L'uomo troncò qui il suo racconto, ma a me non bastava. Dunque Draco è diventato un fantasma. Ma quella ragazzina…Victoria Cross…Cosa le è accaduto? chiesi esitante, temendo la risposta. Lo sguardo dell'uomo si fece lontano: Ha lasciato questo mondo tempo fa Oh. Abbassai gli occhi sul mio idromele: ascoltare il suo racconto era stato quasi incredibile. Attraverso le parole di quel vecchio avevo quasi vissuto quella storia…Era come sentirsela raccontare da qualcuno che l'aveva vissuta in prima persona. Chi poteva mai essere? Non un semplice compagno di scuola dei protagonisti, ma uno di loro. Fa spesso scherzi del genere ai viaggiatori? chiesi memore dello spavento che il fantasma mi aveva fatto prendere. L'uomo scosse le spalle: No, non spesso. Per la verità non si fa vedere spesso in giro. È un fantasma molto riservato, sta sempre sulle sue. Ma allora perché…. Rispose prima ancora che avessi finito: Anche i fantasmi hanno voglia di compagnia, qualche volta. Immagino… mormorai. Il mio sguardo cadde sull'orologio che portavo al polso: O mon Dieu! È tardissimo… mi alzai e cominciai a infilarmi il cappotto Grazie per avermi raccontato questa storia. Mi fece un mezzo sorriso: Grazie per aver voluto ascoltare. Pagai velocemente il conto e insieme lasciammo il locale. Vuole che le dia un passaggio? gli chiesi. No, grazie. Ha fatto già molto un mezzo sorriso ancora e cominciò ad avviarsi. Si voltò un'ultima volta a farmi un cenno di saluto: la luce che proveniva dal pub fece brillare i suoi occhi. Occhi grigi venati d'azzurro, simili a due pozze di mercurio liquido. Possibile che…? Restai impietrita a guardarlo mentre si allontanava nell'oscurità. Entrò nel cerchio di luce proiettato da un lampione e io sobbalzai: adesso non era più un vecchio, ma un sedicenne dai capelli biondi. Mi fece un ultimo cenno di saluto e poi se ne andò, sparì inghiottito dalle tenebre a cui apparteneva. E io restai lì, imbambolata, incapace di restituirgli il cenno e il sorriso distante. Non so per quanto rimasi lì ferma a fissare il cerchio del lampione, forse aspettandomi di vederlo ricomparire all'improvviso. L'orologio del comune cominciò a battere le ore e il suono della sua campana giunse fino a me, risvegliandomi. Salii in macchina e misi in moto, ma mentre guidavo non riuscivo a levarmi dalla testa ciò che mi aveva raccontato. La sua storia. E improvvisamente realizzai che nessuno oltre a me conosceva quella storia: i suoi protagonisti e le sue comparse occasionali erano morti da tempo o persi lungo i meandri della vita. E anche quelli probabilmente sarebbero stati reticenti a divulgarla. Mi chiesi se era per quello che Draco era venuto da me: perché raccontassi la sua storia. Ci pensai e ripensai a lungo. Infine decisi: avrei raccontato quella storia passata al resto del mondo. E così ho fatto. Sul mio onore, questa è la verità.
Josephine Carol Rowland
Fine