What I am fighting for
Spesse nuvole grigie cariche di pioggia coprivano il cielo sopra il castello di Hogwarts. In alto, in cima ad una torre, una figura ammantata di nero si distingueva a stento: era un ragazzo di ventitré anni appena, ma con il viso di un uomo.
La guerra aveva segnato anche lui, come tutti gli altri. Sapeva che c'erano sentinelle a sufficienza, tuttavia niente avrebbe potuto costringerlo ad attendere l'arrivo del nemico all'interno.
Qua e là cadeva qualche goccia di pioggia, probabilmente presto ci sarebbe stato un temporale.
Avrebbero combattuto sotto la pioggia, proprio come…Come si chiama quel posto?
Corrugò la fronte, concentrandosi: in qualche modo c'entrava un fossato, ne era certo…Ah, sì. Ora ricordava. Il Fosso di Helm, o comunque qualcosa del genere.
Draco Malfoy chiuse gli occhi, lasciandosi sfiorare il volto dal vento gelido: chissà cos'avrebbe detto Eiluned se fosse stata lì…
Ma non c'era.
Un brivido di dolore gli scosse le membra.
Eiluned. La sua sorellina.
Era una ferita che sanguinava ancora. Ma chissà, forse quella notte avrebbe finalmente smesso.
I suoi occhi si spostarono sui tetti del castello: qui e là riusciva a scorgere le sentinelle. Non poté evitare di pensare a tutte le persone, uomini e donne, ragazzi e ragazze, che in quel momento si trovavano tra quelle mura, che aspettavano di combattere.
Sarebbe stata la battaglia decisiva e non poteva che svolgersi lì.
Ad Hogwarts.
Tutti coloro che avrebbero preso parte a quella battaglia avevano vissuto in quel posto, anzi quel posto: chi come studente, chi come insegnante, chi come semplice visitatore di passaggio…Ma in un modo o nell'altro, tutti l'avevano vissuto.
La sua memoria lo riportò indietro di dodici anni, quando era tornato dal primo anno: Eiluned che lo ascoltava a bocca aperta mentre cercava di descriverle il castello nel miglior modo possibile, fino a quella domanda…
"Un giorno potrò vedere anch'io il castello di Hogwarts, Draco?"
Le aveva passò un braccio attorno alle spalle, stringendola a sé: "Certo che lo vedrai, sorellina" rispose accarezzandole i capelli "Un giorno tu ed io andremo insieme ad Hogwarts…E frequenterai le lezioni, ti farai tanti amici, verrai a vedermi giocare a Quidditch e ti divertirai un mondo…E se qualcuno si azzarderà a sfio…che dico sfiorarti, a respirarti vicino, gli darò una lezione!"
Eiluned scoppiò a ridere.
Una lacrima lenta gli rigò la guancia mentre altri ricordi si susseguivano nella sua testa. Ripensò ai giorni d'estate, quando si allenava per il Quidditch.
"Non c'è niente da ridere!" urlò Draco rivolto verso una certa finestra rialzandosi e spolverandosi i vestiti con la maggior dignità possibile…che non era molta, dopo aver fatto una spettacolare caduta dalla sua Nimbus 2001 proprio sotto gli occhi della sua sorellina minore.
"Lo dici tu!" ridacchiò Eiluned asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
Dal basso, suo fratello fece una smorfia e si voltò per andare a recuperare la scopa, nascondendo un sorriso divertito.
"Un altro colpo, un altro centro!" mormorò riferendosi alla risata cristallina della sorella.
Allenandosi per il Quidditch, ogni giorno Draco Malfoy regalava un bernoccolo e qualche livido a sua sorella e ogni giorno Eiluned Malfoy rideva, si preoccupava e si convinceva sempre di più di avere un fratello imbranato.
A quell'immagine ne susseguì un'altra assai più dolorosa.
Il sole stava calando dietro alle colline e fu costretto a smettere. Lentamente scese a terra e smontò dalla scopa: si chinò per controllare una cosa e, nel rialzarsi, i suoi occhi si soffermarono su una finestra al secondo piano.
Un tempo c'era stata una ragazza che da quella finestra aperta lo osservava volare, ma ora i vetri restavano chiusi e le tende tirate.
Ripensò al giorno in cui l'aveva salutata per venire ad Hogwarts.
"Promettimi che starai bene!" aveva mormorato stringendola forte e baciandole i capelli biondi.
"Non preoccuparti per me" aveva risposto lei "Starò bene."
"Mi mancherai tanto, sorellina…"
"Anche tu, fratellone. Quando tornerai mi racconterai tutto"
"Perché aspettare tanto? Ti scriverò tutte le settimane!"
Il volto di Eiluned aveva assunto un'espressione preoccupata: "Lo sai che…Lui non approva. Se ti scoprisse…."
"Non mi scoprirà" tagliò corto Draco.
Un'elfa domestica tremante comparve nella stanza: "Il signorino è desiderato di sotto, deve partire presto…."
Draco sospirò: "E va bene, vengo…" si voltò di nuovo verso la sorella "Ti voglio bene, Eiluned" sussurrò abbracciandola.
"Anch'io ti voglio bene, Draco."
Le prese le piccole mani tra le sue: "Cerca di tener duro, ok? Sarò tornato prima di quanto tu pensi."
"D'accordo" si era sporta in avanti per baciarlo "Ora vai."
Si allontanò camminando all'indietro, senza smettere di guardarla.
Ecco tutto quello che gli restava di Eiluned. Ricordi. Frammenti. Nient'altro.
Erano passati tre giorni da quando era accaduto: tre interi giorni in cui non era nemmeno riuscito ad alzarsi dal letto tanto era stata severa la "punizione" ricevuta.
Non si era ancora completamente ripreso: camminava a fatica, appoggiandosi al muro. Finalmente, arrivò alla stanza di Eiluned e dopo lunghi minuti riuscì a trovare la forza di abbassare la maniglia: aveva paura di quello che avrebbe potuto trovare in quella stanza.
Alla fine aprì la porta: la stanza era vuota.
Totalmente e completamente vuota.
Niente mobili, niente tende, nessun fuoco acceso nel camino…niente di niente.
Spariti i vestiti, gli smalti colorati, gli oggetti personali, i quadretti alle pareti, i libri di Eiluned…Spariti perfino i segni sul tappeto. Nessuna prova che quella stanza fosse mai stata usata.
Nulla.
Il vuoto.
Tutto sparito.
Draco si accasciò sul pavimento al centro della stanza e cominciò a piangere, le lacrime che cadevano silenziose sul tappeto soffice.
Non aveva mai saputo che fine avesse fatto tutta la roba di Eiluned: nemmeno sua madre era riuscita a saperlo. Era quasi incredibile come in soli tre giorni quell'uomo fosse riuscito a cancellare le tracce di una vita intera.
Eiluned aveva passato praticamente tredici anni di vita chiusa in quella stanza, soprattutto leggendo: qualche volta la prendeva in giro dicendole che c'erano più libri in camera sua che in tutta la biblioteca di Hogwarts….Anche se ovviamente si trattava di libri molto diversi: sua sorella amava particolarmente i cosiddetti libri fantasy. Fate, streghe, cavalieri, draghi, elfi…tutto pane per i suoi denti.
Leggeva anche – per non dire soprattutto – libri Babbani: erano i suoi preferiti in assoluto.
Anche lui li conosceva, perché poi lei glieli raccontava: era proprio in uno dei suoi libri preferiti che si trovava quel posto, il Fosso di Helm.
Aveva iniziato a raccontargli la storia in quell'estate tra il quarto e il quinto anno…Ma non aveva mai finito.
"Chissà come finirà questa battaglia…" mormorò guardando in basso.
Una parte di lui però già lo sapeva. Il suo pensiero tornò ai ragazzi nel castello, che avrebbero combattuto per il loro futuro. E poi c'era lui…Lui, che avrebbe affrontato faccia a faccia l'uomo che aveva dato vita e morte a sua sorella.
A chiamarlo "padre" non ci riusciva più, non dopo quello che aveva fatto.
Comunque andasse a finire la battaglia, quell'uomo non avrebbe vinto contro di lui.
'Io non combatto solo per il futuro: combatto anche per il passato e per Eiluned. E questo mi rende più forte di lui.'
Improvvisamente, dal cortile interno gli giunse alle orecchie un gran vociare: vide i suoi compagni d'armi correre fuori dal castello e cominciare a disporsi ai loro posti. Qualcuno indicava un punto all'orizzonte: vide una massa nera farsi sempre più vicino.
Stavano arrivando. La battaglia sarebbe cominciata presto, ormai era questione di secondi.
Draco Malfoy scese dalla torre e andò a mettersi al suo posto: teneva gli occhi fissi sul nemico che si avvicinava.
Era tempo di combattere.
