1)BUONGIORNO!

Le cortine del letto mosse dal vento che filtra attraverso una finestra socchiusa... Il letto del dormitorio di Hogwarts, immerso nella notte...Dai piedi del letto un raggio di luce lunare...argento, che rischiara solo un breve spazio...Silenzio... Il respiro ritmato e lieve dei ragazzi addormentati... Un fruscio...Il vento... Un ombra, che ruba l'argento sottile dai tendaggi socchiusi dell'alcova...Il vento? L'ombra si abbassa... La pallida luminosità dell'astro notturno torna ad impreziosire le cose mentre qualcosa di lieve scivola sulle coperte poggiate morbidamente sul corpo disteso, svegliandolo dal torpore del dormiveglia e tuttavia lasciandolo come incapace di alcuna reazione volontaria. Un movimento delicato ma veloce... Di nuovo l'ombra ...stavolta più vicina... stavolta l'ombra di qualcosa di reale... La mente di Harry è come offuscata dalla meraviglia, dalla sorpresa... L'ombra si muove...si avvicina... Un soffio lieve sul viso di Harry ...e , infine due labbra morbide sulle sue labbra, appena dischiuse per lo stupore...Un bacio dolce a cui è impossibile non rispondere, un bacio appassionato che risveglia ogni fibra del corpo, un bacio che sa di buono, che fa sentire completi, appagati e bramosi allo stesso tempo... Un bacio da un ombra sconosciuta nella notte...Un bacio???? Dopo un attimo eterno, qualcosa, dalle profondità della sua mente ottenebrata,. spinge Harry all'azione: l'ombra ha un corpo, sdraiato sul suo corpo!! Harry, con un colpo di reni si solleva, , e senza interrompere il contatto delle labbra, assume una posizione più "rassicurante" invertendo le rispettive posizioni... infine, tira indietro la testa guardando il viso ora adagiato sul cuscino e baciato dalla luna... Una massa scompigliata di raso nero, piccole labbra armoniose arrossate e umide dopo il lungo bacio, due perle nere, luminose, scintillanti... una bellezza esotica e rara... Cho!

"Mhmm, Cho!" "Harry! Harry, svegliati! " "Eh, che c'è? "...Ron?...Cosa vuoi?" "Dormire, fondamentalmente! Stavi di nuovo parlando nel sonno! E chiaramente adesso mi dirai che stavi sognando di nuovo una partita di quidditch contro la squadra di Corvonero, e che chiamavi il nome di Cho mugolando solo per deviare la sua attenzione dal boccino e io non ti crederò ma farò finta di niente e ..." "Rooon! Basta! Ti prego. pietà: sono appena sveglio, anzi TU mi hai appena svegliato e..." "IO TI HO SVEGLIATO?? Ma se da una settimana mi impedisci di chiudere occhio rigirandoti tutta la notte nel letto tra lamenti vari, come se fossi posseduto da non so che strano demone. Stanotte almeno avrei gradito riuscire a dormire decentemente visto che oggi dobbiamo uscire presto per andare a far compere a Diagon Alley e che domani dobbiamo prendere l'espresso per Hogwarts e affrontare l'inizio del nostro sesto anno e le notizie sulla guerra e Piton e Malfoy e... insomma credo che il concetto sia abbastanza chiaro, no?" "Perfettamente Ron! E grazie per questo amorevole buongiorno carico di buoni auspici alle SEI del mattino." " Non sono io che ho svegliato te sei tu che...Aharg! Io ci rinuncio! Sei davvero ottuso quando decidi di esserlo, non è vero?" "Stamattina Ron mi sembri davvero confuso. Io vado a farmi una doccia , visto che le tue premure mi hanno dato la possibilità di evitare la fila per il bagno, quando alle sette inizieranno a svegliarsi tutti. A dopo!" Harry uscì dalla stanza lasciando Ron seduto sul letto con un espressione tra l'attonito e il divertito: "Mi riesci sempre a incartare in un modo o nell'altro, amico mio".

Appena fuori dalla porta il contegno indifferente di Harry perdeva, nel corridoio silenzioso della Tana ancora addormentata, la sua ragione di essere: "Ancora quel sogno!" mormorò tra sé e sé dirigendosi verso il bagno ed entrando, poi rapidamente nella doccia. Era tutta l'estate che languiva nel sonno tormentato dal viso di Cho, dalla sensazione troppo reale del corpo leggero adagiato sul suo, delle labbra...morbide, rosse... Un pensiero fisso in ogni momento di solitudine. Un sogno ricorrente nelle lunghe notti dell'estate in casa Dursley ...certamente molto meglio di Voldemort che tortura degli innocenti...Anzi, molto, molto meglio di qualunque altro sogno mai fatto...meglio anche di quando aveva sognato di vincere la finale del mondo di quidditch , afferrando il boccino a un millimetro dal naso di Viktor Krum e sotto gli occhi adoranti di tutti i maghi d'Inghilterra, compreso l'intero clan Malfoy, per l'occasione persuaso a lasciarlo vivere ancora per un po': riusciva ancora a sentire l'attimo di silenzio, e poi il boato dell'immenso stadio gremito, la sensazione di essere al di sopra di tutto, felice, libero, i visi illuminati di tutti i suoi cari, lo sguardo incendiato di Draco Malfoy... ESALTANTE! Ma... Cho, stesa su di lui nel cuore della notte...era ancora meglio... Certo, c'erano degli inconvenienti ora che divideva la stanza con Ron e ce ne sarebbero stati ancora di più una volta a scuola, con anche Dean, Seamus e Neville... Non sapeva come si sarebbe comportato di fronte a Cho adesso che tutto ciò che riusciva a desiderare era di vivere nella realtà le sensazioni sconvolgenti del suo sogno. Durante il quinto anno, dopo la tragedia di Cedric, mentre arrivavano le prime drammatiche notizie sulla guerra scatenata da Voldemort, nei giorni bui dei primi lutti e della dolorosa presa di coscienza della necessità di restare vicini per sostenersi e difendersi, Cho e lui erano diventati buoni amici, solo amici, entrambi troppo sconvolti per pensare ad altro. Poi i mesi erano passati e la sofferenza, la paura e gli orrori avevano finito in qualche modo per diventare "normali"; Hogwarts era un isola sicura e, anche d'estate, tutti i luoghi dove andava Harry erano sorvegliati da potenti incantesimi e da squadre di auror, il cui primo dovere era sempre e in ogni caso proteggere lui, Harry, il bambino d'oro. Non poteva dire di sentirsi sicuro: nessuno che avesse un cervello poteva sentirsi sicuro in quei giorni, e lui meno che tutti, ma si era abituato a vivere in attesa continua del dolore, della paura, della fine, forse, e aveva finito col cercare di nuovo di stare bene: aveva ritrovato la passione per il quidditch, la leggerezza dei suoi 15 e, adesso, 16 anni e, durante le calde notti d'estate, la sua infatuazione per Cho, le sue emozioni violente di adolescente.

"Harry! Harry! Hai deciso di rimanere lì dentro per tutto il giorno? Mia madre è già sveglia e vorrei farmi la doccia, prima che Ginny ed Hermione abbiano accesso al bagno e lo occupino." La voce di Ron riportò Harry alla realtà: "Si, ecco Ron, ho quasi fatto!" Dopo pochi minuti Harry lasciò il bagno a Ron, avviandosi verso la stanza per vestirsi, con i capelli bagnati e un asciugamano avvolto attorno ai fianchi magri. Entrato nella stanza e chiusa la porta, Harry dovette soffocare un grido sentendo una mano gentile scivolare attorno al suo corpo per posarsi sul suo petto e poi la percezione chiara di un corpo premuto contro il suo e di un capo poggiato sulla sua schiena con dolcezza. "Ginny!" "Buongiorno Harry, tesoro" "Buongiorno piccina! Dormito bene?" Ginny allentò allora la stretta permettendo ad Harry di girarsi e di abbracciarla teneramente, per un attimo. Ginny era una creatura deliziosa, un esserino da sempre speciale, la sorella di Ron, la più piccola gioia della meravigliosa famiglia Weasley e adesso, compiuti i suoi 15 anni, una bellezza da togliere il fiato: una bambolina intrigante sotto una cascata infuocata di capelli rossi che stava in piedi davanti ad Harry nella sua camicina da notte verde brillante, con gli occhi pieni di un affetto profondo, della gioia contagiosa di dare il buongiorno al suo "grande amore" di bambina : Harry Potter. Harry si scioglieva sempre al cospetto della "piccina", cui si sentiva legato da un vincolo difficile da spiegare: amore per quel cuccioletto spaventato che aveva conosciuto proprio alla Tana tre anni prima, per la bimba che lo adorava in silenzio,qualunque cosa facesse, per la prima ragazza che aveva baciato, l'estate prima, nei giorni più bui, in quella stessa stanza... Non era innamorato di Ginny e anche lei, crescendo aveva superato la sua cotta infantile... ma la amava moltissimo. Si amavano, non come fratelli ma come due complici, due compagni, due amici che hanno scoperto insieme il "mondo dei grandi" svegliando l'uno nell'altra nuovi desideri che altri avrebbero col tempo chiarito e soddisfatto. "Si, ho dormito benissimo ma appena è suonata la sveglia sono volata fuori dal letto. Sono così felice di tornare ad Hogwards!" "Sono sicuro che da qui ad un paio di settimane ti sarai pentita almeno mille volte di aver detto questo!" "Harry, non essere così disfattista! Io condivido in pieno l'entusiasmo di Ginny!" La voce di Hermione attirò lo sguardo di Harry verso il letto di Ron, dove la sua migliore amica si era raggomitolata, ancora vestita del suo pigiamino estivo bianco. Seduta con le ginocchia piegate sotto il mento, i capelli sciolti e sparpagliati sulle spalle, gli occhi grandi e intensi e innocenti e veri .come lei! "Herm! Buongiorno! Io non sono un disfattista..." "Si lo sei! E...buongiorno anche a te!" "Posso sapere cosa ci fate tutte e due qua dentro?" " Semplice: stavamo andando in bagno, quando abbiamo sentito Ron lamentarsi della tua lentezza e chiederti di uscire prima che noi due prendessimo possesso del luogo e,per non dover discutere con lui, abbiamo preferito infilarci qui dentro per dare il buongiorno a te, radioso principe seminudo...A proposito che cosa stavi facendo da così tanto tempo in bagno?" Il viso di Harry si illuminò con un sorriso malizioso all'allusione di Ginny, mentre Hermione fingeva di essere scandalizzata, alzando gli occhi al cielo. "Adesso, mie care potrei avere un po' di privaci così da riuscire a coprire il mio divino corpo con qualche, assai meno divino indumento?" "Harry, amor mio, non ti vergognerai mica di noi? Lo sai che per noi tu sei come un fratello." "Non sapevo che tu e Ron aveste l'abitudine di chiudervi qui dentro e..." "Stooop! OK! OK! Esco dalla stanza prima che tu finisca di elaborare l'orrore che stavi per concepire su me e...RON!!" Illuminati dal riso, i visi di Harry e di Hermione seguirono lo sguardo di Ginny rivolto alla porta da cui Ron era appena entrato avvolto nel suo accappatoio, con sul viso un'espressione sorpresa e nel cuore un mare in burrasca, scatenato dalla vista di quei tre visi amati resi ancora più belli dall'allegria . "Buongiorno sorellina! Il bagno adesso è tutto tuo- e voltandosi verso Hermione, il viso in fiamme alla vista della ragazza, in un mini pigiamino bianco, con gli occhi splendenti sotto il suo mantello di disordinati riccioli castani- e tuo Herm, naturalmente!" "Buongiorno Ron ! " "Buongiorno" "OK! Si! Adesso ci siamo tutti salutati! Hermione, noi due dovremmo sbrigarci ad andare in bagno perché altrimenti non riusciremo a fare colazione." "Si, arrivo!" E così dicendo Hermione si alzò per seguire Ginny furi dalla stanza e verso il bagno, lasciando gli occhi di Ron intossicati dallo splendore del suo corpo di sedicenne: alta, abbastanza magra ma sensuale e femminile e... totalmente inconsapevole del suo fascino. Sua sorella, Ginny era uno scriccioletto ed era un anno più piccola di Hermione, ma era già un diavoletto malizioso, dallo sguardo e dai modi velatamente ma intenzionalmente provocanti... invece Hermione era sexi suo malgrado e senza averne nessuna idea... Quel suo corpo superbo, quello sguardo intelligente e penetrante, le mille espressioni del suo viso luminoso, la sua profonda lealtà e ancora i suoi capelli, il suo innato talento per qualsiasi incantesimo, le sue mani lievi e..." "RON!! Sarebbe meglio che raccogliessi in fretta il metro di lingua che ti è caduta sul pavimento e che pensassi a vestirti, altrimenti finiremo col fare tardi!" "COSA??? Che lingua? "

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