QUARTO ANNO

Victoria corse incontro a Draco non appena lo vide superare la barriera e gli gettò le braccia al collo, ma separandosi da lui il suo volto si oscurò: Stai bene? gli chiese scrutandolo con attenzione. Draco le lanciò uno dei suoi mezzi sorrisi: Tutto regolare, Torey. Allora, sei sempre dietro a quel Corvonero?. Victoria arrossì violentemente:Non gli vado dietro!. Come no…allora è un caso se l'anno scorso ti sedevi sempre in modo da poter guardare il tavolo dei Corvonero, vero?. Victoria lo colpì leggermente ad un braccio: E piantala!. Pensi di fare qualcosa o ti accontenterai di adorarlo a distanza? insistette il ragazzo cercando di distrarre la sua amica dal precedente argomento di conversazione. Io non lo adoro a distanza! con il viso in fiamme, Victoria cercò di sollevare il baule ma senza molto successo poiché era molto pesante. Dai, ti do una mano disse Draco chinandosi per afferrare l'altra maniglia. Mentre camminavano verso il treno, Draco continuò a distrarre Victoria prendendola in giro per la sua "cotta" e raccontandole della Coppa del Mondo di Quidditch a cui aveva assistito durante l'estate. Così facendo riuscì a fare in modo che la ragazza non tornasse a scrutarlo come prima e non si accorgesse che i Serpeverde li evitavano lungo il percorso verso il treno. Pochi minuti dopo l'inizio del viaggio, Adrian Pucey li raggiunse: Come mai non sei con i tuoi compagni del settimo anno? chiese ingenuamente Victoria. Oh…stanno spettegolando come vecchie comari e non mi va di starli a sentire indicò con gli occhi Draco e Victoria mostrò di aver compreso. Giunti a Hogwarts, dopo lo Smistamento iniziò la cena: Victoria, Draco, Adrian, Tiger e Goyle sedevano vicini a un capo del tavolo. Tutto a posto? chiese Victoria a Draco sporgendosi verso di lui. Il ragazzo si limitò ad indicarle con un cenno del capo un gruppo di persone più o meno dall'altro capo della tavola: Ingrid Grimmenvahld, una ragazza del secondo anno, stava parlando animatamente con nuovi Serpeverde del primo anno, i quali apparivano piuttosto spaventati. Un paio di loro lanciarono un'occhiata spaventata nella direzione di Draco e distolsero subito lo sguardo. Gli stanno dicendo che porto sfortuna commentò asciutto il ragazzo. Che razza di deficienti! ringhiò Victoria a denti stretti. In quel momento Silente si alzò per comunicare le ultime nuove e tutto il salone si zittì. 

Beh, dovresti essere contenta che il Torneo Tremaghi si tenga qui disse Draco a Victoria mentre tornavano in Sala Comune. Perché? chiese la ragazza lanciandogli un'occhiata interrogativa. Abbinato al torneo Tremaghi si tiene il Ballo del Ceppo…Potrebbe essere una buona occasione per farti invitare da Marvin. Si chiama Martin lo corresse per la centesima volta. Quello che è…Allora, che pensi di fare?. È ancora presto… mormorò Victoria arrossendo Ci penserò.

Il giorno dopo una ragazza con la divisa di Serpeverde procedeva con cautela tra i fitti cespugli sulla riva del lago, avvicinandosi ad un ragazzo steso con la schiena contro l'erba: Ti avverto, Victoria: se sento ancora una volta la parola "furetto"è la volta che spacco la faccia a qualcuno e non vorrei proprio cominciare dalla tua. Come puoi pensare che sia venuta a prenderti in giro? replicò lei ferita. Draco scosse la testa : Scusami. Ho avuto una giornataccia. E quella lì… disse indicando quanto restava di una Strillettera …Non è stata per niente d'aiuto. Tuo padre, eh? chiese Victoria sedendosi accanto a lui con le gambe raccolte al petto. Draco annuì: Puoi scommetterci. Victoria non disse niente. Dopo qualche minuto però si decise a rompere il silenzio: Non è stato per il "fai-peggio-di-quello-che-si-aspettano-che-tu-faccia", vero? mormorò a bassa voce. Esatto sospirò Pensavo di riuscire a controllare meglio le mie emozioni. Che è successo?. Draco scosse le spalle: Nulla di che. Draco… disse Victoria con voce leggermente severa Non raccontar balle. Un altro sospiro: Ieri sera ho avuto una "leggera discussione" con Jackson Headsman. Stamattina, dopo la lezione di Incantesimi, Zabini e compagni mi hanno fatto un certo discorsetto che preferisco non ripeterti… le lanciò una rapida occhiata Puoi ben immaginare di cosa volessero parlarmi. La ragazza si morse il labbro inferiore e annuì. Poi ho beccato Potter e i suoi amici giù per le scale e…Beh, sai quello che è successo dopo. Victoria si sdraiò accanto a lui: Gran bel modo di cominciare il nuovo anno scolastico, Draco mormorò con voce triste e depressa. Non è l'inizio che mi preoccupa… sussurrò il ragazzo È il resto. Gli strinse una mano nella propria: Non preoccuparti, Drac. Ce la farai, ne sono sicura. Tu sei forte. Devo esserlo… mormorò il ragazzo con gli occhi fissi all'orizzonte restituendole la stretta …Altrimenti rischio di crollare ancora, come oggi. Victoria gli strinse più forte la mano: Ce la farai. Ne sono certa. Draco si voltò a guardarla: Sei l'unica che abbia fiducia in me, Torey…Sei la mia unica e più cara amica. Un'ombra passò rapidamente sul volto di Victoria e altrettanto rapidamente scomparve, come se non fosse mai stata lì. Draco alzò un sopracciglio con aria interrogativa e lei scosse il capo sorridendo, per dirgli che non era nulla. Si rialzò lisciandosi l'uniforme: Io torno dentro. Vieni anche tu?. Il ragazzo scosse la testa senza smettere di guardarla: No, resto qui ancora un po'. Come vuoi disse Victoria scuotendo le spalle e cominciando ad avviarsi. Giunta al passaggio tra i cespugli, si voltò verso di lui che ancora la guardava: Ehi Drac… Sì? Qualunque cosa accada, qualunque cosa dicano…io resterò sempre al tuo fianco. Mentre parlava le fiamme le salirono al volto. Draco fu inizialmente stupito, ma dopo qualche secondo le rispose: Vale anche per me, Torey e accompagnò quelle parole con un sorriso. Il primo, vero sorriso che Victoria aveva mai visto sulle sue labbra da quando lo conosceva. Gli fece un ultimo cenno di saluto e scomparve tra i cespugli, pregando che non si fosse accorto di quanto era arrossita.

Il primo giorno di scuola, tuttavia, fu niente confronto all'inferno in cui Draco si trovò a vivere nei mesi seguenti: i compagni lo evitavano e non perdevano occasione di rinfacciargli la sua presunta "aura malefica". L'anno prima erano stati tenuti a freno da Marcus Flitt, che aveva un notevole ascendente sia sui più grandi che sui più piccoli grazie alla sua posizione di Capitano della squadra di Quidditch: purtroppo Flitt si era diplomato l'anno prima ed erano rimasti solo più Adrian e Victoria, i quali certamente non bastavano. Fuori dai sotterranei i Serpeverde fingevano ancora di dargli retta ma era più che altro perché temevano che i ragazzi delle altre case scoprissero il "vergognoso segreto": già la loro Casa era famosa come covo di Maghi Oscuri, se ancora fosse venuto fuori che tra loro c'era uno iettatore non risarebbe più stata pietà per loro. Per sfogarsi, Draco fece di tutto per rendere la vita difficile al suo eterno rivale, il Perfetto Potter.   

Due giorni prima della fine del trimestre, durante la ricreazione, Draco Malfoy vide Victoria Cross avvicinarsi timidamente a Martin Dooley di Corvonero e portarlo un poco in disparte. Poco dopo Martin Dooley si allontanò con un'espressione alquanto sdegnata sul volto: Victoria rimase ferma per qualche istante, come se qualcuno l'avesse schiaffeggiata. Poi gettò indietro la testa, rialzò le spalle e attraversò il cortile a testa alta con il portamento degno di una regina. Un paio di Corvonero amici di Dooley ridacchiarono al suo passaggio, ma ella si volse e scoccò loro un'occhiata tale che le risate si trasformarono in una sorta di basso squittio e le facce dei due villani divennero scarlatte come fossero sul punto di morire soffocati. Draco la vide infilarsi in uno dei bagni femminili e la seguì. Victoria era china sul lavandino a sciacquarsi la faccia: rialzando il capo lo vide riflesso nello specchio. Che ci fai qui? chiese voltandosi Se ti becca un professore passerai un brutto guaio. Non mi importa replicò Draco deciso Tanto peggio di così non può andare. Che è successo con Dooley?. Victoria distolse lo sguardo: Si è messo a ridere e ha detto che non si sarebbe avvicinato a una sporca Serpeverde nemmeno con un manico di scopa lungo tre metri, né tanto meno si sarebbe fatto vedere al ballo con una di noi serpenti schifosi. Draco contrasse i pugni: Io lo ammazzo quel fetente ringhiò con voce bassa e minacciosa, il che era un pessimo segno. Victoria gli appoggiò una mano sul braccio: Lascia perdere: non ne vale nemmeno la pena. È come tutti gli altri aggiunse scuotendo le spalle. Tu però ci stai male mormorò Draco. Mi passerà presto. E ti assicuro che l'aver scoperto che si trattava di un altro pallone gonfiato pieno di pregiudizi aiuta molto. Tentò un timido sorriso: L'unica cosa che mi dispiace è che perderò il ballo. Mi sarebbe piaciuto tanto andarci. Un vero peccato che tu non possa venire, Torey. Però…magari qualcuno ti inviterà… sospirò Se non fossi già incastrato con Pansy Parkinson ti inviterei io stesso. Lo dici solo per consolarmi si schermì Victoria Non credo che mi cambieresti con Miss Reginetta-di-bellezza-del-quarto-anno. Stai scherzando? replicò Draco Reginetta di bellezza lei? In un concorso per cani può darsi…Dico, tu sei centomila volte più carina di lei. Allora perché non mi ha invitato nessuno? chiese piano Victoria. Draco distolse lo sguardo: I Serpeverde… mormorò vergognandosi profondamente …Non ti invitano perché sei mia amica. E tutti gli altri non ti invitano perché sei una Serpeverde e come tutti sanno i Serpeverde sono brutti, sporchi e cattivi…Praticamente dei troll. Beh, Pansy, Tiger e Goyle a dei troll ci somigliano di sicuro commentò Victoria ridacchiando. Più che giusto. La ragazza sospirò: Peccato per il ballo però…Ci tenevo tanto. In quel momento a Draco venne un'idea: Ehi, non disperarti…forse non tutto è perduto disse strizzandole l'occhio con aria complice. Victoria lo guardò perplessa, ma lui non aggiunse altro: invece l'abbracciò e le sussurrò all'orecchio in Italiano "Bimba, bimba non piangere per gracchiar di ranocchi. Tutta la tua tribù e i bonzi tutti del Giappone non valgono il pianto di questi occhi cari e belli". Poi la baciò velocemente su una guancia e se ne andò. Ancora più sconcertata, Victoria portò una mano a coprire la guancia che Draco aveva baciato, quasi volesse trattenere la sensazione delle sue labbra contro la sua pelle. Oltre il bacio, l'aveva stupita la frase che Draco le aveva sussurrato: era una citazione della "Madama Butterfly", un'opera lirica di Puccini, un compositore italiano e Babbano. Lei lo sapeva perché suo padre era appassionato di opera lirica, ma Draco, che veniva da una famiglia di purosangue totalmente anti-Babbani? Victoria scosse la testa e, raccolti i libri si diresse vero l'aula di Trasfigurazione.    

Mi dispiace Draco ma non posso assolutamente portare al ballo Victoria Cross disse Adrian Pucey incrociando le braccia. Perché no? È una ragazza, è più carina della media dei Serpeverde…Qual è il problema?. I problemi, caro mio, sono due: in primis lei ha tredici anni e io diciassette; in secundis io ci vado con Patricia Ash, la mia ragazza…Indi per cui scordatelo!. Devi soltanto farla entrare: una volta che è dentro non possono più cacciarla fuori. Adrian, Torey ha bisogno di andare a quel ballo!. Non le piaceva uno di Corvonero? Perché non lo chiede a lui?. Gli occhi di Draco si accesero di rabbia: L'ha fatto. E…? chiese Adrian alzando le sopracciglia. Le ha detto che non ci sarebbe mai andato con una schifosa Serpeverde. Forse le parole erano un po' diverse, ma il concetto era questo. Stronzo mormorò Adrian. Capisci adesso perché te lo sto chiedendo? Lei ci teneva tanto ad andare con lui…E quello l'ha insultata e le ha riso in faccia! Avanti, Adrian…Non sei nemmeno obbligato a ballare con lei. Ti prego. Adrian si grattò la testa e sospirò: E va bene. Vado a spiegare a Pat perché non potrò accompagnarla al ballo. Ma se si arrabbia le dico di prendersela con te!. Draco sorrise: Grazie, Adrian. Sei un vero amico Figurati.

Draco entrò nella Sala Grande accompagnato da Pansy Parkinson avvolta in un enorme abito rosa. Andarono a sedersi ad un tavolo un po' in disparte e poco dopo vennero raggiunti da Tiger e Goyle e poi anche da Millicent Bulstrode con il suo cavaliere, un ragazzo del quinto anno. Draco ignorò completamente le chiacchiere attorno al tavolo e osservò gli altri studenti che entravano con attenzione: finalmente emersero Adrian Pucey che accompagnava Victoria Cross, seguiti a ruota da Patricia Ash. Draco doveva ammettere che formavano proprio una strana coppia: tanto per cominciare, Adrian superava la sua damigella di quaranta centimetri buoni. Inoltre lui indossava un abito da cerimonia blu chiaro mentre lei aveva scelto un semplice vestito d'un tenue lilla che donava molto ai suoi occhi e alla sua carnagione, ma faceva a pugni con quello del suo cavaliere. I due, accompagnati da Patricia, andarono ovviamente a sedersi al loro tavolo: Victoria sedette tra Draco e Adrian, mentre Patricia prese posto alla destra del suo fidanzato ufficiale. Grazie al Cielo non sembrava essersela presa troppo. Durante la cena, Draco non poté fare a meno di confrontare le due ragazze che gli sedevano a fianco: il vestito lilla di Victoria era ben poca cosa con quello "rosa antico" di  Pansy Parkinson, dove il tessuto si vedeva appena, soffocato sotto strati e strati di trine, gale, balze e merletti. Draco non se ne intendeva molto di moda, ma era chiaro che chiunque avesse confezionato quell'abito aveva stoffa da buttare. Anche la pettinatura era molto diversa: Pansy si era raccolta i capelli in una complicata acconciatura, Victoria li aveva lasciati sciolti sulle spalle, eccezion fatta per due treccine sul davanti che le passavano sul capo a mo' di cerchietto. Quando le Sorelle Stravagarie cominciarono a suonare Draco fu costretto per forza di cose a ballare con Pansy Parkinson, la quale aveva la grazie di un elefante e il suo enorme abito non l'aiutava affatto. Dopo aver ballato un certo numero di volte con Palla-al-Piede Parkinson, finalmente riuscì a liberarsi di lei e a rifilarla ad uno sventurato studente di Durmstrang. Stava per tornare al suo tavolo quando Goyle venne ad avvisarlo che c'era Rita Skeeter che voleva parlargli. Sospirando, Draco lo seguì: raccontò un tot di balle alla Skeeter giusto per levarsela dai piedi il più in fretta possibile. Quando tornò nella Sala Grande, per prima cosa cercò con gli occhi Victoria: era ancora seduta al tavolo che osservava con grande desiderio le coppie che scivolavano eleganti sulla pista. Draco si avvicinò lentamente alle sue spalle e poi si schiarì la voce con un leggero colpo di tosse: Victoria si voltò a guardarlo e sorrise. Posso avere l'onore di questo ballo, signorina? mormorò in Italiano facendo un lieve inchino. Il sorriso di Victoria si fece, se possibile, ancora più radioso: Con piacere. Draco le porse il braccio e la guidò sulla pista da ballo. Le cinse la vita sottile con un braccio e le strinse l'altra mano nella propria, cominciando a scivolare a tempo con la musica. Victoria era al settimo cielo e anche Draco non era mai stato più felice in vita sua: stava lì e ballava e non c'era nient'altro di importante, soltanto Victoria, la sua dama. Niente voci sul fatto che lui portasse sfortuna, niente Harry Potter, niente Voldemort, niente Lucius, soltanto la musica e Victoria. Nient'altro. Dopo il primo ballo ne fecero un altro, poi un altro e un altro ancora. Al sesto ballo, quando le Sorelle Stravagarie attaccarono un pezzo più scatenato, decisero di andare a prendere una boccata d'aria in giardino. Bellissimo, non è vero? mormorò Victoria appoggiandosi al suo braccio. Draco le sorrise: Tu sei bellissima. Quell'idiota di Dooley ha perso molto. Victoria rise e per un poco rimase silenziosa mentre passeggiavano tra le rose: Grazie per aver chiesto ad Adrian di accompagnarmi disse fermandosi all'improvviso e voltandosi a guardarlo negli occhi Non sarei qui stasera se non fosse per te. Beh, te lo meritavi…E poi ci tenevi tanto… inghiottì a vuoto Tu hai fatto così tanto per me…. No, non ho fatto niente. Sì, invece ribatté con forza Draco senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Attorno a loro, le fate splendevano dai cespugli di rose. In lontananza si udiva ancora la musica. Vieni, sediamoci qui disse guidandola ad una panchina lungo la riva del lago senza mai smettere di guardarla. Victoria si sedette e rabbrividì: Hai freddo? Vuoi che torniamo dentro? chiese Draco preoccupato. Un po', ma non preoccuparti: posso resistere Prendi questa, almeno disse sfilandosi la giacca dell'abito da cerimonia e appoggiandogliela sulle spalle Meglio? la fanciulla annuì Immagino che in Italia non faccia così tanto freddo.  No, infatti…A proposito, non mi avevi detto che sapevi parlare Italiano. Sei bravo. Grazie…E dire che non sono mai stato in Italia. Victoria spalanco gli occhi: Davvero? Credimi, perdi molto. Mi piacerebbe tanto andarci sospirò Draco Ma secondo mio padre è un paese caotico e sporco pieno di buoni a nulla. Lui e mia madre pensano che i tre migliori paesi del mondo siano, nell'ordine, l'Inghilterra, la Germania e la Francia scosse la testa con un mezzo sorriso sulle labbra La cosa al mondo che farebbe più felice mia madre sarebbe che io imparassi a parlare perfettamente francese…Peccato che non ci riesca. Non ho proprio testa per lo studio di quella lingua. Il tuo italiano è molto buono commentò Victoria. Di nuovo quel mezzo sorriso: Grazie ancora. Devo aver preso da mio nonno materno: anche lui adorava l'Italia, l'opera lirica e la cultura Greca e Latina. Non per niente porto il suo nome. Si chiamava Draco anche lui? chiese Victoria incuriosita: non capitava spesso che Draco parlasse tanto a lungo di sé stesso e della sua famiglia. Di solito era un argomento che evitava, a meno che non si trattasse di qualcosa che su padre aveva detto o fatto. No, si chiamava Flavio, che poi è il mio secondo nome. La ragazza ridacchiò: Che c'è di divertente? Il tuo nome…In latino significa… "Drago dai capelli biondi". Lo so. Victoria sollevò le sopracciglia: Studi anche latino? Draco, sei un'autentica sorpresa!. Anche il Greco se è per questo Davvero? Anch'io! Oh, non posso crederci, è meraviglioso. All'inizio nonno Flavio mi insegnava solo latino e greco, ma dal latino all'italiano il passo è stato breve  distolse gli occhi Purtroppo è morto due anni fa e da allora ho dovuto arrangiarmi da solo. Continuo a ripassare e a studiare sulle sue grammatiche e a leggere i suoi libri, però non è più lo stesso senza di lui. Potevi dirmelo! esclamò Victoria quasi offesa Avrei potuto aiutarti. Draco fissò l'erba ai suoi piedi: Ecco…Tutti gli altri studiano Francese o Tedesco o qualche altra lingua moderna, ma comunque non l'Italiano. Temevo che ti saresti messa a ridere se ti avessi detto che cercavo di imparare due lingue morte. Che razza di idiozia! sbuffò Victoria Non capiscono niente. Un colpo di vento la fece rabbrividire e Draco le passò un braccio attorno alle spalle, stringendola a sé e facendole appoggiare il capo contro la sua spalla. Ti sarei molto grato se volessi aiutarmi a rispolverare il mio Italiano e il mio Latino, Torey le sussurrò all'orecchio. La fanciulla si sentì avvampare: Non dimenticare il Greco sorrise. Giusto… sussurrò ancora Draco Non devo dimenticare il Greco… la sua voce suonava quasi assente, mentre con una mano giocherellava con i capelli di Victoria. La ragazza si raddrizzò di scatto: Penso sia meglio se torniamo dentro mormorò grata all'oscurità della notte poiché nascondeva le sue guance in fiamme. Draco annuì e si alzò in piedi offrendole il braccio. Rientrarono nell'ingresso: la festa era quasi finita, le sorelle Stravagarie avevano attaccato gli ultimi brani. Victoria fece per allontanarsi da Draco quando lui la trattenne dolcemente per un braccio: Aspetta…Possiamo ballare ancora una volta? Victoria avrebbe voluto rifiutare, ma nei suoi occhi brillava una scintilla rifulgente che la fece esitare. Ti prego, Victoria mormorò a bassa voce con un'espressione a lei totalmente sconosciuta sul volto. Victoria annui: . Draco le sorrise e insieme entrarono nella Sala Grande. Non appena furono sulla pista da ballo, il mondo cessò di esistere. Quello fu l'unico momento di quell'anno in cui riuscì a divertirsi davvero.   

Il giorno dell'ultima prova del Torneo Tremaghi Draco non si sentiva per niente tranquillo. Non tanto per gli esami, no, quelli era sicuro che fossero andati bene poiché da quando si era sparsa la voce che lui portava sfortuna si era gettato in uno studio matto e disperato, ergendo attorno a sé una vera e propria barricata di libri. Adrian all'inizio lo chiamava "Granger-boy" finché Victoria, che aveva compreso perfettamente la vera natura di tutto quello studiare, non gliene aveva rivelato il motivo. Non appena si diffusero le voci sulla morte di Cedric Diggory, comprese che non si era sbagliato. Quella sera non rientrò in Sala Comune: Victoria e Adrian lo cercarono per ore, ma non riuscirono a trovarlo. Aveva disertato persino il suo solito rifugio sulla riva del lago, cosa che preoccupò moltissimo Victoria: Dove diavolo sei, Draco? mormorò con voce  incrinata dalla preoccupazione e dalle lacrime represse quando emerse dai cespugli in quel piccolo spiazzo vuoto. Se non era nemmeno lì, era una cosa molto grave: già si sentiva nell'aria il presentimento della catastrofe. Non venne fuori nemmeno il giorno dopo e Victoria e Adrian dovettero fare i salti mortali per tenere nascosta la cosa agli insegnanti. Finalmente, quella sera Draco ricomparve: aveva i vestiti in disordine e l'aria distrutta. Venne accolto in Sala Comune dalle occhiate gelide dei suoi stessi compagni. Mi guardate come se fosse colpa mia mormorò parlando a tutti e a nessuno Io non c'entro…. Davvero? disse Derrick guardandolo con durezza Beh, io invece non credo: ricordati che c'ero anch'io sei anni fa, alla St. Gwilym. Con questo sono arrivati a due, Malfoy…Quanti dovranno morirne ancora, eh? Quanti pensi di poterne portare sulla coscienza? parlando aveva alzato sempre di più il tono di voce e le ultime parole uscirono urlate dalla sua bocca. Quanti ne ammazzerai ancora, Malfoy? urlò afferrandolo per un braccio e dandogli uno scossone. Draco non rispose, gli occhi fissi a terra.Derrick si allontanò di scatto da lui, come se avesse paura che potesse bruciarlo…o peggio. In un silenzio di tomba Draco si avviò su per le scale del dormitorio: mentre richiudeva la porta della stanza, una parte del suo cervello registrò che in Sala Comune doveva essere scoppiata una lite spaventosa. Non riusciva a capire le parole, ma il suono di quelle voci infuriate e stridenti arrivava fin là. Si lasciò cadere pesantemente sul letto, il lontano boato che proveniva da dietro la porta chiusa restava indistinto ma sempre presente, come una sorta di presenza maligna. Mentre le lacrime premevano contro i suoi occhi, annotò mentalmente che avrebbe dovuto tornare indietro a dire ad Adrian e Torey di piantarla, che non ne valeva la pena…Ma non ne aveva la forza. Lentamente scivolò in un sonno agitato, con le urla rabbiose lontane che ancora echeggiavano al suo orecchio.

L'ultima sera del trimestre, Silente lo disse. Disse come Cedric Diggory fosse stato ucciso da Voldemort e lo ricordò con affetto. Poi parlò della situazione che si era venuta a creare, del ritorno del Signore Oscuro,  accennò alla parte avuta da Harry Potter nella perdita del compagno di scuola…Di quelle parole, Draco non ne udì la metà, perso nei ricordi di un altro tempo. Un tempo che aveva creduto, o forse sperato, fosse finito…Ma in realtà era appena ricominciato tutto da capo. Le parole di Derrick gli echeggiavano in testa e non solo quelle…Altre frasi, altre parole, altre voci sprezzanti e cariche di accuse più o meno velate erano riemerse dal suo subcosciente. Nell'ultima settimana aveva passato tutto il tempo a ripetersi febbrilmente che non era vero, non portava sfortuna, non poteva essere davvero colpa sua per quelle due morti….Ma se non fosse stato così? Aveva cominciato ad avere dei dubbi. E se fosse stata davvero colpa sua? Una parte della sua testa registrò che la festa era finita: si alzò e seguì gli altri verso i sotterranei, il mondo circostante poco più che una sagoma indistinta avvolta nella nebbia. Pur senza vederla percepì la presenza di Victoria al suo fianco: continuò a fissare dritto davanti a sé senza in realtà vedere nulla, pensando a Cedric Diggory. Era un bravo ragazzo, gentile con tutti, anche con quelli di Serpeverde. Draco scosse lievemente la testa. Non era giusto. 

Se possibile, il giorno seguente fu ancora più duro di tutto l'anno scolastico: praticamente non ci fu Serpeverde che non disse qualcosa di tagliente nei suoi confronti. Draco si comportava come se fosse stato sordo, come se quelle parole fossero gocce d'acqua che gli scivolavano addosso senza lasciar tracce durature anziché schegge di vetro che gli incidevano la pelle fino a farla sanguinare. Non seppe mai che cosa lo spinse ad andare nello scompartimento di Potter, Weasley e Granger per infastidirli. Non seppe mai da dove gli vennero quelle parole su Diggory. Fu Victoria a trovarlo steso sul pavimento davanti allo scompartimento assieme a Tiger e Goyle. Fu lei che corse a chiamare Adrian perché li aiutasse senza dire niente a nessuno: l'ultima cosa che Draco aveva bisogno era che si sapesse cosa gli era successo. Avrebbero potuto pensare che la sua sfortuna aveva colpito le bacchette, o chissà cos'altro. Come l'anno prima, lui e Victoria rimasero ultimi al binario 9 ¾ . Come l'anno prima, Victoria non si decideva ad abbandonare il suo fianco. Sei sicuro di star bene? gli chiese per l'ennesima volta e per l'ennesima volta Draco si limitò a fare un cenno col capo. Draco… mormorò Victoria …Draco, per favore, guardami. Reclutante, alzò gli occhi dal pavimento: Victoria era più bassa di lui di pochi centimetri ma fece molta fatica a guardarla negli occhi. Draco…. Non ci furono bisogno di altre parole: i loro occhi parlarono per loro. Torey… sussurrò il ragazzo abbassando nuovamente lo sguardo …Non dire nulla. Lo so. Una voce femminile chiamò il nome di Victoria, incitandola a sbrigarsi. La fanciulla non si mosse di un millimetro: Tua madre ti sta chiamando le fece notare. Non importa. Silenzio. Un altro richiamo. Promettimi che starai bene, Draco…Promettimi che avrai cura di te. Il ragazzo sospirò: La prima non è una promessa che non sono in grado di mantenere…Per la seconda, farò il possibile. Sei sicuro di non poter venire da noi quest'estate? sembrava una semplice domanda, ma in realtà Victoria lo stava implorando, con gli occhi e la voce. Scosse il capo: Sicuro. Mio padre avrà altri programmi per me, immagino la sua voce era spenta e senza vita. Gli occhi di Victoria si riempirono di lacrime: Oh, Draco…. La fermò con un gesto: Non dire niente. È meglio che tu vada, ora. Victoria annuì e lo abbracciò più forte che poteva, quasi non volesse più separarsi da lui. Sua madre la chiamò una terza volta e fu costretta a lasciarlo andare. Draco andò a sedersi su una panchina in attesa di sua madre, che come al solito era in ritardo. Come l'anno prima, Victoria continuava a girarsi indietro. Attraversando la barriera, riuscì ancora a lanciargli un ultimo sguardo da sopra la spalla prima che scomparisse alla sua vista.