Introduzione dell'autore: Salute a tutti voi! Innanzitutto grazie per essere qui.
Non so bene come introdurre questa fiction (tra l'altro non so neanche se è corretto definirla tale), ma mi sembra doveroso spendere due parole prima di iniziare.
Guardando la serie animata, non ho impiegato molto tempo ad innamorarmi dei suoi protagonisti, delle loro vicende e del loro mondo, ma al termine di tutto mi è rimasto un sapore amaro in bocca. Ho cominciato a placare questa sgradevole sensazione iniziando a leggere fanfiction e disegnando fanart ma, per quanto questo pianeta di sogni sia stato e continui ad essere per me coinvolgente e meraviglioso, non sono riuscita a "rifarmi la bocca". Poi ho capito perchè. Erano le fondamenta che non mi soddisfacevano. Assurdo, vero? Eppure è così! Immagino che tutti voi possiate comprendere la superiore potenza narrativa di un testo scritto ad uno animato e suppongo che almeno una volta nella vostra vita abbiate detto: "Sì, bello questo film, ma il libro era meglio."
Ecco. Questo racconto, che vi preannuncio sarà veramente molto ma molto lungo, nasce proprio da questo: dall'esigenza di portare su carta, quello che fino ad ora hanno narrato solo le immagini.
Non pensate che la mia sia una posizione superba, vi prego. So bene che non sono una scrittrice, e che anzi, questa è proprio la mia prima esperienza nel settore, però dovevo dare uno sfogo a quegli eventi e a quegli individui che popolano i miei pensieri e battono alle porte della mia mente implorandomi di uscire. Se verrà fuori un buon lavoro, questo sarete voi a dirmelo.
Mi rendo conto che la mia possa apparire una posizione in qualche modo arrogante, perchè in realtà mi sono presa la libertà di prendere in mano le redini di un gioco non mio, ma credetemi, la mia è anche una posizione difficile. Spero per questo di non deludere quelli che mi sono stati accanto fino ad ora e che mi hanno sostenuta ogni volta che io ero la prima a non credere in quello che stavo facendo (un abbraccio speciale a Stefania e un grazie di cuore al mio "generale" preferito).
Detto questo...credo possiamo andare. L'Operazione Meteora ha avuto inizio!
Dedica: Ai miei genitori, che mi hanno fatta crescere senza aver ucciso la me stessa bambina. A Nicola, che è il miglior pilota di Gundam che io conosca. A tutti coloro che non hanno dimenticato come si fa a viaggiare nel mondo dei sogni e ai bambini di tutte le età. Perchè continuino a guardare oltre le apparenze e ad amare l'essenza vera delle cose.
~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~
Gundam Wing
La storia e la leggenda nell'A.C. 195
Ep 1, Par 1: 'E così la famosa Operazione Meteora ha avuto veramente inizio.'
By Darkwing
Orbita terrestre
Stazione spaziale federale
Quando aveva deciso di entrare a far parte delle truppe spaziali della Federazione Terrestre, Arden Meres aveva immaginato un lavoro attivo ed emozionante, e per questo aveva speso tutto il suo entusiasmo nell'addestramento a cui lo avevano sottoposto all'Accademia. Tuttavia, raggiungere lo spazio gli era costato anni di sacrifici e di studi. Per il momento era ancora un semplice soldato, ma finalmente aveva centrato il proprio obiettivo e adesso, sulla Stazione Spaziale, aveva la possibilità di rendersi utile e fare qualcosa per preservare la sicurezza del proprio pianeta. Il suo era un incarico nobile, di cui poter andare orgogliosi, ma nessuno gli aveva detto che sarebbe stato tanto noioso.
Stare seduti davanti allo schermo di un radar tutto il giorno, a monitorare il traffico costante delle navette e dei satelliti che affollavano lo spazio circostante la Terra, non era certo quello che si era aspettato.
Per la centesima volta da quando aveva cominciato il proprio turno un paio d'ore prima, un puntino azzurro comparve sullo schermo che mappava il settore nord-est attorno alla stazione. Sbadigliò. 'Ancora una volta, niente di nuovo.'
Quasi per contraddirlo, in quello stesso istante un leggero trillo elettronico lo avvertì che qualcosa non stava andando secondo gli schemi. Era un evento tanto raro che fu sufficiente a svegliarlo del tutto e a caricarlo di adrenalina. Attese con ansia l'elaborazione del computer, ed immediatamente capì che l'anomalia era proprio l'avvistamento che aveva appena fatto. Si portò una mano all'auricolare e chiamò il proprio superiore.
"Tenente, avvistata anomalia nel settore NNE-XYZ127. Traiettoria discendente. Attraversamento dell'atmosfera previsto tra..." Fece una pausa per controllare il cronometro. "Seicento secondi."
Il suo ufficiale superiore, un giovane uomo che in realtà non era molto più vecchio di lui, si sporse immediatamente sopra una sua spalla per esaminare gli schermi e rendersi conto di persona di quanto stesse accadendo.
"Tracce termiche?" Chiese.
"Negativo. Inoltre risulta poco evidente anche ai radar..."
"Probabilmente si tratta di un meteorite, o è un rottame di un vecchio satellite."
Il soldato annuì. Certo era una spiegazione possibile. "Che cosa devo fare, signore?"
Il tenente tornò a rilassarsi. "Il tenente-colonnello Marquise degli Specials si trova nell'atmosfera in questo momento. Gli comunichi i dati relativi a questo oggetto."
"Sissignore."
Deciso a mostrarsi sollecito, il soldato si affrettò ad obbedire. Doveva fare bene il proprio lavoro, se voleva andarsene da lì, un giorno.
* * * * *
Spazio aereo federale
Settore NNE-XYZ125
"Una trasmissione dalla Stazione Spaziale, signore."
"Mi dica."
"Comunicano l'avvistamento di un meteorite nel settore NNE-XYZ127. Anzi, rettifico. Hanno appena confermato che in realtà si tratta di cinque frammenti, signore. Hanno allegato le coordinate relative a ciascuno."
Il colonnello Zechs Marquise si fece passare dal pilota della corazzata su cui stava viaggiando la stampa dei dati che avevano appena ricevuto, e tornò a sedersi sul sedile posteriore. Non appena ebbe dato una scorsa alle letture, un mezzo sorriso vagamente arrogante contrasse i suoi raffinati lineamenti.
"Che sciocchi. Dei meteoriti non seguirebbero mai una traiettoria simile."
Il pilota staccò un momento lo sguardo dai comandi e si voltò incuriosito verso il proprio superiore. "Questo è quello che hanno detto dalla Stazione." Ripetè incerto. Il colonnello sembrava perfettamente tranquillo e a proprio agio, ma il lucente casco argenteo che gli ricopriva il capo e parte del viso non consentiva in alcun modo di interpretare la sua espressione. Era evidente che stesse sorridendo, ma non lo era altrettanto quello che gli stesse attraversando lo sguardo.
"Quanti frammenti possiamo raggiungere?" Domandò l'ufficiale superiore.
Il secondo pilota fece immediatamente eseguire un calcolo al computer di bordo e sullo schermo apparve un modello della Terra con le traiettorie dei frammenti tracciate in rosso, sovrapposte alla linea che indicava la loro rotta.
"Soltanto uno, signore. Quello che è diretto nel settore eurasiatico."
"Traccia una rotta di inseguimento. Per adesso ci concentreremo solo su quello. Un soldato non deve mai avere fretta di combattere." Aggiunse infine.
Il pilota non osò porre domande e si limitò a guardare con ammirazione il proprio comandante. "E' un'affermazione molto coraggiosa, signore."
Marquise sorrise compiaciuto e si rilassò sul sedile, aggiustandosi la giacca rosso rubino rifinita in oro della signorile uniforme che indossava.
"Stai solo parlando con un vero soldato." Disse con falsa modestia.
In realtà era impaziente di raggiungere quel 'frammento'. Era certo che sarebbe stato un incontro interessante.
'E così la famosa Operazione Meteora ha avuto veramente inizio.' Annuì, rivolto a se stesso.
* * * * *
Spazio aereo federale
Settore NNE-XYZ127
Un sommesso stridio elettronico attirò l'attenzione di Heero sullo schermo principale. Un discreto lampeggiare di cifre fosforescenti indicò che stava per entrare nell'atmosfera.
'Bene, la missione sta procedendo. Acquisizione del primo obiettivo previsto tra sette minuti.' Ricordò a se stesso. Programmò un conto alla rovescia in base al tempo necessario per frenare attraverso l'atmosfera, e passare ad una velocità tale da rendere superflui i diffusori di calore posti a protezione del mobile suit.
Non fece in tempo a terminare la procedura che un secondo trillo lacerò il silenzio dell'abitacolo e, con un misto di stupore e disappunto, Heero lo riconobbe essere il suono dell'allarme anticollisione. Non appena un occhieggiante puntino azzurro si illuminò sul radar di prua, accese le telecamere esterne alla ricerca dell'oggetto non identificato. In pochi secondi il computer di navigazione fornì un identikit dell'ostacolo.
Heero osservò accigliandosi la candida sagoma affusolata che si stagliava sul monitor principale. "Uno shuttle civile..." Disse a se stesso.
Con la freddezza che aveva acquisito nel corso degli anni passati sotto la supervisione del dottor J, impiegò meno di un secondo a prendere una decisione.
Allungò una mano sul quadro comandi e fece scattare una fila di interruttori, mentre la serie di led che li accompagnavano passò dal rosso al verde. Sullo schermo principale una linea luminosa semitrasparente si sovrappose alle immagini riprese dalle ottiche esterne, indicando le coordinate ed il vettore velocità necessari per centrare l'oggetto che oscillava al centro del mirino. Preciso e agile, Heero mosse le mani sulla cloche finche non agganciò il bersaglio al centro del dispositivo di puntamento, e con delicata sicurezza accarezzò i controlli di tiro con il pollice, pronto a far fuoco.
Gli ordini che aveva ricevuto erano chiari. Abbattere qualsiasi ostacolo si presentasse nel corso dell'adempimento della missione e preservare la segretezza della stessa a qualunque costo. Non poteva permettersi di comparire nei tracciati radar di quella navetta. Civile o no, doveva abbatterla.
* * * * *
"Si avvisano i signori viaggiatori che stiamo per entrare nell'atmosfera. Pertanto lorsignori sono pregati di rimanere seduti e di allacciare le cinture di sicurezza per tutta la durata della fase di atterraggio. Grazie." La voce cortese e musicale della hostess si diffuse dagli altoparlanti, ma il suo educato invito si rivelò del tutto superfluo.
Il Ministro degli Esteri Darlian e sua figlia, che erano gli unici viaggiatori nello scomparto di prima classe, erano già compostamente seduti ai loro posti in paziente e silenziosa attesa. 'Troppo silenziosa.' Pensò l'uomo guardando di sottecchi la ragazza al suo fianco.
"Non sei contenta di tornare sulla Terra, Relena?"
"No." Fu la secca risposta che ottenne. Gli occhi celesti di Relena rimasero cocciutamente fissi sul finestrino e si rifiutarono di incontrare quelli del padre.
"Mi dispiace di non aver potuto passare molto tempo con te, ma sai quanto fosse importante ed impegnativo questo meeting."
"Sì. Lo so." Lo rimbeccò lei, ma poi addolcì il proprio tono, rendendosi conto di quanto fosse inutile protestare in quel momento. "Però non mi dispiacerebbe se la prossima volta trovassi un po' di spazio per noi due."
Darlian annuì. Relena aveva ragione naturalmente, il suo lavoro lo teneva lontano dalla famiglia troppo a lungo. Del resto essere il Ministro degli Esteri del governo della Federazione Terrestre in un periodo di tensione come quello non era affatto un compito facile. Soprattutto se, come nel suo caso, ci si trovava ad operare nella difficile condizione di chi preferisce ricorrere all'arte della diplomazia piuttosto che a quella della guerra.
Il percorso verso il dialogo tra colonie spaziali e governo terrestre era costellato di trabocchetti ed era facile compiere dei passi falsi durante le trattative. Da ciò che aveva capito, gli spaziali non sembravano ostili al processo di pacificazione, ma erano oltremodo diffidenti e sospettosi e, cosa non trascurabile, avevano valide ragioni per esserlo. Per anni erano stati spudoratamente sfruttati dal governo federale, perciò era più che naturale che ponderassero le sue parole una per una.
D'altro canto anche lui aveva i suoi motivi per non prendere per oro colato ogni sviluppo apparentemente positivo. Le ultime informazioni che l'Intelligence Service gli aveva rilasciato infatti lanciavano un preoccupante allarme a proposito dell'esistenza di alcuni gruppi terroristici in procinto di sferrare un attacco proprio al cuore della Federazione, sulla Terra. Personalmente sperava che si trattasse soltanto di voci infondate, ma sapeva bene che non era affatto un ipotesi assurda. Era normale aspettarsi che qualcuno prima o poi provasse a ripagare con la violenza tutto ciò che aveva subito. A pensarci bene, era già incredibile che la minaccia fosse diventata concreta solo dopo quindici anni di occupazione e non prima, se naturalmente si escludevano pochi isolati incidenti.
Aggrottò le sopracciglia pensieroso. Se nessuno aveva mosso un dito per quindici anni forse c'era un motivo. 'Mi auguro non si debba scoprire qual'è a nostre spese...'
"Papà, guarda!"
La voce concitata della figlia riportò la sua attenzione su di lei. "Che c'è?"
"Guarda!" La ragazza indicò un punto luminoso all'eterno del finestrino. Lasciava una scia incandescente mentre attraversava gli strati alti dell'atmosfera a tutta velocità.
"Secondo te è una stella cadente?" Chiese Relena.
Darlian rimase in silenzio per qualche secondo, mentre il punto di luce aumentava rapidamente di dimensione ed assumeva una forma distinguibile man mano che si avvicinava. La sagoma filante di un veicolo progettato per il volo nell'atmosfera presto si profilò contro lo sfondo nero-azzurro del cielo. Darlian non aveva mai visto niente di simile; non era uno shuttle di linea, e certamente non era un mezzo in dotazione alla Federazione. Era possibile che i suoi timori peggiori stessero per concretizzarsi proprio dinnanzi ai loro occhi?
"L'Operazione Meteora..." Bisbigliò soprappensiero, senza rendersi conto delle parole che stava pronunciando.
"Eh?" Relena distolse lo sguardo dall'astronave in caduta libera per rivolgerlo interrogativamente verso il padre. Tuttavia quando vide i suoi occhi nocciola pensierosi ed accigliati, comprese che non era il caso di fare domande. Sapeva che nel lavoro di un ministro a volte c'erano aspetti di cui non si poteva parlare neppure con i familiari più stretti, e perciò le era stato insegnato fin da quando era piccola a capire quando non era il momento di chiedere spiegazioni inopportune. Quell'astronave probabilmente aveva qualcosa a che fare con uno di quei segreti.
Tornò a guardare fuori del finestrino, ma nel breve intervallo di tempo in cui si era voltata, il comandante della navetta aveva alzato sul vetro gli schermi mobili necessari per l'isolamento termico della fusoliera. Sospirò. Fintanto che lo shuttle non avesse rallentato abbastanza non sarebbero stati riabbassati e non ci sarebbe più stato niente da vedere. La giovane donna si appoggiò nuovamente allo schienale e cercò di rilassarsi. In quel momento non poteva far altro che aspettare e tenere a bada la propria curiosità.
TBC...
~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~°~
AN: Questo era un piccolo...assaggino. Aspetto i vostri commenti in proposito, ma qualunque essi siano, grazie mille per aver speso un po' del vostro tempo per me!
Ciao!! ^___^
