[[**Sensazioni nel Cuore**]]
Dopo quella chiacchierata con Klaryn, susseguì un altro mese (erano già arrivati a Gennaio), e Draco fece del suo meglio per non avere rancore nei confronti di Hermione. Il peggior momento era nelle classi di Pozioni, dove per sei lunghi anni Grifondoro era sempre toccata con i Serpeverde.
- Prendete appunti alunni – disse il professor Piton. – Per la prossima classe voglio che mi fate la pozione "Mortare", a pagina 237 ci sono gli ingredienti – il campanello suonò, facendo scattare gli alunni che volevano uscire il prima possibile da quell'inferno. Ormai rimanevano pochi, tra cui Harry, Ron, Hermione, Draco (e i suoi gorilla) con altri ancora. Il prof chiamò l'attenzione a Draco, sembrava che doveva dirle qualcosa d'importante.
- Signor Malfoy – disse Piton, – mi sono reso conto che i suoi voti sono scesi vertiginosamente nelle mie materie (Piton insegnava anche in Difesa delle Arti Oscure finalmente). C'è qualcosa che non va, per caso? – Piton lo vide con gli occhi neri cercando di trargli la verità rapidamente, ma Draco, che stava finendo di conservare le sue cose, fece il solito ghigno.
- Non mi succede niente professore, grazie, ma è solo che in questi giorni ho dovuto dedicarmi di più al Quidditch, prof. Sa, tra qualche mese c'è la partita contro Corvonero, e dobbiamo batterli come abbiamo fatto con Grifondoro – diresse una rapida occhiataccia a Harry, che gliela ritornò. – Non vuole che perdiamo, o sì? – Piton lo vide con certa indecisione, ma poi ghignò anche lui. Il Serpeverde chiuse il suo zaino e avrebbe oltrepassato la porta se non fosse fermato da Harry che lo pigliò per il braccio.
- Ti diverte tanto che noi siamo adesso i vinti? – sibilò Harry, con voce e occhi colmi di rabbia. Draco ghignò ancora un po', e riuscì a liberarsi da Harry.
- Certo Potter! O adesso sei geloso di me? Su, bambinone, sei geloso delle mie continue vincite dall'anno scorso e di quest'anno?! – Harry stava per ribattergli qualcosa, ma Hermione s'intromesse in mezzo a loro.
- Harry, non iniziare, sai che non ci guadagni niente parlando con uno stupido come lui – Hermione fissò i suoi occhi marroni in quelli grigi e freddi di Draco, che rimase perplesso per la reazione della strega. Harry fece per una volta tanto caso a Hermione, e diede un'ultima occhiataccia a Draco, che vide il terzetto andarsene fuori da quella puzzolente cantina.
Erano le sette e trentacinque di sera, quando Hermione stava cenando nel tavolo di Grifondoro. Quest'ultimo era più che vuoto, e Hermione non era accompagnata né da Ron né da Harry. Questi stavano allenandosi per la partita contro Tassorosso, e di sicuro cenerebbero molto più tardi. In quel momento, mentre iniziava la sua insalata, Hermione pensava a quegli occhi grigi che aveva fissato al mattino, alla fine della classe di Pozioni. Non solo aveva visto la retina del ragazzo, ma aveva sentito come una certa delusione in quello sguardo. Come se a Draco dispiacesse il fatto che lei era contro di lui…
- Uffa, quel cretino mi pone delle domande troppo incoerenti – sbuffò Hermione, stanca di tutto. Pronto ascoltò dei passi dietro di lei, provenienti dall'entrata. La sedicenne alzò lo sguardo dal piatto, e vide che Draco stava per sedersi solo soletto in tutto quell'immenso tavolo di Serpeverde. Le fece sentire come in colpa, ma non era il suo problema.
- Caspita, e se adesso ricomincia a guardarmi? Per piacere che non succeda! – pensava Hermione, e a questo alzò lo sguardo ancora una volta senza farsi notare, ma Draco soltanto aspettava che apparisse il mangiare degli elfi, e si passava una mano tra i capelli che cadevano da tutte le parti.
- Macché…? – Hermione rimase rimbambita, per un momento quell'atteggiamento di Draco l'era sembrato molto sexy, ed era arrossita per così poco. C'erano solo i loro tavoli che li separavano, e Hermione poteva vedere molto bene gli atteggiamenti del ragazzo.
- Hermione sei fidanzata, Hermione Harry è il tuo ragazzo, Hermione lui è Draco Malfoy quello che ti dice sempre mezzosangue, che t'insulta quando gli capita… – si ripeteva Hermione, senza osare alzare lo sguardo (si era fidanzata con Harry nelle vacanze natalizie). Ma poi, dopo alcuni minuti, quando alzò la testa per bere, trovò a Draco che la fissava dal tavolo di Serpeverde, in linea retta.
- Bon appetito – disse Draco con una specie di ghigno che seduceva. Hermione non fece altro che ignorarlo, anche se era difficile sapendo che il ragazzo la continuava a fissare. – Si vede che avevi fame, venendo così presto senza lo stupido di Weasley e l'orfano di Potter – il ragazzo bevette un po' del suo bicchiere, poi ricominciò a parlare. – Deve sentirsi molto solo non avendo vicino la sua mammina ed il suo papino, vero? – rise a bassa voce, col suo solito ghigno. Hermione sbatté le mani nel tavolo, colma di rabbia, alzandosi.
- Sentimi un po', Malfoy della miseria, prima di tutto Ron non è stupido, anzi è un buonissimo amico, e secondo Harry non si sente affatto solo, c'è la famiglia di Ron che lo vuole bene, poi io che lo amo e poi… – Hermione s'azzittì d'un colpo, aveva rivelato qualcosa importante e proprio alla persona meno indicata. Il ghigno di Draco svanì lentamente, diventando per un momento sorpreso, per poi riprenderlo anche se molto forzato.
- Ah… ti piace Potter, eh? Me lo terrò come segreto o glielo dirò? Umh, devo pensarci su… – Draco pensava che faceva una buona mossa ma si sbagliava di grosso. Era adesso Hermione quella che ghignava.
- Non sprecare le poche neurone che hai, Malfoy – disse con un sorriso malefico. – Tanto lui è il mio ragazzo da un bel pezzo – Draco smise di ghignare, quella era stata una bella battuta, una che non s'aspettava. Hermione si risedette tranquillamente come se niente fosse e finì la sua insalata con molta calma, fino che la Sala iniziò ad affollarsi.
*
Giorni erano passati da quando Hermione aveva rivelato a Draco di essere fidanzata con Harry. Senza sapere il perché, alla ragazza qualcosa l'inquietava, sentiva come se qualcosa d'incredibile (e che nessuno s'aspetterebbe) stesse per accadere. Però in quella ultima settimana di Gennaio non era successo proprio niente, Harry diventava più "romantico", Ron stava riuscendo a conquistare certa ragazza di Corvonero (Padma Patil), e Malfoy ormai aveva smesso di fissarla così intrigantemente, tanto che Hermione non se ne rendeva conto che il ragazzo dagl'occhi grigi e freddi esistesse.
In quel momento la sedicenne di Grifondoro si trovava uscendo dalla biblioteca, con lo zaino in spalla e due libri d'Incantesimi e Studio dei Babbani. Doveva fare un'esposizione attigua con quelle due materie, e non aveva molto tempo per finirla. Scendendo le scale che portavano al piano della torre Grifondoro, Hermione si rese conto che stava per suonare l'ora di ritornare alla torre. Iniziò a correre, finché, a metà strada, lo zaino e i libri le caddero.
- Oddio ma come sarà successo, caz…! – Hermione si chinò per raccogliere i libri, non ce la farebbe a rientrare in tempo, lo zaino si era rotto; ma poi vide una mano pallida in quella mezz'oscurità che prendeva un suo libro davanti a lei. Appena alzò la testa, s'incontrò con un Draco inginocchiato e sorridendo col solito ghigno. Hermione intrecciò le sopracciglia.
- Tu! Sei stato tu, porco che non sei altro! – disse Hermione, arrabbiandosi ancor di più mentre Draco muoveva la testa d'un lato all'altro.
- Tsé, tsé, tsé non credevo che una ragazza così "elegante e raffinata" come te dicesse quelle parolacce, cara Granger – disse Draco facendo una pila dei libri di Hermione, questa che era più che in collera. – Senti, come mai così tardi da queste parti? I Prefetti hanno il diritto di avere un'ora in più all'orario normale, ma te stai esagerando – vide il suo orologio come se niente fosse, mentre Hermione introduceva i libri che egli aveva ordinato, nello zaino. Hermione aggiustò il suo zaino con un incantesimo, e poi fece per andarsene senza neanche salutare Draco. Ma questi, rapido come un serpente, la afferrò per la mano.
- Anche maleducata, non saluti né ringrazi – sussurrò, con un ghigno piuttosto arrabbiato. Hermione rimase ferma per un momento, sentendo la mano di Draco nella sua, ma poi la lasciò.
- Perché dovrei ringraziarti e salutarti, scusa? E si può sapere perché m'hai rotto lo zaino e m'hai fatto cadere i libri, senza alcun motivo?! Imbecille che non sei altro!! – disse Hermione, vedendolo con incognita e un po' di rabbia. Draco, con una faccia non seria ma normale (senza alcuna traccia di ghigno), rispose:
- Vuoi sapere davvero il perché, Hermione? – la ragazza assentì, chiedendosi perché l'aveva chiamata per il suo nome. Ci fu un silenzio repentino, Draco la fissava negl'occhi, non sapeva come dirle quel che sentiva. Istintivamente la prese per le braccia, e la fissò per una volta. Hermione si rese conto che quello sguardo era identico a quella volta nell'aula di Pozioni, c'era un sentimento di delusione e di tristezza, e poi mischiato con certo rancore. Hermione era spaventata, non sapeva cosa stesse per accadere, e se qualcosa di strano succedesse, non potrebbe scappare da di dietro, perché c'era la parete dietro di lei ad un passo.
- Sul serio? – Draco faceva un po' di pressione sulle braccia di Hermione, non riusciva a controllare i suoi sentimenti, e la ragazza si spaventava di più.
- S…sì, Draco…voglio saperlo... – sussurrò Hermione. Draco non aspettò un'altra risposta, e lentamente s'avvicinò all'orecchio destro di Hermione (questa che tremava dal freddo e dalla paura), per dirle...
- Io ti amo.
Bene!!!!!!!!! Ecco qua il capitolo 2. Spero che vi sia piaciuto!! Ho visto anche che persone che mi conoscono per via delle storie in spagnolo hanno letto questa fic anche se non capivano niente o.O comunque!!! Se quelle persone continuano a leggerlo, va bene, ditemi quel che non capite ^^. Ci vediamo!!!!!!! =)
