Nota dell'autrice: rieccomi ^^. Spero che la storia vi piaccia. Fatemelo sapere!

Capitolo secondo Andata e ritorno

Fu sotto il sole accecante che riprese conoscenza.

Toccò la fronte sporca di terriccio e sollevò le palpebre, non senza sforzo. Si sentiva malissimo, come se qualcuno - Gandalf magari - avesse usato i suoi poteri magici per farlo allegramente roteare in aria. Abbozzò un sorriso. Hey, era un buon segno. Un sorriso genuino, di quelli che non passavano sulle sue labbra da… probabilmente una vita.

Il bisogno di vomitare acuì e, per non rovinare il buon inizio, Frodo fece forza sulle braccia e si raddrizzò. Si ritrovò alla sommità di una collina. Gli alberi costeggiavano una strada di campagna. Nell'immensa, fiorente vallata, davanti a due occhi sbigottiti, il vento pettinava un puzzle di campi ben conosciuto.

Barcollò. Soltanto da seduto poté accettare ciò che vedeva.

Non poté che provare un'ondata d'inquietudine. Era impazzito, aveva visioni? Come aveva fatto a lasciare Eressëa? Ricordava d'essere uscito prima dell'alba, di aver raggiunto il mare… era forse salpato in segreto? Era caduto dalla scogliera, lasciando che le onde lo trasportassero alla Terra di Mezzo? Ma cadere in acqua o salpare lo avrebbe condotto ai Porti Grigi, oppure alle falde delle montagne. Non sul tetto di Casa Baggins.

E non stava sognando – pinzò il braccio destro con forza, aspirando aspramente l'aria per la fitta – no, ne era sicuro. E vedeva la bella Contea, l'amata conca di Hobbiville.

Scattò in piedi, accorgendosi a malapena di indossare abiti di foggia hobbit, i suoi vecchi abiti. Nelle ombre gli pareva di scorgere movimenti, e le sue orecchie rimandavano ricordo di strida disumane.

Che diavolo succedeva?! Non capiva più niente! La sua mente fu divisa, per un attimo, fra le immagini delle Terre Imperiture (davanti gli comparve un volto) e quelle del giorno precedente vissuto nella Contea. Premette i palmi contro le tempie. Era quasi come se… come se il tempo fosse…

Prese la fronte in una mano, scotendo la testa. Percepiva l'inizio di un'emicrania devastante.

Frodo? chiamò una voce da sotto. Frodo?

L'hobbit diede in un altro scatto. Si avviò lentamente al ciglio della collina, dove era incassata la porta dell'abitazione. Fu solo quando vide la sagoma dello zio, lo zio ancora giovanile, energico, che credette fino in fondo alla propria vista. Bilbo sorrise.

Frodo, cosa ci fai lì addormentato? Avanti, ragazzo, aiutami ad organizzare le ultime cose di questa benedetta festa: mi sta rubando più anni del tempo stesso! disse. Credendo di essere seguito, scese alla piana.

Sfinito, Frodo lasciò che le gambe gli cedessero sotto definitivamente. Non gli era sfuggita l'occhiata consapevole di Bilbo.

Sottile, come in passato, la paura tornò a scorrere sotto la sua pelle. Il suo corpo era integro, certo, ancora integro… ma l'Anello esisteva!

Eppure… volse il bel viso alla valle, dove i compaesani lavoravano i campi, chiacchieravano spensierati per le vie sterrate e rincorrevano i bambini. I polmoni gli si riempirono d'emozione. Ciò che contava, ciò che più contava erano l'erba, la gente, l'aria della Contea! Un corpo, una mente sani.

Sorrise.

Sono a casa.

Discese a ritroso la piccola scarpata e si ritrovò davanti alla casa. La splendida casa che aveva lasciato a Sam, andandosene… e ora?

Entrato, osservò con meraviglia il soffitto, le mappe e i quadri sulle pareti. Sostò per qualche minuto davanti al ritratto dei genitori di Bilbo, sorridendo in modo enigmatico.

Avreste mai immaginato cosa sarebbe capitato un giorno a vostro figlio? Mh, forse tu sì, Belladonna. Sangue Tuc. Scommetto che avevi sognato un'avventura mozzafiato per Bilbo; e l'ha avuta. E anch'io, sebbene la conclusione sia stata un po' diversa.

Nel momento stesso in cui pronunciava quelle parole si rese conto della loro stranezza. Ma che avventura ho avuto io? Non sono mai partito! Dovrei… dovrei farlo fra poco…

L'aria divenne pesante. Frodo volse la schiena ai ritratti e fissò la scrivania dello zio, camminando con cautela in quella direzione. Presentimento. Sapeva che cosa vi avrebbe trovato.

E' inusuale che Bilbo si separi dall'Anello. Tese lentamente la mano verso l'oggetto. Essa cominciò a vacillare. Forse sta cercando di limitarne l'influenza? Stava per toccarlo, ma avvertì un tremendo calore; rivide l'Occhio e si ritrasse. Non fu difficile raggiungere la parete opposta.

No, no! Non voglio mai più avere a che fare con te! Un altro ti distruggerà… e se ciò che ricordo è vero, se un tempo… chissà quando, chissà come… oh, che confusione… in ogni caso, non invidio… chi lo dovrà fare.

Un clangore inusitato lo spaventò e scansò velocemente le gambe, evitando per un pelo di esser travolto dalla furia di Bilbo.

Basta, ho detto! Non vogliamo più zingari, fratelli o discendenti misteriosamente perduti! esclamò quello, irrompendo in casa, sbattendo la porta e afferrando un secchio d'acqua che sembrava aspettar lì apposta. Frodo seguì con meraviglia i suoi movimenti, che lo portarono di nuovo fuori. Il gruppetto che lì confabulava dileguò. Uff…

E l'altro, sollevato, scoppiò a ridere.

Quella sera decise di recarsi al Drago Verde, adducendo la scusa d'andare a far quattro chiacchiere con Pipino, che lì attendeva la festa. Davanti alla tavola imbandita dello zio, però, non seppe rinunciare ad una tazza del suo the.

Ah. Ero così stanco di lembas, cibo elfico, acqua elfica…

Vide il viso di Bilbo contrarsi. Al riflesso tremolante del fuoco il mutamento parve ingigantito, e colorò l'atmosfera di un alone inquietante.

Quando ti ho visto, questo pomeriggio…

Frodo alzò lo sguardo. Dalla fronte corrugata dello zio comprese. E' tutto vero.

…Come?

Non lo so. Forse l'abbiamo già vissuto rispose, tormentando il piatto col cucchiaio.

La teiera fischiò, interrompendo la tensione.

Bilbo?

Sì?

Andrai a stare dagli Elfi?

Mentre si recava al Drago Verde, più tardi di quanto avesse desiderato, Frodo camminò lontano dal sentiero. Sapeva che era presto per preoccuparsi: non aveva indosso l'Anello. I Nazgûl avrebbero attraversato l'Isen la vigilia di mezz'estate. Ciononostante avrebbe preferito restare a dormire a Casa Baggins, la collina più confortevole della Terra di Mezzo.

Ma Bilbo mi sembrava così strano…

Aveva provato a bussare a casa Gamgee, pensando di risparmiarsi una bella scarpinata - avrebbe spiegato, naturalmente. Ma non c'era nessuno. Era probabile che Sam avesse portato il suo vecchio al Drago Verde. Una ragione in più per andarci.

Distolse la mente dal pub e si concentrò sul boschetto. Era abbastanza fitto da ripararlo. Quando arrivò all'ultima curva, tuttavia, seppe che doveva abbandonare la scorciatoia. Il tratto allo scoperto sarà stato di duecento metri al massimo, non molti per un hobbit in normali disposizioni d'animo; troppi per un hobbit fortemente suggestionato.

Deglutì, si accovacciò e attese. Questo sentiero di notte si allunga, accidenti? Stava per alzarsi e proseguire, sentendosi paranoico, quando un rumore gli fece rizzare tutti i peli del corpo. No, non era un rumore. Era… lo spegnersi delle voci notturne. Grilli, rapaci, piccoli mammiferi. Tutti tacquero di punto in bianco.

Oh no gemette, appoggiando la testa ad un tronco.

Col cuore in gola, celò la propria forma sotto un cespuglio. E attese.

Alla fine, il lento trottare che sempre riudiva negli incubi arrivò. Era sempre più vicino. Frodo scorse un gruppo di millepiedi fuggire tra gli aghi di pino e, davvero, avrebbe dato qualunque cosa per non accorgersene. Gemette in silenzio, mentre un velo di gelido sudore lo ricopriva. No, per favore…

Strinse il fianco e, incapace di muovere un ciglio, attese.

Anche il Male sapeva? Dunque non era l'unico a rammentare? Era probabile che avessero deciso di agire tempestivamente… ma come poteva essere possibile? Dovevano aver ricordato prima di lui, che si era svegliato solo quel pomeriggio. Sembrava tanto misterioso.

Ben presto cavallo e cavaliere furono sopra il cespuglio. Ecco, avrebbero sentito, si sarebbero fermati. Frodo trovò uno zoccolo sporco accanto al proprio viso. La gola secca, vide l'altro entrare in collisione col terreno morbido. Doveva scappare. Doveva soltanto strisciare indietro e magari buttarsi nel fiume.

Il cavallo sbuffò.

Le zampe anteriori dell'animale sostarono un attimo sul posto, cercando di non scivolare sul lieve declivio. Poi continuarono per la loro strada.

Solo allora Frodo si accorse di poter udire gli animali che popolano la notte. Col fiatone, sbirciò oltre la cortina di foglie, riconoscendo il pony del vecchio Grassotto Bolgeri. Sopra, nessun cavaliere nero annusava l'aria alla ricerca dell'Unico, alla ricerca del Portatore. Un uomo palesemente assonnato, che stava in sella per miracolo, conduceva il ronzino.

L'hobbit prese un grosso respiro, estraendo le gambe dal cespuglio e dirigendosi di buono, buonissimo passo verso casa. E' inutile illudersi. Non ne sarò mai fuori.

Ebbe la consolazione di dormire senza sogni.

La mattina seguente, svegliato dal gallo, corse a leggere sotto gli alberi. La penombra lo mise a disagio, ma poco dopo il sole inondava la sua bella Contea. Non poté che esimersi dalla lettura, catturato da quei colori, dalle voci soddisfatte. Già, quel giorno dovevano accorrere in massa per aiutare a montare tavole, tendoni, ammucchiare stoviglie… e soprattutto, innalzare il festone che avrebbe ufficialmente aperto i festeggiamenti.

Ah, la festa di Bilbo era stato l'ultimo giorno veramente sereno. Dalla sua partenza, poi, una subdola apprensione aveva nidificato nel suo cuore. Non se n'era mai andata.

Rieccola. Corrucciato, Frodo chiuse il volume che appoggiava alle ginocchia, il segno tenuto da un dito.

Se accetterò nuovamente di portare l'Anello sino a Gran Burrone, non voglio attendere che i servi di Sauron mi cadano tra capo e collo anche stavolta, rimuginò. Devo partire insieme a Bilbo… e a Gandalf, che non avrà bisogno di correre a Gondor per cercare gli scritti del re Isildur. Ricorderà anche lui? E Sam, Pipino e Merry… forse sarebbe meglio lasciarli fuori da questa storia. Ed io, è inutile… Anche se questa volta dovesse finire prima, o andare meglio in qualche modo… non mi libererò mai da…

Assorto nel cupo futuro, impiegò qualche tempo per riconoscere la melodia che scivolava liscia sotto i Mormorii dei paesani.

La via è aperta, vento in poppa faceva la vecchia canzone.

Elettrizzato, Frodo scattò in piedi, abbandonò il libro e troneggiò sul dosso naturale, fissando con aria di sufficienza colui che avanzava sul carretto sfasciato.

Sei in ritardo annunciò, assaporando le proprie parole.

Gandalf esitò visibilmente, ma quando sollevò il capo il suo viso vestiva l'aria severa che l'hobbit si aspettava.

Uno stregone non è mai in ritardo, Frodo Baggins. Arriva precisamente quando è sua intenzione farlo.

E, come un tempo – quel tempo che tutti, in qualche modo, avvertivano essere occorso e allo stesso tempo non avvenuto, cancellato con stucco per riscriverci sopra -, le loro espressioni seriose divennero risate.

E' più bello del solito rivederti, Gandalf! esclamò Frodo, gettandosi a capofitto sul Grigio.

Una battuta era già stata cambiata. E Gandalf comprese.

E così vedendo Frodo si ricorda questa strana storia borbottò la sera stessa, seduto sulla panchina a masticare il bocchino della pipa. Accanto a lui, Bilbo osservava distrattamente gli ultimissimi preparativi per la festa. Uhmm. Inaspettato è questo. E non è bene…

Non è bene che abbiamo un'idea di ciò che potrebbe accadere?

Non è bene che sia così facile ricordare.

Se i servi di Sauron lo vedranno…

Via, non ti crucciare prima della mia festa di compleanno, Gandalf esclamò Bilbo, prendendo una boccata di erba pipa. C'è ancora tanto tempo: Meriadoc e Peregrino devono ancora terrorizzarci col tuo drago, io devo ancora rinunciare all'anello; tu devi ancora galoppare di qua e di là per farti imprigionare su torri e in abissi senza fine… eh! C'è tutto il tempo di questa terra! Guardò un po' su, cercando di inquadrare l'occhiata dello stregone. Ah, non fare quella faccia! A cose fatte, non vedo l'ora di liberarmi di quella patacca. Mi dispiace separarmene soltanto perché so bene quale peso comporterà per Frodo.

L'altro annuì, lasciando cadere l'argomento.

Se ne stettero entrambi lì, a fare cerchi e navi di fumo, sino a che i richiami della folla non comunicarono loro che la festa era decisamente stata attesa abbastanza.

Al centro delle tavolate, in mezzo al brusio e alla musica, danzava un'ammucchiata indescrivibile di giovani hobbit. Gandalf quasi strabuzzò gli occhi nel vedere Frodo, Merry e Pipino trascinare in un ballo a cerchio gran parte dei ballerini; e per poco non gli si annodarono le sopracciglia quando quelli che non erano stati fatti su si unirono spontaneamente.

Sembra che stasera i ragazzi siano su di giri esclamò il Gaffiere. Bilbo annuì, compiaciuto dell'inaspettata verve del nipote.

E' solo un bene, Gaffiere. E' solo un bene.

Il cerchio si ruppe, buttando Frodo ed una giovane hobbit al centro. Mentre i due si prendevano a braccetto e iniziavano il ballo di penitenza, Merry e Pipino sgusciarono via, inosservati nella calca ridente.

Sembrano tutti ubriachi commentò il primo.

Il secondo cercò di spiare al di sopra della ressa, con scarsi successi. Credi che funzionerà? Se ricorda anche lui, non ci permetterà di raggiungere il suo carro…

Tranquillo sogghignò Meriadoc, schermandosi teatralmente gli occhi dalla botte su cui era salito. Dalla suddetta postazione godette di una visuale eccellente. Le mie idee non falliscono mai.

Il Tuc fece una mezza smorfia.

Il pesce ha abboccato.

Di' piuttosto che è stato costretto all'amo rettificò distrattamente Pipino. Nel frattempo, Gandalf il Grigio veniva circondato da una turba di pseudoammiratrici e trasportato a forza al centro della pista. Frodo ruzzolò via, grato di poter interrompere l'infinito ballo di penitenza. Aveva come l'impressione che la hobbit con cui aveva ballato gli avesse messo gli occhi addosso. Beh, sospirò, sentendosi strano. Era carina con quei fiocchetti.

Sam, invece, che pensava alle cose serie, si scusò con Rosie e corse come un pazzo verso le tende, ben consapevole dell'immediato futuro. Ma era troppo tardi. La tenda più vicina prese il volo, e Frodo parve rammentare a sua volta.

State giù gridò ai presenti, agitando le braccia. Cioè, no, state calmi, ecco, è solo un…

Aaaaah!

Era il segnale. Infatti, non appena il drago di fuoco ebbe preso forma e virato verso il basso, si scatenò il finimondo. Caddero i tavoli, caddero le persone. Più per spirito d'emulazione che altro, quelli che erano a conoscenza della verità si buttarono pancia a terra con gli altri. L'enorme belva dalle ali di pipistrello sorvolò planando la piana. Frodo fu grato d'essersi costretto, nonostante la suggestione, a tener gli occhi aperti. Che sensazione aveva provato Bilbo ai piedi della Montagna Solitaria?

Sulle acque del lago vi fu la pioggia d'argento, la precipitazione più bella che il cielo potesse desiderare. E in quella luce ricordò un viso… coronato di puro fulgore.

Frodo ha deciso di non venire con te.

A queste parole Bilbo si voltò, uno zaino per le mani. Gandalf lo vide un po' deluso, un po' sollevato.

Lo ha fatto per proteggerti. Ha acconsentito a portare l'Anello fino a Gran Burrone; non vuole rischiare che tu venga coinvolto.

Eh sospirò l'hobbit, senza cercare di nascondere il sorriso dolceamaro. Caro ragazzo… dovrei essere io a proteggerlo, io a buttare quella diavoleria nel Monte Fato. Sono stato io a portarlo qui.

Bilbo vociò lo stregone, quasi aspettandosi di sentire la voce straniata dell'amico. Bilbo rise, poggiando un oggetto sulla mensola dell'ingresso.

Non temere, Gandalf. So da cosa devo difendermi. E anche se è difficile sui suoi lineamenti apparve un moto di sofferenza, lo sarà molto di più per loro.

Detto questo, oltrepassò la porta di Casa Baggins e aspettò. Quando Gandalf lo ebbe raggiunto, lo abbracciò, guardando la collina.

Casa Baggins. La casa più ammirata e invidiata della Contea, dove sono nato, sono cresciuto, ho incontrato lo stregone più stravagante di tutti e accolto tredici pazzi nani. Gandalf rise, quella risata strascicata che tutti conoscevano. Sulla soglia di questa casa ho visto per l'ultima volta i miei genitori. E Frodo è scivolato a dieci anni, la prima visita Bilbo puntellò un poco il piede nella ghiaia, immerso nei ricordi. E' triste pensare che non la rivedrò più.

Sentire nostalgia per qualcosa o per qualcuno significa che l'hai amato veramente molto, Bilbo disse lo Stregone. E questo è un pensiero consolante, credimi.

L'hobbit allora sollevò lo sguardo e sorrise, aggiustando le bretelle dello zaino. Addio, amico mio.

Gandalf sorrise; come Bilbo ebbe disceso il sentiero e fu distante, annuì qualche volta, preparandosi ad attendere Frodo. E' triste, sì, è triste. Ma non si può mai dire.

Frodo giunse poco dopo. Gandalf era sicuro che avesse atteso nei paraggi, aspettando che lo zio partisse come desiderava: senza saluti. Bilbo non era mia stato in buoni rapporti con gli addii, e sebbene entrambi sapessero che quello non lo sarebbe stato, non voleva ricordargli di persona che cosa si lasciava dietro. E poi, riflette l'hobbit, chi può dire che ci rivedremo? Questa è un'altra storia. Potrei precipitare in una scarpata e battere la testa, e tanti saluti. Potrei fallire. Stavolta Sam potrebbe non risvegliarmi abbastanza presto e impedirmi d'infilare l'Anello…

Padron Frodo chiamò Samvise, comparendo in tandem nel suo campo visivo e mentale. Potrei entrare con voi?

Certo Sam. Almeno ti risparmierai un bernoccolo in testa!

Eh già…

Entrarono. Stavolta Gandalf non era accantucciato davanti al caminetto, impegnato a torturare la pipa: li aspettava nell'ingresso e indicò la mensola dello specchio, accanto agli appendiabiti. Solo tu puoi decidere, Frodo. Ricorda che non ti costringerò mai a fare qualcosa contro la tua volontà. Non lo voglio. Vide l'incertezza dell'hobbit. Come ignorarla? Il suo desiderio di vivere era forte, forte la ripugnanza per l'Anello, eppure lo stregone sapeva che soltanto lui poteva assicurare la libertà alla Terra di Mezzo. Lui e Sam. Insieme erano riusciti nell'impresa che aveva sconfitto anche il grande Isildur. C'era qualcosa che rendeva vincenti le carte di quelle creature piccole, indifese e, al contempo, resistenti come le radici di una sequoia.

Ma sappi… che in questo modo l'esito potrebbe essere completamente diverso Frodo e Sam alzarono di scatto la testa. L'Oscuro Signore ha una seconda possibilità per coprire le terre libere d'oscurità, proprio come voi due l'avete di vivere, organizzare, affrontare diversamente il viaggio guardò Frodo mentre pronunciava queste parole. Liberare troppe variabili… può rendere instabile il sistema.

Gli occhi azzurri del giovane si scurirono. Sapeva che cosa doveva fare; solo che aveva paura, come sempre. Sapeva tutto ciò che l'aspettava, e sapeva che ciononostante non sarebbe riuscito a stornarlo da se stesso. Sono un debole, pianse. Ma…Guardò l'Anello.

Protese il braccio e portò la mano socchiusa sotto la mensola, teso. L'oggetto, che prima era parso perfettamente stabile, cadde in essa. Sam soffocò appena l'esclamazione di sorpresa. Fu deglutendo che Frodo strinse le dita intorno all'anello.

Sam gli si fece più vicino e Gandalf s'inginocchiò, posando le mani sulle spalle del Portatore. Sorrideva. Frodo ebbe la simultanea realizzazione: in qualche modo, Gandalf capiva. Come? Lui era il portatore dell'Anello del Fuoco, un tesoro benigno.

Partiremo domani. Se i nostri nemici non ricordano, cosa di cui possiamo essere relativamente certi, abbiamo un vantaggio di mesi.

Non possiamo esserne sicuri, è vero azzardò Sam, ma io prima di rivedere Padron Frodo non rammentavo assolutamente nulla. E' stato come…

…risvegliarsi da un sogno.

Frodo avvertì lo sguardo dello stregone posarsi su di lui.

Se è vero che tu sei la chiave, amico mio disse questi. In questo caso dovremo essere doppiamente prudenti. La storia non si ripete mai nello stesso modo. Possiamo solo cercare di limitare i cambiamenti.

L'hobbit annuì.

Poi un frullio alla finestra li fece tendere; Sam quasi accoppò la bella colomba che vi si era posata.

Che diav…

Shh intimò Gandalf, avvicinatosi al davanzale. Lo videro chinarsi e parve loro di sentirlo bisbigliare in una lingua sconosciuta. Sam, preda di reverenziale timore, sfiorò il braccio di Frodo.

Parla con gli animali sussurrò. Frodo osservò senza battere ciglio, ipnotizzato.

La colomba volò via. Non piacque loro l'espressione di Gandalf, poiché era pensierosa. Li squadrò dalla sua altezza - non per intimorirli, piuttosto per… esaminare le loro possibilità. Il Portatore sentì un tuffo all'altezza del petto.

Infine il Maiar soffiò via dalle labbra la barba e disse: Dovrete andare da soli.

Gli occhi di Frodo dilatarono. Rivide il nascondiglio sotto le radici, la mano di ferro protesa…

Perché?! protestò Sam.

Mi dispiace, Frodo confessò lo stregone, sincero. La mia presenza è richiesta altrove, poiché… ai Porti Grigi sta avvenendo un prodigio. Sì, chiamiamolo così.

Che cosa esalò lui.

Gandalf si rizzò, scrutando dalla finestra. Sembrava provare un genuino shock. Hanno avvistato una vela all'orizzonte. Sta arrivando una nave dalle terre dell'Ovest. Sta arrivando… una nave.

***

Seconda nota: scusate ^^ se vi state chiedendo "non poteva scrivere tutto nella prima? Senza romperci ancora?" allora avrete una risposta. Sono talmente abituata a leggerne due, messe proprio così, che ormai mi viene spontaneo! E' una ragione stupida? Ehm ^^; lo so…

Per commenti, consigli, domande e/o proteste, commentate! Chi non scrive storie forse non può capire, ma da quando ho cominciato ho compreso perché altri prima di me chiedessero commenti. E' molto importante, quasi fondamentale. Un autore apprezza molto i complimenti, e ragiona sulle critiche per migliorare. In fondo, chi non vuole sapere cosa gli altri pensano del suo lavoro?

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