[[[[****La Magia di San Valentino****]]]]
In tutto il resto del pomeriggio, i nostri ragazzi di Grifondoro non fecero altro che finire i compiti. Dopo averli finiti, Ron si diresse verso la Sala Grande, dove Padma Patil lo aspettava per trascorrere la serata di San Valentino. Allora Hermione ed Harry erano rimasti da soli, nella Sala di Ritrovo di Grifondoro.
- Beh, io vorrei riposarmi un po' – disse d'un tratto Hermione, chiudendo il libro di Storia della Magia. – In questi giorni non sto dormendo molto bene – Harry osservava come la ragazza conservava le sue cose, e questa neanche si rendeva conto. Poi quando chiuse il calamaio, trovò il suo fidanzato che la fissava con indulgenza.
- Cosa c'è? – chiese, con il cuore che iniziava a battergli forte. Harry smise di guardarla, come ritornando sulla terra.
- Niente, niente – sospirò, e si allargò nella poltrona. Hermione smise di conservare le sue cose, e s'avvicinò ad Harry, sedendosi sul braccio della poltrona.
- Non è vero – disse Hermione, prendendogli la mano. – Vuoi che resti qua?
- Beh, se sei proprio stanca è meglio se riposi – disse Harry, sedendosi di nuovo per bene. A Hermione piaceva anche la considerazione di Harry per la gente, perciò s'era innamorata di lui così facilmente.
- Ma no – disse Hermione, abbracciandolo e sedendosi sulle sue gambe – io posso restare con te se vuoi, tanto, posso anche riposarmi domani che è venerdì.
- E va bene... – disse Harry stringendola a sé – Senti… si mangia bene dai tuoi? – chiese Harry all'improvviso.
- Direi di sì… perché?
- Beh, si vede che hai mangiato bene questo Natale! – disse Harry scherzando, e Hermione arrossì, alzandosi dalle gambe di Harry.
- Spiritoso – rise Hermione, senza offendersi. – Beh, devi renderti conto che ormai non sono la mingherlina di due anni fa Harry… sono cresciuta anch'io, sai?
- E si vede! – scherzò Harry guardando da capo in giù il corpo della sua ragazza. Questa arrossì ancora una volta, e si sedette nella poltrona grande, così Harry non poteva guardare ancora la sua figura d'adolescente. Harry rise, e poi s'alzò per risedersi accanto a Hermione.
- Lo sai che faccio scherzando – disse avvicinandosi alla faccia di Hermione – non ti ferirei mai – la ragazza non disse nulla, ma lasciò che il ragazzo la baciasse teneramente nel collo, nella parte della sua sinistra. Allora si ricordò di quella sera, che Draco l'aveva baciata nell'altra parte del collo, e si sentì come in colpa, per tradire l'amore verso Harry. Quindi allontanò il collo incoscientemente, e Harry s'impressionò.
- Che c'è? – disse senza preamboli. Hermione cercò di non guardarlo, e si mise una mano dove l'aveva baciata.
- Credo… che mi hai fatto male... – era l'unico modo per scappare alle domande. Harry le tolse la mano dal collo, e poi vide, rimanendo scioccato.
- Oh, scusami Hermi – disse Harry, accarezzandogli il collo – non volevo farti quel succhiotto – Hermione diventò paonazza, non sapeva cos'era un "succhiotto", dato che lei non s'era mai interessata alle storie di tutti i tipi di baci.
- Eh…non importa…fa niente... – concluse, guardando di nuovo negl'occhi a Harry, che si sentiva in colpa.
- Comunque, più tardi ti metti del ghiaccio, d'accordo? Così vediamo se se ne sparisce il colore del livido... – Hermione lo guardò con curiosità. Un livido?
- Ma cos'è 'sto succhiotto?! – rivolse i suoi pensieri ad Harry, che sembrò più che stupito.
- Non sai cos'è? – chiese, perplesso.
- No… non lo so – disse Hermione accarezzandosi il collo.
- È un bacio che… beh come spiego…dai un bacio però succhi, come se fosti un Dracula o qualcosa del genere... – Hermione lo guardò stupita.
- Ma che roba si sono inventati! – esclamò – Tu comunque cerca di non rifarlo – poi pensò al bacio di Draco, era forse stato un succhiotto? Non voleva neanche pensarci, se Harry lo scoprisse sarebbe la sua fine, ma per fortuna lei aveva i capelli lunghi e li portava sempre sciolti. Però la fortuna non durava per sempre.
- Sta' tranquilla – disse Harry, accarezzandogli la guancia, che era diventata pallida per lo spavento. Hermione voltò il suo corpo per essere completamente di fronte al suo fidanzato.
- E va bene – disse, per poi baciarlo. Però il bacio non durò a lungo, dato che si udirono due voci scendere dalle scale.
- Ehi, raga, fate quelle cose in un altro posto, per piacere! – disse divertita Calì Patil, facendo arrossire i due fidanzatini.
- Andate nella stanza di su, nell'ultimo piano – disse Seamus Finnigan, recente fidanzato di Calì, e con la sua ragazza sparì per il ritratto della Signora Grassa.
- Ma certo! – sussurrò Harry, alzandosi. Hermione sembrò confusa.
- Ma dov'è quella stanza, Harry? – chiese con curiosità e diffidenza.
- Vieni con me – disse Harry con un ghigno non malevolo, ma comunque non rassicurante, e prese per la mano Hermione.
Oltrepassarono il primo piano da una porta che Hermione non aveva mai visto prima, per dopo salire al secondo, e poi al terzo. Arrivati a quest'ultimo, andarono in fondo al piccolo corridoio, dove si trovavano una piccola stanza con un balcone. Harry entrò, con Hermione che osservava tutta la stanza che era un po' disordinata e rovinata.
- Harry, cos'è questo posto? Guarda quella poltrona è rovinata, poi c'è tanta di quella polvere... – disse Hermione, un po' tossendo.
- Ma non badare a quello, andiamo nel balcone – disse Harry dirigendosi al balcone. Hermione lo seguì, per prendere un po' d'aria.
- Guarda… non ti piace questa vista? – Hermione vide di fronte ai suoi occhi il Bosco Proibito, la capanna di Hagrid, il lago, e alla sua destra altre due torri con dei balconi.
- Uao! Ma come mai in sei anni non ho mai scoperto questa stanza?
- È forse perché nel dormitorio degli uomini? – disse Harry. Hermione lo guardò perplessa.
- Ma cosa?! Noi non siamo entrati da lì! – esclamò, spaventata. Se i professori li scoprivano, sarebbe il finimondo.
- C'è un'altra entrata in questa torre per andare nel dormitorio nostro, sai? Una segreta, che è quella che t'ho fatto vedere prima – disse con calma Harry, sedendosi in una sedia di legno in quel balcone. – Però non dirlo a nessuno, ok?
- Va…va bene – disse Hermione, tornando a vedere il paesaggio. Poi diede uno sguardo ai balconi delle torri, e in una di queste intravide...
- Malfoy! – sussurrò Hermione, notando il ragazzo biondo che era appoggiato nella ringhiera del balcone. Harry s'alzò e andò da Hermione.
- È carino questo posto, vero? – disse Harry, prendendola dalla vita. Però Hermione non ascoltò, rimase a fissare Draco, che in quell'istante era accompagnato da un ragazza...
- Draco – disse Klaryn avvicinandosi lentamente verso Draco – cosa fai qui?
- Vedo il paesaggio – disse seccamente Draco, che guardava verso il basso.
- Perché non sei con Hermione? – chiese Klaryn, poggiandosi nella ringhiera.
- Perché lei è col suo fidanzato – disse Draco, voltandosi verso l'altro lato, sospirando.
- Ti sei arreso di già? Non vuoi lottare ancora? – chiese Klaryn ancora fissando il suo amico umano. Draco sospirò ancora una volta.
- Ah, è troppo difficile per me! Un'ora e mezza fa, sotto l'effetto della pozione, ho detto di nuovo che l'amavo e lei non è sembrata entusiasta o qualcosa del genere, ma piuttosto indifferente.
- Sei sicuro? Possibile che non sia rimasta scioccata dal bacio dell'altra sera e da questo?! – disse Klaryn stupita. Draco la guardò.
- Forse hai ragione – disse un po' meditabondo – quella sera è rimasta molto scioccata dalla mia dichiarazione e dal mio bacio sul collo. Poi non so come abbia reagito per l'altro bacio, dato che gliel'ho dato scappando – disse Draco quasi per se stesso.
- Guarda! – disse Klaryn, indicando un passerotto di colore acquamarina, che stava volando per di lì – Non è carino?! Nei giardini è strano vedere questo tipo di colore sui passerotti – il passerotto si posò nella mano di Klaryn molto dolcemente, essendo attratto dal suo spirito purissimo. Draco voltò la testa alla sinistra e guardò il passerotto nelle mani soffici di Klaryn.
- Lo vuoi prendere?
- No grazie – disse Draco, tornando la testa verso di fronte, sempre di spalle alla ringhiera – se lo prendo, si spaventa e se ne va. Ricordati che io non sono puro come te – si passò una mano nei capelli, dandogli un po' di movimento.
- Questo giorno è il giorno non solo degli innamorati, ma anche della amicizia – disse Klaryn accarezzando l'uccellino. – Sono sicura che lui non scapperà – vide il profilo di Draco, che poi si cambiò nella faccia di fronte. Draco si mise col corpo di fronte alla ringhiera, e prese l'uccellino con molta delicatezza, tra le sue fredde e pallide mani. Questo non scappò via, anzi, si sentì a molto a suo agio.
Hermione guardava tutta la scena dal balcone, e Harry la baciava teneramente nelle guance. Non credeva ai suoi occhi, chi era quella ragazza che anche a tale distanza sembrava così carina? Hermione non poteva pensare che Draco avesse un'altra ragazza, che la tradisse... che la tradisse?! Ma cosa si stava ficcando in testa? Draco e lei non erano mica fidanzati! Il suo fidanzato era Harry e basta, non aveva nessuno di più a cui amare... però, quella faccenda che Draco l'amava non l'era del tutto chiara, ancora. Allora in quel momento Hermione pensò in una cosa molto ovvia, che aveva scartato quella mattina. Draco aveva solo giocato con lei! Era impossibile che quel Serpeverde che sempre l'aveva insultata adesso l'amasse intensamente. E Hermione si rimproverava di continuo l'aver creduto per varie settimane nell'amore falso che Draco aveva verso di lei. Però... la pozione Sinceratrio, non aveva fatto effetto al ragazzo…?
- Hermione – le sussurrò qualcuno all'orecchio. Era Harry. – Hermione – ripeté, dato che la ragazza non rispondeva. Hermione ritornò dal suo mondo, e vide il suo fidanzato, con un sorriso piuttosto nervoso.
- Sì?
- A cosa pensi? Non m'ascolti nemmeno – disse Harry baciandole la guancia destra di nuovo.
- Niente – disse Hermione, osservando non più Draco ma gli alberi del Bosco Proibito. Harry iniziò a scorrere le sue labbra in baci per la guancia, poi scendendo arrivò al collo, stava per continuare quando si fermò all'improvviso.
- Che c'è...? – chiese Hermione, non sentendo più l'incantesimo dei baci nel collo. Il ragazzo la guardò negl'occhi.
- Cosa ti sei fatta qua? – disse Harry, toccando un livido nel collo, con le sopraciglia incrociate. Hermione diventò pallida, sapeva che quello che indicava Harry era il succhiotto di Draco, e non sapeva che risposta dare.
- Non lo so – disse infine – che c'è lì?
- Un livido – disse Harry con un po' di rabbia confusa – a forma rettangolare…
- Davvero? – disse Hermione cercando di essere più impressionata possibile – Chissà che mi sono fatta! – esclamò, tappandosi il livido con una mano. Harry però non cadde nel tranello.
- Chi è stato? – disse Harry mollando le braccia dalla vita di Hermione, e mettendosi di fronte a lei.
- Chi è stato cosa? – disse Hermione con finta innocenza.
- Il succhiotto! – esclamò Harry, segnalando il livido che era nascosto dietro la mano di Hermione. – Non fare la finta tonta!
- Oddio, Harry! Ti dico che non è un succhiotto! Di sicuro mi sono fatta male con qualcosa e non mi sono resa conto!
- Ma mi pigli per scemo? – chiese Harry sempre le sopracciglia incrociate – Pensi che io ti creda?! – Hermione lo fissò negl'occhi con molto coraggio e decisione; non si farebbe scoprire così facilmente.
- Pensi davvero che io sia capace di fare una cosa del genere? – gli chiese, con una voce e con gl'occhi seducenti, e mettendo un dito sulle labbra di Harry.
- Mi posso fidare? – chiese Harry sottovoce, avvicinando le sue labbra a quelle di Hermione. La ragazza sorrise e senza rispondere lo baciò appassionatamente.
- Non ho mai visto un passerotto così tranquillo – disse Klaryn, accarezzando l'uccellino nelle mani di Draco. Questo sorrideva, come se mai avesse visto un passerotto così da vicino.
- Neanche io – disse Draco. Poi il passerotto aprì le ali, e Draco lo lasciò volare. Draco vide come s'allontanava verso l'ovest della torre, e guardando in là, tolse lo sguardo dal passerotto, e si concentrò solo in due persone che si baciavano...
- Hermione – sussurrò Draco rimanendo sconcertato da quell'immagine, Hermione baciava con molta passione a Harry, e questo l'afferrava dalla vita e da un po' più sotto, senza mollarla. Klaryn diresse il suo sguardo verso lo stesso posto, e rimase perplessa tale e quale a Draco, anche se non con lo stesso sentimento. Poi vide Draco, che diventava rosso dalla rabbia e che guardava Hermione con occhi pieni di gelosia.
- Draco… sta' calmo…non far caso, stanno soltanto...
- Stanno soltanto baciandosi! – scoppiò Draco, colmo di rabbia – Solo quello! Niente di più grave!! – Draco corse verso l'interno, lasciando Klaryn fuori, e colpì un mobile vecchio con tutte le sue forze, tanto da capovolgerlo e spaccargli una zampa.
- Draco!! – esclamò Klaryn entrando – Ma che hai fatto!!
- Tanto era vecchio – disse Draco dando un altro colpo con la gamba alla poltrona, e sedendosi in una più nuova, dato che quella stanza non era del tutto rovinata. Klaryn lo guardò con disapprovazione.
- Comunque non dovevi farlo – Draco sbuffò, come se non avesse ascoltato la Vitamor; Klaryn camminò verso la porta ed arrivata a questa si fermò. – Vieni o no?
- Lasciami in pace – disse il ragazzo, guardando verso la porta del balcone, dove il sole del tramonto recitava i suoi ultimi raggi. Klaryn si offese, e senza dire una parola sparì nel nulla, come era di solito in lei.
Brutta mossa. Quando una Vitamor s'offende è da stare attenti. Può scaricare tutte le sue rabbie su una sola persona, o peggio, su molte. Però, anche sapendo questo, Draco non gliene fregava niente, pensava solo a quella dannata Hermione che gl'aveva fatto conoscere l'amore, e che in quel momento stava baciando il suo fidanzato.
Hermione si separò da Harry, molto lentamente, come se si svegliasse da un lungo sogno. Harry non rifiutò la separazione, e sorrise, vedendola fissamente agl'occhi.
- Lo sai che ti voglio tanto bene? – disse Hermione, con una voce seducente. – Non voglio che tu diffida di me per così poco.
- Certo – disse Harry, avvicinandosi al suo collo. – Però quel livido lo voglio coprire io con un mio bacio – Harry la baciò nel collo, molto teneramente, e con attenzione diede un altro succhiotto a Hermione. Questa non sentì nessun dolore, però ricordò amara e colpevolmente il bacio di Draco. Perché, perché le aveva fatto quello? Perché aveva giocato con lei? Perché l'aveva fatto confondere i sentimenti? Voleva forse farla sentire in colpa con Harry, e poi lasciarlo?! Perché?!
- Senti, Harry… rientriamo, per piacere…? – chiese Hermione molto dolcemente. Harry le baciò una guancia.
- E va bene – disse, e la mollò, per introdursi di nuovo nella stanza. Hermione diede un ultimo sguardo alla torre dei Serpeverde, ma Draco non c'era più e neanche l'altra ragazza.
- Chissà dove si sono cacciati quei due? – disse, con certa rabbia nella pronunziazione.
*
Ormai era tarda sera ad Hogwarts, che tra un po' finirebbe il giorno di San Valentino. Tutti erano a letto e avevano un sorriso bello stampato in faccia, soprattutto le ragazze, per tutte le cose emozionanti trascorse quel magico giorno. Però c'era una di loro che non riusciva a dormire, e che non aveva nessun sorriso, e quella era proprio Pansy Parkinson.
Quel giorno non era riuscita per un'altra volta dire a Draco che lo amava. Quel ragazzo l'aveva innamorata pazza due anni fa, però il ragazzo non le faceva caso, e piuttosto, la trattava con molta indifferenza ed arroganza. Quello la faceva sentire molto peggio, e poi ancora quel giorno, s'era messa a piangere, in San Valentino.
Era successo proprio nel pomeriggio, finite le classi. La ragazza s'era trovata al ritorno Draco in una poltrona, con aria meditabonda, tutto da solo. Era stato il suo momento più pregiato per dirgli che lo amava, però aveva mandato in fumo tutti i suoi piani.
Sedendosi accanto al ragazzo in un'altra poltrona, Pansy aveva iniziato a parlare su "che magico e carino questo giorno" e "non ti sembra che questa giornata tutti dovrebbero dichiararsi verso la persona amata?", e Draco non l'aveva fatto caso. Allora la ragazza aveva chiamato la sua attenzione, e Draco s'era arrabbiato, dicendole "Lasciami in pace, brutta pettegola! Non puoi stare un minuto senza rompere!!", e uscendo dalla Sala Comune, per dirigersi fuori ed andare alla torre più alta, appartenente ai Serpeverde. Pansy s'era sentita così male, in modo indiretto il ragazzo l'aveva scaricata, e quel trauma era troppo per lei. Se n'era andata correndo verso la sua stanza, vuota perché tutte le sue compagne erano state fuori, ed era rimasta a piangere per una bell'ora.
In quel momento allora era nella Sala Comune, da sola, pensando ancora a quello successo quel pomeriggio. Si sentiva così incapace, così male, da voler non esistere più... da allontanarsi da quel mondo per sempre.
Dei passi si udirono provenienti dalla porta del dormitorio dei ragazzi. Pansy si nascose sotto il lenzuolo che s'era portata dalla stanza, e s'accovacciò nella grande poltrona. La porta si chiuse e i passi si udirono un po' frettolosi. Il camino era acceso, e Pansy poté vedere chi si dirigeva verso l'uscita…era Draco.
Pansy si tolse il lenzuolo, e fissò Draco che stava per uscire, quando parlò.
- Dove pensi di andare? – disse, con tono di rimprovero. Draco rabbrividì, si voltò, e scorse Pansy seduta sul divano. Aggrottando la fronte, le rispose.
- Sono affari miei – disse Draco, mettendosi una giacca.
- E invece no – disse Pansy alzandosi, e dirigendosi verso Draco. – Io potrei dire che sei uscito a mezza notte se mi pare, e farti scoprire – poi strinse i pugni, come trattenendo la rabbia. Draco la vide con fastidio.
- Sei la solita rompiscatole, non cambierai mai – disse, e uscì dalla casa, oltrepassando la porta. A Pansy le si bagnarono gl'occhi, e si mise a piangere di nuovo, come quel pomeriggio.
*
Hermione si trovava nella Sala Comune di Grifondoro, presto sarebbe lo scoccar delle dodici. Stava lì, aspettando l'ora giusta per incamminarsi verso la Biblioteca, dove si troverebbe con Draco. Il ragazzo l'aveva incrociata alla fine della cena, e le aveva detto di trovarsi a mezzanotte nella Biblioteca, per parlare e chiarire le cose finalmente. Hermione per un momento aveva rifiutato l'offerta, non voleva infrangere le regole, però poi decise di sì.
In quel momento erano un quarto alle dodici. Hermione si mise il mantello dell'invisibilità, preso senza che Harry lo sapesse, e oltrepassò il ritratto della Signora Grassa.
Scese delle scale con molta cautela, guardandosi intorno, per vedere se trovava Gazza o la sua gatta in giro. Finalmente arrivata alla porta della Biblioteca, si tolse il mantello, sentendosi libera. Aprì la porta con molta attenzione di non far rumore, e poi la chiuse.
- Ehi Malfoy – disse Hermione, camminando lentamente guardandosi da tutte le parti e cercando Draco in quella biblioteca scura, illuminata solo dai raggi di luna che passavano dalle grandi finestre. Nessuno rispose.
- Di qua – si udì dopo un po', proveniente da un tavolo nascosto dietro uno scaffale. Hermione andò da quella parte, e illuminato dai raggi della luna, si trovava Draco Malfoy.
- Ma perché ti sei cacciato in una parte così nascosta? – disse Hermione, sedendosi davanti a lui. A Draco apparve un piccolo ghigno in faccia.
- Ma mi sembra ovvio – sussurrò udibilmente, spostandosi delle ciocche di capelli davanti agl'occhi. – Vuoi che ci becchino così facilmente? Mi è sembrato più sicuro qua – Hermione arrossì, per non aver ragionato su una cosa così facile – Bah, a volte, voi intelligenti non capite le cose più semplici…
- Beh – disse Hermione – cosa volevi dirmi? Per qualcosa m'hai portata qui, no? – Draco parve arrossire sotto lo splendore della luna, e tolse lo sguardo dagl'occhi di Hermione.
- Beh…di noi due, ovviamente... mi è sembrato che la situazione non è ancora conclusa né chiara – Hermione pensò che aveva ragione, da tanto tempo voleva chiarire le cose e quel pomeriggio si era distratta.
- Hai ragione – sussurrò.
- Allora, cosa vuoi sapere? – chiese Draco, sbadigliando. Hermione per un momento parve confusa, Draco era stato quello che le aveva detto di incontrarsi e parlare, però capì all'istante che Draco aveva vergogna di iniziare.
- Questo pomeriggio t'ho chiesto se m'amavi veramente, quand'eri sotto la pozione Sinceratrio – disse d'un fiato – e tu hai risposto di sì, però m'è sembrato troppo alla leggera allora non mi sono convinta – Draco non la guardava in faccia, si concentrava solo sui moscerini che si congelavano oltre la finestra. – Ma mi stai ascoltando?!
- Certo, certo – disse Draco, facendo finta di stare attento di nuovo. – Allora non sei convinta se ti amo o no? – Hermione arrossì.
- No – disse, senza preamboli. – Sono confusa – allora Draco la guardò seriamente agl'occhi, sedendosi per bene. Hermione sentì il suo cuore battergli forte.
- Scusa se non sono stato chiaro – disse in un sussurro – però questo è meglio se lo deduci da te stessa – Draco s'alzò, molto imbarazzato, con l'intenzione d'andarsene. Hermione non s'aspettava tale mossa.
- Ehi! – esclamò Hermione, seguendo Draco al giro dell'angolo dello scaffale – Ma che ti prende? Sono venuta qua solo per questo?! Guarda che voglio delle spiegazioni!! Voglio che tu mi dica chiaro e tondo se questa faccenda è vera o no!! Voglio la verità!!! – Draco si voltò, col solito ghigno in faccia, come se fosse divertito da quell'ira di Hermione.
- L'erba voglia non cresce nemmeno nel giardino del re – fu tutto quello che disse, stava per andarsene, però Hermione s'alzò e lo prese da un braccio con molta forza.
- Non te la svignerai così facilmente, Malfoy – disse colma di rabbia, vedendo la faccia turbata di Draco. – Sei stato tu a creare questa situazione. Sei stato tu a baciarmi. Ed io voglio delle spiegazioni – Draco tolse lentamente la mano di Hermione dal suo braccio, e non se ne andò, anzi, s'avvicinò molto alla faccia di Hermione, senza toglierli lo sguardo dagl'occhi color marrone.
- C-che pensi fare…? – disse Hermione tremando dal freddo e dalla paura, il cuore gli batteva molto forte, tanto che stava per uscirle dal petto. Draco la prese per le braccia, sentì il respiro agitato ed esaltato della ragazza, e sfiorò le sue labbra, con tanto di permesso, baciandola.
Per una frazione di secondo Hermione pensò che non aveva più scampo e che dovrebbe sottoporsi a quel bacio. Ma dopo pensò ad Harry, alla situazione in cui si trovava, e pensò che Draco stava cercando di distrarla. Dopo dieci secondi o meno, la ragazza separò rapidamente le labbra da quelle di Draco, e una sberla bella rossa rimase stampata nella guancia sinistra di Draco.
- Ma chi ti credi di essere? Stupido che non sei altro! – quasi gridò Hermione, con tanto di rabbia. Come poteva baciarla, in una situazione di confusione come quella, senza neanche chiarire le cose e, anzi, confondendola di più?
Draco non disse nulla, solo guardò da un'altra parte, con la mano nella guancia sinistra. Quell'atteggiamento fu il colmo per Hermione, alla ragazza le scivolarono via delle lacrime, piene di odio e di tristezza.
- Come ti permetti... di giocare con i miei sentimenti? – singhiozzò Hermione, con tanto di sofferenza. Draco la vide, vide quei occhi color marrone per la prima volta bagnati dalle lacrime. Forse l'aveva fatta piangere negl'anni precedenti, però, in quel momento, la vedeva piangere, per la prima volta. E si sentì colpevole.
- S…scusami... – sussurrò Draco.
- Ma com'è possibile, com'è possibile?! Perché, dopo tanti anni d'insulti e rancore, dopo tanti litigi, mi vieni a dire che mi ami e mi baci, così, come se soltanto fosse un gioco?! Perché, quando finalmente avevo conosciuto l'amore, sei apparso tu, a rovinare il mio rapporto con Harry? – Draco guardava fissamente gl'occhi di Hermione, che singhiozzava, e che sembrava soffrire più che in qualunque altra situazione. La ragazza lo guardava negl'occhi, perché le stava facendo tutto quello?! Proprio nel più bello della sua vita…
- Ti odio, ti odio, TI ODIO!! – gridò infine, pigliando il mantello dell'invisibilità, e oltrepassando la porta della Biblioteca.
N/A: Grazie mille per i vostri commenti, davvero vi ringrazio moltissimo. Spero ancora molti di più.
