11.

Appena rimisero piede in sala da pranzo, i tre ragazzi videro qualcosa di grosso e indefinito precipitarsi contro di loro: temendo la presenza di un ulteriore Boggart, sfoderarono le bacchette e le puntarono contro l'essere, ma si trattennero dall'urlare "Riddikulus" quando si resero conto che l'intruso non era altro che un'euforica Lady Penny.

— Allora, vi e' piaciuto il mio corridoio? —

— Intende dire che quell'incantesimo e' opera sua?! — si stupi' Hermione, mettendo in tasca la bacchetta.

— Uno dei migliori che abbia fatto quando ero in vita. Sapete, li' c'era la mia camera da letto e per evitare sgradite sorprese quando ero impegnata... non so se mi spiego... —

— Pare che anche adesso venga utilizzato per lo stesso scopo... —

Snape era entrato inaspettatamente nella sala e, ignorando come al solito Lady Penny che, all'ingresso dell'uomo, aveva sciolto lo chignon e fatto cadere i capelli sulle spalle, si sedette al suo posto, versandosi una tazza di the.

— E' qualcosa di estremamente pericoloso! — sbotto' Harry. — Sirius e Lupin erano impegnati a sconfiggere quei Boggarts e, se non fossimo stati ritardati dal labirinto dimensionale, avremmo potuto raggiungerli prima e aiutarli. Erano spossati! —

— Eh gia', poverini... — disse Snape sarcasticamente — Chissa' come devono essere stanchi, saranno andati avanti tutta la notte... —

— Tutta la notte per tenere a freno quei Boggarts? — Ron era sinceramente meravigliato. — Deve essere stata una vera invasione... —

Snape alzo' gli occhi al cielo, ma preferi' non replicare e continuo' a sorseggiare il suo the; solo dopo qualche minuto di silenzio, rotto dai sospiri languidi di Lady Penny, si accorse degli occhi di Harry fissi su di lui.

— Cos'hai da guardare, Potter? —

— Mi parli della storia d'amore di Sirius. —

Per la prima volta nella loro vita, Hermione e Ron si ritrovarono a condividere con Snape la stessa espressione di profondo sbigottimento, unita alla convinzione che Harry fosse diventato completamente pazzo.

— Harry, ma cosa... — inizio' Hermione, ma il ragazzo la zitti' con un cenno della mano.

— Lei sa tutto, non e' vero? Allora vorrei che me ne parlasse. —

— E perche' mai dovrei farlo? — gli chiese Snape, guardandolo con sospetto.

— Perche' so che muore dalla voglia di dirmi qualcosa che mi fara' soffrire e io non voglio piu' aspettare oltre. —

— Harry, ma che ti salta in mente? — sbraito' Ron — Perche' vuoi saperlo proprio ora? —

— Perche' Sirius non mi parlerebbe della faccenda in modo obiettivo. —

Snape socchiuse gli occhi e lo squadro' di nuovo, poi riprese a sorseggiare il the come se nulla fosse.

— Allora?! — si spazienti' Harry.

— Allora nulla, Potter. Sto aspettando che sia Black a dirtelo, perche' voglio vedere la tua reazione quando saprai una cosa simile dalla bocca del tuo adorato padrino. Non vorrai togliermi questo divertimento? —

— Se Sirius mi addolcisse la pillola, non sarebbe una notizia cosi' terribile per me e lei non si divertirebbe piu', non trova? —

Per un attimo, Snape sembro' valutare attentamente quell'eventualita', poi poggio' la tazza sul piattino ed esplose.

— Possibile che tu non abbia capito ancora nulla, Potter?!? —

— Cosa dovrebbe aver capito, Severus? — chiese Lupin, entrando nella stanza insieme a Sirius.

Senza nemmeno voltarsi per guardare i nuovi arrivati, Snape si richiuse immediatamente nel suo mutismo e Harry si rammarico' del fatto che il suo padrino e il suo ex professore avessero scelto di comparire proprio in quel momento.

— E' passata quasi un'ora da quando vi abbiamo lasciati. — noto' Hermione. — Ci sono stati altri problemi? —

Lupin sembro' arrossire, ma Sirius sfodero' il migliore dei suoi sorrisi quando le rispose.

— Un altro paio di Boggarts superstiti, nulla di grave. — disse, e Harry noto' che sia lui che Lupin sembravano decisamente di buonumore, nonostante la presenza di Snape e le evidenti occhiaie che segnavano i loro visi. Stava quasi per chiedere se davvero avessero affrontato quelle creature per tutta la notte, quando Lupin si sedette a tavola e afferro' uno dei pasticcini dal piatto.

— Li avete comprati voi? — chiese, rivolgendosi ai ragazzi. — Sembrano ottimi... E pensare che non volevo nemmeno fare colazione, perche' troppo tardi... —
— Mangi tutto, professore. — lo incito' Hermione — Le servira' per rimettersi in sesto dalle fatiche di questa mattina. —

— Allora datene di piu' a Black... —

— SNIVELLUS! Chiudi quella tua dannata boccaccia una volta per tutte! — sbraito' Sirius, ma Snape non sembro' intenzionato a dire oltre e continuo' a bere il suo the.

Lupin ignoro' entrambi e mangio' due biscotti, sotto lo sguardo falsamente disattento dei tre ragazzi; quando finalmente la sua mano afferro' il pasticcino alla crema, sei paia d'occhi si puntarono su di lui e non lo mollarono fino a quando non l'ebbe interamente ingoiato.

Per un istante che parve lunghissimo, non accadde assolutamente niente.

Il viso di Lupin non aveva subito alcun cambiamento e l'uomo aveva gia' preso il biscotto successivo, quando all'improvviso il suo naso comincio' a pulsare e a ingrossarsi in maniera innaturale. Harry fece cadere la tazza sul tavolo, sconvolto; Sirius quasi si strozzo' con il pezzo di dolce che stava masticando; Snape sputo' il the che stava bevendo, e Ron e Hermione rimasero con il cucchiaino a mezz'aria, come paralizzati. Soltanto Lady Penny scoppio' in un violento scroscio di risa.

Il naso di Lupin era, intanto, diventato piu' grosso, molto simile ad una lunga patata, e anche le guance avevano preso a gonfiarsi, fino ad assomigliare a due palloncini sul punto di scoppiare.

— MOONY! — grido' Sirius, balzando in piedi, ma Snape fu piu' lesto di lui e raggiunse per primo il suo ex collega.

— Forse e' una reazione allergica — disse, tastandogli il viso. — Devo darti immediatamente una pozione di... —

— Non toccarlo! — ruggi' Sirius, allontanando con violenza le mani dell'uomo dal volto di Lupin. — Ti ho gia' detto che di lui mi occupo io! —

— Certo, te ne stai occupando davvero bene! Levati di torno, Black. A differenza di te, io so cosa fare. —

— Oh, il mio Sev e' davvero un grande uomo! — sospiro' Lady Penny, ma Harry la udi' a stento, troppo preoccupato per quello che stava succedendo a Lupin e per l'inopportuno litigio tra Sirius e Snape, che non sembravano rendersi conto che la faccia dell'altro stava diventando sempre piu' larga e rossa.

— Non sapevo che ti preoccupasse tanto la salute di Remus, Snivellus! E pensare che sei stato proprio tu, con la tua lingua lunga, a costringerlo a lasciare Hogwarts e a vivere alla giornata in questi ultimi anni! —

Harry capi' che era giunta l'ora di intervenire, ma prima che potesse richiamare l'attenzione dei due uomini sulle condizioni di Lupin, quest'ultimo si allontano' bruscamente da loro e li fisso' con espressione arrabbiata, almeno a giudicare dalle sottilissime fessure che gli erano rimaste come occhi.

— Faro' da me, non ho bisogno di nessuno dei due! — sbotto', e usci' di fretta dalla sala da pranzo, sbattendo la porta alle sue spalle.

Era la prima volta che Harry, Ron e Hermione vedevano il professor Lupin cosi' adirato e, a giudicare dalle espressioni imbambolate, anche per Sirius e Snape non doveva trattarsi di uno spettacolo comune.

— E' tutta colpa tua, Snivellus! Remus non deve arrabbiarsi ne' strapazzarsi in questo modo durante il periodo di luna piena! —

Io non dovrei strapazzarlo?! Dovremmo parlare di te invece! Chissa' cosa avete combinato questa notte! —

Harry non capi' come il suo padrino potesse essere responsabile dell'attacco di Boggarts che avevano stancato Lupin la notte precedente, ma non ebbe il tempo di pensarci a lungo, perche' Hermione fece cenno sia a lui che a Ron di raggiungerla all'altro lato della stanza, approfittando del fatto che Sirius e Snape fossero troppo occupati a litigare per accorgersi di loro.

— Che cosa puo' essere capitato stavolta? — si chiese la ragazza sottovoce. — Eppure non siamo stati noi a preparare la crema, quindi non avrebbero dovuto esserci errori! —

— Snape ha detto che si tratta di una reazione allergica — ricordo' Ron — Forse Lupin e' intollerante a quel tipo di crema... —

— E' un preparato magico molto comune ed usato. — spiego' Hermione, scuotendo la testa — Per questo motivo, e' totalmente privo di ingredienti che possano causare allergie. —

— Si', ma l'organismo di un lupo mannaro e' differente dal nostro. — disse Harry, mentre fissava attentamente i due uomini che litigavano, in modo da accorgersi subito  se avessero tirato fuori le bacchette per affrontarsi. — Oppure puo' essere debilitato per via del plenilunio... o puo' essersi scatenato qualche tipo di reazione contrastante con la nuova Wolfsbane Potion... —

— Ron, hai con te il tubetto di crema? — chiese Hermione, dopo aver riflettuto un attimo. — Forse Harry ha ragione: voglio leggere meglio gli ingredienti. —

Il ragazzo passo' alla compagna la confezione che aveva in tasca e il viso di Hermione si contrasse in una strana smorfia: esamino' il tubetto stranamente senza etichetta, poi svito' il tappo e ne odoro' il contenuto.

— Ron Weasley! — esclamo' in tono di rimprovero, badando pero' a non alzare troppo la voce. — Questa non e' la crema che ho comprato! E' la crema gonfia-tutto per il corpo inventata dai tuoi fratelli, idiota! —

Sia Harry che Ron non credettero alle proprie orecchie e strapparono la confezione dalle mani della compagna per sfatare quell'assurdita'. Ma Ron per primo dovette arrendersi all'evidenza.

— No-non e' possibile! Sono sicuro di aver usato la crema giusta! —

— Devi aver scambiato i tubetti senza accorgertene! — lo rimprovero' ancora Hermione. — Ecco perche' il povero Lupin ora ha la faccia come un pallone e un naso tappa-bocca di Dementor! —

— Ma non sara' pericolosa? — domando' Harry, pallido come un cencio — La crema per il corpo ingerita, intendo... —

— No, non devi preoccuparti per questo. — disse Ron con un filo di voce. — I miei fratelli hanno utilizzato ingredienti naturali per la linea "Misteri di donna". E' perfettamente commestibile. —

Harry si appoggio' di peso alla parete e assunse un'espressione di sconfitta.

— Perche' non ce ne va una giusta? —

— Mi dispiace, amico... E-e' colpa mia, ho combinato un pasticcio proprio ora che avevamo bisogno di un grande successo... —

— Ron, lo so che non e'... —

— CI DEVI ESSERE PER FORZA TU DIETRO TUTTO QUESTO! —

Le grida di Sirius ebbero l'effetto di distogliere i ragazzi dalle loro preoccupazioni e di riportarli alla situazione presente.

— CHE DIAVOLO VAI BLATERANDO, BLACK?! —

— Prima i capelli e ora questo! — Sirius pareva davvero fuori di se'. — Sei tu che stai combinando questi brutti scherzi a Remus, ne sono sicuro! Snivellus, ti ho gia'avvertito parecchi anni fa di stare lontano da lui! —

— Tu sei pazzo, Black! Gli anni trascorsi ad Azkaban ti hanno rovinato ancora di piu' il cervello! E' un vero peccato che tu sapessi trasformarti in quella bestia e sia scappato: se fossi rimasto dentro, avresti fatto un gran servigio all'umanita' intera! —

Per tutta risposta, Sirius adopero' le sue doti di Animagus e si trasformo' in Padfoot, cominciando a ringhiare minacciosamente contro Snape che, a sua volta, sfodero' la bacchetta e fronteggio' il rivale.

— E non trasformarti in quel cane pulcioso mentre ti parlo!! —

— SIRIUS! SEVERUS! —

Lupin aveva spalancato improvvisamente la porta della sala, il viso tornato finalmente normale, tranne che per l'espressione gelida degli occhi e la piega amara delle labbra.

Harry senti' un inspiegabile fremito nel corpo e si rese conto che anche Ron e Hermione provavano la stessa sensazione: persino Lady Penny si era zittita e si era rintanata in un angolo del soffitto, smettendo di fissare Snape con aria civettuola.

L'unico rumore che si udi' fu quello della pendola invisibile che batteva le ore.

Padfoot trascorse il resto della giornata legato alla cuccia fuori casa e Snape non si fece vedere ne' nelle stanze ne' nei corridoi fino alla mattina successiva.

Quel giorno Harry imparo' che una cosa assolutamente da evitare per il futuro era far arrabbiare il professor Lupin.

Continua...