3.
Nonostante l'evidente broncio di Hermione, i ragazzi decisero di proseguire la visita della villa e, giunti al piano inferiore, la loro attenzione fu attirata da alcuni bisbiglii che provenivano dalla parete opposta alla scalinata. Cinque uomini, ritratti su altrettanti dipinti, stavano confabulando tra loro e sembrava che avessero un'aria piuttosto offesa; Harry, Ron e Hermione si avvicinarono per osservarli meglio, ma questi girarono il viso e fecero finta di ignorarli.
— Ahi ahi, Remus… Mi sa che abbiamo dimenticato di fare le dovute presentazioni… — disse Sirius, con tono volutamente ironico — Ragazzi, vi trovate dinanzi a Sir William Toldstone, Leon Greensbourne, Pierre Allard, Delphus Kent, Iwan McGregor. I cinque mariti della padrona di questa casa. —
— Cinque… —
— …mariti?!? —
Harry e Ron fissarono i quadri sbigottiti, poi si voltarono verso Black, che annui' col capo.
— Tsk… i giovani d'oggi non conoscono affatto l'educazione! — borbotto' il mago che era stato introdotto per primo, Sir Toldstone, un uomo piuttosto anziano, calvo, ma con una barba talmente lunga e folta da non entrare nella tela.
— Non essere cosi' permaloso, Willie petit — lo richiamo' bonariamente un giovane affascinante due quadri piu' in la', con un basco blu sul capo e uno spiccato accento francese — Hai sposato la cara Penny pur essendo molto piu' vecchio di lei, ma non per questo devi odiare tutti i giovani… —
— Taci, Allard! — sbraito' l'anziano — E portami il rispetto che si conviene ad un nobile! —
— Deprimente… — disse il penultimo mago, un uomo di mezz'eta', con i capelli brizzolati ed un'espressione altezzosa. — I Kent, cui io appartengo, sono una delle famiglie piu' importanti del mondo magico. I titoli nobiliari sono solo squallide concessioni babbane dirette a compensare la mancanza di valore di un vero mago. —
— Io sono un mago purosangue, Kent! — sbraito' Sir William.
— Io vorrei solo capire perche' tutti i nobili si chiamano William — sbadiglio', con aria annoiata, il secondo e ultimo giovane uomo del quintetto, Leon Greensbourne — Ah… e tu, Pierre… smettila di palparmi il sedere!!! —
— Ma insomma! — lo ripresero all'unisono Black e Lupin, mentre i tre ragazzi fecero un passo indietro, spaventati. Iwan McGregor, che si era nel frattempo addormentato con la testa appoggiata ad una mano e la bocca aperta, si sveglio' di soprassalto e suono' tre volte la sua cornamusa, facendo tintinnare pericolosamente i vetri delle finestre e costringendo sia i vivi che i defunti a tapparsi le orecchie con forza per evitare la distruzione dei timpani.
— Dannazione, McGregor! — tuono' Sir Toldstone — Non c'e' nessun attacco, ne' evasione, ne' rivolta, quindi piantala di suonare quell'affare!! —
— Non riesco a capire come Penny, dopo la mia morte, abbia potuto sostituirmi con quell'… con quell'… essere… — borbotto' Delphus Kent, con aria offesa e stizzita — E non era nemmeno un Auror cosi' potente… —
Nel sentire quelle parole, l'attenzione di Harry si ridesto' immediatamente e il ragazzo volse lo sguardo verso l'ultimo dipinto, dove pero' Iwan McGregor si era gia' profondamente addormentato. Harry comprese di trovarsi di fronte a quello che, con ogni probabilita', era l'Auror piu' tocco della storia, ma non ebbe il tempo di sentirsi deluso: il professor Lupin lo afferro' per le spalle e fece il gesto di trascinarlo via, insieme a Ron e Hermione.
— Credo che abbiate visto e sentito abbastanza… — mormoro', ancora imbarazzato per il "rimprovero" che Greensbourne aveva rivolto ad Allard. Quest'ultimo si aggiusto' il ciuffo con un gesto che avrebbe dovuto essere sensuale e squadro' Lupin da capo a piedi, senza che il volto perdesse il suo sorriso affascinante.
— Non essere in collera con me, Remus… Sai che mi piacciono le persone gentili e delicate. — affermo' poi, abbassando la voce di qualche tono, mentre Hermione lo guardava incantata — Quando ti deciderai ad appendermi in camera tua? Un uomo come te non puo' stare da solo… —
— ADESSO BASTA! — Sirius si frappose tra Lupin e il quadro e fisso' Allard con aria minacciosa. — Cerca di contenerti, qui ci sono dei ragazzi! —
— Anche tu mi piaci, Black… con questo carattere cosi' impetuoso e passionale… —
— PIANTALA! — ruggi' Sirius, e giro' il quadro verso il muro affinche' il caloroso Pierre potesse calmare i suoi bollenti spiriti.
— Non potresti spostarmi da qui? — chiese Greensbourne, quasi supplicando — E' una tortura averlo accanto… —
— Uomini o donne… per lui vanno bene tutti… Cose dell'altro mondo! — sbotto' Sir Toldstone, ma nessuno gli diede retta, poiche' Sirius, Lupin e i ragazzi si erano gia' spostati alla parete accanto per osservare un altro dipinto, molto piu' grande degli altri e racchiuso in una cornice d'oro, finemente cesellata. Sulla tela era ritratta una donna dall'aspetto nobile, con i capelli biondi legati in un semplice chignon, gli occhi neri risaltati da un eyeliner marcato dello stesso colore e un sorriso che ai tre ragazzi parve molto simile a quello di Fred e George, quando erano sul punto di mettere in atto uno dei loro scherzi. La dama indossava un vestito bordeaux con ricami dorati sul corpetto e stringeva tra le mani un ventaglio, fatto di stoffa e di piume lunghe e sottili.
— Questa e' Lady Penelope Dumbledore — disse Lupin — Proprietaria di questa casa e zia del vostro preside, nonche' strega abilissima in magie dimensionali e donna poco incline ai compromessi e alle convenzioni. —
— Per questo non indossava la tunica? — noto' Hermione, fissando il ritratto con un'aria non del tutto convinta.
Harry si aspetto' che Lady Dumbledore replicasse, ma il dipinto rimase muto e perfettamente immobile, cosa insolita per il quadro di una strega. Istintivamente, si avvicino' un po' di piu' alla tela, imitato da Ron, credendo entrambi che la donna non avrebbe parlato per prima, se essi non si fossero presentati. Harry fisso' con decisione gli occhi neri della strega e fece per aprir bocca, ma improvvisamente gli parve che una nuvola di vapore fuoriuscisse dal quadro, ricoprendo il viso di Lady Dumbledore di una strana cortina grigia.
— BWAHHHHH!!! —
Un grido disumano si sparse per la stanza, e Harry sfodero' immediatamente la sua bacchetta, mentre Ron fece un salto, nascondendosi alle sue spalle; anche Hermione afferro' la sua bacchetta e, contemporaneamente, la mano del professor Lupin che era accanto a lei.
Il vapore grigio si stacco' dalla tela e si condenso' davanti ai loro occhi in quella che, a prima vista, sembrava una sagoma umana; un secondo dopo, Harry si ritrovo' a fissare il fantasma di una donna piuttosto anziana, con i capelli raccolti in uno chignon e il viso contratto in una buffa smorfia che, nelle intenzioni originarie, avrebbe forse dovuto avere l'effetto di spaventare i ragazzi.
— BUUUUUU!!!! — grido' infatti il fantasma, ma l'unica emozione che riusci' a provocare fu soltanto un generale senso di sbigottimento e perplessita'.
— Ragazzi, vi presento Lady Penelope Dumbledore — rise Sirius, mentre osservava la faccia delusa della donna. — Questi sono Harry, Ron e Hermione, e sono studenti di Hogwarts, Lady Penny. Non li spaventera' mai con le sue apparizioni. —
— Beh, se almeno non usasse questi improvvisi effetti scenici… — mormoro' Ron, come se parlasse a se stesso. — Ma davvero quello e' il fantasma di una signora tanto bella?! — aggiunse poi incredulo, a voce piu' alta, indicando il quadro.
Lo spirito gli si avvicino' e lo fisso' in volto con aria offesa, mentre il labbro inferiore comincio' a tremare visibilmente. Ron temette che potesse scoppiare a piangere o, peggio ancora, iniziare una scenata isterica da un momento all'altro, ma tutto cio' che vide fu soltanto una bocca spalancata e una lunga lingua trasparente venir fuori da essa.
— BWAHHHHHH!!! —
— ARGHHHH!!! — urlo' il ragazzo, nascondendosi dietro la schiena di Harry e facendosi scudo con il suo corpo.
— Visto? Riesco ancora a spaventare qualcuno! — asseri' Lady Dumbledore con malcelata fierezza, rivolgendosi ai due adulti.
— Non ho urlato perche' lei e' un fantasma — puntualizzo' Ron, scostandosi da Harry e poggiando le mani sui fianchi a mo' di sfida — ma perche' tutti si spaventerebbero se qualcuno gridasse in quel modo e all'improvviso! —
— Questo ragazzo e' divertente… mi piace! — affermo' la donna, facendo schioccare le dita, con gran sorpresa di tutti. — Anzi, mi piacciono tutti e tre… sebbene avessi sperato nell'arrivo di altri baldi giovanotti, proprio come voi… — concluse, ammiccando in direzione di Lupin e Black, che distolsero il viso con fare noncurante.
Lo spettro si avvicino' quindi a Harry, osservandolo attentamente da tutte le angolazioni e, poi, volo' da Hermione che, pur avendo lasciato la mano del professor Lupin, non aveva ancora abbassato la bacchetta, forse temendo un nuovo attacco urlante da parte dell'entita'.
— Questi due non sono tanto male — le sussurro' invece la donna — ma mi sembrano un po' sbarbatelli… Tu sei molto graziosa: fidati di un'esperta, guardati attorno e non fermarti mai al primo! —
Le guance di Hermione si colorarono di una leggera sfumatura di rosa, ma piu' per la vergogna che per l'imbarazzo.
— Ehm… grazie del consiglio, milady… —
— Chiamatemi Lady Penny, ragazzi! E benvenuti nella mia ex villa! Ho visto che avete gia' conosciuto i miei mariti, tutti morti prematuramente, povera me… Non ho mai avuto fortuna con gli uomini! —
— Diciamo pure che erano quelli che sposava a non essere abbastanza fortunati… — mormoro' Ron all'orecchio di Harry, mentre quest'ultimo cercava di soffocare una risatina — Ne ha sepolti cinque… —
— Poi sono morta con il grande rimpianto di non aver incontrato l'uomo della mia vita! — continuo' Lady Penny, volteggiando fino al soffitto e aprendo le braccia in un tragico gesto teatrale.
— Voleva sposarsi ancora?! — dissero all'unisono i tre ragazzi, stentando a credere alle proprie orecchie.
— Il matrimonio e' un passo importante — riflette' il fantasma, mentre scendeva di nuovo alle loro altezze — Bisogna pensarci bene, prima di scegliere la persona con cui condividere la vita… Ma io ho un debole per gli uomini belli, che ci volete fare? — rise poi, andando a sberleffare i ritratti dei suoi cinque mariti appesi alle pareti.
La parola "matrimonio" provoco' in Harry un pesante senso di inquietudine, poiche' di colpo il ragazzo ricordo' che le sue vacanze natalizie in quella casa avrebbero dovuto avere anche un altro scopo.
— Harry, c'e' qualcosa che non va? — gli chiese Lupin, notando che il giovane si guardava intorno con circospezione.
— Ah… no, nulla. Mi chiedevo se ci fosse… anche un elfo di casa, ecco! —
— In questa villa ci siamo soltanto noi — spiego' Sirius, fissandolo senza capire — D'altronde nessuno deve sapere dove ci troviamo… —
— Si', hai ragione! — si affretto' ad aggiungere Harry, decisamente sollevato. Quello non era certo un gran traguardo, ma sapere che la presunta innamorata di Sirius non avrebbe trascorso quei giorni insieme a loro rappresentava un indubbio vantaggio che il ragazzo non aveva intenzione di perdere.
Lupin li condusse quindi a visitare le altre stanze del piano terra e il giardino, finche' Sirius non venne ad avvisarli che la cena era pronta; mangiarono uno strano stufato di verdure rosa, molto nutriente, almeno a sentire Lady Penny, ma del tutto privo di gusto, e degli spiedini di bacche rosse che emanavano flebili lamenti ogni volta che venivano masticate.
Con grande sollievo di tutti, Lupin annuncio' che il giorno dopo avrebbe fatto personalmente la spesa per il pranzo di Natale e, decisamente confortati da questa buona notizia, i ragazzi trascorsero un'altra ora con i due adulti, raccontando loro le ultime novita' di Hogwarts, mentre mangiavano Chocolate Frogs per compensare la scarsa soddisfazione avuta dalla cena.
Dopo aver augurato la buonanotte a Sirius, Lupin e Lady Penny, che approfitto' dell'occasione per avvisarli che il terzo piano della villa era stato destinato a suo uso esclusivo, i ragazzi salirono alle loro camere e Hermione segui' i due compagni nella loro stanza, prima di ritirarsi nella propria.
— Hai sentito quello che ha detto Sirius, Harry? — comincio', non appena si chiuse la porta alle spalle. — La sua donna misteriosa non e' qui e noi dobbiamo adoperare al meglio quest'occasione per indagare. —
— Indagare? — ripete' Ron, gettandosi a sedere sul letto.
— Dobbiamo approfittare del fatto che il professor Lupin trascorrera' le vacanze con noi e trascinarlo dalla nostra parte. — continuo' Hermione, non senza aver lanciato un'occhiata seccata all'amico, colpevole, secondo lei, di non giungere mai a deduzioni tanto ovvie. — Se Sirius e' innamorato, non sara' facile convincerlo ad aprire gli occhi, ma se avessimo l'appoggio di un amico di cui si fida, guadagneremmo molte piu' possibilita'. —
— Visto che sono cosi' amici, Lupin conoscera' gia' la fidanzata di Sirius, non ti pare? — sbotto' Ron, lieto di aver trovato una debolezza nella teoria della compagna — E se non gli ha detto nulla contro di lei, vorra' dire che anche lui ritiene che questa donna sia a posto. —
— Chi ti dice che non stia provando a dissuaderlo? — replico' Hermione — Magari ha deciso di fermarsi qui proprio per questo! —
— Io credo che parlarne con Lupin sia una buona idea — intervenne Harry che, fino a quel momento, era rimasto in silenzio ad assistere allo scambio di battute dei due amici. — In un modo o nell'altro ci sapra' consigliare, come ha sempre fatto. Piuttosto, ora ho un altro problema da risolvere: Ron, credi che potrei chiedere un favore urgente a tua madre? —
Continua…
