso Quatre e Trowa. "Non prendete le mie parole come un'offesa, vi prego... ma non avete mai pensato che il legame tra voi è qualcosa di cui avevate bisogno durante la guerra ma che ora è solo un'abitudine?"

"Dici questo perché siamo due ragazzi?" chiese Trowa, Heero invece si avvicinò di un passo incuriosito dalla questione e soprattutto temendo che Relena avesse tirato fuori l'esempio di Quatre e Trowa solo per parlare indirettamente di lui e Duo.

"Ehm... sì... premetto che non ho assolutamente nulla contro la vostra relazione, ma dal mio punto di vista è un po' strano..."

"Penseresti lo stesso se fossimo un ragazzo e una ragazza?"

"Sinceramente no Quatre," ammise Relena con un leggero sorriso.

"Quello che hai detto è un dubbio che abbiamo avuto anche noi, credo che sia normale e sono certo che l'avremmo avuto anche se fossimo stati del sesso opposto. Non c'è dubbio che situazioni estreme come una guerra possano alterare la capacità di giudizio, ma..." Quatre tentennò un istante voltandosi verso Trowa. "L'idea di separarci era troppo dolorosa, per quel che mi riguarda posso dirti per certo che non era un'abitudine. Non importa se è un legame nato in un momento particolare come la guerra, l'amore è amore indipendentemente da quando nasce e tra chi nasce." Trowa sollevò il capo verso il compagno, non aggiunse nulla ma gli sorrise dolcemente ed era ovvio che la pensasse come lui.

Heero, pensieroso e confuso, lasciò che ciò che Quatre aveva detto gli fluisse lentamente dentro per poterci riflettere. Quatre era molto capace con le parole, molto più di tutti gli altri, e aveva espresso in modo semplice problemi che avevano lungamente attanagliato anche Heero. Era normale avere tutti quei dubbi? Allora lui non era un caso eccezionale, allora forse non doveva esserne così spaventato. Quatre e Trowa erano riusciti ad uscire dalle loro paure, le avevano superate e capito ciò che volevano veramente. Trowa non era il tipo che sapesse comprendere bene i suoi sentimenti, ma Quatre era una persona sin troppo sentimentale e certamente era arrivato alla soluzione prima del compagno. E poi? "Come..." balbettò alzando gli occhi verso i due ragazzi ma guardando in particolare l'ex-pilota di Heavyarms. "Come avete capito che era amore?"

"E' qualcosa che senti dentro," rispose Quatre.

Heero scosse un po' il capo e tornò a guardare Trowa. "In che senso lo senti dentro? Come puoi dire se è amore se non hai mai amato in vita tua?"

"Che significa, Heero?" domandò Relena stupita. "Non hai mica bisogno di aver già amato per sapere se ami, c'è sempre una prima volta. L'amore è un insieme di sentimenti, sensazioni, desiderio e passione." Lo guardò confusa e si chiese perché Heero avesse fatto una domanda simile, non sapeva se era innamorato? Se così fosse sperò che i suoi dubbi fossero su di lei e non su Duo e che se fossero stati su Duo allora capisse in fretta che non era amore.

"Si ama in tanti modi diversi, Heero," continuò Quatre. "Ogni tipo di amore è accomunato dal desiderio di non perdere l'altra persona, dal piacere che si ha nell'averla accanto e non mi riferisco al solo piacere fisico ovviamente. E' sicurezza, calore... felicità e un forte senso di pace."

Heero chinò di nuovo il capo, un'espressione d'incertezza ancora sul volto. Trowa lo scrutò attentamente, di certo l'amico stava attraversando quel periodo di confusione che lui stesso aveva vissuto qualche mese prima, ed era piuttosto evidente che fosse Duo il suo problema. "E' molto più semplice di quel che credi Heero," disse poi piegandosi in avanti sulla poltrona. "Invece di porsi tante domande e cercare tanti piccoli indizzi che potrebbero essere travisati, uno dovrebbe semplicemente fermarsi ed ascoltare il proprio cuore."

"Ascoltare il cuore?"

"Certo, non ci si può fidare della testa quando si tratta di amore perché si userebbe troppa razionalità che con l'amore non ha proprio nulla a che vedere. Bisogna fidarsi del cuore, capire i suoi segnali quando l'altra persona è vicina, sentire dove i sentimenti vogliono portare. E, infine, se senti che non puoi fare a meno di quella persona allora è amore."

"I segnali del cuore..." mormorò Heero tra sé e sé.

Wufei sorrise fissando la fiamma scoppiettante nel camino. "Sì, Heero... i segnali del cuore, quel fremito che non puoi controllare, quelle palpitazioni veloci che sembrano farti divenire le ginocchia molle e la testa leggera..." abbassò un attimo il viso e ruotò gli occhi verso Sally, per la prima volta in vita sua era arrossito e per la prima volta aveva esposto tanto i suoi sentimenti anche se in modo indiretto. Sally gli sorrise dolcemente e provò quelle stesse sensazioni che il giovane cinese aveva appena descritto.

Heero si morse le labbra e tacque prigioniero dei suoi pensieri. Relena invece si accigliò temendo che quel discorso stesse prendendo la piega sbagliata. "Però! Siamo partiti a parlare di Halloween e guardate su che discussione siamo arrivati!" rise e si poggiò allo schienale del divano per stare più comoda. "Ebbene, vogliamo raccontarci storie di terrore?"

"Allora dobbiamo aspettare Duo, lui è bravissimo!" esclamò Quatre divertito.

"Già, anche se temo che molte siano storie vere di L2." Il commento di Trowa lasciò tutti silenziosi per un attimo.

A rompere l'improvviso silenzio fu Quatre, si guardò intorno e corrugò la fronte in un'espressione di confusione. "Ma dov'è Duo? Quando si avvicina l'ora di cena di solito è sempre il primo a scendere."

"Sarà particolarmente stanco," ipotizzò Sally. "Oggi è andato sullo snowboard per tutta la giornata!"

"Allora forse si è addormentato, vado a chiamarlo." L'ex-pilota di Sandrock si alzò dal bracciolo della poltrona ed uscì dal salotto incamminandosi poi su per le scale. Heero lo seguì un attimo con lo sguardo chiedendosi se non sarebbe stato meglio che andasse lui. Certo che sarebbe stato meglio! Doveva solo rendere ufficiale ciò che c'era tra sé e Duo. Sospirò tornando a pensare alle parole di Trowa e a quelle di Wufei.

*****

Il giovane pilota biondo attraversò il mini salotto del piano superiore e, giunto di fronte alla porta della camera di Duo, bussò. Attese ma non ricevette alcuna risposta, riprovò chiamando l'americano. Di nuovo dalla stanza non arrivò altro che silenzio. Allora abbassò la maniglia ed entrò cercando di fare il meno rumore possibile. "Duo," sussurrò tenendo la voce bassa per paura che l'amico stesse dormendo, non voleva svegliarlo in modo troppo improvviso. Con suo stupore, però, vide che la camera era vuota e il letto intatto. Perplesso si chiese che fine avesse fatto il ragazzo, si chiuse la porta alle spalle e si voltò per raggiungere gli altri. Una folata di vento batté contro la vetrata che dava sul prato davanti al portico e il giovane arabo si fermò un istante per guardare fuori. Nevica ancora... pensò guardando gli alberi che ondeggiavano mossi dal vento. Tornò con le spalle alla finestra solo per riggirarsi di colpo. Cosa c'era in mezzo al prato ricoperto di neve?

Continua…

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Ciao a tutti!!! ^_^