Dai, pian piano la vicenda si riscalda... ^_^
Gli anni passavano come polvere spazzata via dal vento,
Annùndil, il cui vero nome era pronunciabile sono da saggi,
cresceva velocemente come anche Arwen, Legolas, Encalwen,…
Ma, ogni giorno che passava si sentiva più inopportuna…
sapeva troppo bene che non sarebbe mai stata la regina che tutti sognavano,
lo vedeva negli altri come nel suo cuore.
Non era abbastanza fredda per quel compito, non riusciva a perdonare a sé ed al suo popolo tutti quegli elfi che partivano in lotta contro gli orchetti per salvare dei Boschi e non tornavano più… non riusciva a sostenere quegli sguardi ghiacciati che la perseguitavano, sembrando dire ' tu non sarai mai colei che devi essere ';
camminava, perché solo la Natura poteva alleviarla dal pensiero di un compito troppo grande, di un destino che le stava stretto, di una realtà dalla quale voleva scappare, ma non poteva, non ci sarebbe mai riuscita.
Così cercava la solitudine tutti i giorni, ogni volta allontanandosi un po' di più, ogni giorno scoprendo un nuovo fiore, un nuovo ruscello,… per poi fermarcisi accanto e suonare dolci melodie con uno strumento simile ad un liuto; sperando ogni volta di tornare e non trovare più nulla, di smarrirsi, di non vedere più elfi, o di chiudere gli occhi su quel mondo… ma i fruscii sommessi di Lòrien sembravano dirle che il tempo non era arrivato, che il suo dolore non era abbastanza, che avrebbe provato qualcosa che nemmeno avrebbe potuto pensare… l'alienazione dagli altri, dal proprio futuro non era sufficiente… dopotutto si fidava ancora di sé stessa, dopotutto non aveva ancora fatto nulla che le portasse l'odio verso di sé… e solo quei fruscii sapevano quanto ci sarebbe stato di peggio ancora.
Il tempo era impassibile, lento per un giovane elfo solo con i suoi pensieri… ma un giorno una delle nuvole più scure della sua anima fu squarciata, la solitudine rotta… quando Elrond Mezz'elfo recò visita a Galadriel e Celeborn portando con sé la sua figlia più potente, un erede paragonabile solo ad Annùndil… Arwen, anch'essa oppressa dalla solitudine e dall'inquietudine dei propri pensieri.
Arwen era nipote di Galadriel, era nata lo stesso giorno di Annùndil, anche se erano molto diverse… Arwen aveva una pelle più ambrata, occhi scuri ma meno agghiaccianti, lei dava l'impressione della regina guerriera, mentre Annùndil della regina saggia ma irremovibile dal suo trono… entrambe avevano lunghi capelli biondi, ma Arwen li aveva di un biondo caldo, mielato e li teneva raccolti in una complicata serie d'intrecci mentre Annùndil li aveva chiarissimi come la madre ma con qualche ciocca color dell'oro e li lasciava sciolti tirando indietro quelli che le ricadevano sul viso con due spille d'oro dalla forma di foglie, le foglie d'oro di Lòrien.
Si conobbero proprio camminando, ogn'una nei suoi pensieri, nel dorato bosco di Lothlorien.
Arwen era da poco arrivata e, da sempre affascinata da ciò che si diceva a Gran Burrone di Lòrien, decise di addentrarsi tra le fronde, così come usava fare Annùndil… fu così che si videro:
"Non mi sembra d'avervi mai visto, siete di Lòrien?" chiese Annùndil vedendo in lei, che camminava nell'ombra a capo chino e passo lento, una persona simile a lei, come qualcuno che potesse capirla e il cui futuro sarà intrecciato al suo; in quel momento ebbe una visione, non ne aveva mai avute,
vide quella ragazza nella sua stanza replicare con la governante che anche lei voleva partire col padre per Lothlorien, sentì che nelle sue parole c'era la speranza o il presentimento d'avere un incontro importante ma poi "Arwen Undòmiel, figlia di Elrond Mezz'elfo, non siete ancora entrata nella società, siete troppo giovine per fare un viaggio simile…" la governante era impassibile e tutto si spense.
Annùndil aprì gli occhi e si trovò accasciata a terra con la ragazza che diceva qualche parola in sindarin… "Lasto beth nin. Tolo dan nan galad" –ascolta la mia voce, torna alla luce-
"Io… non preoccupatevi, non è successo nulla di grave, non sono caduta nell'ombra… Arwen Undòmiel."
" Come fate a conoscere il mio nome? Chi siete? "
" Nel momento in cui vi ho rivolto parola ho avuto una visione, la mia prima visione, e parlava di Voi, siete riuscite ad arrivare qua con grandi sforzi, ma non so se quello che troverete sia quello che speravate di trovare…"
" Come fate a conoscere i miei pensieri, il mio passato, pur non essendo Galadriel?"
" Sono sua figlia, sangue del suo sangue, ed anche sangue del Vostro…il mio nome è Annùndil."
Arwen ed Annùndil parlarono per tanto tempo quella giornata e lo fecero per tantissimi anni avvenire perché Arwen si trattenne per molto a Lothlorien per ricevere un'istruzione degna d'un elfo, ma soprattutto di quell'elfo.
Così Arwen ed Annùndil divennero davvero amiche, entrambe, che prima d'incontrarsi erano afflitte e solitarie ora erano molto più positive nei riguardi del loro futuro… certo erano però solo in due; e quando Arwen tornava a Gran Burrone entrambe rimanevano irrimediabilmente sole.
In quanto ad Annùndil, oltre la sua ritrosia (che grazie ad Arwen andava migliorando), lo scherno degli altri che la credevano un'altezzosa,… la causa maggiore era data da Galadriel che, allarmata dalla predizione di Gandalf al giorno della nascita di Annùndil, le aveva proibito di frequentare ragazzi in modo che non si sarebbe innamorata che di Legolas… naturalmente quando il bando fu reso pubblico ma non fu data una spiegazione di tale fatto, tutti cominciarono a chiedersene il perché e ad allontanarsi ulteriormente da Annùndil.
Non solo il popolo non capiva, anche Annùndil si poneva innumerevoli domande su ciò che doveva o non doveva fare… c'erano tante cose che non sapeva… che non capiva… che, per gli impegni di Galadriel e Celeborn non le potevano venire spiegate e, se riusciva a parlarne naturalmente se ne uscivano con il solito:
"Non puoi capire, piccola Annùndil, lascia che il tempo sia e tutto sarà chiaro."
Naturalmente tutti vedevano il dolore di Annùndil, per primi Galadriel e Celeborn, ma non potevano fare nulla per lei, ciò che voleva sapere non doveva essere svelato, a nessuno, a lei men che meno.
Ma con ciò, i sovrani vedevano anche la sua solitudine quando mancava Arwen così, dopo averci pensato per intere giornate, decisero di mettere al suo fianco due compagne, amiche, che lei stessa avrebbe scelto tra il popolo, per ovviare alla solitudine; ma se tutto sembrava bello e semplice nella realtà non lo era: Annùndil probabilmente s'era già accorta degli sguardi poco soddisfatti che l'accompagnavano, ma esserne schiva era diverso che andarci in mezzo e cercarne due, se c'erano, che non esprimevano apertamente questo disappunto, allora sarebbe stato veramente doloroso per Annùndil rendersi conto che i suoi pensieri erano fondati… lo sarebbero stati troppo?
Comunque sarebbe finita questa sarebbe stata una prova per Annùndil… così le dissero tutto…
"Non ho intenzione di avere delle compagne che mi mostrino ogni momento che da quando io sono tutto è sbagliato!! Non vi ho chiesto aiuto e quando l'ho chiesto non me l'avete dato!!"
"Non tutti sono uguali… noi elfi siamo esseri superiori…" tentava di spiegare Celeborn
"Vorrei vedere gli uomini!!… o i nani allora!!! Magari anche se non sono nemmeno la metà dei Noldor riescono a capire che io soffro di questa insoddisfazione!! E' colpa mia?? Eh?? "
Nessuno aveva mai parlato così a Galadriel, nessuno, e sua figlia non poteva essere la prima: "Sai quel che stai dicendo?? No se perseveri! Cerca la tua colpa nella tua reazione, domani terremo la 'festa di primavera' e tu farai ciò che ti abbiamo detto!" detto ciò le rifilò uno schiaffone e se ne andò.
Annùndil rimase per un bel po' in piedi, immobile, al centro del flet che fungeva per lei da camera da letto continuando a non capire…
Galadriel scese dal flet a passo svelto, seguita da Celeborn che guardò entrambe pieno di compassione prima di cercare di raggiungere Galadriel…
"Dove vai?"
"Mi mostrerà, dopo ciò, qualcosa sul futuro di Annùndil?"
"Parli dello Specchio? Forse la risposta del suo e del nostro comportamento e da cercare non in uno strumento magico ma nella cosa più importante che distingue tutti… il cuore, Galadriel."
"I sovrani elfici devono essere cresciuti senza cuore o non riusciranno mai a sopportare tutte le pene che li opprimono. Se poi l'elfo è Annùndil, così fragile ma insieme così potente… quando le visioni le mostreranno il mondo del male che si sta movendo ogni momento più verso noi elfi cosa farà? Io sono stata cresciuta in modo molto più rude…" una lacrima le rigò il viso e cadde nello Specchio
" Forse hanno sbagliato. Forse stiamo sbagliando. So quanto tu soffra dentro per la sua sorte…" diceva piano Celeborn abbracciandola
in quel momento la luna, riflessa nello specchio, venne resa dapprima come contornata di nebbia e dai contorni indefiniti poi, piano piano, scomparve lasciando il posto a ciò che Galadriel cercava quasi ogni notte… uno spezzone del futuro di Annùndil.
La particolarità della visione fu anche che sia Galadriel sia Celeborn poterono assisterne, ammutoliti.
Innanzitutto lo Specchio divenne come di fuoco per poi lasciare nel buio l'immagine di un occhio senza palpebra come rovente, pur essendo una visione, quell'immagine intimava direttamente ai cuori di fuggire, lontano, pur sapendo che in nessun posto si sarebbe potuto trovare un nascondiglio da quell'orrore che sarebbe divenuto l'incubo peggiore di Galadriel…Nenya, l'anello di Galadriel, sembrò attratto da quell'occhio, tanto che la mano di lei stava per toccare l'acqua, ma con grande sforzo vi ovviò, sapendo che se fosse successo la visione sarebbe terminata per non mostrarsi mai più.
Dentro la pupilla dell'occhio, contornata di fuoco, si vedeva combattere, morire, ma soprattutto arrendersi al male… percorrendo campi immensi pieni di fuoco, cadaveri, ed esseri noncuranti che li pestavano combattendo, la visione mostrò Lòrien… era la fine, l'orrore si dipinse negli occhi dei sovrani…
Orchetti dovunque non facevano altro che infiammare, colpire, uccidere, calpestare,… gli abitanti di Lòrien s'accasciavano a terra senza la forza di reagire alla vista di quell'inferno…
Ed ecco dalle fiamme uscire un cavallo completamente bianco con in sella un cavaliere… che si dimostrò essere Annùndil.
Subito dopo di lei dal fuoco uscì un nuovo cavallo bianco a sua volta con un cavaliere… non sembrava un elfo, era virile, quasi come un uomo, ma l'immagine permise di vedere, grazie ad uno strappo nel suo abito sul braccio destro, una foglia verde come tatuata, il simbolo degli eredi di Thranduil… lui non poteva che essere Legolas.
Entrambi erano decisi a non farsi abbattere dal male, era come se splendessero di luce propria, di una luce che si contrapponeva al rosso del fuoco e del sangue, ed al nero degli orchi.
Gridavano incitamenti a non abbattersi che, se non ci si arrende, si può ricostruire ciò che è distrutto ma nessuno sembrava ascoltare… intanto i due sovrani continuavano a atterrare orchetti e ad essere colpiti a loro volta… ormai vivevano con la sola volontà di farlo…
Ma in quel momento si concluse la visione lasciando ammutoliti e pieni di sgomento i due sovrani.
Il giorno successivo veramente Annùndil dovette prender parte alla festa… pur a sua malavoglia.
I patti erano che lei doveva girare tra la folla vestita ed acconciata in modo da non sembrar lei così da non essere soggetto di pregiudizi, perciò non sarebbe stata presentata o altro, solo avrebbe parlato, guardato, e perché no, letto nel cuore di coloro che aveva innanzi, ed avrebbe deciso due ragazze che le tenessero compagnia per anni avvenire…
Così la festa venne ed Annùndil vide tante persone, tante persone che non sarebbero mai state sue amiche, mai.
Venne rapita dal vedere un'elfo solitario seduto sotto un albero… non era particolare, aveva i capelli biondi, lunghi e sciolti fino oltre le spalle, occhi marroni, un viso dolce ma insieme severo, alta e magra… e fu così che Annùndil conobbe Cullondiel.
"Scusa, posso sedermi di fianco a te? "
" Fai come vuoi…" disse noncurante mostrando un viso crucciato
" Cosa ti turba? "
" Nulla… nulla che possa interessare qualcuno come te."
"Perché, come sono io? Vedi, se tutto sembra orrendo e tutti sembrano difilarsi può arrivare una mano inaspettata, magari anche indesiderata… accetterai la mia?"
Cullond le strise la mano, lentamente, insicura, ma lo fece. E non se ne pentì.
Insieme camminarono a lungo tra la folla…
Videro un gruppo di ragazzi e ragazze tutti seduti attorno ad una ragazza che parlava e sembrava riverita da chiunque, tutti la guardavano come sperando di diventare come lei, e sembravano allegrissimi pur nella loro gelosia che, tuttavia, solo Annùndil potè notare, così si fecero vicine…
"Avete visto la figlia dei Sovrani?? Sempre immersa nei suoi pensieri, a guardarti dall'alto in basso come per dire che tanto lei è la migliore, la più bella, la più saggia… ma che se la tenga la sua saggezza, bellezza, e anche solitudine!!" la ragazza disse l'ultimo pezzo del discorso a voce alta, come a far vedere che non aveva paura di nessuno, e tutti osservavano compiaciuti con sorrisi complici
"…se sarà la mia regina, ve lo giuro, io me ne vado da qua!" e continuarono i sorrisi
Annùndil stava zitta… voleva sentire tutto su di lei, mentre Cullondiel nemmeno sapeva chi aveva a fianco…
"E l'altra 'sono la migliore' ?? Come si chiama? Arwel o qualcosa di simile… ma l'avete vista?? E' già molto che due così vadano d'accordo tra loro!" la ragazza continuava… aveva lunghissimi capelli corvini e ondulati, come le onde di un mare che raggiunge la spiaggia per poi rifugiarsi di nuovo tra i flutti… aveva occhi di un verde scuro, come il colore delle foglie di agrifoglio, o come quello dell' 'athelas' anche se ora è introvabile; era magra, non altissima, con una lunga tunica verde annodata da una cintura oro… il suo viso, sempre pronto alla risata, sembrava incompleto, come se lei stesse ancora cercando la sua vera vita, non poteva rimanere lì a lungo, denigrando gli altri elfi per ingraziarsi quelli più ambiti, sotto sotto odiava quello che faceva… forse perché dopotutto avrebbero potuto beffarsi anche di lei, l'unico elfo moro.
Ma Annùndil non riusciva ad odiarla per ciò che diceva… leggeva nel suo cuore il suo scontento…
" Qualcosa mi dice che potrei andare anche d'accordo con te… se solo la smettessi di ingraziarti gli altri facendo soffrire chi già di dolori se ha per sé!! Luinlothien, il tuo cuore sapeva che sarei arrivata, mi seguirai o continuerai a vivere in questo modo così miserabile?" Annùndil, appena iniziato a parlare si abbassò il velo che le copriva i capelli e oscurava il viso e tutti videro in che guai si erano cacciati…
"Nostra Sovrana, sa che noi non c'entravamo!"
"Lo legga nei nostri cuori, è Luinlothien che è sempre stata sovversiva nei Vostri confronti!"
"Noi non potremmo mai mancarLe di rispetto… davvero! Si lasci baciare la mano!"
Luinlothien era zitta, sembrava assopita, rapita da tutto ciò…
"Se qua c'è una persona giusta questa è Luinlothien, non m'occorre consultare i vostri cuori, la falsità parla con la vostra bocca.In quanto a te, Luinlothien, te lo chiedo di nuovo… sei disposta a passare dalla parte degli scherniti per me?"
Tutti avevano gli occhi fissi su Luinlothien, nessuno fiatava, finchè lei, lentamente alzò il suo viso e parlò:" Oggi il destino mi ha fatto un grande regalo, mi ha mostrato la vostra falsità e ha messo a nudo anche la mia, per poi essere giudicate e punite. Quante volte Vi ho schernito, vi seguirei se ne fossi degna…"
"Allora vieni, la tua vita, dopo oggi, si rivoluzionerà."
Annùndil, Cullond e Luinlothien girarono le spalle a tutto e tutti per inseguire il loro destino, che le avrebbe portate dove nemmeno il più saggio avrebbe mai osato pronunziare.
Gli anni passavano come polvere spazzata via dal vento,
Annùndil, il cui vero nome era pronunciabile sono da saggi,
cresceva velocemente come anche Arwen, Legolas, Encalwen,…
Ma, ogni giorno che passava si sentiva più inopportuna…
sapeva troppo bene che non sarebbe mai stata la regina che tutti sognavano,
lo vedeva negli altri come nel suo cuore.
Non era abbastanza fredda per quel compito, non riusciva a perdonare a sé ed al suo popolo tutti quegli elfi che partivano in lotta contro gli orchetti per salvare dei Boschi e non tornavano più… non riusciva a sostenere quegli sguardi ghiacciati che la perseguitavano, sembrando dire ' tu non sarai mai colei che devi essere ';
camminava, perché solo la Natura poteva alleviarla dal pensiero di un compito troppo grande, di un destino che le stava stretto, di una realtà dalla quale voleva scappare, ma non poteva, non ci sarebbe mai riuscita.
Così cercava la solitudine tutti i giorni, ogni volta allontanandosi un po' di più, ogni giorno scoprendo un nuovo fiore, un nuovo ruscello,… per poi fermarcisi accanto e suonare dolci melodie con uno strumento simile ad un liuto; sperando ogni volta di tornare e non trovare più nulla, di smarrirsi, di non vedere più elfi, o di chiudere gli occhi su quel mondo… ma i fruscii sommessi di Lòrien sembravano dirle che il tempo non era arrivato, che il suo dolore non era abbastanza, che avrebbe provato qualcosa che nemmeno avrebbe potuto pensare… l'alienazione dagli altri, dal proprio futuro non era sufficiente… dopotutto si fidava ancora di sé stessa, dopotutto non aveva ancora fatto nulla che le portasse l'odio verso di sé… e solo quei fruscii sapevano quanto ci sarebbe stato di peggio ancora.
Il tempo era impassibile, lento per un giovane elfo solo con i suoi pensieri… ma un giorno una delle nuvole più scure della sua anima fu squarciata, la solitudine rotta… quando Elrond Mezz'elfo recò visita a Galadriel e Celeborn portando con sé la sua figlia più potente, un erede paragonabile solo ad Annùndil… Arwen, anch'essa oppressa dalla solitudine e dall'inquietudine dei propri pensieri.
Arwen era nipote di Galadriel, era nata lo stesso giorno di Annùndil, anche se erano molto diverse… Arwen aveva una pelle più ambrata, occhi scuri ma meno agghiaccianti, lei dava l'impressione della regina guerriera, mentre Annùndil della regina saggia ma irremovibile dal suo trono… entrambe avevano lunghi capelli biondi, ma Arwen li aveva di un biondo caldo, mielato e li teneva raccolti in una complicata serie d'intrecci mentre Annùndil li aveva chiarissimi come la madre ma con qualche ciocca color dell'oro e li lasciava sciolti tirando indietro quelli che le ricadevano sul viso con due spille d'oro dalla forma di foglie, le foglie d'oro di Lòrien.
Si conobbero proprio camminando, ogn'una nei suoi pensieri, nel dorato bosco di Lothlorien.
Arwen era da poco arrivata e, da sempre affascinata da ciò che si diceva a Gran Burrone di Lòrien, decise di addentrarsi tra le fronde, così come usava fare Annùndil… fu così che si videro:
"Non mi sembra d'avervi mai visto, siete di Lòrien?" chiese Annùndil vedendo in lei, che camminava nell'ombra a capo chino e passo lento, una persona simile a lei, come qualcuno che potesse capirla e il cui futuro sarà intrecciato al suo; in quel momento ebbe una visione, non ne aveva mai avute,
vide quella ragazza nella sua stanza replicare con la governante che anche lei voleva partire col padre per Lothlorien, sentì che nelle sue parole c'era la speranza o il presentimento d'avere un incontro importante ma poi "Arwen Undòmiel, figlia di Elrond Mezz'elfo, non siete ancora entrata nella società, siete troppo giovine per fare un viaggio simile…" la governante era impassibile e tutto si spense.
Annùndil aprì gli occhi e si trovò accasciata a terra con la ragazza che diceva qualche parola in sindarin… "Lasto beth nin. Tolo dan nan galad" –ascolta la mia voce, torna alla luce-
"Io… non preoccupatevi, non è successo nulla di grave, non sono caduta nell'ombra… Arwen Undòmiel."
" Come fate a conoscere il mio nome? Chi siete? "
" Nel momento in cui vi ho rivolto parola ho avuto una visione, la mia prima visione, e parlava di Voi, siete riuscite ad arrivare qua con grandi sforzi, ma non so se quello che troverete sia quello che speravate di trovare…"
" Come fate a conoscere i miei pensieri, il mio passato, pur non essendo Galadriel?"
" Sono sua figlia, sangue del suo sangue, ed anche sangue del Vostro…il mio nome è Annùndil."
Arwen ed Annùndil parlarono per tanto tempo quella giornata e lo fecero per tantissimi anni avvenire perché Arwen si trattenne per molto a Lothlorien per ricevere un'istruzione degna d'un elfo, ma soprattutto di quell'elfo.
Così Arwen ed Annùndil divennero davvero amiche, entrambe, che prima d'incontrarsi erano afflitte e solitarie ora erano molto più positive nei riguardi del loro futuro… certo erano però solo in due; e quando Arwen tornava a Gran Burrone entrambe rimanevano irrimediabilmente sole.
In quanto ad Annùndil, oltre la sua ritrosia (che grazie ad Arwen andava migliorando), lo scherno degli altri che la credevano un'altezzosa,… la causa maggiore era data da Galadriel che, allarmata dalla predizione di Gandalf al giorno della nascita di Annùndil, le aveva proibito di frequentare ragazzi in modo che non si sarebbe innamorata che di Legolas… naturalmente quando il bando fu reso pubblico ma non fu data una spiegazione di tale fatto, tutti cominciarono a chiedersene il perché e ad allontanarsi ulteriormente da Annùndil.
Non solo il popolo non capiva, anche Annùndil si poneva innumerevoli domande su ciò che doveva o non doveva fare… c'erano tante cose che non sapeva… che non capiva… che, per gli impegni di Galadriel e Celeborn non le potevano venire spiegate e, se riusciva a parlarne naturalmente se ne uscivano con il solito:
"Non puoi capire, piccola Annùndil, lascia che il tempo sia e tutto sarà chiaro."
Naturalmente tutti vedevano il dolore di Annùndil, per primi Galadriel e Celeborn, ma non potevano fare nulla per lei, ciò che voleva sapere non doveva essere svelato, a nessuno, a lei men che meno.
Ma con ciò, i sovrani vedevano anche la sua solitudine quando mancava Arwen così, dopo averci pensato per intere giornate, decisero di mettere al suo fianco due compagne, amiche, che lei stessa avrebbe scelto tra il popolo, per ovviare alla solitudine; ma se tutto sembrava bello e semplice nella realtà non lo era: Annùndil probabilmente s'era già accorta degli sguardi poco soddisfatti che l'accompagnavano, ma esserne schiva era diverso che andarci in mezzo e cercarne due, se c'erano, che non esprimevano apertamente questo disappunto, allora sarebbe stato veramente doloroso per Annùndil rendersi conto che i suoi pensieri erano fondati… lo sarebbero stati troppo?
Comunque sarebbe finita questa sarebbe stata una prova per Annùndil… così le dissero tutto…
"Non ho intenzione di avere delle compagne che mi mostrino ogni momento che da quando io sono tutto è sbagliato!! Non vi ho chiesto aiuto e quando l'ho chiesto non me l'avete dato!!"
"Non tutti sono uguali… noi elfi siamo esseri superiori…" tentava di spiegare Celeborn
"Vorrei vedere gli uomini!!… o i nani allora!!! Magari anche se non sono nemmeno la metà dei Noldor riescono a capire che io soffro di questa insoddisfazione!! E' colpa mia?? Eh?? "
Nessuno aveva mai parlato così a Galadriel, nessuno, e sua figlia non poteva essere la prima: "Sai quel che stai dicendo?? No se perseveri! Cerca la tua colpa nella tua reazione, domani terremo la 'festa di primavera' e tu farai ciò che ti abbiamo detto!" detto ciò le rifilò uno schiaffone e se ne andò.
Annùndil rimase per un bel po' in piedi, immobile, al centro del flet che fungeva per lei da camera da letto continuando a non capire…
Galadriel scese dal flet a passo svelto, seguita da Celeborn che guardò entrambe pieno di compassione prima di cercare di raggiungere Galadriel…
"Dove vai?"
"Mi mostrerà, dopo ciò, qualcosa sul futuro di Annùndil?"
"Parli dello Specchio? Forse la risposta del suo e del nostro comportamento e da cercare non in uno strumento magico ma nella cosa più importante che distingue tutti… il cuore, Galadriel."
"I sovrani elfici devono essere cresciuti senza cuore o non riusciranno mai a sopportare tutte le pene che li opprimono. Se poi l'elfo è Annùndil, così fragile ma insieme così potente… quando le visioni le mostreranno il mondo del male che si sta movendo ogni momento più verso noi elfi cosa farà? Io sono stata cresciuta in modo molto più rude…" una lacrima le rigò il viso e cadde nello Specchio
" Forse hanno sbagliato. Forse stiamo sbagliando. So quanto tu soffra dentro per la sua sorte…" diceva piano Celeborn abbracciandola
in quel momento la luna, riflessa nello specchio, venne resa dapprima come contornata di nebbia e dai contorni indefiniti poi, piano piano, scomparve lasciando il posto a ciò che Galadriel cercava quasi ogni notte… uno spezzone del futuro di Annùndil.
La particolarità della visione fu anche che sia Galadriel sia Celeborn poterono assisterne, ammutoliti.
Innanzitutto lo Specchio divenne come di fuoco per poi lasciare nel buio l'immagine di un occhio senza palpebra come rovente, pur essendo una visione, quell'immagine intimava direttamente ai cuori di fuggire, lontano, pur sapendo che in nessun posto si sarebbe potuto trovare un nascondiglio da quell'orrore che sarebbe divenuto l'incubo peggiore di Galadriel…Nenya, l'anello di Galadriel, sembrò attratto da quell'occhio, tanto che la mano di lei stava per toccare l'acqua, ma con grande sforzo vi ovviò, sapendo che se fosse successo la visione sarebbe terminata per non mostrarsi mai più.
Dentro la pupilla dell'occhio, contornata di fuoco, si vedeva combattere, morire, ma soprattutto arrendersi al male… percorrendo campi immensi pieni di fuoco, cadaveri, ed esseri noncuranti che li pestavano combattendo, la visione mostrò Lòrien… era la fine, l'orrore si dipinse negli occhi dei sovrani…
Orchetti dovunque non facevano altro che infiammare, colpire, uccidere, calpestare,… gli abitanti di Lòrien s'accasciavano a terra senza la forza di reagire alla vista di quell'inferno…
Ed ecco dalle fiamme uscire un cavallo completamente bianco con in sella un cavaliere… che si dimostrò essere Annùndil.
Subito dopo di lei dal fuoco uscì un nuovo cavallo bianco a sua volta con un cavaliere… non sembrava un elfo, era virile, quasi come un uomo, ma l'immagine permise di vedere, grazie ad uno strappo nel suo abito sul braccio destro, una foglia verde come tatuata, il simbolo degli eredi di Thranduil… lui non poteva che essere Legolas.
Entrambi erano decisi a non farsi abbattere dal male, era come se splendessero di luce propria, di una luce che si contrapponeva al rosso del fuoco e del sangue, ed al nero degli orchi.
Gridavano incitamenti a non abbattersi che, se non ci si arrende, si può ricostruire ciò che è distrutto ma nessuno sembrava ascoltare… intanto i due sovrani continuavano a atterrare orchetti e ad essere colpiti a loro volta… ormai vivevano con la sola volontà di farlo…
Ma in quel momento si concluse la visione lasciando ammutoliti e pieni di sgomento i due sovrani.
Il giorno successivo veramente Annùndil dovette prender parte alla festa… pur a sua malavoglia.
I patti erano che lei doveva girare tra la folla vestita ed acconciata in modo da non sembrar lei così da non essere soggetto di pregiudizi, perciò non sarebbe stata presentata o altro, solo avrebbe parlato, guardato, e perché no, letto nel cuore di coloro che aveva innanzi, ed avrebbe deciso due ragazze che le tenessero compagnia per anni avvenire…
Così la festa venne ed Annùndil vide tante persone, tante persone che non sarebbero mai state sue amiche, mai.
Venne rapita dal vedere un'elfo solitario seduto sotto un albero… non era particolare, aveva i capelli biondi, lunghi e sciolti fino oltre le spalle, occhi marroni, un viso dolce ma insieme severo, alta e magra… e fu così che Annùndil conobbe Cullondiel.
"Scusa, posso sedermi di fianco a te? "
" Fai come vuoi…" disse noncurante mostrando un viso crucciato
" Cosa ti turba? "
" Nulla… nulla che possa interessare qualcuno come te."
"Perché, come sono io? Vedi, se tutto sembra orrendo e tutti sembrano difilarsi può arrivare una mano inaspettata, magari anche indesiderata… accetterai la mia?"
Cullond le strise la mano, lentamente, insicura, ma lo fece. E non se ne pentì.
Insieme camminarono a lungo tra la folla…
Videro un gruppo di ragazzi e ragazze tutti seduti attorno ad una ragazza che parlava e sembrava riverita da chiunque, tutti la guardavano come sperando di diventare come lei, e sembravano allegrissimi pur nella loro gelosia che, tuttavia, solo Annùndil potè notare, così si fecero vicine…
"Avete visto la figlia dei Sovrani?? Sempre immersa nei suoi pensieri, a guardarti dall'alto in basso come per dire che tanto lei è la migliore, la più bella, la più saggia… ma che se la tenga la sua saggezza, bellezza, e anche solitudine!!" la ragazza disse l'ultimo pezzo del discorso a voce alta, come a far vedere che non aveva paura di nessuno, e tutti osservavano compiaciuti con sorrisi complici
"…se sarà la mia regina, ve lo giuro, io me ne vado da qua!" e continuarono i sorrisi
Annùndil stava zitta… voleva sentire tutto su di lei, mentre Cullondiel nemmeno sapeva chi aveva a fianco…
"E l'altra 'sono la migliore' ?? Come si chiama? Arwel o qualcosa di simile… ma l'avete vista?? E' già molto che due così vadano d'accordo tra loro!" la ragazza continuava… aveva lunghissimi capelli corvini e ondulati, come le onde di un mare che raggiunge la spiaggia per poi rifugiarsi di nuovo tra i flutti… aveva occhi di un verde scuro, come il colore delle foglie di agrifoglio, o come quello dell' 'athelas' anche se ora è introvabile; era magra, non altissima, con una lunga tunica verde annodata da una cintura oro… il suo viso, sempre pronto alla risata, sembrava incompleto, come se lei stesse ancora cercando la sua vera vita, non poteva rimanere lì a lungo, denigrando gli altri elfi per ingraziarsi quelli più ambiti, sotto sotto odiava quello che faceva… forse perché dopotutto avrebbero potuto beffarsi anche di lei, l'unico elfo moro.
Ma Annùndil non riusciva ad odiarla per ciò che diceva… leggeva nel suo cuore il suo scontento…
" Qualcosa mi dice che potrei andare anche d'accordo con te… se solo la smettessi di ingraziarti gli altri facendo soffrire chi già di dolori se ha per sé!! Luinlothien, il tuo cuore sapeva che sarei arrivata, mi seguirai o continuerai a vivere in questo modo così miserabile?" Annùndil, appena iniziato a parlare si abbassò il velo che le copriva i capelli e oscurava il viso e tutti videro in che guai si erano cacciati…
"Nostra Sovrana, sa che noi non c'entravamo!"
"Lo legga nei nostri cuori, è Luinlothien che è sempre stata sovversiva nei Vostri confronti!"
"Noi non potremmo mai mancarLe di rispetto… davvero! Si lasci baciare la mano!"
Luinlothien era zitta, sembrava assopita, rapita da tutto ciò…
"Se qua c'è una persona giusta questa è Luinlothien, non m'occorre consultare i vostri cuori, la falsità parla con la vostra bocca.In quanto a te, Luinlothien, te lo chiedo di nuovo… sei disposta a passare dalla parte degli scherniti per me?"
Tutti avevano gli occhi fissi su Luinlothien, nessuno fiatava, finchè lei, lentamente alzò il suo viso e parlò:" Oggi il destino mi ha fatto un grande regalo, mi ha mostrato la vostra falsità e ha messo a nudo anche la mia, per poi essere giudicate e punite. Quante volte Vi ho schernito, vi seguirei se ne fossi degna…"
"Allora vieni, la tua vita, dopo oggi, si rivoluzionerà."
Annùndil, Cullond e Luinlothien girarono le spalle a tutto e tutti per inseguire il loro destino, che le avrebbe portate dove nemmeno il più saggio avrebbe mai osato pronunziare.
