Standard disclaimers: Sono nel primo capitolo.
Introduzione dell'autore: Ciao! Un grazie speciale a tutti voi! Non vi ringrazio personalmente perché tanto voi sapete chi siete. Il vostro sostegno e le vostre repliche per me sono preziosissime! ^__^
Avvertenze per questo paragrafo: ATTENZIONE, per favore. Per questo paragrafo propenderei per un bel bollino rosso. Le scene che saranno descritte potrebbero risultare sgradevoli o comunque inadatte ad un pubblico troppo giovane a causa del contenuto violento.
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Ep. 1, Par. 4: "Mi dispiace, ma nessuno può sopravvivere dopo aver visto un Gundam."
By Darkwing
Terra
Nord-America - Fabbrica di mobile suit di OZ
Nonostante l'ora tarda della notte, il perimetro del complesso industriale era tenuto sotto costante sorveglianza. I vigili occhi artificiali dei Leo di OZ che erano stati posti a protezione della fabbrica, scandagliavano l'oscurità con meticolosa cura per prevenire qualsiasi pericolo potesse minacciare la sicurezza dell'impianto.
Secondo il caporale Moretti non era verosimile che una fabbrica di mobile suit di tali proporzioni potesse subire un attacco diretto - chi mai sarebbe stato tanto folle? - ma gli alti dirigenti della società, per qualche ragione a lui non chiara, avevano ordinato dei turni di guardia strettissimi e, come prima conseguenza di ciò, quella sera a Smith e a lui sarebbe toccata la ronda notturna attorno all'ingresso nord.
Moretti si rilassò alla postazione di guida, rimanendo in attesa, e controllò l'orologio. Smith avrebbe fatto rapporto nell'arco di qualche minuto, poi si sarebbero dati il cambio davanti al cancello principale, e avrebbe proseguito lui il giro di ispezione.
Come da manuale la radio gracchiò allo scadere del tempo prefissato e Moretti prevenne il compagno.
"Nottata tranquilla. Eh, Smith?"
"Tutto regolare." Confermò l'altro.
Vi fu una breve pausa di silenzio e poi l'altro pilota riprese improvvisamente a parlare. Nonostante qualche lieve disturbo sulla frequenza di comunicazione distorcesse il suo timbro di voce, alle orecchie del compagno il ritmo delle sue parole risultò immediatamente ed inequivocabilmente concitato. "Un momento! Rilevo una debole traccia termica..."
D'un tratto il disturbo sulla linea prese il sopravvento sulla comunicazione e dall'altra parte della connessione piombò un silenzio mortale, interrotto unicamente da un pesante rumor bianco su tutto lo spettro delle frequenze.
"Smith! Smith, rispondimi! Smith! Che diavolo sta succedendo laggiù!"
Sottilissime gocce di sudore freddo affiorarono istantaneamente sulla fronte del caporale Moretti. Il soldato si sforzò di deglutire la scarsa saliva e aumentò l'intensità dell'illuminazione esterna per disporre una nuova analisi ambientale. Tuttavia una potente quanto inspiegabile emissione elettromagnetica distorse le sue trasmissioni al punto tale che perfino le letture del radar di bordo risultarono illeggibili. Per completare la situazione, le immagini registrate dalle telecamere esterne sfarfallarono impazzite sui monitor, nel momento in cui i circuiti elettronici del Leo entrarono in risonanza con il misterioso segnale.
"Ma cosa dia..."
Un lampo di luce giallo-verde attraversò come un fulmine il campo visivo delle telecamere, saturando gli ipersensibili fotorecettori del Leo tarati per la visione notturna. Con il cuore in gola, il pilota di OZ, armeggiò freneticamente con i comandi della radio.
"Che succede? Chi c'è là fuori?" Gridò con voce incrinata. "Identificarsi! Ripeto. Identificarsi o sarò costretto ad aprire il fuoco!" Naturalmente non avrebbe saputo in che direzione puntare il cannone di cui era dotato il proprio mobile suit, dato che tutta l'elettronica di bordo sembrava impazzita, ma di fronte ad una minaccia tanto vaga non sapeva comportarsi diversamente. In effetti non era neppure sicuro che ci fosse veramente qualcuno là fuori.
La risposta ai suoi dubbi lo raggiunse solo un battito di ciglia più tardi, rapida e letale, quando una lama di luce attraversò l'abitacolo del Leo, sezionandolo con un freddo taglio netto. Squartato in due tronconi, il mobile suit crollò pesantemente al suolo avvolto dalle fiamme del carburante incendiato, mentre la voce che fino a pochi istanti prima lo aveva animato, si zittì per sempre.
Quando si fermò ad osservare i resti fumanti dei suoi primi sfortunati avversari, un sorriso insolente illuminò lo sguardo vagamente divertito di Duo. I rottami dei due mobile suit di OZ giacevano a terra rischiarati dalla tremula luce delle fiamme e dallo spettrale bagliore della falce laser che dava il nome al suo Gundam come inerti e macabre testimonianze della sfuggente potenza distruttiva del Deathscythe.
Il giovane pilota si complimentò cinicamente con se stesso. "L'avevo detto io che sarebbe stato un giochetto da ragazzi..."
Armeggiò con i comandi e spense la falce di luce lasciandosi nuovamente inghiottire dal buio della notte. Si accertò di avere ancora inseriti i dispositivi stealth e i generatori di segnali di disturbo, e si diresse verso l'ingresso principale.
Non ebbe alcuna difficoltà ad entrare nella struttura, ma una volta all'interno la tecnologia di cui disponeva non era certamente sufficiente a nascondere la presenza di un mobile suit da battaglia. Tuttavia con pochi, precisi e rapidi fendenti, Duo schiacciò in fretta gli scarsi tentativi di resistenza e concentrò i propri sforzi sulla catena di produzione.
I fotoni perfettamente collimati della sua lama d'energia tagliarono con eguale efficienza pareti e macchinari, falciando indifferentemente materiali inerti e vite umane, e lasciandosi alle spalle solo una devastata scia di distruzione.
Tutto si concluse in pochi minuti.
Per qualche momento, mentre il suo pilota sondava l'ambiente e si compiaceva del proprio operato, l'inquietante figura scura del Deathscythe rimase sola a stagliarsi tra le fiamme degli incendi, simile ad un'imponente creatura demoniaca emersa dall'inferno. Se ancora vi fosse stato qualcuno in vita, una simile apparizione sarebbe stata sufficiente a seminare il terrore, ma non c'era rimasto più nessuno che potesse riferire quanto fosse successo.
Terminata la scansione della zona, Duo sghignazzò aspramente tra sé e si rivolse baldanzoso al proprio mezzo. "Bene. Il centro di controllo è completamente distrutto. Non ci resta che levare il disturbo adesso."
Era troppo soddisfatto di sé per trattenersi dal sorridere, ma nello stesso tempo non poteva impedire ai propri ferini occhi violetti di celare il dolore bruciante provocato dalle recenti macchie di sangue sulla sua coscienza.
Abituato a quella familiare, sgradevole ma esaltante sensazione, fece volare le dita sul pannello dei comandi ed attivò i motori a repulsione per impostare la nuova rotta verso la base di quel tizio di cui gli aveva parlato il professor G. 'Non vedo l'ora di essere a nanna,' pensò con studiata leggerezza. 'E' stata una giornata lunga, dopotutto.'
* * * * *
Terra
Europa Occidentale - Spazioporto di Dover
Quando la prima esplosione tuonò lungo il perimetro dello spazioporto, i tecnici e gli ufficiali del centro di comando pensarono si fosse verificato un grave incidente di qualche tipo ad una delle numerose navette che affollavano le piste, oppure che si fosse incendiato uno dei serbatoi di carburante.
Alla torre di controllo tutti si concentrarono immediatamente sulle letture del radar di terra e sulle immagini trasmesse dal sistema di sicurezza, ma il ritmico segnale sonoro proveniente dagli schermi si dissolse nell'esatto momento in cui un secondo boato assordante fece tremare i vetri della sala. Istintivamente tutti si buttarono a terra.
"Ma che diavolo sta succedendo?" Gridò l'ufficiale in comando a nessuno in particolare, mentre tornava goffamente ad alzarsi.
Un diafano addetto alle comunicazioni scosse la testa tenendo una mano sull'auricolare che indossava. "Non lo sappiamo ancora, signore. Alcune linee non risultano più operative e il radar di terra ha appena smesso di inviare dati." Il tono della sua voce era professionale ma molto teso.
"Le telecamere?" Chiese l'ufficiale sporgendosi sulla console.
"Niente da fare, signore...Non trasmettono. Considerando quali siano andate distrutte possiamo soltanto dire che sia successo qualcosa nel settore sud-est."
L'anziano ufficiale annuì corrucciato. In realtà per capire dove si era verificato l'incidente bastava seguire con gli occhi la densa colonna di fumo nero che si alzava sull'orizzonte. Tuttavia c'era qualcosa che non lo convinceva. Gettò un'occhiata alla mappa interattiva della base. Una serie di indifferenti led rossastri lampeggiavano indicando i punti del circuito di sicurezza che non risultavano più in funzione.
Improvvisamente gli parve evidente che per essere un 'incidente' era un po' troppo selettivo nello scegliersi gli obiettivi...
"Dia l'allarme! C'è un intruso nella base. Fate uscire i mobile suit!" Ordinò a bruciapelo all'addetto radio.
Il tecnico ammiccò sorpreso. "Signore?"
"Si muova!" Gridò l'ufficiale spazientito. "Non c'è tempo da perdere. E informi il Quartier Generale che siamo sotto attacco!"
Il giovane scattò come se l'avesse morso un serpente. "Sissignore! Lo consideri già fatto, capitano."
L'uomo più anziano sospirò preoccupato. Il loro satellite spia non sarebbe passato sopra la loro posizione per almeno altri quindici minuti, ma se le cose stavano come pensava non disponevano di tutto quel tempo. Non gli piaceva mandare i propri uomini allo sbaraglio, ma non avevano alternative e dovevano stabilire un contatto visivo se volevano far fronte a quella minaccia. Di qualunque minaccia si trattasse.
I primi rapporti dei piloti dei Leo non tardarono ad arrivare, ma le notizie suonarono immediatamente preoccupanti.
"Qui Blu-uno," cominciò il comandante del primo battaglione. "Stabilito contatto con il nemico. Si tratta di un mobile suit non classificato. Ripeto, è un mobile suit non identificato."
"Avete una registrazione video?" Domandò il capitano della base attraverso la radio.
"Negativo. Abbiamo perso tre ricognitori non appena sono entrati nel suo raggio d'azio..." Una potente esplosione sovrastò la voce del pilota attraverso la connessione, seguita immediatamente da una lacerante scarica di mitra che interruppe il collegamento.
"Blu-uno, Blu-uno rispondete!" Gridò l'anziano ufficiale di OZ. "Questa dannata radio non funziona!" Protestò irritato sbattendo un pugno sull'apparecchio.
"No, signore. La radio funziona, ma...ecco...nessuno sta più trasmettendo." Balbettò il tecnico al suo fianco.
"Come?"
"Credo siano stati...distrutti." Disse il ragazzo deglutendo a fatica.
Il capitano sbatté nuovamente un pugno sul tavolo. Paura e frustrazione si erano ormai impadroniti del suo corpo e della sua mente. "Invii un messaggio di soccorso. Non so cosa stia succedendo là fuori, ma è chiaro che non possiamo farcela da soli."
"Sì, signore."
"Qui spazioporto di Dover. Siamo sotto attacco. Ripeto, siamo sotto attacco. Un mobile suit non identificato ha penetrato le nostre difese..."
Trowa spense la radio con indifferenza e proseguì il proprio attacco. Aveva già distrutto parte delle strutture logistiche e tutte le rampe di lancio, ma a questo punto era diventato rilevante anche un altro obiettivo.
Spostò il suo pesante Heavyarms verso la torre di controllo e armò contemporaneamente tutti i tubi di lancio. Impassibile, fece fuoco sull'edificio con tutti i missili che gli erano rimasti. La maestosa struttura fu investita in pieno dalle esplosioni e rovinò al suolo in una nube di polvere e detriti con la stessa apparente fragilità di un castello di carte, inghiottendo nel crollo tutti i suoi occupanti.
Neanche il guizzo involontario di un muscolo perturbò il volto marmoreo di Trowa di fronte al risultato delle proprie operazioni. Solo dopo qualche secondo bisbigliò poche lapidarie parole nel silenzio dell'abitacolo, rivolto ad un se stesso lontano dal luogo in cui il suo corpo si trovava. "Mi dispiace..." Disse.
Tuttavia a dispetto del senso di colpa che poteva provare intimamente, nei suoi scuri occhi verdi non era presente la minima traccia di compassione o di rimpianto per le vite che aveva appena stroncato. Dopo una breve pausa di riflessione scosse leggermente la testa, dando nuovamente voce ai propri pensieri.
"Mi dispiace, ma nessuno può sopravvivere dopo aver visto un Gundam."
TBC...
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AN: Spero che i primi passi sulla Terra dei nostri eroi abbiano soddisfatto le vostre aspettative. Naturalmente aspetto le vostre review. Un salutone!!! ^__^
