Capitolo 11

Dopo pranzo.

ChaDo: ci siamo?

Dorothy Jane: in teoria abbiamo 2 ore e 43 minuti per finire di ascoltare questa storia.

Blaise: Charley, sii celere!

ChaDo: così mi mettete in crisi! Il mio lavoro di mesi -____-…

Francine: okay, ma non vogliamo sentirti piagnucolare… comincia con questa terza parte-

Ray: e chi s'è visto s'è visto!

ChaDo: Okay… allora, undicesimo capitolo: Ginny Weasley… questo è l'ipotetica ultima volta che la vediamo, quindi… *inizia a leggere*

[Dove Ginny si accorge di qualcosa]

Without your pulling it, the tide comes in,

Without your twirling it, the earth can spin.

Without your pushing them, the clouds roll by.

If they can do without you, ducky, so can I!

Harry non mi piacerà più, d'ora in poi.

Via dall'infanzia, via dai sogni più assurdi, quelli che parevano patetici al primo impatto.

Non funzionavano mica.

I sogni della nostra piccola Virginia Weasley

"Io… io ti amo, Ginny. Sin dal primo momento che ti ho vista, io… non ho potuto far altro che pensare a te". La voce di Harry, leggermente impacciata, ma forte e chiara, e sincera, trasparente, eccola, eccola!

Da anni aspettava di sentirlo, e ora non sapeva che rispondere.

Ma Harry aveva altro da dire.

"Mi… mi vuoi sposare?" continuò "dopo la scuola, noi… noi ce ne andremo da qualche parte e metteremo su famiglia… avremo tanti bambini e-"

E Tom vorrà ucciderci tutti.

Ma non era tanto quello il problema. Harry non accennava neanche una volta a Voldemort, era tutto andato, ormai, Harry era un eroe, un mago fuori dal comune, lui l'aveva sconfitto da tanto tempo ormai.

Non quadrava molto il fatto dei bambini, a dir la verità. A me sarebbe piaciuto essere figlia unica, come Hermione. Perché avrei voluto sì tanto male ai miei bambini affiancandogli tanti fratelli?

Forse non mi sono spiegata bene, ma in poche parole a questo punto mi interrompevo. Vedete, era il mio futuro, non potevo costruirmelo così come non mi sarebbe piaciuto.

Non certo come l'autrice – quella pur di finire scriverebbe le più grandi sciocchezze del mondo – e non come Hermione.

La mia amica usa di fare tutto una questione di carta. La carta li crea ("ma ci dovrà essere qualcosa scritto da qualche parte!"), la carta li distrugge ("C'è di sicuro un incantesimo adatto"). La carta rende più semplice la vita. Bidimensionale, sapete.

Da questa mia parte, invece, qui dove il mondo ha tre dimensioni, o forse anche più, mi trovo ogni volta davanti ad un possibile suicidio, perché sopportare tutto e tutti non è poi così facile.

Perché lasciare che l'amore mi uccida?

Uccidiamo l'amore.

Senza che te la attragga, la marea arriva,

Senza che te la ruoti, la terra può girare.

Senza che te le spinga, le nuvole si muovono…

Se possono far tutto questo senza te, loro, be', allora anch'io posso!

Per qualunque ragazzo questa canzoncina avrebbe funzionato, bisognava solamente cantarla, e passava tutto, passava, passava!

Ma perché proprio Harry Potter doveva uscire di nuovo fuori dagli schemi?

Non dico letteralmente, perché Harry non controllava né acqua né terra né aria, e tantomeno fuoco… però, scusate per la battuta infelice, che mondo sarebbe senza Harry Potter?

Un mondo nelle mani di Voldemort? Un mondo pieno di Mangiamorte e male?

Un mondo ormai sempre più vicino alla fine?

D'ora in poi non mi piacerà più Harry Potter.

- Ginny? Ohi? Buon giorno, chi parla?

- Ciao…

- Parlo con Ginny Weasley?

- Forse…

- Ma che è diventata una moda non mangiare più di questi tempi? O è soltanto un atto di solidarietà verso il Prefetto Granger?

- Chasta, lasciami in pace, ti prego…

È sempre così, in qualunque scuola uno si trovi, o almeno credo, non avendo frequentato mai altre scuole all'infuori di Hogwarts. Pensiamo tutti, quando il trimestre finirà, quando il trimestre finirà la pace tornerà a regnare in queste terre.

Non è così. Non è mai così, ve lo assicuro.

Tant'è che il professor Piton ha già ricominciato a interrogare.

I sogni della nostra piccola Virginia Weasley

Il professore era ad aspettarli in aula, seduto alla cattedra, le braccia conserte, la calma quasi dipinta nel suo sguardo.

"Oggi ci dividiamo in due gruppi" aveva detto "l'esperimento di oggi è fondamentale per il programma di quest'anno".

I Serpeverde da una parte, i Grifondoro dall'altra. Sorensen McBarris che sghignazzava dalla prima, Abby che batteva le mani entusiasta.

Piton cominciò a distribuire dei fogli ai due gruppi. Ginny si spinse leggermente avanti per vederli.

Spartiti musicali.

I tre porcellini…

Devo dire che nessun incubo, almeno dopo Tom, mi aveva mai colpito più di questo.

Cantare "I tre porcellini"… ma prima ancora di me, Piton si sarebbe rifiutato – anche solo di stare a sentire. Perché a volte mi venivano in mente cose così dementi?

Stavo male indubbio, ecco cos'era.

Forse però quel sogno non era finito così. Ad un certo punto sarebbe entrato in scena Harry e avrebbe iniziato a prendere in giro il professore fino a farlo diventare rosso, fino a farlo seppellire sotto terra per la vergogna, fino a farlo scomparire per sempre, nel nulla.

Nel sogno.

Ma perché doveva sempre intervenire, questo benedetto Harry Potter? Lui poteva fare tante cose, e mi sta anche bene, io non voglio dire niente su questo, ma perché anche umiliare l'insegnante di pozioni? Perché anche salvare la giornata, come sempre, anche nei sogni?

E soprattutto, perché Harry riusciva a fare tutte queste fantastiche cose, e ancora non riusciva ad aprire abbastanza gli occhi, quei occhi che erano pure bellissimi, dopotutto, aprirli abbastanza per riuscire a vedermi?

Sarà colpa degli occhiali?

- Ginny? Mi stai a sentire?

- Chasta, no, che vuoi?

- Volevo soltanto chiederti se potevi ringraziare Colin da parte mia per quella foto.

- Lo vedi tutti i giorni anche tu, ti vergogni forse? Lui sarebbe più felice se glielo dicessi tu stessa – dissi senza pensare.

Chasta fece una faccia strana, un misto tra perplessità e sorpresa.

- Non dire sciocchezze – fece, sorridendo – che ti prende?

- Chasta, lo sai che piaci a Colin?

Lei scoppiò a ridere come non ci fosse mai stata cosa più divertente di quello che avevo detto. E io non capivo perché, ed ero anche un po' offesa, e non ci stavo con la testa.

Questa è una storia fatta di sogni, e io stavo ancora dormendo, vedete?

- Che c'è? – chiesi – perché ridi? Che ha Colin che non va?

- No… ghghg… scusa, davvero, niente non va in Colin, anzi, è anche carino! Però credo tu abbia capito male!

- Capito male? Cos'ho capito male?

Lei non rispose, continuò a ridere.

- Chasta? Chasta? – continuai a chiedere, mentre lei cercava intensamente di strozzarsi con il pranzo.

Da qualche posto più in là, allora, intervenne Marianna.

- Che è successo? – chiese, giunta dietro di noi con un salto, la mano già intenta a dare pacche sulla schiena di Chasta per farla riprendere.

- Non lo so, le ho detto che piace a Colin, ed è scoppiata a ridere.

Marianna guardò di nuovo Chasta, poi guardò me, veramente perplessa.

- Strano – disse – io pensavo che a Colin piacessi tu.

Chasta ebbe un altro attacco di riso, mentre io arrossii, senza un motivo particolare.

- Che dici? – feci, incredula.

- Oh, senti, io non ne so niente, però se Chasta muore soffocata poi chi la sente la McGranitt?

Rialzammo Chasta da terra, dove era rotolata giù dalla panca (vedete che succede a chi non si siede correttamente!), ancora in preda a risate isteriche.

- Mamma mia, ma a questa che le prende?

Dopo qualche minuto in preda alla follia più completa, però, Chasta si calmò.

- Scusa – mi disse, con tono sincero – non volevo prenderti in giro. Mi fa soltanto ridere che non te ne sia accorta.

- Accorta di che? – Chasta avrà anche riso per mezz'ora rischiando di morire, ma la più rossa lì ero io.

- Di tutte quelle foto che ti fa – disse Chasta – insomma, lo sappiamo tutti che è fissato, ma ultimamente ha cambiato preferenze in quanto al soggetto.

- Mi fa delle foto? – chiesi allarmata a Marianna.

Lei alzò le spalle.

- Non chiedere niente a me, io non sento, non vedo, non parlo… è mia cugina Franz che lo dice, al massimo. Chasta forse non è una fonte sicura, ma Franz sì.

A fidarsi di Francine Zabini il mondo sì che sarebbe andato avanti. Sarebbe riuscita a far confessare crimine per crimine anche ai maghi oscuri più pericolosi, se ci si fosse messa sotto.

Ma non è Francine Zabini la persona a cui stavo pensando, in quel momento. Alla fin fine la potete vedere benissimo durante gli stacchetti, quindi…

- Davvero non te ne eri accorta, Gin?

Evitai di guardare Chasta.

Ma sì, vedi che mi ero accorta anche che Colin scattava qualche foto con me in mezzo, se gli capitava. Non avevo mai fatto il conto di quante volte fosse successo, però.

Quindi non fotografava più così spesso Harry. C'erano motivi sufficienti perché non mi avesse mostrato più i suoi ultimi album.

Wow.

Allora era così.

Forse dovevo semplicemente cambiare punto di vista, per avere un po' più di felicità.

Voldemort poteva fare quello che voleva, ormai era stato quel ch'era stato. E magari Tom era anche un pericolo per noi, ma dovevo spostare Harry dal mio campo visivo per un po'.

E i suoi occhiali non avevano nessuna colpa, comunque, funzionavano bene, a parte quando erano rotti a causa del cugino.

Alla fin fine, ognuno vede solo quello che vuole vedere, pensai.

I sogni della nostra piccola Virginia Weasley

Ginny rideva, rideva ed era felice. La sua vita era felice.

Poi una mongolfiera all'orizzonte, anzi no, una scopa. In groppa a questa… Harry Potter.

Disperato.

"Ginny! Ginny, solo tu mi puoi aiutare! Ti prego, abbi pietà di me!".

Certe volte i sogni si avverano. Anche se non proprio uguali, in modo molto simile.

Più tardi, molto più tardi, quel giorno, passeggiavo per i corridoi, chiacchierando con Colin. E l'apparizione di Harry fu un po' così, sorprendente, improvvisa, lui, pallido in volto e tremante come un bimbo che ha visto un fantasma per la prima volta.

Però questa è un'altra storia. E la mia finisce qui.

[/Dove Ginny si accorge di qualcosa]

Francine: aah, sono citata!

Ray: sì, impicciona che non sei altro!

Francine: e Charlotte pensa tutte quelle belle cose di me?

ChaDo: no, veramente-

Nathan: sono io che le penso!

Francine: *da pugno a Nathan* Piattola! Darmi anche dell'impicciona…

Fuu Marie: io lo sapevo…

ChaDo: prossimo capitolo… punto di vista di Ron, non perdetevelo!

Fine Capitolo 11