Ginny osservava dalla porta socchiusa il via vai di persone che lavoravano per allestire l'immenso salone da ballo; questa atmosfera frenetica la faceva pensare a un grande alveare in piena attività. Quanto le sarebbe piaciuto anche solo assistere al ballo di quella sera! Ma lei era solo aiuto-cuoca, una serva povera in canna, neanche un miracolo l'avrebbe avvicinata a quel mondo di sfarzose feste e ricchezza vergognosa.

"Sognare però non costa nulla" sorrise fra se.

Perché potevano toglierle la famiglia, le sue poche cose, la dignità, anche la vita… ma i suoi sogni non glie li avrebbero mai strappati!

- Ginny! Scendi dalle nuvole e vedi di darmi una mano! –

Una voce aspra la chiamò

- arrivo, arrivo – "vecchia pazza schiavista" aggiunse mentalmente

- tò, prendi e pulisci la cucina – le porse una scopa consunta

"Uff… sissignora" ma Ginny sapeva che era inutile lamentarsi: era la vecchia arpia a comandare, in vece dei padroni, che mai si sarebbero spinti tanto in basso. "Anzi, probabilmente ora sono tutti intenti ad addobbarsi come pavoni in vista della festa" pensò la ragazza con rabbia.

A volte la vita è proprio ingiusta.

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La grande Sala da ballo si stava riempiendo di gente sotto lo sguardo annoiato del principe. Avrebbe preferito starsene in pace, quella sera, ma c'era una festa in suo onore e sarebbe stato molto… scortese da parte sua, non parteciparvi.

- Il Conte e la Contessa De Mollow, e la loro figlia Elizabeth – annunciò il paggio all'ingresso.

Un'altra famiglia di nobili vestiti a festa fece il suo ingresso (secondo Draco tutte quelle gemme li facevano assomigliare ad alberi di Natale, ma non fece commenti). Neanche la ragazza era un gran che.

Camminarono con elegante portamento attraverso le due ali di folla e s'inchinarono ai piedi del palco reale, come molti prima di loro. Il re e soprattutto la regina sembravano compiaciuti di tutta quella riverenza, e il principe si costrinse a sorridere.

E così anche quella serata passò, tra musica e balli, risate e profumi esotici, e gioielli che sfavillavano alla luce delle torce, come ogni altra benedetta festa organizzata dai reali. Draco dovette ballare a turno con ogni pretendente, e alla fine era esausto. Avrebbe voluto andare in camera sua, buttarsi sul letto e risvegliarsi tra qualche anno…

Ma ovviamente i suoi genitori non glie l'avrebbero mai permesso.

Pansy guardava il suo amato principe ballare con tutte quelle sbarbine, elargendo grandi sorrisi a tutte. "Ma si, divertiti, mio adorato. Domani a quest'ora tu mi amerai e il nostro matrimonio non sarà più solo un sogno. Non sarà difficile convincere i tuoi genitori".

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Un'ora prima dell'alba, quando tutti gli invitati ebbero lasciato il palazzo per recarsi ai loro alloggi privati, nella grande sala vuota fecero il loro ingresso i servi addetti alla pulizia.

"Questa sala è enorme" pensò Ginny, distrutta al solo pensiero di raccogliere tutti quei festoni "dobbiamo finire prima dell'alba. Non ce la faremo mai!"

- coraggio – disse un ragazzo accanto a lei, notando il suo sguardo perso – magari troviamo in giro qualche gioiello o moneta d'oro –

Ginny sorrise all'entusiasmo dei suoi 'colleghi'. Entusiasmo che proprio non riusciva a condividere.

Al di sopra di ogni più rosea previsione, al sorgere del sole il grande locale era così pulito che si sarebbe potuto mangiare per terra.

Ginny si stava ritirando in silenzio dalla porta laterale insieme agli altri, quando qualcosa la fermò. Vide la sua ombra sfocata allungarsi nella luce rossa dell'alba, che colorava le pareti dando l'impressione che la stanza stesse andando a fuoco. I cristalli del lampadario brillavano come stelle, perfino il suo misero vestito di cotone bianco sembrava quello di una principessa, tempestato di rubini. Ginny sapeva che l'illusione sarebbe durata poco, ma si sentì salire le lacrime davanti a tanto splendore.

"Non fare la stupida" si impose "è solo il sole"

a nonostante tutto, non seppe resistere alla tentazione di attraversare le porte a vetro e uscire nell'aria fresca del giardino. Non l'aveva mai visto da vicino; ai servitori era proibito uscire dal castello, eccezion fatta per i giardinieri. E li, con la rugiada sotto i piedi e il profumo delle rose, si sentì per la prima volta in pace col mondo.

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"Domani dovrò scegliere la mia sposa davanti a centinaia di persone" pensava Draco "Domani, anzi,… oggi" disse, lanciando un'occhiata al sole nascente.

Quanto avrebbe voluto che il tempo si fermasse.

"Non sorgere, ti prego" disperava mentre 'domani' era alle porte.

Però, tutta quella luce soffusa… così calda, rossa e oro… non c'era niente da fare, anche nei momenti peggiori riusciva comunque a calmarlo.

Chi avrebbe pensato che Draco fosse il principe, vedendolo in quel momento? Un ragazzo, sdraiato sull'erba, vestito in modo abbastanza modesto: poteva passare per un qualsiasi cortigiano di basso conto che avesse fatto le ore piccole.

Sorridendo a quel pensiero, sbatté le palpebre per togliere l'umidità che gli appesantiva le ciglia.

"O forse sono solo io che ho sonno… non riesco quasi a tenere gli occhi aperti"

Mentre scivolava dolcemente nel mondo dei sogni, un ultimo pensiero gli aleggiò nella mente: "se qualcuno mi trovasse qui, adesso, passerei dei seri guai."

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Era più o meno la stessa cosa che pensava Ginny in quel momento. Ma respinse con forza quell'avvertimento a decise di fare un giretto in giardino. Quando mai le sarebbe ricapitato? E tanto non c'era nessuno in giro. Raggiunse un grosso albero carico di tenere gemme. Si appoggiò al tronco e cominciò a canticchiare, involontariamente, la canzone che sua madre le cantava sempre da piccola.

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Fu l'eco portato dal vento di una dolce cantilena a risvegliare il bell'addormentato. Si stropicciò gli occhi e si decise ad alzarsi, tanto più che avrebbe dovuto farsi trovare nelle sue stanze entro pochi minuti.

Si alzò, diretto al portone secondario, quando vide una ragazza appoggiata ad un albero, che canticchiava ad occhi chiusi. Allora era stata lei a svegliarlo con quella dolcissima voce! Si avvicinò senza fare rumore, ma la ragazza non diede segno di essersi accorta di lui, restava immobile con il viso rivolto verso il sole a godere dei primi pallidi raggi. Draco si ritrovò a pensare che era davvero bella, nonostante fosse vestita poveramente come una serva e anche un po' sporca di fuliggine. Aveva i capelli rossi e un viso innocente, ma un corpo terribilmente sensuale sotto la tunica aderente. E sembrava così piccola, indifesa…

Draco si avvicinò fino a trovarsi a meno di un metro da lei. Niente, nessuna reazione. Il ragazzo si avvicinò ancora, cautamente… era così bella… così vicina…

Senza pensarci troppo, Draco la strinse a se e la baciò con trasporto.

La ragazza, dopo una attimo di stupore e smarrimento, si riscosse e si divincolò, dandogli uno spintone che lo mandò a terra.

Draco non era abituato ad essere trattato così, si rialzò furioso e fece un passo avanti. Ginny si ritrasse, spaventata, fece per scappare, ma lui la trattenne per un braccio. Come si permetteva, quella piccola serva?, lui era il principe e mai nessuna prima di allora aveva osato rifiutarlo.

- Ti prego – sussurrò lei tra le lacrime – ti prego, lasciami… -

Il primo istinto di Draco fu quello di lasciarla, pur di vederla smettere di piangere così, ma aveva la sensazione che sarebbe scappata e non l'avrebbe più rivista. La trasse a se e la baciò di nuovo, e stavolta lei non oppose resistenza; dopo un po' cominciò a ricambiare il bacio, con passione.

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Ginny canticchiava sommessamente la sua canzoncina, quando si sentì premere qualcosa sulle labbra; qualcosa di caldo e morbido, che sembrava… aprì gli occhi e si accorse che qualcuno la stava baciando. Si divincolò e spinse via con forza il ragazzo, che cadde a sedere.

Ma come si era permesso? "Nessuno può baciarmi così, cristo, che vergogna!" Guardò timorosa il ragazzo. Era più alto e più forte di lei, avrebbe potuto costringerla a fare qualcos'altro, senza preoccuparsi troppo del suo consenso. E tra l'altro, sembrava furioso. Ginny cercò di scappare, ma lui la riprese prima che potesse fare un passo.

- Ti prego – sussurrò lei tra le lacrime – ti prego, lasciami… -

Lo fissò negli occhi; era davvero carino, a prima vista non l'aveva notato… era il ragazzo più bello che avesse mai visto. Aveva i capelli color dell'oro e uno sguardo fiero che sottolineava i lineamenti delicati

"Ginny, ma cosa stai pensando?" si riscosse "devo andarmene, subito"

Ma non fece tempo a convincersi di questo che il bel biondino la trasse a se e la baciò dolcemente, e dopo un attimo di indecisione lei non poté fare altro che ricambiare il bacio, con la speranza che durasse il più a lungo possibile…

Quando si staccarono, il ragazzo le passò teneramente una mano nei capelli, dicendo con tono affettuoso: - scusami, non volevo spaventarti,... come ti chiami? –

- Ginny – rispose – lavoro qui come serva. E tu, chi sei? –

- Mi chiamo Draco. Io non lavoro qui, ci vivo soltanto – aggiunse con un mesto sorriso

La ragazza si ritrasse timorosa – voi siete un cortigiano? –

- No. Sono il principe –

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