03. I sospetti di Hermione.

La cosa che più di tutte lasciò Harry senza parole fu il comportamento di Gray la mattina dopo: anche se era chiaro che stava fingendo, sembrava totalmente indifferente, come se quella notte non fosse successo nulla. Harry fece colazione molto prima di lei, e così non poté ascoltare i discorsi che scambiò con gli altri membri dell'Ordine. A tredici giorni dall'inizio della scuola, Harry aveva ancora meno voglia di tornarci.

Non riusciva a spiegarsi niente di ciò che era successo quella fatidica notte. Gli avevano detto che Gray aveva una strana malattia per la quale perdeva sempre un mucchio di sangue, ma nessuno o aveva informato del Marchio Nero. Fu da quella notte in poi che Harry - e non solo lui - iniziò a capire che non sapeva niente di Gray. Non sapeva da dove veniva, quanti anni aveva, perché non si faceva vedere spesso. Sapeva solo che era finita ad Azkaban per omicidio. Adesso che aveva scoperto la sua natura di Mangiamorte, non poteva fare a meno di temerla. Ma le parole di Kreacher erano state, in un certo senso, confortanti. Almeno per lui.

Se Voldemort puniva i traditori, significava che Gray aveva tradito Voldemort.

Dopo quel giorno scorse nelle espressioni di tutti i suoi amici una strana inquietudine.

Erano quelle le punizioni di Voldemort? Era quella la sofferenza che spettava a tutti coloro che si opponevano a lui? Voldemort gli aveva strappato i suoi genitori, ma finora Harry non aveva mai osato immaginare simili torture. Da come gli altri agivano e parlavano, sembrava che Gray avesse spesso problemi di quel genere.

Anche i suoi genitori avevano sofferto così? Oppure l'Avada Kedavra era più rapido, più indolore? Cosa sarebbe successo se Voldemort avesse messo le mani sull'arma di cui gli avevano parlato il giorno che era arrivato a Grimmauld Place? Sarebbe stata una catastrofe. Era spietato anche senz'arma. Harry scosse la testa. Gli restavano ancora così tante domande.

Di cosa si era accusata Gray quella notte? Forse aveva rivissuto l'omicidio per il quale era stata arrestata. forse parlava dei genitori di Harry. o dei suoi stessi genitori.

Harry interruppe le sue ipotesi, che stavano sconfinando nell'impossibile. Sapeva benissimo chi era il responsabile della morte di James e Lily Potter. E i genitori di Gray potevano essere ancora vivi. Decise che, a qualsiasi costo, prima che fosse iniziata la scuola avrebbe chiesto spiegazioni riguardo a Gray.

Nonostante i suggerimenti da parte degli altri, Gray decise che sarebbe andata ad Hogwarts il primo giorno di scuola, prendendo lo stesso treno degli altri. Nessuno sembrava stupirsi della decisione e così non ci furono insistenze.

Era passato un giorno dalla notte dell'arrivo di Gray, e il sole stava già calando. Harry preferiva non pensare che, di ora in ora, si accorciava il tempo che lo separava di Hogwarts. Stava guardando dalla finestra alla quale il corvo aveva picchiettato col becco, e quando vide che una donna, alla finestra di fronte, guardava proprio dalla sua parte, si nascose immediatamente dietro le tende. Ma quando tornò ad osservare, la donna guardava ancora dalla sua parte, ma non vedeva che la casa dietro il Quartier Generale, o forse un muro bianco. Come aveva fatto Gray a trovare quell'edificio?

Si perse in ogni genere di pensiero, di fronte alla finestra. La signora Weasley gli passò accanto e, vedendolo così assorto, non provò neanche a chiedergli di andare a dormire. Dopotutto quella notte non c'erano discorsi da origliare. Harry non si accorse nemmeno del passaggio della signora Weasley, che d'altra parte camminava con passo felpato per evitare di sveglia la madre di Sirius che dormiva nel suo quadro. La notte prima, non aveva smesso di sbraitare nemmeno un secondo contro i traditori dell'Oscuro Signore, si era zittita soltanto dopo le tre del mattino, quando si era accorta che nessuno era interessato ad ascoltarla.

Harry sperava quasi di intravedere un gufo nella notte, magari la sua Edvige, e ricevere una qualsiasi lettera, purché non provenisse da Hogwarts. Aspettò paziente, come se la sua speranza fosse una certezza, ma dovette arrendersi dopo una quarantina di minuti. Alcune voci familiari lo scossero dall'apatia. Sirius e Gray stavano parlando nell'ingresso. Gli bastava sporgersi dalla ringhiera del pianerottolo sul quale si trovava. anche se l'idea di origliare non lo attirava per niente, dovette ammettere che voleva solo trovare qualcosa da fare che non fosse andare a dormire.

, sentì dire a Sirius.

commentò Gray asciutta.





Harry non riusciva a seguire il discorso. Immaginò che Gray stesse parlando delle circostanze che l'avevano fatta rinchiudere ad Azkaban.









Harry decise di sporgersi ancora un po' per sentire meglio, stando bene attento che le assi non scricchiolassero. Qualche rumore lo produsse, ed era certo che i due se ne fossero accorti, pur non volendo farci caso.



sussurrò Gray posandogli l'indice sulle labbra.

Per un attimo piombò la quiete, come se l'intera casa, con tutti i suoi naturali rumori da vecchio edificio logoro, si fosse ammutolita. Harry rabbrividì. L'unica fonte di luce erano le due bacchette magiche di Sirius e Gray, poggiate su un mobile, che emettevano una pallida luce dalla loro punta.







rispose semplicemente Gray. La sua voce era tranquilla e dolce. Non somigliava per niente a quella di Sirius. Era come se non si potesse mai scomporre, come se ne avesse viste sempre di ben peggiori. Harry aveva visto l'effetto che Azkaban faceva sui prigionieri. Aveva visto che aspetto tremendo aveva Sirius quando lo aveva incontrato nella Stamberga Strillante.

E alcuni diventavano perfino Dissennatori.

Gray era pallida, e aveva il viso malato: nonostante questo, però, era così bella.

aggiunse Sirius con fermezza, come se avesse capito che Gray non era molto convinta.

Gray annuì con un'improvvisa scossa della testa. Harry non riusciva a vedere l'espressione di nessuno di loro, perché le bacchette non illuminavano abbastanza. Era terribilmente tentato di sgattaiolare in camera sua, prendere il Mantello dell'Invisibilità di suo padre, e scrutare la situazione da vicino. Ma era come inchiodato al pianerottolo. Non voleva perdersi neanche una frase. Era la sua occasione per capire il passato di Gray senza dover fare spiacevoli domande. Ad ogni frase si sentiva sempre più spregevole. I due parlavano a voce sempre più bassa: lo facevano apposta? Che si fossero accorti della presenza di uno spione sul pianerottolo?

Harry non avrebbe mai voluto rompere quella privacy: rispettava Sirius, e Gray gli faceva paura. Anche se non lo avessero scoperto, forse si sarebbe sentito in colpa.



disse Gray sorridendogli

Strinse il ciondolo a forma di cuore alato che portava legato al collo. Harry intravide che le tremava la mano da quando la presa sull'oggetto era forte.

mormorò con la voce rotta

Sirius strinse la mano che Gray chiudeva intorno al ciondolo.

Harry sobbalzò. Non si aspettava che parlassero si suo padre. Gray aveva alzato la voce così inaspettatamente che fece quasi paura. Nei due giorni in cui l'aveva vista - perché dire "conosciuta" gli sembrava una parola grossa - non l'aveva mai sentita scomporsi dal suo tono pacato, a parte quando il Marchio era riemerso.

Sirius sembrava anche lui ammutolito, come se, per la prima volta, non sapesse proprio cosa dire. Le frasi che Gray aveva appena pronunciato erano verità incontestabili.

concluse Gray dopo un interminabile silenzio. Fissava il pavimento. All'improvviso, Sirius le sollevò il viso in modo da guardarla negli occhi, tenendole il mento con le dita.



Sirius spinse lentamente Sara contro l'angolo dell'ingresso, baciandola sul collo, e fu allora che Harry decise di non sbirciare più.

Era il giorno della partenza per il Binario 9 e ¾, e nessuno si era mai sentito maldisposto come Harry. Non solo tutti si erano rifiutati di parlargli di Gray, ma aveva scoperto che una persona del Ministero avrebbe lavorato ad Hogwarts. Il lato positivo della faccenda era che, se non altro, visto che Gray doveva assistere la Umbridge, avrebbe avuto tutto il tempo per chiederle qualcosa sulla sua vita.

Come previsto, Harry fu obbligato a recarsi alla stazione con la maggior parte dei membri dell'Ordine al seguito. Sirius era decisamente giù di morale e Harry sentiva un irrefrenabile rimorso per questo, nonostante non fosse colpa sua. Dopo le innumerevoli raccomandazioni della signora Weasley, il gruppo era pronto a partire, ed erano già in punto di uscire quando un grosso cane nero venne loro incontro.

Protestò Molly ma, ancora una volta, nessuno la ascoltò.

Harry non osò dirlo, ma il fatto che anche Sirius lo accompagnasse bastava a fargli tornare la voglia di recarsi ad Hogwarts.

Il viaggio in treno era parso ancora più lungo del solito.

Ron e Hermione avevano passato i tre quarti di esso nel vagone dei Prefetti, e poi a controllare che tutto fosse in ordine. Malfoy fece arrabbiare Harry ancor prima che iniziasse l'anno, non solo annunciando che era diventato Prefetto anche lui, come previsto, ma le sue battute sui segugi non erano proprio un bel modo di iniziare la giornata.

Ogni pochi minuti, oltretutto, Malfoy ricompariva nel suo scompartimento con Tiger e Goyle, cercando una qualche scusa per poterlo far sentire ridicolo.

Harry era finito in scompartimento con Neville, Ginny, e Luna "Lunatica" Lovegood. Quest'ultima era una persona decisamente strana: i suoi discorsi non tradivano l'espressione trasognata e leggeva il Cavillo alla rovescia. Quando Hermione seppe che suo padre dirigeva quella rivista, negli occhi le si leggeva quasi lo stesso ribrezzo che Malfoy provava per i Mezzosangue.

Anche il suo primo incontro di quell'anno con Cho Chang si era rivelato fallimentare, a causa della spruzzata di liquido puzzolente della specie di cactus di Neville. Se era sembrato ridicolo fin dal primo momento, figurarsi cosa sarebbe successo durante l'anno. Dopo tutte quelle prospettive Harry si chiese che cosa gli era preso a salire su quel dannato treno. Quando arrivarono ad Hogwarts, anziché sospirare di sollievo, si sentì ancora peggio.

Gray era sparita quando erano entrati sul treno, ed Hermione suppose che fosse andata a cercarsi un luogo dove potesse stare sola. Non appena il treno si fermò, Harry intravide Gray tra la folla, prima che sparisse di nuovo.

*

La prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure era stata un incubo. Tutti ebbero da lamentarsi riguardo alla Umbridge, anche se la maggior parte degli studenti consideravano Gray come una dea scesa dal cielo per salvarli dal flagello: probabilmente la Umbridge le aveva fatto passare dei guai non appena Gray le era ricomparsa davanti, e per questo motivo la ragazza amava la Umbridge come la amavano gli studenti. Cioè la odiava a morte.

Le intenzioni del Ministero della Magia furono immediatamente chiare. Non ci voleva molto ad immaginarsele, del resto. Era facile screditare Silente, e di conseguenza anche Harry, perché entrambi sostenevano da un anno che l'Oscuro Signore era risorto.

Harry rimpianse quasi Rita Skeeter. Al confronto della Umbridge, era soltanto una fastidiosa cavalletta. La Gazzetta del Profeta aveva passato l'estate, come del resto anche l'inverno scorso, a riempire il cervello della gente di fandonie sul conto di Harry. E minacciava di essere un altro anno praticamente identico, con l'unica complicazione che c'erano i G.U.F.O.

Già, i G.U.F.O. ... Come avrebbero potuto sostenerli con gli insegnamenti di quella donna?

Harry rimpiangeva incredibilmente le lezioni di Lupin, due anni prima, e non era il solo. Malfoy, invece, gongolava soddisfatto. Era nella miglior posizione con la Umbridge. Gray naturalmente, quando era da sola, non perdeva occasione per sfogare su Draco tutte le ire causategli dal padre di quest'ultimo. Ma non passava momento che ciò non venisse riferito alla Umbridge. Gray non sembrava minimamente preoccupata per quello che le avrebbero detto al Ministero. E questo era un vantaggio per gli studenti, naturalmente. Il più clamoroso brutto scherzo che Gray fece a Dolores fu scriverle sulla grossa borsa, con la bacchetta, "Umbitch" al posto di "Umbridge". Da quel momento Fred e George la venerarono come una santa, ma la professoressa non fu felice quanto lei.

Harry comunque era sollevato al pensiero che Gray fosse obbligata ad accompagnare sempre la Umbridge alle lezioni. Naturalmente era lei che doveva fare la maggior parte del lavoro, ma tutti constatarono con piacere che la professoressa nutriva un certo timore per Gray: forse temeva una qualche Maledizione, adesso che la ragazza era relativamente in buona salute. Non durò a lungo. A tre settimane dall'inizio della scuola, Gray ebbe uno svenimento durante una cena. I Serpeverde gridarono allo scandalo, accusandola di non essere in grado di sostenere il suo compito: ed in effetti restò in infermeria per quindici giorni, che resero ogni lezione ancora più infernale.

disse una volta Hermione in Sala Comune.

sbuffò Ron



disse Harry

aggiunse Ron

replicò Hermione,

Hermione alzò la testa di scatto, e parve profondamente scandalizzata.

spiegò Ron

Hermione si drizzò in piedi, chiudendo il libro che stava leggendo. Ron e Harry si guardarono intorno atterriti, controllando che nessuno li avesse sentiti

Vedendo che due o tre persone si erano girate, e avevano gli sguardi decisamente allarmati, Harry e Ron arrossirono immediatamente, sentendosi in imbarazzo per la situazione. Hermione invece non fece una piega.

balbettò Ron.

aggiunse Harry.

Hermione in un istante fece un fascio di tutti i suoi libri e rotoli di pergamena e camminò spedita verso il dormitorio delle ragazze.

E sparì dietro la scala a chiocciola. Le ragazze ridacchiarono e i ragazzi alzarono le spalle, per poi tornare alle loro occupazioni come se niente fosse successo.

Harry si sentì un po' in colpa ma Ron sembrava impassibile.

disse Ron

rispose Harry, neutro.

borbottò Ron affondando nella sedia, al caldo del caminetto acceso Harry roteò gli occhi. Sentire che anche Ron poneva le opinioni di Silente come bilancia per il giusto e lo sbagliato lo nauseava, mentre un tempo sarebbe stato pienamente d'accordo.

mugugnò Harry, ormai convinto della gelosia di Hermione

L'indomani Hermione non rivolse loro la parola. Harry diventava sempre più nervoso, e quanto a Ron, non era cambiato per niente. Sembrava che la faccenda non lo toccasse neanche un po', ma forse, segretamente anche lui se ne rendeva conto: un altro Mangiamorte a scuola. E nessuno garantiva che fosse passata dalla loro parte. Gray non sembrava mai felice di vedere Silente, Piton non era felice di vedere lei, e la Umbridge era più nervosa ed irritabile che mai.

Harry temeva che un giorno potessero manifestarsi gli stessi terribili sintomi di quella notte a Grimmauld Place. E se fosse successo in pubblico? Harry sapeva come ci si sentiva ad esser dichiarati pazzi. E la malattia di Gray poteva far pensare veramente che anche lei lo fosse. Quando Gray fu di nuovo presente a lezione, tutti i dubbi si dissiparono. Era l'unica cosa che rendeva la Umbridge sopportabile. Ma le punizioni erano sempre più frequenti. Malfoy aveva la garanzia di non ricevere mai né punizioni né taglio di punti per Serpeverde: evidentemente la Umbridge temeva suo padre almeno quanto temeva Gray.

Gray non amava molto i Serpeverde e amava togliere loro punti: ma faceva lo stesso con Grifondoro, e con immenso piacere. Sembrava che non avesse una parte dalla quale stare, era semplicemente spietata con tutti.

Una mattina, Harry e Ron trovarono Hermione intenta a leggere molto avidamente un annuncio in Bacheca. Si avvicinarono senza farsi notare: non volevano che Hermione avesse il sospetto che cercavano di fare pace.

Per ordine del Ministero della Magia
l'Assistente della rispettabile Professoressa di Difesa Contro le Arti
Oscure
non ha alcun diritto di togliere punti o assegnare punizioni alle Case
designate dalla

Professoressa Dolores Jane Umbridge.
Le case designate sono.:

Seguiva un elenco delle Case alle quali Gray non poteva togliere punti, e c'era un solo nome: Serpeverde.

sbottò Ron, facendo sobbalzare Harry ed Hermione.

disse Hermione in tono vago.

Harry roteò gli occhi. Al terzo anno, Hermione aveva assunto spesso quel comportamento di irritante superiorità, come di qualcuno che sa molte cose ma non ha intenzione di spargere informazioni alla plebe.

latrò Ron.











aggiunse, voltandosi verso il ragazzo. Hermione alzò un sopracciglio e sorrise beffarda. Harry si sentì avvampato di fiamme. gridò

strillò Hermione, che sembrava impazzita.

e anche Ron cominciò a gridare. Si separarono, camminando rapidamente, tutti e tre, in direzioni opposte. Pix, sulle travi del soffitto, rideva come un pazzo.

Non smise di ridere fin quando Gray emerse dal suo studio con occhi assonnati e i capelli spettinati. Aveva il tono seccato di chi è stato costretto a svegliarsi in un giorno festivo. , tossì.

Pix la guardò per un attimo, ma non si zittì, anzi rise ancora più forte. Si stava rotolando sulla sua trave, evidentemente gongolante per il litigio appena avvenuto, che aveva finalmente separato gli inseparabili. Gray sembrava dover esplodere da un momento all'altro.

Pix intonò canzoncine di scherno. Era effettivamente un fantasma, un corpo non tangibile, e Gray non poteva certo ucciderlo di nuovo. Improvvisamente, però, qualcosa emerse dal muro e sembrò distoglierlo dalle sue risate. Gray sospirò esasperata quando Nick-Quasi-Senza-Testa emerse dalla parete.

Sir Nicholas lanciò una strana occhiata a Gray.



abbaiò Pix, ormai in lacrime dalle risate

Sir Nicholas allora si alzò in volo fino a Pix, e Gray lo osservò mentre gli sussurrava qualcosa all'orecchio. Dopo ciò che gli era stato riferito, il Poltergeist fece subito retromarcia, si zittì, e porse le sue scuse a Gray con tanto dispiacere che lei quasi si commosse.

Senza nemmeno ringraziare Nick, Gray tornò nel suo studio e si sbattè la porta alle spalle.