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Capitolo 10
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…O pioggia dolce rumore
a terra e sui tetti, o canto
della pioggia per un cuore
che così tanto si annoia!…
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Una delle idee più strane che Tom Riddle avesse mai avuto era stata quella del diario. Inizialmente, Tom non credeva che le memorie delle persone potessero assumere importanza agli occhi degli altri, perché, comunque, nessuno avrebbe potuto risalire alle cause che avevano determinato le loro azioni. E, pensava il quindicenne Tom Riddle, guardando la neve cadere da dietro le finestre di Hogwarts, nessun mago avrebbe potuto in ogni modo ottenere tanto potere da leggere così a fondo nell'anima di qualcuno.
Così, quando aprì quel libro, quel suo primo libro di magia nera, nella sezione proibita, all'inizio del sesto anno, non riuscì a comprendere completamente il motivo per cui qualcuno (diciamo pure un mago oscuro) potesse avere tanto interesse da conservare (e soprattutto tramandare) una formula in grado di dar vita ai ricordi del passato, facendoli agire come fossero un'unità distinta rispetto al loro possessore, dotate di pensiero e volontà propria. All'epoca, a dire il vero, nemmeno il neonato Lord Voldemort fece molto caso al fatto che fosse proprio sulle scelte effettuate nel passato che oggi tutti noi siamo come siamo. Ok... sinceramente era una cosa che gli suonava piuttosto strana.... Però.... Però....
C'era come una domanda, ancora insoluta, che continuava a vorticare nella testa di Tom Riddle... qualcosa che non gli dava pace. Più volte, a divinazione, gli avevano rivelato (se di rivelazione si poteva davvero trattare) che cosa fosse realmente il destino: un susseguirsi di azioni *prevedibile* nel tempo, causato dalla personalità dell'individuo che riguarda.
Ci avreste capito qualcosa? Forse, ma...
Tom Riddle capì molto di più – e allo stesso tempo molto di meno.
Tom aveva sedici anni quando ebbe l'intuizione che l'avrebbe portato a compiere il suo avvenire. Sedici anni e non solo un ripensamento quando decise (o prese coscienza?) di creare il suo doppio: Lord Voldemort, che era – come poi avrebbe meglio specificato – il suo passato, il suo presente, ed il suo futuro.
Fu una liberazione prendere coscienza di quei fatti. Se non l'avesse fatto sarebbe probabilmente impazzito. Del resto, chi poteva prevedere a quale prezzo Tom Riddle avrebbe riscattato la sua libertà?
Così, si disse Lord Voldemort, se il destino può davvero essere governato dalla nostra volontà ( ~ - e talento, molto, molto talento, ragazzo... oh... ~), se il destino poteva essere plasmato (~e volontà di mettersi alla prova...~) se il destino poteva essere previsto... (~coraggio... e sì... dolore...~), allora, forse, Tom Riddle avrebbe potuto fermare il flusso di panico che lo invadeva tutte le volte che pensava al suo passato, (~forse... Gryffindor?... No?... dove metterti allora?...~) frenare il vuoto opprimente che lo costringeva al suolo, facendogli sanguinare l'anima, e poi... (~ Sì... se è questo che vuoi...~) e poi liberare il suo pensiero da quelle orribili catene... (~SLYTHERIN!~). Fin'anche ad essere nuovamente libero dal rancore.
Tom Riddle avrebbe affrontato il suo futuro e allo stesso tempo arso il suo passato. Il presente non avrebbe avuto per lui più alcuna importanza. Ormai, solo il ricordo e l'aspettativa avrebbero dovuto riempire i vuoti che si erano creati nel suo cuore.
Fu in pochi giorni che il diario prese vita, assieme alla sua possibilità di ritorno, assieme alla sua seconda occasione di credere in qualcosa che non fosse altro che se stesso. Insicurezza – questa l'unica parola che non avrebbe più dovuto turbare i suoi sogni; questa l'emozione cui avrebbe dovuto dar freno. Questo e null'altro, ciò che gli altri avrebbero dovuto provare al suo cospetto.... Questa la vita di Tom Riddle prima di Remus Lupin.
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Non si sarebbe dovuto stupire del flusso di emozioni che l'avvolsero nel momento in cui gli occhi del bambino si posarono su di lui. Non si sarebbe dovuto stupire della facilità con cui quel calore era già una volta riuscito a penetrare il suo muro di ghiaccio. Non avrebbe dovuto, perché sapeva che prima o poi le pagine del diario si sarebbero riaperte. Non avrebbe dovuto... eppure lo fece.
Mentre il primo raggio di sole invadeva il suo nuovo mondo, Tom Riddle non riuscì a far altro che rimanere immobile, ad osservare silenziose lacrime scendere lungo i tratti del candido volto di Remus Lupin. Era la stessa malinconia che sgorgava dalla profondità di quell'inaspettato autunno ad aver legato il cuore di Tom al suo lato oscuro, la stessa pietà ad aver ricacciato la sua umanità fin da quando la prima goccia d'inchiostro era caduta sul foglio bianco del diario, e Lord Voldemort aveva cominciato a tessere la sua rete d'inganni.
E fu in quell'istante di smarrimento interiore, quando un giovane lupo posò su di lui uno sguardo carico di comprensione, che il più recondito dei pensieri prese a farsi strada nella mente di Tom....
"Cedere alle tenebre per catturarne l'essenza"; "oscurare la luce per rivelarne la grazia"; "versare una lacrima per gustarne il sapore dell'amarezza"; "liberare la vita per poi tarparle le ali".
...Dominare la morte.
E il dolce sapore del sangue scorrere lungo i tratti di quel pallido viso, unendosi al sale di lacrime d'angoscia, per poi cedere sotto un muro di tempesta... un grido di insofferenza....
~ "I lupi mannari, Tom Riddle?... Il dolore delle trasformazioni non permette loro di vivere una vita come tutte le altre... Li muta sia nel corpo che nell'anima... fino al punto di plasmare anche il loro pensiero, rendendoli sospettosi del mondo e dei suoi abitanti, tanto da fargli desiderare una morte che non tarderà certo ad arrivare... E' per questo che tu non puoi impedirgli di sognare..." ~
Ancora una canzone in eco del suo passato, ancora una goccia d'inchiostro a diramarsi nel suo cuore, mentre gli occhi di Remus Lupin lo fissavano dalla loro angoscia, in una promessa che non sarebbe stata presto dimenticata...
...Dominare la morte – e così donargli la vita.
"Oblivon..."
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Epilogo
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…Piange senza ragione
in questa angoscia del cuore.
Che! qualche cosa va male?...
È un lutto senza ragione.
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Le luci dell'arcobaleno si stavano espandendo ad est, abbattendo il muro che le nuvole di pioggia avevano formato in direzione delle montagne, laddove la foresta terminava, e Little Heaven assisteva alla sua fine.
Tom Riddle osservava quell'alba come fosse stata l'ultima che avrebbe potuto osservare nella sua vita. L'unico collegamento con la realtà che ancora gli rimaneva erano i sottili sibili di Ekans, arrotolato attorno alla sua gamba sinistra, e i vaghi sospiri di Remus, raccolto in silenzio accanto ai corpi ancora immobili dei genitori.
Portò mano alla tempia, chiudendo lentamente gli occhi. Sì, si disse, quella sarebbe stato davvero il suo inizio. Saldò la presa attorno alla propria bacchetta, stringendola fino a che le nocche non gli divennero bianche dallo sforzo.
"Tom..." Sentì chiamarsi dalla debole voce di Remus.
Si chinò di fronte a lui, depositandogli un veloce bacio sulla fronte.
"Hai la mia promessa..."
Il bambino scosse violentemente la testa, inconsapevolmente cosciente di ciò che sarebbe accaduto dì lì a poco.
"Tom..."
Un altro bacio, sulla guancia questa volta.
"Non lascerò che ti facciano ancora del male..."
Le labbra di Tom erano gelide a contatto con la pelle del bambino.
"Non lascerò che si portino via la nostra felicità..."
Gli occhi di Remus si riempirono di lacrime, mentre una sensazione di gelo gli raggiungeva lo stomaco, per poi risalire lungo tutto il suo corpo, fermandosi all'altezza del cuore.
"Tom..." affondò il volto tra il mantello dal ragazzo.
"E i nostri sogni... saranno quelli di tutti..."
Remus si ritrasse violentemente, prendendo a fissare Tom con inconsapevole insistenza e malinconia. Gli occhi del ragazzo parevano stanchi e opachi, eppure ancora una favilla di luce brillava in essi, come un'incontenibile furia... una grande voglia di vivere – e allo stesso tempo di morire. Una lacrima gli rotolò lungo la guancia, e Tom l'asciugò col proprio pollice, lentamente, portandoselo poi alla bocca, per gustare quel sapore salato, di libertà: non avrebbe mai dovuto permettere alle sue emozioni di andare perdute. Le avrebbe piuttosto sigillate in fondo al cuore, assieme a quella goccia di mare, reali ed immutate. L'anima di Tom Riddle non sarebbe andata persa durante il cammino di Lord Voldemort: nessuna opzione.
Tom s'alzò in piedi, Ekans ancora al suo fianco.
"Non ti preoccupare per loro..." Disse con voce roca a Remus, indicando i suoi genitori (quanto avrebbe voluto che fossero stati i propri) "Sono solo svenuti... si riprenderanno presto..."
Il bambino annuì leggermente, senza mai distaccare i suoi occhi da quelli del ragazzo. Tom sorrise: uno dei veri, rari sorrisi che le sue labbra avevano mai delineato.
Riportò la sua attenzione al cielo mattutino, e di nuovo il suo volto si incupì. Si distaccò da Remus di qualche passo, prima di incamminarsi in direzione della foresta.
"Tom..."
La voce di Remus lo raggiunse lenta e sognatrice. Si fermò, tremante, mentre ancora quella parola prendeva forma sulle sue labbra: "Oblivon...".
Una mano alzata verso il cielo in un silenzioso grido di disperazione, Tom riprese a camminare – non si sarebbe voltato nemmeno stavolta.
[…] Ed è la pena peggiore
il non sapere perché
senza né odio né amore
il cuore fa così male.
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Moonshine ~ fine
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Nota finale:
Specifichiamo: nella ficci
VOLDEMORT/TOM RIDDLE NON E' INNNAMORATO DI REMUS NELLA MANIERA PIU' ASSOLUTA!
[Nella realtà poi gli sbavo dietro da quando faceva il quinto anno… NdTom]
Quella che il Dark Lord prova verso il lupide (*_*) è una specie di 'affetto paterno': attraverso di lui, Tom cerca di raggiungere la felicità che gli è stata negata durante l'infanzia. In altre parole: in Remus Voldemort rivede se stesso e quello che sarebbe potuto essere se suo padre non l'avesse abbandonato e la madre nn fosse morta alla sua nascita (a un certo punto, Tom si rivolge a Elisewin dandole addirittura del TU, cosa che si vedrà bene dal rifare). La frase 'lui è mio', che Tom rivolge a Ray nel momento in cui usa l'avada kedavra contro il Muggle, nn è altro che la dimostrazione del profondo amore che Voldemort prova nei confronti di se stesso: il lui è l'"io" che Tom era e l'"io" che, sopratutto, avrebbe voluto essere. Non c'è quindi da stupirsi che, nel momento in cui Little Heaven viene data alle fiamme Riddle decida di salvare ENTRAMBI i genitori di Remus, nonostante il suo odio verso i Muggles sia ora totale (ricordo che a questo punto V. aveva già ucciso suo padre ed i suoi nonni).
E' a conclusione di questa scena, dopo un istante di tacita quiete, che la personalità di Voldemort prenderà il sopravvento su quella di Tom Riddle, cioè quella parte ancora legata al bene. Vorrei inoltre far notare (anche se ve ne sarete già accorti) che Tom si presenta sempre come Riddle, e non come Voldemort, nome che si era dato durante il tempo che aveva trascorso ad Hogwarts e aveva cominciato a covare vero odio nei confronti dei Muggle.
Ok... ho finito di sclerare… [+Tom esulta+]
Se volete lapidarmi fate pure... [*…dov'è l'inghippo?…*]
Remus: …
Sirius:…
Tom: *ç*
Angel: beh… almeno stavolta c'è qualcuno che non si lamenta…
Tom: no… non mi lamento… ma fallo crescere in fretta che così ci diamo alla libido *_*
Angel: … -_- (prende la bacchetta e fa regredire i Puccini ad età infantile)
Baby Siri (ciuccio ROSA in bocca): mi oppongo anche io!
Tom: tu sei piccolo! Manco dovresti pensarle certe cose…
Baby Siri: sono un bambino precoce… *smirks*
Angel: (sguardo strano in direzione dei Baby Puccini)
Baby Rem (ciccorana saltellante in bocca): (padellata a Baby Siri)
Baby Siri: (piange sommessamente continuando a tenere stretta a sé una foto di Baby Remus nella vasca del bagno con le paperelle tutt'intorno)
Tom: …
Angel: (prende Baby Siri e se lo coccola) puccio teneroso **
Baby Rem: weeeee che fai
Baby Siri: (affonda testolina nelle piume di Angel)
Angel: (con scatto felino [!!!] solleva Baby Rem e comincia a coccolarsi pure lui) pucci **
Baby Rem: *soffoc*
Tom: (osserva la scena palesemente disgustato)
Baby Siri: (allunga 'innocentemente' le mani sotto il pannolino di Baby Rem)
Baby Rem: *schiaff a Baby Siri*
Baby Siri: ç_ç
Tom: *occhiataccia Baby Puccini* Angel! Fa qualcosa!!!!! Non riesco a concentrarmi sui miei piani di conquista con quello che frigna!!!
Angel: (sguardo incantato rivolto ai Baby Puccini in questione) pucci *ççççç*
Tom: …Angel?…
Angel: *pucci!!!!!!!* (abbraccia Baby Rem e Baby Siri fin quasi a soffocarli)
Tom: è partita…
Angel: *______* checcariniiiiiiiiiiiiii
Tom: (afferra i Baby Puccini e li mette nella culla assieme ad Angel, alla quale ha infilato in testa una cuffietta grigio metallizzato […sorvoliamo…])
Baby Siri: *strush Baby Rem*
Baby Rem: (tenta di ignorare Baby Siri perché non vuole dare spettacolo in pubblico)
Baby Siri: *finge di svenire*
Baby Rem: *Sorregge baby Siri*
Baby Siri: *Kiss Baby Rem*
Baby Rem: *kiss Baby Siri*
Angel: pucci *___*
Tom (visibilmente imbarazzato): (ormai rassegnatosi all'idea che Baby Rem raggiungerà le soglie della pubertà non prima di altri dieci anni, de quella dell'età adulta non prima che lui abbia conquistato il mondo, [grazie della fiducia! NdTom] comincia a dare omogeneizzati ai tre deficienti chiusi nel box, con la speranza che Baby Siri ed Angel ne siano allergici…)
Angel, Baby Rem, Baby Siri: (si avventano sui barattoli di omogenizzati gusto panna e cappuccino, facendone finire il contenuto su: soffitto, tapparelle, foto scattata al primo appuntamento di Dobby con l'Insettona, mantello dell'invisibilità che Tom ha fregato ad Harry, Harry stesso, che passava di lì per caso in una delle sue solite giornate fortunate)
Angel (sputando omogenizzati si qua e dì là):
Tnx to:
- Demi (sì, lo so: capita di ringraziare anche te), Gigà (*abbracc*) e Goma (Nimo… metti giù quei candelotti di dinamite… non essere violento, please!)
- Paddo che mi ha fatto da beta- reader ed è persino sopravvissuto alla cosa… povero canide XD
Hem…
La ficci la dedico ad Ale che adora il lupide almeno quanto me *_* (si beh… diciamo almeno la metà! XD)
Baby Siri: (alla parola 'Ale' afferra il lupide per la vita e lo tira a sé facendo finire la parte ancora buona degli omogenizzati addosso a Baby Rem stesso)
Baby Rem: -_-
Baby Siri: *indicibile*
Angel: *licks piume*
Tom (sfoderando un insospettato istinto materno): (Prende biberon rosso e oro e nutre canide, lupide e cretin…hm angiola) E speriamo almeno che la Skeeter non venga mai a saperlo…
Testi poesie:
[1] ~ Canzone d'Autunno
I singhiozzi lunghi
Dei violini
Autunnali
Colpiscono il mio cuore
Con un monotono languore
Tutto soffocante
e smorto, quando
batte l'ora,
oh come ricordo
i giorni antichi,
e piango,
e mi trascino nel vento maligno
che mi sbalza
di qua e di là
come una foglia
morta
[Verlaine]
[2] ~ Sillabe a Erato
A te piega il cuore in solitudine,
esilio d'oscuri sensi
in cui trasmuta ed ama
ciò che parve nostro ieri,
e ora è sepolto nella notte.
Semicerchi d'aria ti splendono
Sul volto; ecco m'appari
Nel tempo che prima ansia ancora
E mi fai bianco, tarda la bocca
A luce un sorriso.
Per averti ti perdo,
ma non mi dolgo: sei bella ancora,
ferma in posa di dolce sonno: [ç_ç NdAngel]
Serenità di morte estrema gioia.
[Quasimodo ]
[4]~ Gabbiani
Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro,
in perpetuo volo.
La vita sfioro
Com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch'essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.
[Cardarelli]
[6] Un soffio liero d'alati
e verde lume discorde:
il mare nelle foglie.
Dissòno. E tutto mi nasce a gioia
Dilania il tempo; un'eco appena
Ne serba in voce d'alberi.
Amore di me perduto
Memoria non umana:
sui morti splendono stimmate celesti;
gravi stellati scendono nei fiumi:
s'affioca un'ora di pioggia soave,
e muove un canto in questa notte eterna.
Da anni e anni, il cubicolo aperto
Dormo nella mia terra,
gli omeri d'alghe contro grigie acque:
nell'aria immota tuonano meteore.
[Quasimodo ~ Insonnia]
[7] ~ Nel senso di morte
Ceruli Alberi
dove più dolce suono migra
e nasce gusto alle piogge nuove.
Ad una fronda, docile
La luce oscilla
Alle nozze con l'aria;
nel senso di morte
eccomi, spaventato d'amore.
[Quasimodo]
[8] Odi et amo
Odio e amo. Forse ti chiederai come sia possibile;
non so, ma è proprio così e mi tormento.
[Catullo ~ Traduzione di Salvatore Quasimodo]
[9] [Epilogo]
Piove dolcemente sulla città
ARTHUR RIMBAUD
Piange dentro il mio cuore
come piove sulla città.
Che cos'è questo languore
che mi sta penetrando?
O pioggia dolce rumore
a terra e sui tetti, o canto
della pioggia per un cuore
che così tanto si annoia!
Piange senza ragione
in questa angoscia del cuore.
Che! qualche cosa va male?...
È un lutto senza ragione.
Ed è la pena peggiore
il non sapere perché
senza né odio né amore
il cuore fa così male.
[Verlaine]
