10.

Il giorno dopo, Hermione parti' di buon'ora per Koder, dopo aver chiesto il permesso sia a Lupin che a Sirius; Harry e Ron avevano promesso all'amica di tenere occupate quelle ore studiando, ma dopo nemmeno trenta minuti erano gia' nel salone a giocare a scacchi e a sgranocchiare noccioline.

— Secondo voi, qual e' l'essenza che Severus preferisce? — domando' Lady Penny, girando vorticosamente intorno ai due ragazzi. — La rosa selvatica o la menta? —

— L'aglio. — rispose Harry, scatenando in Ron un attacco di risa. — O qualunque altra cosa lo tenga lontano da noi... —

— Andiamo, Severus e' cosi' affascinante con quell'aria da tenebroso incompreso! Se solo fossi ancora viva, l'avrei gia' gettato sul letto per insegnargli due o tre cosucce... —

— Sento che sto per vomitare. — Ron fece cadere le noccioline che aveva preso in mano e si stese sul pavimento, simulando un attacco di mal di stomaco. — Come si puo' solo pensare di fare... con Snape... bleargh! —

— Gli uomini come lui nascondono molte sorprese. — sentenzio' il fantasma, fermandosi proprio sopra la scacchiera. — Comunque, cosa pensate che gli piaccia? —

— Lupin. — rise Ron, ma un'occhiataccia di Harry fu sufficiente per far desistere il ragazzo dal continuare lo scherzo.

— Volevi qualcosa, Ron? — Lupin entro' in quel momento nella stanza, seguito da Sirius, e Lady Penny gli volo' velocemente incontro per fargli la stessa domanda che aveva rivolto ai due ragazzi. — Ti ho sentito pronunciare il mio nome... No, Lady Penny, non so proprio se Severus preferisca il profumo di menta o di rosa selvatica... —

L'ex professore si sedette sul divano e Harry noto' che sembrava molto affaticato: il viso era piu' pallido del solito, smunto e segnato da profonde occhiaie scure, mentre i movimenti erano piuttosto lenti e la voce debole e stanca. Sirius si inginocchio' di fronte a lui, per trovarsi alla sua stessa altezza, e gli mise un dito sotto il mento, sollevandoglielo appena.

— Che ne diresti di una cioccolata calda, Moony? — gli chiese con voce preoccupata — Stamattina non hai fatto colazione... —

— Solo se la prepari anche per i nostri ragazzi qui. — gli rispose l'altro, sorridendo. — Avranno bisogno di forze per affrontare Hermione, quando lei scoprira' che non hanno trascorso la mattinata studiando. —

Sia Harry che Ron arrossirono, ma Sirius, dopo essersi rialzato, diede loro due pacche sulle spalle e li incoraggio' facendo l'occhiolino.

— Non vi preoccupate, ci sono cose decisamente piu' importanti! —

— Sirius! — lo rimprovero' bonariamente Lupin, ma l'altro fece una strana smorfia e spari' oltre la porta. — E' incredibile, dimentica sempre di essere in presenza di un ex insegnante... —

— Si sente bene? — gli chiese Harry di getto, mostrando di non aver sentito l'ultima battuta. — Oggi la vedo... stanco... —

Lupin si accomodo' meglio contro la spalliera del divano, e a Harry parve ancora piu' magro di quanto non fosse gia'.

— In questo periodo del mese non sono mai in grande forma — rispose l'uomo — Gli effetti della luna piena cominciano a farsi sentire e, inoltre, e' la prima volta che bevo la Wolfsbane Potion modificata... —

— Stasera starai gia' meglio, sono riuscito a migliorarla anche per quanto riguarda quest'aspetto. — Snape era entrato di soppiatto nella stanza, facendo saltare sia Harry che Ron e strappando a Lady Penny un gridolino di gioia. — Sono venuto a controllarne gli effetti, visto che si tratta di un tipo di pozione che non hai mai provato prima. — aggiunse poi in tono freddo, dopo essersi avvicinato al divano su cui sedeva Lupin.

— Severus, tesoro... — squitti' Lady Penny — Preferisci la menta o la rosa selvatica? —

— La spossatezza mi sembra particolarmente accentuata — decreto' Snape, ignorando il fantasma della nobildonna — E il colorito non e' dei migliori... Ma e' tutto perfettamente normale nelle tue condizioni. Voglio solo esaminare lo stato degli occhi e delle pupille. — continuo' e, dopo aver appoggiato una mano sul muro, si abbasso' verso Lupin e si avvicino' pericolosamente al suo viso.

Harry senti' il cuore balzargli in gola e, senza pensarci un attimo, si precipito' verso il divano e si frappose con forza fra i due, costringendo Snape ad allontanarsi di scatto.

— POTTER! Cosa diavolo credi di fare?! —

— Il professor Lupin sta benissimo e c'e' gia' Sirius che si prende cura di lui! — rispose il ragazzo con tono agitato, continuando ad ergersi come una barriera contro l'odiato professore.

— Sirius, eh? — ripete' Snape sarcasticamente — Lascia che ti spieghi in che modo Black si prende davvero cura di lui... —

— Severus! — Lupin si era alzato in piedi e aveva spostato Harry di lato con una forza inaspettata, ponendosi dinanzi al suo ex collega per guardarlo freddamente negli occhi. — La Wolfsbane funziona molto bene, grazie. —

Snape ricambio' quello sguardo di ghiaccio, poi sollevo' un angolo delle labbra in un ghigno sarcastico e volse le spalle per andarsene.

— Da questa sera gli effetti del plenilunio saranno piu' forti. Non potendo trasformarti, sarai estremamente nervoso e iperattivo, riferiscilo pure a Black... —

Soltanto quando Snape ebbe oltrepassato la porta, Lupin si rilasso' e torno' nuovamente a sedersi sul divano, invitando Harry a fare altrettanto.

— Professore, mi dispiace. — si scuso' il ragazzo, imbarazzato.

— So che non ti fidi di Snape, Harry. Ma non devi preoccuparti eccessivamente: non mi farebbe mai del male, ne' avvelenerebbe la pozione. —

Harry scambio' un'occhiata fugace con Ron e preferi' evitare di dire a Lupin quale fosse la sua vera paura, anche perche' Sirius era appena rientrato nel salone con le tazze di cioccolata e non voleva assolutamente fargli sapere che Snape era stato li' e, per giunta, vicinissimo a Lupin.

Hermione ritorno' da Koder poco prima di pranzo, con una confezione di pasticcini di semplice pastafrolla e un tubetto di crema anti-eta' per dolci.

— Farciremo un solo pasticcino con questa crema e lo metteremo nel piatto di Lupin. — annuncio' la ragazza, entusiasta, dopo essere entrata nella camera dei due amici — In un attimo il viso di Lupin diventera' piu' liscio e pieno, e Sirius ne rimarra' piacevolmente sorpreso. —

Harry prese la scatola e il tubetto e li poggio' sulla sua scrivania, sospirando.

— Hermione, credo che dovremmo rimandare... —

— E perche' mai? Eri tu quello che aveva una fretta del diavolo fino a ieri... —

— Si', lo so... Ma oggi Lupin non sta per niente bene a causa del plenilunio e non voglio assillarlo con i nostri... esperimenti. Domani le cose dovrebbero andare meglio, quindi possiamo organizzarci per colazione, che ne dici? —

— Per me non ci sono problemi, dobbiamo solo evitare che Sirius e Lupin trovino i dolci e la crema. — rispose Hermione.

— Li terremo noi in camera fino a domattina. Farciremo anche i biscotti qui, cosi' non correremo nemmeno il rischio che ci becchino in cucina. —

— Harry, e' successo qualcosa? Ti sento... piatto... —

— Snape ci ha provato con Lupin poco fa. — intervenne Ron, ma si zitti' immediatamente non appena incrocio' lo sguardo fulminante di Harry.

— Coooosa?! — Hermione spalanco' gli occhi per la sorpresa e, subito dopo, si porto' le mani alla bocca, consapevole di aver alzato un po' troppo la voce.

— Non mi e' piaciuto il modo in cui si e' avvicinato a lui, cosi' l'ho allontanato! — sbotto' Harry. — Ci mancava soltanto questo, accidenti... —

— Io sono ancora convinta che se potessimo utilizzarlo per far ingelosire Sirius... —

— NON SE NE PARLA! —

— Andiamo... Non sto dicendo di dire a Snape del nostro piano, ma solo di rendere Sirius consapevole di quest'interesse per vedere come reagira'. Se si mostrasse seccato, capiremmo di essere sulla buona strada... —

— E poi, Harry... — s'intromise Ron, ridendo — Se qualcosa andasse storto, potresti sempre vivere con Sirius e trascorrere 15 giorni d'estate e qualche festivita' con Lupin e Snape... E' cosi' che fanno i figli di divorziati, no? —

Harry guardo' di nuovo l'amico come se volesse fulminarlo e Ron si morse la lingua per la seconda volta in pochi minuti.

— Continueremo con il piano originario. BALL, fase numero 3. — decreto' il ragazzo, e i due compagni rinunciarono a sollevare qualsiasi tipo di obiezione.

Il giorno dopo, Hermione busso' alla porta della camera dei ragazzi di buon'ora e, quando entro', vide che Ron aveva gia' farcito il pasticcino destinato a Lupin con la crema speciale e che Harry aveva decorato gli altri con panna e marmellata rubate dalla cucina. Scesero in silenzio fino alla sala da pranzo e notarono, con sollievo, che era ancora deserta: disposero i biscotti nei piatti, facendo attenzione che in quello di Lupin capitasse il dolce giusto, poi si sedettero a tavola e aspettarono che gli adulti arrivassero per la colazione. Man mano che i minuti passavano, Harry senti' l'ansia crescergli dentro e invadergli il petto, e addirittura salto' dalla sedia per la tensione quando la pendola trasparente batte' le ore.

— E' gia' trascorso parecchio tempo. — noto' Hermione — E mi sembra strano che ne' Sirius ne' Lupin siano ancora scesi: sono sempre a tavola prima di noi, e invece questa volta non hanno preparato nemmeno la colazione. —

— Che ne direste di andare a controllare? — propose Harry, alzandosi. — Ieri Lupin non era affatto in buone condizioni, non vorrei che gli fosse successo qualcosa... —

Ma per quanto l'idea di Harry fosse logica e naturale, i ragazzi si resero conto che non era di cosi' facile realizzazione: giunti nell'androne, infatti, i tre si guardarono intorno sperduti e ricordarono con sgomento di non sapere affatto ne' dove si trovasse la camera di Lupin ne' dove si trovasse quella di Sirius.

— Che si fa? — chiese Ron, arricciando il naso.

— Potremmo chiedere a Lady Penny... — azzardo' Hermione, ma Harry si avvicino' con decisione ai cinque dipinti sul muro e si posiziono' davanti a quello centrale.

— Monsieur Allard, mi sa dire dove si trova la stanza del professor Lupin? —

All'udire il nome della persona dei suoi desideri, Pierre Allard sfodero' un grosso sorriso e sbottono' alcuni bottoni della camicetta con fare noncurante.

— Perche' vuoi saperlo, Harry? Non avrai qualche strana intenzione, mi auguro... Guarda che io sono gelosissimo di lui. —

Il ragazzo arrossi' vistosamente, ma decise di ignorare quelle ridicole illazioni.

— Abbiamo fretta, mi sa dire dove si trova o no? —

— Purtroppo no, mon petit. — piagnucolo' l'uomo — Se sapessi dove dorme, ora non sarei qui, in mezzo a questi vecchiacci... oh, non offenderti, Leon caro... tranne te, ovviamente... Comunque, non starei qui, ma inchiodato al muro della sua camera a godermi una visione decisamente piu' interessante! —
— Posso dirvelo io. —

Harry, Ron e Hermione si voltarono di scatto e si trovarono di fronte l'ultima persona che avrebbero immaginato sarebbe accorsa in loro aiuto: Snape.

— Appena un attimo fa, mentre camminavo lungo il corridoio, ho sentito dei rumori provenire dal piano di sopra: dal momento che gli unici assenti sono Lupin e Black, non posso che supporre che quei rumori abbiano a che fare con loro... Forse sono stati attaccati da qualcosa e stanno combattendo. Deve essere una di quelle stanze del corridoio a sinistra della rampa di scale... —

— Se sono stati attaccati, perche' non e' andato ad aiutarli?! — s'infurio' Harry, ma Ron lo trascino' via, afferrandolo per la manica.

— Non c'e' tempo ora, Harry! Dobbiamo correre a vedere! —

I tre si precipitarono lungo le scale, lasciando Snape alle loro spalle con un misterioso ghigno sul volto, e, giunti al secondo piano, imboccarono di corsa il corridoio di sinistra cercando, inutilmente, di aprire ogni porta che si affacciasse su di esso.

— Dannazione, sono tutte bloccate! — grido' Harry, continuando a correre.

— C'e' qualcosa di strano qui! — urlo' Hermione a sua volta. — Non sembra anche a voi che questo corridoio sia troppo lungo? Abbiamo gia' superato una decina di stanze e, pur andando diritto, ho l'impressione di girare sempre intorno allo stesso punto! —
— Qui ci siamo gia' passati, questo quadro l'ho gia' visto! — confermo' Ron, mentre tentava di aprire ancora un'altra porta.

— Deve essere opera di chi ha attaccato Sirius e Lupin! — disse Harry — Ha sicuramente lanciato un incantesimo per impedirci di raggiungerli, dannazione! —

— Non sapete nemmeno uscire da un labirinto dimensionale, patetico! —

Harry rabbrividi' nell'udire quella voce disgraziatamente familiare e il cuore gli salto' in gola, quando si senti' afferrare per la tunica e trascinare all'indietro; anche Ron e Hermione si bloccarono e, d'improvviso, il corridoio muto' fisionomia e i ragazzi compresero di essere liberi dalla trappola. Snape lascio' andare Harry con un gesto brusco e squadro' i suoi allievi con un'aria di profondo disappunto.

— Ma come, Granger? Nemmeno tu sei riuscita a riconoscere un incantesimo dimensionale? — sottolineo' l'uomo che, senza badare al rossore di Hermione, indico' poi qualcosa con aria soddisfatta. — Quella dovrebbe essere la stanza di Black... —

Prima ancora che Snape finisse di parlare, Harry si precipito' alla porta e comincio' a battervi ripetutamente i pugni, quasi come se volesse sfondarla.

— Sirius! Cosa sta succedendo? Sirius, aprimi! — grido', quindi afferro' la sua bacchetta e la punto' verso l'uscio. — Aloho...  — ma prima ancora che potesse finire di recitare l'incantesimo, la porta si spalanco' e Sirius apparve sulla soglia, sudato, con indosso solo un paio di pantaloni abbottonati male e con la bacchetta ben salda tra le dita.

— Harry! E' successo qualcosa? — domando' trafelato e ansimante, come se avesse appena fatto una lunga corsa.

I tre ragazzi lo fissarono spaesati e, solo dopo qualche secondo, Harry ricordo' il motivo per cui erano giunti fin li'.

— Il professor Snape ha detto di aver sentito dei rumori, cosi' noi... —

— Harry, stai bene? —

Lupin era apparso alle spalle di Sirius, anche lui con la bacchetta impugnata e l'espressione spaventata sul volto affaticato e sudato: aveva un paio di pantaloni sgualciti, una camicia sbottonata, indossata al contrario, e, come Sirius, non portava scarpe.

— Professore, e' qui anche lei? Ma non e' la stanza di Sirius, questa? —

Sia Lupin che Sirius impallidirono di colpo e Snape si lascio' scappare quella che sembrava una risatina soddisfatta.

— Ecco... noi... —

— E come mai siete cosi' sudati e senza tunica? —

— Bravi, spiegate anche cos'erano tutti quei rumori... — disse Snape, continuando a sorridere con malignita'.

Sirius fece un passo in avanti e punto' minacciosamente la bacchetta verso l'altro uomo, che pero' non sembro' per niente spaventato dal gesto.

— Snivellus! Lo sapevo che prima o poi ci avresti combinato uno scherzo del genere, maledetto! —

— Harry, vedi... noi... — comincio' Lupin, come se cercasse di trovare le parole.

— Siete stati attaccati, vero? — lo interruppe il ragazzo freneticamente. — Qualcuno ha lanciato anche un incantesimo dimensionale sul corridoio per impedirci di venire in vostro aiuto! —

Il sorriso soddisfatto spari' immediatamente dalle labbra di Snape e persino Sirius e Lupin apparvero sorpresi e incapaci di articolare parola.

— Il professor Snape ha sentito degli strani rumori. — continuo' Hermione — Eravamo preoccupati per voi e siamo corsi a vedere. Deve essere stata una dura lotta, se siete conciati in questo modo... Siete sicuri di stare bene? —

Snape la fisso' come se non credesse alle proprie orecchie, poi apri' la bocca per dire qualcosa, ma Sirius lo precedette.

— Mai stato meglio. — disse sorridendo, mentre guardava Snape con aria di vittoria. — Non dovete preoccuparvi, ragazzi. Io e Remus abbiamo risolto tutto. —

— Ma chi vi ha attaccato? — chiese Ron, mentre cercava di sbirciare nella stanza.

Lupin gli si piazzo' immediatamente davanti per bloccargli la visuale e Sirius fece altrettanto con Harry e Hermione.

— Ehm... Boggarts! Si', sono stati dei Boggarts! — rispose l'ex professore, spostando una ciocca di capelli sudati dal viso e fissando Sirius.

— Boggarts?! — ripete' Hermione — E cosa ci facevano qui? —

— Non ne ho idea. — disse Sirius, ricambiando lo sguardo dell'altro. — Ne sono comparsi parecchi in camera mia, mentre stavo ancora dormendo, e Remus e' corso ad aiutarmi. Non siamo riusciti nemmeno a vestirci... —

— Sei sicuro che siano stati i Boggarts a sfiancarti cosi', Black? Oppure c'entrano Lupin e la sua... vivacita', visto che questo mese non si e' trasformato? —

— SNAPE!!! — esclamarono sia Sirius che Lupin, riafferrando le bacchette e puntandole contro l'uomo dai capelli untuosi.

— I lupi mannari che non si trasformano sono difficilmente... contenibili… — continuo' Snape, come se si divertisse.

— Ebbene, Snivellus... posso assicurarti che non mi dispiace affatto. — gli rispose Sirius con un tono malizioso. — Forse dovrei ringraziarti per quella pozione. —

Snape lo fisso' con odio e Harry comincio' a sentirsi seriamente confuso da tutta quella situazione.

— Perche' non ci avete chiamato quando avete visto tutti quei Boggarts? Vi avremmo dato una mano... —

— Non c'era bisogno di disturbarvi, Harry. — lo rassicuro' Lupin, mentre guardava in malo modo sia Sirius che Snape. — Erano solo dei Boggarts, niente di preoccupante. E' decisamente piu' pericoloso un lupo mannaro infuriato e non trasformato... —

Sirius e Snape smisero immediatamente di punzecchiarsi, e Lupin torno' a sorridere ai ragazzi con aria rassicurante.

— Ora scendete in sala da pranzo. Vi raggiungeremo tra poco. —

— E' sicuro di non volere una mano? — insistette Harry. — Magari c'e' ancora qualche Boggart nascosto. —

Sia Lupin che Sirius rifiutarono cortesemente l'offerta e Snape si allontano' dal gruppo mormorando qualcosa sull'idiozia di Potter e compagni. I tre ragazzi tentennarono ancora, ma, dopo che Lupin li ebbe rassicurati sul fatto che sarebbe rimasto con Sirius per accertarsi della totale sconfitta dei Boggarts, attraversarono nuovamente il corridoio, tenendo gli occhi chiusi per evitare di cadere nel misterioso incantesimo, e raggiunsero le scale, sperando che da quel momento in avanti il BALL non dovesse affrontare nessun altro imprevisto.

Continua...