Capitolo 1 – solo io

- Draco! Cosa ho fatto di male per meritarmi un figlio come te? –

- Ma padre, io… -

- Stai zitto! Uno con dei voti come i tuoi non ha il diritto di parlare! Come hai potuto farti superare di nuovo da quella mezzosangue? Tu, un Malfoy! –

Abbassai lo sguardo, in silenzio. Che altro potevo fare?

- Mi dispiace padre. Non si ripeterà, te lo prometto. –

- Oh, no, Draco. Sono io che te lo prometto. Crucius! –

Caddi a terra, in preda a un dolore atroce, che tuttavia non mi era nuovo. Ricordo di aver urlato, più forte che potevo, perché non potevo farne a meno. E poi forse così avrebbe smesso. Forse.

I secondi si dilatarono, fino a sembrarmi secoli, prima che la tortura finisse.

Mi accorsi di essere caduto a terra, e, anche se non mi ero ripreso, mi alzai faticosamente in piedi. Mio padre mi guardò con freddo disprezzo.

- Mi deludi, figliolo. Mi deludi davvero. Speravo che almeno tu… - si interruppe di colpo, come se avesse detto una parola di troppo.

- Almeno io? –

- Niente, niente. Ora fila a studiare. I tuoi GUFO sono stati molto deludenti, e non sperare di cavartela così. Deciderò con calma la tua punizione. Ora vai –

- Si padre –

Cercando di mantenere un certo portamento, nonostante avessi male dappertutto, mi incamminai verso la mia stanza. Una volta svoltato l'angolo, mi assicurai che Lucius non mi stesse guardando e mi appoggiai alla parete.

Perché? Perché pretendeva tanto da me? Avevo preso il massimo in quasi tutte le materie, tranne trasfigurazione e cura delle creature magiche. Ma non era ancora abbastanza.

Con orrore, mi accorsi che mi stavano salendo le lacrime.

"No. Non qui, non ora. Su, coraggio, un bel respiro"

Barcollando e appoggiandomi al muro arrivai in camera mia. Come descriverla? Beh, è facile. Grande. E fredda. A cosa serve avere una casa enorme, un conto a svariati zeri, una schiera di elfi domestici pronti a servirti, se poi sono così solo… così maledettamente solo?

Chiusi la porta a chiave e mi buttai sul letto. Cercai di distrarmi, architettando qualche tiro mancino da giocare a Potter e la sua banda, ma non riuscivo a togliermi dalla testa le parole di mio padre. C'era qualcosa di sbagliato, che stonava, ma non capivo cosa.

Lentamente, scivolai nel sonno mentre delle parole mi riaffiorarono alla mente: "speravo che almeno tu…"

"ridicolo" pensai "qui ci sono solo io" parole che si confusero con i sogni agitati di quella notte.

Al mattino dopo non ricordavo più niente di quella piccola scoperta.