QUINTO ANNO

Draco stava seduto da solo in uno scompartimento in coda al treno, la fronte appoggiata contro il finestrino. La porta si aprì leggermente e Victoria entrò: Ah, sei qui. Ti ho cercato dappertutto, perché non mi hai aspettata?. Scusami. Ah, lascia perdere. Allora, non si abbracciano più gli amici? chiese allargando le braccia. Draco si sforzò di fare uno dei suoi mezzi sorrisi e si alzò in piedi per stringerla tra le braccia. Il volto di Victoria si incupì leggermente: Sei dimagrito rispetto all'anno scorso…. Draco scosse le spalle. Avanti, che ti succede? chiese mentre si sedevano. Niente, davvero. Victoria gli lanciò un'occhiata scettica ma non disse nulla: Hai passato una buona estate? le chiese Draco dopo un paio di secondi di silenzio. Victoria cominciò a raccontargli delle sue vacanze in Sicilia e dopo un bel po' venne interrotta dal carrello dei dolci. Volete qualcosa, cari?. La ragazza si servì abbondantemente, ma Draco rifiutò con un gesto cortese della mano. Victoria cominciò a preoccuparsi. Quando le tenebre erano già calate, il treno si fermò alla stazione: Tiger e Goyle, che li avevano raggiunti poco prima dell'arrivo, andarono avanti dietro "suggerimento" di Draco. Lui e Victoria presero la stessa carrozza: nessun'altro viaggiava con loro. Dopo una svolta della strada, apparve il castello. Eccoci qui mormorò Victoria Di nuovo a Hogwarts. Già commentò cupo il suo compagno di viaggio. La ragazza gli strinse le mani tra le sue: Capisco quello che provi… sussurrò con aria triste. Draco le strinse la mano e l'aiutò a scendere dalla carrozza. Rimasero per qualche istante fermi l'uno vicino all'altro a contemplare il castello con le sue finestre illuminate che si stagliava contro il cielo nero. Un colpo di vento fece tremare Victoria e Draco le passò un braccio attorno alle spalle, stringendola a sé. Su una cosa hai ragione, Torey… mormorò continuando a guardare il castello Non sono per niente contento di essere tornato qui, però… si voltò verso di lei, stringendola tra le braccia …però, dall'altro lato, sono felicissimo di essere di nuovo con te. Victoria sorrise imbarazzata: Attento, signor Malfoy…Questa è pericolosamente vicina ad una dichiarazione!. Scoppiò a ridere, ma il riso le morì in gola quando Draco le sfiorò la fronte con le sue labbra. Victoria arrossì e si sciolse dal suo abbraccio: Ehi, sai cosa stavo pensando? Draco scosse il capo Quest'anno potremmo andare insieme ad Hogsmaede, ti va?. Certo annuì entusiasta Considerati impegnata. Un insegnante li richiamò e Draco cominciò ad avviarsi verso il castello. Victoria rimase indietro di proposito e lo guardò allontanarsi: Mi piacerebbe essere impegnata con te in un altro modo, Draco mormorò mentre lo fissava quasi incantata. Draco si voltò verso di lei e la incitò a sbrigarsi: Forza, Torey! Non voglio arrivare tardi. Arrivo urlò mettendosi a correre per raggiungerlo.    

Per Draco nulla era cambiato rispetto all'anno precedente: i Serpeverde continuavano a girargli al largo e non perdevano occasione per rinfacciargli la sua colpa. Victoria sentì nominare "la St.Gwilym" molte e molte volte senza mai capire a cosa effettivamente si riferissero. Un giorno verso la fine di Settembre, camminando con Draco lungo la riva del lago, si fece coraggio e si decise a chiederglielo. Alla sua domanda, Draco si rabbuiò e rimase zitto per alcuni secondi. Era la mia scuola elementare rispose asciutto e lontano prima di cambiare argomento. Victoria decise così che avrebbe dovuto scoprirlo da sé: andò in biblioteca e chiese alla bibliotecaria le raccolte della Gazzetta del Profeta di sette anni prima. Dopo quasi un'ora e mezza di ricerche trovò quello che cercava: 12 Aprile di sette anni prima alla St. Gwilym Magic Elementary School, un prestigioso istituto privato, era scoppiato un terribile incendio e Lucinda Matlock, una bambina di sei anni, aveva perso la vita. Ma questo che c'entra con Draco? si chiese la ragazza senza capire Certo, frequentava anche lui la stessa scuola, ma allora? Che diamine, aveva solo otto anni! Non possono accusarlo già allora…oppure sì?. Victoria si alzò in piedi e corse fuori dalla biblioteca, decisa a trovare il suo amico. Lo trovò nel dormitorio dei ragazzi del quinto anno che faceva i compiti semisdraiato sul suo letto. Senza una parola, andò a sedersi accanto a lui. Che c'è, Torey? chiese il ragazzo alzando per un istante lo sguardo prima di riportarlo sul tema di Storia della Magia che stava scrivendo Hai qualcosa. Non il minimo cenno di intonazione interrogativa. Ho scoperto cosa è successo sette anni fa alla St. Gwilym disse la ragazza tutto ad un fiato fissando il tappeto che copriva il pavimento. Ah commentò Draco mettendo giù la penna. Nella stanza cadde il silenzio, poi Victoria si decise a rialzare lo sguardo: Dimmi che non è successo quello che penso…Dimmi che non ti hanno dato la colpa già allora mormorò mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. Draco non disse una parola né fece un gesto. Allora è vero…L'hanno fatto. Draco sospirò: Quella della sfortuna è una storia che mi porto dietro fin dalla prima elementare…Non so di preciso come sia nata…Quale mia azione o mia parola abbia dato il via a tutto questo. Sta di fatto però che è successo abbassò lo sguardo So che ormai dovrei esserci abituato, ma credimi, Torey…non è un peso facile da sopportare inghiottì a vuoto Torey, se tu….Se tu adesso non volessi più vedermi o parlarmi…Non volessi più essere mia amica, ecco, io…io lo capirei perfettamente la sua voce suonava bassa e sconfitta. Scordatelo! replicò Victoria con veemenza Non farò mai una cosa del genere! Non credo a questa specie di maledizione si alzò in piedi con fierezza Chiunque creda a questa scemenza non è altro che un povero idiota. Non sono molti a pensarla così. Victoria, che si era avviata verso la porta, si voltò indietro: Che vadano all'inferno. Non è stata colpa tua, Draco: né per Lucinda Matlock né per Cedric Diggory con queste parole, uscì dalla stanza. Vorrei tanto poterlo credere, Torey mormorò Draco quando la porta si richiuse alle sue spalle.

Anche se Victoria non credeva a "quella scemenza", dalla morte di Cedric Diggory molti altri Serpeverde che inizialmente erano incerti se prestarvi ascolto o meno avevano finito per ritenerla vera: ormai tutti quanti evitavano il contatto con Draco più di prima e poiché attorno a lui gli studenti, diventando nervosi per la sua presenza, tendevano a far cadere gli oggetti o combinare disastri, la sua fama di iettatore ne uscì rafforzata. Bastava che fosse nominato il suo nome per impaurire gli studenti del primo anno. Come se non bastasse, l'anno prima Adrian Pucey si era diplomato e aveva lasciato la scuola: a patteggiare per Draco era rimasta soltanto Victoria. Per lui il suo sostegno valeva tutto l'oro contenuto della Gringott, ma obiettivamente parlando non era un grande aiuto. Fu grazie a lei, comunque, se Draco riuscì a reggere le pressioni e il pensiero della gita che avrebbe fatto con lei ad Hogsmaede gli diede la forza di sopravvivere fino al 31 Ottobre.

Dopo un'oretta passata in giro per negozi, Victoria e Draco si arresero all'impossibilità di evitare i Serpeverde per sempre e decisero così di allontanarsi dal centro e dirigersi verso la periferia del villaggio: in pochi minuti passeggiavano in aperta campagna. Sembrava un altro mondo. I due ragazzi passarono quasi tutto il pomeriggio vagando per i prati: ad un certo punto si arrampicarono su un colle lì vicino. Ai loro piedi vedevano i tetti di Hogsmaede e il sole brillava sopra le loro teste. Secondo te quei puntini neri che corrono dappertutto sono i nostri compagni? chiese Victoria. Draco annuì. Sono sicura che non è molto gentile a dirsi, però… disse ancora la ragazza …Però sembrano proprio delle formiche. Draco annuì ancora. Poiché erano stanchi per la camminata, si sdraiarono sull'erba: Draco usò la borsa di Victoria a mo' di cuscino e Victoria appoggiò il capo contro la spalla di Draco. Restarono a lungo nel silenzio del pomeriggio rotto qua e là dal battito d'ali di un uccello o dal frinire di una cicala, prima di rassegnarsi a tornare nel mondo "civile". Presero una strada diversa per tornare al paese e ad un certo punto si trovarono a passare sopra un ponte. Dai, fermiamoci un po' chiese Victoria Mi piace qui e abbiamo ancora tempo. Draco assentì. Andarono a sedersi sulla spalletta del ponte e cominciarono a parlare dei libri che avevano letto e che erano loro piaciuti finché non fu ora di tornare indietro. Questa… commentò Draco mentre la carrozza li riportava al castello …è stata sicuramente una delle migliori visite ad Hogsmaede che abbia mai fatto.

Forse a governare la vita di Draco c'era una sinistra legge di compensazione che stabiliva che ogni suo attimo di gioia fosse scontato amaramente, quasi fosse un delitto capitale. Una settimana dopo la gita ad Hogsmaede, tutta la scuola sapeva che Draco Malfoy portava sfortuna. La voce si era sparsa in un lampo, come il fuoco in un fienile, e presto moltissimi studenti aderirono a questa convinzione. Victoria non scoprì mai chi sparse la voce anche nel resto della scuola nonostante le sua ricerche e Draco, dal canto suo, non cercò mai di scoprirlo.    

Pioveva quando Victoria andò a parlargli. Dalla stanza di Draco – al secolo il dormitorio dei ragazzi del quinto anno – proveniva una lieve musica che non riusciva ad identificare. Anziché aprire la porta e scivolare dentro come al solito, la ragazza restò a lungo incerta sull'uscio finché non si decise a bussare. Avanti disse una voce calma e piatta dall'interno. La ragazza entrò: Draco era sdraiato suo letto con un libro aperto davanti, sul comodino una Girotrottola (la versione magica di un giradischi portatile) diffondeva nell'aria le note di un pezzo d'opera che non riconobbe.

"Lascia ch'io pianga

mia cruda sorte     

e che sospiri

la libertà"

cantava una donna, un soprano a giudicare dalla voce. Che cos'è? chiese indicando la Giratrottola. Draco alzò gli occhi dal libro: Oh, sei tu, Torey le lanciò uno dei suoi mezzi sorrisi Credevo fossi…qualcun altro aggiunse sedendosi e chiudendo il libro. Da che opera è presa quell'aria? Non la conosco. "Lascia ch'io pianga" dal "Rinaldo" di Handel. Non è un'aria molto allegra constatò la fanciulla volgendo verso di lui i suoi occhi viola. Forse replicò scuotendo le spalle Ma esprime esattamente quello mi sento dentro. Victoria abbassò lo sguardo: Non so proprio come sia potuto accadere, Draco…. Ehi… disse il ragazzo avvicinandosi per stringerla tra le braccia Non preoccuparti, piccola. Lo sai, no, che quando si tocca il fondo si comincia a scavare. Oh Draco… mormorò Victoria con voce rotta prima si scoppiare in lacrime. Sssh, non piangere…Avanti, Torey, non fare così, è tutto a posto…è okay, Torey, è okay…. Victoria continuava a singhiozzare senza riuscire a smettere. Si stringeva a Draco più che poteva, come se si aspettasse di vederlo sparire da un momento all'altro. Draco la tenne stretta fra le braccia finché non cominciò a calmarsi: la baciò in fronte, poi sulle guance asciugandole le lacrime con le sue labbra. Ascolta, Torey… sussurrò alla fine ..Devi promettermi che non piangerai mai più per me, hai capito? Mai più la costrinse dolcemente ad alzare la testa e a incontrare il suo sguardo Non ne vale la pena e poi… si chinò verso di lei, le loro fronti si appoggiarono una contro l'altra …i tuoi occhi sono troppo belli perché vengano rovinati dalle lacrime le loro labbra si sfiorarono soltanto, poi Draco si allontanò. Devo andare in biblioteca a cercare dei libri spiegò dirigendosi verso la porta. Appoggiò la mano sulla maniglia e si fermò: Non succederà mai più…Non deve più succedere disse con voce solenne Lo capisci, vero?. L'unica cosa che Victoria capiva era che si riferiva al lieve bacio che c'era stato tra loro pochi secondi prima, ma non comprendeva il motivo per cui non dovesse più succedere…Tuttavia rispose di sì e Draco se ne andò, lasciandola sola nella sua stanza. La Girotrottola iniziò una nuova canzone: questa volta la conosceva, era del "Gianni Schicchi" di Puccini.

"Oh mio babbino caro

mi piace, è bello bello

vo' andare in Porta Rossa

a comperar l'anello.

Sì, sì, ci voglio andare

e se l'amassi indarno

andrei sul Ponte Vecchio

ma per buttarmi in Arno.

Mi struggo e mi tormento

Oh, Dio, vorrei morir…"

La canzone continuò a suonare, ma lei non vi diede più ascolto: invece andò a sedersi sul letto e, incuriosita, prese in mano il libro che Draco stava leggendo quando era venuta a parlargli. Era "L'Antologia di Spoon River".

Quando Draco tornò dalla biblioteca, trovò Victoria immersa nella lettura. Ti piace? le chiese sedendosi accanto a lei. La ragazza alzò il volto dalle pagine: Molto. Ma non avrei mai creduto di sorprenderti a leggere un libro Babbano!. Draco ridacchiò: E così ci sei caduta anche tu! Guarda che in realtà Edgar Lee Masters era uno stregone. Possibile? chiese la ragazza spalancando gli occhi. Certo. Pare riuscisse a dialogare con le ombre del passato: l'Antologia non è altro che la raccolta in poesia delle sue conversazioni con i defunti. Incredibile commentò Victoria Ma c'è una cosa che devi dirmi. Spara. Come farai ora che la febbre da iella si è diffusa in tutta la scuola?. Beh…I rapporti tra me e gli studenti delle altre Case sono sempre stati tutt'altro che idilliaci: non m'importa molto di quello che possono dire o fare. Però loro possono farti del male insistette Victoria. Non preoccuparti, Torey… replicò Draco Riuscirò a sopportarlo. Meglio di quanto hai sopportato la "ferita da Ippogrifo" del terzo anno, mi auguro commentò Victoria prendendolo in giro. Le guance eburnee di Draco assunsero una pallida colorazione rosata: Me lo rinfaccerai a vita?. Probabile rispose la ragazza semi-seria Adesso però devo andare: devo ancora finire i miei compiti di Trasfigurazione e la McGranitt mi spellerà viva se non li consegno disse alzandosi dal letto e avviandosi verso la porta. Ehi, Torey. Si voltò a guardarlo: Sì?. Grazie di esistere. Non hai idea di quanto tu sia importante per me. Sei la mia migliore amica. Un sorriso malinconico ornò le labbra della fanciulla: Lo so rispose mesta Lo so. Si voltò e uscì dalla stanza. Aveva capito perfettamente il messaggio che Draco aveva cercato di comunicarle. Scese in Sala Comune e cercò di concentrarsi sui suoi compiti di Trasfigurazione, ma invano: a differenza del suo amico, lei non riusciva a prendere il fatto recente così bene…Ammesso che la quieta disperazione di Draco fosse prenderlo bene! Soprattutto una cosa la turbava:  le erano inspiegabilmente venuti in mente i versi finali dell'aria "La calunnia è un venticello" tratta da "Il barbiere di Siviglia" di Rossini. Dicevano:

"e il meschino calunniato

avvilito, calpestato,

per gran sorte ha da crepar,

ha da crepar, ha da crepar

Se gli anni precedenti per Draco erano stati duri, il quinto di sicuro batté tutti i record. Ormai il danno era fatto e i Serpeverde non erano più costretti a fingere per salvare le apparenze: Draco si trovò completamente isolato. A lezione e a pranzo gli altri studenti si sedevano sempre distanti da lui e molti preferivano cambiare strada quando lo vedevano arrivare nei corridoi. Per Ron Weasley una diceria del genere sul "perfetto Serpeverde" era stato come vincere la lotteria: finalmente aveva un'arma in mano per vendicarsi degli insulti subiti nei quattro anni precedenti. Non perdeva occasione per ricordare al ragazzo la sua presunta maledizione e con lui molti altri Grifondoro. Gli unici che non ne parlarono mai furono, curiosamente, Hermione Granger e Harry Potter, la prima perché non credeva ad una maldicenza del genere, il secondo perché sapeva bene che quello che stava passando Draco era qualcosa di molto simile a quello che era accaduto a lui durante il secondo anno, quando molti lo ritenevano l'Erede di Serpeverde, e anche l'anno prima, quando il Calice di Fuoco aveva sputato fuori il suo nome. A suo parere nessuno, nemmeno Draco Malfoy si meritava una cosa del genere. Purtroppo era l'unico nella scuola a pensarla così. Troppo spaventati o impegnati a rinfacciargli la sua maledizione, nessuno degli studenti si rese mai conto di quello che stava accadendo a lui, il protagonista/vittima di tutta la situazione: sotto tutto quell'assalto continuo, Draco era cambiato. Anziché cercare di attirare l'attenzione come in passato, faceva di tutto per nascondersi, mimetizzarsi, sparire sullo sfondo. Aveva sempre avuto la bocca larga, ed ora invece in una giornata spiccicava sì e no dieci parole, otto delle quali di una sola sillaba: l'unica persona con cui dialogava ancora era Victoria Cross, ma anche con lei non si apriva più come una volta. Victoria era molto preoccupata: Draco si era come isolato dal mondo, rinchiudendosi in una specie di guscio protettivo per essere lasciato in pace. Con lei fingeva che andasse tutto bene, che tutte quelle malignità sul suo conto non lo toccassero minimamente, ma Victoria sapeva che non era vero, lo sentiva. Per conto suo, Draco stringeva i denti e andava avanti, fingendo di ignorare i piccoli incidenti quotidiani che accadevano ogni volta che entrava in una stanza o passava in corridoio. Nulla di che, si capisce, ma bottiglie e bicchieri venivano rotti o rovesciati tanto spesso quando si trovava in Sala Grande che cominciò a saltare sistematicamente il pranzo. Quando Victoria gli chiese il perché, lui rispose che era l'unico modo per salvare la cristalleria della scuola: È assurdo aveva commentato lei Possibile che nessuno capisca che tutti quegli incidenti non sono altro che il prodotto del loro nervosismo e della loro continua tensione?. E perché sono nervosi o tesi? Perché ci sono io seduto a tavola scosse la testa È un circolo chiuso, Torey. E non c'è modo di uscirne. Il modo in cui pronunciò quella frase la fece rabbrividire, ma presto ebbe un altro motivo per preoccuparsi. Quando al primo anno aveva scoperto che Blaise Zabini e Orson Derrick ce l'avevano con Draco, aveva preso l'abitudine di assistere agli allenamenti di Quidditch della squadra per essere sicura che non tentassero niente: al terzo anno, quando si era resa conto che le mancava alzarsi la mattina presto o restare seduta sulle gradinate la sera tardi, aveva finalmente realizzato che non le piaceva guardare gli allenamenti…Le piaceva guardare Draco. Gli anni precedenti era rimasto in squadra grazie a Marcus: molti pensavano che adesso l'avrebbero buttato fuori, ma il nuovo Capitano, il battitore Guthlac Bole, non se l'era sentita di mettersi contro Lucius Malfoy. Durante gli allenamenti tutti si tenevano ben lontani dal Cercatore, il quale era divenuto un facile bersaglio per Bolidi visto che né Bole né soprattutto Derrick intendevano volare a più di sei metri da lui: Victoria dovette accompagnarlo in Infermeria almeno un centinaio di volte perché si curasse i lividi, i tagli, i graffi e le ossa rotte. Ma anche in questo caso, Draco si comportava come al solito: stringeva i denti e andava avanti. Una cosa che non era più come al solito, notò Victoria, era il suo stile di volo: di solito Draco volava sopra il campo come un falco pronto a calare sulla preda, senza fare azioni spettacolari, tuffandosi solo a colpo sicuro. Adesso invece la musica era cambiata: nella caccia al Boccino eseguiva ogni tipo di manovra, specialmente quelle più rischiose, concentrandosi esclusivamente sulla palla dorata dinnanzi a sé senza vedere nient'altro, il che era pericoloso perché poteva essere colpito da un Bolide oppure poteva urtare qualcosa o qualcuno durante il volo. A ogni allenamento, Victoria pensava che se Draco continuava a volare in quel modo prima o poi le avrebbe fatto venire un infarto. Nelle partite, poi, era anche peggio: lui di solito così attento a tutti i possibili schemi e variazioni di rotta, preciso nel calcolare ogni dettaglio, era diventato il giocatore più spericolato, incosciente e irresponsabile che si fosse mai visto ad Hogwarts. Alcuni sostenevano che combinasse tutta quella sarabanda solo per farsi notare: D'altronde ha sempre fatto così, no? commentò un giorno Ron Weasley in corridoio, attirandosi un'occhiataccia da parte di Victoria Cross che passava in quel momento. No, non era più come prima…Era diverso. Draco era cambiato ed ebbe l'assoluta certezza di non essere stata l'unica ad accorgersene quando, una mattina di fine Aprile, il professor Piton fece la sua comparsa in Sala Comune: l'ultima volta che Victoria l'aveva visto lì era stato durante il suo primo anno, quando c'erano stati tutti quegli attentati. Fece radunare tutta la Casa, tranne Draco: non ci voleva molto a capire che era proprio di lui che voleva parlare. Qualcuno di voi… disse osservandoli uno per uno con uno sguardo di ghiaccio …vorrebbe essere così gentile da spiegarmi cosa sono queste voci che girano sul signor Malfoy da qualche mese a questa parte?. All'inizio nessuno rispose, poi Blaise Zabini prese il coraggio a due mani e disse: Non dovrebbe chiedercelo, professore…Io e Derrick le abbiamo già illustrato completamente la situazione…esattamente due anni fa. Se possibile, il volto di Piton si indurì ancora di più: A quanto pare, in quell'occasione non sono stato abbastanza chiaro…Potrei sapere, di grazia, cosa vi fa supporre che il vostro compagno porti effettivamente sfortuna?. Ma professore, è ovvio! squittì una ragazzina del secondo anno. Lui andava alla St. Gwilym: la scuola bruciò sette anni fa disse Derrick. Sono secoli che non vinciamo la Coppa delle Case! E quella del Quidditch l'abbiamo vinta l'unico anno in cui non era in squadra! ruggì uno del settimo anno. L'anno scorso Cedric Diggory ci ha rimesso la vita durante il Torneo, l'avete già scordato? urlò una ragazza del sesto anno. Lo mandi via, professore, quello è un pericolo pubblico! Io non voglio volarci con lui. Altre voci si levarono contro Draco. Victoria sedeva in un angolo e tremava, gli occhi pieni di rabbia. Finalmente il professore riuscì a ristabilire la calma: Ascoltatemi, ragazzi… disse pazientemente …Voi lo sapete bene quanto me che Serpeverde è una delle Case più difficili in cui stare a causa di…chiamiamole "cause esterne". Non c'è studente in questa scuola che in fondo in fondo non ci veda come possibili Maghi Oscuri. Essere a Sempreverde è dura, molto dura…Non dimeno so che voi siete affezionati alla vostra Casa quanto i membri delle altre lo sono alle loro. È vero che abbiamo avuto un periodo di bonaccia durato sette anni, ma se mi permettete era ovvio che non potesse durare in eterno. E quando questo è finito, avete avuto bisogno di trovare qualcuno a cui dare la colpa. Ma così non va sospirò Nulla è costante tranne il mutamento. Nessuno può governare la sorte, nemmeno noi maghi. Dovete capire che certe cose possono capitare, altrimenti avrete bisogno di trovare un colpevole per ogni cosa che va' storto, proprio come i Babbani del medioevo che davano la caccia a maghi e streghe e il cui unico risultato fu uccidere persone innocenti della loro stessa razza si alzò in piedi Vi comunico che non è mia intenzione allontanare il signor Malfoy Ma… tentò Derrick. Niente ma. Anche se lo facessi non è detto che questo potrebbe servire a qualcosa. E dopo allora che farete? Troverete qualcun altro a cui dare la colpa, vero? Chi brucerete sul rogo la prossima volta che le cose andranno male? li osservò ancora con quello sguardo severo No, ragazzi. Così proprio non và. Vedete di pensare a quello che vi ho detto con queste ultime parole, uscì dalla stanza che dopo qualche istante si riempì di mormorii. Purtroppo nessuno sembrava disposto a credere a quelle parole: Assurdo! È il suo studente preferito, che vi aspettavate, che lo sbattesse fuori davvero? Quello è culo e camicia con il padre di Malfoy, altro che!. …Quel maledetto iettatore ci farà ammazzare tutti vedrete! Porta male… …stare lontano da lui ..sbatterlo fuori dalla squadra  Io nella stessa stanza con lui non ci dormo. In quel momento Victoria Cross perse la pazienza: BASTA SMETTETELA! urlò con quanto fiato aveva in gola scattando in piedi. Tutti tacquero: Volete smetterla con queste stronzate? Dannazione, Draco non porta sfortuna! È solo superstizione!. E Cedric Diggory, allora? squittì una ragazzina del secondo anno. Se tu non fossi l'idiota che sei, Ratbone, sapresti che nel corso dei secoli di partecipanti al Torneo Tremaghi ne sono morti a decine, forse a centinaia! Diggory, pace all'anima sua, non è stato il primo e non sarà certo l'ultimo. E Lucinda Matlock, la bambina che è morta nell'incendio della St. Gwilym? Quello è stato colpa sua! si fece avanti Zabini. L'ha appiccato lui il fuoco? No. Le ha detto lui di andare a nascondersi nello sgabuzzino in cui è rimasta intrappolata? No. Come ***** fa ad essere colpa sua?! Cosa ***** vi ha fatto?! urlò fuori di sé. Tu puoi dire quello che ti pare, ma io vicino a lui non ci vado proclamò Jacob Nott e tutti assentirono. Victoria li guardò come se avesse voluto sputar loro in faccia o strangolarli con le sue mani: NON SARETE CONTENTI FINCHÉ NON L'AVRETE AMMAZZATO, ASSASSINI! MI FATE SCHIFO! ruggì prima di correre via, come se non potesse sopportare la loro vista un secondo di più. Probabilmente era così. Dove sarà andata? chiese Rogette Dull. Sarà corsa da Malfoy disse Bole con una scrollata di spalle. Quella è matta. È tutta matta commentò Millicent Bulstrode Io me ne starei il più lontano possibile da lui: mica voglio rimetterci la pelle. Non è vero, Blaise?. Il ragazzo non rispose, assorto nei suoi pensieri: le parole del professor Piton ma soprattutto quelle di Victoria continuavano a riecheggiargli in mente. "Nessuno può controllare la sorte…" "Chi brucerete sul rogo la prossima volta?" "Non sarete contenti finché non l'avrete ammazzato, assassini!".

Draco non avrebbe mai pensato che un giorno sarebbe stato felice che esistessero gli esami di fine anno: tutti erano troppo impregnati nei ripassi per tormentarlo, ma non abbastanza da dimenticare la faccenda della sfortuna. Poi gli esami finirono e la storia ripigliò peggio di prima. Fu con grande sollievo che salì sul tremo che l'avrebbe riportato a Londra. Quell'anno lui e Victoria occupavano uno scompartimento da soli, visto che tutti avevano paura a sedersi vicino a lui. C'è una cosa che vorrei chiederti prima di arrivare a Londra, Draco disse esitante Victoria quando il viaggio era ormai quasi concluso. Dimmi pure rispose calmo il ragazzo: erano mesi che Victoria non lo vedeva così sereno. So che ti sembrerà idiota, ma….voglio sapere come ti senti. E non dirmi che stai bene perché lo so che non è vero. Draco si voltò verso il finestrino: Come mi sento? mormorò con voce spezzata In trappola. Condannato. Senza nessuna speranza. Ricordi cosa ti ho detto una volta, Torey? Non c'è salvezza né misericordia per i Serpeverde e i Malfoy: io sono entrambi. Il che significa un posto prenotato all'Inferno… abbassò la voce …Per quanto io sia convinto che non possa essere peggio di qui. Victoria gli posò una mano sul braccio: Pensi che tuo padre ricomincerà con il tuo "addestramento" quest'estate? chiese dopo qualche istante. Probabile. Hai visto che è successo durante l'anno, no? E poi le voci che ci sono in giro…È incredibile che quell'idiota di Caramell non voglia ammettere la verità. Forse… disse esitante Victoria …forse alla fine riusciremo a sconfiggerlo. Sì, ma quante vite costerà tutto questo? E poi…non dimenticare che ci sono quelli come me, i "presi di mezzo". Quelli di cui non gliene frega niente a nessuno. La stretta di Victoria sul suo braccio si fece più forte: A me importa di te, Draco. Lo so… mormorò il ragazzo comprendo la mano della fanciulla con la sua Tu sei tutto quello che ho, Torey. Ma non ho scelta. Lo capisco. Ma non sono ancora disposta ad arrendermi con te…E non sono sicura che lo sarò mai disse mentre un lampo di fierezza le illuminava gli occhi. Ti ringrazio, Torey…per tutto quello che hai fatto e che continui a fare. Beh… disse la ragazza arrossendo e distogliendo lo sguardo Sono la tua migliore amica, no? Piuttosto, stavo pensando…Perché non vieni da noi quest'estate?. In Italia? Sarebbe fantastico, ma non so se mio padre me lo permetterebbe. Gli farò scrivere da mio padre disse Victoria decisa Faremo in modo che accetti. Appena arrivo a casa sarà bene che mi dia da fare per trovarti qualche vestito da mettere, non puoi andare in giro per Torino con un mantello. Sono sicura che la mia città ti piacerà molto, vedrai: ci sono una sacco di posti in cui voglio portarti…. Vedo che hai già organizzato tutto disse Draco prendendola lievemente in giro. Victoria arrossì fino alla radice dei capelli: Beh…io…. Spero proprio che mio padre mi lasci venire commentò Draco con un sospiro mentre il treno entrava in stazione.