Il saltellare del seno ad ogni strattone dato alla stoffa, quelle curve strangolate in un vestito di una taglia volutamente più piccola e la feritoia sul petto che dà sfogo all'esondazione di quelle calde e soffici carni.
Tutto quello che unisce Yang al suo nuovo vestito è una gioia per gli occhi color chiaro di luna della compagna, la quale osserva assuefatta e colpita la goffa meravigliosità della sua creazione.

«Te l'ho detto che era stretto…»

«Ed io ti dico che è perfetto!»

«Non respiro!»

«Meglio…»

«Cosa?»

«Nulla!»

Dopo mesi di suppliche e promesse, l'albina è finalmente riuscita a convincere l'amica ad andare ad una convention videoludica in un palazzetto poco fuori dalla Beacon.
Ad un primo pensiero potrebbe sembrare una scelta strana e sospetta per una come lei, la superba e acida Weiss Schnee. Tuttavia, a fare da avvocatessa alla sua compagna, si è presentata Blake, trasformando il tutto in una proposta per uscire insieme ed andare in un posto diverso dal solito.

Yang non sa che solo una delle tre andrà all'evento.

La piccola bugia di Weiss ha portato Yang a vestire i panni di Jack Lo Squartatore dalla saga di Fate.
Il vestito da lolita si sposa malissimo col fisico tonico e muscoloso della bionda, ma forse è proprio quella discordanza a rendere il tutto così eccitante agli occhi dell'amica.

«Quindi, Weiss, ti piace il mio costume?»

Una mano sul fianco per una posa a teiera ed un sorriso affascinante sono quanto serve a Weiss per sentirsi provocata.

«Bellissimo!»

Un colpo di tacco sul terreno e due glifi azzurri risplendono sotto i piedi della combattente. La mancanza dei suoi Ember Celica le impedisce di coordinarsi per evitare di essere gettata gambe all'aria dalla spinta verso l'alto provocata dalla semblance.
Il tonfo è sordo ed accompagnato da un gemito di dolore strozzato dalla contrazione del torace. Una coppia di glifi neri stringono le caviglie robuste e carnose della preda, coperte da calze lunghe ed attillate che risalgono fino alle cosce, rese ancora più grosse e palpabili dalla stretta degli elastici. Un'altro ancora dello stesso colore si espande a tappeto sotto la sua schiena, negando definitivamente ogni via di fuga a l'ingenua cacciatrice.

«Weiss, che diavolo stai facendo?»

«Qualcosa che avrei dovuto fare molto tempo fa…»

Inginocchiata di fronte alle gambe sollevate e aperte dell'amica, con le labbra socchiuse e leggermente incurvate in un sorriso distorto, si lascia andare ad una risata soddisfatta e calda come una di quelle della bionda seduttrice.

«Qualcosa che mi chiamava da mesi e che ho sempre dovuto tenere segreto…»

«W-Weiss?!»

Il passare del palmo sulla natica destra stimola il corpo di Yang a cercare di ribellarsi e dimenarsi, segno che il controllo dei glifi è instabile, probabilmente per colpa delle forti emozioni provate a quel contatto così primitivo.

Il vederla così fragile, impotente e succube del volere di qualcun altro.
Ѐ tutto così proibito e perverso agli occhi della ingenua e casta aguzzina.
Il dibattersi dell'amica non fa altro che aumentare quel senso di forza, controllo e possesso che ormai pervade e manipola la mente di Weiss. Quell'agonia che si preme contro il palmo minuto e delicato, le urla che diventano null'altro che una dolce melodia che accompagna l'assaggio di quella prelibatezza offerta dalla Chef Belladonna.
La mano sinistra scatta e sferza la chiappa con la precisione e l'impeto di un colpo di frusta, facendola oscillare elastica e compatta.

«Hey, guarda che fai male!»

«E pensa che abbiamo appena iniziato…»

Lo sguardo spaventato e confuso non fa altro che deliziare ulteriormente la fame ormai incurabile negli occhi della Schnee.
Si avventa tra le gambe della bionda, risale lungo il suo addome e scoperchiando il vaso di Salem, rilascia quel seno pieno di lussuriosa attrattiva, libero di afflosciarsi soffice ai lati del torace.

«Dammi quello che è mio…»

Ringhia il comando, quasi infastidita dal tempo che l'altra ci mette a fare… qualcosa.
Non si capisce bene di cosa stia parlando, o per lo meno Yang non sembra starci a pensare, troppo impegnata a concentrarsi sulla faccia di Weiss che affonda completamente nella sua tetta sinistra, così grossa e morbida da diventare una maschera per il viso.
Con una danza scomposta e frenetica, affonda e risale da quel soffice mare alla ricerca della parte più sensibile e spugnosa. Passa prima la lingua attorno in un vortice sensuale sull'areola, turbinando sempre più verso la punta, per poi racchiuderla tra le labbra ed aspirare a ventosa, iniziando a strattonare e mungere con vigore, bisogno e desiderio.

«Dannazione, Weiss, smettila!»

Un grugnito che si perde nel risonante brillare di due nuovi glifi collegati e a specchio, questa volta di evocazione.

«Te l'ho detto… abbiamo appena iniziato…»

Con un sorriso sempre più sporco e crudelmente divertito, scosta con forza lo slip del costume e gode nel vedere uscire dal glifo per Yang un enorme genitale animale, probabilmente di Beowulf.

«Mi sembra più che appropriato per una ragazza che lotta come una belva…»

Il glifo è posto davanti all'ingresso frontale di Yang, quindi non ha molte possibilità di mancare l'innesto, andando quindi ad affondare sempre più a fondo nella cavità già umida, calda ed accogliente.

«N-No! C-Che diavolo è questa cosa?! Toglila!»

Non avendo ottenuto risultati dal seno, non può fare altro che dissetarsi sul sudore prodotto dal caldo piacere che ora annebbia la vista e la mente della sua preda. La lingua riparte dal ventre della bestia e risale, accarezzando la superficie, levigando e ripulendo le lacrime di sudore che lo impreziosiscono.
In poco tempo il tutto viene avvolto in un'orchestra di gemiti che seguono e riecheggiano il ritmo crescente delle spinte all'interno della vagina.
I capelli dorati si fanno splendenti e le fiamme iniziano a divampare da quella folta e ispida chioma. La preda inizia a mostrare i primi seri segni di ribellione e spetta all'impavida cacciatrice affrontarla e dominarla, per tale motivo amplifica i sistemi della sua macchina del piacere, evocando un ulteriore glifo con un ulteriore appendice che forza la sua strada nella cavità posteriore. La doppia martellata impensierisce, ma non placa la furia dell'amica che con un secco strattone riesce a liberare il braccio destro dalla stretta del glifo.

«Weiss, io ti ammazzo!»

Una lacrima di sudore scende ora sulla fronte di Weiss, preoccupata nel notare con quanta facilità la compagna riesca a spezzare la magia di un singolo glifo.

«Capisco… quindi devo passare alla fase Ursa…»

Prende un respiro profondo, chiude gli occhi e si concentra nel preparare l'offensiva finale contro il Grimm più temibile che abbia mai affrontato.
Un respiro, seguito da un altro ancora più disteso.
Rilasciate le energie negative della lussuria nella stanza, pronta a recuperarle al momento giusto, alza una mano al cielo e schiocca le dita, portando i glifi neri a tre per braccio e due per gamba.

«Fase 1: Contenimento.»

«Weiss-!»

L'urlo viene interrotto da un nuovo glifo di evocazione che viene posto davanti alla bocca urlante, riempiendola con l'enorme massa pulsante di un Ursa che riempie e silenzia Yang, costretta a prendere aria dal naso,unico mezzo libero per respirare.

«Fase 2: Silenzio!»

Finalmente libera di potersi concentrare senza quelle fastidiose urla, schiocca le dita e fa emergere da altri due glifi delle teste di Boarrbatusk che riprendono a succhiare e lavorare i seni di una Yang sfiancata.

«Fase 3: Indebolimento.»

Per quanto possa accendersi, non è la rabbia ciò che alimenta la sua semblance e Weiss non ha intenzione di fare alcun male alla sua amica.
Staccandosi da quel bacino invitante, si prende un momento per ammirare la bellezza surreale della sua opera d'arte.
Ad ogni spinta dell'Ursa, un piacevole gorgheggio di saliva risale dalla bocca di Yang, producendo sottili rivoli di saliva ed un ciclico gonfiore del collo per accomodare le dimensioni della carne che a fatica si fa strada lungo la cavità.
I Grimm cinghiali normalmente avrebbero banchettato con le carni sotto i loro musi, ma questi erano null'altro che pupazzi, marionette grottesche usate per estrarre i liquidi che quei seni si rifiutavano di produrre.
Ed infine i Beowulf, che con foga e vivacità animale si compiacciono dell'esplorazione nelle profondità del ventre e del bacino della loro preda.

«Brava… così… lasciati andare…»

Assuefatta e cotta da quella visione, si sdraia al suo fianco, usando i capelli dorati come un giaciglio profumato. Percorre una mano lungo la frangia per sistemarle i capelli e con un sorriso dolce le lecca la guancia.

«Se tu non avessi fatto la difficile, non sarei dovuta arrivare a questo…»

Riprendendo poi a leccare, risalendo dall'angolo della bocca fino all'orecchio sinistro, affondando la lingua all'interno ed avviluppando le braccia attorno alla sua testa.
Le comodità di evocare solo le parti necessarie delle proprie evocazioni. Fosse stato anche il resto dell'ursa, probabilmente la testa di Yang sarebbe svanita sotto quella mole superflua.
Quell'ultimo tocco è quanto serve per far traboccare il vaso del piacere di Yang, che subito dopo quel viscido affondo, si irrigidisce e contorce, rilasciando i fluidi, prodotto della sua passione.

«Oh, no… così non va bene… non era così che volevo che finisse…»

Infelice per quel esito così precoce per i suoi calcoli e a corto di Aura per l'elevato consumo richiesto per tenere tutte quelle evocazioni attive, schiocca le dita e libera Tang da tutto ciò che non sono i glifi neri per bloccarla.

«A quanto pare Blake aveva ragione… delle corde sarebbero state molto più comode…»

Un sospiro triste, scuotendo il capo sconsolata, per poi rimettersi al lavoro, accelerando i tempi della sua tabella di marcia.

«Pensavo di avere il tempo di rendere il tutto più romantico… ma come al solito te e tua sorella dovete fare i capricci…»

Sfoga il suo nervoso alzandosi ed incamminandosi verso il proprio letto per non dover guardare una delusione quale è la stamina a letto della sua amica.
Sente comunque alle sue spalle il fiato corto, i colpi di tosse di una gola non abituata a quegli sforzi ed il tenue rantolare di una persona vinta da una sfida troppo ardua per i propri limiti.
Sotto il letto era stata preparata una scatola di evidente fattura atlasiana, con tanto di guanti da laboratorio lasciati sopra, per evitare incidenti nel trattare il contenuto.

«Ed ecco qua il mio gioiellino…»

Con il sorriso di una bambina che scarta il suo regalo di natale, Weiss digita il codice a dodici cifre sul frontalino della scatola, preme la mano per la lettura delle impronte digitali e fa scattare le serrature di sicurezza. Il tutto con gesti misurati e teatrali che Yang non potrà vedere a causa della sua precedente esuberanza.

«Ora mi ripagherai per le settimane di preparazioni mandate al diavolo…»

Il risplendere del metallo lavorato che si solleva all'apertura le regala un nuovo sorriso ed il vedere il suo nuovo giocattolo, così possente e tecnologico, le ridà quelle energie che aveva perso per vincere la lotta precedente.
Uno strap-on da 20 centimetri in fibra d'acciaio per una costante e duratura attivitàerotica, rivestito in pelle sintetica trasparente per simulare la sensazione al tatto di un vero genitale maschile e dotato al proprio interno di uno scompartimento per l'inserimento di cristalli di dust di elemento a piacere. Sotto la pelle pulsa uno strato in nanomacchine vibranti per solleticare ed elettrostimolare il proprio partner. Per il lato dell'utilizzatore è collocata una seconda protuberanza che emerge e si ritrae seguendo le spinte date dalla metà frontale, trasformando il tutto in un pistone capace di tormentare sia padrone che schiava.
La parte posteriore può essere rimossa, ma Weiss non vuole certo perdersi la sensazione di divenire un tutt'uno con la propria compagna.
Per il resto, probabilmente Penny ha esagerato nell'interpretare le richieste di Blake oppure la depravazione della fauna è superiore anche alle sue più fantasiose aspettative.
Stringe i denti all'innesto della gomma che per ora solca solo la superficie delle labbra, sistemandosi la mutanda di lato ed allacciando la cintura dell'attrezzo.

"Il resto non serve, ma sono felice che Blake pensi così tanto a me…"

Pensa con un sorriso più dolce e tenero, infranto poi dal notare una telecamera nascosta posta sotto una capanna di libri sul suo letto.

"Oppure era a secco di volumi di Ninja's of Love…"

Arresa al non voler pensare a quale delle due soluzioni sia la più probabile, si volta in direzione di una Yang intenta a divincolarsi, troppo debole ormai per anche solo impensierire il precedente glifo. Per tale motivo, Weiss la ringrazia con un cenno del capo e diminuisce il numero di Glifi, tornando alla formazione iniziale.

«Ed eccoci pronti per il gran finale…»

Niente più preamboli, niente più parole, ascoltare Yang è diventato superfluo ed attendere oltre vorrebbe dire bruciarsi le espressioni corrotte della bionda in preda ad un piacere provocato direttamente dalle proprie azioni.
Torna nuovamente in mezzo alle cosce e con forza spinge l'attrezzo dentro di lei per potersi mettere comoda e sdraiata sull'addome di Yang.
Nel momento della penetrazione, un cilindro di gomma fa attrito con le pareti umide, rallentando l'ingresso di un anello e facendo salire il pistone ad esso collegato, facendo entrare la metà posteriore dentro Weiss.

Scusate l'esposizione scientifica, vi basti sapere che ad ogni spinta è una doppia penetrazione.

Una volta iniziata a prendere dimestichezza con quelle sensazioni, le spinte si fanno più profonde, fino a che qualcosa non le provoca un piccolo rimbalzo alla fine del vicolo cieco.
Un tenue rossore colora le sue guance al capire di cosa si tratti ed un sorriso affannato lava via le sue perplessità sul da farsi.
Può fare solo una cosa in quella situazione: batterla come un fabbro.
Alla seconda spinta Yang continua a lamentarsi e la cosa non fa altro che aumentare la rabbia di Weiss che infierisce con maggiore forza e vigore per punire il trambusto creato da Yang, venendo ancora più innervosita dalle urla e dai gemiti, venendo ancor di più inferocita dal fatto che a quelle di Yang si sono aggiunte anche le sue a causa dei rimbalzi continui dentro di sé per colpa del pistone che essendo in acciaio spinge e forza con maggiore veemenza e velocità, facendo divenire burro le gambe dell'albina che, sebbene floscia sulla sua compagna, continua comunque a martellarelo stesso punto.
Essendo ormai inutili i glifi neri, dopo la resa di Yang sotto la pressione della macchina, Weiss attinge agli ultimi resti della sua Aura per evocare un glifo orologio sotto di sé, accelerando la sua velocità di spinta e martoriando la parete dell'utero di Yang, rimbalzando a molla insieme alle grosse chiappe della bionda che può finalmente contorcersi come vuole, ora bloccata dal solo peso della fatica..
Il contraccolpo di questa accelerazione colpisce anche Weiss che è costretta, per evitare di stillare in modo volgare, ad affondare la lingua nella bocca di Yang in un bacio lussurioso e passionale.
Il ventre di entrambe espelle i primi ruscelli di piacere, mentre i limiti del piacere si fanno sempre più sottili, arrivando alla definitiva rottura con un ultimo colpo di bacino che fa cedere per prima la più gracile delle due, nutrendo con i propri liquidi il pistone che con uno sparo a getto rilascia una dose di dust liquida all'interno della più robusta.
Un momento di buio per entrambe dopo quello sfogo così improvviso ed intenso. Restano distese con Weiss a coprire pudica le grazie di Yang, quasi a volerle nascondere al mondo e tenerle solo per se.
La sua Yang, per sempre sua.
Riempita con un cristallo di sua dust.

«Con i favori di Atlas… »

«Fottiti Weiss…»