ChaDo: dopo questo capitolo, volenti o nolenti, tutti a mangiare!
Francine: è l'ultimo?
ChaDo: sì, sogna pure… siamo solo al dieci, non è certo l'ultimo…
Dorothy Jane: purchè non continui tutta la serata, sai che c'è da fare, Charlotte… tra un po' viene mio fratello e ci strozza…
Francine: sì, con il filo interdentale!
Ray: macchè filo interdentale! Ci si mangia e basta!
ChaDo: ecco, allora sbrighiamoci… capitolo, punto di vista da Hermione… ricordiamoci che Ron ha appena deciso di andarle a chiedere scusa… *inizia a leggere*
[Dove Hermione riceve le scuse di Ron]
Avevo scoperto una cosa interessante in biblioteca, e non potevo non essere soddisfatta di me.
Ecco, non era precisamente una cosa che avevo scoperto, e soprattutto, ancor di più, non era niente che riguardava la roba che di solito si trovava in biblioteca, niente libri, in poche parole.
Meglio dire che avevo origliato qualcosa, e di molto interessante.
D'accordo, non sarà giusto, ma in certi casi è giusto: soprattutto quando in biblioteca ci dovrebbe essere silenzio, e invece non c'è mai.
Come potreste immaginare, ero in biblioteca, e stavo studiando.
Non è vero; non stavo studiando… o almeno non sul serio, era da tanto che non lo facevo più. Io… io ero troppo distratta da altre cose, vedete.
Scorrevo le righe senza comprendere il loro significato, senza neanche accorgermi di aver passato venti pagine in questa misera situazione, quando improvvisamente mi svegliai, poiché la porta della biblioteca si aprì e si sentirono i passi di un piccolo gruppo di persone.
Una di queste, una voce femminile dall'accento straniero, leggermente nasale, cominciò a parlare, e non sentirla era un compito ancor più impossibile di leggere il libro che avevo sotto gli occhi.
- Senti – diceva – non so come riusciremo a procurarcelo, dico, è piuttosto difficile da trovare.
Le rispose poco dopo una voce maschile, che sembrava aver ragionato molto sull'argomento.
- Potremo farlo noi.
- Non renderebbe abbastanza.
Fin qui, non erano per nulla affari miei, e sarebbe stato molto meglio se mi fossi attappata le orecchie, ma quando sopraggiunse la voce di Malfoy, be', tutto d'un tratto decisi che pur non essendo fatti miei sarebbe stata una cosa buona ascoltare.
- Forse potrebbero trovarlo i miei genitori, insomma, abbiamo un sacco di roba al Malfoy Manor…
Figurarsi se non perdeva occasione di vantarsi.
Ma non c'era tempo di parlar male di Malfoy, di cosa stavano parlando esattamente? Perché parlavano in una maniera strana, circospetta e nonostante ciò non si curavano di abbassare la voce.
Sembrava tutto troppo strano perché Malfoy stesse semplicemente progettando qualcuna delle sue: in fondo non faceva altro che rinfacciarmi di vivere in biblioteca (non era neanche l'unico), e tutti alla fin fine sapevano che avrei potuto sentire tutto.
E allora erano lì proprio per farmi sospettare? Insomma, a quanto pareva di parlava di vita o di morte, e se Malfoy aveva parlato dei suoi genitori voleva far credere che anche loro avessero un compito ben preciso.
E se fosse stato veramente un qualcosa che aveva a che fare con Colui-che-non-deve-essere-nominato e i Mangiamorte?
Ma no, mi dissi, era tutto troppo facile! Doveva essere una trappola, una trappola per indurre Harry a mettersi nei guai.
- Sarà allora abbastanza forte per una vendetta in piena regola?
Era la voce dell'altro ragazzo.
Ma dai, era troppo evidente, ci volevano far cadere in inganno. Dovevo avvertire Harry e Ron, forse loro erano già sulle tracce di qualche intrigo quando magari non ce n'erano.
In caso, poi, avremmo dovuto parlarne con il professor Silente, o con la McGranitt…
Poi mi colpì un pensiero: già, parlare… come diavolo si faceva a parlare con i professori se non riuscivamo neanche a parlare tra noi?
Ma alla fin fine io dovevo soltanto dire tutto a Harry e a nessun altro; Ron non c'entrava, non sarebbe crollato di nuovo tutto con un altro bisticcio.
Che altro sarebbe potuto crollare, allora?
I tre si erano appostati nel terzo corridoio, quello della narrativa – se fossi uscita, non si sarebbero accorti di me. Mi alzai in punta di piedi, raccolsi la mia roba e sgusciai fuori dalla biblioteca.
Dove potevo trovare Harry?
Pensai che era ora quasi ora di cena, e forse si trovavano – cioè, Harry si trovava – già in Sala Grande.
Mentre scendevo le scale, però, scorsi Ron che veniva verso di me.
- Hermione! – gridò, dopo qualche istante che mi aveva visto.
Mi aveva forse parlato?
Mi aveva parlato?
No, mi risposi; mi aveva semplicemente chiamato, e…
- Ti stavo cercando – disse, una volta ai piedi delle scale. Non sembrava né allegro né triste, e poi non mi guardava in faccia.
Non volevo sentire, non ci credevo… no, non c'è da piangere, Hermione, non c'è da piangere… non c'è da piangere – devi trovare Harry!
Giusto.
- E io stavo cercando Harry – dissi, semplicemente.
- Senti, io-
Lo interruppi, dovevo sputare fuori Oscar prima che scoppiassi a piangere come una folle.
- Sh! Malfoy, in biblioteca… stava parlando di cose strane, e sembrava-
Ron sembrò meravigliato.
- Anche tu lo hai scoperto? Te lo ha detto- ma no, ecco, è un affare grave, e noi non sappiamo che pesci prendere!
- Ma che affare grave! – esclamai, seccata per esser stata interrotta. Ma no, ci stavano deviando, Malfoy e compagnia bella, era così ovvio!
- Ti dico di sì, non è la prima volta, e… diavolo, avremmo dovuto parlartene prima!
Bene. Urgeva aiuto da Hermione.
È una cosa così bella, a volte, che la gente si affidi a te quando ha bisogno di aiuto. Avere così tanta fiducia da parte degli altri, essere considerati responsabili, e intelligenti, ed utili.
Quando c'è bisogno di aiuto.
- Senti, ti posso solo dire che non è come voi immaginate, di sicuro; io l'ho sentito e-
- Anche noi l'abbiamo sentito, che credi?
Cominciava a darmi sui nervi; ero sicura di quello che dicevo, insomma, io li avevo sentiti e non c'era alcun dubbio sul fatto che stavano cercando di prenderci in giro.
- Sì, ma non avete di sicuro capito che lui- insomma, NON AVETE CAPITO NIENTE! – gridai.
Ron, allora, rispose al mio grido con un altro grido.
- E CHI TI DICE CHE SIA TU AD AVER CAPITO TUTTO?
Avevo perso la testa un'altra volta. Lo sapevo, che sarebbe successo, lo sapevo, io-
- LO SO, RON, PERCHE' VOI LA MAGGIOR PARTE DELLE VOLTE SIETE DELLE EMERITE TESTE DI LEGNO!
- AH, TESTE DI LEGNO, EH? PENSA A QUALCUN ALTRO, NON A NOI, E SOPRATTUTTO NON A ME!
Quando diceva "qualcun altro" così, intendeva Viktor, e mi faceva inquietare in una maniera assurda; era già tanto che era andato tutto male prima, se ci si metteva pure lui a gridarmi addosso quel nome, ogni volta, con quell'odio profondo…
- FALLA FINITA!
- MA CHIUDI LA BOCCA TU, NON RIESCO NEANCHE A PARLARE CHE GIA' HAI DA RIDIRE!
- BE', NON SEI CERTO LA PERSONA PIU' RAGIONEVOLE DEL MONDO!
- NON MI FAI NEANCHE PARLARE!
- BE', GRIDA, ALLORA, VEDI COME TI SI SENTE?!
Ron allora abbassò il capo.
Poco dopo, iniziò a salire le scale, lentamente, diretto senza dubbio verso di me. Quando si fece più vicino, e vidi la sua faccia scura, indietreggiai d'istinto, intimorita.
Mi passò accanto senza neanche guardarmi.
- Sappi comunque – disse, con voce fievole – che volevo solamente scusarmi.
Non si era fermato ad aspettare una mia reazione, sparì ai miei occhi in quel momento, dietro qualche angolo, non so.
La mia reazione però ci fu, e non tardò ad arrivare.
Mi accasciai a terra, priva di qualunque pensiero coerente, e piansi finalmente. Sembrava non dover finire più.
Perché era sempre tutto così sbagliato? Perché ero sempre così sbagliata, io?
Dopo essermi ripresa, mi sono sciacquata la faccia e sono salita in Sala Comune, decisa più che mai ad andare a letto senza cena, un'altra volta ancora.
Di nuovo, però, non sono riuscita a raggiungere la mia meta, poiché ho incontrato Harry a metà strada.
Mi sorrise.
- Ciao Hermione – disse – hai visto Ron? Pensavo fosse con te.
Di bene in meglio! Ci mancava anche lui, un tatto che faceva paura, davvero, a chiedersi perché uno stava sempre attento a non nominare i genitori in sua presenza.
Non risposi.
Harry si avvicinò di più.
- Allora? Avete fatto pace, finalmente?
Ah, ma ovviamente lui sapeva tutto delle intenzioni di Ron. Solamente che poi questo non si era andato a confidare con l'amichetto dopo quello che era successo.
- Ohi? – mi fece, probabile che fosse passato un sacco di tempo mentre mi uccidevo mentalmente più e più volte. – Perché non rispondi?
Lo guardai in faccia.
- Sai che ti dico? VAI AL DIAVOLO, HARRY POTTER!
Non c'è che dire, ci deve essere rimasto proprio bene.
Tacque all'improvviso e se ne andò via, in silenzio, lasciandomi da sola, anche lui.
Questo era giusto.
Neanche un secondo dopo che Harry era sparito, sentii dei battiti di mani, lenti e cadenzati. Da un angolo, sbucò fuori Draco Malfoy.
Lo guardai sorpresa.
- Ben fatto, Granger – mi disse, compiaciuto. – Era proprio ora che anche tu glielo dicessi, davvero!
Ero paralizzata. Ci aveva spiato? Forse mi seguiva sin da quando ero uscita dalla biblioteca?
Per quanto ripetessi sempre a una certa persona di non essere volgare, istintivamente mi scappò un insulto.
- Guarda che sono sincero, Granger – disse lui, sorridendo.
- Impicciati dei fatti tuoi, Malfoy!
- E' quello che ho sempre fatto. Ma se cammino per un corridoio e sento una voce ben nota gridare "vai al diavolo, Harry Potter", non posso far a meno di sentire.
- Ma tu non stavi camminando per un corridoio, mi stavi seguendo da quando sono uscita dalla biblioteca!
Malfoy fece una faccia strana, allora, in un misto tra lo stupito e l'allarmato.
- In biblioteca? … ma quando… quando mai?
- In biblioteca, quando facevi allegre chiacchierate con i tuoi amichetti di Serpeverde!
A questo punto, sembrava davvero terrorizzato.
- Non avrai mica origliato? – mi accusò.
- Ma magari sei tu che hai origliato! – esclamai, furiosa. – E non pensare che io ci caschi nei tuoi giochetti, perché potrai anche essere un bravo attore, ma con me la commedia non funziona!
Mi guardò con tanto d'occhi, e poi fece una smorfia.
- Ah, be', pensa quello che vuoi, Granger – disse; - bel modo di rispondere, però, quando uno per la prima volta ti fa un complimento… vedi perché sono meglio gli insulti?
E anche lui sparì nel nulla, e se non avessi letto Storia di Hogwarts avrei seriamente pensato che si fosse smaterializzato, lui e gli altri due, tanto che la mia testa non si trovava più da nessuna parte.
Di tutto quello che era successo nelle ultime tre ore, neanche una volta che avessi fatto la cosa giusta.
Bello, andare avanti così, lo consiglio a tutti.
[/Dove Hermione riceve le scuse di Ron]
Queenie: io però l'ho sempre detto, che è un po' cretina quella ragazza – avrebbe bisogno di qualche lezione da me.
Francine: macchè, piuttosto da me potrebbe imparare!
ChaDo: evitate, vi prego…
Soren: secondo me avrebbe bisogno di una bella botta in testa.
Ray: o magari di un gelato.
Nathan: *cantando* o dell'amooooooooreeeee…
Francine: vai via, piattola!
ChaDo: perché andiamo sempre sul demenziale?
Blaise: la vita è demenziale, cara Charlotte!
ChaDo: evvai… bella notizia, Blaise. Prossimo capitolo… ah, no, bisogna andare a pranzo… termineremo dopo, con la terza parte di questa fanfiction!
Fuu Marie: GUUU!
ChaDo: non mi fare così sempre, Fuu…
Fuu Marie: GUU!
Dorothy Jane: vedete che bello, che bello vedete? Siamo tutti matti…
Ray: e se ne rallegra…
Fine Capitolo 10
