IL MIO DESTINO E' QUI CON TE

CAPITOLO 1

DALLA SPIAGGIA AL BINARIO 9 E 3/4

PARTE SECONDA

Per qualche istante le lacrime si fermarono, mentre un sorriso abbozzato si stese sulle sue labbra. Già, quello era stato proprio uno scontro più che un incontro! Ma di certo non con lui. Il solo pensiero le riportò la tristezza nel cuore; ma perché ricordare? Perché stava permettendo ai ricordi di assalirla? Credeva che non ce ne sarebbe stato più bisogno, ma allora perché non riusciva a frenare le immagini che si susseguivano prima che diventassero troppo difficili da sopportare?. perché..

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Ryta fu accolta dai suoi genitori a braccia aperte. I signori Holmes, erano stati in pensiero per tutto il giorno, ma quando videro l'espressione compiaciuta della loro figlia, cancellarono ogni timore. Il signor Weasley, dopo aver fatto un breve resoconto della giornata, salutò la piccola Ryta e le dette un biglietto per il treno. - Ascoltami bene Ryta, ti devi trovare il primo settembre alla stazione di King's Cross, a Londra. Lì dovrai prendere l'espresso per Hogwarts che partirà alle 11.00. Mi raccomando, non fare tardi, o perderai il treno!!!- le disse il signor Weasley mentre le dava la mano. - Non si preoccupi, cercherò di essere puntuale!- rispose lei. Con una stretta di mano quindi, salutò il suo accompagnatore. Non appena lui sparì attraverso il suo camino, prese il baule e lo portò nella sua stanza, osservando tutti gli oggetti che aveva comprato. Quella notte Ryta si addormentò mentre leggeva uno dei nuovi libri, e lo tenne stretto a sé come per paura che svanisse, e che quel magico giorno potesse essere un sogno troppo bello.

Ancora non le sembrava vero. In quel momento si trovava nell'auto dei suoi genitori, diretta verso la stazione di Londra. Non mancava molto, perché già si intravedevano gli alti palazzi della città, e poi mancavano poco più di tre quarti d'ora alla partenza dell'espresso per Hogwarts. Quella mattina i signori Holmes avevano accompagnato il piccolo Josh a scuola, prima di portare la loro figlia più grande a Londra. Quando si fermarono davanti alla scuola, Ryta scese dall'auto per salutare il fratellino; i suoi compagni la videro da lontano e si prepararono per angustiarla già dal primo giorno di scuola. Invece lei, dopo aver dato un bacio a Josh, il quale si pulì subito dopo con la manica della camicia, si voltò verso i compagni e salutandoli con un sorriso di superiorità, entrò nell'auto dicendogli addio, e si allontanò lasciandoli sgomenti. Si fermarono proprio davanti alla stazione e presero un carrello per trasportare il pesante baule, una borsa che Ryta aveva riempito con i suoi oggetti più cari, e la gabbia che trasportava Luna. Si avviarono verso i binari, e solo allora Ryta lesse il numero del binario che era segnato sul biglietto. Si fermò di colpo, non appena si rese conto di quello che c'era scritto. - M-ma che significa "binario 9 e ¾?- disse con voce preoccupata. La madre prese il biglietto, credendo che la figlia avesse letto male, ma anche lei rimase attonita nel leggerlo. - Non credo che esista un binario 9 e ¾!- asserì il signor Holmes, ma vedendo lo sguardo della figlia non si perse d'animo, e si diresse verso i binari 9 e 10. Dopo un lunga ricerca risultata vana, l'uomo tornò dalle due donne che lo attendevano speranzose vicino al binario 9. Il signor Holmes, alzò le spalle in senso negativo e Ryta avvertì una fitta allo stomaco. Mancavano soltanto 5 minuti alla partenza del treno, ma di questo neanche l'ombra. - Mamma che cosa facciamo!!!- la voce di Ryta tremava: se non avessero trovato il treno entro 5 minuti, ogni suo sogno sarebbe sfumato. Ad un tratto però, la ragazzina vide una signora grassottella e dai capelli rossi accompagnata da una bambina, che passava attraverso una colonna. Ryta non doveva più stupirsi di una cosa simile ormai! - Ma che stupida, perché non ci abbiamo pensato prima!!! la terza colonna tra i binari 9 e 10!!!- urlò allegra correndo verso il posto che aveva indicato; toccò la parete, e notò che si poteva trapassare. Senza perdere tempo, salutò i genitori che in quel lasso di tempo riuscirono a farle milioni di raccomandazioni, e lei promettendo loro che avrebbe scritto presto, sparì attraverso la colonna. Dall'altro lato, finalmente trovò il famoso espresso per Hogwarts, rosso acceso, che già fumava. Si diresse verso la coda del treno, sperando di trovare un posto libero, ma a metà strada, notò una ragazzina con dei folti capelli bruni e i denti davanti piuttosto grandi, che lottava perché il suo baule non voleva muoversi ed era rimasto incastrato all'entrata di uno scompartimento. Ryta si avvicinò sorridendole. - Hai bisogno di una mano?- le disse amichevolmente notando che la ragazzina sbuffava e ansimava per la fatica. - Si nota così tanto?- rispose lei senza smettere di lottare contro il baule. - Ascolta, ti va se ti aiuto con il tuo baule, e poi facciamo la stessa cosa con il mio?- propose Ryta. La ragazza smise di faticare, e osservò Ryta per qualche secondo. - D'accordo!- disse sorridendo. Insieme, e con molta fatica, portarono i loro bauli in uno scompartimento, e solo quando il treno partì sbuffando, riuscirono a sedersi. - Uff, che faticata!.- dissero all'unisono entrambe una volta sedute una di fronte all'altra. - Credi che dovremo fare così anche per i prossimi sette anni?- chiese Ryta con conoscendo già la risposta. La ragazzina sorrise e Ryta continuò - Comunque piacere, il mio nome è Ryta Holmes!- le disse porgendole una mano, che lei ricevette con molto piacere. - Io mi chiamo Hermione Granger, sono contenta di fare la tua conoscenza!- dopo le presentazioni, la nuova amica di Ryta, cominciò a parlare a raffica, toccando argomenti di ogni tipo. Ryta, che era sempre stata criticata dalla sua famiglia per la sua parlantina sciolta, non riusciva a starle dietro. Hermione parlò di uniformi, di scuola, dei libri che aveva imparato a memoria, delle amiche e dei posti che aveva lasciato, di quando le era arrivata la lettera, della giornata che aveva trascorso a Diagon Alley, e delle quattro famose case, dove gli studenti venivano smistati, e dove avrebbero vissuto per tutto l'arco dei sette anni, e cioè: Grifondoro, dove Hermione si augurava di andare, Tassorosso, Corvonero, e Serpeverde, dove a quanto pareva, erano stati smistati tutti i maghi più cattivi. Ryta ebbe solo la possibilità di annuire o di rispondere "sì" o "no" alle domande che Hermione le rivolgeva tutto d'un fiato. Quando toccò l'argomento degli incantesimi, e disse che ne aveva provati alcuni semplici e le erano riusciti, Ryta pensò che era arrivato il momento di fermarla. - Io, non ho provato a fare degli incantesimi solo perché credo che non sia la cosa giusta, se non si sa ancora niente!- disse cercando di essere il più sciolta possibile. Zitta. La risposta di Ryta l'aveva zittita, e per un attimo sembrò quasi che ci fosse rimasta male per quello che lei aveva detto, ma poi si riprese e le chiese da dove veniva. Ryta le parlò dei posti dove era nata, e quello che più adorava. Non voleva che quella nuova ragazzina sapesse che per anni era stata lo zimbello di tutta la città, perciò evitò accuratamente quell'argomento. In quella nuova vita doveva far uscire fuori tutto il suo carattere forte, e non doveva più pensare al passato. A mezzogiorno divisero il pranzo che avevano con loro, e quando arrivò una signora grassottella con un carrello pieno di dolciumi, ne comprarono un po' e li mangiarono continuando a chiacchierare, adesso con più calma. Assaggiarono dolci molto strani, che nemmeno Hermione aveva letto nei suoi libri: c'erano rane di cioccolato che saltavano, caramelle alla zucca e alla liquirizia, succo ghiacciato di zucca e gelatine, che chiamate con il nome di "Tuttigusti + 1", avevano davvero tutti i gusti, da quelli dolci, a quelli amari o improponibili. Dopo aver mangiato, decisero di indossare le uniformi ed uscirono per curiosare nei corridoi. Incontrarono un ragazzo piuttosto pacioccone. - Scusate, per caso avete visto un rospo verde? Il mio nome è Neville Paciock, e non trovo più il mio Oscar!!!- disse il ragazzo con una nota di preoccupazione nella voce. Le due ragazzine si guardarono per un istante, e poi decisero di dargli una mano. Dopo essere andate a cercare il rospo per quasi tutti gli scompartimenti, bussarono ad uno, dove vi trovarono due ragazzi intenti a fare magie. - Qualcuno ha visto un rospo? Neville ha perso il suo.- disse Hermione mentre fissava uno dei due ragazzi, che aveva la bacchetta impugnata. Era un ragazzo alto e magro, con i capelli rossi, ricoperto di lentiggini. Ryta riuscì a vedere soltanto lui, perché l'altro ragazzo era coperto dalla folta chioma di Hermione. - State facendo una magia? Vediamo!- disse la piccola maga, e senza pensarci due volte, si sedette accanto al ragazzo dai capelli color rame. Lui deglutì. - Ehm. va bene.- si schiarì la gola, e poi continuò - Per il sole splendente, per il fior di corallo/stupido topo diventa giallo!- evidentemente voleva che il topo che aveva sulle gambe, diventasse di colore giallo, ma ciò non avvenne. Ryta capì che Hermione stava per ricominciare a parlare, e si girò dall'altro lato, dove era seduto l'altro ragazzo. In un attimo lo riconobbe, e lui, dopo averle dato un'occhiata interrogativa, fece altrettanto. - Ma io ti conosco!!! Tu sei quel ragazzo del negozio di Madame McClan!- - E tu sei la ragazzina che ha urlato!- disse il ragazzo senza pensarci su. Ryta arrossì per l'impressione che aveva dato di lei a quel ragazzo. Si sedette a fianco a lui, vicino al finestrino, e rialzò lo sguardo con decisione. - Il mio nome è Ryta Holmes, piacere - gli disse sorridendo. Il ragazzo le dette la mano, poi si alzò la frangia, e quasi rassegnato mostrò una cicatrice a forma di saetta che aveva in fronte. - Ed io, come vedi.- disse senza concludere la frase. Ryta con capiva quel gesto. - Come vedi, cosa? Non ti seguo.- chiese Ryta con aria interrogativa. - Non sai chi sono?- domandò sorpreso il piccolo mago. Ryta fece cenno di No con la testa. - Che strano, credevo che mi conoscessero tutti qui! Comunque il mio nome è Harry Potter, piacere di conoscerti - Quel ragazzo le era molto simpatico, e sembrava avesse apprezzato il fatto che non lo avesse riconosciuto. Stavano per parlare, ma vennero interrotti da Hermione, che aveva sentito il nome del ragazzo. - Davvero? So tutto di te, naturalmente. ho comperato alcuni libri facoltativi, come letture preparatorie, e ho visto che sei citato in Storia moderna della magia, in Ascesa e declino delle Arti Oscure ed anche in Grandi eventi magici del Ventesimo Secolo!- affermò la maghetta con aria di superiorità. - Sul serio?- chiese Harry sorpreso. Ryta continuava a non comprendere nulla di quello che stavano parlando. - Ma santo cielo, non lo sapevi? Io se fossi in te, avrei cercato di sapere tutto il possibile.- disse Hermione come se stesse parlando di una cosa ovvia, poi continuò rivolta verso il ragazzo con le lentiggini - a proposito, sapete in che Casa andrete?- e continuò ad angustiarlo con un nuovo discorso. Harry si accostò a Ryta. - Ma sei sicura di essere sua amica?- le disse sottovoce. Ryta rise, prendendo bonariamente la sua battuta. - Sì, ma sappi che quando non si vanta di quello che ha imparato, è molto simpatica!- lo rassicurò. - Appunto, "quando" non si vanta!- disse Harry quasi rassegnato. - Io la capisco, sai? Ha una grande voglia di imparare, e vuole distinguersi perché i suoi genitori sono dei Babbani. Anch'io non vedo l'ora di imparare a diventare una vera maga, e sto fremendo come lei. solo che lo do meno a vedere, tutto qui!- con quella risposta, Harry capì perfettamente cosa Ryta volesse dire, e lei se ne rese conto dal suo sguardo. - A proposito, perché sei così famoso? C'entra forse quella strana cicatrice a forma di saetta?- domandò Ryta troppo curiosa. Harry annuì con la testa, e poi continuò. - A quanto pare una decina di anni fa c'era un mago, di nome Voldemort, che era molto pericoloso e malvagio. Uccideva chiunque lo intralciasse, e lo ha fatto anche con i miei genitori.- Ryta rimase a fissarlo, mentre lui prendeva una pausa, però non si mostrò compassionevole, anzi gli rivolse un sorriso amico - Quando però, ha provato ad uccidere me, lanciandomi una maledizione, non si sa come ma non c'è riuscito. La magia è rimbalzata sulla mia fronte, lasciandomi questa cicatrice a forma di saetta, ed ha colpito lui. Da allora non si è saputo più niente di Voldemort.- - E poi cosa ti è successo?- continuò a chiedere senza pensare di essere troppo impicciona. - Ho vissuto fino a ieri con i miei odiosissimi zii Babbani!- continuò Harry esasperato, e Ryta rise. - Beh, come avrai capito il mese scorso, io provengo da una famiglia di Babbani! Solo che credo di essere stata più felice. adesso che ci penso, ma Voldemort è appartenuto alla Casa dei Serpeverde, vero?- chiese attirando l'attenzione del ragazzo con i capelli rossi, che ringraziò con lo sguardo Ryta, e riuscendo così a salvarsi dal lungo discorso che Hermione gli sottoponeva. - Sì, è così, ed è per questo che spero tanto di non entrare in quella Casa! Io ho cinque fratelli più grandi di me, e tutti sono capitati in Grifondoro, sarebbe una tragedia se proprio io dovessi rompere la tradizione di famiglia!- disse poi con una nota di preoccupazione nella voce. - Ma dai, vedrai che non accadrà! Su con il morale! Da come ne parli, deve essere un'ottima casa Grifondoro, spero proprio di andare lì. - lo rassicurò Ryta, ma non tutto le era chiaro - ma. come si fa ad entrarci?- il ragazzo alzò lo sguardo confuso. - Sinceramente non ne ho idea, i miei due fratelli gemelli hanno detto che sarà una prova molto dolorosa, ma io non voglio crederci, perché non mi posso fidare molto di loro. a proposito, il mio nome è Ron Weasley, molto piacere - - Weasley? Tuo padre è Arthur Weasley?- chiese Ryta sorpresa, osservando Ron interdetto da quell'esclamazione. - S-sì, ma come fai a conoscerlo?- rispose con un'altra domanda il ragazzo. - Che coincidenza, devi sapere che tuo padre mi ha accompagnato a Diagon Alley!- gli spiegò Ryta. Anche Harry si intromise nella discussione. - Davvero? Ma allora l'ho incontrato anch'io!- - Non credevo che mio padre fosse così famoso!- affermò Ron in tono sarcastico, ma era chiaro che fosse felice di aver fatto amicizia con quei nuovi ragazzi. Avrebbe voluto chiedere come mai anche Harry e Ryta si erano conosciuti, ma vennero interrotti dalla porta dello scompartimento che si aprì violentemente. Sulla soglia videro un ragazzo dal volto pallido, che Harry e Ryta riconobbero immediatamente, seguito da due ragazzi, che sembravano più due scimmioni vestiti. - E' vero? Per tutto il treno vanno dicendo che Harry Potter si trova in questo scompartimento. Sei tu?- disse il ragazzo con voce biascicata. - Sì - rispose Harry con sicurezza, gettando lo sguardo verso i ragazzi dietro al mago pallido. - Oh, questo è Tiger e questo è Goyle. Ed io mi chiamo Malfoy. Draco Malfoy - Ron tossì, ma sembrò che stesse ridendo, e Malfoy si girò verso di lui. - Trovi buffo il mio nome, vero? Non c'è bisogno che chieda a te come ti chiami. Mio padre mi ha detto che tutti i Weasley hanno i capelli rossi, lentiggini e più figli di quelli che si possono permettere - prima che Ron potesse reagire, si voltò verso Harry e continuò - Non tarderai a scoprire che alcune famiglie di maghi sono molto migliori di altre, Potter. Non vorrai mica fare amicizia con le persone sbagliate.? In questo posso aiutarti io.- concluse poi allungando la mano per stringere quella di Harry, ma trovando riluttanza nel ragazzo. - Credo di essere capace di capire da solo le persone sbagliate, grazie- disse poi Harry in tono gelido. Malfoy si infervorò. - Io ci andrei piano se fossi in te, Potter. Se non diventi più gentile farai la stessa fine dei tuoi genitori. Neanche loro sapevano come ci si comporta. Continua a frequentare gentaglia come i Weasley e quell'altro Hagrid là, e diventerai né più né meno come loro - Harry e Ron si alzarono in piedi furibondi, ma non fecero in tempo ad aprire bocca, che una voce sarcastica che proveniva dietro di loro, li interruppe. - Ma guarda chi si rivede, il simpaticone di Diagon Alley!- Malfoy, non appena Harry si girò verso il finestrino, scostandosi verso sinistra, vide una ragazza che prima non aveva notato, e che riconobbe, per sua sfortuna, immediatamente. - Sinceramente credo che Harry abbia fatto la scelta giusta.- continuò Ryta - sarebbe proprio deprimente se frequentando le persone che tu definisci "migliori", diventasse sempre più somigliante a te! Meglio modesto che ridicolo e viziato!!!- Ron non poté fare a meno di lasciarsi scappare una risatina, così come Harry. Perfino Hermione rimasta in silenzio, sorrise. Malfoy lasciò trasparire la rabbia colorando leggermente le guance di rosa. - Fai come vuoi, io ti ho avvisato!!!- sbottò prima di allontanarsi, gettando la mano nel mucchio di caramelle che si trovavano sul sedile, e facendo la dolorosa conoscenza del topo di Ron che gli morse il dito. Tra le risate che ormai nessuno riusciva più a contenere Malfoy si allontanò urlando e imprecando. - Ma, conoscevate già Malfoy?- chiese Ron non appena riuscì finalmente a frenare le risate e aver recuperato il topo da terra, che si era stranamente addormentato. Harry, allora, raccontò del suo incontro a Diagon Alley e della sua prima sconfitta contro Ryta.

- Sei grande Ryta, per lo meno è stato fortunato che non lo abbiamo preso a pugni!!!- disse entusiasta Ron, ma subito dopo Hermione si fece di nuovo sentire. - Ma state scherzando? Volete farvi espellere ancora prima di entrare ad Hogwarts?- poi guardò verso il finestrino, e notò che si era fatto già buio. - E' meglio se torniamo nel nostro scompartimento, Ryta - poi si rivolse ai ragazzi - Farete meglio ad indossare la divisa, credo che arriveremo tra poco - infatti come Hermione ebbe smesso di parlare, una voce metallica annunciò che entro cinque minuti sarebbero arrivati a destinazione. Ryta salutò i nuovi amici, e poi seguì Hermione.

Non appena scesero dal treno, sentirono una voce stentorea che proveniva da un lato del treno. Harry e Ryta riconobbero la voce e si avvicinarono. - Primo anno! Primo anno da questa parte! Tutto bene, Harry?- era il gigante Hagrid, che doveva accompagnare gli studenti del primo anno verso la scuola. Ryta non stava più nella pelle, e nonostante il buio, cercò di imprimere nella memoria ogni istante di quella nuova avventura che stava per cominciare. Si diressero verso un lago dove si trovavano delle imbarcazioni, e dove salirono lei, Hermione e i loro nuovi amici. Mentre attraversavano il lago e si dirigevano verso un tunnel che doveva portare verso l'interno del castello, Ryta ammirava lo splendido paesaggio che si stagliava davanti ai suoi occhi. Un castello, abbarbicato su di una montagna, rifletteva la sua immagine sul lago. Si intravedevano molte luci e tantissime torri, che si perdevano nel cielo stellato sopra di esse. Ryta rimase quasi senza fiato, e la sicurezza che non era tutto un sogno, le si impresse sempre di più nel cuore. Ora era arrivata ad Hogwarts, e una nuova fantastica vita la attendeva.

Continua.