Sasuke sospirò per l'ennesima volta guardandosi nello specchio dello spogliatoio della palestra, non c'era davvero proprio niente che potesse fare per non apparire ridicolo con quelle rotelle calzate ai piedi. Aveva indossato un body da allenamento blu elettrico molto attillato con le spalline strette e i pantaloni corti, fisicamente era ormai praticamente identico a Madara se non meglio. Era certamente più definito del maggiore che, facendo soltanto Taekwondo, aveva delle priorità molto diverse dall'aspetto estetico. Ma Sasuke non poteva certo dimenticarsi della sua professione di modello presso l'agenzia di Genma, lui era il migliore soggetto maschile in assoluto mentre Hinata lo era per la parte femminile. Purtroppo Izuna, per quanto si allenasse, rimaneva sempre piuttosto sottile e comunque era più basso di lui, ecco perché Izuna, pur rimanendo nell'agenzia di Genma, come allenamenti era passato definitivamente a prepararsi per le gare di danza che lui e Hinata facevano ormai a livello regionale. Quando ballavano il liscio parevano letteralmente volare fluidi e silenziosi, davanti ai giudici sbaragliavano sempre tutti gli altri concorrenti.

Sasuke sbuffò di nuovo guardandosi, questa volta, di profilo; non era giusto che Sakura lo volesse per forza coinvolgere nel pattinaggio acrobatico. Lei aveva scelto quella tecnica da svolgere in modo totale su una piattaforma circolare che Sasuke non ricordava mai come diavolo si chiamasse. Tuttavia Sakura sfruttava anche l'ampia pista in parquet con cui era stato rivestito il pavimento della zona in cui lei seguiva i corsisti di pattinaggio.

Il locale dove insegnavano danza acrobatica Itachi e Sai, ballo moderno e workout Shisui e Yahiko, wrestling Choji, Taekwondo Madara e pattinaggio Sakura era una stanza unica solo che molto grande. Loro lavoravano o si allenavano in giorni alternati e così evitavano di darsi involontariamente fastidio a vicenda. Durante gli ultimi lavori era stato ingrandito anche il parcheggio per accogliere la maggiore affluenza di clienti che la palestra di Kisame vedeva aumentare di giorno in giorno. La sala del bodybuinlding, pur rimanendo in un ambiente a parte, risultava meno isolata in seguito alla rimozione della porta con la successiva trasformazione del varco in una grossa arcata. Entrambe le stanze avevano accesso al giardino in cui si trovavano tavoli, panchine, una piccola fontana e un distributore di bibite, acqua e una varietà di snack da sportivi; Kiba era decisamente il miglior cliente della macchinetta.

"Kisame, ti prometto che prima di finire il mio mandato riuscirò a farti asfaltare anche la strada" aveva promesso Naruto con un sorriso.

Effettivamente le macchine dei clienti non facevano altro che arrivare lì completamente ricoperte della fine polvere bianca di cui era costituita la strada sterrata. Ogni promessa di Naruto era, da sempre, un'assicurazione per il futuro, Kisame lo ringraziò abbracciandolo certo che in pochi mesi quell'inconveniente sarebbe terminato.

La grande e positiva novità era che anche Hinata stava studiando le nozioni di base di scienze motorie insieme a Kisame per diventare anche lei una insegnate di ballo liscio.

Tutti avete il vostro sport adatto, tranne me tra poco.

Sasuke sospirò di nuovo, la testa gli esplodeva.

Ma guarda se Shisui e Yahiko dovevano essere di turno proprio oggi!

"Andiamo, Sasuke, non è mica difficile." Gli occhi verde smeraldo di Sakura erano pieni di luce primaverile, circa un mese prima "Tu devi solo ruotare e farmi da supporto sfruttando la forza centrifuga, il difficile delle acrobazie lo faccio io."

"Tu ti rendi conto che mi farai ridere alle spalle da tutti, vero?" Sasuke si era infilato le mani nelle tasche dei pantaloni corti ricominciando a camminare sperando che il discorso finisse lì.

Si trovavano nel parco che aveva visto Sai e Kiba baciarsi per la prima volta, Sasuke sapeva perfettamente che il suo sguardo basso sarebbe durato poco trascinato di nuovo in alto dall'entusiasmo di sua moglie. Ormai non c'era più via di scampo, da quando Sakura aveva convinto Itachi a insegnarle qualche trucco acrobatico e lei lo aveva adattato con successo al pattinaggio, si era messa in testa che lei e Sasuke sarebbero stati una bomba esibendosi in coppia.

Una bomba per te, una spina nel fianco per me.

Il viso di Sasuke risultò terribilmente buffo e dolce mentre cercava di risollevare di sottecchi lo sguardo dal sentiero di ghiaia, Sakura lo aveva intercettato sorridendo con un tempismo perfetto. Lo trovava adorabile quando si sforzava di rimanere arroccato nel suo cipiglio.

"E va bene" capitolò il moro sbuffando "Ma se vedo che non riesco o che Shisui e Yahiko iniziano a ridere smetto all'istante."

"Sì!" Sakura gli saltò al collo baciandolo "Grazie, amore mio. Vedrai che non te ne pentirai, perché non dovresti riuscire?"

Dire di no a Sakura era impossibile e Sasuke doveva ammettere che effettivamente non se ne era mai pentito. Fare il viaggio di nozze tutti insieme anche con Izuna e Hinata era stata una sua idea, un modo per rafforzare quell'incrollabile amicizia nata malgrado gli iniziali contrasti di Sasuke con Neji e Hinata. L'estate di due anni prima era stata tremenda per tutti, ma aveva lasciato dietro di sé nient'altro che la voglia di viversi appieno tutti questi cambiamenti positivi ed entusiasmanti.

L'impossibilità di dire di no a Sakura era proseguita durante tutta la vacanza in Brasile coinvolgendo anche l'altra coppia che era con loro. Una sera Sakura era stata capace di trascinarli in un gigantesco mini golf pieno di trappole nonostante nessuno di loro sapesse giocarci, la ragazza non faceva altro che saltare sulle piste per capire quelle delle buche fosse quella ingannevole riuscendoci sempre solo guardandoci dentro pochi secondi.

"Sakura, ma come ci riesci?" le aveva chiesto Hinata sgranando gli occhioni celesti.

"È facilissimo. La buca buona termina in un vicolo cieco mentre la trappola sotto ha un tubo che porta la pallina fuori strada." Sakura aveva risposto alla sua amica balzando giù dal terrapieno dell'ennesima pista che aveva ispezionato.

"Sakura, ma se fai così che gusto c'è?" protestò Sasuke sbuffando e roteando gli occhi.

Per tutta risposta lei lo aveva baciato costringendolo a trasformare il broncio in un sorriso.

Oltre alle trappole, quel minigolf era stato anche decorato con piccolissimi cactus. Alcuni erano bonsai molto graziosi e fioriti ma una vera tortura per chi, come loro, impugnava la mazza per la prima volta, i movimenti scorretti li facevano bucare di continuo suscitando l'ilarità sia loro che di tutte le altre persone presenti.

Era sempre Sakura che li tirava nelle pazze nottate di danza in spiaggia o nelle escursioni in barca in cui rischiavano di finire circondati dagli squali.

"Tranquilli, ragazzi, noi non siamo sul loro menù. Se così fosse stato esisterebbe un esercito di squali che cammina sulla terra con piedi e gambe."

Risero tutti quanti mentre la barca scivolava su un'acqua talmente trasparente e calma da sembrare non esserci proprio, guardando giù dal ponte i quattro amici avevano l'impressione di volare su una specie di astronave. Con quella battuta, Sakura aveva voluto tranquillizzare Hinata dopo averla vista sobbalzare diverse volte a causa dell'ombra dell'imbarcazione proiettata sul profondo e immobile fondale.

Sakura li aveva trascinati in mezzo ai cactus, nel territorio degli squali, tra dune di sabbia rovente senza nemmeno una goccia d'acqua, figuriamoci se non avesse potuto spuntarla nel fare indossare al marito un paio di pattini a rotelle.

Sasuke sbuffò di proposito verso l'alto sollevandosi la frangia con il fiato, facendo un mezzo giro sui pattini già indossati, si era rimesso in posizione frontale rispetto allo specchio dello spogliatoio. I pettorali erano davvero molto evidenti e definiti sotto il body blu elettrico, ormai sovrastava fisicamente Shisui; Yahiko forse no ma se si fossero messi a ridere ne avrebbe dette quattro a tutti e due. Si puntellò le mani sui fianchi mentre il broncio deformava di nuovo il bel viso, era in collera con sé stesso per non avere avuto ancora il coraggio di lasciare lo spogliatoio temendo sguardi e risatine. Odiava riconoscerlo ma quelle del cugino sarebbero state le più fastidiose.

"Sasuke, quanto ti ci vuole ancora?"

La voce di Sakura arrivava ancora da piuttosto lontano, Sasuke sapeva esattamente cosa sarebbe successo se non si fosse deciso ad uscire da quella stanza: lei lo avrebbe chiamato forse un altro paio di volte, poi avrebbe sentito un rullare di rotelle in avvicinamento per ritrovarsi trascinato fuori a forza tirato da un braccio.

Sarebbe un disastro doppio se Shisui e Yahiko vedessero davvero una scena come questa. Per non palare di Madara, fuori molto educato per però cappottarsi dalle ristate dentro di sé. Mentre tu, Nii – san…

"Sasuke, io e Akira ti stiamo aspettando."

Beh, spero che almeno tu sia troppo piccolo per ricordarti la mia disfatta prendendomi in giro per tutto il resto degli anni futuri.

Sasuke inforcò l'uscita guardando fiero davanti a sé, mentre si concentrava sull'immagine di Sakura in piedi sulla piattaforma circolare e sul piccolo Akira seduto in terra, con la coda degli occhi vide guizzare lo sguardo di Shisui. Il bianco dei denti del cugino aveva appena iniziato ad apparire quando ricevette una gomitata alle costole da Yahiko. Entrambi si voltarono fingendo di sistemare gli attrezzi per la danza workout del rosso, ma a Sasuke non sfuggì la risata trattenuta uscire dal naso di uno dei due.

Il moro salì sulla piattaforma accanto alla moglie come se andasse al patibolo.

"Guarda, Akira, ora vedrai Zia Saku volare." Sakura afferrò entrambe le mani del marito con le sue.

Akira batté le manine sorridendo, adorava ammirare chi aveva la capacità di volare come Zio Tachi. Le guanciotte gli si colorarono leggermente di rosso.

Sasuke e Sakura iniziarono a roteare sui pattini prendendo velocità. Il broncio del moro si sciolse in un sorriso sentendo l'aria sulla pelle e vedendo i capelli rosa della moglie che iniziavano a fluttuare come se fossero fatti di seta, sorrise anche lei. Ormai erano talmente veloci che Sasuke vedeva lo sfondo così sfumato da non riuscire più a distinguerlo, solo l'immagine di Sakura era ferma e radiosa. La ragazza slanciò in alto una delle gambe magre fasciata dal collant color carne come se eseguisse una spaccata, Sasuke le afferrò la caviglia. Ora Sakura avrebbe dovuto staccare anche l'altro piede dalla piattaforma per volare a testa in giù aiutata dalla velocità e dal marito che le tratteneva le caviglie. Immaginò che Akira vedesse solo il turbinio dei capelli rosa e dei brillantini che aveva sul vestito, sperò che la riconoscesse in tutto questo.

Peccato che a Sasuke scivolò la presa del secondo piede, Sakura rovinò maldestramente con il sedere a terra facendo un paio di ruzzoloni sul pavimento.

Le risate di Shisui e Yahiko non avevano più motivo di essere trattenute, Madara accorse silenzioso come l'aria nella sua divisa da Taekwondo. Akira, sul momento stupito, si unì all'ilarità seguendo l'esempio di Shisui e Yahiko che erano stati prima squadrati attentamente dai suoi occhioni castani per sondarne le reazioni.

"Ti sei fatta male, Sakura?" chiese Itachi senza abbandonare la posa elegante che aveva a dieci metri di altezza.

La ragazza si alzò in piedi sorridendo e massaggiandosi le natiche: "Io no ma Sasuke è davvero una frana. Vieni qua, Akira, ora gli insegnerai tu come si fa."

Altre risate da Shisui e Yahiko mentre lei prendeva in braccio il bambino risalendo sulla piattaforma, persino Madara sorrideva divertito. Sasuke scese con l'orgoglio ferito ma curioso di vedere cosa aveva intenzione di fare la moglie adesso.

Sakura iniziò a volteggiare molto meno veloce di prima con Akira in braccio, gli fece fare una specie di casquè mentre il bambino mostrava la lingua a Sasuke.

"Siete delle canaglie" protestò il moro.

Altre risate.

"Otouto, se vuoi posso darti una mano negli allenamenti." La proposta di Itachi, sempre appeso ai suoi nastri, era stata dolce e in buona fede.

"Nii – san, quando scendi di lì ti faccio vedere io!" Sasuke stringeva i pugni con le guance rosse e le sopracciglia aggrottate "Anzi, sai che ti dico? Ti conviene imparare proprio a viverci là sopra."

Sasuke si rinchiuse stizzito di nuovo nello spogliatoio. Lo sghignazzare di Shisui e Yahiko continuava ad arrivargli anche mentre faceva volare i pattini per un paio di metri sul pavimento.

Konan era molto contenta di avere sostituito Sakura al bancone di quel bellissimo locale vintage dove Sasuke l'aveva conosciuta e dove poi si erano riuniti a festeggiare tutti insieme sia un inizio che una fine. Era accaduto due anni prima, avevano brindato contemporaneamente sia alla conclusione di un funesto periodo, sia all'arrivo di una nuova vita, Akira avrebbe visto la luce per la prima volta mentre loro sarebbero tornati a sorridere affacciandosi a un principio pieno di promesse.

Certo Konan non aveva potuto sostituire Sakura nel suo caratteristico servire i clienti sfrecciando sui pattini, ma era sicuramente andata meglio così per tutti. Sakura adesso aveva finalmente la possibilità di sviluppare il suo talento, mentre Konan, facendo degli orari più agevoli rispetto a quando svolgeva i turni di notte al Susanoo, si poteva dedicare meglio e di più a Neji e a tutti gli amici.

Il desiderio di allargare la famiglia era diventato sempre più intenso per lei e il marito, soprattutto dopo aver visto come Akira si fosse affezionato a tutti e viceversa. L'arrivo di quel bambino aveva davvero aperto il cuore di tutti facendo sparire tormenti e malinconie. Madara gli donava tutto il suo prorompente amore ricevendo in cambio abbracci e sorrisi. Grazie alla sua allegria, per Itachi la perdita della vista non era mai stata fonte di depressione o causa di rinuncia in qualcosa. Obito e Rin che sembravano brillare di luce propria da quanto erano raggianti. Naruto se lo portava addirittura in ufficio dove tutti lo adoravano come una seconda famiglia. Lo stesso accadeva nella palestra di Kisame dove Akira si contendeva il ruolo di mascotte con Akamaru.

"Sarebbe meraviglioso se Akira avesse un compagno di giochi."

Neji, che la veniva a trovare ogni volta che aveva del tempo libero anche solo per pochi minuti, le aveva risposto solo con un bacio, ma il luccichio degli occhi aveva gridato più forte di mille parole.

Ci sei?

Konan si massaggiò delicatamente la pancia distogliendo gli occhi ambrati dalla sala e dalle manopole vintage della spina, il bel viso assunse un'espressione malinconica. Quella domanda cadeva nel vuoto ormai da tre mesi, Konan aveva quasi quarant'anni e il dubbio che potesse essere troppo tardi a volte la faceva restare senza respiro. Non aveva avuto il coraggio di parlarne con Neji, i loro sette anni di differenza all'inizio del rapporto lo avevano bloccato per diverso tempo. Konan si sentiva riprovevole al solo formulare il pensiero, temeva che se lei non avesse più potuto dargli un figlio, lui avrebbe potuto avere il desiderio di cercarlo altrove. Tuttavia comprendeva che si trattava di congetture completamente create dalla sua testa.

Mi mancherebbe da morire la maternità, sarebbe un grande sogno rimasto irrisolto. Non so se potrei sopravvivere.

Suoni inconfondibili cancellarono tutta la tristezza dall'espressione di Konan all'istante, scaturivano dalle quattro persone che erano entrate in quel momento. Le loro voci e la loro positività riuscirono a riempire la sala ancora piuttosto vuota in attesa dell'ora dell'aperitivo.

Sasuke e Sakura, Izuna e Hinata. Akira saltava da una mattonella all'altra del pavimento a scacchiera cercando di centrare solo quelle bianche. I quattro ragazzi lo portavano sempre volentieri fuori con loro, come anche tutti gli altri, del resto. Il cuore di Konan si colmava sempre di gioia vedendo come, nonostante tutti i difficili trascorsi di due anni prima, quei quattro ormai fossero diventati inseparabili. Erano straordinari, raramente due coppie avrebbero potuto sopravvivere a tutte quelle incomprensioni risultando poi più uniti di prima. Forse il fatto che Itachi avesse sfiorato la morte aveva aiutato tutti gli altri a vedere ogni problema nella giusta prospettiva.

Nonostante tutto questo rasenti la perfezione, manca ancora davvero pochissimo affinché si possa definire tale. So che è sbagliato pretendere troppo, ma si tratta comunque di qualcosa che arricchirebbe ulteriormente questo bellissimo dipinto.

Con un sorriso magnifico a scoprirle i denti bellissimi, Konan si avviò verso di loro sentendosi sollevata.