Capitolo 3
La mattina seguente, Lily si alzò molto presto, come faceva tutti gli anni nel suo primo giorno di scuola. Si vestì in fretta, senza fare rumore, per non svegliare le altre, e scese nella sala comune; i primi raggi del sole iniziavano ad illuminare la stanza. Il fuoco nel camino era spento, e dalla finestra socchiusa entrava un piacevole venticello fresco autunnale. Nella stanza non c'era nessun altro. Lily non era abituata a stare da sola, amava la compagnia, ma tutti gli anni, nel primo giorno di scuola, si svegliava sempre prestissimo, per vedere sorgere il sole. Quello spettacolo riusciva sempre ad infonderle un senso di quiete e felicità che le permetteva di iniziare bene la sua prima giornata di scuola. Si avvicinò alla finestra, a contemplare lo spettacolo del sole che sorgeva dietro gli alberi della Foresta Proibita.
Lasciandosi alle spalle quel bellissimo spettacolo, uscì dalla sala comune e iniziò a scendere senza fretta verso la sala grande. Hogwarts era ancora profondamente silenziosa; soltanto Pix il Poltergeist si aggirava con aria furtiva per la scuola, pronto ad aggredire gli ignari ragazzini del primo anno. Trovò la sala quasi completamente vuota; solo pochissime persone erano già sedute ai tavoli, e si trattava perlopiù di ragazzini del primo anno che, visibilmente tesi all'idea del loro primo giorno di lezioni, fissavano stupiti il meraviglioso soffitto incantato, o semplicemente si guardavano attorno disorientati, con la stessa aria che Lily aveva avuto quello stesso giorno ben cinque anni prima. Sorridendo a quel pensiero, prese posto al tavolo di Grifondoro, estrasse dalla borsa il suo libro di Incantesimi e iniziò a leggere le prime pagine.
Era seduta al tavolo della sua casa da quasi venti minuti; alzò per un attimo lo sguardo e notò che nessun altro si era aggiunto alle pochissime persone presenti nella sala. Chiuse il libro con uno schiocco e lo ripose nella borsa. Un insolito silenzio regnava lì dentro; i ragazzini del primo anno si guardavano senza dire una parola, e le altre pochissime persone non avevano nessuno con cui parlare, esattamente come Lily. Il soffitto della sala grande mostrava un cielo azzurro, limpido e quasi completamente sgombro di nubi, l'esatto contrario del giorno precedente. Il tempo sarebbe stato ideale per una partita di Quidditch. Lily lanciò un'occhiata sconsolata al suo piatto ancora vuoto, e si chiese quanto tempo impiegassero gli elfi domestici a preparare la colazione; era affamatissima, e non ne poteva più di aspettare lì da sola senza niente da fare. Tra l'altro, era più che convinta che quella sarebbe stata una mattinata terribile e particolarmente imbarazzante; non avrebbe potuto evitare James ancora a lungo; il momento in cui avrebbe dovuto affrontarlo sarebbe giunto presto, e immaginava già l'espressione trionfante e orgogliosa sul volto di James. Distogliendo la mente da quei fastidiosi pensieri, si accorse che la sala si stava lentamente riempiendo; eppure, delle sue amiche Gwen e Samantha non c'era ancora traccia; sconsolata, Lily ricordò a sé stessa che quelle due erano geneticamente predisposte ad arrivare in ritardo sempre e dappertutto, perciò avrebbe dovuto aspettare ancora un bel po' di tempo prima di vederle arrivare.
Stava ancora fissando pigramente il suo piatto quando sentì dei passi provenire dall'ingresso; istintivamente, si voltò in tempo per vedere Remus e Peter, immediatamente seguiti da Sirius e James. Parlavano animatamente come sempre; Lily li osservò camminare affianco al tavolo di Grifondoro, mentre un gruppetto di ragazzine del quinto anno fissava Sirius con occhi sgranati; due ragazzine del quarto anno si tirarono una gomitata quando James passò accanto a loro, e non smisero di ridacchiare per un po'. Accortosi dell'attenzione, James non poté evitare di disordinarsi i capelli; dopo questo gesto, Lily roteò gli occhi e posò il suo sguardo su Remus, che si stava sedendo accanto a lei. "Ciao Lily! Tutto bene.?" chiese lui. "Più o meno. diciamo di sì, anche se non è vero." In quel momento, arrivò James, che si sedette proprio di fronte a Lily. "Ciao, Lily" disse lui gentilmente. "Ciao" rispose lei brevemente, e si voltò verso il tavolo degli insegnanti. "Alla fine dell'anno scorso, non avevi detto che non mi avresti mai più rivolto la parola?" chiese James a bassa voce. Sirius ridacchiò, cercando di non darlo a vedere, e Remus iniziò a fissare con grande interesse il proprio piatto. Lily non rispose. "E va bene, non parlarmi. Non ha nessuna importanza." concluse James in un tono apparenetemente disinteressato. Lei fece come se non avesse sentito. Un breve silenzio seguì le sue parole, poi Sirius iniziò a parlare con Remus e Peter; anche James parlava con loro, ma lanciava diverse occhiate a Lily di tanto in tanto; lei finse di non accorgersene.
Era al limite della sopportazione; pochi minuti dopo, abbandonò nel piatto la mela che aveva iniziato, si alzò, prese la borsa e uscì dalla sala grande. Quasi tutti gli studenti stavano lasciando la sala per andare alle loro lezioni. Lily stava salendo le scale del primo piano quando sentì la voce di James che la chiamava. "Evans!" Lei non si fermò, ma continuò a camminare. James si fece strada tra la folla e la raggiunse. "Evans" Lei non rispose. "Lily" insistesse lui "Lily, ascolta, mi dispiace, mi dispiace davvero.". Lei si fermò. "Ti dispiace di cosa?" chiese, in tono piuttosto arrabbiato. "Di." Ma lei non lo lasciò finire. "Hai letto la lettera che avevo mandato a Remus, non c'è altro da dire!" "Ah. te l'ha detto." disse James, fingendosi sorpreso. "Certo che me l'ha detto!" gridò lei, spaventando alcuni ragazzini del secondo anno che passavano di lì "Non volevo che tu leggessi quella lettera, sapevo che se l'avessi letta saresti diventato ancora più arrogante, e infantile, e." ora i suoi occhi erano pieni di lacrime. Guardò James, che la stava fissando con una strana espressione in volto; almeno non era l'espressione trionfante che Lily si era aspettata. "Lily, ti giuro che mi dispiace. Ho letto la tua lettera perché. avevo bisogno di sapere se eri veramente arrabbiata con me; volevo sapere se mi avresti parlato ancora. Remus non mi avrebbe mai detto niente di così personale su di te." "Lui è una persona corretta." James sospirò. "Lily, perdonami, ti prego; avevo solo bisogno di sapere. cosa pensi di me. Sei sempre così. misteriosa." Lily arrossì di colpo "Co. cosa intendi dire?" chiese, confusa. "Voglio dire che non riesco mai a capire cosa pensi di me!" disse lui a voce alta, e alcuni studenti si voltarono dalla sua parte. Lily fissava il pavimento; sapeva che James la stava guardando, ma non voleva incontrare il suo sguardo. Lui non parlò per un po'; ora c'erano solo poche persone nel corridoio, e molti di loro stavano entrando nelle loro classi. Il rumore delle loro chiacchiere si spense lentamente, e un completo silenzio cadde tra di loro. Non parlarono per un po', poi James riprese il suo discorso. "Lily, non avrei mai letto quella lettera se avessi saputo che ti avrebbe fatto stare così male." disse, in tono gentile. Lily abbassò un momento la testa; non voleva che James la vedesse sorridere. Stava ancora pensando se rispondere o meno, quando sentì alcuni passi dalle scale, e dopo pochi secondi vide comparire Sirius, Remus e Peter, seguiti da Gwen e Samantha, che li fissavano incuriositi, e meravigliati di vederli insieme. "Ciao James" disse Sirius allegramente "anche tu qui, Lily?" concluse, ridacchiando. James e Lily non risposero, ma si guardarono, senza parlare. Gli altri li fissarono per un momento, senza sapere come comportarsi; poi Sirius ruppe il silenzio. "Beh. abbiamo intenzione di andare a lezione di Incantesimi o di fossilizzarci qui?" chiese, animatamente. Lily raggiunse le due amiche; Gwen si voltò verso di lei e le sussurrò: "Scommetto che hai qualcosa da raccontarci.". Lei le rispose con un ampio sorriso, e seguì James, Sirius, Remus e Peter lungo il corridoio, pensando che forse quella non sarebbe stata una giornata così terrificante come aveva immaginato.
La mattina seguente, Lily si alzò molto presto, come faceva tutti gli anni nel suo primo giorno di scuola. Si vestì in fretta, senza fare rumore, per non svegliare le altre, e scese nella sala comune; i primi raggi del sole iniziavano ad illuminare la stanza. Il fuoco nel camino era spento, e dalla finestra socchiusa entrava un piacevole venticello fresco autunnale. Nella stanza non c'era nessun altro. Lily non era abituata a stare da sola, amava la compagnia, ma tutti gli anni, nel primo giorno di scuola, si svegliava sempre prestissimo, per vedere sorgere il sole. Quello spettacolo riusciva sempre ad infonderle un senso di quiete e felicità che le permetteva di iniziare bene la sua prima giornata di scuola. Si avvicinò alla finestra, a contemplare lo spettacolo del sole che sorgeva dietro gli alberi della Foresta Proibita.
Lasciandosi alle spalle quel bellissimo spettacolo, uscì dalla sala comune e iniziò a scendere senza fretta verso la sala grande. Hogwarts era ancora profondamente silenziosa; soltanto Pix il Poltergeist si aggirava con aria furtiva per la scuola, pronto ad aggredire gli ignari ragazzini del primo anno. Trovò la sala quasi completamente vuota; solo pochissime persone erano già sedute ai tavoli, e si trattava perlopiù di ragazzini del primo anno che, visibilmente tesi all'idea del loro primo giorno di lezioni, fissavano stupiti il meraviglioso soffitto incantato, o semplicemente si guardavano attorno disorientati, con la stessa aria che Lily aveva avuto quello stesso giorno ben cinque anni prima. Sorridendo a quel pensiero, prese posto al tavolo di Grifondoro, estrasse dalla borsa il suo libro di Incantesimi e iniziò a leggere le prime pagine.
Era seduta al tavolo della sua casa da quasi venti minuti; alzò per un attimo lo sguardo e notò che nessun altro si era aggiunto alle pochissime persone presenti nella sala. Chiuse il libro con uno schiocco e lo ripose nella borsa. Un insolito silenzio regnava lì dentro; i ragazzini del primo anno si guardavano senza dire una parola, e le altre pochissime persone non avevano nessuno con cui parlare, esattamente come Lily. Il soffitto della sala grande mostrava un cielo azzurro, limpido e quasi completamente sgombro di nubi, l'esatto contrario del giorno precedente. Il tempo sarebbe stato ideale per una partita di Quidditch. Lily lanciò un'occhiata sconsolata al suo piatto ancora vuoto, e si chiese quanto tempo impiegassero gli elfi domestici a preparare la colazione; era affamatissima, e non ne poteva più di aspettare lì da sola senza niente da fare. Tra l'altro, era più che convinta che quella sarebbe stata una mattinata terribile e particolarmente imbarazzante; non avrebbe potuto evitare James ancora a lungo; il momento in cui avrebbe dovuto affrontarlo sarebbe giunto presto, e immaginava già l'espressione trionfante e orgogliosa sul volto di James. Distogliendo la mente da quei fastidiosi pensieri, si accorse che la sala si stava lentamente riempiendo; eppure, delle sue amiche Gwen e Samantha non c'era ancora traccia; sconsolata, Lily ricordò a sé stessa che quelle due erano geneticamente predisposte ad arrivare in ritardo sempre e dappertutto, perciò avrebbe dovuto aspettare ancora un bel po' di tempo prima di vederle arrivare.
Stava ancora fissando pigramente il suo piatto quando sentì dei passi provenire dall'ingresso; istintivamente, si voltò in tempo per vedere Remus e Peter, immediatamente seguiti da Sirius e James. Parlavano animatamente come sempre; Lily li osservò camminare affianco al tavolo di Grifondoro, mentre un gruppetto di ragazzine del quinto anno fissava Sirius con occhi sgranati; due ragazzine del quarto anno si tirarono una gomitata quando James passò accanto a loro, e non smisero di ridacchiare per un po'. Accortosi dell'attenzione, James non poté evitare di disordinarsi i capelli; dopo questo gesto, Lily roteò gli occhi e posò il suo sguardo su Remus, che si stava sedendo accanto a lei. "Ciao Lily! Tutto bene.?" chiese lui. "Più o meno. diciamo di sì, anche se non è vero." In quel momento, arrivò James, che si sedette proprio di fronte a Lily. "Ciao, Lily" disse lui gentilmente. "Ciao" rispose lei brevemente, e si voltò verso il tavolo degli insegnanti. "Alla fine dell'anno scorso, non avevi detto che non mi avresti mai più rivolto la parola?" chiese James a bassa voce. Sirius ridacchiò, cercando di non darlo a vedere, e Remus iniziò a fissare con grande interesse il proprio piatto. Lily non rispose. "E va bene, non parlarmi. Non ha nessuna importanza." concluse James in un tono apparenetemente disinteressato. Lei fece come se non avesse sentito. Un breve silenzio seguì le sue parole, poi Sirius iniziò a parlare con Remus e Peter; anche James parlava con loro, ma lanciava diverse occhiate a Lily di tanto in tanto; lei finse di non accorgersene.
Era al limite della sopportazione; pochi minuti dopo, abbandonò nel piatto la mela che aveva iniziato, si alzò, prese la borsa e uscì dalla sala grande. Quasi tutti gli studenti stavano lasciando la sala per andare alle loro lezioni. Lily stava salendo le scale del primo piano quando sentì la voce di James che la chiamava. "Evans!" Lei non si fermò, ma continuò a camminare. James si fece strada tra la folla e la raggiunse. "Evans" Lei non rispose. "Lily" insistesse lui "Lily, ascolta, mi dispiace, mi dispiace davvero.". Lei si fermò. "Ti dispiace di cosa?" chiese, in tono piuttosto arrabbiato. "Di." Ma lei non lo lasciò finire. "Hai letto la lettera che avevo mandato a Remus, non c'è altro da dire!" "Ah. te l'ha detto." disse James, fingendosi sorpreso. "Certo che me l'ha detto!" gridò lei, spaventando alcuni ragazzini del secondo anno che passavano di lì "Non volevo che tu leggessi quella lettera, sapevo che se l'avessi letta saresti diventato ancora più arrogante, e infantile, e." ora i suoi occhi erano pieni di lacrime. Guardò James, che la stava fissando con una strana espressione in volto; almeno non era l'espressione trionfante che Lily si era aspettata. "Lily, ti giuro che mi dispiace. Ho letto la tua lettera perché. avevo bisogno di sapere se eri veramente arrabbiata con me; volevo sapere se mi avresti parlato ancora. Remus non mi avrebbe mai detto niente di così personale su di te." "Lui è una persona corretta." James sospirò. "Lily, perdonami, ti prego; avevo solo bisogno di sapere. cosa pensi di me. Sei sempre così. misteriosa." Lily arrossì di colpo "Co. cosa intendi dire?" chiese, confusa. "Voglio dire che non riesco mai a capire cosa pensi di me!" disse lui a voce alta, e alcuni studenti si voltarono dalla sua parte. Lily fissava il pavimento; sapeva che James la stava guardando, ma non voleva incontrare il suo sguardo. Lui non parlò per un po'; ora c'erano solo poche persone nel corridoio, e molti di loro stavano entrando nelle loro classi. Il rumore delle loro chiacchiere si spense lentamente, e un completo silenzio cadde tra di loro. Non parlarono per un po', poi James riprese il suo discorso. "Lily, non avrei mai letto quella lettera se avessi saputo che ti avrebbe fatto stare così male." disse, in tono gentile. Lily abbassò un momento la testa; non voleva che James la vedesse sorridere. Stava ancora pensando se rispondere o meno, quando sentì alcuni passi dalle scale, e dopo pochi secondi vide comparire Sirius, Remus e Peter, seguiti da Gwen e Samantha, che li fissavano incuriositi, e meravigliati di vederli insieme. "Ciao James" disse Sirius allegramente "anche tu qui, Lily?" concluse, ridacchiando. James e Lily non risposero, ma si guardarono, senza parlare. Gli altri li fissarono per un momento, senza sapere come comportarsi; poi Sirius ruppe il silenzio. "Beh. abbiamo intenzione di andare a lezione di Incantesimi o di fossilizzarci qui?" chiese, animatamente. Lily raggiunse le due amiche; Gwen si voltò verso di lei e le sussurrò: "Scommetto che hai qualcosa da raccontarci.". Lei le rispose con un ampio sorriso, e seguì James, Sirius, Remus e Peter lungo il corridoio, pensando che forse quella non sarebbe stata una giornata così terrificante come aveva immaginato.
