Lucius Malfoy era ormai arrivato a Hogwarts. Ed era lì per un ottimo motivo: trovare un modo, un qualsiasi modo, per liberarsi definitivamente di Severus Piton, il suo vecchio "amico" che, nuovamente, era tornato ad essergli rivale. Antagonista nella lotta per la stima di Voldemort… e rivale nella sua scalata al potere. Aveva pensato di essersene liberato, quando non si era presentato a quella prima chiamata di Voldemort "risorto". Invece era tornato. Ed era anche riuscito ad avvalersi proprio del suo aiuto per farlo… e non aveva nemmeno potuto negarglielo. Era tornato ed era subito riuscito a recuperare la fiducia di Voldemort… e la sua stima, soprattutto.
Malfoy camminava velocemente nel parco e stava frustando con rabbia l'erba col suo bastone.
Ora doveva riuscire a liberarsi di Piton, oppure trovare un modo per minare alla base la stima che Voldemort nutriva per lui. Ma non poteva competere sul suo terreno: pozioni e vecchi incantesimi… maledizione! Severus era sempre stato maledettamente in gamba, figuriamoci poi dopo tutti quegli anni che aveva passato in "ibernazione" sotto l'egida ed il controllo di Silente. Si era sempre chiesto come avesse fatto, come avesse potuto ridursi a vivere, o meglio, a non vivere in quel modo…. Ma forse Severus era veramente diverso, forse era veramente il sapere la sua unica ambizione…. E, certamente, di tempo per studiare ed apprendere ne aveva avuto tanto… ma tanto davvero!
Però ora c'era quella maga, la figlia di quel maledetto Auror che per anni aveva continuato a cercare di incastrarlo, dopo la caduta di Voldemort. Quella donna, forse, poteva rivelarsi utile. Se fosse risultato che l'interesse di Piton andava ben oltre a ciò che lui aveva dichiarato a Voldemort… se fosse stato veramente innamorato di lei? Come aveva sostenuto Draco, stupito dall'incredibile comportamento del suo professore di Pozioni. E quella fotografia che gli aveva mostrato… ma che passione Severus! E Lucius sogghignava tra sé, ripensando al tatto di Voldemort: "… per troppo tempo sei rimasto solo con te stesso…"
Certo a lui non risultava che Piton avesse avuto una donna… almeno non dalla caduta di Voldemort in avanti! D'accordo che Severus era sempre stato un tipo molto riservato e discreto in tema di gentil sesso… però… ma quando mai ce l'aveva potuta avere se era sempre rintanato in quel suo gelido sotterraneo? Non le giovani allieve… proprio non ce lo vedeva… no, non era il tipo! Eppure era certo che le donne gli piacessero, perlomeno quand'era a scuola gli piacevano… e quella foto svelava molto anche sui gusti del presente…. Però ora, dopo così tanti anni, Piton forse si trovava in una situazione di particolare fragilità… forse il sospetto di Draco poteva anche non essere così sbagliato! Possibile che Severus riuscisse a far credere a tutti d'essere follemente innamorato, al punto di cambiare totalmente i suoi atteggiamenti, e poi fosse in realtà così freddo e distaccato? No, non era molto credibile. Nonostante tutto quel che aveva raccontato per giustificarsi: che la donna era interessata alle Arti Oscure e a Voldemort, che era un ulteriore mezzo per rafforzare la fiducia di Silente in lui….
Lucius Malfoy era entrato nella Sala Professori quasi senza bussare.
Rhoxane alzò lo sguardo su quel bell'uomo, distinto ed elegante, dai capelli biondissimi, quasi bianchi, raccolti in un lungo codino. Notò che la rassomiglianza con Draco era veramente notevole.
- Buongiorno. Cercavo la Prof. Prickle. -
- Mi spiace, sta ancora tenendo lezione. Ma sarà qui tra breve. Se vuole attenderla Sig. … Malfoy, suppongo? – rispose gentilmente Rhoxane.
- Sì, Lucius Malfoy. – sorrise freddamente l'uomo – Lei, invece, deve essere la Prof. Delair… presumo, dalle descrizioni di Draco. -
- Esatto Sig. Malfoy. Si accomodi pure. – disse indicando delle poltroncine.
Rhoxane tornò a leggere la sua pergamena, mentre Malfoy prese a studiarla attentamente. Sì, era senza dubbio una bella donna: belle labbra, morbidamente dischiuse in un gradevole e seducente sorriso… bel corpo interessante, sottolineato dall'abito scollato ed aderente, di un intenso verde smeraldo… come i suoi occhi… e lunghi capelli morbidamente sciolti sulle spalle. Sì, poteva capire che a Piton fosse piaciuta… aveva sempre avuto buon gusto, anche in fatto di donne!
Draco però preferiva Selene… questo gli era stato molto chiaro fin dall'inizio. Ora avrebbe giudicato di persona.
La porta si aprì nuovamente ed entrò Piton. Il sorriso che Rhoxane gli rivolse era… luminoso. Lasciò immediatamente la sua pergamena dirigendosi verso di lui. Ma Piton aveva notato l'inatteso ospite e le fece cenno di fermarsi. Malfoy notò che un pizzico di delusione era velocemente transitato negli occhi della donna: era innamorata. Era chiaramente innamorata di Piton. E lui… invece?
- Lucius! Quale trama ti porta a Hogwarts? – chiese Piton, mentre uno dei suoi vecchi sorrisi obliqui tornava a delinearsi sul volto, nuovamente cinico.
- Il mio interesse per questa nostra cara, vecchia scuola Severus… cos'altro? – rispose Malfoy col suo sarcastico sorriso.
- Se tu sei qui… è certo per il tuo interesse e non per quello della scuola! – rispose duramente Piton.
- Diciamo che… era ora che io conoscessi le nostre nuove insegnanti. Draco me le ha tanto decantate! – sussurrò Malfoy rivolgendo un ammaliante sorriso alla donna.
- Bene. Questa è la Prof. Delair, Difesa contro le Arti Oscure. – sibilò Piton – E la bionda, che arriverà tra poco, è la Prof. Prickle, Smaterializzazione. –
Quindi si avvicinò ulteriormente a Malfoy e, indicando Rhoxane, ringhiò a denti stretti:
- Lei è la mia donna. Devi forse descriverla a… qualcuno? –
Infine afferrò Rhoxane per un braccio e la trascinò fuori della stanza.
"Bene, molto bene…. La mia presenza t'infastidisce così tanto, caro Severus?" pensò Malfoy. Era un peccato che se ne fosse andato così velocemente… avrebbe voluto divertirsi un po'….
In quell'istante entrò la Prof. Prickle. Era molto più giovane dell'altra, forse più bella, ma… freddamente bella. Quel portamento, inequivocabilmente altezzoso e scostante, gli ricordava un po' la sua Narcissa… ai tempi della scuola. Ma Narcissa era senza dubbio più… regale.
Sfoderò il suo più amabile sorriso ed esclamò con enfasi:
- Buonasera Prof. Prickle. Sono il padre di Draco… Lucius Malfoy… e desideravo proprio conoscerla. Il mio ragazzo non ha parole che per lei…. E non gli si può certo dare torto! –
- Signor Malfoy, che piacere! – ricambiò sorridendo la ragazza.
– Ma lei vuole confondermi! – esclamò quindi maliziosamente, avvicinandosi all'uomo. – Ma le confesserò una cosa: anch'io adoro Draco… è il mio allievo preferito. –
Malfoy ricambiò ancora una volta il sorriso: non avrebbero certo faticato a diventare amici. Quella donna trasudava ambizione da tutti i pori. E presto avrebbe anche scoperto di avere un interesse in comune con lui, almeno per il momento: Piton.
Malfoy era uomo di mondo e non ci mise molto a convincere la ragazza ad accettare un invito a cena. Del resto, Selene non si sarebbe persa quell'occasione per nulla al mondo: sapeva bene che il padre di Draco era un pezzo grosso del Consiglio Direttivo di Hogwarts!
* * *
La seduta serale del Consiglio Direttivo di Hogwarts era terminata presto e Piton stava tornando in camera dove Rhoxane lo attendeva. Solo Malfoy era già uscito, alcuni minuti prima che la riunione finisse. Improvvisamente sentì un forte ansimare, seguito da convulsi colpi di tosse: nel corridoio laterale trovò Selene appoggiata alla parete, in evidente stato di difficoltà respiratoria. Si avvicinò per soccorrerla e lei si accasciò pesantemente tra le sue braccia, gli occhi sbarrati, il viso rosso e congestionato, mentre indicava con gesti convulsi la gola e tentava di spiegare:
- Allergia… alimentare… a-a-aiuto… -
Piton la sostenne rassicurandola:
- Ora ti porto subito in infermeria, stai tranquilla. –
- No… in camera mia… medicina… - annaspò Selene.
La sua difficoltà di respirazione sembrava aumentare ad ogni istante e cominciava ad essere realmente spaventata. Piton, intanto, l'aveva velocemente portata in camera e la stava osservando molto teso e preoccupato. Selene tastò sul tavolino ed afferrò una boccetta: bevve avidamente un lungo sorso prima di abbandonarsi, esausta, sul letto mentre Piton le sistemava dei cuscini dietro la testa e la sosteneva per aiutarla a respirare meglio. La situazione non sembrava migliorare e gli occhi di Selene erano pieni di terrore. Con gesti convulsi indicò il cassettino del comodino… un piccolo tubetto con vaporizzatore. Piton glielo porse velocemente. Lei se lo rigirò confusamente tra le mani, agitata. E spruzzò due volte… ottenendo solo di avvolgere Piton in una densa nuvola di minute goccioline. Infine portò direttamente alla bocca il vaporizzatore, ispirò… e ricominciò a respirare.
Piton, invece, fece due sonori starnuti mentre gli occhi cominciavano a lacrimargli… ed una strana foschia gli annebbiava la vista… e gli ottenebrava il cervello. Non capiva… non riusciva più a vedere… dov'era? Che cosa stava accadendo? Ma perché diavolo era così… eccitato?
Dalla nebbia dei suoi occhi emerse gradualmente il piacevole volto di una ragazza… un dolce sorriso invitante… calde e morbide labbra che si sovrapponevano alle sue. Il suo inopinato desiderio lo indusse a ricambiare il bacio appassionato che quelle labbra gli stavano offrendo, mentre le sue braccia avvolsero in un caldo abbraccio quel bel corpo seducente che si strusciava contro il suo. Era bella, bionda… era sicuro di conoscerla… ma non ricordava, non ricordava il suo nome. Lei, invece, il suo nome lo conosceva bene e continuava a ripeterlo con voluttà:
- Severus… Severus, finalmente sei mio! –
La donna gli aveva già slacciato la giacca ed ora stava facendo altrettanto con la camicia. Poi si chinò sul suo petto e cominciò a percorrerlo con la lingua, con ardore, fermandosi a succhiargli con forza i capezzoli mentre le mani scendevano a slacciargli i pantaloni.
Era bella… e terribilmente provocante. L'aiutò a togliersi i pantaloni e poi cominciò a spogliarla: un corpo perfetto… due piccoli seni sodi… delle gambe interminabili, la desiderava… la voleva….
Le mani di lei erano già corse al suo membro, turgido, e lo stavano accarezzando… molto energicamente. Poi lo avvolse completamente con la bocca, cominciando a leccarglielo, a succhiarglielo con avidità…. Infine la giovane donna si mise a cavalcioni sopra di lui… e, quasi senza volerlo, si trovò ad essere prepotentemente in lei…. No, non così… non l'aveva neppure abbracciata, baciata, accarezzata… prima…. Eppure lei si muoveva con maestria sopra di lui… sollevando un poco il suo corpo… e poi nuovamente giù, con violenza quasi. Faceva ruotare ed ondeggiare il bacino, con forza, mentre lui gemeva e rimaneva immobile assaporando quelle forti sensazioni…
* * *
Lucius Malfoy stava godendosi l'eccitante scena, perfettamente celato da un Mantello dell'Invisibilità. Teneva in mano una grossa Bolla Memorizzante con la quale stava inquadrando le due figure sul letto. E sorrideva tra sé, molto soddisfatto per gli esiti della cena della sera precedente: aveva trovato in Selene una complice del tutto smaliziata… che sembrava essere alla sua altezza, o almeno così si stava dimostrando.
La ragazza aveva fornito prova di essere in gamba, ambiziosa, astuta e determinata. Ma certo non poteva competere con la sua esperienza e ben presto il discorso aveva preso la direzione che lui desiderava… e Selene gli aveva confessato la sua stizzosa gelosia nei confronti di Piton. Ripercorse brevemente con la memoria il loro colloquio.
- Ma sei poi così sicura che ne sia realmente innamorato? – chiese scettico Malfoy.
- Certo che ne sono sicura. E non solo perché me l'ha detto lui… si vede in mille altri modi, da come la guarda, da come parla di lei… non riesce a rimanerle lontano per nulla al mondo… -
Presto Lucius la convinse che poteva esserle di aiuto: era molto interessato a Rhoxane e disponeva di mezzi illimitati, e molto potenti, per raggiungere i suoi scopi.
- Ma gli Infusi d'Innamoramento hanno un effetto molto lento. Piton non è certo uno sprovveduto in questo campo… se ne accorgerebbe! – esclamò Selene.
- Non con l'Infuso in mio possesso. E' particolarmente potente, ad azione immediata… e del tutto sconosciuto… a chiunque. – ribatté Lucius.
- Trovare il modo per farglielo bere… senza insospettirlo… - mormorò titubante la ragazza.
- O spruzzarglielo sul viso… come un profumo. Ne bastano poche gocce, anche vaporizzate… semplicemente da respirare. – mormorò subdolamente Malfoy - … Piton non è certo l'unico esperto di pozioni nel mondo dei maghi! –
Selene lo guardò con rinnovata ammirazione… sì, avrebbe trovato il modo.
- E poi? –
- Poi, poi? – sibilò stizzito Lucius – Poi saprai bene cosa fare… o no? –
- Certo che so cosa fare io…. Ma qual è l'esatto effetto dell'Infuso? – ribatté Selene.
- Induce un primo, forte effetto di stordimento e confusione, alterando le percezioni sensoriali. Contemporaneamente sollecita ed amplifica il desiderio sessuale. Piton crederà di avere tra le braccia la sua donna… - spiegò mentre un perfido sorriso si dipingeva sulle sue labbra - e quando si renderà conto che sei tu… sarà troppo tardi per tornare indietro, anche per lui… ed anche se è realmente innamorato. A patto che tu sappia fare la tua parte, fino in fondo. – aggiunse velenosamente.
- Su questo non devi avere dubbi, Lucius. Voglio Severus, ad ogni costo. Ormai è diventata una questione d'orgoglio. Lo voglio… e basta. – esclamò esasperata - Se il tuo infuso lo porterà tra le mie braccia… stai tranquillo che non ne uscirà indenne. So perfettamente come usare il mio corpo… e come fargli usare il suo…. E dopo avermi assaporata una volta… non potrà più fare a meno di me! – sibilò con assoluta convinzione.
- Ad ogni modo… - mormorò viscidamente Lucius - … provvederò io affinché Rhoxane possa … gustarsi la scena fino in fondo. E poi, sarà lei che finirà tra le mie braccia! –
- Per quel che me ne importa… fai pure! – esclamò la ragazza stringendosi nelle spalle.
* * *
Severus, con gli occhi chiusi, stava assaporando l'intensa estasi che il movimento della donna gli procurava… ma ora voleva baciare quelle labbra meravigliose, accarezzare quei lunghi capelli castani… adorare quei meravigliosi occhi verdi….
Abbracciò la donna, stringendola al suo corpo e sussurrando con amore, mentre riapriva gli occhi:
- Ti amo… ti amo… Rhoxane… -
Rimase bloccato… attonito… incredulo di quanto stava accadendo. Quella non era la sua Rhoxane… quella… quella era Selene! E lui stava facendo… l'amore con Selene!
Lei gli stava sorridendo, con aria orgogliosamente soddisfatta e compiaciuta, mentre col peso del suo corpo lo teneva premuto contro il letto.
- Selene… - mormorò, mentre i movimenti della donna gli carpirono un altro gemito di piacere.
- Sì Severus… sono io… sono Selene. Ed ora tu sei mio, mio… finalmente mio! – esclamò la ragazza continuando a ruotare il bacino, con movimenti sensuali, premendolo forte contro il pube.
- No, no… - mormorò Severus - … io non voglio… non… -
Selene gli chiuse la bocca con una bacio… un bacio focoso, impetuoso, famelico… invadente. Severus cercò di sottrarsi… al bacio ed al corpo di lei…. Ma il suo corpo non voleva collaborare… il suo corpo, terribilmente eccitato, così sapientemente stimolato, anelava ancora a lei… la voleva… non intendeva rinunciare all'intenso piacere che quell'amplesso, estorto contro la sua volontà, gli stava elargendo.
Severus tremava, nello sforzo di riprendere il controllo del suo corpo, mentre Selene fluttuava, nuda e sinuosa, davanti ai suoi occhi, terribilmente provocante ed eccitante, con quelle movenze sensuali che lo avvolgevano in malefiche e travolgenti spire di sfrenata voluttà.
Lei rideva sommessamente mentre mormorava:
- E' inutile Severus… non cercare di resistermi. Tu mi vuoi… mi hai sempre voluto, anche quando ero solo una giovane studentessa. Prendimi adesso, prendimi… sono tua… solo tua… -
- No… no… Rhoxane… - sospirò Severus, lottando con se stesso, contro quell'inspiegabile desiderio che si era impadronito del suo corpo - … non voglio… no… -
Il dolce volto di Rhoxane era nei suoi occhi, nei suoi pensieri, nei suoi desideri… nel suo cuore…. Con un sublime sforzo si sollevò e spinse via Selene, brutalmente, quindi esclamò, ansimante:
- No, non ti voglio… non voglio il tuo corpo. Né ora né mai. -
Quindi afferrò il tubetto che Selene gli aveva precedentemente spruzzato in faccia e lo annusò. Se ne spruzzò un velo sul dito e lo tastò con la punta della lingua.
- Strano… forti eccitanti mischiati ad oppiacei. E sotto… una preparazione base per un Infuso d'Innamoramento dell'ultima generazione. Non so dove ti sia procurata questa roba… ma ora la prendo io. -
Selene era tornata vicino a lui e, nuovamente, stava cercando di irretire i suoi sensi.
- Il tuo corpo mi vuole Severus… è ancora eccitato… – sussurrò con voce roca, scivolando in ginocchio davanti a lui - …guarda come è ancora eretto… nell'attesa dei miei baci e del mio corpo…-
Lui la scostò in malo modo:
- La mia eccitazione è solo frutto di ciò che mi hai spruzzato in faccia prima… a conclusione di tutta la tua finzione… tosse, soffocamento, allergia. – sibilò Severus furente. - Ed io sono stato uno stupido idiota a cascarci… roba da non credere! -
Si era alzato ed aveva afferrato i pantaloni per rivestirsi, quando una forza invisibile lo spinse di nuovo contro il letto. Cercò d'opporsi… ma subitaneamente funi invisibili gli immobilizzarono i polsi e le caviglie, bloccandolo sul bordo del letto.
Un sottile riso maligno si dipinse sul volto eccitato di Selene che mormorò nell'aria:
- Grazie… -
Cercò di divincolarsi, di liberarsi da quell'Incantesimo Bloccante, ma una forza potente si stava opponendo a lui…e non poteva certo essere Selene.
La donna si stava nuovamente avvicinando, sempre bella, sempre sensuale e desiderabile… e lui era alla sua mercé, con quel maledetto… affare sempre stupidamente rizzato, indifferente ad ogni suo comando.
Selene s'infilò in mezzo alle sue gambe ed avvicinò i seni al suo viso… alle sue labbra, mentre con altre… labbra tornava ad avvolgere ancora quella parte di lui che non rispondeva più alla sua volontà.
Severus voltò il viso di lato e si morse a sangue le labbra, mentre cercava ancora di liberarsi… di impedirle di farlo penetrare in lei…. No, non voleva, non voleva…. Chiuse gli occhi e sospirò:
- Rhoxane… Rhoxane… amore… -
Selene aveva ripreso a muoversi audacemente su di lui ed ora cercava anche le sue labbra… e sussurrava:
- Ti voglio… voglio godere con te… -
Rhoxane… Rhoxane… nella sua mente ora c'era solo lei… lei e tutto l'immenso amore per la sua donna meravigliosa. L'unica donna che voleva amare… l'unica donna che voleva desiderare… l'unica donna… Rhoxane.
Il suo labbro sanguinava mentre la lingua di Selene gli invadeva la bocca… e gocce di sangue sporcavano le immacolate lenzuola uscendo dai palmi delle mani lacerati dalle unghie…. I movimenti di Selene stavano diventando convulsi… eccessivi e sfrenati, ma la sua eccitazione era ormai del tutto svanita… come la sua erezione… e a Selene non rimase che l'ira furiosa della sconfitta più totale.
Ora era Severus che le sorrideva con beffarda cattiveria, mentre sentiva che l'Incantesimo Bloccante si dissolveva e lo lasciava libero. Si alzò, senza degnarla nemmeno di uno sguardo o di una parola, mentre lei scivolava a terra singhiozzando. Si rivestì velocemente, prese il tubetto con l'Infuso ed uscì.
Lucius Malfoy si liberò della copertura del Mantello dell'Invisibilità e guardò con scherno la ragazza, sibilando a denti stretti:
- Piccola stupida incapace… te lo sei lasciato sfuggire! Ma su una cosa avevi perfettamente ragione: è innamorato, follemente e perdutamente innamorato di Rhoxane. -
Si infilò la Memo Bolla in una tasca nascosta del mantello e ne fece invece uscire una rara Clessidra GiraTempo: guardò l'orologio, valutò un attimo la situazione… e le fece compiere un giro e mezzo a ritroso…
* * *
Lucius lasciò la seduta del Consiglio Direttivo con alcuni minuti d'anticipo e si diresse velocemente verso le stanze di Severus e Rhoxane. Si tastò la tasca e sorrise, sentendo il rigonfiamento della Bolla Memorizzante. Certo, avrebbe dovuto interrompere con un certo anticipo la trasmissione delle immagini, cancellando il resto, ma sarebbe stato più che sufficiente per convincere Rhoxane del tradimento perpetrato da Severus.
Si presentò davanti a Rhoxane con una bottiglia d'idromele ghiacciato in mano… ed uno smagliante sorriso.
Il sorriso di Rhoxane, invece, era piuttosto freddo:
- La riunione è già finita Sig. Malfoy? Allora anche Severus sarà qui fra un attimo… -
- No, ha un altro appuntamento… galante. Anche se poi affermerà che è stato Silente a trattenerlo.– disse con tono mellifluo, guardandola a fondo negli occhi. – Silente è sempre una buona scusa per i ritardi e le assenze di Severus… vero Rhoxane? –
Lei lo guardò sospettosa… ma non disse nulla.
Lucius ne approfittò per entrare nella stanza:
- Povera Rhoxane… tu non lo conosci… lo ami e ti fidi di lui. – sospirò con uno sguardo di compatimento, allungando una mano per carezzarla.
Lei si sottrasse a quel gesto indesiderato e rispose bruscamente:
- Amo Severus e lo conosco bene. Non c'è nessun'altra donna, oltre a me. –
- Povera piccola…. E che cosa ti racconta quando se ne va via per giorni interi… o per tutta la notte? –
- Questo non ti riguarda Malfoy… ed ora esci da qui… perché io non ti ho invitato ad entrare! –
- Peccato… io volevo solo essere gentile… ed aiutarti a capire chi è veramente Severus…. - così dicendo estrasse la Memo Bolla. – Non t'interessa sapere chi è la sua ultima… infuocata passione? -
Rhoxane rimase in silenzio. Era ovvio che Malfoy avesse qualche scopo recondito e quel suo maledetto sorriso beffardo era lì a dimostrarlo con chiarezza. Era indecisa se buttarlo fuori della stanza in malo modo… o dargli corda. Forse Severus avrebbe preferito questa seconda ipotesi. Anche se lei… avrebbe preferito prenderlo a calci. Severus… strano, ma in quel momento non riusciva a percepire alcun'emozione o sensazione proveniente da lui. Severus che aveva un'altra donna… ridicolo! Se solo avesse creduto, anche per un solo istante, a quell'affermazione… sarebbe diventata pazza. Ma era solo una maledetta insinuazione di Malfoy. No, aveva deciso… ora l'avrebbe buttato fuori a calci… quello era il solo modo di trattare quell'essere viscido e immondo!
Ma Malfoy aveva già fatto partire le scene memorizzate sulla Bolla che si materializzarono, a grandezza naturale, davanti a Rhoxane.
- Devo fare le presentazioni, Rhoxane, o conosci già la tua giovane e bella rivale? – bisbigliò ipocritamente Malfoy.
La tangibilità di quelle immagini la colpì come un potente pugno allo stomaco.
Sapeva perfettamente che l'incantesimo di funzionamento della Bolla impediva ogni contraffazione delle immagini contenute.
Rimase per un attimo senza fiato vedendo Severus disteso sul letto di Selene… che la baciava con passione. E poi… poi… ora era nudo e la stava spogliando… Rhoxane barcollò… indietreggiò cercando qualcosa a cui aggrapparsi. E Lucius era lì, pronto a sostenerla tra le sue forti braccia…. No, no, no… non era possibile, non era vero… non poteva essere vero… eppure stava facendo l'amore con Selene… e lei si muoveva sensualmente sopra di lui. Quelle immagini… erano così crudeli, ma così concrete e reali…. Severus parlava… ma non riusciva a capire bene cosa diceva… però la baciava ancora… e l'estasi del piacere era chiaramente dipinta sul suo volto. Si sentiva morire….
Le immagini svanirono all'improvviso.
- Nooo! – esclamò disperata – No, non è vero, non può essere vero. Non Severus… non Severus… -
Singhiozzava coma una bambina, disperata, mentre Lucius l'abbracciava e cercava di consolarla:
- Mi dispiace Rhoxane… mi dispiace… -
- Lasciami… lasciami! – gridò Rhoxane liberandosi dalla stretta di Malfoy. - Riprenditi quella tua maledetta Bolla e vattene. Ci dev'essere una spiegazione per quelle odiose immagini… e Severus saprà darmela! –
- Povera illusa… c'è un'unica spiegazione: ti sta ingannando e ti ha sempre ingannato. Non ti ama Rhoxane… non ti ha mai amata. – sussurrò con un perfido sorriso.
- Fuori… fuoooori di qui, verme maledetto. Non voglio più sentire neppure una parola uscire da quella tua bocca odiosa. – urlò ancora Rhoxane, spingendolo con violenza verso la porta.
- Severus mi ama. Ne sono certa. Non so come tu abbia fatto a manomettere quelle immagini… ma io non credo a nulla di tutto ciò che ho visto. Perché non può essere vero. –
S'interruppe un attimo. Per calmarsi e per riprendere fiato:
- Conosco bene Severus… il suo modo di fare l'amore, la sua dolcezza. Quelle immagini sono false. Non è lui… oppure non sta agendo di sua volontà. –
- Sei una donna oltremodo testarda Rhoxane! – sbuffò infine Malfoy, puntando i piedi per non farsi buttare fuori della camera. – Ed ora ho veramente perso la pazienza. Vedo che non mi lasci altra alternativa… - ed estrasse rapidamente la bacchetta puntandogliela contro.
Rhoxane rimase un attimo interdetta, mentre Lucius pronunciava uno strano incantesimo ed un sottile fumo nero usciva dalla sua bacchetta… avvolgendola in una tenebra oscura.
Passò ancora molto tempo prima che Lucius Malfoy uscisse dalla stanza di Rhoxane. Ora lei stava dormendo. E la Bolla Memorizzante era appoggiata sullo scrittoio. E Lucius era stanco, molto stanco… ed aveva consumato un'incredibile quantità d'energia!
* * *
Severus si stava dando dell'idiota per essere caduto così stupidamente in quella trappola. Ma certamente Selene doveva avere un complice… e poteva essere solo Lucius.
Ora… ora doveva raccontare tutto a Rhoxane. Non sarebbe stato facile. Ma doveva farlo… raccontarle tutto, fino in fondo… tutta la sua stupidità… e la sua debolezza.
Se ne vergognava immensamente… e l'avrebbe fatta soffrire. Idiota, stupido imbecille….
Ma non aveva alcuna alternativa: doveva farlo, prima che ci pensasse quel bastardo di Malfoy…. Perché era lui che aveva architettato tutta quella messa in scena, lui aveva procurato quell'Infuso, lui gli aveva lanciato l'Incantesimo Bloccante. Ma gliela avrebbe fatta pagare… e se lo sarebbe ricordato per un pezzo….
Era tutto buio e silenzioso in camera. Nonostante fosse ancora presto Rhoxane stava già dormendo. Che strano. Ma non se la sentiva proprio di svegliarla…. Domani… domani mattina. Si chiuse in bagno e fece una lunga, lunghissima doccia: sentiva ancora sulla pelle quel nauseante profumo dolciastro di Selene… e gli dava il voltastomaco!
CAPITOLO XI L'incubo dei ricordi
Severus fu svegliato da un urlo, un urlo di terrore. Rhoxane, nel letto di fianco a lui, lo guardava con un'espressione di profondo orrore dipinta sul volto ed era con le spalle premute contro il muro nel disperato tentativo di mettere quanto più spazio possibile fra di loro. Dopo il primo urlo, ora c'era solo un gemito indistinto sulle sue labbra:
- No… no… ti prego… non ancora… non ancora… -
Severus fece per avvicinarsi ma il terrore sul viso di Rhoxane aumentò ancora di più, trasformando il suo bel volto in una maschera d'infinito orrore.
- Amore, amore mio… cosa ti succede? E' stato un brutto sogno, solo un incubo. E' tutta la notte che ti agiti… ti lamenti nel sonno. – sussurrò con un sorriso dolce avvicinandosi per stringerla a sé – Lascia che ti consoli…-
Rhoxane prese a tremare in modo inconsulto. E lui, di nuovo, si fermò.
- Sono io amore, amore mio… Severus, il tuo Severus… -
Lei lo fissava inorridita. Poi mormorò, con un filo di voce, quasi inaudibile:
- Ti prego… non farmi ancora del male… ti prego… farò tutto ciò che vuoi…. Ma non torturami più… non… non in quel modo… -
Severus non riusciva a capire. Lei, la sua donna, la persona che più amava al mondo… era terrorizzata da lui… lo stava implorando di non torturala più. Torturarla? Torturarla? Ma cosa stava dicendo? Voleva abbracciarla, ma aveva ben compreso che anche il più piccolo movimento avrebbe fatto aumentare la sua terribile angoscia. Non sapeva cosa fare, cosa dire… non riusciva a capire cosa stesse accadendo.
- Io ti amo Rhoxane… non ti farei mai… del male. Lo sai. Mai! – e la sua voce era dolce, ma piena di dolore per lei.
Lei continuava a tremare ed a fissarlo con gli occhi pieni… di ricordi orribili.
Un agghiacciante sospetto attraversò la sua mente. Si alzò di scatto dal letto… e lei urlò, urlò di nuovo il suo enorme sgomento.
Si precipitò al caminetto e vi buttò dentro un po' di polvere azzurra: il volto di Silente comparve in un istante.
- Ti prego Albus, vieni da me… subito. – lo implorò.
Quindi disse a Rhoxane:
- Stai calma amore. Non ti farò alcun male. Ora arriverà Silente e cercheremo di capire cosa ti è successo: temo che qualcuno ti abbia sottoposto ad una terribile forma d'Oblivion. –
Lei lo guardò, quasi incapace di comprendere le sue parole.
Silente arrivò in un istante. La sua presenza sembrò improvvisamente rincuorare Rhoxane che gli si gettò fra le braccia piangendo disperatamente.
Silente squadrò Severus con espressione attonita:
- Ma cosa diavolo le hai fatto? –
- Nulla Albus, assolutamente nulla. Si è svegliata così… urlando di terrore… e supplicandomi di non torturala più… - Severus, quasi, non aveva più voce. – … e non lascia che io mi avvicini a lei… -
Silente guardò la donna e percepì chiaramente il suo immenso terrore. Glielo leggeva negli occhi, enormi, dilatati, affacciati su immagini orrende.
- Oblivion… - mormorò Silente.
- Non l'Oblivion che tanti conoscono Albus… -
- Oblivion Fraudem… ne ho visti pochi… -
Severus rimase in silenzio. Lui sì, lui ne aveva visti molti, invece. Ne conosceva la terribile forza. Sapeva dell'impossibilità di scioglierlo…
- Sono sicuro che c'è un modo per… per…. Vedrai, troveremo un modo per liberarla dai falsi e terribili ricordi che le hanno radicato nella mente. –
- Non c'è Albus… non esiste. Se cercassi di forzarle ulteriormente i ricordi… otterrei solo di farla impazzire! – mormorò Severus, con la voce incrinata dal pianto.
Rhoxane continuava a singhiozzare nell'abbraccio rassicurante di Silente.
- Vieni. – le sussurrò dolcemente il Preside – Non aver paura. Severus non ti ha mai fatto del male. Né mai te ne farà. Ora ti porto in infermeria. –
Quando passarono vicino a Piton, uscendo dalla stanza, Rhoxane riprese a tremare.
E lui si accasciò in ginocchio, stremato… disperato… mormorando il suo nome tra le lacrime:
- Rhoxane… amore… amore mio… -
* * *
Per tre interi, lunghissimi ed interminabili giorni, Silente gli impedì di vedere Rhoxane. Gli aveva chiesto di trovare un sostituto per le lezioni di Pozioni e passò quei tre giorni, e le tre notti, nel suo studio ed in biblioteca, senza dormire, senza mangiare…. Solo a cercare… cercare… cercare ciò che non esisteva.
Alla sera del terzo giorno, Silente e la McGranitt entrarono nel suo studio.
- Severus… - esclamò Minerva, sconvolta nel vederlo in quelle miserabili condizioni – ma come… come ti sei ridotto… -
- Come sta? – chiese con voce atona.
- Meglio di te. – sussurrò dolcemente Silente avvicinandosi.
Una scintilla brillò per un istante negli occhi spenti e disperati di Severus. Che subito svanì, quando vide Minerva scuotere la testa, sconsolata.
- Abbiamo fatto tutto quanto era in nostro potere Severus. Le abbiamo spiegato, raccontato tutta la verità. Lei ha capito. Ma la sua mente è stata violata in modo troppo profondo. Sa che i suoi ricordi su di te sono falsi… ma non è in grado di distaccarsene… perché non riesce, non vuole, non ha la forza di riviverli. -
- Lo so… lo so. – mormorò Piton – E mi odia… ed ha terrore di me…. Ma quali ricordi le hanno impresso? Quali terribili colpe avrei commesso contro di lei? –
- Ci ha detto pochissimo. Solo che sei un crudele Mangiamorte, che la hai rapita circa cinque mesi fa… e la hai torturata e violentata in modo orribile per tutto questo tempo. Hanno completamente sostituito i suoi ricordi, da quando è arrivata a Hogwarts, gli ultimi d'agosto, fino ad oggi. Tutti i suoi ricordi di questi ultimi cinque mesi. –
Piton chiuse gli occhi… e sospirò, mentre una lacrima di disperazione scese a rigargli il volto tirato dal dolore e dalla stanchezza.
- Non ho trovato nulla… nulla. Nessun incantesimo… nessuna pozione. – con rabbia si asciugò quella maledetta lacrima, l'ultima di una lunga serie. - Non posso rimuovere quei ricordi senza danneggiare irrimediabilmente la sua mente. –
Si lasciò cadere sulla sedia, gli occhi spenti, fissi nel vuoto della sua disperazione.
- Ed ho perso la mia unica ragione di vita. –
- NO! – gridò Silente, quasi con furia. – Rhoxane ha un incredibile coraggio, un'indomita speranza nel futuro. I suoi ricordi le impongono il terrore per te… ma ha capito che solo tu puoi liberarla. E tu non DEVI deluderla! –
- IO? – urlò Piton – Cosa diavolo posso fare io se lei trema solo al pensiero di me? –
- Tu puoi riconquistare il suo amore, Severus. – disse dolcemente Silente – Giorno dopo giorno… lentamente… progressivamente… -
Piton alzò gli occhi, quei suoi profondi e disperati occhi neri. Avesse anche dovuto impiegare tutto il resto della vita… ma, almeno, la sua vita avrebbe avuto ancora uno scopo… E nei suoi tristi occhi neri… ora brillava nuovamente la scintilla della speranza.
- Rhoxane è una donna meravigliosa… forte… non abbandona mai la speranza… e la fiducia. Ed io avrei dovuto credere di più in lei… e non lasciarmi abbattere così. –
E Piton sorrise, sorrise nuovamente dopo tutta la disperazione di quei tre giorni.
* * *
Il pomeriggio successivo Piton sembrava un altro uomo. I suoi occhi rilucevano d'amore. Ma era terribilmente agitato. Misurava a lunghi passi la loro camera, illuminata dal gelido sole di fine gennaio.
- Stai calmo Severus, stai calmo! – lo implorò Minerva.
La porta della stanza si aprì, lentamente, e Silente introdusse Rhoxane, tenendole un braccio sulle spalle.
Dopo i primi passi, quando i loro sguardi s'incontrarono, Rhoxane ebbe una lunga esitazione. Si fermò ed abbassò gli occhi. Silente la sospinse dolcemente. Poi lei alzò di nuovo gli occhi, ma evitò lo sguardo di Severus. Guardò la stanza, come se la vedesse per la prima volta, e chiese, con voce tremula:
- Sono sempre stata qui… da quando sono arrivata a Hogwarts? –
Piton chiuse gli occhi… un dolore lancinante gli stava incrinando il cuore… quel cuore che aveva scoperto d'avere solo… solo grazie a lei. Strinse i denti… e si fece forza.
- No, Rhoxane. – sussurrò con voce dolce – Viviamo qui, insieme, solo da metà novembre. Poco dopo l'inizio del nostro… amore. –
Rhoxane sussultò, udendo quella voce… e quelle parole. Si forzò ad alzare gli occhi, nonostante il gran terrore che la stava, di nuovo, invadendo. Ed infine riuscì a guardare negli occhi… il suo torturatore. Fu solo per un istante… un istante brevissimo…. Poi abbassò di nuovo gli occhi, sgomenta. Ma in quell'istante… aveva avuto un'imprevista sensazione… c'era una strana luce nei suoi occhi….
Silente le strinse la mano e la guardò, preoccupato.
- Va bene… va tutto bene… – mormorò, più a se stessa che agli altri - … ce la posso fare. Andate ora… - e sollevò con decisione la testa – So che non mi farà più del male. -
Un'altra stilettata colpì il cuore di Piton: quanto avrebbe potuto resistere?
Silente le strinse forte la mano, un'ultima volta, e poi uscì seguito dalla McGranitt.
- Avevi insistito tanto, con Albus, per avere questa stanza… nella torre sud. L'amavi perché era piena di luce… e tu ami tanto il sole… - disse con voce incrinata dall'emozione.
- Non c'era luce… in quel sotterraneo. Solo tenebre, tenebre infinite… e dolore… e disperazione… – la sua voce era solo un sussurro, e gli occhi erano di nuovo rivolti a terra - … e tu ne eri l'unica causa… -
Silenzio, solo silenzio. Il silenzio angosciato e straziato del cuore di Piton.
Un silenzio intollerabile per lei, quel silenzio di tomba che per tanto, troppo tempo, aveva disgiunto una tortura da quella successiva. Doveva guardarlo, doveva guardarlo negli occhi e credere alla verità di Silente, e di tutti gli altri, non doveva ascoltare i suoi ricordi…. Lui, lui… stava piangendo. La guardava, con quella strana luce negli occhi… che non c'era, là nel sotterraneo, ad illuminare così i suoi occhi… mentre le lacrime scendevano, lente, sul viso.
"Ucciderò chi ti ha fatto questo, amore mio, … lo ucciderò fra mille torture… lentamente, crudelmente… e pagherà, pagherà fino in fondo per il tuo dolore…". Erano solo pensieri… pensieri da Mangiamorte. Ma lui non era più uno di loro. Lui non era più un assassino ed un torturatore. Lui voleva solo la sua Rhoxane… la sua donna… la sua vita!
Si avvicinò lentamente, controllando bene la sua reazione, pronto a fermarsi al minimo segnale che il terrore di quei ricordi la assalisse nuovamente. Ma lei era concentrata sulle sue lacrime, ora.
- Amore mio… -
Lei sussultò.
- Non vuoi che ti chiami così? – sussurrò lui, timoroso.
Lei scosse appena la testa. Lui sospirò profondamente.
- Perdonami, non mi sfuggirà più. Te lo prometto. – Una promessa… dolorosa. -
Ancora silenzio. Si stava avvicinando ancora… troppo. Nella sua mente delle immagini terrificanti si stavano sovrapponendo alla realtà… ed improvvisamente alzò un braccio per difendersi il volto.
Piton s'immobilizzò. Il suo più intenso desiderio era stringerla forte tra le braccia e gridarle l'immenso amore che provava per lei, ma non poteva farlo… c'era di nuovo un terrore incontrollato nei suoi begli occhi verdi.
- Io credo… io vorrei… io penso che… - Piton non sapeva come chiederglielo – se tu volessi… se tu potessi… raccontarmi… forse riusciresti a liberarti… in parte… da quei tremendi ed ingannevoli ricordi…-
Lei lo fissò, spaventata da quella terrificante eventualità.
- No, no, no… io non voglio ricordare… già così quelle immagini, quei suoni, quegli odori… ogni tanto mi assalgono nonostante io cerchi di cancellarli dalla mia mente! Ricordare? Noooo… non ce la faccio! –
- Ma tu sai, coscientemente, … che sono solo ricordi… fasulli? – le chiese con voce triste.
- Sì. – rispose lei sottovoce, lo sguardo sempre fisso a terra. – Tu dissolvevi le cicatrici sul mio corpo… ma solo quando il segno delle frustate, od i tagli, o le bruciature che m'infiggevi… ormai non mi procuravano più dolore. Ed io… invece… non ci sono segni, ancora sanguinanti, su di me. –
Ora era Piton che tremava… d'orrore. Si era portato le mani sul viso:
- Io… io… io non ho mai torturato o violentato nessuno! – gridò disperato – Neppure in quei tre maledetti anni in cui sono stato un Mangiamorte. Ho ucciso… sì… ma pietosamente, senza infliggere alcun ulteriore dolore, le vittime delle torture altrui! Io… io non sono così…. Mai potrei farlo… a nessuno! –
Lei lo guardò… incredula dell'orrore che traspariva dalle parole del suo aguzzino.
- Io non voglio… non posso sopportare che tu abbia terrore di me. – esclamò infine.
- Dovresti augurarti, invece, che il mio terrore continui. Perché quando cesserà… rimarrà solo l'odio. L'odio immenso contro di te, l'odio di cui mi sono nutrita e che mi ha permesso di sopravvivere in questi mesi! – disse lei con voce spietata.
Piton pensò… sperò… che il suo cuore non reggesse al dolore…. Desiderò di morire… in quell'istante. Rhoxane lo odiava… come poteva continuare a vivere… che senso poteva mai avere la vita in quelle condizioni?
- Però… vorrei farti una domanda. – mormorò lei, all'improvviso.
Lui la guardò con meraviglia, coi suoi dolci occhi neri, colmi di un amore disperato… ed annuì.
- Nei miei ricordi… tu hai ucciso mio padre. Ma so che non è vero. Perché lui è venuto da me… e mi ha detto di aver fiducia i te. Ecco perché io sono qui… ora. Ma la mia… è una domanda che… che volevo farti da… da quindici anni… -
Piton sorrise dolcemente:
- Mi hai già fatto questa domanda… e da lì è nato il nostro amore. –
Lei lo studiò, incredula.
- Chi ha cancellato i tuoi ricordi non poteva sapere quanto fosse importante per te… sapere perché quella sera io, supposto Mangiamorte, mi materializzai nel tuo giardino… con tuo padre fra le mie braccia… vivo! –
Rhoxane continuava ad osservarlo, silenziosa.
- Ti raccontai che tuo padre era caduto in una mia trappola magica poco dopo il mio ripudio di Voldemort e delle sue idee. Non potevo accettare che morisse… a causa mia. I miei confratelli stavano arrivando… e mi smaterializzai con lui… dopo averlo schiantato. – mormorò Piton con un filo di voce.
– E tu mi ringraziasti… e posasti un lieve bacio sulla mia guancia… che ancor mi brucia… - Un'altra lacrima scivolò, lenta, proprio su quella gota.
- Da quel giorno, lentamente, cominciai ad innamorarmi di te… una donna meravigliosa… che sapeva capirmi con un solo sguardo… - disse Piton con una dolce voce suadente, mentre i suoi profondi occhi neri splendevano di un amore intenso.
– Perché solo tu hai capito la mia sofferenza, i miei rimorsi… solo tu hai capito quali terribili ricordi, di colpe commesse quindici anni prima, ancora torturavano la mia anima… - Piton, ancora una volta, si nascose il viso tra le mani.
Com'era diverso… pensava Rhoxane, com'era diverso il mago di fronte a lei, adesso, dal ricordo del suo carceriere. Lo stesso corpo… ma un'altra anima!
- Ed una sera meravigliosa, lì nel parco, mi urlasti il tuo amore. Io non lo volevo… non mi sentivo degno. Ma tu mi obbligasti ad accettarlo. Mi dicesti che volevi amare l'uomo che non sapeva più piangere… e mi hai insegnato nuovamente a piangere Rhoxane… e queste mie lacrime sono opera del tuo amore. Volevi amare un uomo che credeva di non sapere più amare… e mi hai insegnato ad amare nel modo più intenso che esiste…. Hai saputo amare un uomo che aveva cessato di vivere… e mi hai restituito la meravigliosa gioia di vivere…. Quello che io sono oggi… lo devo solo a te. E vorrei gridarti il mio amore… e stringerti forte a me… -
Piton la contemplava… completamente sconvolto, mentre con tutte le sue forze si obbligava a rimanere immobile… invece di correre ad abbracciarla… e baciarla con tutta la passione e l'amore che lo stavano travolgendo come un mare in tempesta.
E nella mente di Rhoxane, lentamente, molto lentamente, la figura del suo torturatore cominciava a separarsi da quella dell'uomo che stava proclamando, disperato, il suo profondo amore per lei.
- Ora sono io che vorrei farti una domanda. – disse a sua volta il mago.
Lei annuì debolmente.
- Tu mi odi, in virtù di ricordi distorti, dei quali hai così tanto sgomento da non riuscire a liberartene. Mentre io ti amo, più di me stesso. Mi darai la possibilità di dimostrarti chi sono io… veramente? Mi permetterai di provare a riconquistare il tuo cuore? –
Senza nemmeno rendersene conto, Severus si era avvicinato e le aveva preso le mani fra le sue…
Un urlo di terrore sfuggì nuovamente a Rhoxane, che si ritrasse di scatto. Anche Piton fece un improvviso balzo all'indietro.
- Non... non mi toccare… non ce la faccio! – gridò lei atterrita.
- Perdonami… perdonami… - esclamò Piton – Non succederà più… -
Voleva piangere… piangere disperatamente. Non poteva neppure sfiorare la sua donna senza che lei ne fosse sconvolta. Mentre lui non anelava altro che stringerla a sé.
- Mi dispiace… - mormorò Rhoxane, sconsolata - … sono così confusa, non capisco più nulla. Ho paura, perfino di me stessa. Ma l'ho promesso a mio padre e a Silente. E quindi anche a te. Io voglio che tu mi dimostri chi sei in realtà. E, se ti amavo… vorrei… poter tornare ad amarti. E solo tu, solo tu… puoi dissolvere i miei incubi… se veramente mi ami…. Solo, ti prego, non mi forzare. -
Stava tremando… stava tremando… Rhoxane stava tremando. E non poteva neppure sfiorarla. Le lacrime cominciarono a scendere silenziose sul suo volto, scavato dall'angoscia di quegli ultimi giorni, mentre sussurrava, con quanto più amore gli potesse suggerire il suo cuore straziato:
- Se ti amo? Più della mia vita stessa. Perché tu mi hai restituito la vita. E la mia vita non ha alcun senso senza di te, senza il tuo amore. Ma non ti chiamerò amore mio, se non vuoi; non sfiorerò il tuo corpo se questo ti terrorizza. Ma continuerò ad amarti, immensamente e irrimediabilmente… in silenzio. –
Un debole sorriso attraversò fugacemente il viso di Rhoxane mentre contemplava gli ardenti occhi neri di Severus… così differenti… così discordanti dai suoi incubi!
Il fuoco nel caminetto crepitò, le fiamme divennero verdi mentre appariva il viso di Silente:
- Buonasera. – esclamò con un sorriso incerto guardando i loro volti provati da quelle prime ore trascorse insieme. - Vi avvertivo che è ora di cena. –
- Non credo che Rhoxane se la senta di scendere in Sala Grande. – affermò Piton esaminando la donna. – Perché non vieni qua a tenerle compagnia per cena… credo che… entrambi abbiamo bisogno di una pausa. – sospirò infine.
Era sicuro che anche Rhoxane fosse d'accordo.
Non appena Silente arrivò, immancabilmente seguito dalla McGranitt, Piton lasciò la stanza senza proferire parola. Solo un languido sguardo, con tutto il suo amore, per la sua donna.
* * *
Minerva dovette insistere parecchio per farlo tornare da Rhoxane, dopo la cena.
Lei era sulla terrazza… senza neppure il mantello. Ne prese uno dall'armadio e la raggiunse. Lei sussultò vedendolo arrivare. Lui fece per metterglielo sulle spalle… ma si fermò in tempo: stava cominciando a prevenire gli assalti dei suoi incubi. Le allungò il mantello, rimanendo ad un'adeguata distanza. Lei apprezzò quella comprensione, se lo sistemò sulle spalle e tornò a guardare il cielo nero, trapunto da tutti quei minuscoli brillanti.
Silenzio. Profondo come il suo dolore. Infinito come il suo amore. La contemplava, così bella nella notte, e la desiderava… intensamente. Sognava di averla di nuovo tra le braccia… e lei gli sorrideva… e lo baciava… nuovamente felice…
- Perché stai sorridendo? – chiese lei, all'improvviso.
- Ti guardavo… sei così bella. E stavo sognando… una dolce, meravigliosa illusione: tu che sorridi, felice, tra le mie braccia. – sussurrò Severus a bassa voce, per non incrinare l'incanto del suo sogno.
- Un sogno… solo un'improbabile visione. – disse lei, bruscamente.
- Improbabile non vuol dire impossibile…- sussurrò il mago dolcemente.
- Ma non vuol neppure dire possibile. – ribatté lei duramente.
- Sei crudele… - sospirò.
- Tu lo sei stato, con me. – replicò aspramente.
- Non ero io…Rhoxane. Solo un ricordo manipolato. Non io… - mormorò sommessamente.
Lei abbassò lo sguardo. Poi rientrò nella stanza, seguita dal mago.
Ci fu un attimo d'imbarazzo poi lui si apprestò a salutarla.
- Buonanotte Rhoxane. Spero che i tuoi incubi non ti tormentino troppo la notte. Se vuoi, posso darti una pozione che, almeno nel sonno, li tenga lontani da te. –
- Grazie. Ma Silente me l'ha già data. –
- Bene. Allora vado. –
- Dove? –
- A dormire. Nella via vecchia stanza. Domani farò spostare le mie cose. –
- Non puoi. –
Piton era già vicino alla porta. Si girò.
- Cosa vuol dire… che non posso? – chiese stupefatto.
- La tua vecchia camera… non c'è più. L'ha detto Silente. –
- E con questo? Dormirò da qualche altra parte allora… - ribatté pacatamente.
- No. –
- No? –
- Silente ha affermato che dormirai qui. –
Piton inarcò un sopracciglio. Lo scintillio dei suoi occhi neri era molto intenso:
- Non m'importa di ciò che ha detto Silente. Io non dormirò qui. – e si girò per uscire, definitivamente.
- Io sono d'accordo con lui. – precisò Rhoxane sottovoce.
Il mago si fermò… e richiuse la porta. Esitò un attimo, prima di girarsi.
- Dovrei dormire in quel letto? Con te? Che sussulti se solo mi avvicino a meno di un metro ed urli di terrore se ti sfioro una mano? – l'espressione sul suo volto era indecifrabile.
- Ovviamente… non è possibile. Neppure io, d'altro canto, riuscirei a dormire… vicino al tuo corpo… -
I suoi profondi occhi neri dissero tutto ciò che le parole avevano taciuto. Poi scrollò il capo. Infine, le sorrise teneramente:
- Dormirò sul divano, di fronte al caminetto. E ora vado a cercare di ragionare. – ed uscì nuovamente nell'aria fredda della notte.
* * *
Quella notte per Severus fu un susseguirsi d'incubi angoscianti in cui il suo passato tornò di nuovo a tormentarlo come un tempo. E lo stesso fu nelle notti seguenti. Ma anche i giorni successivi non gli lesinarono le sofferenze. Rimaneva quasi sempre con Rhoxane, prevalentemente da solo. Lei gli aveva chiesto di raccontarle del loro amore. Ma era terribile rievocare quei giorni meravigliosi mentre lei lo guardava freddamente, a volte incredula, in certi momenti persino con odio. Lei, invece, non riusciva a raccontargli nulla. Camminavano per il castello o per il parco, rifuggendo studenti e professori… e le loro occhiate compassionevoli.
Lei era bella, bellissima… e tremendamente desiderabile. Quante volte, la notte, svegliato da un incubo, era rimasto a guardarla mentre dormiva…. Nel sonno la sua espressione tesa e corrucciata svaniva e lei tornava la sua dolce e bellissima Rhoxane di sempre. Ed il suo desiderio cresceva a dismisura… sfiorare quelle labbra… accarezzare quei capelli… stingere quel corpo… possederlo di nuovo… ancora e ancora…. Un sogno, dolce e terribile… così vicino e così lontano!
Presto scoprì che Rhoxane era sempre interessata alle Arti Oscure. Così le raccontò cos'era accaduto nel passato… quello reale. Scoprendo subito che aveva dimenticato ogni incantesimo, ogni pozione che le aveva insegnato. E, con infinita pazienza, ricominciò tutto da capo.
Quando arrivarono all'Incantesimo d'Avviluppo, sorrise apertamente al ricordo del suo grande imbarazzo, quando erano rimasti strettamente legati assieme.
- Perché sorridi così? – gli chiese. – E' strano vederti sorridere così apertamente, quasi felice. Non lo fai mai. Ma hai un sorriso bellissimo. L'altro, nel sotterraneo, aveva solo un sorriso terribile… e crudele. –
Le sorrise ancora, dolcemente, sussurrandole:
- Grazie. Grazie per non aver più affermato che ero io, nel sotterraneo, ad avere quel sorriso crudele. Ma… l'altro. –
- E' bella la luce che c'è nei tuoi occhi, Severus, quando mi sorridi così. –
- Oggi vuoi proprio lasciarmi senza fiato Rhoxane. Comincio a pensare che questo Incantesimo mi porti proprio fortuna! – esclamò.
- Non mi hai ancora spiegato perché sorridevi in quel modo. –
- Sbagliasti il movimento dell'incantesimo e finimmo strettamente legati l'uno all'altra… labbra contro labbra… ed io provai un'irresistibile bramosia di baciarti… - Piton notò che l'espressione di Rhoxane era nuovamente cupa - Ma non lo feci… - aggiunse velocemente – e provvidi a liberarci subito dall'incantesimo. -
- Voglio imparare quest'incantesimo. Ma non ci dovranno essere errori, questa volta. – il suo tono di voce era chiaramente isterico - Legata… e con le tue labbra sulle mie… - ora il terrore era nuovamente dipinto sul suo volto – NOOOOOO… - urlò disperata.
Piton strinse i pugni, forte, sempre più forte, conficcandosi le unghie nella pelle, mentre l'urlo di Rhoxane continuava… interminabile, martellante, ossessionante. Non poteva toccarla. Doveva aspettare che si riprendesse da sola. Se solo qualcuno fosse stato nei paraggi. Ma era domenica pomeriggio, non c'era quasi nessuno al castello. L'urlo continuava, incessante e straziante, e Rhoxane si era accasciata a terra. Le sue unghie avevano lacerato la carne…. Non resisteva più… ancora un istante e sarebbe impazzito…
Poi, improvviso, tornò il silenzio. Solo il battito del suo cuore impazzito. Ed i gemiti sommessi di Rhoxane.
S'inginocchiò vicino a lei:
- Ti amo. – sussurrò teneramente – Sono stato un idiota a dire quelle parole… senza immaginare quello che avresti provato… -
Gli occhi di Rhoxane, ancora invasi dal terrore, stavano osservando il sangue sulle sue mani.
Ma questa volta il mago capì al volo.
- E' mio, il sangue. Mi sono graffiato con le unghie. Per impedirmi di venire ad abbracciarti. Tu non puoi immaginare il mio tormento, quando ti vedo in questo stato… e non posso fare nulla. Vorrei prenderti dolcemente tra le braccia, stringerti, consolarti. Ti amo da impazzire Rhoxane… e non posso neppure sfiorarti… -
- Una volta… riuscii a ferirti il viso con una pietra aguzza. Mi obbligasti a succhiare il tuo… sangue. –
- Non sono stato io, non io… maledizione. Non riesci a vedere la mia sofferenza, vera e reale, qui nel presente? –
- Me ne hai dato troppo di dolore… fisico… -
- Dolore fisico? Come lo vorrei io, qui, in quest'istante. Al posto di quest'insopportabile tortura psicologica! - Quindi le tese bruscamente la bacchetta. – Avanti, lancia quell'incantesimo: mi avrai in tuo potere e potrai vendicarti. Fallo! –
C'era una luce di follia negli occhi di Rhoxane mentre gridava:
- Obvolvius! –
Questa volta tutto fu perfetto e Severus si trovò completamente immobilizzato dalle invisibili funi magiche: nessun movimento gli era permesso. Lei lo stava osservando con un ghigno beffardo. Poi gridò:
- Crucio! –
Piton spalancò gli occhi dalla sorpresa, mentre il dolore lo assaliva come un fuoco improvviso. Rimase immobile, guardandola negli occhi. Non era possibile… non riusciva a crederci. Rhoxane lo stava squadrando con aria crudele… cercando di riconoscere il suo dolore. Ma non appariva soddisfatta. Ed il dolore cessò subito.
- Non è solo questo che voglio. – bisbigliò.
- Vuoi infiggermi il dolore con le tue mani? E' così che vuoi la vendetta? – la stava volontariamente provocando. – Brandisci quel pugnale allora, là nella vetrinetta. E' il pugnale di un Mangiamorte. Usa quello contro di me. –
Rhoxane squadrava lui e l'arma, ma non si risolveva a muoversi.
- Alohomora! – ordinò Piton rivolto alla vetrinetta dell'armadio, che si spalancò di colpo – Accio pugnale! – e l'arma si avviò verso di lui, rimanendo poi ad aleggiargli vicino.
Rhoxane contemplò a lungo la lama, con bramosia, quindi l'impugnò ed indirizzò la punta perpendicolarmente alla gola, chiedendo beffardamente:
- Cosa accadrebbe se inserissi la lama fino all'elsa? –
- Il mio sangue ti schizzerebbe in faccia… e nessuna magia potrebbe salvarmi. Sarebbe una morte relativamente veloce, neppure troppo dolorosa… -
Rhoxane ritrasse il pugnale. Aveva come un velo, di odio, negli occhi. Quindi cominciò a passare, lentamente la lama sul viso di Piton, lasciando delle striature rosse sulla fronte e sulla guancia.
- Era solo questo che ti facevo? – continuò a provocarla.
L'odio brillò più intenso nel suo sguardo e Rhoxane premette con forza, tagliando trasversalmente la guancia sinistra. Il mago trasalì appena… il dolore fisico era nulla… rispetto al resto. Sentì che il sangue, caldo, usciva dalla ferita profonda e gli colava in bocca e sul collo e sussurrò, con infinita ed amorevole dolcezza:
- Ti amo. –
Rhoxane si ritrasse, repentinamente, stringendo il pugnale con angosciato spasmo. Sembrava come se si fosse riscossa in quell'istante dal suo incubo.
- Cosa… cosa ti ho fatto? – mormorò con gli occhi sbarrati, fissi sul sangue che colava dal viso del mago.
- Nulla, tu non mi hai fatto nulla. – disse Piton dolcemente - E' stato il demone di quell'incubo maledetto che ha guidato la tua mano. Non la tua volontà. – aggiunse sommessamente. – Così come io non ti ho mai fatto nulla… -
Rhoxane rimaneva immobile, incapace di reagire e di staccare lo sguardo dal sangue che stava gocciolando sull'immacolata camicia. Piton si liberò rapidamente dall'Incantesimo d'Avviluppo e, delicatamente, le tolse il pugnale dalla mano. Lei si lasciò toccare senza neppure sussultare. I suoi occhi verdi ora erano smarriti e confusi. Severus vide ancora una volta la sua adorata bimba spaventata.
- Non volevo… io non… - piagnucolò.
- Lo so, lo so mio dolce amore. Non aver paura, non è nulla, nulla. – le sussurrò con un dolce sorriso.
La ferita gli bruciava, ma il suo cuore cantava di felicità perché stava ancora stringendo la mano di Rhoxane tra le sue. Con interminabile lentezza sollevò la mano di Rhoxane, sempre guardandola negli occhi, sorridendole dolcemente, fino a portarla all'altezza del suo viso. Con una manica si pulì un poco le labbra dal sangue, quindi baciò teneramente la mano che lo aveva ferito.
CAPITOLO XII RiconquistaPiton stava discutendo animatamente con Madama Chips, in infermeria.
- Ho detto che voglio una normale medicazione…. Sì, proprio come uno stupido babbano. E voglio che il taglio rimanga bene in evidenza. –
- Non riesco proprio a comprendere perché un mago intelligente, come lei Professore, possa anche essere così cocciuto… e deciso a stare male! –
Il sorriso di Piton era raggiante di felicità, mentre usciva dall'infermeria con il suo taglio, ancora fresco, ben evidente sulla guancia. E sorrideva a chiunque, incontrandolo, lo guardasse stupito. Si sarebbe fatto tagliuzzare tutto il corpo se solo avesse pensato che potesse essergli utile. Un taglio su una guancia… e lei si era lasciata baciare una mano. Era disposto a tutto… per un bacio appassionato.
L'atteggiamento di Rhoxane era molto cambiato: ora gli permetteva di avvicinarsi e non tremava più se, casualmente, la sfiorava. Col lento trascorrere dei giorni erano perfino scesi, a braccetto, per recarsi a cena nella Sala Grande. Silente doveva aver parlato chiaramente a tutti gli studenti, perché non furono oggetto di particolari mormorii od attenzioni. Ma era bello, meravigliosamente bello, essere di nuovo là, quasi nella normalità. Presto ripresero anche a tenere le loro lezioni: aveva spiegato chiaramente il problema agli allievi. E nessuno di loro, ne era certo, avrebbe fatto domande sbagliate alla Prof. Delair. Neppure il giovane Malfoy.
Passavano insieme ogni istante lasciato libero dalle lezioni, salvo quelle rare volte che Voldemort lo chiamava. Erano solo brevi incontri, per discutere di qualche incantesimo, preparare una pozione, portargli dei libri…. Gli aveva anche raccontato dell'Oblivion Fraudem su Rhoxane: la sua reazione era stata, come sempre, imperscrutabile… ma gli era parso d'intravedere… come del fastidio…
Anche Selene aveva cercato più volte di parlargli. Ma dopo quello che era successo… lui l'aveva sempre gelidamente ignorata, senza neppure permetterle di rivolgergli una sola parola. Aveva anche sospettato che lei potesse essere responsabile di quanto era accaduto a Rhoxane. Ma aveva presto scartato l'idea: quello era un complesso incantesimo oscuro e Selene, benché gelosa, non era certo in grado di lanciarlo!
Le vacanze di Pasqua si stavano avvicinando. Il tempo era ancora inclemente, ma l'amore di Rhoxane per il volo era di vecchia data… così ripresero a volare insieme. Naturalmente Piton le raccontò di quel loro primo volo, della sua caduta e dello spettacolare salvataggio. Lei sorrise… uno splendido ed allegro sorriso. Se ne rese conto all'improvviso: Rhoxane aveva ripreso a sorridere. Glielo fece notare, felice di quel nuovo progresso.
- E' difficile non sorridere, quando sono con te. –
Severus era senza parole: sulla scopa, di fianco a lei, in alto nel cielo… si sentiva in Paradiso! Lei gli sorrideva… ed anche la vita gli arrideva nuovamente.
Avevano appena rimesso i piedi a terra quando lei gli domandò, a bruciapelo:
- Posso chiederti un favore? –
- Certo. – sorrise Severus inarcando lievemente un sopracciglio – Non saprei negarti nulla… - ed i suoi splendidi occhi neri brillavano di felicità.
Rhoxane sembrava imbarazzata.
- E allora? – la spronò.
- Quella cicatrice… non potresti… farla sparire? –
Severus si toccò la guancia ed esclamò:
- Adoro questo segno. Ogni mattina, radendomi, ringrazio che ci sia. –
Rhoxane arrossì lievemente mentre lui si avvicinava e le prendeva una mano per portarla, lentamente, alle labbra. Labbra brucianti di desiderio che, delicatamente, sfioravano la mano della sua donna.
- E' così strano, ma così bello… poterti corteggiare. Non ho potuto farlo, prima. Il nostro amore è stato così… improvviso! –
Lei continuava a sorridere, imbarazzata. Ma lasciava che lui continuasse a baciarle la mano. Un bacio dolce, languido… sulla punta delle dita, all'interno delle dita, sul palmo della mano…. Ora premeva la sua mano sulla guancia ferita, la guardava teneramente… e sospirava. Desiderava continuare quel bacio, scendere sul polso, lungo il braccio, risalire alla spalla, quella spalla nuda che faceva capolino dalla scollatura, sotto il mantello. Quella tunica bianca, come un'antica dea, che scopriva appena le spalle e le scapole, chiusa da due lucenti fermagli di corallo, all'inizio dell'omero…. Era così bella! Ma non era ancora tempo, non era ancora tempo di soddisfare quei suoi languidi deliri…. Con un ultimo sospiro, le lasciò la mano sussurrando:
- Mi stai facendo impazzire… di desiderio! -
Poi, con un gesto deciso, si passò la mano sulla cicatrice, per dissolverla in un rapido bagliore.
* * *
Arrivarono anche le vacanze di Pasqua ed il castello si stava svuotando.
Quella sera erano sulla terrazza della loro torre. Il vento scompigliava i capelli di Rhoxane e, all'improvviso, le fece volare via il mantello. Severus lo agguantò al volo, poi glielo posò nuovamente sulle spalle, tenendoglielo fermo con le mani. Ora era dietro di lei, sentiva il profumo del suo corpo ed i capelli mossi dal vento gli accarezzavano il viso. E la desiderava. Il suo tocco sulle spalle era lieve, giusto per tenerle fermo il mantello. Ma la sua voglia di affondare il viso nei capelli e di stingere quel corpo meraviglioso… era quasi irrefrenabile. Lei si girò verso di lui. Era bella, bella, troppo bella… e troppo vicina. Lei sorrideva, quasi fosse inconsapevole dell'effetto che scatenava in lui:
- Mi piace il vento… ma il vento caldo del sud… -
- E ti piace il mare, il mare caldo del sud. – sussurrò liberandole il viso dai capelli.
- Mi conosci così bene tu! Ed io invece… -
- Anche tu mi conosci altrettanto bene… -
- Ti conoscevo… -
- Mi conoscerai di nuovo… - sospirò preoccupato - … e ti piacerò ancora? –
Rhoxane sorrise maliziosa:
- Mi ami… mi conosci bene… mi corteggi in modo superbo… difficile resistere al tuo fascino! –
- Eppure… sono sicuro che se ora ti stringessi fra le braccia… fuggiresti via, ancora terrorizzata da me. -
- Non ho più paura di te, Severus. Sei troppo diverso da quell'orrido incubo… per poterti ancora confondere con lui. – mormorò sorridendo.
- Però… fuggiresti? – sussurrò dolcemente, appoggiandole di nuovo le mani sulle spalle.
- Sì… credo di sì. – rispose tormentandosi il labbro inferiore – So che uomo sei e quanto mi ami. So quanto ti costa starmi vicino… senza potermi avere. Mi dispiace… ma non sono ancora pronta. -
Severus sospirò ancora una volta:
- Mi chiedo se non mi racconterai mai … -
- A cosa servirebbe? – chiese lei nervosamente.
- A capire… a capire fino in fondo le tue paure. Ora posso solo immaginarle. –
- L'uomo dei miei ricordi mi ha torturato in ogni più crudele modo. Mi ha reso sua schiava, in ogni accezione del termine…. Che serve ricordare una tortura specifica o la violenza di una notte? –
- Forse… a capirne la falsità. L'Oblivion Fraudem non cancella i ricordi ma sovrappone delle allucinazioni alla realtà. Ma per coprire cinque mesi di ricordi ci vuole un'enorme mole d'allucinazioni: io stesso non sarei in grado di fare un incantesimo di quel tipo. A meno che non sia stata inserita una serie di singole allucinazioni che si ripetono poi più o meno casualmente. –
Per un bel pezzo lo sguardo di Rhoxane gli sembrò perso nel vuoto, poi lo guardò smarrita:
- Forse… hai ragione. Sembrano tanti ricordi spezzati… tra l'uno e l'altro ci sono solo delle oscure tenebre ed un mortale silenzio. Ma devo proprio… ricordare? –
- Ti rimarrò vicino… vuoi? Sei una donna coraggiosa… è anche per questo che ti amo! –
- Promettimi che non mi lascerai catturare ancora dall'orrore… -
- Aggrappati a me… ed io ti sosterrò. –
Rhoxane chiuse gli occhi. Sapeva d'averle chiesto… quasi l'impossibile. Poi cominciò, lentamente, a parlare, prima con frasi confuse ed incoerenti, vittima di un forte turbamento e scossa da lievi fremiti. Poi sempre più precisa e risoluta, quasi irretita ed affascinata dalle sue stesse parole. La sua fronte era imperlata di sudore.
Fu Severus che, presto, si trovò avvolto in un antico orrore. Lei gli stava descrivendo minuziosamente le torture e le violenze subite e raffigurava con precisione l'uomo che le perpetrava: incarnava il volto, le mani, i gesti, le parole, le sensazioni ed i pensieri di un Severus di tanti anni fa. Un Severus che credeva morto… ma che qualcuno, che lo conosceva bene, troppo bene… aveva fatto rivivere, esasperato, deformato e reso ancor più perverso, nei ricordi della sua donna. Erano i suoi orribili ed insostenibili ricordi che tormentavano ora la donna che amava, era tutto ciò che aveva visto fare durante quei tre maledetti anni da Mangiamorte…
Rhoxane taceva… e tremava. Lo guardava, quasi senza vederlo, come se si vergognasse:
- Ecco… ora ti ho raccontato tutto. -
Severus la afferrò per mano e la riportò in camera. La fece sedere sul divano e le s'inginocchiò davanti, appoggiandosi a lei. Poi le disse, con un triste sorriso:
- Perdonami, mio dolce amore. E' tutta colpa mia… unicamente mia. Quelli sono solo i miei ricordi, alcune delle atroci immagini che mi hanno tormentato per tanti anni… fino a quando tu sei venuta a liberarmene… -
- Tu… tu hai veramente fatto… -
- No, te l'ho già detto. Non ho mai torturato… o violentato. Ma l'ho visto fare. E non sono intervenuto. Questo non rende certo il mio crimine diverso, o meno grave, di quello di coloro che hanno agito. Non ho mai potuto perdonare le mie colpe, né mai potrò farlo. Ho sofferto a lungo, in silenzio, odiandomi e disprezzandomi. Ed avevo smesso di vivere… -
I suoi occhi erano lucenti… e limpidi, mentre la rimirava con intenso amore:
- … fino a quando, quella sera, tu mi dicesti delle meravigliose ed indimenticabili parole… -
La sua voce, ora, era solo un delicato sussurro:
- Voglio amare fino in fondo il tuo dolore… voglio che i tuoi ricordi siano i miei ricordi… che il tuo passato sia il mio passato… questo è il mio amore accettalo, ti prego…. Queste sono le parole che mi dicesti… questo era il tuo immenso amore per me. –
Rimase in silenzio a contemplarla, ancora per un istante, mentre le lacrime cominciavano a scendere dai suoi nerissimi occhi innamorati, poi sussurrò:
- Mi manca quel tuo immenso amore, Rhoxane… ancora più di quanto mi manchino i tuoi baci… ed il tuo corpo… -
Lei gli stava sorridendo dolcemente, mentre con una mano gli accarezzava i lunghi capelli neri. Poi scivolò giù dal divano, al suo fianco e mormorò teneramente:
- Ora so perché mi sono innamorata di te, Severus… e perché m'innamorerò ancora, perdutamente, appassionatamente, intensamente…. Perché tu hai bisogno di me… come io ho bisogno di te. Nessuna magia… nulla al mondo potrebbe separarmi da te… dal nostro comune destino. –
Lui la guardava, estasiato come… forse, non era stato mai, con un caldo sorriso radioso dipinto sul volto, dove due luminosi occhi neri sfolgoravano di felicità.
- Rhoxane… oooh Rhoxane, mio dolce amore! –
Lei gli era così vicina che poteva sentire battere il suo cuore impazzito… e si rifugiò tra le sue braccia.
Severus le cinse delicatamente le spalle, mentre lei reclinava il capo sul suo petto, e le accarezzò dolcemente i lunghi e morbidi capelli… senza parlare, senza respirare… quasi, per non rischiare di infrangere quell'attimo d'incanto. Mentre i minuti passavano, percepiva che il corpo di Rhoxane si rilassava e si abbandonava sempre più contro il suo… e, finalmente, l'avvolse in un tenero e completo abbraccio, mentre le sue labbra, impercettibilmente, cominciavano a sfiorarle i capelli.
Rimasero abbracciati per un tempo immemorabile… mentre il fuoco languiva nel camino… e poi si spense. Severus non avrebbe mai voluto interrompere quel momento di sogno… ma si rese conto che Rhoxane tremava… per il freddo:
- Accio mantello! –
Il mantello arrivò… ma l'incanto si ruppe. Rhoxane si avvolse nel mantello e si accoccolò sul divano, facendogli cenno di seguirla. Con un raffinato movimento della mano Severus riaccese il fuoco.
- Ora che ti ho raccontato tutto… vorrei tanto poter, finalmente, dimenticare. - sospirò guardandolo con i suoi limpidi occhi verdi.
- No, amore. Per dimenticare questi… devi recuperare i tuoi veri ricordi. –
- Cosa non darei… -
- Li ricostruiremo insieme, vedrai. Magari con l'aiuto della nostra pozione… -
Lo sguardo di Rhoxane era, ovviamente, interrogativo.
Ancora una volta, con tanta infinita pazienza, che non sapeva proprio di possedere, Severus le spiegò tutto riguardo alla pozione "empatica". Lei accettò immediatamente di provarla e fu subito pervasa dall'amore intenso di Severus… e dal suo bruciante desiderio.
Un po' imbarazzata, si allontanò un poco da lui.
- Qualcosa non va? – domandò lui, preoccupato.
- No… nulla. Solo… sono sensazioni molto forti… e mi sembrano anche… chiarissime… -
- E' strano. Di solito ci vuole un po' di tempo per riuscire ad interpretare le sensazioni altrui. –
Poi si batté la mano sul capo:
- Che stupido! Hanno coperto i tuoi ricordi, ma non le esperienze e le capacità che ne sono derivate. Nei mesi in cui avevi preso la pozione avevi imparato a riconoscere le mie emozioni alla perfezione… e questo non è cambiato. –
- Uhmm… capisco…. In pratica, allora interpreto…bene… – mormorò lei, ancora più imbarazzata.
Severus le stava sorridendo dolcemente, con i luminosi occhi neri che riflettevano la luce del fuoco… ed il suo desiderio per lei:
- E cosa percepisci? –
Lei deglutì a fatica:
- Amore, amore, amore… -
- Null'altro? - ed il sorriso del mago era molto impertinente.
Silenzio imbarazzato.
Severus le prese la mano e, dolcemente, con squisita lentezza, cominciò a sfiorarla con le labbra, chiudendo gli occhi per assaporare meglio il profumo della sua pelle… ed il suo sapore. Ogni dito ricevette pari attenzione dalle morbide labbra, dalla lingua calda e dai denti gentili. Il dorso ed il palmo ricevettero mille carezze, mille sfioramenti, mille baci… e furono avvolti dai suoi languidi sospiri mentre, baciandola, se la faceva scorrere sul viso. L'infuocato e passionale desiderio di Severus stava esplodendo nella mente di Rhoxane, mentre lui perpetuava quella sensuale ed inebriante danza di incantevoli baci sulla mano. Quando Severus riaprì gli occhi… lei si sentì trafiggere dal suo sguardo, mentre la travolgente eccitazione racchiusa nelle fiamme di quegli occhi splendenti irrompeva in lei pervadendola completamente.
Finalmente Severus, con un ultimo, casto bacio sulla punta delle dita… interruppe quella meravigliosa tortura, trattenendo però la mano di Rhoxane nelle sue.
- Null'altro che amore? – sussurrò teneramente.
Lei arrossì mormorando:
- Ardente desiderio, travolgente passione, incontrollabile eccitazione… -
- Saprò attendere… mio meraviglioso amore… non temere. –
- Mi… dispiace… ma io non… -
- Non parlare, non ce n'è bisogno. Comprendo le tue paure. Passeranno… ed il mio desiderio, allora, sarà il tuo… -
Rhoxane sorrideva, mentre contemplava quell'uomo meraviglioso, che già aveva cominciato ad amare… ed a desiderare. Se solo… se solo fosse riuscita ad annullare quei ricordi che l'inibivano… che la tenevano legata con lacci mentali che non riusciva a sciogliere…
- Ma tu sai che anch'io… ti desidero? –
Il compiacimento, nel sorriso di Severus, non avrebbe potuto essere maggiore:
- Certo che lo so! Ma non mi sembra… una gran consolazione. – esclamò mordicchiandosi il labbro inferiore. – Ma ora è notte fonda… e voglio che tu riposi. –
Si alzò e le tese la mano per aiutarla ad alzarsi.
- Preparati per la notte… io esco in terrazza a… raffreddarmi… -
Rhoxane sorrideva, molto maliziosamente, mentre diceva:
- Uhmm… sì, è necessario. Sì, improrogabile ormai… -
Severus inarcò lievemente un sopracciglio, con aria interrogativa.
- Mmmm… tu comincia a raffreddarti… poi ti dico… - e lo spinse fuori.
Era felice… ed aveva voglia di giocare con lui…
Non c'era la luna, quella notte. La luce delle stelle arrivava offuscata dalle nuvole leggere che ingombravano il cielo. Il vento era freddo e fastidioso. Ma era una delle notti più belle della sua vita. Si sentiva ad un passo dal riconquistare la sua Rhoxane… il suo immenso amore, il suo corpo incantevole…
E poi avrebbe avuto la sua vendetta. Lucius Malfoy! Poteva essere stato solo lui. Erano pochi i maghi abbastanza potenti da lanciare quell'incantesimo. E Malfoy era l'unico che conoscesse, sufficientemente bene, la sua personalità ed il suo passato in modo da poter creare quelle particolari allucinazioni. E quell'efferata, sottile e raffinata crudeltà… era il suo marchio: anche lui conosceva bene Lucius, ed il suo passato…
Si riscosse improvvisamente dai suoi cupi pensieri di vendetta: Rhoxane lo stava chiamando. Fu lieto di costatare che l'infausto pensiero di Malfoy… era perfettamente riuscito a raffreddare, completamente, il suo desiderio.
Rhoxane era incantevole, adagiata sul letto, solo parzialmente coperta dal lenzuolo. Una semplice camicia da notte, bianco perla. Le spalle coperte solo dai lunghi capelli. Cercò di concentrarsi ancora sulla vendetta contro Malfoy… inutilmente!
Ormai rassegnato ad ardere dal desiderio ogni volta che la guardava, si avvicinò al letto per darle un casto bacio sulla fronte. Ma lei lo trattenne per una mano, con un sorriso inebriante sulle labbra, ed esclamò:
- Dove stai andando? –
Il sopracciglio di Severus fremette leggermente, prima di inarcarsi:
- A dormire… sul divano. Come sempre. – mormorò incerto.
- Non è sempre stato così… prima. – sussurrò lei, vaga.
- No. Non lo era… un tempo… - bisbigliò mordicchiandosi le labbra. – Dove vuoi andare a parare Rhoxane? – chiese infine, rompendo gli indugi.
- Voglio che tu dorma qui, nel letto. –
- Sicura? –
- Si! Molto sicura. E' questo il tuo posto… mi pare… -
Le regalò un ammaliante sorriso… la sua donna voleva giocare, deliziosamente, con lui. Non l'avrebbe certo delusa!
- Sì, mi pare di ricordare… -
E cominciò a spogliarsi, senza fretta, mentre lei ammirava il suo corpo che si svelava gradualmente e completamente ai suoi occhi. Il suo bel corpo nudo, attraente e scopertamente eccitato.
- Ricordi, vero, che dormo… nudo? –
- A dire il vero… no, non ricordavo… - mormorò, mordicchiandosi ancora le labbra - … ultimamente ho avuto un po' di problemi… con la memoria. – ma il sorriso nei suoi occhi era limpido.
- Non sarà un problema… vero? –
- Se non lo è per te… -
- Non lo è per nulla. – assicurò lui scostando le coperte per entrare nel letto - … fin che sei vestita tu… -
La ammirò a lungo in silenzio, sorridendole estasiato, quindi si avvicinò, con languida lentezza:
- Buona notte mio adorato amore. Ti amo, ti amo immensamente… e sono felice! – sussurrò sfiorandole appena le labbra con un piccolo, lievissimo, delicato bacio.
Rhoxane tremò. Ma Severus sapeva che non era più il terrore che percorreva il suo corpo… ma il desiderio. Le sorrise un'ultima volta, prima di girarsi dall'altro lato, spegnendo le candele con un languido movimento delle dita.
* * *
Rhoxane dormiva ancora mentre lui era sveglio da molto tempo. Non era per niente sicuro di aver dormito. Ma non gliene importava assolutamente nulla. Stava guardando la sua donna e, se avesse voluto, avrebbe potuto perfino abbracciarla. Ma non voleva svegliarla. Voleva ancora contemplare quei lunghi capelli castani, sparsi sul cuscino, ed i riflessi ramati che il sole ne traeva; rimirare la spalla nuda, dove la spallina sottile della camicia da notte era scivolata via; sentire il suo respiro lieve uscire da quelle belle e sensuali labbra rosse, lievemente dischiuse…
Si sarebbe svegliata a momenti. Si girò verso di lui… ora la spallina aveva ceduto e dalla scollatura faceva capolino un seno, pieno e sodo, col capezzolo reso rigido dall'aria fresca del mattino. Severus sospirò. Avrebbe voluto… ricoprirlo con la camicia da notte… ma temeva di svegliarla e che si spaventasse sentendosi toccare…
Il sole, ora, baciava con i suoi raggi gli occhi chiusi di Rhoxane… come l'invidiava…
Infine aprì gli occhi, subito richiudendoli e proteggendoli dalla luce con una mano.
- Buongiorno amore mio… come sei bella! – sussurrò con un dolce sorriso sulle labbra – Anche il sole la pensa come me… e ti rende onore! –
Lei sorrise, stropicciandosi gli occhi:
- Tu… sei bellissimo. E stanotte ti ho sognato… -
- Devo preoccuparmi? –
Allungò una mano ad accarezzargli i lunghi capelli neri:
- No… direi proprio di no. –
Severus trasse un sospiro di sollievo.
Rhoxane si accorse che la camicia da notte non era al suo posto… e lo guardò:
- Anche quello fa parte della tua bellezza… e dei miei desideri… -
Rhoxane inclinò il capo e lo osservò, pensosa. Poi sollevò le coperte… e curiosò. I suoi occhi verdi brillavano quando incontrò nuovamente le nere fiamme dello sguardo di Severus.
- Se osi aprire bocca… ti bacerò! – la minacciò lui ridendo.
- Ma è sempre in quello stato? – rise lei – Da ieri sera? –
- Ti avevo avvertita! - e si chinò a baciarla, lentamente, un lieve bacio sulla guancia.
- Temo di aver parlato troppo poco… - sussurrò la maga.
Un dolce bacio sulla fronte.
- Ma se tengo una conferenza che succede? –
- Sarò troppo occupato ad applaudire, per poterti baciare! –
- Per avere un bacio… cosa devo fare? –
- Un bacio? Un bacio vero? –
- Sì! –
Un fremito gli percorse la schiena. Severus chiuse gli occhi… no, non gliel'avrebbe mai fatta… non sarebbe riuscito a limitarsi ad un bacio.
- Non mi tentare … amore… - e le sfiorò appena le labbra prima di rifugiarsi, velocemente, in bagno.
Lei rimase a guardarlo. Lo desiderava… ma aveva ancora paura. E lui lo sapeva bene. E la desiderava troppo… per fermarsi ad un bacio.
Quando Severus uscì dal bagno, vestito di tutto punto, Rhoxane stava scegliendo un abito dal guardaroba.
- Quale preferisci? -
- Tutti i tuoi abiti mi piacciono… o meglio, tu sei bellissima e seducente in ogni modo ti vesta… anche con un sacco! -
- Ma non ho abiti-sacco nel mio armadio! Dovrai scegliere solo tra qualcosa di colorato e molto seducente…. Del resto tutto il mio vestiario era stato studiato apposit… - le parole le morirono sulle labbra.
Severus rimase immobile, fortemente colpito.
- E' come… se avessi già pronunciato queste parole… - mormorò Rhoxane - … tanto tempo fa… -
- Sì… le hai già dette… - sussurrò, quasi senza fiato. – Forse alcuni tuoi ricordi stanno riemergendo… -
- Cosa non darei… -
- Sono ancora in tempo… per quel bacio? – sussurrò Severus.
- E saprai fermarti… ora? -
- Dovrò farlo… -
Rhoxane sorrise, mentre lui si mordicchiava nervosamente il labbro.
- Non hai bisogno di chiedermi il permesso… -
- Ti amo, ti amo, ti amo… - bisbigliò Severus mentre l'abbracciava e la stringeva forte a sé - … e ti amerò per sempre… -
- Severus… -
- Ti desidero… - sussurrò mentre le baciava i capelli - … da impazzire… - e le sfiorava il viso con labbra appassionate - … ed impazzirò… adesso… -
E le sue labbra, finalmente, scesero su quelle di Rhoxane. Lei sentì labbra ardenti che la sfioravano delicatamente, mentre il desiderio di Severus, ancora una volta, erompeva con forza imprevista nella sua mente. Voleva essere sua… di nuovo. Voleva baciarlo con passione…. Le labbra di Severus, solo lievemente dischiuse, indugiavano timorose, mentre il corpo, strettamente allacciato al suo, confessava ancora una volta l'imperioso ed irrefrenabile desiderio che lo possedeva. Perché non riusciva a lasciarsi andare… perché? Lo sentiva fremere contro di sé, mentre la lingua s'insinuava, squisitamente morbida e dolce, tra le sue labbra… per un istante, solo un indimenticabile istante…. Il suo respiro, anelante… le sue labbra incantevoli… che si allontanavano. Perché non lo stringeva… perché non lo fermava… perché non aveva risposto al bacio…dell'uomo che amava… perché???
Era stata muta, quella domanda terribile. Ma lui, come sempre, l'aveva compresa. Continuava a stringerla, dolcemente, e le sorrideva con tanto amore mentre le sussurrava:
- Ti amo Rhoxane, ti amo immensamente. Va tutto bene amore mio… è tutto a posto… -
- No che non lo è! – esclamò lei con rabbia - … guarda cosa ti ho fatto… -
- Nulla amore… nulla tesoro mio… nulla che tu non abbia fatto anche a te stessa. – le sussurrò dolcemente. – Sento anch'io il tuo desiderio… è nella tua mente e nel cuore. Ma il tuo corpo è ancora bloccato… ma troveremo il modo… presto. Ed ora sorridimi, ti prego… -
- Ti amo Severus… ti amo! – mormorò fra le lacrime – Perdonami! -
- Non c'è nulla di cui debba perdonarti, mio grande, dolce, meraviglioso amore. Nulla. – sussurrò, continuando a stringerla a sé. – Sei tu… che devi perdonare l'impazienza di questo mio stupido corpo! -
Finalmente la parvenza di un sorriso si fece strada sulle labbra di Rhoxane.
- Ecco, così. Voglio vedere ancora il tuo delizioso sorriso… anche nei tuoi splendidi occhi. – esclamò Severus, cominciando, per primo, a regalarle la luce incantata dei suoi occhi sorridenti - … Sì… così amore… così! –
CAPITOLO XIII Incanti d'amore- Visto che siamo in vacanza… vuoi venire nel mio castello? Ti ho già portata… tempo fa… -
- Sì, sì, sì… che bello. Andiamo, andiamoci subito! –
- Vieni! Abbracciami e ci smaterializzeremo… -
Rhoxane si bloccò:
- Ma io posso smaterializzarmi… io so dov'è! Me lo ricordo… la terrazza, il vento impetuoso, il mare… il sole dietro le colline… -
Severus l'abbracciò, felice.
- Andiamo allora! –
Furono di nuovo sulla terrazza posteriore del castello. Quel giorno il vento era tiepido ed il mare brillava sotto il sole caldo. Gli occhi di Severus scintillavano illuminati dal sole, mentre gettava il mantello sul muretto e le porgeva la mano per scendere sulla spiaggia tramite la vecchia e consumata scaletta scavata nella roccia.
Le chiese, ammiccando:
- Vuoi fare il bagno? –
- Ooooh sì, sì! Mi piacerebbe tanto… ma è ancora troppo freddo! –
- Non per te, amore mio! –
Severus estrasse la bacchetta e si avvicinò al bagnasciuga. Si concentrò a lungo, mormorando incomprensibili parole che sembravano dirette al sole stesso. E ben presto… il sole rispose dirigendo i suoi raggi sul mago che fu avvolto da una luce intensa. E Severus riverberò i suoi raggi sul mare, sulla sabbia e nell'aria intorno a lui. Improvvisamente Rhoxane sentì il sole bruciare sulla pelle e l'aria divenne tiepida e profumata… il profumo del suo lontano mare… il caldo Mediterraneo.
Severus era rimasto in piedi, ansimante: quell'antica magia aveva consumato una notevole quantità della sua energia, più di quanto avesse previsto… ma era un regalo, speciale, per la sua Rhoxane.
- Severus… non ho mai conosciuto un mago potente come te… - esclamò mentre rimirava estasiata la sua figura che ancora brillava di quell'intensa e calda luce – e che conoscesse questi… antichi incanti! –
- Per te, solo per te… questa remota e quasi dimenticata magia. Per te… che sai apprezzarla!–
Mentre parlava si liberava completamente delle vesti e l'invitava, con i gesti, a fare altrettanto.
- Nessuno ci disturberà! – gridò tracciando con la bacchetta aulici movimenti nell'aria, per proteggere lo spazio intorno a loro da ogni possibile violazione.
Pochi istanti dopo stavano correndo, mano nella mano, incontro alle calde onde del mare.
I raggi del sole infiammavano la sua pelle mentre l'aria calda l'accarezzava. Semi disteso sulla sabbia, Severus la stringeva dolcemente fra le braccia mentre l'imboccava: dolcissime e fresche ciliegie comparivano tra le sue mani, mentre i suoi teneri baci si insinuavano tra un frutto ed il successivo.
- Sono golosa… potrei non smettere mai… -
- Ti amo… certamente non smetterò mai… di baciarti! – mormorò chinandosi ancora a sfiorarle le labbra.
- Dimmi, cos'altro desideri ora? – sussurrò Severus, con gli occhi che sfolgoravano di un amore intenso.
- Fermare il tempo… per sempre… nell'istante in cui le tue labbra sfiorano le mie… -
- Una magia difficile… ma non escludo, non escludo di poter un giorno scoprire quest'arcano segreto… - sussurrò continuando a sfiorarle le labbra – per ora potrei creare un dolce inganno… e non levare più le mie labbra dalle tue… facendoti credere d'aver sospeso lo scorrere del tempo! –
- Non hai bisogno di concepire alcun'illusione, mio dolce Severus. Il tempo non può trascorrere… mentre io ricambio il tuo bacio… -
Un bacio…. Un bacio per trattenere il tempo fra le dita e mescolare il passato col futuro in un eterno presente. Un bacio per dimenticare qualsiasi altra cosa. Un bacio per trasformare la realtà in un sogno. Un bacio affinché la splendida illusione diventi l'unica e vera essenza d'amore. Un bacio… dolce, tenero, appassionato, sensuale. Un bacio di Severus… carico di promesse… colmo d'amore… indimenticabile… ammaliante. Un bacio, solo un bacio. Ed intorno solo il nulla. Perché l'intera esistenza è racchiusa in quel bacio, puro ed innamorato. Quel bacio… unico ed ineguagliabile. Nel suo ricordo, nella sua attesa, nella sua reiterazione… all'infinito.
- Ti amo… -
- Ti amo… -
Dolci parole… solo per riprendere fiato, prima che la realtà, nuovamente, svanisca nella profonda intensità di quel bacio interminabile, ardente ed infuocato, impetuoso e travolgente, eccitante, estasiante ed inebriante. Troppo, troppo per un bacio… un bacio di Severus che era riuscito a scatenare in lei un orgasmo intenso e voluttuoso, prolungato ed esaltante.
E mentre ancora sussultava tra le sue braccia, godendo di quegli ultimi rivoli di piacere, i meravigliosi occhi neri di Severus, dolci e sfolgoranti di luce, le sorridevano, pieni d'amore e di felicità.
- Severus… io… -
- Sssst… taci amore mio! Lascia che io ti guardi… sei così bella … mentre godi tra le mie braccia! –
- No, no… io mi vergogno! Eri tu che mi desideravi, eri tu che volevi… -
- Che volevo baciarti e stringerti tra le mie braccia. Nulla di più. Ed è quello che ho fatto. E sono felice! – E le sfiorò ancora delicatamente le labbra – Tu non puoi neppure lontanamente immaginare quanto ho desiderato questo momento, in questi ultimi due mesi e mezzo…. Quante volte ho sognato di stringerti a me, quante volte ho ammirato il tuo corpo e bramato le tue labbra… dolci, la tua lingua… morbida. Non pensavo… non credevo di poterti desiderare fino a questo punto… così dolorosamente…. Non puoi comprendere che tortura sia stata doverti rimanere vicino… senza poterti neppure sfiorare… quando gli incubi ti assalivano… ed ero io il tuo incubo… io, solo io…. Avrei voluto morire… -
- Ma… -
- Non ci sono ma… quando sei tra le mie braccia. Ti amo! – e si chinò ancora una volta su di lei per un altro interminabile e dolce bacio.
– Ed ora voglio mostrarti la mia dolce magia… -
* * *
- Vieni, vieni nel mio giardino segreto… - esclamò, con gli occhi ridenti, mentre la trascinava correndo per il prato.
- Io… io me lo ricordo… il bosco, il piccolo tempio… -
La prese tra le braccia… ed in un istante furono nella radura, davanti al tempio. Estrasse la bacchetta indirizzandola verso le antiche statue degli dei… che presero vita…. Le corde di marmo dell'arpa vibrarono delicatamente ed una melodiosa musica pervase l'aria. Sul corpo di Rhoxane, sfiorato dalle raffinate mani di Severus, apparve un vaporoso abito, fresco come il prato e forte come il bosco, intessuto di fili d'erba e foglie. Le mani del mago ancora si muovevano, con gesti squisiti, ed un diadema di preziosi e profumati fiori si formò tra le sue mani. E lui le recinse la testa. Quindi s'inchinò alla sua bellissima dea e la prese tra le braccia iniziando a condurla in una strana ed incantata danza: nuvole di fiori si libravano a mezz'aria, unite le une alle altre, da fragili percorsi tracciati dalle liane e dai rampicanti. E Severus e Rhoxane volteggiavano tra quelle nubi fiorite che ondeggiavano, fragili e tenui, nell'aria pervasa dall'intenso profumo dei fiori e dalla fragranza dell'erba bagnata.
Un nuovo abbraccio e l'istante successivo ammiravano l'arcobaleno davanti alla cascata.
Di nuovo, Severus estrasse la bacchetta e la puntò sull'arcobaleno che cominciò a diventare sempre più luminoso. Quindi il mago roteò elegantemente la bacchetta e l'iride, come uno straordinario nastro colorato, seguì la direzione indicatagli da Severus ed avvolse Rhoxane, come un impalpabile abito di luce e di colori. E la luce ed i colori furono ovunque nell'aria. Ed ogni colore emanava il suo profumo unico e suonava la sua dolce melodia, in una grandiosa sinfonia.
Rhoxane, affascinata da quanto le accadeva intorno, aveva smesso di parlare e di pensare ed ora, semplicemente, si perdeva nei profondi occhi innamorati del suo Severus e ne cercava le labbra appassionate. Per un bacio, ed un altro ancora… e un altro… sempre più dolce, più languido, in una sequenza infinita… mentre le sfumature di luce li avvolgevano e li pervadevano…
* * *
Dopo la cena, che ancora una volta aveva reso felici gli elfi domestici dell'antico maniero, Severus la portò sulla torre più alta, a godere la luce delle stelle.
- Quante meravigliose magie hai compiuto per me oggi! – mormorò dolcemente Rhoxane –Incantesimi che solo un mago potente come te conosce e sa realizzare! La tua energia magica è sparsa per ogni dove… eppure sembra che non sia stata neppure intaccata! – e la sua voce vibrava d'orgoglio per l'uomo che la stringeva teneramente fra le braccia.
- Ho avuto così tanto tempo per studiare in questi ultimi quattordici anni… - sospirò Severus alzando le spalle - … ed ho ritrovato anche questi arcani incanti, ormai dimenticati…nella loro totale inutilità per il nostro mondo! –
Era dolce il sorriso di Severus mentre sussurrava:
- A cosa possono mai servire nuvole di fiori… aerei sentieri di foglie… abiti d'arcobaleno…. A cosa serve rubare la luce del sole… se non per donarla a te, amore mio? –
Un bacio, un altro meraviglioso bacio, stretta al suo corpo che, sempre, la desiderava con impeto.
- Ma ho ancora in serbo un'ultima magia per te… in questa notte incantata… -
Severus estrasse la bacchetta e si concentrò fissando le stelle. Mormorò poche e musicali parole in una lingua misteriosa e disegnò ricercati simboli nell'aria. Poi protese la mano e, con gesto squisito, cominciò a… cogliere le stelle, splendidi fiori luminosi che si congiungevano tra le sue braccia per creare uno sfolgorante velo di luce col quale avvolse morbidamente il corpo di Rhoxane. Ed ancora, con gesti eleganti e fatati, le sue mani indussero le luminose spirali di stelle a scendere dal cielo e ad avvolgere la sua donna. Ed in mezzo a quella suggestiva pioggia di luce… gli occhi di Severus brillavano d'amore più intensamente di qualsiasi stella.
- Per te Rhoxane, mia Regina di Luce, che hai saputo vincere le tenebre che erano in me… solo per te … -
Non c'erano parole… non potevano esistere parole… solo sguardi… pensieri… desideri… e lacrime, dolci lacrime di felicità mentre Severus la stringeva e le sfiorava le labbra.
Poi, lentamente e serenamente, l'incantata pioggia di luce… svanì e rimase solo lo splendore dei loro occhi e del loro amore.
E tutti i ricordi, integri e vividi, furono di nuovo nella mente di Rhoxane.
- Ti amo, ti amo immensamente mio splendido e potente mago…. Il tuo amore ha compiuto l'incanto più meraviglioso… - e gli sorrise dolcemente - … i miei ricordi… sono tornati amore mio! – esclamò stringendosi forte a lui.
Severus ammirava la sua donna meravigliosa, ancora avvolta dalla luce, dalla luce dei suoi veri ricordi… e sorrideva.
– Ed ora mi ritrovo due volte perdutamente innamorata… dello stesso uomo. La prima volta ho amato il dolore che proveniva dal tuo misterioso ed oscuro passato… ho amato i tuoi begli occhi tristi, velati da quei ricordi che volevo condividere per comprendere ed accettare fino in fondo le tue colpe. Ed ora che anch'io ho sofferto nei tuoi ricordi… ora ho compreso, veramente, la grande forza ed l'inesauribile coraggio coi quali, in tutti quei lunghi anni, hai affrontato la terribile angoscia dei tuoi rimorsi, giorno dopo giorno, in totale solitudine… -
Calde lacrime rigavano il volto felice e sereno di Rhoxane, mentre Severus le sorrideva accarezzandole delicatamente i capelli:
- Ma ora… io sono qui, stretta indissolubilmente a te per darti anche il mio coraggio, la mia fiducia … e il mio immenso amore. -
Severus stava tergendo con i suoi teneri baci le lacrime che ancora scendevano dagli splendidi occhi verdi della sua donna.
- Ed ora è un altro l'uomo di cui mi sono nuovamente innamorata. L'uomo che ha saputo, con coraggiosa dignità, accettare fino in fondo i suoi errori. Non perdonarli… questo no. Ma accoglierli e riconoscerli, come parte di sé e delle sue debolezze. L'uomo orgogliosamente determinato a costruire un nuovo futuro, per sé e per gli altri, a combattere affinché gli orrori del passato non debbano più ripetersi. L'uomo che, a testa alta, con nobile fierezza ed occhi finalmente limpidi, spera e lotta per un domani migliore. L'unico mago sufficientemente potente da affrontare Voldemort… per distruggerlo in modo definitivo. Ed io sarò al tuo fianco… per sempre! -
Ora gli occhi di Rhoxane sfavillavano d'orgoglio per l'uomo che, anche lei, aveva contribuito a creare. L'uomo che amava immensamente.
Severus la sollevò tra le braccia e, lentamente, senza parole, s'incamminò verso il salone centrale del castello. Maestosamente discese lo scalone ed infine depose Rhoxane vicino al seggio ducale.
Quindi s'inginocchiò davanti a lei.
- Severus… cosa stai… -
- Rhoxane… vuoi sposarmi? -
Lo stupore sul volto di Rhoxane si trasformò in immensa gioia. Non… non riusciva quasi a respirare… il cuore sussultava impazzito… e la voce… la voce non voleva uscire!
- Severus… amore mio! Certo, certo che voglio sposarti… con tutto il cuore. Sì, sì… lo voglio! Ma ora alzati da lì… non ti voglio in ginocchio davanti a me! -
Lui si alzò, sempre guardandola negli occhi, raggiante di felicità. Tolse di tasca un minuscolo scrigno, lo aprì e ne trasse un anello. Uno splendido opale "nero", animato da un raro e pregiato gioco di luci cangianti sul fondo scuro: intensi riflessi blu, verdi e rossi risplendevano nella pietra percorrendola come un fuoco nascosto. Ai due lati della pietra centrale, a forma di ellisse, vi erano altri due opali, più piccoli e tondi, legati alla prima da minuscole foglie di smeraldi, un intrico di rampicanti che si mutavano in serpenti: un opale "di fuoco", in basso sul lato destro, col fondo rosso-arancione attraversato da superbi bagliori rossi dall'effetto fiammeggiante ed un opale "nobile", in alto a sinistra, dal fondo chiaro percorso da tutte le rutilanti rifrazioni dell'iride.
- Questo è l'anello che, per tradizione, il nobile duca della famiglia Piton infila al dito della sua sposa… - sussurrò Severus con un dolce sorriso, i profondi occhi neri limpidi e luminosi - …prendilo, come pegno del mio eterno amore ed infinito rispetto… - e delicatamente le infilò l'anello chinandosi poi a baciarle la mano, con dolcezza, con passione, con desiderio.
- Severus… amore! –
Rhoxane guardava estasiata l'anello.
- Veramente… ho fatto alcune modifiche all'originale. Affinché questo anello sia unico… come è unica la donna che lo porterà. – spiegò Severus sorridendo dolcemente. – Alla pietra centrale, fredda e scura come le tenebre che imprigionavano il mio cuore, ho aggiunto le due laterali, che rappresentano il fuoco dell'amore e la luce della speranza coi quali hai saputo liberare il mio cuore. -
Ed il bacio continuò, lentamente, salendo lungo il braccio, fino alla spalla ed al collo… labbra sempre più appassionate le percorrevano la pelle, che fremeva e sussultava al loro passaggio, mentre le mani le accarezzavano i seni e stringevano con ardore il suo corpo. Infine le labbra arrivarono alla bocca che, già dischiusa, le attendeva trepidante. Un nuovo bacio, colmo d'amore e di dolci promesse, pieno di passione e di desiderio. Severus la strinse forte a sé chiedendosi come avrebbe potuto dominare la sua imperiosa eccitazione… e si materializzò nella loro camera.
Cominciò a spogliarla, lentamente e delicatamente all'inizio, poi sempre con maggiore impeto e frenesia, mentre anche lei lo aiutava, con impazienza, a togliersi le vesti. Poi l'adagiò sul letto e riprese ad accarezzare e baciare quel corpo sinuoso ed invitante, che si fletteva sotto le sue mani e si offriva a lui, irresistibilmente provocante. La strinse forte a sé, affondando il viso tra i seni e premendo forte il suo membro, follemente eccitato, tra le cosce. Due mesi… oltre due mesi che desiderava quell'istante… stava per perdere completamente il controllo di se stesso… e non voleva, non voleva…. Si morse forte le labbra… dov'era… dov'era finita la sua lucidità… dov'era il suo rigoroso ed implacabile autocontrollo, ora che gli serviva come non mai… ora che il corpo di Rhoxane si era improvvisamente irrigidito tra le sue braccia… Severus percepiva quanto fosse forte il desiderio nella mente della donna… ma il suo corpo… sembrava non appartenerle più ed il contatto col suo membro in quell'iniziale atto di penetrazione… l'aveva completamente bloccata ed agghiacciata. Con incredibile sforzo Severus si ritrasse dal corpo di Rhoxane e, ansimando, si adagiò al suo fianco, stringendola con gentilezza e tornando a sfiorarle il viso ed i capelli con languidi e soavi baci, fino a quando sentì che nuovamente, si abbandonava tranquilla nel suo abbraccio.
- Ti amo… mia stupenda promessa sposa, ti amo! – le sussurrò con un dolce sorriso.
C'era tristezza e dolore in quei meravigliosi occhi verdi, colmi di lacrime di sconforto.
- Non voglio più vedere lacrime nei tuoi occhi, mia dolce sposa. Ma solo felicità… e amore. E questa notte, se tu voi, sarà fatta solo di dolci baci e delicate carezze. Nulla di più… nulla di meno…. Carezze fatate e baci ammalianti per l'adorabile maga che ha irrimediabilmente incantato il mio cuore, fatalmente stregato la mia mente e perdutamente irretito i miei sensi…-
Rhoxane rimirava l'intenso scintillio di quei profondi e sinceri occhi neri e, mentre si perdeva completamente nella magia di quelle dolci parole, si chiedeva cosa non aveva mai fatto per meritarsi un uomo come Severus… così dolce e comprensivo, così ardente ed appassionato, così romantico e sensibile… così assolutamente perfetto….
- Ti amo, Severus. Amo quell'uomo straordinario ed incredibile che sei… oltre ogni mio sogno ed immaginazione… -
- Solo baci e carezze… amore mio…. Cancella le parole, dimentica la realtà… ci sono solo i miei baci per sognare e le mie carezze per vagheggiare… -
La voce di Severus era solo un incantato sussurro che si stemperava tra soavi baci e tenui carezze e Rhoxane sentì che il suo corpo tornava ad appartenerle mentre, ancora una volta, la dolce e potente emozione dell'orgasmo s'impadroniva della sua carne e della sua mente e lei sussultava e fremeva fra le calde e rassicuranti braccia del suo splendido mago.
- Sì amore, sì… voglio godere del tuo piacere… - le sussurrava con passione, stringendola forte a sé - … ancora… ed ancora… - mentre dolcemente, e finalmente, entrava in lei, con tutto il suo innamorato desiderio ed il suo travolgente amore. Per un breve ed impetuoso amplesso, pieno del fuoco della passione così a lungo repressa, che li inebriò di un estasiante piacere… lasciandoli poi completamente senza fiato e strettamente intrecciati.
* * *
Il mattino seguente il sole splendeva nel cielo, luminoso come gli occhi di Severus e caldo come il suo sorriso. Finalmente non c'erano più stati incubi nel suo sonno e gli sembrava di non essere mai stato così felice. Rhoxane era di nuovo al suo fianco e la vita era meravigliosa.
Se solo avesse potuto dimenticarsi di Voldemort… e di quel maledetto bastardo di Lucius….
Presto avrebbe chiuso i conti con entrambi… ed avrebbe presentato loro un conto molto salato… molto.
Ma per ora non voleva pensarci… voleva continuare a sognare, stringere Rhoxane tra le braccia e baciarla.
E così fu. Si concessero cinque lunghi, meravigliosi ed indimenticabili giorni di sogno, al di fuori d'ogni realtà e lontano da quel loro freddo mondo. Rhoxane era voluta andare a sud, dove non erano necessarie le magie di Severus per bagnarsi nelle acque calde e cristalline del mare….
Ma anche i sogni finiscono, insieme con le vacanze, ed arrivò presto il momento del ritorno a Hogwarts.
La vista delle torri del castello li riportò alla realtà, con tutti i suoi problemi. Ed il primo problema sulla lista era Lucius Malfoy. In tutti quei giorni non avevano mai parlato di quanto era successo.
- Sono sicuro che sia stato Lucius a gettare su di te l'Oblivion Fraudem. E' un mago sufficientemente potente per quell'Incantesimo, mi conosce abbastanza per aver potuto costruire in modo credibile quei ricordi… ed io conosco lui quanto basta per aver ampiamente riconosciuto la sua sottile ed efferata crudeltà. -
Rhoxane annuiva, convinta.
- Solo, mi chiedo quando ti ha gettato l'incantesimo… siamo sempre stati insieme… - all'improvviso Severus si rabbuiò - … ad eccezione di… -
- … della sera in cui si è tenuto il Consiglio Direttivo della Scuola. – terminò Rhoxane al posto suo, mentre un altro ricordo, molto spiacevole, si affacciava alla sua mente. La Bolla Memorizzante era appoggiata in bella vista sullo scrittoio.
Lo stesso ricordo che ora aveva colpito anche Severus: l'inganno di Selene! Avrebbe dovuto parlargliene il mattino successivo… ma quel giorno Rhoxane si era svegliata urlando di terrore… e lui non glielo aveva ancora detto. Si passò una mano sugli occhi… e sospirò. Perché era così difficile essere felici… perché doveva sempre accadere qualcosa che rendeva così difficile vivere…
Quando alzò di nuovo lo sguardo, Rhoxane stava ritirando qualcosa nel secrétaire dello scrittoio:
- Quella sera Lucius è venuto qui… - mormorò Rhoxane, con voce spenta, voltandosi verso di lui.
- … quella sera… deve essere stata molto impegnativa per Lucius… - Severus sembrava quasi parlare tra sé e sé, con lo sguardo perso nel vuoto. - Io… io dovevo dirti una cosa molto importante quella sera. Ma stavi già dormendo quando sono tornato. Ed il mattino dopo… il mondo ci è crollato addosso. Così non ti ho mai detto nulla… -
La voce di Severus era solo un sommesso sussurro:
- … ma ci aveva già pensato Lucius… vero? Prima di gettarti l'Oblivion… -
Rhoxane annuì. – Ma io non gli ho creduto. –
Un lampo di luce passò negli occhi di Severus.
- Non so cosa ti abbia detto… ma non ti ha mentito. Non del tutto… almeno. –
Sul viso di Rhoxane stava diffondendosi il panico.
- Credo che ti abbia detto solo una parte della verità… tacendoti la conclusione. – sussurrò molto imbarazzato.
- Smettila! – gridò Rhoxane – Ciò che mi ha detto Lucius lo so benissimo. E' la tua versione che voglio ascoltare… adesso. – esclamò alzando gli occhi imploranti - … la verità… -
Severus si avvicinò e l'abbracciò stretta.
- Perdonami amore… perdonami. Sono stato uno stupido… e me ne vergogno immensamente! –
- Voglio sapere tutto… tutto… - mormorò lei con un filo di voce.
Lui annuì, continuando a stringerla, sempre più forte.
Poi la guardò negli occhi, profondamente, e le strinse le mani fra le sue:
- Sono stupidamente caduto in una trappola tesami da Lucius e Selene. Lei mi ha propinato un Infuso d'Innamoramento molto particolare e potente… ed io… io… io non ho capito più nulla. Ho completamente perso il controllo di me stesso e… e… - Severus chiuse gli occhi per un istante e sospirò profondamente.
- Mi vergogno terribilmente di quello che ho fatto sotto l'influsso di quell'Infuso… e dei baci e delle carezze di Selene. Ma l'ho baciata e l'ho spogliata… l'ho desiderata…. Non ho nessuna scusante Rhoxane. – sussurrò amaramente, stringendole forte le mani - … ma mi sono ritrovato a fare l'amore con lei… senza quasi neppure sapere chi era, all'inizio. –
Un altro lungo e doloroso sospiro di Severus interruppe ancora il suo racconto. Sul volto di Rhoxane si poteva leggere solo… l'attesa.
- Poi mi sono reso perfettamente conto che si trattava di Selene… e che non eri tu, come confusamente mi era sembrato. Io… io non volevo… ma… ma il mio stupido corpo, invece, voleva continuare a godere con lei. – mormorò con voce spezzata. – Mi sono sentito come un animale… non riuscivo più a tenere sotto controllo i miei istinti…. Il mio corpo era dolorosamente distinto dalla mia volontà. Poi… poi, finalmente, tu sei tornata con forza nei miei pensieri… ed il mio desiderio è stato solo per te… -
Ora c'era un timido ed imbarazzatissimo sorriso sul volto, ancora teso, di Severus. Ed aveva smesso di stringerle forsennatamente le mani.
- Così sono finalmente riuscito a staccarmi da lei… a capire cosa mi stava succedendo. A valutare l'effetto di quell'Infuso particolare… e quindi il motivo di quella mia inspiegabile eccitazione sessuale. – Ora il tono di Severus era più sicuro. - Stavo per andarmene quando un forte Incantesimo Bloccante, presumo di Lucius, mi ha nuovamente immobilizzato sul bordo del letto. E Selene ha nuovamente potuto… oooh quanto mi sento ridicolo a dirlo… ha potuto "approfittare" di me, visto che, ancora, non riuscivo a controllare niente di niente… -
Rhoxane gli stava sorridendo con dolcezza, carezzandogli il viso leggermente sudato. Lui aveva un'espressione terribilmente contrita.
- Ma poi ho nuovamente pensato a te… l'unica donna che voglio amare… l'unica donna che voglio desiderare… l'unica… la sola… - sussurrò Severus, ed i suoi occhi erano nuovamente sfolgoranti di luce e di amore. – E, finalmente, quello stupido "affare" ha deciso di darmi retta. L'Incantesimo Bloccante è svanito… e me ne sono immediatamente venuto via. –
Ora era Rhoxane che lo stava abbracciando.
- Ecco, questo è tutto. – le disse sorridendo imbarazzato. – E non so dirti altro che… mi dispiace, mi dispiace immensamente. E mi vergogno di me. Come uomo, prima di tutto, visto che ho avuto la stessa reazione di un animale. E come Professore di Pozioni… se i miei allievi lo venissero a sapere…. Non oso immaginare Draco… e Lucius è suo padre… - E Severus scuoteva la testa, scoraggiato. – Vorrei solo che tu potessi dimenticare questo mio vergognoso comportamento. –
Rhoxane gli sfiorò dolcemente le labbra, stingendosi ancora a lui:
- Ho già dimenticato tutto amore mio. E di cosa ti vergogni poi? Sei un essere umano, semplicemente, con i tuoi normalissimi impulsi ed istinti. Che quell'infuso ha sfruttato ed amplificato. E Selene ne ha bassamente approfittato. – Gli stava sorridendo amorevolmente. - Sei sempre impietoso ed implacabile quando giudichi i tuoi errori. Vedi sempre solo le tue colpe. Ma non apprezzi mai la tua forza ed il tuo coraggio. Hai saputo resistere a lei ed all'infuso. Ed hai avuto il coraggio di raccontarmi tutto… e non era facile. –
- Un coraggio che potrai valutare ben poco… visto che Lucius mi ha preceduto. Anche se non so come ha fatto… con un Incantesimo Temporale, credo. –
- Tu non sapevi che lui me l'aveva già detto. Ma, in ogni modo, hai affermato che intendevi dirmelo. –
- E' bello… essere creduti sulla parola. – le sorrise Severus abbracciandola e stemperando, finalmente, tutta la sua tensione in un lungo, dolcissimo bacio.
Rhoxane si avvicinò quindi allo scrittoio e prese la Bolla Memorizzante.
- Me l'ha data Lucius quella sera. –
Severus impallidì e deglutì a fatica.
- E… e… -
- Me l'ha fatta vedere, quella sera. Ma solo la prima parte, evidentemente. –
- E tu non… non hai creduto a quelle immagini? – esclamò Severus incredulo.
- No. Cioè sì…. Ma… tu sei diverso. E diverso è il tuo modo di fare l'amore. Questo non vuol dire che non apparisse chiaro che… ti piaceva… -
Severus strinse i denti ed abbassò lo sguardo.
- Del resto… Selene ci sapeva fare... mi è parso… -
- Non hai certo nulla da imparare da lei, amore… anzi… -
- Ma c'era qualcosa di strano… non sembravi tu, non era il tuo modo di fare… -
Quindi gli porse la Memo Bolla dicendo:
- Fanne ciò che vuoi. Io, di certo, non intendo mai più rivedere quelle immagini. –
Gli occhi di Severus scintillarono pericolosamente… e ridussero la Bolla in una nuvola di fumo nero.
Quindi strinse Rhoxane tra le braccia e la baciò con passione. Poi le sorrise maliziosamente sussurrandole:
- I tuoi baci hanno risvegliato… il mio istinto animale. –
- … non preoccuparti… ci penso io… - sussurrò dolcemente lei.
* * *
L'indomani mattina le lezioni riprendevano dopo il lungo intervallo delle vacanze pasquali. Stavano per scendere a fare colazione in Sala Grande quando Severus si strinse con forza il braccio sinistro. Era quasi rimasto senza fiato per il dolore: non gli era mai capitato prima che bruciasse a quel modo.
- Sembra che Voldemort sia particolarmente impaziente di vedermi… oggi. – spiegò a Rhoxane. – Dovrai scusarmi tu con Silente… ma devo andare. –
Un ultimo bacio e Severus si diresse velocemente alla Foresta Proibita per smaterializzarsi.
* * *
Il sole stava avviandosi a tramontare e Severus non era ancora tornato. Rhoxane era molto preoccupata perché le sensazioni che riceveva da Severus erano molto contrastanti e non riusciva ad interpretarle bene.
Decise di dirigersi verso la Foresta Proibita, nel caso fosse già sulla via del ritorno… di solito non stava mai via così a lungo!
Non erano passati più di dieci minuti che vide delle ombre in lontananza che si stavano avvicinando velocemente… erano almeno tre uomini… forse quattro. Erano dei Mangiamorte, col volto coperto da un cappuccio… e si dirigevano verso di lei.
Estrasse la bacchetta per difendersi… lampi di luce attraversarono la foresta. Ma fu solo una breve ed intensa lotta. Pochi minuti dopo era a terra schiantata.
