2.
La settimane precedenti le vacanze natalizie trascorsero in maniera esasperatamente lenta per Harry: da un lato, era felice del fatto che presto avrebbe rivisto il suo padrino, ma dall'altro temeva il momento in cui Sirius gli avrebbe fatto conoscere quella donna.
Dal canto suo, il professor Snape continuava a lanciargli sorrisetti sarcastici ovunque lo incontrasse, e quindi a lezione, a pranzo, a cena e nei corridoi.
Harry era esausto.
Il 23 pomeriggio, dopo che la maggior parte degli studenti ebbe lasciato Hogwarts, il ragazzo si incammino' con Ron e Hermione verso lo studio del preside, il morale a terra come la valigia che trascinava di peso.
— Harry, se continui a fare quella faccia, Sirius si insospettira' quando ti vedra'. — gli fece notare la compagna.
— Hermione ha ragione — incalzo' Ron — Dobbiamo contare sull'effetto sorpresa, se vogliamo ottenere qualche risultato. Io ho portato con me la nuova serie di scherzi di Fred e George, "Misteri di donna". —
— Da quando gli scherzi dei tuoi fratelli hanno un nome cosi' altisonante? — gli chiese la fanciulla, mentre aggiustava la tracolla del suo borsone sulla spalla. Su consiglio di Dumbledore, i tre amici avevano deciso di lasciare i bauli a scuola e di portare con loro solo bagagli babbani, piu' facilmente trasportabili senza la magia.
— La pubblicita' e' l'anima del commercio, non lo sapevi? Ho qui il tonico rinfrescante che fa diventare la pelle del viso avvizzita come la buccia di una mela secca, lo shampoo che tramuta i capelli in serpi e la crema per il corpo che gonfia busto e gambe come due palloni pronti a rotolare. Non e' il massimo che i miei fratelli abbiano inventato, ma credo che possano andare: se non riuscissimo a far aprire gli occhi a Sirius, un po' di questi cosmetici combinati addosso alla sua bella lo faranno disamorare immediatamente! —
— Voi uomini siete tutti uguali! — sentenzio' Hermione, piccata — Pensate solo all'aspetto fisico, come se non ci fossero altre cose piu' importanti… Certe volte mi date il voltastomaco! —
Ron le rispose con una linguaccia che la ragazza fortunatamente non noto', e Harry pote' condurli allo studio di Dumbledore senza che scoppiassero inopportuni litigi.
— Non riesco a capire perche' il preside ci abbia chiesto di venire fin qui con le valigie. — disse poi, dopo aver pronunciato la parola d'ordine di quell'anno, "Crepes alla fragola". — Sirius ha detto che sarebbe venuto a prenderci qualcuno… Aspettate un momento! — si fermo' di botto mentre saliva le scale, e i due compagni urtarono pesantemente contro la sua schiena. — Non e' che ha mandato… lei?! —
I tre si scambiarono un'occhiata preoccupata, ma continuarono il cammino finche' non si trovarono di fronte allo studio del preside. Quando Harry busso', la porta si apri' immediatamente, senza dare al ragazzo nemmeno il tempo di abbassare la mano; i tre compagni esitarono, poi, comprendendo che scappare non sarebbe servito a nulla, si fecero coraggio ed entrarono, pronti ad affrontare quella che nel loro immaginario era ormai diventata una persona piu' orribile di Snape.
Fawkes saluto' il loro ingresso con un verso stridulo e i ragazzi sussultarono, facendo cadere le valigie; Dumbledore borbotto' qualcosa all'indirizzo della fenice, poi si avvicino' ai suoi studenti, imitato dalla figura alle sue spalle. Harry alzo' il viso lentamente, cercando di ritardare il piu' possibile il momento dell'incontro, ma la sua angoscia si dissolse come neve al sole non appena riconobbe il professor Lupin.
— Professore?! E' davvero lei? — quasi' grido' il ragazzo, del tutto dimentico delle sue precedenti preoccupazioni.
Remus Lupin annui' con un sorriso e si avvicino' al suo ex allievo, mettendogli una mano sulla spalla.
— Ti trovo bene, Harry… —
Il giovane Potter si limito' a fissarlo con un'espressione felice sul volto, e cosi' anche Ron e Hermione che, un po' per la gioia e un po' per il sollievo, non furono in grado di spiccicare parola. A Harry parve che il professore stesse leggermente meglio rispetto all'ultima volta che l'aveva visto: era sempre pallido ed emaciato, con i capelli grigi mescolati a quelli castani e una tunica rattoppata. Eppure i suoi lineamenti sembravano piu' distesi e il suo sguardo piu' sereno, e il ragazzo non pote' che rallegrarsene, ben conoscendo la sofferenza che l'uomo aveva dovuto patire in passato e il dolore che lo tormentava e lo affligeva ogni plenilunio.
— Ci portera' lei da Sirius, professore? — domando' d'un tratto Ron, distogliendo l'altro dai suoi pensieri.
— Esatto, signor Weasley — rispose Dumbledore — Solo io e Remus conosciamo il posto esatto in cui si trova Sirius e, dal momento che io non posso muovermi da qui, Remus ha accettato di venirvi a prendere. —
— Allora trascorrera' anche lei il Natale con noi, non e' vero? — chiese Harry speranzoso, afferrando con forza la manica della tunica di Lupin.
— L'intenzione era proprio questa… — confermo' l'ex professore di Difesa contro le Arti Oscure — …se la cosa non vi dispiace… —
— Ma scherza?! — intervenne Hermione, dopo aver fatto l'occhiolino ai compagni — Sono sicura che ci divertiremo un mondo! —
— Quand'e' cosi', allora sbrigatevi ad andare — intervenne il preside — Ma mi raccomando, ricordate che nessuno sa dove vi nascondete, quindi agite sempre con prudenza. Su, avvicinatevi: userete questi. — aggiunse quindi, mostrando loro alcuni bicchieri scheggiati posti sulla scrivania.
— Cosa dobbiamo fare? — domando' Ron, perplesso,
— Questi sono Portkeys — spiego' Lupin — Ed e' l'unico modo per raggiungere la villa in cui si trova Sirius. Avremmo anche potuto viaggiare via camino, ma e' bene che non sappiate il posto esatto in cui andremo. —
I tre ragazzi annuirono, afferrarono i bagagli e, dopo aver ricevuto le ultime raccomandazioni da Dumbledore, si accinsero alla partenza. Harry diede un'ultima occhiata al professor Lupin, che gli sorrise di rimando, poi chiuse gli occhi, afferro' il suo bicchiere e si lascio' trasportare dalla magia del portale.
Quando li riapri', si ritrovo' in un posto buio e maleodorante, decisamente stretto per una persona e una valigia; istintivamente, sollevo' le braccia in alto e fece scattare quella che sembrava la porta di una botola: la luce tiepida del sole invernale gli investi' il volto e, ancora intontito, riusci' a venir fuori dalla trappola in cui era rimasto rinchiuso e a respirare finalmente un po' di aria sana e pulita.
Ron e Hermione lo seguirono dopo qualche secondo, gettandosi a terra di peso e inspirando a pieni polmoni.
— Ma in che razza di posto siamo capitati?! — sbraito' il giovane dai capelli rossi, tra un colpo di tosse e l'altro.
— Vi chiedo scusa, ragazzi — disse la voce calma di Lupin alle loro spalle. I tre si voltarono e videro la faccia sorridente del professore far capolino da un contenitore dall'aspetto decisamente poco invitante.
— Ma questo e' un cassettone dei rifiuti! — noto' Ron, impallidendo — Siamo sbucati in un cassettone dei rifiuti?!? —
Lupin si puli' la tunica alla meno peggio, poi sorrise con aria imbarazzata.
— Quando era in vita, la zia di Dumbledore ha collegato i bicchieri a questo cassettone piuttosto che alla villa, per evitare che qualcuno potesse comparirle in casa all'improvviso e spaventare i suoi ospiti babbani: purtroppo questo era l'unico posto insospettabile dei dintorni dove poter arrivare e nascondere i bicchieri. Una volta fattaci l'abitudine, non e' poi tanto scomodo… — termino' l'uomo, riponendo i Portkeys all'interno del minuscolo cassettone.
— Ora capisco perche' il preside ci ha consigliato di portare bagagli piu' piccoli dei bauli... — affermo' Hermione.
— Siamo finiti in un contenitore della spazzatura… — ripete' Ron allibito, come se non riuscisse a farsene una ragione.
Harry lo ignoro' e si guardo' intorno, cercando di capire dove potesse trovarsi la villa in cui era nascosto Sirius, ma non vide altro che un vasto prato innevato ed alti alberi che lo ricoprivano a mo' di cupola.
— Questo e' il parco che circonda la casa — gli spiego' Lupin — Seguiamo questo viottolo ed arriveremo all'ingresso. —
I quattro si incamminarono quindi lungo il sentiero e, dal momento che Ron continuava a borbottare, Hermione gli piazzo' tra le braccia il suo borsone, asserendo che, se aveva tanto fiato da sprecare, avrebbe fatto meglio ad adoperarlo per trasportare i bagagli.
— Siamo arrivati — disse Lupin, fermandosi di colpo e indicando qualcosa con la mano. Con loro grande stupore, i ragazzi si trovarono a fissare una lussuosa villa a tre piani, con un ampio patio antistante la parte frontale della casa e una lunga arcata che conduceva all'entrata. Le mura erano bianche, rifinite d'azzurro, con numerose finestre che si affacciavano sul giardino e fregi architettonici di indubbio valore artistico, almeno a dar fede ai babbani ricordi culturali di Hermione, che sciorino' pregi e caratteristiche degli stili dorico, ionico e corinzio.
— Non pensavo che la parente del preside fosse cosi' ricca — affermo' Harry, mentre con i compagni raggiungeva il professor Lupin, che aveva gia' aperto la porta d'ingresso. — Crede che sia sicuro per Sirius restare in una casa cosi'… vistosa? —
— Non c'e' da preoccuparsi per questo — lo rassicuro' l'altro, entrando — Bisognerebbe andare a studiare l'albero genealogico di Dumbledore e visitare le abitazioni di decine e decine di altri parenti, prima di giungere fin qui. E anche se qualcuno ci arrivasse, troverebbe soltanto un povero ex professore, a cui Dumbledore ha prestato la casa, ed il suo cane… —
Harry sospiro' di sollievo a quella risposta e segui' Lupin all'interno dell'abitazione, che si rivelo' ancora piu' elegante e lussuoso della facciata esterna: un ampio salone che fungeva da anticamera si apri' davanti ai suoi occhi, ricolmo di statue, dipinti ed arazzi, che pero' non toglievano luminosita' alla stanza, grazie a due grandi portafinestre che occupavano quasi interamente la parete opposta all'ingresso. In fondo, sulla sinistra, si ergeva una larga scalinata di marmo che conduceva ai piani superiori, mentre due grossi archi, agli altri due lati della camera, collegavano l'atrio con i restanti locali del piano terra.
Harry noto' un cane nero affacciarsi dall'arcata alla sua destra e non pote' trattenere un'esclamazione di gioia; un attimo dopo era gia' tra le braccia del suo padrino che, dopo aver ripreso sembianze umane, era stato letteralmente travolto dal figlioccio che non vedeva da mesi. Sirius ricambio' la stretta e i due rimasero in silenzio per qualche secondo, mentre Lupin, Ron e Hermione osservarono la scena senza interferire; soltanto quando Sirius si allontano' un po' da Harry per fargli notare quanto fosse cresciuto, i due ragazzi si avvicinarono a Black e gli strinsero la mano, ringraziandolo per l'invito.
— Beh, non pensavo avreste reputato divertente trascorrere il Natale con un pericoloso evaso — disse l'uomo — Ma sono contento che abbiate deciso di accompagnare Harry. —
— Ragazzi, ora porteremo le valigie nelle vostre stanze — intervenne Lupin — Poi, se vi va, faremo un giro della casa, cosi' potrete orientarvi meglio. — E, detto questo, afferro' la sua bacchetta e fece sollevare i bagagli nell'aria, indirizzandoli verso le scale. Il professore sali' quindi al piano superiore, seguito da Harry, Ron, Hermione e Sirius, volto' a destra e si fermo' davanti all'ultima porta, alla fine del lungo corridoio.
— La casa e' molto grande e ognuno di voi avrebbe potuto avere la propria stanza, ma io e Sirius abbiamo pensato che forse avresti preferito continuare a dormire con Ron, Harry. Hermione, la tua camera invece si trova proprio di fronte a questa. Ecco… — disse Lupin, e con la mano libera dalla bacchetta spalanco' la porta e fece volare i bagagli all'interno, poggiandoli poi, delicatamente, sul pavimento.
La stanza di Hermione era piuttosto grande e luminosa, grazie ad una finestra che affacciava su un lato della villa e ad un terrazzino che dava sul retro, da dove si poteva godere una panoramica visione della collina poco distante. La camera di Ron e Harry era leggermente piu' grande, ma con un solo balcone che si apriva sulla facciata frontale della casa e, quindi, sull'ampio patio e sugli alti alberi del parco circostante.
— E' fantastico! — si entusiasmo' Hermione — Qui si respira un'aria purissima ed e' tutto cosi' tranquillo… Il posto ideale per studiare! —
Harry, Ron e Sirius la fissarono con uno sguardo decisamente perplesso, mentre Lupin si limito' a sorriderle e ad indicarle qualcosa con la mano.
— Allora immagino che ci sia qualcosa che potrebbe interessarti… Hai visto quella grossa porta vicino alle scale, quando siamo saliti? Quella e' la biblioteca, e scommetto che vi troverai dei testi molto interessanti… —
La ragazza quasi grido' di gioia e si sarebbe sicuramente precipitata nel luogo dei suoi sogni senza indugiare oltre, se Ron non l'avesse trattenuta.
— Aspetta Hermione! Finiamo prima di vedere la casa almeno! —
— Cosa c'e' in quest'ala della villa? — chiese Harry, guardando con curiosita' le porte chiuse che si succedevano lungo il corridoio.
— Un altro paio di camere da letto, i bagni, la biblioteca e la sala di lettura. Alla sinistra delle scale, ci sono altre stanze, di cui molte ormai vuote. — spiego' velocemente Sirius — Ma adesso scendiamo, cosi' potrete vedere il salone e la serra in giardino. —
Continua…
