Capitolo 7
"Odio la pioggia" dichiarò Lily, mentre lei e Gwen correvano verso il castello dalle serre di Erbologia, stringendosi nei pesanti mantelli, mentre il vento impediva loro di coprirsi la testa con i cappucci. "A me invece piace" disse Gwen, dando un'occhiata al cielo nuvoloso, mentre una folata di vento scopriva per l'ennesima volta la testa di Lily. "Ma come fai ad essere sempre così di buon umore, Gwen?!" "Secondo te cos'è che mi rallegra oggi.?" rispose la ragazza, con un ampio sorriso. Le due raggiunsero l'entrata principale, e si affrettarono ad entrare nell'atrio d'ingresso. "Vorrei ricordarti che è comunque una punizione." disse Lily in tono di rimprovero, togliendosi il mantello. "Eddai, Lily, lo so anch'io! Ma pulire la sala trofei con Sirius è decisamente meglio che da sola con Gazza, no?" "Sono perfettamente d'accordo." disse una voce alle loro spalle; con un tuffo al cuore, Gwen si voltò, e vide Remus che, oltrepassata la soglia, si toglieva con eleganza il pesante mantello nero. "I. intendevo dire che. una punizione da soli era decisamente peggio. di una punizione in compagnia. qualsiasi compagnia." si affrettò a rispondere Gwen, imbarazzata. Il ragazzo ridacchiò. "Non ti preoccupare, Gwen, non lo dirò a Sirius." "Ma non c'è niente da nascondere" ribatté lei, arrossendo di colpo "io non ho detto nien." "Comunque non c'è niente di male" rispose Remus, in tono tranquillo "anche lui sarà felice di essere in compagnia.". Lanciando un'ultima occhiata eloquente a Gwen, si diresse verso la Sala Grande. Lei restò inchiodata al pavimento, incapace di spostarsi da quella posizione. "Lo dirà a Sirius." balbettò la ragazza "gli sembrerò una stupida." "Uno" iniziò Lily in tono deciso "Remus è una persona onesta, è non gli dirà assolutamente niente, anche se è uno dei suoi migliori amici" "Appunto." "E due" continuò Lily, imperterrita "non so che cosa potrebbe dirgli che lui non sappia già." "Cosa vorresti dire?" "Che Sirius si è già accorto di tutto!" rispose Lily, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. "Ma non è vero!" "Gwen, Sirius non è come James, lui è molto più. sveglio in questo genere di cose." disse Lily, con una punta di rammarico nella voce. "E. secondo te. è meglio o peggio?" chiese Gwen, titubante. "Che cosa?" chiese Lily, perplessa. "Che. Sirius sappia già tutto" rispose l'altra, parlando piano, come se non volesse rivelare a se stessa la verità. "Non immagini quanto sia meglio."
*
"Ma dov'è andato?!" esclamò Gwen, esasperata, mentre lei e Lily pattugliavano il corridoio vicino alla Torre di Grifondoro. "Non lo so. magari si è nascosto." azzardò Lily. "Eh no, cara! Sirius non farebbe mai una cosa del genere!" "E chi te lo dice? Quel ragazzo è talmente strano. ci sarebbe da aspettarselo." "Lily!" protestò Gwen, indignata "Sirius non ha mai evitato nessuna punizione, e non credo che inizierà a farlo proprio oggi! E poi, se è vero quello che mi hai detto." "Un momento" disse Lily, fermandosi in mezzo al corridoio "io non ti ho detto niente di certo, sono solo supposizioni! Intuito, tutto qui!" "Va bene, va bene. A questo punto penso che scenderò da sola in Sala Trofei, se Sirius non si presenta sono affari suoi." rispose Gwen, in tono indifferente. Lily la guardò un po', e le sfuggì un sorrisetto. "Dai, Gwen, non fare finta di essere disinteressata! Vuoi fingere anche con la tua migliore amica?" "Parli proprio tu, Lily. fino all'altro ieri hai nascosto a James quello che provavi per lui. e anche adesso non sei migliorata più di tanto." "Smettila, Gwen!" rispose Lily, sorridendo, e dandole un leggero spintone. "A proposito, come va con James? Ti sembra migliorato?" "Non so. a volte ho l'impressione che sia migliorato un po', altre, mi sembra che non sia cambiato affatto." Lily si incupì. "Ehi, Lily, non fare quella faccia! Ci vuole tempo, te l'ho già detto! E poi." Qualcosa la interruppe. Era un rumore di passi affrettati, che si avvicinavano molto rapidamente. Le due amiche si voltarono dalla parte del corridoio da cui proveniva il rumore, e dopo pochi secondi, videro Samantha comparire all'angolo del corridoio. Aveva un'aria semplicemente stravolta, e i suoi grandi occhi color nocciola erano gonfi e rossi. Quando le vide, la ragazza esitò un attimo; le tre amiche rimasero per un tempo indefinito a guardarsi, senza sapere come comportarsi. "Ragazze." gemette Samantha, con voce rotta. Poi corse incontro alle altre due, e le abbracciò, scoppiando in lacrime. "Sammy che ti è successo?" chiese Gwen, preoccupata, mentre la ragazza continuava a piangere sulle spalle delle due amiche. "Eravamo preoccupate, Sammy" aggiunse Lily "eri così strana oggi a lezione." "Mi dispiace, ragazze, mi dispiace tanto" rispose la ragazza, senza staccarsi da loro "vi devo raccontare, vi devo raccontare tutto. dovete dirmi cosa devo fare, non ce la faccio più." "Andiamo in Sala Comune" propose Lily, staccandosi dall'abbraccio, e prendendo le mani dell'amica "voglio sapere tutto, nei minimi particolari." "Sammy, mi dispiace tantissimo, ma devo proprio andare, o Gazza mi farà a fettine" disse Gwen, dando un'occhiata all'orologio. Samantha annuì, in risposta. "Ci vediamo, Gwen. E cerca di non combinare guai." le suggerì Lily, con un sorrisino malizioso. "Cosa vorresti dire, sapientona?" "Lo sai cosa intendo. lascia fare al destino." rispose Lily. "Può darsi, Lily" disse Gwen "ma io credo che a volte il destino abbia bisogno di una mano." e, così detto, salutò le altre due e si avviò verso la Sala Trofei. Da tutto il giorno aspettava quel momento; l'aspettava tanto, che se l'era immaginato decine di volte. Eppure, non avrebbe mai pensato di iniziare così la propria punizione; era certa che avrebbe sceso le scale insieme a Sirius, che avrebbe rallegrato la situazione con la sua simpatia. Invece, si ritrovava a dover raggiungere la Sala Trofei da sola, senza quella compagnia che aveva tanto atteso e desiderato. Sì sentiva delusa; era come se l'assenza di Sirius in quel momento l'avesse privata di qualcosa, e lei non fosse più capace di recuperarlo. Lo sentiva come un tradimento, un affronto personale che non avrebbe certo voluto subire. Temeva che, raggiunta la Sala, Gazza le avrebbe detto che Sirius non c'era, che non sarebbe venuto, che avrebbe dovuto passare un'ora lì dentro, da sola. all'improvviso, un altro, più terribile, pensiero le balenò nella mente: e se Sirius non avesse voluto rimanere da solo con lei? Se le supposizioni di Lily erano completamente sbagliate? Se a Sirius, lei non interessava minimamente? Il cuore di Gwen batteva all'impazzata. Si mise a correre. Quasi volò dalle scale, e raggiunto il primo piano, scorse al fondo del corridoio, l'ingresso della Sala Trofei; continuò a correre, scivolando rapida sul liscio pavimento di pietra. Raggiunta la porta, esitò, con la mano sulla maniglia; superata quella soglia, avrebbe scoperto tutto. avrebbe saputo se Sirius c'era, o se era fuggito. già, perché Gwen, in preda alla disperazione, era arrivata a pensare anche questo. chiuse gli occhi, respirando affannosamente per la corsa, il cuore che le batteva tra il petto e i polmoni; premette lentamente la mano sulla maniglia, e spinse in avanti la porta. Riuscì a malapena a scorgere la figura arcigna di Gazza che, appena udito il cigolio della porta che si apriva, era scattato in piedi ed era corso incontro a lei. "Muoversi, signorina! Che cosa diavolo stai aspettando?" disse l'uomo bruscamente, notando l'esitazione della ragazza, e la afferrò saldamente per un braccio "Generazioni di fannulloni." borbottò Gazza, trasicnandola a forza dentro alla saletta. Gwen si liberò a fatica dalla sua presa; il guardiano si scostò e le liberò la visuale; finalmente lei perlustrò con lo sguardo tutta la stanza, aspettandosi di vedere Sirius comparire da un momento all'altro di fronte a lei. Ma lui non c'era. La ragazza restò un attimo lì in piedi, in mezzo alla stanza, incredula. Poi, presa dalla disperazione, si lasciò cadere sulla sedia più vicina e, tenendosi la testa tra le mani, poggiò i gomiti sulle ginocchia. Non era possibile. Sirius non era venuto, non si era presentato. era come le aveva detto Lily, non ci si poteva fidare di lui. "Quanta disperazione per una punizioncina come questa" commentò Gazza in tono sarcastico "avessi visto le care, vecchie punizioni di una volta. allora sì che ci sarebbe stato da disperarsi davvero." il guardiano ridacchiò in tono soddisfatto. Gwen non l'aveva neanche sentito; continuava a pensare a Sirius, al sorriso dolce che le aveva rivolto, dicendole che avrebbero passato insieme quella punizione. non poteva essere finita così. Improvvisamente, la porta si spalancò; Gwen alzò di scatto lo sguardo, e un sorriso enorme e spontaneo le si disegnò in volto: sulla soglia c'era proprio lui, Sirius, fermo alla porta, con la mano ancora poggiata sulla maniglia, e che ansimava; probabilmente aveva corso parecchio. Gwen avrebbe voluto alzarsi e corrergli incontro, abbracciarlo forte, e stringerlo a sé. istintivamente, scattò in piedi, come percorsa da una scarica elettrica. "Ciao, Sirius." "Razza di fannullone, dove diavolo eri finito?!" sbraitò Gazza, interrompendola "Entra, moccioso furfante che non sei altro!" Sirius non rispose nemmeno, ma sorrise alla ragazza, dirigendosi verso di lei. "Generazione di scansafatiche maleducati." borbottò il guardiano, lanciando due stracci ai ragazzi. "Pulire! E non voglio sentir fiatare!" I due presero svogliatamente gli stracci, e iniziarono a lustrare i vari trofei, coppe e medaglie di innumerevoli studenti e insegnanti della scuola, mentre Gazza li controllava, e puntualmente criticava il loro lavoro. Il guardiano li teneva continuamente d'occhio, e cercava costantemente di allontanarli. La Sala Trofei, comunque, era piccola, e i due finivano sempre per ritrovarsi vicini. Passarono due ore così, senza la possibilità di parlarsi, perché ogni volta che cercavano di rivolgersi la parola, Gazza li interrompeva, costringendoli a tacere; la cosa infastidiva moltissimo Gwen e, a giudicare dalla sua espressione del volto, anche Sirius stava provando la stessa cosa. Terminata la punizione, Gazza insistette per accompagnarli in Sala Comune perché non si fidava "di quei due fannulloni"; a questa notizia, Gwen notò il disappunto di Sirius, e si sentì felice del fatto che anche lui considerasse, in quel particolare momento, il guardiano come un terzo incomodo. Avevano appena salito le scale del secondo piano, quando si udì un tonfo, e poi un fracasso di oggetti che rotolavano dalle scale. "Pix!!! Dannato Poltergeist!!!" gridò Gazza, furente, dirigendosi verso lo sgabuzzino delle scope "Voi due, tornatevene subito in sala comune, adesso!" urlò, rivolto ai due ragazzi, e si allontanò con aria minacciosa. Gwen pensò che, per una volta, Pix aveva avuto davvero una brillante idea. Guardò Sirius, certa che anche lui stava pensando la stessa cosa, e i due scoppiarono a ridere. "Sai, Gwen" disse lui, dopo un po' "sono contento che ci fossi anche tu stasera." Gwen arrossì di colpo; da tutta la sera aspettava quel genere di commento da parte di Sirius, ma era rimasta comunque sorpresa. "Grazie. peccato che ci fosse Gazza." L'aveva detto; era esattamente ciò che pensava e, anche se non avrebbe voluto dirlo, ormai quelle parole le erano uscite spontaneamente di bocca. "Cioè, scusa." si giustificò lei, imbarazzata "non intendevo dire." "Non fa niente" rispose lui, sorridendole, e avvicinandosi un po' di più "e, comunque. lo penso anch'io." Sirius le cinse la vita con un braccio, e le sollevò delicatamente il mento con la mano, scrutandola intensamente nei begli occhi verdi. Gwen sentì che la testa non ragionava più, non riusciva più a mettere a fuoco i pensieri; si sentiva inchiodata al pavimento, incapace di muovere un solo passo; non che volesse spostarsi. "Cosa diavolo ci fate ancora qui voi due?!" strillò la voce di Gazza, dal fondo del corridoio. "Secondo lei...?" rispose Sirius, in tono sarcastico. "Vi ho colti in flagrante, piccoli mocciosi." ribatté il guardiano in tono soddisfatto. Sirius si staccò delicatamente da Gwen, senza smettere di guardarla. Gazza marciò verso di loro, li afferrò per le braccia e li trascinò verso la Torre di Grifondoro. Gwen avrebbe voluto squartarlo in mille pezzettini, ma cercò di contenere la rabbia; ormai, sapeva per certo che anche Sirius era innamorato di lei, e quella era l'unica cosa che le importava.
"Odio la pioggia" dichiarò Lily, mentre lei e Gwen correvano verso il castello dalle serre di Erbologia, stringendosi nei pesanti mantelli, mentre il vento impediva loro di coprirsi la testa con i cappucci. "A me invece piace" disse Gwen, dando un'occhiata al cielo nuvoloso, mentre una folata di vento scopriva per l'ennesima volta la testa di Lily. "Ma come fai ad essere sempre così di buon umore, Gwen?!" "Secondo te cos'è che mi rallegra oggi.?" rispose la ragazza, con un ampio sorriso. Le due raggiunsero l'entrata principale, e si affrettarono ad entrare nell'atrio d'ingresso. "Vorrei ricordarti che è comunque una punizione." disse Lily in tono di rimprovero, togliendosi il mantello. "Eddai, Lily, lo so anch'io! Ma pulire la sala trofei con Sirius è decisamente meglio che da sola con Gazza, no?" "Sono perfettamente d'accordo." disse una voce alle loro spalle; con un tuffo al cuore, Gwen si voltò, e vide Remus che, oltrepassata la soglia, si toglieva con eleganza il pesante mantello nero. "I. intendevo dire che. una punizione da soli era decisamente peggio. di una punizione in compagnia. qualsiasi compagnia." si affrettò a rispondere Gwen, imbarazzata. Il ragazzo ridacchiò. "Non ti preoccupare, Gwen, non lo dirò a Sirius." "Ma non c'è niente da nascondere" ribatté lei, arrossendo di colpo "io non ho detto nien." "Comunque non c'è niente di male" rispose Remus, in tono tranquillo "anche lui sarà felice di essere in compagnia.". Lanciando un'ultima occhiata eloquente a Gwen, si diresse verso la Sala Grande. Lei restò inchiodata al pavimento, incapace di spostarsi da quella posizione. "Lo dirà a Sirius." balbettò la ragazza "gli sembrerò una stupida." "Uno" iniziò Lily in tono deciso "Remus è una persona onesta, è non gli dirà assolutamente niente, anche se è uno dei suoi migliori amici" "Appunto." "E due" continuò Lily, imperterrita "non so che cosa potrebbe dirgli che lui non sappia già." "Cosa vorresti dire?" "Che Sirius si è già accorto di tutto!" rispose Lily, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. "Ma non è vero!" "Gwen, Sirius non è come James, lui è molto più. sveglio in questo genere di cose." disse Lily, con una punta di rammarico nella voce. "E. secondo te. è meglio o peggio?" chiese Gwen, titubante. "Che cosa?" chiese Lily, perplessa. "Che. Sirius sappia già tutto" rispose l'altra, parlando piano, come se non volesse rivelare a se stessa la verità. "Non immagini quanto sia meglio."
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"Ma dov'è andato?!" esclamò Gwen, esasperata, mentre lei e Lily pattugliavano il corridoio vicino alla Torre di Grifondoro. "Non lo so. magari si è nascosto." azzardò Lily. "Eh no, cara! Sirius non farebbe mai una cosa del genere!" "E chi te lo dice? Quel ragazzo è talmente strano. ci sarebbe da aspettarselo." "Lily!" protestò Gwen, indignata "Sirius non ha mai evitato nessuna punizione, e non credo che inizierà a farlo proprio oggi! E poi, se è vero quello che mi hai detto." "Un momento" disse Lily, fermandosi in mezzo al corridoio "io non ti ho detto niente di certo, sono solo supposizioni! Intuito, tutto qui!" "Va bene, va bene. A questo punto penso che scenderò da sola in Sala Trofei, se Sirius non si presenta sono affari suoi." rispose Gwen, in tono indifferente. Lily la guardò un po', e le sfuggì un sorrisetto. "Dai, Gwen, non fare finta di essere disinteressata! Vuoi fingere anche con la tua migliore amica?" "Parli proprio tu, Lily. fino all'altro ieri hai nascosto a James quello che provavi per lui. e anche adesso non sei migliorata più di tanto." "Smettila, Gwen!" rispose Lily, sorridendo, e dandole un leggero spintone. "A proposito, come va con James? Ti sembra migliorato?" "Non so. a volte ho l'impressione che sia migliorato un po', altre, mi sembra che non sia cambiato affatto." Lily si incupì. "Ehi, Lily, non fare quella faccia! Ci vuole tempo, te l'ho già detto! E poi." Qualcosa la interruppe. Era un rumore di passi affrettati, che si avvicinavano molto rapidamente. Le due amiche si voltarono dalla parte del corridoio da cui proveniva il rumore, e dopo pochi secondi, videro Samantha comparire all'angolo del corridoio. Aveva un'aria semplicemente stravolta, e i suoi grandi occhi color nocciola erano gonfi e rossi. Quando le vide, la ragazza esitò un attimo; le tre amiche rimasero per un tempo indefinito a guardarsi, senza sapere come comportarsi. "Ragazze." gemette Samantha, con voce rotta. Poi corse incontro alle altre due, e le abbracciò, scoppiando in lacrime. "Sammy che ti è successo?" chiese Gwen, preoccupata, mentre la ragazza continuava a piangere sulle spalle delle due amiche. "Eravamo preoccupate, Sammy" aggiunse Lily "eri così strana oggi a lezione." "Mi dispiace, ragazze, mi dispiace tanto" rispose la ragazza, senza staccarsi da loro "vi devo raccontare, vi devo raccontare tutto. dovete dirmi cosa devo fare, non ce la faccio più." "Andiamo in Sala Comune" propose Lily, staccandosi dall'abbraccio, e prendendo le mani dell'amica "voglio sapere tutto, nei minimi particolari." "Sammy, mi dispiace tantissimo, ma devo proprio andare, o Gazza mi farà a fettine" disse Gwen, dando un'occhiata all'orologio. Samantha annuì, in risposta. "Ci vediamo, Gwen. E cerca di non combinare guai." le suggerì Lily, con un sorrisino malizioso. "Cosa vorresti dire, sapientona?" "Lo sai cosa intendo. lascia fare al destino." rispose Lily. "Può darsi, Lily" disse Gwen "ma io credo che a volte il destino abbia bisogno di una mano." e, così detto, salutò le altre due e si avviò verso la Sala Trofei. Da tutto il giorno aspettava quel momento; l'aspettava tanto, che se l'era immaginato decine di volte. Eppure, non avrebbe mai pensato di iniziare così la propria punizione; era certa che avrebbe sceso le scale insieme a Sirius, che avrebbe rallegrato la situazione con la sua simpatia. Invece, si ritrovava a dover raggiungere la Sala Trofei da sola, senza quella compagnia che aveva tanto atteso e desiderato. Sì sentiva delusa; era come se l'assenza di Sirius in quel momento l'avesse privata di qualcosa, e lei non fosse più capace di recuperarlo. Lo sentiva come un tradimento, un affronto personale che non avrebbe certo voluto subire. Temeva che, raggiunta la Sala, Gazza le avrebbe detto che Sirius non c'era, che non sarebbe venuto, che avrebbe dovuto passare un'ora lì dentro, da sola. all'improvviso, un altro, più terribile, pensiero le balenò nella mente: e se Sirius non avesse voluto rimanere da solo con lei? Se le supposizioni di Lily erano completamente sbagliate? Se a Sirius, lei non interessava minimamente? Il cuore di Gwen batteva all'impazzata. Si mise a correre. Quasi volò dalle scale, e raggiunto il primo piano, scorse al fondo del corridoio, l'ingresso della Sala Trofei; continuò a correre, scivolando rapida sul liscio pavimento di pietra. Raggiunta la porta, esitò, con la mano sulla maniglia; superata quella soglia, avrebbe scoperto tutto. avrebbe saputo se Sirius c'era, o se era fuggito. già, perché Gwen, in preda alla disperazione, era arrivata a pensare anche questo. chiuse gli occhi, respirando affannosamente per la corsa, il cuore che le batteva tra il petto e i polmoni; premette lentamente la mano sulla maniglia, e spinse in avanti la porta. Riuscì a malapena a scorgere la figura arcigna di Gazza che, appena udito il cigolio della porta che si apriva, era scattato in piedi ed era corso incontro a lei. "Muoversi, signorina! Che cosa diavolo stai aspettando?" disse l'uomo bruscamente, notando l'esitazione della ragazza, e la afferrò saldamente per un braccio "Generazioni di fannulloni." borbottò Gazza, trasicnandola a forza dentro alla saletta. Gwen si liberò a fatica dalla sua presa; il guardiano si scostò e le liberò la visuale; finalmente lei perlustrò con lo sguardo tutta la stanza, aspettandosi di vedere Sirius comparire da un momento all'altro di fronte a lei. Ma lui non c'era. La ragazza restò un attimo lì in piedi, in mezzo alla stanza, incredula. Poi, presa dalla disperazione, si lasciò cadere sulla sedia più vicina e, tenendosi la testa tra le mani, poggiò i gomiti sulle ginocchia. Non era possibile. Sirius non era venuto, non si era presentato. era come le aveva detto Lily, non ci si poteva fidare di lui. "Quanta disperazione per una punizioncina come questa" commentò Gazza in tono sarcastico "avessi visto le care, vecchie punizioni di una volta. allora sì che ci sarebbe stato da disperarsi davvero." il guardiano ridacchiò in tono soddisfatto. Gwen non l'aveva neanche sentito; continuava a pensare a Sirius, al sorriso dolce che le aveva rivolto, dicendole che avrebbero passato insieme quella punizione. non poteva essere finita così. Improvvisamente, la porta si spalancò; Gwen alzò di scatto lo sguardo, e un sorriso enorme e spontaneo le si disegnò in volto: sulla soglia c'era proprio lui, Sirius, fermo alla porta, con la mano ancora poggiata sulla maniglia, e che ansimava; probabilmente aveva corso parecchio. Gwen avrebbe voluto alzarsi e corrergli incontro, abbracciarlo forte, e stringerlo a sé. istintivamente, scattò in piedi, come percorsa da una scarica elettrica. "Ciao, Sirius." "Razza di fannullone, dove diavolo eri finito?!" sbraitò Gazza, interrompendola "Entra, moccioso furfante che non sei altro!" Sirius non rispose nemmeno, ma sorrise alla ragazza, dirigendosi verso di lei. "Generazione di scansafatiche maleducati." borbottò il guardiano, lanciando due stracci ai ragazzi. "Pulire! E non voglio sentir fiatare!" I due presero svogliatamente gli stracci, e iniziarono a lustrare i vari trofei, coppe e medaglie di innumerevoli studenti e insegnanti della scuola, mentre Gazza li controllava, e puntualmente criticava il loro lavoro. Il guardiano li teneva continuamente d'occhio, e cercava costantemente di allontanarli. La Sala Trofei, comunque, era piccola, e i due finivano sempre per ritrovarsi vicini. Passarono due ore così, senza la possibilità di parlarsi, perché ogni volta che cercavano di rivolgersi la parola, Gazza li interrompeva, costringendoli a tacere; la cosa infastidiva moltissimo Gwen e, a giudicare dalla sua espressione del volto, anche Sirius stava provando la stessa cosa. Terminata la punizione, Gazza insistette per accompagnarli in Sala Comune perché non si fidava "di quei due fannulloni"; a questa notizia, Gwen notò il disappunto di Sirius, e si sentì felice del fatto che anche lui considerasse, in quel particolare momento, il guardiano come un terzo incomodo. Avevano appena salito le scale del secondo piano, quando si udì un tonfo, e poi un fracasso di oggetti che rotolavano dalle scale. "Pix!!! Dannato Poltergeist!!!" gridò Gazza, furente, dirigendosi verso lo sgabuzzino delle scope "Voi due, tornatevene subito in sala comune, adesso!" urlò, rivolto ai due ragazzi, e si allontanò con aria minacciosa. Gwen pensò che, per una volta, Pix aveva avuto davvero una brillante idea. Guardò Sirius, certa che anche lui stava pensando la stessa cosa, e i due scoppiarono a ridere. "Sai, Gwen" disse lui, dopo un po' "sono contento che ci fossi anche tu stasera." Gwen arrossì di colpo; da tutta la sera aspettava quel genere di commento da parte di Sirius, ma era rimasta comunque sorpresa. "Grazie. peccato che ci fosse Gazza." L'aveva detto; era esattamente ciò che pensava e, anche se non avrebbe voluto dirlo, ormai quelle parole le erano uscite spontaneamente di bocca. "Cioè, scusa." si giustificò lei, imbarazzata "non intendevo dire." "Non fa niente" rispose lui, sorridendole, e avvicinandosi un po' di più "e, comunque. lo penso anch'io." Sirius le cinse la vita con un braccio, e le sollevò delicatamente il mento con la mano, scrutandola intensamente nei begli occhi verdi. Gwen sentì che la testa non ragionava più, non riusciva più a mettere a fuoco i pensieri; si sentiva inchiodata al pavimento, incapace di muovere un solo passo; non che volesse spostarsi. "Cosa diavolo ci fate ancora qui voi due?!" strillò la voce di Gazza, dal fondo del corridoio. "Secondo lei...?" rispose Sirius, in tono sarcastico. "Vi ho colti in flagrante, piccoli mocciosi." ribatté il guardiano in tono soddisfatto. Sirius si staccò delicatamente da Gwen, senza smettere di guardarla. Gazza marciò verso di loro, li afferrò per le braccia e li trascinò verso la Torre di Grifondoro. Gwen avrebbe voluto squartarlo in mille pezzettini, ma cercò di contenere la rabbia; ormai, sapeva per certo che anche Sirius era innamorato di lei, e quella era l'unica cosa che le importava.
