Ciao!! Tutte le avvertenze sono nel primo capitolo!
Bye!
La mia vita con Duo – HEERO E DUO ARCHby Ely
Capitolo 2
Nello stesso istante in cui le porte dell'ascensore si aprirono al sedicesimo piano della sede dei Preventers, io e Wufei ci accorgemmo che qualcosa non andava; tra gli uffici, infatti, c'era uno strano ed incessante via vai di gente apparentemente ansiosa ed allarmata. Perplesso scambiai uno sguardo con il mio collega che automaticamente si strinse nelle spalle come per dirmi che non aveva la più pallida idea di cosa stesse succedendo. Dopo un solo breve momento d'indecisione ci avventurammo lungo l'ampio corridoio e, decisi a saperne di più di quell'inconsueto trambusto, ci fermammo davanti all'ufficio di Quatre e Trowa. Wufei spinse la porta affacciandosi incuriosito, io ero appena dietro le sue spalle e non riuscii a vedere nella stanza, ma sentii la voce concitata del nostro collega biondo.
"No, no! Non è qui! Ma sei sicura di aver controllato bene?" Fece una pausa e capimmo che stava parlando al telefono. "Ok, ok! Ora scendo!!" esclamò, mise giù la cornetta e credo che in quel momento vide Wufei alla porta perché lo sentii trasalire.
"Ma si può sapere che sta succedendo?!" esclamò l'ex-pilota di Shenlong senza rendersi conto che io lo spingevo per un braccio affinché mi facesse spazio, ma lui aveva puntato i piedi e incrociato le braccia al petto in una delle sue classiche pose autoritarie. Se volevo affacciarmi nella stanza l'unica cosa che mi restava da fare era girargli intorno ma mi arrestai di colpo quando Quatre riprese a parlare, la sua voce era rotta da un'emozione che a malapena riusciva a controllare, se non aveva già pianto di certo l'avrebbe fatto da lì a poco. Non lo avevo mai sentito tanto disperato.
"Oh Wufei..." balbettò e credo che vedere un volto amico lo avesse fatto cedere un po' di più perché lo stesso Wufei cambiò espressione e lo fissava sinceramente preoccupato. "N-Non sai? E' successo un incidente."
Non so cosa mi passò per la testa in due nanosecondi, dentro di me sapevo che Quatre avrebbe reagito in modo tale solo se fosse accaduto qualcosa di grave ad uno di noi. Il cuore prese a battermi forte nel petto e questa volta spinsi con più forza il mio collega cinese affinché mi facesse spazio. Wufei non oppose un minimo di resistenza e fece un passo di lato continuando a tenere il suo sguardo fisso in avanti.
"Che incidente?!" domandai apparendo di colpo nello specchio della porta; Quatre emise uno squittio di sorpresa facendo un salto indietro che lo fece urtare contro la sedia della sua scrivania e finire sgraziatamente a terra. I suoi occhi si dilatarono fino al punto che per un istante temetti che gli sarebbero scappati dalle orbite. "Per Allah..." lo sentii sussurrare con un fil di voce e fu la prima volta che udii un'imprecazione sfuggire dalle sue labbra. Wufei fu rapido a corrergli accanto, si chinò sulle ginocchia e gli chiese se si fosse fatto male. Quatre scosse il capo e continuò a fissarmi pallido in viso; si rimise in piedi ma le gambe gli tremavano ancora e se l'amico non lo avesse sorretto certamente sarebbe finito di nuovo a terra.
"C-Come d-diamine... c-c-ome...?" balbettò incapace di mettere due parole coerenti di seguito. Io e Wufei ci scambiammo uno sguardo perplessi ma, prima ancora di chiedere spiegazioni, fummo interrotti dalla voce di Trowa che, improvvisa, giunse dal fondo del corridoio.
"Heero!!" esclamò e non so dire se il tono fosse scioccato, spaventato, felice o completamente sbalordito e lo stesso dicasi per l'espressione del suo volto. Restò immobile, come impietrito, per un solo istante e poi ci raggiunse a passi lunghi e veloci. A quel punto era completamente in alto mare e non sapevo più cosa pensare. Trowa mi arrivò davanti, mi afferrò per le spalle scuotendomi con forza e sul volto aveva il sorriso più grande e sincero che gli avessi mai visto, aveva le lacrime agli occhi e tremava leggermente.
"Santo cielo, Yuy! Tu sì che sei immortale!!" affermò e mi tirò a sé abbracciandomi come non aveva mai fatto in vita sua. Trowa era ancora più alto e muscoloso di me e io mi ritrovai col capo premuto contro la sua spalla, totalmente confuso ed anche un po' imbarazzato. Quando finalmente mollò la presa, mi sentii avvolgere dalle braccia tremanti di Quatre e questa volta mi ritrovai con il suo capo contro la mia spalla.
Assolutamente e completamente basito, mi tirai indietro per scrutare attentamente i miei due amici. "S-Sì può s-sapere che sta succedendo?" balbettai infine e Wufei si unì a me mostrando nello sguardo la stessa sincera confusione.
"Dovremmo essere noi a chiederlo a te!" ribatté Trowa ma per la seconda volta venimmo interrotti prima che qualcuno potesse fare luce su quell'assurda situazione. La voce di Lady Une rimbombò nel corridoio e la donna arrivò di corsa cominciando a parlare con voce concitata.
"Oh Dio, ragazzo!! Ci hai fatto prendere un bello spavento!"
Improvvisamente tutti e tre presero a parlare insieme e a pormi mille domande facendo una confusione tale che non riuscii a capire una sola parola, mi accorsi solo allora che tutto il via vai tra gli uffici si era arrestato e che alcuni colleghi si erano fermati di colpo chiudendosi a cerchio introno a noi con i volti sorpresi e addirittura intimoriti.
"Ora basta! Fate silenzio!!" urlai di colpo e notai di aver battuto Wufei sul tempo di solo qualche secondo, anche lui era sul punto di esplodere. Trowa, Quatre e Une si azzittirono all'unisono così come all'unisono avevano cominciato a parlare. "Ora fatemi la cortesia di spiegarmi cosa diavolo sta succedendo!" Aprirono la bocca tutti insieme ed io alzai di scatto le mani prima ancora che emettessero un suono. "Uno solo! Trowa, per favore..."
Fortunatamente Lady Une non si risentì dal fatto che l'avevo messa a tacere ed in silenzio ascoltò le parole dell'ex-pilota di Heavyarms.
"Credevamo fossi morto!" cominciò Trowa. "L'aereo da Helena a qui è precipitato due ore fa al largo delle coste Portoghesi e tu dovevi essere su quel volo!!"
"C-Cosa...?" esclamai stupefatto.
Quatre mi afferrò per le spalle e mi fece voltare verso di lui. "Risultavi persino nella lista dei passeggeri! Come è possibile che... che ora tu sia qui?"
"Io... s-sono tornato con Wufei." Tre teste si volsero contemporaneamente verso il giovane cinese che d'istinto fece un passo indietro. "Ci siamo incontrati per caso all'aeroporto," dissi e mi resi subito conto del peso che la semplice espressione 'per caso' aveva in quel contesto. "Avevo già fatto il check-in quando mi ha detto che era lì con uno degli aerei privati dell'organizzazione."
"Hai idea di quello che ci hai fatto passare?!" esclamò Lady Une, ma capii subito che non si aspettava risposta, il suo era più un bisogno di sfogarsi che un rimprovero. Tra le persone intorno venne tirato un sospiro di sollievo generale, sentii qualcuno ridere e altri dirmi che avevo una fortuna sfacciata, poi un poco alla volta la folla intorno si dissolse lasciando solo noi cinque in piedi tra il corridoio e l'ufficio di Quatre e Trowa.
"Accidenti, Heero... hai una gran fortuna davvero," sussurrò Quatre che stava lentamente riprendendo colore in viso. Io mi limitai ad annuire, mi rendevo conto che nella mia vita più di una volta avevo avuto il privilegio di essere così spudoratamente baciato dalla buona sorte. Se un paradiso esiste allora sono certo che lassù c'è qualcuno che veglia su di me e che ha forti contatti coi piani alti... molto alti.
Sorrisi sentendomi leggero come una piuma e solo in quel momento, quando le acque si furono finalmente calmate, mi accorsi di un particolare fondamentale. "Dov'è Duo?"
Istantaneamente Wufei prese a guardarsi intorno mentre io mi accorsi subito degli sguardi ansiosi che gli altri tre si scambiarono.
"Ecco..." balbettò Quatre prendendo il comando della situazione. Tirò un profondo sospiro e ricominciò. "Lo abbiamo perso..."
"C-Che... che diavolo significa che lo avete perso?!?" chiesi.
"Era qui un momento fa..." balbettò indicando la porta di fronte, l'ufficio mio e del mio compagno. "Mi sono allontanato solo un istante e lui è... è scomparso..."
Senza aggiungere una parola mi feci spazio tra Une e Trowa e oltrepassai la porta del mio ufficio trovandolo completamente vuoto. Vi erano alcuni oggetti a terra vicino alla scrivania di Duo, il porta penne, il telefono e un bel numero di fogli sparsi. "Che è successo?"
"E' stato lui a sentire la notizia per primo e a riconoscere l'aereo su cui viaggiavi tu," sussurrò Quatre restando sulla porta, lo sguardo basso e colmo di tristezza. Vidi di sfuggita Lady Une sussurrare qualcosa a Trowa e a Wufei e allontanarsi subito dopo ma la mia attenzione era tutta su Quatre e su ciò che stava dicendo. "Era sconvolto e... oh cielo... Heero, puoi immaginarti come stava! Abbiamo cominciato a telefonare agli aeroporti e a richiedere informazioni tramite i contatti dei Preventers ma ogni notizia che arrivava non faceva altro che confermare che... che tu eri morto." Mi sentii gelare il cuore al solo pensiero del dolore che Duo aveva potuto provare. "Era scioccato e abbiamo tentato di calmarlo, di stargli vicino… ero io qui con lui mentre Trowa cercava informazioni con Lady Une."
"E come hai fatto a perderlo?" domandai stupefatto.
Mi sono allontanato un istante per andare a chiamare Sally. Aveva bisogno di aiuto e....ed io non... non sapevo più cosa fare..." Si inumidì le labbra secche e riprese a parlare torcendosi le mani. "Quando sono tornato non c'era più... mi sono allontanato solo per due minuti! Mi dispiace, Heero! Davvero!!"
"Lo avete cercato?" domandò Wufei mentre Quatre mi veniva vicino.
"Lo stavamo cercando, ma su questo piano non c'è e non riusciamo a trovarlo da nessuna parte nel palazzo," rispose Trowa alzando le mani in segno di sconfitta. Lo squillo del telefono nel suo ufficio attrasse di colpo la sua attenzione e velocemente si allontanò scomparendo dalla vista.
Intanto i miei pensieri vorticavano furiosamente, raccolsi il telefono da terra e composi il numero del cellulare del mio compagno. "Non funzionerà..." sussurrò Quatre e un istante dopo udimmo il trillo del telefono mobile di Duo, mi voltai di scatto e mi accorsi che veniva dal suo giubbotto appeso allo schienale della poltrona. "Ci abbiamo già provato... se ne è andato senza portarsi niente... anche le chiavi di casa sono ancora qui." Sentii mancarmi il respiro e il mio ex-commilitone biondo mi afferrò per il braccio con cui tenevo la cornetta del telefono. "Era sconvolto, Heero..." sibilò quasi senza voce e vidi che aveva gli occhi lucidi per le lacrime. "Non credevo neppure che riuscisse a mettersi in piedi... se avessi anche solo immaginato che se ne sarebbe andato io… io non lo avrei lasciato solo..."
"L-Lo so Quatre..."
Il giovane Winner strinse la presa intorno al mio braccio, i suoi occhi erano colmi di rimorso e quando batté le palpebre una lacrima gli scivolò lungo la guancia. "Sta male," mormorò, "lo sento..." Se c'è una cosa che ho imparato negli anni è che Quatre non sbaglia mai quando parla degli stati d'animo delle altre persone, non so come fa e credo di non volerlo sapere, è una cosa estremamente personale per lui. Per questo quando mi sussurrò che dovevamo trovarlo, la paura mi gelò il cuore ed un brivido mi corse su per la schiena. Riuscii a malapena ad annuire e abbandonai l'inutile telefono.
In quello stesso momento Trowa rientrò nell'ufficio con una certa fretta e con notizie che ci fecero tremare tutti. "Era Sally, dice che giù in portineria hanno visto uscire Duo almeno una mezzora fa."
Per più di settanta minuti girammo come trottole nei dintorni, eravamo convinti che nel suo stato Duo non sarebbe riuscito a prendere un mezzo pubblico e quindi speravamo che non si fosse allontanato molto dal Quartier Generale dei Preventers. Le nostre supposizioni si rivelarono errate e non trovammo il nostro amico da nessuna parte. Feci anche un salto a casa nella speranza che fosse tornato ma l'appartamento era vuoto e buio e di nuovo mi buttai nella ricerca. Chiedemmo ai passanti e ai negozianti della zona, Lady Une contattò la polizia e gli ospedali ma non saltò fuori niente ed io cominciai a sentirmi davvero preoccupato. Dopo l'ennesimo giro del quartiere ci ritrovammo tutti e quattro nella piazza davanti al palazzo degli uffici dei Preventers e sconsolati ci riunimmo uno alla volta ognuno agitando il capo per fare cenno di no.
Spaventato mi passai una mano tra i capelli. "Dove sei Duo? Dove sei?" balbettai tra me e me guardandomi intorno per la milionesima volta.
Trowa sospirò affranto. "Abbiamo cercato da per tutto," disse ed io feci cenno di no, evidentemente c'era un posto dove non avevamo ancora guardato, un posto dove Duo ora era solo e disperato.
"Oltretutto è buio da un pezzo," commentò Quatre.
Wufei sbuffò alzando le mani e agitandole nell'aria. "Ma che diavolo gli è saltato in mente? Dov'è quello stupido?!" So che nella sua voce c'era solo una grande preoccupazione e non un pizzico di rabbia, ma io ero davvero al limite della sopportazione ed ero così teso e preoccupato che rischiavo di andare in pezzi da un momento all'altro. Le parole del mio collega cinese furono come una miccia per me.
"Cosa vuoi che gli sia saltato in mente?!?" urlai, mi sentii improvvisamente la testa leggera e le mani tremare dalla collera e la paura. "Non è uno stupido!! Ma sta male ed è solo e crede che... dannazione! Ma tu come staresti se pensassi di aver perso Sally per sempre, eh?!"
"Heero... calmati," si affrettò a dire Quatre mentre Wufei indietreggiava di un passo.
"Calmarmi?! E come diavolo faccio a calmarmi?!?"
Trowa mi poggiò una mano sulla spalla e strinse le dita. "Siamo tutti preoccupati, ma dare di matto non servirà a niente!"
"Non volevo offendere nessuno," affermò Wufei. "E' solo che..."
"Lo so!" esclamai di colpo e poi tirai un profondo sospiro chiudendo gli occhi, dovetti fare davvero uno sforzo con me stesso per calmarmi. Quando tornai a guardare i miei amici mi resi conto di aver esagerato e la mia voce scese notevolmente di volume. "Lo so Wufei... s-scusami..." balbettai. "Scusatemi tutti... è che non so davvero più dove cercarlo."
Per qualche istante tra di noi calò un mesto silenzio e scommetto che di nuovo vagliammo in mente tutti i possibili posti in cui avremmo dovuto guardare. Intorno a noi la gente si muoveva attraversando la piazza come fantasmi senza volto ed ebbi quasi la sensazione che tutto questo appartenesse ad un'altra realtà e che io, Quatre, Trowa e Wufei non fossimo lì, eravamo noi i veri spettri.
La torre dell'orologio suonò il primo rintocco.
"Forse dovresti riprovare a casa," suggerì Trowa.
"Forse dovremmo ricontrollare anche a casa nostra e a casa tua Wufei."
Il secondo rintocco rimbombò nella piazza illuminata a giorno.
Wufei incrociò le braccia. "Chiediamo anche a Sally, a Une e a Noin di fare lo stesso."
"Già," concordò Quatre. "Non si sa mai."
Terzo rintocco.
"Direi di riprovare alla polizia e negli..."
La voce di Trowa sbiadì lentamente nella mia testa ed io mi accorsi di non essere più in grado di sentirli. Sollevai il capo e il mio sguardo si posò sulla torre, un'antica struttura di marmo bianco che s'innalzava dall'area centrale di un palazzo d'epoca che ora ospitava il museo di storia contemporanea. Il quarto rintocco letteralmente mi svegliò. Battei le palpebre e mi accorsi che gli altri tre mi fissavano preoccupati.
"Heero... stai bene?" sussurrò Quatre.
Io non badai neppure alla sua domanda. "Che ore sono?" chiesi, rendendomi conto che mi ero voltato verso l'orologio sulla torre senza guardarlo veramente.
"L-Le nove," rispose Trowa e da come mi fissava sono certo che dovessi avere un'espressione tremendamente strana sul volto, un giorno magari gli chiederò di descrivermela, perché a ripensarci ora doveva essere qualcosa di veramente singolare a giudicare dalla reazione del mio collega.
"So dov'è!!" esclamai di botto sentendomi arrivare il cuore in gola; presi a correre verso il lato nord della piazza e gli altri tre mi raggiunsero in un istante riempiendomi di domande. Ci infialammo in uno dei vicoli e zigzagammo tra la gente come se avessimo avuto il diavolo alle calcagna. Sapevo dove stavo andando e fortunatamente non era lontano. In cuor mio sperai di aver visto giusto perché altrimenti non avrei proprio saputo dove sbattere la testa.
Meno di dieci minuti dopo sbucammo davanti alla recinzione di metallo del parco. Girammo a destra e ci fermammo davanti al ristorante in cui io e Duo saremmo dovuti andare quella sera. Avevamo il fiatone, tutti e tre, ma eravamo ancora piuttosto atletici nonostante le ore di ufficio e ci mettemmo poco a riprenderci. L'unico che si tenne il fianco per qualche secondo fu Quatre, ma quando spinsi la porta per entrare nel locale si ricompose in un attimo. Come sempre le luci erano più basse che in un classico ristorante e i tavoloni di legno continuavano a dargli quell'aspetto da pub. Una ad una scrutai le facce delle persone sedute, i ragazzi dietro di me mi seguivano senza dire una parola, spaventati dall'idea di dovermi dire che non riuscivano a scorgere Duo.
Un cameriere ci si fece subito incontro sorridente. "Buona sera!" esclamò. "Un tavolo per quattro?"
"Stiamo cercando una persona... ehm... un ragazzo, della nostra età, ha una lunga treccia e..."
"Heero!" Mi voltai di scatto riconoscendo la voce e la cameriera, che solitamente serviva me e Duo, mi raggiunse velocemente. "Finalmente sei arrivato, non sapevo più cosa fare! Non sapevo se chiamare la polizia o l'ospedale o i Preventers, perché voi siete Preventers, vero? Ricordo il giubbotto che di solito portate e poi..."
Quel fiume in piena di parole mi fece provare uno strano senso di vertigine, sia per la velocità insopportabile con cui le proferiva sia perché implicavano che forse non avevo fatto un buco nell'acqua. "L-Linda... Linda, calmati un attimo!" le dissi sollevando le mani per farle anche cenno di tacere. "Di che parli? Hai visto Duo? Sai dov'è?"
"S-Sì... sì! Certo che so dov'è! E' qui, è arrivato almeno mezzora fa, ma non credo stia bene..."
Improvvisamente tutto ciò che diceva non aveva più importanza, Duo era lì ed io mi sentii l'animo riempire di gioia e scaricarsi di almeno una tonnellata. "Dove? Dov'è, Linda?!"
"F-Fuori, sulla veranda, ma si può sapere cosa...?"
Le chiusi le spalle nelle mani e letteralmente la spostai dalla mia strada, sentii Quatre che tentava di darle qualche rapida spiegazione mentre a grandi passi coprivamo la distanza che ci separava dalla porta-finestra che dava sul retro. In un baleno uscimmo fuori e ci fermammo di botto quando riconoscemmo il nostro amico.
A stare attenti sono sicuro che in quel momento si sarebbero potuti sentire quattro cuori affondare come sassi nel mare.
Continua…
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Che bello!! Avete letto ancora qualcosa che ho scritto!!! Grazie!!! Davvero ^o^
Ciao!!! ^_^
