02. Il Tradimento.
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Harry osservava, distratto, i tentativi di Fred e George di captare la riunione con le Orecchie Oblunghe. Mancava poco al suo rientro ad Hogwarts, ma la cosa non lo rendeva felice come negli anni passati. Forse era il comportamento di Silente a renderlo sfiduciato, nonostante tutto l'indispensabile aiuto che gli aveva offerto durante l'udienza col Consiglio. O forse avrebbe preferito di gran lunga restare a vivere al numero 12 di Grimmauld Place. Era certo che anche Sirius ne sarebbe stato felice, e la prospettiva di vivere lì offuscava la luce così familiare scaturita dal pensiero del ritorno a scuola. Harry però sapeva che non avrebbe potuto fare a meno di andare a scuola: quello per lui era l'anno dei G.U.F.O. E comunque la presenza di Kreacher per casa lo nauseava a sufficienza - forse per questo che odiava pensare a Sirius costretto a sopportarlo da solo.
Ultimamente c'erano grandi novità nell'Ordine.
Il signor Weasley era tornato due giorni prima annunciando che Gray, l'unico membro dell'Ordine che Harry non aveva ancora conosciuto, dopo essersi non proprio ripresa dal malore, aveva ingannato il Ministro della Magia con un'illusione e se l'era filata. La Umbridge le aveva spezzato la bacchetta, ed era probabile che Gray si fosse Materializzata a Diagon Alley per comprarne un'altra. Il signor Weasley aveva però precisato che erano partite delle lettere dirette ad ogni negozio, perfino alla gelateria, le quali parlavano di lei praticamente come di una ricercata.
Sicuramente le avrebbero vietato di acquistare qualsiasi cosa e, chiunque l'avesse vista, avrebbe immediatamente fatto in modo che il Ministero lo venisse a sapere. La signora Weasley non faceva che ripetere che Gray era un'incosciente, non avrebbe mai dovuto provocare Caramell, e scappare quando non era ancora perfettamente in forze non era stata una grande idea.
Harry non si spiegava come mai Sirius lanciasse occhiate torve alla signora Weasley ogni volta che faceva simili affermazioni; pensò che fosse soltanto il fatto che non si erano certo trovati simpatici a vicenda.
A dir la verità ogni volta che l'argomento veniva nuovamente toccato, gli pareva di scorgere una specie di fretta nel modo di comportarsi di Sirius.
Il tempo trascorse lentamente, passarono due giorni, forse tre, senza che nessuno avesse notizie di Gray. I giorni che separavano loro da Hogwarts si riducevano sempre di più, ed Harry era il solo a non contarli con smania: mancavano poco meno di due settimane e, a differenza di Ron e Hermione, lui era l'unico a non esserne impaziente. D'altro canto, loro due erano stati nominati Prefetti. le battute di Fred e George non servivano a farlo sorridere, anzi lo riempivano di dubbi. Assisteva con riluttanza alla gioia e alla soddisfazione dei suoi amici, e come sempre alle smancerie della signora Weasley. Doveva sorbirsi le autentiche coccole che Ron riservava al suo distintivo scintillante; e tutti i sospetti che nutriva verso Albus Silente lo assalivano sempre più.
Sembrava che niente potesse smuoverlo da quella ridicola situazione di inquietudine, almeno fino a quando una visita inaspettata giunse a Grimmauld Place.
Harry aveva da poco finito di pranzare a stava salendo in camera sua, quando un debole picchiettio alla finestra del corridoio non lo fece trasalire. Harry temette che il quadro della signora Black potesse svegliarsi, ma fortunatamente così non accadde. Harry scanso le vecchie tende logore e al vetro notò un bellissimo corvo dal becco lucido e dorato. Non sembrava in ottima salute, però; anzi aveva l'aspetto piuttosto malaticcio, e alcune piccole piume che aveva perduto erano sparse sul davanzale. Harry cercò di aprire la finestra più silenziosamente possibile, senza nemmeno domandarsi cosa ci facesse un corvo da quelle parti: era così desideroso di qualche diversivo, anche insignificante, che spalancò il vetro senza fare complimenti.
Ma essendo la finestra molto vecchia, così come il resto della casa, un forte cigolio fu inevitabile: e la signora Black ricominciò immediatamente a urlare e strepitare contro tutti i mostri e i mezzosangue che infestavano la casa dei suoi padri.
Il corvo volò nel corridoio. Dalla lentezza con la quale sbatteva le ali sembrava essere molto stanco; forse aveva appena fatto un lungo viaggio. Harry sollevò la mano affinchè l'animale potesse posarvisi. Osservandolo da vicino, Harry notò che le piume avevano qualche sfumatura rossastra e gli occhi erano color sangue.
Nessuno sembrava badare alla signora Black, fin quando non salì anche Moody che riuscì a zittirla.
- Non è una buona idea aprire la finestra - disse col suo solito ringhio, avviandosi di nuovo alle scale. Ma subito dopo, prima che l'altro potesse rispondere, il suo occhio magico roteò fino al corvo sulla mano di Harry. - Animagus! - esclamò. Quell'affermazione fece sobbalzare Harry, che ritrasse la mano come terrificato. Il corvo, piuttosto spaesato, riprese a volare appena in tempo per non cadere sul pavimento.
In una nuvola di sottile nebbia nera, il corvo iniziò a prendere forma umana, fin quando non fu completamente ri-trasformato.
Harry si trovò di fronte una ragazza dalla pelle bianca come un foglio di carta, i lunghi capelli castani e gli occhi rosso sangue - esattamente come quelli del corvo nel quale si era trasfigurata. Le labbra erano livide e sottili, gli occhi evidenziati dal mascara nero, fin troppo, e nero era anche tutto il resto del suo abbigliamento. Lo sguardo era stanco, somigliava un po' a quello di Lupin quando si avvicinava la luna piena. Harry fece un passo indietro. Non aveva mai visto quella ragazza, che sembrava avere circa venticinque anni. Ma bastò una sola occhiata a gettarlo in una strana angoscia, come se si fosse trovato davanti un cadavere. Si accorse solo quando gli sorrise che un sottile rigo di sangue le colava dall'angolo della bocca. Moody non sembrava meno impressionato di lui, ma riuscì comunque a trattenersi. Forse perché l'aveva già incontrata.
- Come diavolo hai trovato questo posto? - , chiese, sospettoso.
- Quando sei poco ospitale. - commentò la ragazza, ed Harry notò che respirava a fatica, ma non lo dava a vedere - Le Illusioni di Occultamento con me non funzionano, e nemmeno l'Incantesimo Fidelius, dovresti saperlo - . Tentando invano di lisciarsi i capelli spettinati dal vento, la ragazza si voltò verso Harry, e tese la mano.
- Harry Potter, giusto? -
Harry annuì e le strinse la mano gelida, piuttosto perplesso. Le dita lunghe e bianche, dalle unghie puntute, emergevano a mala pena dalla vaporosa e svolazzante manica di seta nera.
- Io sono Gray. -
Harry sorrise, incerto. Finalmente aveva conosciuto l'ultimo membro dell'Ordine della Fenice, anche se non si sarebbe mai aspettato una persona come Gray. Gli avevano raccontato che Silente parlava di lei con grande fiducia, ma anche con un filo di preoccupazione. Harry non ebbe dubbi: la preoccupazione derivava dal suo aspetto così malato, e la fiducia dal sorriso inaspettatamente caldo.
- Mi sono persa qualcosa? -
- Ti sei persa tre mesi di oscure macchinazioni! - rispose Tonks, emergendo dalla scalinata di legno. - Forza, forza, vieni giù, gli altri vorranno vederti! -
Gray sembrò quasi illuminarsi e, se possibile, riacquistare un po' di colorito. Si lasciò pigramente trascinare per il braccio, ma quando stavano per scendere le scale, Moody le bloccò.
- Non avresti dovuto trasformarti in Animagus. Qualcuno potrebbe riconoscerti. -
- Tipo chi? - rispose Gray alzando le spalle, per poi sparire in cucina insieme a Tonks.
Moody emise una specie di sbuffo e, insieme ad Harry, le seguì.
Quando Harry aprì la porta, la cucina era già tutta un baci e abbracci.
La signora Weasley era praticamente esausta dal sollievo di vederla tutta intera, e continuava a ripeterle - anche se nessuno le prestava ascolto - di non essere mai più così incosciente, che Silente non sarebbe mai stato felice di questo, e chissà quante altre cose. Ron e Hermione sembravano aver avuto la stessa reazione di Harry, quando avevano visto Gray, perché la osservavano sempre, senza nemmeno sbattere le palpebre. Persino Grattastinchi sembrava avere avuto un istante di tranquillità, ma poi tornò alle vecchie abitudini giocando con l'orlo della giacca di Gray, fin quando Hermione non lo trattenne.
Gray e Sirius si abbracciarono così forte che Harry li scambiò per due francobolli. Non riuscì a sentire cosa si dicevano perché parlavano troppo piano, ma sembravano due amici di vecchia data si incontravano dopo tanto tempo. Anche Lupin fu felice di rivederla. Harry cominciò a formulare qualche ipotesi quando Gray lo chiamò Lunastorta.
Dopo una decina di minuti, Gray si afflosciò su una sedia con tale spossatezza che sembrava in punto di addormentarsi, ma nessuno ci fece caso, a parte la signora Weasley.
- Ti senti bene, cara? - , domandò con apprensione.
- Tutto a posto, non preoccuparti. -
Harry capì che mentiva.
*
Come previsto, Molly Weasley spedì i ragazzi a dormire, destando le loro lamentele, ma alla fine perfino Fred e George desistettero, lasciando i membri dell'Ordine a parlottare in cucina. D'altra parte i gemelli sapevano benissimo che la cucina non aveva difese contro le Orecchie Oblunghe.
Harry saliva le scale di malavoglia: non aveva nessuna voglia di andare a dormire, avrebbe di gran lunga preferito restare giù ad assistere alla conversazione. Perfino Hermione sembrava manifestare il desiderio di disubbidire alla signora Weasley. Di comune accordo, si riunirono tutti in camera di Harry e Ron, dalla quale tentarono di ascoltare.
Gray però parlava a voce molto bassa, e riuscirono a sentire ben poco di quello che diceva.
- E così sei riuscita a fartela vendere. - disse il signor Weasley osservando la bacchetta nuova di Gray - A quanto pare il Ministero non ce l'ha così tanto con te. -
- E' arrivata una lettera a Olivander, a dir la verità - rispose Gray bevendo birra Babbana - Solo che non l'ha letta. - sorridendo, tirò fuori dalla tasca la lettera che aveva rubato al gufo prima di addormentarlo e lanciarlo nel cestino. - Non so cosa c'è scritto, non ho avuto tempo di leggerla, - aggiunse, strappando la busta.
"E' probabile che una certa Gray si aggiri per Diagon Alley. E' una ragazzina pallida, mingherlina e vestita di nero, con occhi rossi e capelli lunghi, castani. Ricorderete che Gray ha numerosi precedenti penali, che il Ministero della Magia aveva promesso di dimenticare se si fosse prestata a lavorare nell'edificio e a rigare dritto. Gray è afflitta da una sconosciuta malattia emorragica che non le consentirà di certo di andare lontano. Si manifesta con tosse e mancamenti. Ora, nonostante la disponibilità del Ministero e di tutti i suoi dipendenti verso di lei e verso i suoi innumerevoli problemi cerebrali, la fiducia promessa è stata di nuovo tradita. Decideremo la punizione quando riusciremo a trovarla, nel frattempo diffidate di qualsiasi persona che risponda alla descrizione, non vendetele nessun articolo e soprattutto ricordatevi che non ha il pieno possesso delle sue facoltà mentali.
Il Ministro della Magia, Cornelius Caramell. "
- Innumerevoli problemi cerebrali? - rilesse Sirius con una smorfia irritata - Ti hanno fatta passare per una pazza! -
- Perché, di solito cosa si pensa di me? - , ribatté Gray con sarcasmo, buttando la lettera nel caminetto acceso. La sua voce andava sempre più incrinandosi, e al termine delle frasi beveva un altro po' e strizzava gli occhi, come se la luce le desse fastidio.
- Ormai lo sanno tutti che i malori sono dovuti al Marchio Nero. -
- Ma nessuno sarebbe molto contento di saperlo - disse il signor Weasley - al Ministero c'è una che impazzisce a causa di Voldemort. non credo che la prenderebbero bene. Posso vederla? - aggiunse, accennando alla bacchetta magica.
Gray la sfilò dalla cintura e gliela lanciò distrattamente. Non appena fu nella mano del signor Weasley, la bacchetta cominciò ad agitarsi fin quando non saltò sulla credenza e distrusse la maggior parte dei piatti. Riuscirono a fermarla molti minuti dopo, appena in tempo, perché stava per riservare alla finestra la stessa sorte dei piatti.
- Reparo - , disse la signora Weasley puntando la sua bacchetta contro i piatti, che tornarono immediatamente a posto.
- Non era così violenta quando andavamo a scuola, - commentò Lupin.
- In effetti non è la stessa. - rispose Gray - Però è strano. -
- E' strano cosa? -
Gray si corresse immediatamente.
- No. dicevo. è strano che quella di prima non mi andasse più bene. -
Gray non credeva fosse il caso di raccontare a tutti dello strano comportamento di Olivander. Dopotutto non era convinta che si trattasse di una cosa tanto grave, altrimenti si sarebbe letteralmente rifiutato di venderle la bacchetta. Nonostante il cervello le fornisse questa spiegazione, il sesto senso avvertiva che c'era una strana energia dentro quella bacchetta. Gray era dell'opinione che non fosse il caso di riferirlo a tutti. Ne avrebbe parlato con Sirius e Lupin più tardi, forse.
Però le dava abbastanza fastidio sentirsi l'occhio magico di Moody perennemente puntato addosso: con lui nelle vicinanze, diventava straziante raccontare una bugia.
- Naa. Sono tanti i maghi che cambiano bacchetta ad un certo punto della loro vita. Tu poi eri molto piccola quando hai avuto la prima, vero? - , disse Tonks.
- Otto anni. - rispose Gray. La sua voce stava abbassandosi sempre di più. Ormai tutti si erano accorti di quanto fosse strana, somigliava ad una che ha terribilmente sonno ma che si sforza di restare sveglia. Ognuno fece finta di niente, ben sapendo che avrebbe ottenuto solo una risposta vaga, evasiva, ma la signora Weasley non perse tempo:
- Non faresti meglio ad andare a dormire, cara? -
Nessuno la ascoltò.
- Io credo che faremmo meglio a spostare l'attenzione su cose più importanti. - ringhiò Moody.
- Tipo? -
- Voldemort. -
Al piano di sopra, tutti quelli che ascoltavano tramite le Orecchie Oblunghe, a parte Harry, furono scossi da un violento fremito non appena sentirono quel nome. Di sotto nessuno si era accorto di niente, e così i ragazzi dovettero zittirsi e mettersi bene in ascolto per non perdersi nemmeno una frase.
- Credo sia evidente che la causa del tuo collasso di pochi giorni fa. -
- Non c'è nessuna causa e nessun collasso! - rispose Gray con voce arida - Ero arrabbiata e basta. -
- Nessuno dorme quattro giorni per un attacco d'ira! -
- Io sì - replicò Gray - E lo sai benissimo. -
Per qualche istante ci fu un totale silenzio. Gray non aveva torto: era sempre stata eccessivamente debole, così che ogni suo malessere psichico andava sempre a peggiorare le sue condizioni fisiche. Moody sembrava di tutt'altro avviso.
- Quest'Ordine è sorto per contrastare Voldemort. Non stai parlando al Ministero. -
Gray sospirò inarcando le sopracciglia, come rassegnata. Allargò la scollatura della maglietta fin quando il Marchio Nero non fu totalmente visibile. Dopo il giorno che si era svegliata, non aveva mai fatto altri tentavi di liberarsi la mente, perciò il Marchio era visibile a sufficienza perché tutti i suoi contorni potessero distinguersi. Intorno ad esso giaceva un disegno terrificante di cicatrici. La signora Weasley lanciò un gridolino strozzato, portandosi la mano alla bocca. Moody non fece una piega, Tonks si morse le labbra, mentre Sirius e Lupin sembravano esserci abituati, ma rimasero comunque inorriditi.
- Allora continui a tagliarti. - disse Sirius, cupo, scuotendo la testa.
- Non c'è altro che posso fare. -
Seguì un'altra parentesi di silenzio totale. Moody scrutava con attenzione il Marchio Nero con espressione truce.
- Credi che Voldemort sia in pieno delle forze, ormai? - chiese Tonks
- Sì, certo. E' risorto da un pezzo. - rispose Gray in tono neutro.
- Cos'è successo di preciso? -
- Ero. ero nei sotterranei, lì dove hanno fatto l'udienza a Harry. Ero andata a chiedere alla Umbridge il permesso di assentarmi per la riunione. bhe, non le ho detto che venivo qui, è ovvio. C'erano anche Caramell e Lucius Malfoy. Non so perché era lì. Era all'incrocio fra il corridoio principale e quello che porta all'Ufficio Misteri. Malfoy ha detto che nessuno dovrebbe fidarsi di me. -
- Immagino com'è finita. - sospirò Lupin
- Ho sentito. non lo so. -
- Cos'hai sentito? - incalzò Moody.
- Una voce. continuava a ripetermi di ucciderli. -
La voce di Gray era ormai un debole sospiro.
Sembrava che sudasse, e fissava il vuoto, come se delle immagini indipendenti da quella dimensione scorressero di fronte ai suoi occhi.
- Hai cercato di resistere? -
- Ci ho provato. - Gray scosse la testa - Ci ho provato troppo. -
**Non è stato sufficiente. **
- Che ti ha detto? Qualcosa di Voldemort? Dov'è nascosto? -
La signora Weasley lanciò un'occhiata di rimprovero a Moody per la sua insistenza. Ormai si erano accorti tutti che Gray stava male, anche chi voleva far finta di niente non poteva fare a meno di notarlo. Al piano di sopra, in camera di Harry e Ron, anche loro avevano avvertito che c'era qualcosa che non andava. Avevano calato ancora un po' le Orecchie Oblunghe, per poter sentire meglio i sussurri di Gray.
- Mi ha detto. -
**Vuole solo sapere come soffri. che gl'importa di te? non gl'importa niente.**
- Vattene. - sibilò Gray.
- .. Vattene? Ha detto "vattene"? - ripeté Moody.
Si era alzato in piedi ed era in ginocchio di fronte alla sua sedia, nel tentativo vano di guardarla negli occhi. Gray rimase immobile.
- No. -
Gray si paralizzò.
- Che ti ha detto, Gray? Che diavolo ti ha detto!? Dobbiamo saperlo! - Moody la scosse violentemente - Rispondi, Gray!! -
Sirius lo scansò con violenza. - Lasciala stare! -
**Non ti fanno pena.?**
Gray sembrava in coma.
Volgeva intorno lo sguardo terrificato, scrutando senza vederli tutti i presenti. La signora Weasley si strinse al marito, tremante.
Gray sentiva l'amaro sulla lingua. una boccata di sangue schizzò via dalle sue labbra, macchiandole il viso, scivolandole sul collo.
Il Marchio Bruciava. intorno a lei erano tutti agitati.
**Sei stata tu,
Gray.**
- Lasciami. lasciami. -
Ormai erano tutti terrorizzati. Al piano di sopra Harry e gli altri avrebbero voluto scendere e accostare l'orecchio alla porta, ma Moody se ne sarebbe accorto subito. Non riuscivano a sentire niente.
- Gray, per favore, svegliati! -
Di chi era quella voce?
**Assassina.**
- Bugiardo. -
- Basta!! Smettila! -
Gray si stava sbilanciando dalla sedia, sembrava dover cadere da un momento all'altro. ancora una boccata di sangue. ancora macchie rosse sul pavimento.
Come quando loro erano morti.
**Tu sei solo un'assassina.**
- Basta! -
Gray strillò. Un grido. Sempre più forte. Un grido che veniva su dalle viscere, un grido infernale che allagava il cervello. La signora Weasley si premette una mano sulle orecchie, ed era ormai praticamente in lacrime. tutti si allontanarono. non potevano fare niente.
La sedia si rovesciò.
Gray era distesa per terra, rantolava di dolore, urlava, si contorceva come se qualcuno l'avesse messa sotto tortura. La porta si spalancò. Harry e gli altri irruppero nella cucina, terrorizzati da quelle grida. Il quadro della signora Black si era risvegliato e anch'essa sbraitava come un'indemoniata.
Ginny strillò.
Gray continuava a vomitare sangue.
Rotolò sulla schiena un paio di volte, trovandosi a pancia in su. Dalla sua posizione sembrava quasi che, con le mani, tentasse di trattenere un braccio invisibile, un braccio che tentava di strozzarla. C'era come una barriere invisibile di terrore che impediva a chiunque di avvicinarsi. Ad un tratto allontanò violentemente le mani, come se il braccio fosse riuscito a spezzarle le ossa. Il suo corpo si bloccò, facendosi rigido. Quattro tagli profondi, simili a grosse unghiate, si formarono sul suo viso. Perfino Moody rimase sconcertato. Sarebbe rimasta cieca. Una vampata di luce, e il Marchio Nero fu visibile di nuovo come se fosse stato appena impresso. E poi, il tempo di un istante, e tutto si placò.
Le profonde unghiate sul viso di Gray sparirono, lasciando solo le macchie di sangue. La ragazza rimase distesa a terra, respirando a mala pena. La signora Black continuava a gridare e imprecare, ma nessuno ci pensava. Il primo a scuotersi dallo shock fu Sirius, che sollevò Gray mettendola sulla poltrona.
Tornò a parlarle a bassa voce, mentre tutti gli altri osservavano ancora Gray, sconcertati. La sua espressione era deformata dal pianto, anche se si stava lentamente calmando, e le lacrime avevano sciolto il mascara, che le imbrattava le guance insieme al sangue. Era fradicia di sudore e il marchio aveva bruciato i vestiti intorno ad esso.
All'improvviso, Kreacher l'elfo domestico apparve in cucina: probabilmente era entrato da un pezzo e nessuno lo aveva sentito.
- Vattene, Kreacher. - sibilò Sirius.
- L'Oscuro Signore punisce sempre i traditori - disse Kreacher, con tono cupo.
- Fottuto mostro, vattene subito!! -
Kreacher scappò. Probabilmente andava dal quadro della madre di Sirius.
- Sono stata. sono stata io. Sono. sono. li ho uccisi. - ansimò Gray.
- Basta, Gray - Sirius le baciò i capelli. - Tu non hai fatto niente - .
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Harry osservava, distratto, i tentativi di Fred e George di captare la riunione con le Orecchie Oblunghe. Mancava poco al suo rientro ad Hogwarts, ma la cosa non lo rendeva felice come negli anni passati. Forse era il comportamento di Silente a renderlo sfiduciato, nonostante tutto l'indispensabile aiuto che gli aveva offerto durante l'udienza col Consiglio. O forse avrebbe preferito di gran lunga restare a vivere al numero 12 di Grimmauld Place. Era certo che anche Sirius ne sarebbe stato felice, e la prospettiva di vivere lì offuscava la luce così familiare scaturita dal pensiero del ritorno a scuola. Harry però sapeva che non avrebbe potuto fare a meno di andare a scuola: quello per lui era l'anno dei G.U.F.O. E comunque la presenza di Kreacher per casa lo nauseava a sufficienza - forse per questo che odiava pensare a Sirius costretto a sopportarlo da solo.
Ultimamente c'erano grandi novità nell'Ordine.
Il signor Weasley era tornato due giorni prima annunciando che Gray, l'unico membro dell'Ordine che Harry non aveva ancora conosciuto, dopo essersi non proprio ripresa dal malore, aveva ingannato il Ministro della Magia con un'illusione e se l'era filata. La Umbridge le aveva spezzato la bacchetta, ed era probabile che Gray si fosse Materializzata a Diagon Alley per comprarne un'altra. Il signor Weasley aveva però precisato che erano partite delle lettere dirette ad ogni negozio, perfino alla gelateria, le quali parlavano di lei praticamente come di una ricercata.
Sicuramente le avrebbero vietato di acquistare qualsiasi cosa e, chiunque l'avesse vista, avrebbe immediatamente fatto in modo che il Ministero lo venisse a sapere. La signora Weasley non faceva che ripetere che Gray era un'incosciente, non avrebbe mai dovuto provocare Caramell, e scappare quando non era ancora perfettamente in forze non era stata una grande idea.
Harry non si spiegava come mai Sirius lanciasse occhiate torve alla signora Weasley ogni volta che faceva simili affermazioni; pensò che fosse soltanto il fatto che non si erano certo trovati simpatici a vicenda.
A dir la verità ogni volta che l'argomento veniva nuovamente toccato, gli pareva di scorgere una specie di fretta nel modo di comportarsi di Sirius.
Il tempo trascorse lentamente, passarono due giorni, forse tre, senza che nessuno avesse notizie di Gray. I giorni che separavano loro da Hogwarts si riducevano sempre di più, ed Harry era il solo a non contarli con smania: mancavano poco meno di due settimane e, a differenza di Ron e Hermione, lui era l'unico a non esserne impaziente. D'altro canto, loro due erano stati nominati Prefetti. le battute di Fred e George non servivano a farlo sorridere, anzi lo riempivano di dubbi. Assisteva con riluttanza alla gioia e alla soddisfazione dei suoi amici, e come sempre alle smancerie della signora Weasley. Doveva sorbirsi le autentiche coccole che Ron riservava al suo distintivo scintillante; e tutti i sospetti che nutriva verso Albus Silente lo assalivano sempre più.
Sembrava che niente potesse smuoverlo da quella ridicola situazione di inquietudine, almeno fino a quando una visita inaspettata giunse a Grimmauld Place.
Harry aveva da poco finito di pranzare a stava salendo in camera sua, quando un debole picchiettio alla finestra del corridoio non lo fece trasalire. Harry temette che il quadro della signora Black potesse svegliarsi, ma fortunatamente così non accadde. Harry scanso le vecchie tende logore e al vetro notò un bellissimo corvo dal becco lucido e dorato. Non sembrava in ottima salute, però; anzi aveva l'aspetto piuttosto malaticcio, e alcune piccole piume che aveva perduto erano sparse sul davanzale. Harry cercò di aprire la finestra più silenziosamente possibile, senza nemmeno domandarsi cosa ci facesse un corvo da quelle parti: era così desideroso di qualche diversivo, anche insignificante, che spalancò il vetro senza fare complimenti.
Ma essendo la finestra molto vecchia, così come il resto della casa, un forte cigolio fu inevitabile: e la signora Black ricominciò immediatamente a urlare e strepitare contro tutti i mostri e i mezzosangue che infestavano la casa dei suoi padri.
Il corvo volò nel corridoio. Dalla lentezza con la quale sbatteva le ali sembrava essere molto stanco; forse aveva appena fatto un lungo viaggio. Harry sollevò la mano affinchè l'animale potesse posarvisi. Osservandolo da vicino, Harry notò che le piume avevano qualche sfumatura rossastra e gli occhi erano color sangue.
Nessuno sembrava badare alla signora Black, fin quando non salì anche Moody che riuscì a zittirla.
- Non è una buona idea aprire la finestra - disse col suo solito ringhio, avviandosi di nuovo alle scale. Ma subito dopo, prima che l'altro potesse rispondere, il suo occhio magico roteò fino al corvo sulla mano di Harry. - Animagus! - esclamò. Quell'affermazione fece sobbalzare Harry, che ritrasse la mano come terrificato. Il corvo, piuttosto spaesato, riprese a volare appena in tempo per non cadere sul pavimento.
In una nuvola di sottile nebbia nera, il corvo iniziò a prendere forma umana, fin quando non fu completamente ri-trasformato.
Harry si trovò di fronte una ragazza dalla pelle bianca come un foglio di carta, i lunghi capelli castani e gli occhi rosso sangue - esattamente come quelli del corvo nel quale si era trasfigurata. Le labbra erano livide e sottili, gli occhi evidenziati dal mascara nero, fin troppo, e nero era anche tutto il resto del suo abbigliamento. Lo sguardo era stanco, somigliava un po' a quello di Lupin quando si avvicinava la luna piena. Harry fece un passo indietro. Non aveva mai visto quella ragazza, che sembrava avere circa venticinque anni. Ma bastò una sola occhiata a gettarlo in una strana angoscia, come se si fosse trovato davanti un cadavere. Si accorse solo quando gli sorrise che un sottile rigo di sangue le colava dall'angolo della bocca. Moody non sembrava meno impressionato di lui, ma riuscì comunque a trattenersi. Forse perché l'aveva già incontrata.
- Come diavolo hai trovato questo posto? - , chiese, sospettoso.
- Quando sei poco ospitale. - commentò la ragazza, ed Harry notò che respirava a fatica, ma non lo dava a vedere - Le Illusioni di Occultamento con me non funzionano, e nemmeno l'Incantesimo Fidelius, dovresti saperlo - . Tentando invano di lisciarsi i capelli spettinati dal vento, la ragazza si voltò verso Harry, e tese la mano.
- Harry Potter, giusto? -
Harry annuì e le strinse la mano gelida, piuttosto perplesso. Le dita lunghe e bianche, dalle unghie puntute, emergevano a mala pena dalla vaporosa e svolazzante manica di seta nera.
- Io sono Gray. -
Harry sorrise, incerto. Finalmente aveva conosciuto l'ultimo membro dell'Ordine della Fenice, anche se non si sarebbe mai aspettato una persona come Gray. Gli avevano raccontato che Silente parlava di lei con grande fiducia, ma anche con un filo di preoccupazione. Harry non ebbe dubbi: la preoccupazione derivava dal suo aspetto così malato, e la fiducia dal sorriso inaspettatamente caldo.
- Mi sono persa qualcosa? -
- Ti sei persa tre mesi di oscure macchinazioni! - rispose Tonks, emergendo dalla scalinata di legno. - Forza, forza, vieni giù, gli altri vorranno vederti! -
Gray sembrò quasi illuminarsi e, se possibile, riacquistare un po' di colorito. Si lasciò pigramente trascinare per il braccio, ma quando stavano per scendere le scale, Moody le bloccò.
- Non avresti dovuto trasformarti in Animagus. Qualcuno potrebbe riconoscerti. -
- Tipo chi? - rispose Gray alzando le spalle, per poi sparire in cucina insieme a Tonks.
Moody emise una specie di sbuffo e, insieme ad Harry, le seguì.
Quando Harry aprì la porta, la cucina era già tutta un baci e abbracci.
La signora Weasley era praticamente esausta dal sollievo di vederla tutta intera, e continuava a ripeterle - anche se nessuno le prestava ascolto - di non essere mai più così incosciente, che Silente non sarebbe mai stato felice di questo, e chissà quante altre cose. Ron e Hermione sembravano aver avuto la stessa reazione di Harry, quando avevano visto Gray, perché la osservavano sempre, senza nemmeno sbattere le palpebre. Persino Grattastinchi sembrava avere avuto un istante di tranquillità, ma poi tornò alle vecchie abitudini giocando con l'orlo della giacca di Gray, fin quando Hermione non lo trattenne.
Gray e Sirius si abbracciarono così forte che Harry li scambiò per due francobolli. Non riuscì a sentire cosa si dicevano perché parlavano troppo piano, ma sembravano due amici di vecchia data si incontravano dopo tanto tempo. Anche Lupin fu felice di rivederla. Harry cominciò a formulare qualche ipotesi quando Gray lo chiamò Lunastorta.
Dopo una decina di minuti, Gray si afflosciò su una sedia con tale spossatezza che sembrava in punto di addormentarsi, ma nessuno ci fece caso, a parte la signora Weasley.
- Ti senti bene, cara? - , domandò con apprensione.
- Tutto a posto, non preoccuparti. -
Harry capì che mentiva.
*
Come previsto, Molly Weasley spedì i ragazzi a dormire, destando le loro lamentele, ma alla fine perfino Fred e George desistettero, lasciando i membri dell'Ordine a parlottare in cucina. D'altra parte i gemelli sapevano benissimo che la cucina non aveva difese contro le Orecchie Oblunghe.
Harry saliva le scale di malavoglia: non aveva nessuna voglia di andare a dormire, avrebbe di gran lunga preferito restare giù ad assistere alla conversazione. Perfino Hermione sembrava manifestare il desiderio di disubbidire alla signora Weasley. Di comune accordo, si riunirono tutti in camera di Harry e Ron, dalla quale tentarono di ascoltare.
Gray però parlava a voce molto bassa, e riuscirono a sentire ben poco di quello che diceva.
- E così sei riuscita a fartela vendere. - disse il signor Weasley osservando la bacchetta nuova di Gray - A quanto pare il Ministero non ce l'ha così tanto con te. -
- E' arrivata una lettera a Olivander, a dir la verità - rispose Gray bevendo birra Babbana - Solo che non l'ha letta. - sorridendo, tirò fuori dalla tasca la lettera che aveva rubato al gufo prima di addormentarlo e lanciarlo nel cestino. - Non so cosa c'è scritto, non ho avuto tempo di leggerla, - aggiunse, strappando la busta.
"E' probabile che una certa Gray si aggiri per Diagon Alley. E' una ragazzina pallida, mingherlina e vestita di nero, con occhi rossi e capelli lunghi, castani. Ricorderete che Gray ha numerosi precedenti penali, che il Ministero della Magia aveva promesso di dimenticare se si fosse prestata a lavorare nell'edificio e a rigare dritto. Gray è afflitta da una sconosciuta malattia emorragica che non le consentirà di certo di andare lontano. Si manifesta con tosse e mancamenti. Ora, nonostante la disponibilità del Ministero e di tutti i suoi dipendenti verso di lei e verso i suoi innumerevoli problemi cerebrali, la fiducia promessa è stata di nuovo tradita. Decideremo la punizione quando riusciremo a trovarla, nel frattempo diffidate di qualsiasi persona che risponda alla descrizione, non vendetele nessun articolo e soprattutto ricordatevi che non ha il pieno possesso delle sue facoltà mentali.
Il Ministro della Magia, Cornelius Caramell. "
- Innumerevoli problemi cerebrali? - rilesse Sirius con una smorfia irritata - Ti hanno fatta passare per una pazza! -
- Perché, di solito cosa si pensa di me? - , ribatté Gray con sarcasmo, buttando la lettera nel caminetto acceso. La sua voce andava sempre più incrinandosi, e al termine delle frasi beveva un altro po' e strizzava gli occhi, come se la luce le desse fastidio.
- Ormai lo sanno tutti che i malori sono dovuti al Marchio Nero. -
- Ma nessuno sarebbe molto contento di saperlo - disse il signor Weasley - al Ministero c'è una che impazzisce a causa di Voldemort. non credo che la prenderebbero bene. Posso vederla? - aggiunse, accennando alla bacchetta magica.
Gray la sfilò dalla cintura e gliela lanciò distrattamente. Non appena fu nella mano del signor Weasley, la bacchetta cominciò ad agitarsi fin quando non saltò sulla credenza e distrusse la maggior parte dei piatti. Riuscirono a fermarla molti minuti dopo, appena in tempo, perché stava per riservare alla finestra la stessa sorte dei piatti.
- Reparo - , disse la signora Weasley puntando la sua bacchetta contro i piatti, che tornarono immediatamente a posto.
- Non era così violenta quando andavamo a scuola, - commentò Lupin.
- In effetti non è la stessa. - rispose Gray - Però è strano. -
- E' strano cosa? -
Gray si corresse immediatamente.
- No. dicevo. è strano che quella di prima non mi andasse più bene. -
Gray non credeva fosse il caso di raccontare a tutti dello strano comportamento di Olivander. Dopotutto non era convinta che si trattasse di una cosa tanto grave, altrimenti si sarebbe letteralmente rifiutato di venderle la bacchetta. Nonostante il cervello le fornisse questa spiegazione, il sesto senso avvertiva che c'era una strana energia dentro quella bacchetta. Gray era dell'opinione che non fosse il caso di riferirlo a tutti. Ne avrebbe parlato con Sirius e Lupin più tardi, forse.
Però le dava abbastanza fastidio sentirsi l'occhio magico di Moody perennemente puntato addosso: con lui nelle vicinanze, diventava straziante raccontare una bugia.
- Naa. Sono tanti i maghi che cambiano bacchetta ad un certo punto della loro vita. Tu poi eri molto piccola quando hai avuto la prima, vero? - , disse Tonks.
- Otto anni. - rispose Gray. La sua voce stava abbassandosi sempre di più. Ormai tutti si erano accorti di quanto fosse strana, somigliava ad una che ha terribilmente sonno ma che si sforza di restare sveglia. Ognuno fece finta di niente, ben sapendo che avrebbe ottenuto solo una risposta vaga, evasiva, ma la signora Weasley non perse tempo:
- Non faresti meglio ad andare a dormire, cara? -
Nessuno la ascoltò.
- Io credo che faremmo meglio a spostare l'attenzione su cose più importanti. - ringhiò Moody.
- Tipo? -
- Voldemort. -
Al piano di sopra, tutti quelli che ascoltavano tramite le Orecchie Oblunghe, a parte Harry, furono scossi da un violento fremito non appena sentirono quel nome. Di sotto nessuno si era accorto di niente, e così i ragazzi dovettero zittirsi e mettersi bene in ascolto per non perdersi nemmeno una frase.
- Credo sia evidente che la causa del tuo collasso di pochi giorni fa. -
- Non c'è nessuna causa e nessun collasso! - rispose Gray con voce arida - Ero arrabbiata e basta. -
- Nessuno dorme quattro giorni per un attacco d'ira! -
- Io sì - replicò Gray - E lo sai benissimo. -
Per qualche istante ci fu un totale silenzio. Gray non aveva torto: era sempre stata eccessivamente debole, così che ogni suo malessere psichico andava sempre a peggiorare le sue condizioni fisiche. Moody sembrava di tutt'altro avviso.
- Quest'Ordine è sorto per contrastare Voldemort. Non stai parlando al Ministero. -
Gray sospirò inarcando le sopracciglia, come rassegnata. Allargò la scollatura della maglietta fin quando il Marchio Nero non fu totalmente visibile. Dopo il giorno che si era svegliata, non aveva mai fatto altri tentavi di liberarsi la mente, perciò il Marchio era visibile a sufficienza perché tutti i suoi contorni potessero distinguersi. Intorno ad esso giaceva un disegno terrificante di cicatrici. La signora Weasley lanciò un gridolino strozzato, portandosi la mano alla bocca. Moody non fece una piega, Tonks si morse le labbra, mentre Sirius e Lupin sembravano esserci abituati, ma rimasero comunque inorriditi.
- Allora continui a tagliarti. - disse Sirius, cupo, scuotendo la testa.
- Non c'è altro che posso fare. -
Seguì un'altra parentesi di silenzio totale. Moody scrutava con attenzione il Marchio Nero con espressione truce.
- Credi che Voldemort sia in pieno delle forze, ormai? - chiese Tonks
- Sì, certo. E' risorto da un pezzo. - rispose Gray in tono neutro.
- Cos'è successo di preciso? -
- Ero. ero nei sotterranei, lì dove hanno fatto l'udienza a Harry. Ero andata a chiedere alla Umbridge il permesso di assentarmi per la riunione. bhe, non le ho detto che venivo qui, è ovvio. C'erano anche Caramell e Lucius Malfoy. Non so perché era lì. Era all'incrocio fra il corridoio principale e quello che porta all'Ufficio Misteri. Malfoy ha detto che nessuno dovrebbe fidarsi di me. -
- Immagino com'è finita. - sospirò Lupin
- Ho sentito. non lo so. -
- Cos'hai sentito? - incalzò Moody.
- Una voce. continuava a ripetermi di ucciderli. -
La voce di Gray era ormai un debole sospiro.
Sembrava che sudasse, e fissava il vuoto, come se delle immagini indipendenti da quella dimensione scorressero di fronte ai suoi occhi.
- Hai cercato di resistere? -
- Ci ho provato. - Gray scosse la testa - Ci ho provato troppo. -
**Non è stato sufficiente. **
- Che ti ha detto? Qualcosa di Voldemort? Dov'è nascosto? -
La signora Weasley lanciò un'occhiata di rimprovero a Moody per la sua insistenza. Ormai si erano accorti tutti che Gray stava male, anche chi voleva far finta di niente non poteva fare a meno di notarlo. Al piano di sopra, in camera di Harry e Ron, anche loro avevano avvertito che c'era qualcosa che non andava. Avevano calato ancora un po' le Orecchie Oblunghe, per poter sentire meglio i sussurri di Gray.
- Mi ha detto. -
**Vuole solo sapere come soffri. che gl'importa di te? non gl'importa niente.**
- Vattene. - sibilò Gray.
- .. Vattene? Ha detto "vattene"? - ripeté Moody.
Si era alzato in piedi ed era in ginocchio di fronte alla sua sedia, nel tentativo vano di guardarla negli occhi. Gray rimase immobile.
- No. -
Gray si paralizzò.
- Che ti ha detto, Gray? Che diavolo ti ha detto!? Dobbiamo saperlo! - Moody la scosse violentemente - Rispondi, Gray!! -
Sirius lo scansò con violenza. - Lasciala stare! -
**Non ti fanno pena.?**
Gray sembrava in coma.
Volgeva intorno lo sguardo terrificato, scrutando senza vederli tutti i presenti. La signora Weasley si strinse al marito, tremante.
Gray sentiva l'amaro sulla lingua. una boccata di sangue schizzò via dalle sue labbra, macchiandole il viso, scivolandole sul collo.
Il Marchio Bruciava. intorno a lei erano tutti agitati.
**Sei stata tu,
Gray.**
- Lasciami. lasciami. -
Ormai erano tutti terrorizzati. Al piano di sopra Harry e gli altri avrebbero voluto scendere e accostare l'orecchio alla porta, ma Moody se ne sarebbe accorto subito. Non riuscivano a sentire niente.
- Gray, per favore, svegliati! -
Di chi era quella voce?
**Assassina.**
- Bugiardo. -
- Basta!! Smettila! -
Gray si stava sbilanciando dalla sedia, sembrava dover cadere da un momento all'altro. ancora una boccata di sangue. ancora macchie rosse sul pavimento.
Come quando loro erano morti.
**Tu sei solo un'assassina.**
- Basta! -
Gray strillò. Un grido. Sempre più forte. Un grido che veniva su dalle viscere, un grido infernale che allagava il cervello. La signora Weasley si premette una mano sulle orecchie, ed era ormai praticamente in lacrime. tutti si allontanarono. non potevano fare niente.
La sedia si rovesciò.
Gray era distesa per terra, rantolava di dolore, urlava, si contorceva come se qualcuno l'avesse messa sotto tortura. La porta si spalancò. Harry e gli altri irruppero nella cucina, terrorizzati da quelle grida. Il quadro della signora Black si era risvegliato e anch'essa sbraitava come un'indemoniata.
Ginny strillò.
Gray continuava a vomitare sangue.
Rotolò sulla schiena un paio di volte, trovandosi a pancia in su. Dalla sua posizione sembrava quasi che, con le mani, tentasse di trattenere un braccio invisibile, un braccio che tentava di strozzarla. C'era come una barriere invisibile di terrore che impediva a chiunque di avvicinarsi. Ad un tratto allontanò violentemente le mani, come se il braccio fosse riuscito a spezzarle le ossa. Il suo corpo si bloccò, facendosi rigido. Quattro tagli profondi, simili a grosse unghiate, si formarono sul suo viso. Perfino Moody rimase sconcertato. Sarebbe rimasta cieca. Una vampata di luce, e il Marchio Nero fu visibile di nuovo come se fosse stato appena impresso. E poi, il tempo di un istante, e tutto si placò.
Le profonde unghiate sul viso di Gray sparirono, lasciando solo le macchie di sangue. La ragazza rimase distesa a terra, respirando a mala pena. La signora Black continuava a gridare e imprecare, ma nessuno ci pensava. Il primo a scuotersi dallo shock fu Sirius, che sollevò Gray mettendola sulla poltrona.
Tornò a parlarle a bassa voce, mentre tutti gli altri osservavano ancora Gray, sconcertati. La sua espressione era deformata dal pianto, anche se si stava lentamente calmando, e le lacrime avevano sciolto il mascara, che le imbrattava le guance insieme al sangue. Era fradicia di sudore e il marchio aveva bruciato i vestiti intorno ad esso.
All'improvviso, Kreacher l'elfo domestico apparve in cucina: probabilmente era entrato da un pezzo e nessuno lo aveva sentito.
- Vattene, Kreacher. - sibilò Sirius.
- L'Oscuro Signore punisce sempre i traditori - disse Kreacher, con tono cupo.
- Fottuto mostro, vattene subito!! -
Kreacher scappò. Probabilmente andava dal quadro della madre di Sirius.
- Sono stata. sono stata io. Sono. sono. li ho uccisi. - ansimò Gray.
- Basta, Gray - Sirius le baciò i capelli. - Tu non hai fatto niente - .
