8.
— Ammetto che all'inizio non ero d'accordo con la tua strampalata idea dell' "atmosfera romantica" — affermo' Hermione, senza smettere di rovistare nel grosso scatolone che aveva dinanzi — Ma devo dire che chiedere ieri a Lupin di passare un po' di tempo con Sirius e' stata proprio una mossa azzeccata da parte tua, Harry! Considerando soprattutto che erano stati lontani una giornata intera... —
Harry sospiro' e mentalmente si domando' se quella fosse stata davvero una buona idea: dalla sera prima non aveva piu' rivisto ne' Sirius ne' Lupin e aveva paura che i due avessero finito col litigare ancora, magari a causa di Snape o della donna misteriosa. E pensare che il suo cuore si era colmato di speranza quando aveva assistito alla faccenda della tunica... ora invece il suo cervello non faceva che ripetergli che si era illuso, che un amore del genere non avrebbe mai potuto nascere e che il BALL non era altro che una colossale stupidata. Forse avrebbe dovuto dare retta a Ron fin dall'inizio, ma adesso anche lui sembrava preso da tutta quella storia, sebbene non desse a vedere quanto si impegnasse.
— Chissa' cosa stara' combinando Snape... — fece notare il rossino, poggiando sul tavolo alcuni flaconi che Hermione gli aveva appena passato. — A colazione non si e' visto e in giro per la casa neppure... —
— Lady Penny mi ha detto che Lupin gli ha assegnato due camere al pianterreno e che in una ha sistemato il calderone per preparare la Wolfsbane Potion. — riferi' Harry, senza molto entusiasmo. — Forse ha davvero deciso di ignorarci tutti e di passare tutto il suo tempo rinchiuso li' dentro. Meglio cosi', non mi va di combattere anche con lui. —
— Ehi, amico... ti sento un po' giu' di tono stamattina. Eppure stiamo per entrare nella seconda fase del BALL, non sei contento? —
Harry sospiro' di nuovo e Hermione sollevo' la testa dallo scatolone per fissarlo negli occhi.
— Vorresti dirci cosa c'e' che non va? Anche se siamo in ritardo di un giorno sulla tabella di marcia, non e' successo niente di irreparabile... Se e' per Snape, vedi il lato positivo della cosa: se lui non fosse qui, Lupin si tramuterebbe in un lupo mannaro e noi non potremmo piu' mettere in pratica una sola virgola del nostro piano. —
— Sono troppo coinvolto. —
— COSA?! — esclamarono all'unisono sia Ron che Hermione.
— Avete capito bene. Mi sono lasciato prendere la mano da tutta questa storia e non ho considerato che le probabilita' di successo erano solo dell'1%... Ora che mi sto rendendo conto che forse non vivremo mai tutti e tre insieme, mi sento malissimo. Avrei dovuto agire con piu' distacco e invece... —
— Harry, ma che cavolo stai dicendo? — lo interruppe Hermione con un tono piuttosto seccato. — Cosa significa "agire con distacco"? Stiamo parlando della tua famiglia, non della scelta di un abito da comperare: e' ovvio che tu ne sia coinvolto! —
— Ci ho creduto troppo, Hermione! Ieri avevi ragione: io considero davvero Sirius e Lupin come i miei padri ed ora che so che le cose non andranno come avevo sperato, ho l'impressione di aver perso la cosa piu' importante. Se non ci avessi creduto in questo modo, ora non soffrirei cosi'! —
— Harry, qui non e' questione di crederci poco o troppo. Desideri una famiglia ed e' naturale che tu stia impiegando tutte le tue forze per realizzare questo desiderio. Stai forse dicendo che avresti preferito che il tuo fosse un capriccio momentaneo? Avresti giocato in questo modo con i sentimenti di due persone? —
Harry si appoggio' di peso contro il muro ed abbasso' il capo, come se non avesse la forza di rispondere.
— La nostra vacanza qui sta finendo. Ho paura che non potro' essere piu' cosi' felice. —
— Io ho sempre creduto che la tua fosse un'idea assurda — intervenne Ron, mettendogli una mano sulla spalla — Ma in questi giorni ho notato che questa e' davvero l'unica famiglia con la quale potresti vivere. Se il BALL non raggiungesse l'esito che speri, saresti infelice; ma se interrompessimo tutto adesso, saresti infelice lo stesso. Il risultato non cambierebbe, ma possiamo almeno fare un tentativo. Ricordi, fosti proprio tu a dirmi che comunque valeva la pena provare... —
Harry alzo' lentamente il viso, incrocio' lo sguardo speranzoso dell'amico e si senti' uno stupido: dopo i bei discorsi fatti per convincere i suoi compagni, alla fine era stato proprio lui a tirarsi indietro, e tutto questo soltanto perche' aveva paura di una delusione. Ma non sarebbe stato forse piu' deluso da se stesso se avesse rinunciato al suo proposito? E non avrebbe voluto ugualmente bene a Sirius e Lupin, pur se non fossero finiti insieme?
— Continuiamo. — asseri' deciso, facendo sorridere sia Ron che Hermione. — E se il risultato non dovesse essere positivo, spero almeno che il professor Lupin possa vivere vicino a noi... —
— Cosi' si parla, Harry! — lo incito' Hermione — Guarda qui, ho gia' trovato quasi tutti gli ingredienti per la nostra pozione. E' stato un bene che Lady Penny conservasse ancora queste cose, ho scovato tutto quello ci occorre per dare un tocco di luminosita' ai capelli di Lupin. C'e' solo un problema... —
— E quale sarebbe? — si spavento' Ron, dopo aver sistemato nuovamente tutti i flaconi e le boccette all'interno dello scatolone.
— Perche' la pozione agisca anche sui capelli grigi, ho bisogno di un altro ingrediente, ma purtroppo non ricordo quale... —
— E come mai? Hermione, mi stupisco di te... — la canzono' Ron.
— Idiota... Io non ho mai avuto bisogno di tingermi i capelli, e' ovvio che non ricordi alla perfezione la preparazione. Ho cercato in biblioteca il testo che dovrebbe contenere la ricetta, ma non l'ho trovato. A questo punto, l'unica cosa da fare e' chiedere a Lady... —
— HO DETTO... FUORI DI QUI!!!! —
L'urlo improvviso che risuono' nella villa giunse fino alle orecchie dei ragazzi rinchiusi in cantina: per lo spavento, Hermione fece quasi cadere le boccette che aveva in mano, mentre Ron, facendo un passo all'indietro, inciampo' nello scatolone e sarebbe finito rovinosamente a terra se Harry non l'avesse afferrato in tempo
— Co-cos'e' stato? — balbetto' Ron.
— Mi e' parso che provenisse dalla stanza sopra a questa — noto' Harry — Andiamo a controllare! —
I tre ragazzi si precipitarono sulle scale che dalla cantina conducevano al pianterreno e, giunti in cima, si trovarono ad assistere ad una scena davvero inaspettata: Lady Penny svolazzava, con la sua solita allegria, di fronte alla porta di una camera, all'entrata della quale stava un livido Snape, ovvero colui che aveva appena lanciato quell'urlo terrificante.
— Andiamo, Severus... fammi stare un po' nel tuo studio... sei un giovanotto cosi' affascinante... —
Harry sbatte' le palpebre piu' volte, sconvolto dall'affermazione di Lady Penny, e noto' che anche i suoi compagni mostravano sul viso la stessa espressione allibita.
— Non ho alcuna intenzione di avere un fantasma che mi ronza intorno quando lavoro, quindi... FUORI DAI PIEDI! —
— Ma almeno fammi rimanere nella tua camera da letto... — gli sussurro' il fantasma e, dopo avergli fatto l'occhiolino, spari' oltre il muro della stanza accanto.
— MALEDETTA VECCHIA! — urlo' Snape di nuovo e, afferrata la bacchetta, si precipito' dietro lo spirito, senza preoccuparsi di chiudere la porta dello studio.
Harry senti' l'urgente bisogno di ridere e anche Ron aveva evidentemente la stessa necessita', data l'innaturale contrazione delle sue mascelle; i due ragazzi si scambiarono un'occhiata e cercarono di soffocare le risate nascondendo il viso tra le mani, ben sapendo che non sarebbe stata una grande idea ridere a crepapelle con Snape a pochi passi da loro.
— Harry! Ron! Guardate! — li richiamo' sottovoce Hermione, dopo un attimo.
I due amici si girarono verso la ragazza e videro che si era accostata allo stipite della porta rimasta aperta, come se volesse osservare meglio l'interno della stanza. Anche Harry e Ron si avvicinarono, ma non notarono nulla di particolare, a parte il grosso calderone situato al centro della camera, all'interno del quale stava bollendo una pozione. Per il resto, l'arredamento ricordava quello di un semplice studio: una scrivania accanto alla porta e scaffali lungo tutte le pareti, sui quali Snape aveva sistemato alcuni ingredienti per le sue pozioni. Harry immagino' che probabilmente il professore avrebbe approfittato di quella sua permanenza forzata nella villa di Lady Dumbledore per esercitarsi nella preparazione di chissa' quale strano tipo di intruglio, ma non ebbe il tempo di preoccuparsene come avrebbe voluto. Hermione, infatti, richiamo' di nuovo la sua attenzione, stavolta su un libro appoggiato sulla scrivania.
— E' quello il testo che cercavo per la nostra pozione. Deve averlo preso Snape dalla biblioteca... Se soltanto riuscissi a darci un'occhiata, potrei controllare quale sia l'elemento mancante... —
Ma non appena Hermione alzo' il piede per entrare nella stanza, Lupin e Sirius giunsero correndo dall'altro lato del corridoio e, contemporaneamente, Snape usci' dalla sua camera da letto, con la bacchetta tra le mani e l'espressione furiosa.
I tre ragazzi arretrarono di un passo, ma nessuno sembro' far caso alla loro precedente, sospetta posizione.
— Severus, cosa e' successo? — chiese Lupin, preoccupato. — Ti abbiamo sentito gridare. —
— Lupin, un'altra intrusione di quel diavolo di un fantasma e me ne torno a Hogwarts, chiaro? —
— Non prendertela cosi', Lady Penny adora scherzare, ma non e' cattiva. Adesso le parlo e... —
— Ci ho gia' pensato io a darle una lezione, non ho certo bisogno delle tue maniere affettate! —
— Bada a come ti rivolgi a lui, Snivellus! — intervenne Sirius, serrando i pugni. — E ricordati che, se io invece non ti ho ancora dato una lezione, e' solo perche' Remus ha bisogno di quella dannata pozione per non trasformarsi! —
— Sirius, non ricominciamo... — cerco' di bloccarlo Lupin con un'occhiataccia.
— Io mi preoccuperei di ben altri problemi se fossi in te, Black... Hai gia' parlato a Potter di quella persona? Sono proprio curioso di vedere la sua reazione... —
Harry senti' il cuore balzargli in gola e non oso' guardare in faccia Sirius; lo udi' solo bofonchiare un "maledetto bastardo", prontamente interrotto pero' dalla chiara voce di Lupin.
— Questi non sono affari che ti riguardano, Severus. Sbaglio, o avevamo raggiunto il compromesso in base al quale ognuno di voi avrebbe ignorato l'altro? Bene, allora cercate di rispettarlo. Tutti e due. — specifico' Lupin, con un tono di voce che non ammetteva obiezioni.
Senza dire nemmeno una parola, Snape rientro' nello studio e sbatte' la porta alle sue spalle, mentre Sirius si incammino' lungo il corridoio, borbottando qualcosa tra se' e se'. Lupin lo osservo' allontanarsi, poi scosse il capo sorridendo e si rivolse ai ragazzi.
— Abbiate pazienza anche voi, e' solo per poco. Tornate pure a studiare e scusate se vi abbiamo interrotto. —
— Come possiamo fare? — si chiese Hermione, mentre salivano le scale per recarsi al piano superiore. — Ho bisogno di quel libro per scoprire l'ingrediente mancante, e sono convinta che, se glielo chiedessi, Snape non me lo presterebbe mai. —
— BWAHHHHH!!! —
— ARGHHHH!!!! —
Lady Penny era sbucata all'improvviso da una parete, con la faccia capovolta e le mani al posto dei piedi e viceversa; i tre ragazzi si addossarono di scatto alla ringhiera della scalinata e fissarono stravolti quell'orrida figura che, come se non bastasse, aveva arrotolato la lingua intorno al collo, a mo' di sciarpa.
— Lady Penny! — quasi urlo' Harry — E' stato Snape a ridurla cosi'? —
Il fantasma scoppio' in una fragorosa risata e, prima di rispondere, restitui' alle varie parti del suo corpo la loro posizione naturale.
— Figuriamoci! Questa e' tutta opera mia! E finalmente sono riuscita a spaventare dei ragazzi di Hogwarts... —
— Non e' stato per niente divertente — Il viso di Hermione, estremamente pallido, aveva assunto un'espressione seria ed offesa. — Snape ha detto che le aveva dato una lezione e noi eravamo preoccupati... —
— Nessuno puo' darmi una lezione, ragazza mia! Mi sono divertita un po' con quel giovanotto, e' una persona davvero interessante... —
— Interessante?! Snape?!? — ripete' Ron, decisamente stupito.
— Ah, se solo fossi ancora viva... — sospiro' Lady Penny con aria sognante — Piuttosto, ho sentito che avete dei problemi. Se posso esservi utile... —
Hermione la squadro' con aria attenta e un angolo delle sue labbra si sollevo' per formare un sorrisetto furbo.
— Dobbiamo consultare un libro che si trova nello studio del professor Snape e credo proprio che lei potra' aiutarci, Lady Penny... Inoltre, abbiamo bisogno di un calderone per preparare una pozione e di un posto tranquillo dove nessuno possa disturbarci... —
— Per questo non c'e' problema! Potete venire al terzo piano e troverete tutto quello che vi occorre. Per quanto riguarda Snape, immagino che tu voglia che io lo tenga occupato per un po', giusto? — concluse il fantasma, strizzando l'occhio. — Devo ammettere che questo piano mi alletta molto... —
Hermione sorrise, poi fece cenno agli altri di seguirla nuovamente giu' al pianterreno, dove spiego' sottovoce le sue intenzioni.
— Lady Penny fara' in modo di trattenere Snape fuori dallo studio per un po' e noi ne approfitteremo per leggere l'ingrediente mancante sul libro. Niente di piu' semplice, no? —
— Ah, ragazzi... siete qui! —
Lupin fece capolino dall'arcata della parete laterale dell'androne e i quattro ammutolirono di colpo, fissandolo come se fossero stati colti in castagna.
— Hermione, l'altro giorno mi hai detto che hai ancora qualche problema con il tuo Patronus Charm. Se ti va, possiamo parlarne... —
— O-ora?! —
— Beh, si'... dato che ho un po' di tempo... Ron, perche' non vieni anche tu? —
I ragazzi lo fissarono senza rispondere, e tocco' a Harry intervenire, affinche' Lupin non si insospettisse.
— Andate pure, accompagnero' io Lady Penny per quella sua... ehm... commissione. —
Ron e Hermione si scambiarono un'occhiata, poi annuirono debolmente e seguirono Lupin nel salone, non prima di aver guardato Harry un'ultima volta ed avergli raccomandato, con un cenno della mano, di fare attenzione.
Il piano si svolse esattamente nel modo previsto da Hermione: Lady Penny irrito' di nuovo Snape e lo costrinse ad uscire dalla stanza per inseguirla, mentre Harry ne approfitto' per intrufolarsi nello studio e sfogliare il libro che gli aveva mostrato l'amica. Trovo' quasi subito la pozione che gli serviva e lesse velocemente gli ingredienti, confrontandoli con quelli gia' in loro possesso. Giro' la pagina e finalmente scovo' l'ultimo, quello mancante: branchie di pesce essiccate.
— Speriamo solo che Hermione le abbia... —
— Perche' rischiare? Prendi queste! —
Harry si volto' di scatto e vide Lady Penny che trafficava intorno agli scaffali su cui Snape aveva sistemato i suoi barattoli.
— Lady Penny! Cosa ci fa lei qui?! E Snape?! —
— Tranquillo, e' stato bloccato da Pierre che gli sta facendo il terzo grado sul suo rapporto con Remus... — gli spiego' il fantasma, mentre gli indicava qualcosa. — Qui ci sono le branchie di pesce: prendile e sparisci... Severus non mi sembra un tipo molto paziente, e a quest'ora avra' gia' dato il benservito al mio caro maritino... —
Harry afferro' le branchie da un flacone piuttosto grande e si precipito' fuori dalla stanza, dopo aver ringraziato il fantasma; per evitare di incrociare il suo odiato professore, usci' in giardino dalla portafinestra della camera di fronte e, dopo aver fatto il giro della villa, raggiunse Ron, Hermione e Lupin e trascorse con loro il resto della mattinata.
Soltanto dopo pranzo, i tre poterono salire con Lady Penny al terzo piano della casa per iniziare la preparazione della pozione. La nobildonna mostro' con un certo orgoglio l'area in cui viveva, sebbene i ragazzi non riuscissero a capirne il motivo: a differenza degli altri due piani, non esistevano stanze, ma solo un ampio spazio ricolmo delle cose piu' disparate; sulle pareti era rappresentato un paesaggio tropicale, con alti alberi dai frutti strani e scimmie che saltavano da un ramo all'altro, mentre nel soffitto nuotavano pesci vivi, compresi un tritone e una sirena.
— Scusate il disordine — esordi' il fantasma — Ma ieri c'e' stato un uragano e il vento ha combinato parecchi pasticci... Le scimmie, pero', sono ritornate a giocare sugli alberi, quindi il tempo sara' bello per un po'. Hermione, li' c'e' un calderone. —
La ragazza si allontano' dal muro su cui stava osservando con curiosita' una scimmia che le stava facendo la linguaccia e comincio' a preparare tutti gli ingredienti che le occorrevano per la pozione.
— Non abbiamo pensato a come spingere Lupin ad usarla, pero'... — noto' Harry.
— Dobbiamo sostituire lo shampoo che usa normalmente con questo. — riflette' Ron — Ma qualcuno ha idea di dove si trovi la sua camera? —
Harry scosse il capo.
— Ora che ci penso, non so nemmeno dove dorma Sirius... Piuttosto, credete che ora dovremmo comunque parlare a Lupin della donna di Sirius? Da come ha risposto a Snape prima, sembra che sappia qualcosa... —
— Lascia perdere, Harry. — gli disse Hermione, mescolando una sostanza biancastra nel calderone. — E' meglio non fargli capire che tu non sei d'accordo o potrebbe cominciare a sospettare qualcosa. Tornando alla nostra questione principale, dovremmo far si' che Lupin usi questa lozione stasera stessa, per non perdere altro tempo. —
— L'unico modo per spingere una persona a lavarsi i capelli e' sporcarglieli. — asseri' Lady Penny, incrociando le braccia con fare deciso.
Harry, Ron e Hermione si scambiarono una lunga occhiata, poi si lasciarono scappare una risata liberatoria, che coinvolse anche Lady Penny e le scimmie alle pareti, che decisero di festeggiare i loro nuovi amici con un'audace gara di lancio di frutti esotici.
— Allora agiremo questa sera. Prima di cena. —
Continua...
