Nota: vai col quarto capitolo! Finché sono in vacanza ne approfitto. Ma non fateci il lecco… ^^;

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Capitolo terzo

Menta

Gandalf non aveva mai sentito tanto la mancanza d'Ombromanto come durante la folle corsa ai Porti Grigi. La sua cavalcatura non poteva competere con l'orgoglio di Rohan. Tuttavia era giovane ed energica; lo condusse sicuro alle coste. Smontò affannosamente, inquietato dalla folla che intravedeva, oltre la città di pietra.

Cìrdan era sul pontile, la colomba sulla spalla, e al suo giunger volse il capo. Con lui, tutti i volti impassibili degli elfi rivolsero gli occhi al Grigio. Poi, quando Cìrdan tornò a scrutare l'orizzonte, lo imitarono.

Nell'aria aleggiavano i canti che molti di loro non udivano da secoli, e che molti altri, nati nelle terre dell'Est, non avevano mai ascoltato. Gandalf alzò il viso al cielo di nuvole, gonfio di vento.

Ed ecco, il sole risplendette sull'enorme vela, che cresceva e cresceva. Poi, dopo averla scrutata a lungo, lo stregone la riconobbe. Era una delle prime navi! No… era la prima, la prima ad aver condotto da Eressëa i Valar ed i loro discendenti! E quella apparteneva agli alti Valar… ma chi, chi di loro…

Fece un passo avanti. Cìrdan socchiuse le labbra.

I particolari dell'imbarcazione alata divennero nitidi. La prua frangeva le onde, ed oltre il parapetto si stagliò una figura, una piccola, delicata figura. Gandalf ritrovò se stesso a protendersi, ansioso. Chi poteva essere? Della silenziosa folla d'elfi la tensione fremette.

Quando l'imbarcazione attraccò scese un'unica persona, posata delicatamente sul pontile dalle braccia di un Valar dal lungo mantello, cappuccio grigio. Era piccola e delicata, come un fiore in boccio. Si volse verso le fiancate d'argento e salutò i passeggeri con lo stupefacente sorriso degli occhi lucidi.

Fu con un'espressione indecifrabile che diede addio al naviglio, che i grandi remi sospingevano lontano, mentre intorno a lei la luce affievoliva.

Abbassò le palpebre. Poi volse le spalle all'oceano. Gli ultimi bagliori del suo splendore immortale svanirono, lasciando una comune, fragile creatura. Ma quella era la sua decisione: dopo tanto tempo, posar di nuovo piede sulla Terra di Mezzo.

Non poteva esserci dubbio, era nata figlia dei Valar. Eppure, la sua statura…

Cìrdan… Mithrandir.

Dalla sua bocca non provenne alcun suono. La sua voce era definitivamente perduta; ma non per questo il sorriso vacillò. Le rimanevano il corpo, la mite intelligenza, l'amore. E l'antichissima gemma appuntata ai capelli.

Quand'essa attrasse i raggi accecanti del sole, Gandalf la riconobbe.

E per poco non lasciò cadere il bastone sulla battigia.

Padron Frodo, è ora.

Uhn…

Padron Frodo, è ora!

Frodo si rigirò un paio di volte e, al terzo richiamo, gettò il cuscino della poltrona in faccia a Sam. Quello ruzzolò indietro e riuscì ad incespicare sui propri piedi, caracollando sul divano. Il conseguente fracasso svegliò Frodo dal riposo che aveva voluto prendere prima di partire. L'hobbit spalancò due occhi così.

Santo cielo, Sam, mi dispiace!

Non fa niente, Padron Frodo, non fa niente… sono caduto da solo.

Mezz'ora e uno spuntino abbondante dopo erano in via. Samvise sfilò lo zaino per assicurarsi di non aver dimenticato alcunché. Frodo invece girò la chiave nella toppa dorata, ritto davanti alla porta di Casa Baggins. Dopo che ebbe ritratto la mano rimase lì, cercando avidamente di memorizzare ogni immagine dell'amata collina, dove la curva dello sterrato era più dolce e la valle luminosa. Sospirò. Almeno non sarò solo…

Provò un'ondata di gratitudine per Sam, la cui amicizia e fedeltà erano sconfinate. Sapeva quanto temesse il viaggio – avrebbe voluto poterglielo risparmiare, così come aveva deciso di fare con Meriadoc e Peregrino – ma era stato irremovibile. Padron Frodo non va da nessuna parte senza il sottoscritto! aveva annunciato a Gandalf. E lo stregone era stato visibilmente sollevato. Frodo non poté che sentirsi mortificato, tuttavia in nessun caso avrebbe affermato di esser autosufficiente, pratico e coraggioso quanto l'amico. Non lo era.

Nel lanciare un'ultima occhiata alla valle, dalla quale il sentiero usciva, rammentò anche le parole che Gandalf aveva rivolto loro prima di saltare in sella:Ricordate: l'Oscuro Signore ha molte spie. Uccelli, animali d'ogni genere. Camminate lontano dalla strada principale, non importa quanto sia il nostro anticipo. Poi, guardandolo negli occhi, gli aveva posato una mano sulla spalla. Fortissimo era il presentimento di Frodo. Non metterlo mai. E sii prudente. Ricorda: per Sauron è il secondo tentativo. Lui non deve mai scoprirlo, Frodo.

Il giovane raggiunse Sam, sorridendo con la consueta mitezza.

Andiamo Sam. Ci aspetta un lungo cammino.

Avete ragione, Padron Frodo sospirò Samvise. Avete ragione.

Attraversarono i campi, guadarono rogge e torrenti, Frodo tenendo sempre un occhio intorno. Finché era nel territorio di Hobbiville sapeva di poter stare tranquillo, il problema era che la sua mente non voleva saperne. E c'era un'altra immagine che l'occupava. Sam lo vide pensieroso per molto tempo. Non chiese nulla, temendo d'esser invadente. Tuttavia, come arrivarono ai confini del suo "mondo conosciuto" – anche se ormai non poteva più definirlo tale – dovette parlare.

Andrà tutto bene, padron Frodo. Non… non preoccupatevi. Finirà bene, come l'altra volta. Stava rassicurando se stesso, capì, e tentò di mordersi la lingua. La risatina di Frodo lo interruppe.

Così male?

Mentre sorridevano l'uno all'altro, traendo coraggio dalla compagnia, una voce li chiamò da lontano. Videro una figuretta attraversare il campo che fiancheggiava il sentiero, correndo come una volpe. A ben vedere della volpe aveva ben poco, poiché i suoi capelli erano un covone di fieno e una nuvola d'efelidi il musetto. L'aspettarono, pazienti. Ella fermò la propria corsa cavallina a pochi metri da loro, piegata in due.

Frodo la riconobbe. Era la ragazza che aveva ballato con lui la penitenza alla festa di Bilbo. Menta…

…Brandybuck! esclamò lei, mettendosi sull'attenti. Una cascata di risate seguì la presentazione. Frodo sorrise, compiacente. L'immagine vaga che aveva occupato i suoi pensieri svanì; a lei fu sovrapposto il lentigginoso sorriso della nuova arrivata.

Sei una lontana parente di Padron Frodo, vero? constatò Sam.

Entrambi inarcarono le sopracciglia. Menta smise di salterellare sulle impronte di cavallo, mollando le cocche del grembiule.

Davvero, Mastro Samvise? al titolo lui arrossì, ma la parlantina della ragazza soffocò qualunque tentativo di sminuire se stesso. Ora che mi ci fai pensare, forse hai ragione. Il mio pro-prozio è tuo nonno, Frodo Baggins. Gorbadoc detto Largacinta. Dico bene?

Frodo socchiuse la bocca, additandola per metà finché non si rese conto della maleducazione. Tu, tu sei Menta figlia di Marmadas?! Il Brandybuck più giovane che si sia mai sposato?

Siì, e la mia cugina di terzo grado preferita! gridò Merry, saltando fuori dal nascondiglio di fusti di granturco. Con lui c'era Pipino, naturalmente, perché avevano pianificato tutto. Atterrarono vicini a Menta, placcandola e formando una discreta ammucchiata. Lei, lungi dal risentirsene, cominciò a ridere e strappare erba da ficcare in bocca a chi capitava sotto tiro. Uno di questi fu Pipino.

Frrrr! sputò l'hobbit Menta!

Pipino! scimmiottò la giovane.

Il rituale continuò per qualche tempo, lasciando Sam quasi spaventato. Non aveva mai visto Peregrino Tuc e Meriadoc Brandybuck così sfegatati per una ragazza. Erano giovani, appena alle soglie dell'età in cui comincia ad interessare il sesso femminile – eccetto qualche raro caso, vedi il padre della suddetta ragazza. Ecco, appunto, ora che ricordava, il sangue di quelle due famiglie…

Frodo invece credette di capire Merry e Pipino. Menta era una personcina vivace. Non bella, attirava subito sorrisi e simpatie grazie alla nuvola d'efelidi; la prima impressione che dava era quella di un gattino selvaggio. Svelta, agile, pronta… Frodo si ritrovò letteralmente a squadrare tutte le qualità più o meno evidenti di quello spirito agreste. La frittata fu fatta quando lei si volse. L'hobbit arrossì fino alla punta dei piedi e, come se avesse alle calcagna tutti i nove Nazgûl, cominciò a trascinare avanti Sam.

Sarà meglio muoverci brontolò. Che figura!

Hey hey hey! protestò Pipino, cercando di scrollarsi di dosso Meriadoc. Sta scappando, sta scappando!

Chi?! esplose quello, buttando Menta gambe all'aria. Quella lanciò un gridolino indignato.

In men che non si dica, i due furono di nuovo in grado di nuocere. Frodo diede un'occhiata oltre la spalla e li vide prendere la rincorsa… al che il suo cervello cominciò a sospettare qualcosa.

La nostra partenza non doveva essere segreta?

Non ho aperto bocca, lo giuro, Padron Frodo! assicurò Sam.

Hey tu! Come osi guardare il sedere di mia cugina?! Eh? berciò Merry, roteando scherzosamente un pugno. La faccia del Portatore prese fuoco.

Cosa farei io? rispose, cercando di sembrare arrabbiato. Ma quei due pazzi scatenati erano ormai vicini. Spinto da un impulso più forte, girò sui tacchi e corse a perdifiato. Insomma, volete tornare a casa sì o no? esclamò tra la disperazione e l'adrenalina che sempre accompagna il fuggitivo. Ma perché gli veniva da ridere?

Assolutamente no! puntualizzò Pipino.

Merry, Pipino, aspettatemi esclamò Menta. E di galoppo dietro l'altro.

Le loro voci rimbalzarono contro la piccola gola che si apriva davanti a loro. Gola?! dissero Sam e Meriadoc all'unisono. Frodo, Menta e Pipino arrivarono loro nella schiena, buttandoli avanti. Oaaaaaaaah!

Tonf.

Pipino alzò la faccia dal terriccio e vide davanti a se un mucchietto verde. Oops. Per un pelo.

Ahiahiahi… stavolta mi sa che mi son davvero rotto qualcosa lamentò Merry. A quel punto Menta lasciò libero Frodo, inciampò nella gamba di Sam e atterrò col tallone nel suddetto mucchietto, spruzzando Pipino in faccia. I due si guardarono, sconcertati. Merry scoppiò a ridere a crepapelle.

Sam scosse la testa e tirò su il corpo dolorante. Che altro gli sarebbe toccato vedere? Ormai aveva visto una ragazza quale Menta pestare una… una, beh, di mucca. Diede la mano a Frodo e l'aiutò ad alzarsi a sua volta. Ma, mentre sulla bocca del pasciuto Gamgee era possibile leggere un mezzo sorriso, il volto del Portatore era pallido come un cencio. Le risate degli amici erano ovattate alle sue orecchie. Camminò oltre il gruppetto, vittima di un altro accesso di riso (Menta si puliva col fazzoletto di Merry, che ora non rideva più tanto) e cercò per terra con lo sguardo.

Vedere una colonia di funghi gli spinse il cuore dappertutto tranne dove avrebbe dovuto battere. Le mani gelarono, le ginocchia divennero insensibili.

E' meglio toglierci dalla strada avvertì. Menta fu l'unica a non comprendere la vera natura dell'avvertimento. Merry e Pipino alzarono di scatto la testa e come per magia si ritrovarono nello stesso sentiero nel quale erano precipitati un tempo. E dove…

Credevo che avessimo evitato accuratamente la direzione sud-est disse il primo, raccogliendo con maggior fretta la roba che gli era caduta fuori dallo zaino.

Certo che l'abbiamo fatto! esclamò Pipino, indicando qualcosa sulla bussola. Frodo, Sam e Menta avvicinarono il naso all'oggetto.

Pipino, quello è il sud osservò Menta.

Cosa? disse lui.

Devi guardare l'estremità con la freccia spiegò Frodo, che grazie a Bilbo un poco se ne intendeva (chiunque se ne intende più di Pipino). Sconsolato, aprì la strada attraverso il sottobosco e abbandonò rapidamente il sentiero. Temeva che, se avesse scrutato troppo a lungo la Curva dei Castagni, avrebbe udito un grido d'oltretomba…

Sam si riscosse dal suo stupore e andò dietro all'amico, seguito a ruota da Menta, che camminava in punta di piedi con le gonne sollevate quasi oltre la decenza. Ma si sa, dopo certi incontri preferisci vedere dove metti i piedi.

Meriadoc infilò le braccia sotto le bretelle dello zaino (aveva voluto organizzarsi), strappò la bussola di mano al Tuc e imboccò la scia dei compagni, scotendo la testa con disapprovazione. Pipino scrollò le spalle, afferrò la propria borsa da viaggio e cominciò a riguadagnare terreno.

Sembra proprio che abbiamo un buon anticipo su quei cavalieri neri osservò poco dopo, guadagnandosi una gomitata mortale da Sam. Che ho detto?!

Merry indicò Frodo con un lieve cenno del mento; il pallore del capogruppo era pressoché immutato, ma Pipino non sembrò notarlo. O, se lo notò, preferì non dargli peso, per mantenere ancora un po' l'apparenza d'allegra scampagnata. Dopotutto, non avevano un enorme vantaggio? Partivano in anticipo, conoscevano le intenzioni, le prossime mosse del nemico. Questo per lui rendeva davvero il viaggio una scampagnata, o quasi.

Frodo camminava in testa. Il fazzoletto di cielo sopra le cime degli alberi s'avvicinava all'imbrunire e ancora non si vedeva segno del traghetto di Buckburgo. Menta sorpassò Sam e prese la mano del capofila. Frodo lanciò un'occhiata alla massa di ricci aggrovigliati che sobbalzava all'altezza della sua spalla, rispose al sorriso e rimase stupito alla velocità con cui s'abituò al contatto delle loro mani. Poi un pensiero disturbante rovinò il momento.

Si fermò – ci provò, perché tanta era l'energia con cui Menta camminava che lo trascinò per un tratto -, fissò Merry e Pipino negli occhi ed incrociò le braccia. Il vento sferzò i loro capelli, facendoli rabbrividire.

Che cosa c'è, Padron Frodo?

Mi stavo chiedendo, Sam fece quello, senza smettere di fissare i due hobbit con uno scintillio per metà divertito, per metà indispettito. Se questi degni signori hanno intenzione di portare una ragazza nel viaggio che ci aspetta.

Menta sorrise. Conosceva le circostanze – vagamente, certo – e doveva ammettere che la prospettiva di una spedizione segreta l'aveva tentata moltissimo. Ma dallo sguardo di Meriadoc aveva compreso che non si trattava di un viaggio di piacere. E in fondo le bastava arrivare sino al casolare del traghetto, dove i custodi, gli zii materni, l'aspettavano. Peccato che quel bel Baggins se n'andasse per chissà quanto tempo! A lei importavano meno che niente le voci sulla presunta originalità ereditata da "Folle Bilbo".

Non preoccuparti, Frodo disse Merry. Menta ci ha solo dato una mano a trattenerti.

Già. Se non ci fosse stata lei, avremmo di nuovo fatto fermata dal vecchio Maggot! ridacchiò Pipino, ottenendo un'ennesima occhiataccia dall'amico. Hey, ce l'avete con me oggi? borbottò. L'altro gli batté una manata sulla schiena.

Ma no, ma no. E' solo che siamo tutti un po' nervosi.

Non sareste dovuti venire.

Non pensarci nemmeno! esclamò il duo, indignato.

Frodo sospirò, sconfitto, e vide il sole tramontare.

Sbrighiamoci, ragazzi. Voglio raggiungere quel traghetto prima che sia completamente buio disse, voltandosi. Prima di riprendere la marcia, però, dedicò loro un sorriso. In ogni caso, grazie. Grazie per avermi cercato.

Pipino, Sam e Merry annuirono, sentendosi accettati ed apprezzati per quello che, dopotutto, era un sacrificio personale. Lo facevano volentieri – accompagnavano un caro amico nel pericolo, andavano incontro alla maturità, a mille cose nuove – ma restava tale. Menta, dal canto suo, scorse qualcosa di tremendamente triste nelle profondità di quegli occhi azzurri, e ne fu toccata. Il suo sorriso, stavolta, fu il suo vero sorriso: dolce. Comprensivo.

A discapito dei desideri di Frodo, giunsero nei pressi dell'attracco con un buio pesto. La luna era coperta dalle nuvole, o forse non era nemmeno una notte di luna. Menta, che dalla vista di quella sua espressione non aveva più mollato Frodo, sentì un fremito di nervosismo attraversare il suo corpo. Influenzata, scrutò i dintorni.

Non c'è assolutamente niente sbottò. Non sentì? I grilli, le cicale e i pipistrelli. Finché puoi udire la loro voce, non c'è nulla da temere.

Sollevò gli occhi, mentre dietro Sam e Peregrino bisbigliavano qualcosa, ma ciò che passò sull'immacolato viso di Frodo la fece sentire una bambina. Era un colpo al cuore, poiché in quell'attimo, in un solo attimo, Menta percepì la distanza che li separava. C'era qualcosa in quegli occhi… Seppe che mai avrebbe potuto raggiungerlo.

Sconvolta, lasciò la sua mano. Lui trattenne il sospiro. Bene, era successo: aveva coinvolto e ferito un'altra persona. Doveva proprio complimentarsi con se stesso, non mancava un'occasione.

Ecco il traghetto mormorò Meriadoc.

Davanti ai cinque hobbit si stagliarono la piccola radura del traghetto di Buckburgo e, non distante, la casa dei custodi. Menta li trascinò avanti, insistendo perché accettassero almeno una tazza di birra bollente. Frodo avrebbe voluto proseguire… poi vide quando Sam fosse stanco – quel testone voleva sempre portare più roba nel suo zaino – e acconsentì.

La costruzione era un'accogliente casetta a due piani. Quando si era reso necessario un controllo più stretto del traghetto, i custodi avevano direttamente comprato e arredato per vivere con la massima comodità; anche la compagnia non mancava: c'era parecchia gente dentro, e regnava incontrastata l'atmosfera del pub di campagna. Frodo sbatté più volte le palpebre, abituando gli occhi alla luce.

Quando abbiamo preso il traghetto l'ultima volta bisbigliò a Sam, Non mi è sembrato di sentire tutta questa gente nella casa. Le luci erano spente.

Probabilmente non vengono tutte le sere rispose quello, mentre in realtà uno strano presentimento stringeva il suo respiro.

Vuoi dire che… quei cavalieri… balbettò Pipino, che aveva sentito tutto. Frodo sobbalzò, poi agitò la mano a mezz'aria.

Basta, basta. Non succederà più.

Come facciamo a saperlo? Qui ci sono mia cugina e i miei proz… mhf protestò il Tuc, ragionevolmente interrotto da Merry. Quello li guardò negli occhi. E notarono l'avvicinarsi di Menta.

Ragazzi, volete le birre o un po' di the? chiese l'hobbit, indicandola con un gesto galante.

Uhn. Una birra, grazie mille rispose Sam. Padron Frodo?

Grazie masticò quello, deglutendo. Il sorriso di Menta gli faceva arrossire il naso, poteva vederlo nel riflesso del vetro, il che non era il massimo.

Alla fine si unirono al tavolo dei padroni di casa, sul quale pendeva una lanterna arancione; chiacchierarono per un po', conciliando come potevano il debito d'ospitalità con la riservatezza. Gli zii di Menta erano molto curiosi. Per fortuna, arrivò il momento d'andare.

Dovremmo prendere il traghetto, signore spiegò Frodo. Affari importanti ci attendono oltre il Brandivino e non possiamo indugiare, sebbene il vostro invito ci onori.

Lo zio di Menta si lisciò la barba grigia, attributo piuttosto inusuale per un hobbit - questo rafforzò l'opinione di Sam: c'era del sangue Tuc in quel ramo Brandybuck. Ormai nessuno poteva fargli cambiare idea. Capisco, sì, capisco. Capisco, capisco Pipino raggrinzì il naso, facendogli il verso, e si beccò un'altra gomitata da Merry. Bene, bene, andate pure. Domani il vecchio Balbit lo riporterà indietro. Sì, sì, tanto avrei dovuto andargli incontro. Bene, bene, mi fate un favore, grazie.

Grazie a lei ribatté Frodo, chinando lievemente il capo. Salutò la padrona e uscì, prima che qualcos'altro spuntasse a trattenerli. Menta gli corse dietro.

Grazie grazie grazie disse Pipino ai padroni. Sam lo beccò e trascinò via per l'orecchio; entrambi collisero sull'uscio con Merry. Ahiahi…

Shhh! intimò il Brandybuck, indicando due figure poco distanti. Chiudete la bocca e avviamoci al traghetto in silenzio. Credo che Menta abbia qualcosa di personale da dire a Frodo.

Sam sfigurò per un attimo, mentre Pipino spalancava la bocca. Aaah, s'è presa una cotta per il nostro Frodo! Ma com'è che non lo sapev… Baff. Meriadoc gli ficcò in bocca il fazzoletto. Orrendo sospetto. Toglilo toglilo toglilo! protestò. Sono vittima delle circostanze!

Mentre ai margini della scena Sam e Merry cercavano di accoppare Pipino (più o meno), Frodo attese che Menta dicesse qualcosa. Non capiva il subitaneo mutamento nella ragazza. Era arrivata così allegra. Poi, in uno sguardo, l'allegria era stata smorzata.

La vide lì, davanti a sé, un papavero selvatico. Il suo cuore si riempì di calore.

Sei una brava ragazza, Menta Brandybuck disse, chinandosi su di lei. Non romperti la testa per uno come me. Bisbigliato questo, la baciò sulla fronte, poiché un tempo il bacio di Galadriel aveva saputo dar pace al suo cuore. Namarië.

Addio, figlia della Contea.

La ragazza sostò a lungo sulla riva, incurante dei ranocchi nel fango. Le acque trasportavano la zattera verso la curva del fiume; forse Frodo poteva ancora discernere la sua posizione grazie alla massa dorata dei capelli, risplendenti sotto la luce lunare.

Mi ha detto addio… pensò. I sentimenti non hanno confini. Spezzano le barriere della lingua, e qualunque fosse quella che lui aveva usato, provava un'infinita nostalgia. Di chi? Di che cosa? Ma forse… aggiunse, se m'impegnassi con tutta me stessa, potrei raggiungerlo!

Frodo Baggins non le aveva mai ispirato quell'inquietudine, nessuno l'aveva mai fatto; era una ragazza di campagna, una serena fata del grano e delle lattughe. Da quel momento, Menta non fu più la stessa: il suo carattere rimase lo stesso, il suo sorriso lentigginoso non smise d'infondere spensieratezza in coloro che lo ricevevano; eppure, ogni notte di luna, doveva essere sulla riva del Brandivino. E non riuscì più a restare a lungo in uno stesso luogo.