CAPITOLO 2° - UN ALLEATO SEGRETO

La mattina successiva, quella di lunedì, arrivò fin troppo in fretta per Harry. Stava sì lasciando l'abitazione dei Dursley, ma solo per passare alla torpida e puzzolente noia della casa della signora Figg. Non aveva mai desiderato così intensamente di tornare a Hogwarts.

"Sbrigati ragazzo! Dobbiamo incontrare Marge all'aeroporto tra un'ora!"

Harry finì di scrivere un biglietto di scuse indirizzato a Ron e lo legò alla zampa di Edvige.

"Ron ti rispedirà da me quando sarò di nuovo a casa. Fino ad allora stai con lui d'accordo?". Edvige pizzicò le sue dita affettuosamente, come se provasse pena per lui, poi volò fuori dalla finestra. Harry prese le sue valige e filò giù, trovando uno zio Vernon molto ansioso ai piedi delle scale.

"Le prenderò io quelle" ringhiò zio Vernon. Harry lo fissò senza parole.

"Mi auguro non avrai pensato di fare i compiti dalla signora Figg" sbuffò in una sorta di spiegazione. Si allungò verso lo zaino di Harry, frugandolo."Non voglio, per alcun motivo al mondo, che venga a scoprire della tua - AAAAHIAAA!" Tirò fuori la mano indagatrice e fissò lo sguardo sull'indice gonfio e arrossato "Qualcosa mi ha morso!" sbraitò.

Harry si costrinse a non ridere "E' solo un libro. Parla delle creature mag..hum. creature.insomma animali" soffocò un risolino. "Pensavo di averlo legato bene ma a quanto pare si è liberato."

"NON PORTERAI MAI LE TUE PORCHERIE SCOLASTICHE DALLA SIGNORA FIGG! DAMMI LA BORSA! SALI IN MACCHINA!"

Harry sorpassò di corsa zio Vernon, tremando per gli scoppi di risa repressi, pigiò le sue due valigie di vestiti nel baule e si sedette nell'auto, dietro, vicino a Dudley il quale doveva essersi fatto venir il torcicollo nel tentativo di seguire gli strepiti di suo padre.

Forse Harry non avrebbe finito i compiti dalla signora Figg, ma l'espressione sulla faccia di zio Vernon valeva bene quella punizione. Un paio di minuti dopo zio Vernon ritornò con lo zaino di Harry, notevolmente più leggero di quando aveva lasciato la sua camera. Lo zio glielo mollò sulle ginocchia.

"Porcherie. Quasi sanguinavo.L'ho chiuso nella credenza.Così impara!" borbottò. Con uno scatto zia Petunia lo guardò allibita dal suo sedile. Il marito tirò un profondo respiro. "OK" mormorò alla fine "Andiamo".

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"Grazie davvero per volerlo tenere signora Figg, è così gentile da parte vostra! Lo poteremmo con noi, sapete, ma il bambino soffre di mal d'aria. Un peccato davvero." Zia Petunia guardò il nipote con rassegnata compassione .

Harry sentì che stava per venirgli nausea sul serio.

"Non c'è alcun problema cara. Harry ed io staremo bene insieme fino al quando tornerete- -non è vero Harry?" la signora Figg si abbassò un poco e gli strapazzò le guance. Ai margini della visuale ad Harry parve di vedere zia Petunia sorridere malignamente.

Petunia salutò educatamente e si affrettò ad uscire. Harry vide l'auto dei Dursley allontanarsi dal parcheggio della signora Figg. Si domandò come dovesse essere la Toscana in quel periodo dell'anno.

"Ti va un tortino di zucca caro? Un panino al cetriolo?"

Harry si voltò. La signora Figg gli stava porgendo un piatto di panini stantii e tortini che sembravano delle sostanza più dura esistente sulla terra, quasi dello stesso livello delle torte rocciose di Hagrid.

"Hum, no grazie, ho appena mangiato" Ad Harry non piaceva mentire alla signora Figg ma non aveva altra scelta. Si avvicinò alle sue valigie. "Adesso le porto sopra". Si girò e si avviò verso la camera degli ospiti.

"D'accordo tesoro" la signora Figg andò a posare i piatto sul tavolo della cucina."Ma spero tu abbia portato il tuo abito da sera, quello del Ballo del Ceppo".

Harry s'immobilizzò. Pensò che le orecchie gli avessero giocato uno scherzo- -certo non aveva sentito quello che pensava d'aver appena sentito. Si voltò lentamente tornando sui suoi passi osservando l'anziana signora di fronte a lui. "Mi.scusi?" biascicò.

La signora Figg sollevò lo sguardo dal piatto. "Ho detto: spero tu abbia portato il tuo abito elegante, per le grandi occasioni." Si fermò, divertita dallo sguardo attonito del ragazzo. "E' esattamente ciò che ci si aspetta tu indosserai ad un matrimonio tra maghi! Un abito da cerimonia."

La bocca di Harry si spalancò dalla sorpresa "Ma come. Lei sa? Come può essere? Chi? - -" "Harry" La voce della signora Figg era cambiata. Era più lenta e bassa, non la dolce voce a cui Harry era abituato. Essa era stata sostituita da un tono pieno di constatazione che gli suggeriva quanto la donna conoscesse molti più particolari, su di lui, di quanti ne avesse mai lasciati trapelare. Lo fissò intensamente quasi volesse trapassarlo con gli occhi. "Sicuramente devi sapere. Albus mi disse di avermi menzionata nell'ultimo trimestre. Deve aver pensato che avessi capito, Harry".

Quest'ultimo ancora non riusciva ad afferrare il concetto. "Lei", chiuse gli occhi e trasse un profondo respiro. "Lei è una strega". Sapeva di Silente, e sapeva del matrimonio di Percy. Non c'era altra spiegazione.

La signora Figg annuì. "Sì Harry. Non te l'ho mai detto ed avevo le mie buone ragioni per non farlo. E' lungo da spiegare. ma una cosa per volta. Silente mi ha dato il compito di accompagnarti al matrimonio di Percy ed io ho bisogno di sapere: hai o non hai portato il tuo vestito da sera?"

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Harry si sedette al tavolo della cucina cercando di riordinare i pensieri. Era tutto così incredibile! Conosceva la signora Figg da una vita e non aveva mai sospettato che lei fosse una strega, o che per lo meno sapesse che lui era un mago.

Lei finì di preparare il te e si sedette all'altro capo del tavolo. Gli lanciò un'occhiata comprensiva e gli passò un tazza fumante.

"Va tutto bene caro" disse caldamente "sarà abbastanza semplice per me recuperare le tue cose dai Dursley. Vorrai anche i tuoi libri di scuola immagino. Così potrai fare un po' di compiti nel frattempo."

"Non sto pensando a quello" replicò Harry. "Oh grazie" aggiunse notando il tè.

"Ovvio che non stai pensando a quello; stai cercando di capire come sia possibile che la noiosa, vecchia signora Figg sia un Auror."

"Lei è COSA?" esclamò Harry quasi soffocandosi col tè. "Lei è un.un Auror?" Poteva immaginare la signora Figg rimescolare un calderone o badare a delle creature magiche, ma combattere contro dei Maghi Oscuri?

La signora Figg scoppiò a ridere. "Ma certo caro! Ma ti confondendo ora. Credo dovrei cominciare dall'inizio eh?" Raddrizzò il capo e chiuse gli occhi come se stesse richiamando alla memoria eventi svoltesi molti anni prima. Riaprì gli occhi e li diresse su Harry. "Sono amica di Albus dai tempi della scuola. Si fidava di me e si fidò in seguito, di mio marito. E' il motivo per il quale si rivolse a me quando Voldemort scomparve." Sentì la sorpresa di Harry nel sentir pronunciare quel nome ma continuò. "Non ho mai conosciuto i tuoi genitori Harry, anche se naturalmente avevo sentito parlare di loro. Erano molto ben conosciuti nella comunità magica. In ogni caso quando furono uccisi io stavo cacciando Maghi Oscuri in Galles. Quelli erano tempi così difficili per il ministero." Scosse la testa. "Avevamo sentito di un paio di Mangiamorte in Galles che pianificavano un attacco a danno dei Babbani ed io ero stata mandata là per fermarli, ma all'ultimo fuggirono. Comunque ero già pronta a tornare nel Surrey quando chi si Materializzò davanti a me se non Albus? E mi raccontò una strana storia circa una maledizione che aveva invertito rotta ed un bambino con una cicatrice." Sorrise mentre lanciava un'occhiata alla saetta impressa sulla fronte di Harry. "E concluse il racconto con un volo strabiliante a cavallo d'una moto sulla quale c'era Hagrid, con qualcosa tra le braccia, un bambino - - Tu".

La signora Figg si fermò, intenta a pensare. "Ora, te l'abbiamo tenuto nascosto per molto tempo ma ora suppongo tu sia abbastanza cresciuto per sapere tutto. Proprio allora, in quella casetta nel Galles dove mi trovavo, Albus Silente mi rese il tuo Custode Segreto; utilizzò l'Incanto Fidelius. Ora, solitamente il soggetto dell'incantesimo, in questo caso tu, deve avere in mente il custode Segreto mentre viene completato il procedimento; ma Albus riuscì a deviare il tutto sul suo pensiero visto che tu eri solo un neonato. L'unica limitazione di questa modifica era che l'incantesimo avrebbe funzionato solo se tu fossi stato vicino ai tuoi parenti più prossimi."

Tutto questo aveva senso, pensò Harry. Si ricordò della fine del trimestre precedente, quando la signora Weasley aveva chiesto che Harry trascorresse alla Tana tutta l'estate, e di come il professor Silente avesse obbiettato che doveva restare dai Dursley "almeno per un po'". La signora Figg vide la comprensione farsi strada sul volto del ragazzo.

"Esatto" disse, come se Harry avesse parlato invece di pensare. "Tu hai un padrino, e chiunque nel mondo magico ti avrebbe accolto volentieri, ma il professor Silente fu obbligato a lasciarti coi Dursley. E, se devo dire la verità, penso che preferisse così. Diceva che era meglio tu non sapessi nulla, finché non fossi stato abbastanza grande per comprendere".

"Così eccoti qui, e Albus a quel tempo mi chiese di trasferirmi per controllare che nessun Mago Oscuro cercasse di localizzarti. Anche se non avrebbe potuto a seccarti. Nessuno se per questo. Voldemort sarebbe riuscito ad arrivare fino a te solo quando non fossi protetto dall'Incanto Fidelius - - a Hogwarts. Ed oserei dire che non ce l'ha mai fatta!"

Abbassò lo sguardo, ridacchiando contenta tra sé e sé. "Tre volte Harry! Tre volte l'hai sconfitto!" Smise di ridere e lo guardò affettuosamente. "Sono certa che tuo padre sarebbe stato molto orgoglioso".

Harry fissò la signora Figg con un nuovo rispetto. La semplice vecchietta a cui aveva raramente rivolto un pensiero, aveva passato 14 anni della sua vita a proteggerlo. Non sapeva cosa dire.

"E' stato un piacere" disse lei calorosamente. Si alzò e posò la tazza vuota nel lavandino. "Ora penso proprio che mi Materializzerò dai Dursley per prendere il tuo vestito. Se mi dici quali libri ed altri oggetti vuoi sarò felice di portarteli. Oh, e perché nel frattempo non avvisi il tuo amico Ron?". Afferrò un pezzo di pergamena e una penna da un cassetto e li porse ad Harry. Poi fischò ed un gufo scuro, un po' spennacchiato, volò nella stanza, si posò sul tavolo e guardò Harry con aria incuriosita. "Digli che saremo entrambi presenti al matrimonio".

Harry rimase a lungo sveglio quella notte, era troppo eccitato per dormire. La signora Figg l'avrebbe accompagnato a Diagon Alley una settimana prima dell'inizio della scuola, il 1° settembre. Là avrebbe incontrato i Weasley e acquistato tutte le cianfrusaglie scolastiche per il nuovo trimestre. Sarebbe rimasto con la famiglia finchè lui, Ron, Ginny, Fred e George fossero dovuti partire per Hogwarts insieme.

Harry sorrise, chiuse gli occhi ed immaginò un Dudley imbronciato lamentarsi per aver un'altra porzione di lasagne. Ma era a dieta .

Non era mai stato così felice di essersi lasciato alle spalle i Dursley.