Ricordo Remember, remember

the fifth of November

gunpowder, treason and plot

we see no reason

why gunpowder and treason

should ever be forgot

Prendo il treno della scuola quattro volte all'anno e in almeno due occasioni sono felice di farlo: quando mi riporta a casa, per Natale prima e per le vacanze estive dopo. Oggi è uno di quei casi…Il primo, per essere precisi. Ricordo quando tornai a casa per Natale al primo anno di scuola…Forse l'unico anno in cui avrei scelto deliberatamente di non prendere questo treno. Non mi importava degli attentati, né del mostro di Serpeverde: d'altro canto, io ero una purosangue e una Serpeverde, ergo non avrei dovuto temerlo. A dire il vero, un po' di paura l'avevo e di sicuro non ero l'unica: checché ne dicessero i nostri cari compagni, nemmeno noi Serpeverde potevamo stare tanto tranquilli. Ma ero disposta a restare ugualmente, nonostante il mostro e i miei sentimenti verso la scuola. Il motivo? Draco. Non volevo lasciarlo solo. Fu lui a convincermi a salire su questo treno, anche un po' a costringermi forse. Non voleva che restassi per lo stesso motivo che lo spingeva ad aspettarmi fuori dall'aula per accompagnarmi alla lezione successiva: aveva paura che potesse succedermi qualcosa. Pensavo che non sarei mai riuscita ad essere pronta in tempo, ma lui fece in modo che lo fossi: al contrario di lui, io mancavo – e manco tutt'ora – di doti organizzative. Mi sembra ancora di vedere il mio dormitorio, con tutti i miei vestiti sparpagliati in giro come se fosse esplosa la valigia…Che una volta riempita era davvero sul punto di esplodere. Dovetti farla chiudere da Draco e anche così io fui obbligata a sedermi sul coperchio perché lui potesse riuscire. Proprio all'ultimo minuto. Ricordo quanto era pesante quella benedetta valigia, e la fatica che feci a trascinarla su per la prima rampa di scale. Ricordo bene. Mi ero fermata a riprendere fiato sul primo pianerottolo quando qualcuno prese la mia valigia chiedendo se la "bella signorina" aveva bisogno di una mano: mi voltai solo per ritrovarmi completamente persa negli occhi grigi di Draco. Mi portò la valigia fino alle carrozze e mi aiutò a sistemarla dentro una di quelle. Insistette per accompagnarmi, nonostante fossi già stata "affidata alle cure" di Marcus e Adrian, i quali sparirono non appena arrivati alla stazione. Mi sono sempre chiesta se si fossero defilati perché non avevano voglia di stare con due ragazzini più piccoli o se volessero intenzionalmente lasciarci soli. Non l'ho mai saputo e ormai non è che abbia molta importanza. Ricordo che era una bruttissima giornata: c'era pochissima luce, sembrava quasi notte e tutti i fanali erano accesi. Ricordo la neve che scendeva e i miei capelli coperti da una sciarpa di Serpeverde. Ricordo la camminata con Draco lungo il marciapiede affollato alla ricerca dello scompartimento dove si erano sistemati Marcus e Adrian, la neve e il ghiaccio che scricchiolavano sotto i nostri stivali. Ricordo quando lo trovammo e sistemammo la mia valigia sulla reticella. Ricordo quei saluti un po' imbarazzati, il suo Allora…Ci vediamo. Ricordo la sua sagoma che si allontanava nel corridoio e il suo volto stupito quando lo chiamai ancora. Ricordo il suo sorriso quando gli dissi Buon Natale, Draco e la sua voce quando mi rispose Buon Natale, Torey. Ricordo il suo volto pallido e le guance arrossate dal freddo, il vento freddo che giocava con l'orlo del suo mantello scuro, i suoi occhi che mi guardavano, i fiocchi di neve tra i suoi capelli biondi, tutte cose che vedevo dietro ad un finestrino sporco di neve. Ricordo la sua aria un po' malinconica che aveva, ma forse era solo un'impressione derivata dal cielo grigio piombo, la luce scarsa e il marciapiede deserto alle sue spalle: gli studenti che non partivano non avevano il permesso di venire alla stazione, gli amici si salutavano su al castello. Ma né io né tanto meno Draco siamo mai stati tipi che seguono le regole. Ricordo che cercai di tirare giù il finestrino per salutarlo ancora, ma non vi riuscii e imprecai contro "questa dannata scuola in cui ci fosse una dannata cosa che funziona". Ricordo quando il treno si mise lentamente in moto, con Draco che seguì il mio vagone fino alla fine della banchina, dove fu costretto a fermarsi. Ricordo come mi appiattii contro il finestrino, cercando di vederlo ancora là in piedi al fondo della banchina contro il cielo grigio e nero, con la luce bianca di un fanale che gli sbatteva in faccia e un braccio alzato per salutarmi ancora.

Il treno è arrivato finalmente a Londra: siano "di andata" o "di ritorno", questi viaggi per me sono sempre sgradevoli. Raccolgo i miei bagagli e scendo dal treno: ora prenderò la Polvere Volante e tornerò a casa. Draco. Come al solito ti ho pensato per tutto il viaggio. Sono così stanca…Quando arriverò a casa andrò subito a dormire, non ho nemmeno fame. Forse ti sognerò stanotte, o forse no. E sai una cosa? Non so decidere quale delle due ipotesi sia la peggiore.