Ciao a tutti! Chiedo scusa per l'immenso ritardo ma purtroppo il mio carattere un po' lunatico ha ritardato il processo di traduzione. D'ora in poi, tuttavia, si dovrebbe procedere più spediti perché la "redazione" si è arricchita di un "preziosissimo" collaboratore, se non socio, che si occuperà della ricopiatura a computer e soprattutto della lingua - talvolta poco somigliante all'italiano ; ) - in cui è tradotta questa fan fiction! Sto parlando di Stefano! Applausi!!!.... (almeno non avrà da lamentarsi della presentazione ; ) Ora smetto di parlare a vanvera e vi lascio leggere il capitolo in pace! Ciao!!!



CAPITOLO 7 - BUONE NUOVE

Dopo il matrimonio ad Harry, ad Hermione e ai Weasley rimanevano solo un paio di giorni prima di tornare a prendere l'Espresso di Hogwarts al binario 9 e ¾. La famiglia trascorse quegli ultimi giorni più o meno come aveva fatto prima della cerimonia, con l'unica differenza che ora Hermione era meno interessata all'etichetta magica, mentre aveva cominciato a sfogliare la copia di Quidditch attraverso i secoli di Harry.

"Ci manca un portiere quest'anno vero?" chiese un giorno ad Harry e Ron mentre erano a tavola.

"Sì" rispose Ron. "E sto pensando di provarci." Poi un pensiero improvviso lo colpì. "Hermione, non stai mica pensando la stessa cosa anche tu vero?"

Hermione s'incollerì subito. "No, ma anche fosse la cosa ti sorprenderebbe? Per quanto ne sai tu potrei essere un magnifico portiere."

"Sì può anche darsi." Ron assaggiò un pezzo di panino. "Bleah, carne in scatola! Harry tu cos'hai ? Frittata? Dai facciamo scambio." Harry gli allungò il suo panino, in cambio dell'altro.

"Comunque no davvero," continuò Hermione. "Immagino che sarò troppo impegnata per il Quidditch quest'anno."

"Perché?" chiese Ron. Aggrottò le sopracciglia sospettoso. "Non avrai intenzione di usare quella cosatempo di nuovo?"

"Certo che no. Te l'ho detto, stavo impazzendo a forza di fare uso della Gira Tempo. E' solo. Sarò impegnata, tutto lì."

Tutta rossa in faccia, afferrò di nuovo Il Quidditch attraverso i secoli, e finse di leggerlo. Ron lanciò ad Harry un'occhiata perplessa ma lui si limitò a scuotere le spalle.

La mattina del 1° settembre sorse luminosa e chiara. "Una giornata perfetta per una partita a Quidditch," sospirò Ron mentre attraversavano la barriera del binario 9 e ¾.

Fred, George, Ginny e la signora Weasley seguirono Harry, Ron ed Hermione attraverso la barriera. "Ora, ragazzi: comportatevi bene!", disse minacciosa la signora Weasley ai gemelli. "Spero che abbiate fatto il pieno di scherzi quest'estate. Siete stati molto fortunati che nessuno si sia fatto male a quell'incidente al matrimonio."

"Insomma mamma." Disse Fred cercando di non sorridere ma non riuscendoci. "Te l'abbiamo detto, quelle fiamme erano completamente innocue."

"Non cambia nulla!" esclamò la madre. Fred e George promisero di fare i bravi (anche se Harry notò che avevano le dita incrociate dietro la schiena), e caricarono tutti i bauli sul vagone. La signora Weasley abbracciò ciascun ragazzo a turno ed ad Harry parve che li tenesse stretti un po' più a lungo del solito.

"Va tutto bene mamma, ci rivedremo presto," disse Fred in un tono stranamente serio. Tutti salutarono la signora Weasley e salirono sul treno. Lei sembrava facesse di tutto per trattenere le lacrime.

"Deve essere davvero preoccupata," disse Ron mentre salutava la madre con la mano mentre il treno lasciava la stazione.

"E non puoi davvero biasimarla per questo," disse Hermione.

I Weasley, Harry ed Hermione presto si appropriarono di un compartimento intero e i quattro ragazzi cominciarono a giocare a carte.

"Ginny, perché non andiamo a vedere se riusciamo a trovare il carrello dei dolci?" chiese Hermione decisa.

"No grazie, non ho molta fame."

Hermione si schiarì la voce. "Ma forse qualcun altro vuole qualcosa."

"Giusto, io prenderei del succo di zucca" s'intromise Fred.

Ginny aggrottò le sopracciglia. "D'accordo." Sospirò mentre lei ed Hermione lasciavano lo scompartimento.

"Mi chiedo cos' abbiano in mente" meditò Ron.

"Faresti meglio a chiederti che carte ti conviene giocare, tra poco ti batto," rispose George.

Dopo pochi minuti, Ginny e Hermione tornarono nello scompartimento con succo di zucca per tutti. Si erano cambiate e indossavano le divise scolastiche ed una grossa "P" era appuntata su quella di Hermione.

"Hermione! Sei un prefetto?!" esclamò Ron.

La ragazza arrossì. "Sì."

"Perché non ce l'hai detto?" chiese Harry.

"Beh. Temevo che voi non avreste. sapete. avere a che fare con un prefetto." Si sedette velocemente affianco ad Harry.

"Che scherzi?" chiese George. "E' stupendo! Abbiamo un prefetto tra di noi!"

Fred annuì. "Quest'anno puoi toglierci da ogni tipo di guaio!"

Risero tutti. "Non contateci," rispose Hermione.

"Non preoccuparti, hai ancora il permesso di ronzarci intorno," rise Ron. "No, Harry? Anche se non ci farai favori speciali." Hermione parve sollevata, ma non rispose. Sedettero tutti in silenzio per un po', i quattro continuando a giocare.

"Oh, ce ne siamo quasi dimenticate". Disse a un tratto Ginny. "Siamo incappate in Draco Malfoy nel corridoio." Storse il naso.

"Gia," disse Hermione. "Ha subito pensato di chiederci se avevamo avuto notizie fresche di Voi-Sapete-Chi."

"Esatto!" confermò infervorata Ginny. "Ha blaterato qualcosa del tipo, 'Nessuna novità?'" Imitò perfettamente la pigra pronuncia strascicata di Malfoy. " 'Non pensate sia strano?'"

Ron sbuffò. "Quel verme. Ci credo che sa qualcosa con quel padre Mangiamorte che si ritrova." Proprio allora, neanche a farlo apposta, la porta dello scompartimento scorse aprendosi. Sull'uscio stavano Malfoy, Tiger e Goyle.

"Guardate! La riunione delle lenticchie," strascicò Malfoy. Tiger e Goyle sghignazzarono.

"Com'è andata l'estate Malfoy?" chiese George. " Hai avuto in visita al tuo maniero il Signore Oscuro per un te insieme alla tua famiglia,vero?"

Malfoy ridacchiò in risposta. "Pensate di avere informazioni da me? Anche se sapessi qualcosa."

Gli occhi di Malfoy guizzarono verso la 'P' attaccata alla divisa di Hermione. "Bene,bene. Guarda un po' questo. Si sono persino abbassati a fare prefetto una Mezzosangue."

Tutti nello scompartimento scattarono in piedi e sfoderarono la bacchetta alla parola "Mezzosangue". Ron, con un'espressione carica d'odio sulla faccia, fece un passo verso Malfoy, ma fu intercettato da Ginny. Gli si piantò davanti e lo affrontò.

"Non ti stanchi mai di esser pieno di pregiudizi, odioso piccolo verme?" disse mandando faville. Malfoy rise. Gli altri due gli si strinsero intorno, un po' apprensivi. "Così la mini-lenticchia parla," ringhiò Malfoy.

"Piantala e basta Malfoy," Disse Hermione cauta. "Non me ne importa niente se non mi credi un vera strega, l'importante è secondo la scuola sono un vero prefetto. E riferirò il tuo comportamento se non sparisci."

"Oooooh, ma che paura mi fai," ribatté lui; tuttavia richiuse lo scompartimento e se ne andò, con Tiger e Goyle al seguito.

Ron continuava a fumare. "A volte vorrei davvero spaccargli la faccia! Uno di questi giorni." "Lascia perdere Ron" disse Hermione mentre tutti si risiedevano. "Quanto hai intenzione di capirlo? Non ne vale la pena."

"Bel lavoro Ginny! Gliele hai proprio cantate." Si congratulò Fred con la sorella.

"Sì!" Concordò Harry.

Ginny guardò per terra imbarazzata. "Oh beh, figuratevi. Mi ha fatto arrabbiare, tutto lì."

Ripresero a giocare a carte, e questa volta parteciparono tutti. Un paio d'ore dopo, quando il carrello dei dolci si avvicinò, comprarono altro succo di zucca, Cioccorane e Gelatine Tuttigusti + Uno. Fred e George provarono a vendere delle Draghelle e delle Crostatine Canarine alla strega che guidava il carrello, ma quella non aveva alcuna intenzione di comprare caramelle da due diciassettenni.

Lentamente intanto, il treno percorreva il suo itinerario verso il nord. I verdi campi coltivati e le fattorie lasciavano il posto a scure e selvagge foreste. I ragazzi uscirono per indossare le loro uniformi, e quanto rientrarono nello scompartimento il treno si fermò nella stazione di Hogsmeade.

Gli studenti si affollarono sul binario, ed Harry vide Hagrid condurre quelli del primo anno lungo un sentiero per la tradizionale traversata del lago. Mentre guidava gli studenti dagli occhi spalancati, il gigante si guardò attorno e salutò Harry, Ron ed Hermione. Loro ricambiarono e salirono su di una carrozza con Ginny.

Era una notte nuvolosa e senza stelle, minacciava pioggia. Quanto entrarono nella Sala Grande, il soffitto sembrava dipinto di gonfie, scure, grigie nuvole. Si sedettero tutti al tavolo di Grifondoro aspettando l'inizio dello Smistamento.

Vicino ad Harry, Ginny esclamò a bocca spalancata. "Guardate! Guardate chi c'è!" Indicava il tavolo degli insegnanti.

Proprio là, vicino al professor Vitious con il quale parlava animatamente, sedeva Persephone Green.

"Ma cosa ci fa qui?" Chiese Ron incredulo dall'altra parte di Ginny. "Non sarà mica."

"Deve esserlo!" esclamò Hermione. Guardò gli altri tre. "Non hanno detto a nessuno chi sarebbe stato il nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, neanche a noi prefetti."

"Eccellente!" Gridarono all'unisono Fred e George.

"Prima un'amica prefetto," spiegò Fred dando una pacca ad Hermione, "Ed ora una cognata come professoressa! Questo sarà il nostro anno migliore!"

Persephone si accorse degli sguardi dei Weasley, Harry ed Hermione, e li salutò con la mano. Loro fecero lo stesso eccitati.

"Non è fantastica?" sussurrò una voce alla destra di Harry. Quest'ultimo non si era accorto di essere seduto vicino a Neville Paciock.

"Ciao Neville," rispose. "La conosci?"

"Certo!" replicò lui senza fiato. "Era un'amica-è un'amica- dei miei genitori. Viene a far visita a mia nonna ogni tanto." Fissò Persephone mentre lo salutava, assolutamente sbalordito. Harry rise e si lanciò in una precisa descrizione del matrimonio, e del suo ballo con Persephone. Neville quasi non poteva credere alla fortuna di Harry.

Fece presto la sua comparsa la professa Mc Granitt, guidando quelli del primo anno verso la cima della Sala Grande. Lo Smistamento ed il successivo banchetto si svolsero nello stesso modo che avevano regolarmente rispettato da quando Harry aveva cominciato la sua educazione ad Hogwarts- anche se quest'ultimo ne aveva inavvertitamente persi due. Quando tutti finirono di divorare il dolce - torta di zucca e dolcini ricoperti di melassa- il professor Silente si alzò, indirizzandosi agli studenti.

"E un altro anno è in procinto di iniziare, finalmente" interloquì. "E' un vero piacere rivedervi tutti ancora una volta. Sono sicuro che avete provveduto a svuotare i vostri cervelli durante le vacanze, e siete pronti a riempirli approfittando dei prossimi tre trimestri.

" Come al solito ho alcuni annunci da farvi. Considerando gli eventi dell'ultimo trimestre-" menzionando la morte di Cedric ad opera di Voldemort la sua voce calò, "-credo che non sarete sorpresi di sapere che la Foresta non è compresa nei confini scolastici, e quindi proibita. Temo inoltre che le punizioni per coloro che saranno sorpresi a sostare nella foresta saranno persino più severe degli anni passati. E' per il vostro bene.

"Vorrei precisare ancora che, dopo numerose discussioni, è stato deciso che gli studenti dal terzo anno in su potranno ancora visitare Hogsmeade nei fine settimana prestabiliti, accompagnati dagli insegnanti." Mentre diceva questo il volto della professoressa Mc Granitt s'irrigidì.

"Ed infine," continuò il professor Silente, "Quest'anno abbiamo una nuova insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. Prego, unitevi a me nel dare il benvenuto alla Professoressa Persephone Green". ("Ripeti il nome tre volte di fila" bisbigliò Fred a George). "A lei sarà affidata la grossa responsabilità di insegnarvi a difendervi. Considerando l'attuale situazione," Silente guardò l'intera sala seriamente, "Sono certo che le presterete la massima attenzione e rispetto."

Tutti guardarono la Professoressa Green, che sorrise a tutti. Ron si sporse oltre Ginny che gli era al fianco e colpì Harry in un fianco.

"Guarda Piton!" sillabò in silenzio. Harry tornò a concentrarsi sulla tavola del corpo insegnanti.

In fondo al tavolo, alla destra della professoressa Green sedeva Piton. Ma appariva diverso dal solito in qualche modo: sulla faccia non sembrava avere la solita espressione aspra, sembrava invece osservare assente la professoressa Green e quando lei si voltò abbassò subito gli occhi guardando da un'altra parte.

Harry lanciò a Ron un'occhiata perplessa. "Cosa significa?" sillabò. Ron scrollò le spalle.

Il professor Silente intanto si era alzato per lasciare che gli studenti raggiungessero finalmente le rispettive case.

Hermione raggruppò subito quelli del primo anno e li condusse fuori della sala.

Mentre Ron ed Harry si avvicinavano al tavolo degli insegnanti per salutare Hagrid qualcuno li chiamò da dietro dandogli una pacca sulle spalle.

"Hei voi due," Disse la professoressa Green. Si voltarono. Lei si sporse verso di loro e bisbigliò. "Ho portato con me il mio cane Tartufo -" ammiccò "Vi piacerebbe incontrarlo?"

Harry riusciva a malapena a mantenere l'eccitazione. Lui e Ron si guardarono senza parole. "Certo!" fu tutto ciò che riuscirono a dire come risposta.

Seguirono la professoressa Green nel suo ufficio. Quando entrarono Harry quasi non riconobbe la stanza. L'anno precedente i detector oscuri del prof. Moody erano sparsi ovunque; quello ancora prima il professor Lupin aveva tenuto nella stanza varie, strane creature. Tuttavia nessuno degli oggetti risiedenti lì gli anni passati, per quanto interessanti, potevano dirsi anche solo vagamente affascinanti quanto quelli in cui i due ragazzi si imbatterono quella sera.

Armi di ogni genere erano appese al muro-lance, spade, coltelli, stelle ninja dalle forme particolari e un boomerang. In più 3 chitarre pendevano dal muro dietro la scrivania.

"Wow" esclamò Ron.

"Non toccate niente," avvertì la professoressa Green. "Solo un momento." Aprì una porta che dava su un'altra stanza e fece segno a qualcuno di uscirne.

Un cane nero molto grande balzò subito nell'ufficio e si trasformò prontamente nella persona che Harry aveva più desiderio di vedere-il suo padrino, Sirius Black.

"Harry," disse Sirius abbracciandolo. "Sono davvero felice di vederti."

"Non sapevo che saresti venuto qui!" replicò Harry.

"Nessuno poteva saperlo. Ha organizzato tutto Silente. Ha pensato che per ora sarei stato più al sicuro qui- almeno finchè avessi mantenutoli mio travestimento da cane davanti alle persone. Tutto qui. Albus ha immaginato che questo sarebbe l'ultimo posto dove verrebbe in mente a quelli del Ministero di cercarmi; ora come ora sono convinti che abbia lasciato il paese."

"Quindi hai intenzione di restare? Qui, a Hogwarts?"

"Esatto," sorrise Sirius. "La maggior parte del tempo per lo meno. Aiuterò Silente a scoprire quale sarà la prossima mossa di Voldemort." Ron fece una smorfia sentendo il fantomatico nome.

Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta. Fecero tutti un salto di spavento. Sirius ritornò un cane immediatamente. Dopo essersi assicurata che fosse ben nascosto la professoressa Green aprì la porta. Silente entrò nell'ufficio.

"Ah, sapevo di potervi trovare qui," sorrise a Ron ed Harry. "Persephone, volevo fare una passeggiata giù al lago e mi chiedevo se avrei potuto portare Tartufo con me."

"Naturalmente" rispose lei.

"Grazie" Silente sorrise vedendo Siruis leccare la faccia ai due ragazzi e affiancarglisi. "Spero non terrai questi ragazzi svegli troppo a lungo; avranno una giornata impegnativa domani. Ma sono certo che lo sapete meglio di chiunque altro."

Persephone rise. "Sì, farò in modo di riportarli alla torre di Grifondoro entro un'ora ragionevole". Lei, Harry e Ron augurarono la buona notte a Silente e Sirius, dopodiché la professoressa Green chiuse la porta.

"Così sapete che è qui," iniziò, sedendosi dietro la scrivania, "ma nessun altro, a parte Hermione, deve scoprirlo. Capite quanto gravi le cose potrebbero mettersi per lui se questo accadesse: non solo quelli del Ministero si fionderebbero qui per catturarlo, ma molto probabilmente sarebbero anche costretti a sospendere Silente per aver aiutato un ricercato. E' molto importante quindi che tutto ciò mantenga la massima riservatezza. Eventualmente, ne parleremo solo come del mio cane Tartufo. Posso fidarmi del fatto che ve ne ricorderete?" Harry e Ron annuirono. "Certo. Ma ascolti-perché non ci avete detto che avreste insegnato qui?" chiese Ron.

La professoressa Green sorrise. "Avevo intenzione di dirvelo, ma temo di essermelo dimenticato. Al rinfresco ero troppo presa dalle vostre avventure qui-volevo farmi un'idea contro che razza di malandrini mi sarei imbattuta." Sorrise. "Volevo poi svelarvelo al matrimonio ma con lo scherzo dei tuoi fratelli mi è passato di mente".

Harry e Ron ricambiarono lo sguardo amichevole della professoressa Green. Mentre stava parlando Ron era stato distratto da un luminoso pugnale d'oro appeso al muro dietro la testa della donna. Questa seguì la direzione del suo sguardo e si voltò.

"Ah, sì" disse tirandolo giù e impugnandolo. "Questo pugnale è uno di quelli che preferisco." Alzò lo sguardo dalla lama, con un sorriso improvvisamente entusiasta, come quello di un bimbo col suo giocattolo preferito. "Guardate un po'".

Prese un pezzo di pergamena dalla scrivania e lo tenne per un angolo con la mano sinistra. Con l'altra mano fece invece scorrere il pugnale al centro del foglio. Esso si tagliò immediatamente senza un rumore e come se non opponesse alcuna resistenza.

"Wow!" disse Harry sottovoce. Cercò di non immaginare che cosa sarebbe successo se il pugnale fosse entrato in contatto con la pelle umana.

"Questo non è niente," disse la professoressa Green. "Ron, puoi tenere così questi due pezzi di pergamena?" Diede le due metà al ragazzo, che le tenne in aria affiancate.

La professoressa Green sistemò il pugnale in basso, tra le due parti della pergamena, e cominciò a spostarlo verso l'alto. Quando lo fece Harry sussultò- - le due metà si riunivano mentre il pugnale le attraversava, come una cerniera lampo che allacci un golfino.

La professoressa Green posò il pugnale sulla scrivania e prese di mano a Ron la pergamena. Ne afferrò le estremità e le tirò per mostrare come si fosse saldata perfettamente.

"Questo è un Pugnale Coda di Fenice," spiegò. "Molto utile per difendersi dai Maghi Oscuri, se non volete inferirgli danni permanenti. Utile per lo meno finchè non ve lo tolgono di mano. E' così che mi sono fatta questa." Voltò la testa verso destra e indicò la lunga e sottile cicatrice sul collo. "Ma questa è davvero un'altra storia. Forse ve la racconterò, prima o poi. Ma non 'sta notte. E' tardi e in cinque minuti voglio vedere entrambi voi due a letto. Buona notte, ragazzi".