ChaDo: posso iniziare con questo stramaledetto capitolo?
Soren: bel modo di parlare di roba scritta da te.
ChaDo: e tu da dove sei scappato fuori?
Soren: eh, se sapessimo…
Dorothy Jane: avrà finito la partita a tresette con Tiger e Goyle…
Soren: dove siete arrivati?
Blaise: in pratica c'è Paciock che si perde tra i corridoi e scopre un qualche piano criminale di Malfoy, e quando lo dice a Weasley-
Soren: quale Weasley?
Blaise: Ronald, e si dice: wow, adesso lo vo a dire a Harry, ma intanto pensa a tutt'altro…
ChaDo: e qui c'è un capitolo dal punto di vista di Ginny.
Soren: e che ci incastra quella lì con gli altri due?
ChaDo: lasciamo perdere…
Dorothy Jane: accontentati di un semplice "licenza poetica", Sorry, altrimenti qui facciamo notte…
ChaDo: è già notte.
Francine: fa lo stesso: comincia!
ChaDo: mi state tutti sfruttando *lacrimoni*… *comincia a leggere*
[Dove Ginny recita il suo Credo]
Oderc ni em, oderc ni em,
len oim eroma, len oim eroma,
Oderc ni em, oderc ni em,
len oim eroma, len oim eroma,
rep etra, rep etra
is eroum…
(C. Consoli, Bonsai#2)
Odiavo i test di Pozioni. Dio, la fine del secondo quadrimestre sembrava più tosta di quanto non avessi mai pensato. Interrogazioni e compiti in classe, compiti in classe e interrogazioni, e via di seguito. Poco ma sicuro, mi sentivo come tutti gli studenti di Hogwarts in quel momento: stanca, matta, e soprattutto, stressata. A chi poteva piacere un periodo come questo? A nessuno. Nessuno, ovviamente, più Hermione. Quello era sottinteso. Ma anche lei si stava comportando troppo stranamente e non solo i G.U.F.O. l'affliggevano, era noto a tutti.
Comunque, la doppia ora di Pozioni era finita, grazie al cielo. Sfuggendo allo sguardo del professore, uscii dall'aula sotterranea. Mentre salivo le scale, però, udii una voce chiamarmi.
- Ginny? Ginny?! Mi puoi aspettare un momento?
Mi voltai. Con un enorme sorriso, una spanna e mezzo più alto di me, c'era Colin Canon. Sorrisi anch'io.
- Ciao – disse, una volta raggiuntami.
- Ciao – risposi.
- Hai visto Harry stamattina?
Trovai quella domanda snervante.
No, non ero riuscita a vedere Harry quella mattina, non era tra mio fratello e Hermione come al solito.
Tentò di dire qualcosa. Sospirai.
Sembrava facesse fatica a starmi dietro, forse avevo un passo troppo veloce, non so. Ma continuava a cercare un modo per fare conversazione. Non capivo perché mai, dato che non c'era niente da dirsi.
- Senti… - iniziò poi, serio.
- Uh? – ero distratta e non gli stavo dando ascolto. Pensai che voltarmi lo avrebbe fatto sentire come se io fossi stata attenta.
Cambiò espressione, però, sbatté le palpebre un paio di volte.
- Niente, niente, scusa – disse frettolosamente, tornando a guardare davanti a sé – ah, appena hai modo di parlarci dì a Chasta che ho la foto che voleva.
Annuii.
- Non puoi dirglielo tu? – chiesi poi, sospettosa.
Scosse la testa. – Non ho grandi rapporti con lei, insomma, tu ci sei in camera.
E perché, io che razza di rapporti avevo con lui? Facevamo solamente parte dello stesso fan club, ecco tutto.
- Non è che ti piace?
Si voltò di scatto, nella confusione più totale dei suoi pensieri. Arrossì violentemente. – Chi?
- A te. Chasta. – risposi tranquilla, non dando peso al suo comportamento. Se dovevamo essere amici, tanto valeva farmi gli affari suoi.
Sembrò calmarsi. – No, no.
Alzai le spalle. Continuai a camminare, quieta, tornando a pensare agli affari miei. Ero sicura che il professor Vitious mi avrebbe chiesto un Incantesimo di Allontanamento, e io non sarei stata capace a castarlo.
- Qualcosa va male? – chiese Colin allora.
Sospirai un'altra volta.
- Tutto va male.
Ed effettivamente era così, ma non lo davo ad intendere. In qualche modo dovevo andare avanti, e non era proprio il caso di piangere tutto il tempo.
- Mi dispiace – disse Colin sinceramente.
- Non è colpa tua – risposi seccata. Non era proprio giornata, immagino che lo avrete sospettato.
- Se potessi fare qualsiasi cosa, per te… - iniziò, ma il mio pensiero stava già altrove. Avevamo svoltato l'angolo, e io avevo appena scorso con la coda dell'occhio Hermione.
- Scusa, Colin – dissi frettolosamente – ci vediamo a Incantesimi!
E lo lasciai lì, come un sacco di patate, pur di raggiungere la mia amica.
- Hermione – dissi, semplicemente, e lei si voltò verso di me, il viso stanco, le occhiaie e tutto il resto.
- Oh, ciao Ginny – rispose, come se stesse dormendo in piedi – hai Incantesimi?
Annuii. Poi lei fece una cosa strana. Con la mano si sentì la fronte e chiuse gli occhi.
- Hermione… stai bene? – chiesi allora.
- Cosa? – fece lei. Cascava dalle nuvole. Scommetto che non sapeva neanche che ci stava facendo, là.
- Forse dovresti dormire un po' di più – provai a suggerirle.
- Lo so, Gin, lo so – rispose stancamente lei. – Non devi andare a lezione? – chiese poi.
- Ho qualche minuto… Hermione, davvero, forse dovresti andare a farti dare qualcosa da Madama Chips… e poi, magari, metterti un po' di correttore sotto quegli occhi.
Hermione sbuffò. – Stai cominciando a somigliare a Lavanda… ma farò quello che dici, se ci tieni tanto.
Mi stavo semplicemente preoccupando per lei. Ma era possibile che stesse così male per un imbecille – nessun altro se non mio fratello, poi?
- lo dico per te, non per me – dissi poi.
Lei mi disse che ero gentile e che indubbio la stavo aiutando molto. Dio, non si trovava per niente in una bella situazione. Avrei voluto far qualcosa.
- Hermione… - iniziai – se vuoi, posso parlarci io, con Ron.
Improvvisamente, cambiò atteggiamento. Sembrava di fuoco, nonostante il pallore di quei giorni.
– che diavolo vorresti dire a Ron?!?
- che è un cretino e un imbecille e uno stronzo e se vuoi puoi farci qualche aggiunta te – dissi, seriamente. Hermione sospirò, ma lo stesso sembrava seccata dall'argomento intrapreso.
- Ginny, è meglio se non fai niente, okay?
Come non fare niente? Come? Con tutto quello che stava accadendo a lei, avrei potuto lasciarla al suo destino senza fare niente?
- Si sta comportando veramente male con te.
- Ginny, non puoi giudicare dalla prima impressione…
Questa era una di quelle stupidaggini che solo una malata potrebbe dire.
- E' mio fratello, avrò qualcosa oltre una prima impressione riguardo lui no?
- Non puoi capir-
Continuava. Non accennava neanche ad ascoltarmi per una volta.
- Certo che posso capire! – esclamai – capisco che ci stai soffrendo come una matta e che non vuoi che niente sia contro di lui solo perché ti piace!
E certo che le piaceva. Ammetterlo manco morta, figurarsi, ma le piaceva. E poi non stava evidentemente pensando a questi fatti. Mi guardava anzi malamente e sembrava di star per scoppiare.
Probabilmente è la persona più buona che io abbia mai conosciuto, questo dopo mio padre e forse dopo Harry. Ma non ce la faceva più davvero, ve lo avrei potuto assicurare.
Alla fine, le cattiverie escono a tutti, a chi più, a chi meno esplicitamente.
- Ginny… - disse, allungando il passo e fermandosi brevemente davanti di me – cerca di pensare agli affari tuoi, okay? Anche tu, ne hai tanti.
Era un'allusione sin troppo evidente.
Sì, in effetti lo sapevo che avrei dovuto pensare agli affari miei, perché il rapporto tra me e Harry era molto peggiore di quello che c'era tra Ron e Hermione.
In pratica, era nullo.
Ma almeno sapevo di essere innamorata. Ne ero certa, convinta al cento per cento.
Sapevo chi ero, e nonostante avessi un'immagine di me non certo così brillante, come magari quella di Hermione o quella di Harry, conoscevo i miei limiti e i miei pregi. Cosa non andava nel mio comportamento?
Credo in me…E non volevo scocciarlo più di quanto Colin già faceva. In fondo non si trovava in una bella situazione, che razza di egoismo sarebbe stato entrare nella sua vita a forza quando non mi ci voleva?
Credo in me…Non potendo essere null'altro, cercavo di aiutare gli altri, i miei amici. C'era qualcosa di male, in questo? Un giorno, poi, lui si sarebbe accorto di me, e allora io avrei avuto la mia rivincita su tutti quelli che parlavano alle mie spalle chiamandomi povera illusa e cagnolino da passeggio di Harry Potter. Perché non ero nient'altro che questo, alla fin fine. E nonostante i miei fratelli fossero brillanti e simpatici e tutti, eccezion fatta per Malfoy, ritenevano i Weasley una "razza" gradevole, io non arrivavo certo a questo livello.
Nel mio amore…Cercavo di guadagnarmi il paradiso con le azioni quotidiane. Difendevo i più piccoli del primo anno da quelli più grandi, perché sapevo come si potevano sentire, essendoci passata io stessa. Aiutavo gli altri in ogni modo e maniera, purché fossero dalla parte giusta. Certo, avrei aiutato anche Malfoy, se mai avesse capito della sua miseria. Gli sarei venuta incontro, davvero. Aveva problemi psicologici, a parer mio. E se si comportava in modo ingiusto, e se aveva delle idee sbagliate sulla vita, la colpa non era sua.
Credo in me, nel mio amore…
E Harry prima o poi avrebbe capito che valevo più di quanto lui non avesse mai considerato. Avrebbe capito che lo amavo più di me stessa e che ero disposta a fare qualunque cosa per renderlo felice.
Dico, sarei morta per lui.
[/Dove Ginny recita il suo Credo]
Francine: str***etta la ragazza…
Dorothy Jane: perché, scusa?
Francine: ma dai, quello le va dietro e lei se ne strafotte?
Fuu Marie: *facendo pat pat sulla testa di Nat, accucciato davanti a lei* senti chi parla!
Francine: non nominare QUELLA PIATTOLA!
ChaDo: ordine, ordine!
Ray: circolare…
Blaise: e il tuo prossimo capitolo?
ChaDo: ne volete ancora?
Blaise: certo!
Soren: dai, che questo era caruccio.
ChaDo: il prossimo capitolo è raccontato da Hermione… lei cerca disperatamente di capire qualcosa.
Ray: eh?
Fine Capitolo 3
