10. Il filtro anti-vampiro.

Adesso dalla falsa finestra provenivano gli schianti dei fulmini che abbagliavano la stanza tanto da far male agli occhi. Gray sputò ancora un po' di sangue a terra. Ormai il Bacio dei Dissennatori si era estinto con tutti i suoi effetti collaterali, perché al suo posto c'era un dolore sconfinato che Gray non sarebbe mai riuscita a descrivere, in seguito. Non riusciva a credere che fossero così sadici: l'avevano relativamente curata, tanto da non lasciarla morire troppo in fretta, e l'avevano di nuovo sbattuta lì dentro. Le avevano dato qualcosa di strano da bere, che le aveva completamente fatto passare la fame, ma che le aveva quasi tolto la vista. Lentamente la stava recuperando, ma vedeva tutto eccessivamente scuro - o eccessivamente luminoso.

Doveva farsi venire in mente qualcosa.

Voldemort non si sarebbe accontentato di ucciderla, voleva torturarla fin quando non avrebbe ottenuto la risposta che voleva sentire, insieme al giuramento che non l'avrebbe mai tradito. E Gray non aveva in mente quell'ipotesi.

Non sapeva come avrebbe fatto a scappare prima che venissero di nuovo a prelevarla per torturarla ancora. Era successo altre cinque o sei volte, e non sapeva da quanti giorni era lì dentro. Il braccio non faceva più male ma era ancora rotto, e a causa della caviglia era costretta a zoppicare come un'invalida. Era piena di ferite, e non sopportava più tutto quel sangue che marciva sulla pelle.

Avrebbe voluto addormentarsi e basta, solo dormire, e magari dormire per sempre. ma c'erano ancora tante cose che voleva fare.

Inoltre, aveva scoperto che Voldemort beveva il suo sangue, quasi come se non fosse ancora risorto del tutto.

Sembrava che qualcosa nella sua mente fosse doloroso, lo sfinisse. come se pensasse con due cervelli contemporaneamente.

E Gray sapeva come mai.

Harry era il suo secondo io, era quello che poteva entrargli nella mente. Gray non aveva intenzione di fargli un favore, visto che in tutti quegli anni lei non aveva fatto altro che soffrire a causa sua. Doveva decisamente farsi venire in mente un qualche piano geniale.

- Che diavolo è successo, Bellatrix? -

- E' stata. quella. è stata quella sgualdrina. uno Schiantesimo. è scappata. -

Bellatrix, o almeno una persona che era identica a lei in tutto e per tutto, si trascinava per il corridoio illuminato debolmente dalle torce.

Era ferita, terribilmente ferita, zoppicava e aveva il braccio rotto. Parlava con voce affannosa, e sembrava che sputasse sangue ad ogni parola.

- Ci si può Smaterializzare qui?, - chiese d'un tratto Bellatrix, molto velocemente.

- Perché? -

- Ti ho chiesto se ci si può Smaterializzare. - minacciò la donna.

- S. sì, si può, ma. -

- Grazie dell'informazione, - rantolò Bellatrix.

Il Mangiamorte che parlava con lei sembrava incerto. Non capiva da dove provenisse una domanda così inaspettata.

- Ma perché vuoi saperlo? -

- Per tagliare la corda. -

Bellatrix fece l'occhiolino, ma aveva cambiato la voce, di sicuro in modo intenzionale.

La falsa Bellatrix prese di nuovo la forma di Gray, lentamente, e poi, con un sonoro CRACK!, sparì dalla vista del Mangiamorte, prima che questo potesse anche solo alzare la bacchetta. Gray aveva in mente un solo posto dove - forse - sarebbero stati felici di vederla. In effetti conosceva soltanto Hogwarts, il Ministero della Magia, e il quartier generale a Grimmauld Place.

*

Evidentemente i membri dell'Ordine stavano parlando molto animatamente di qualcosa, perché, quando Gray apparve nella stanza accanto, non la sentirono fino a quando non risuonò il tonfo sordo di lei che si accasciava sul pavimento. Quando l'aveva vista, Molly era vicina allo sfinimento, nel constatare quanto la sua pelle fosse sfigurata dalla tortura.

Fortunatamente si trattava solo di tagli e, dopo una pozione curativa e un bagno, tutto ciò che rimase del sangue secco e delle orrende ferite furono dei tagli sottili sulla pelle, come semplici graffietti; a parte il fatto che il Marchio Nero sembrava risalire da sotto la pelle, e lo faceva così velocemente che la maggior parte dei presenti ne rimasero un po' atterriti.

- Forse ti resterà qualche cicatrice, - aveva detto il signor Weasley.

Gray scrollò le spalle, sapendo che quello non era che l'ultimo dei suoi problemi.

Il braccio rotto, la caviglia e tutte le altre ossa rotte o distorte vennero facilmente curate, anche se la pozione era un po' dolorosa e alquanto disgustosa da bere. Tuttavia, Gray girava ancora con il braccio penzolante da un fazzoletto legato al collo e zoppicava. Se non ci fosse stato Sirius ad aiutarla, avrebbe avuto non pochi problemi nel salire e scendere le scale.

Portava degli occhiali da sole, perché lo strano liquido che le avevano fatto bere all'Ufficio Misteri faceva sì che la luce del sole le desse veramente troppo fastidio.

- Parlando d'altro, - disse Moody - Non è stata una grande idea quella di svignarsela. Adesso sei anche tu ricercata con le peggiori accuse possibili. -

- Non me la sono affatto svignata! - protestò Gray - Ero nell'ufficio di Silente, stavano parlando di sbattermi ad Azkaban e un sacco di altre schifezze, poi non ricordo cos'è successo, ma mi sono ritrovata in una stanza dell'Ufficio Misteri, - rispose senza nemmeno prendere fiato. Era troppo ansiosa di precisare che, per una volta, lei non c'entrava niente.

Le sue parole sembrarono far ammutolire tutti i presenti.

Forse, mentre lei è assente, si erano fatti una serie di ipotesi riguardo a quello che era successo, e sentire la sua dichiarazione le aveva sconvolte tutte quante. Gray non osava immaginarsi cosa fosse successo in sua assenza, anche perché non sapeva neanche quanti giorni fosse rimasta là sotto. Fu la prima cosa che chiese, quel giorno, e la risposta fu - ventidue giorni -.

Gray si sentì mancare e si gettò sulla prima sedia che le capitò a tiro.

- Che è successo a Hogwarts? - chiese Gray.

- Hanno ficcato la Umbridge al posto di Silente, - commentò acidamente Sirius, - E lui sta ancora ad Hogwarts, come ha fatto la professoressa di Divinazione, ma non ha nessun potere. Comunque, in questo modo, ha anche più tempo per venire qui ha informarci di quello che succede.

- Harry e gli altri stanno piuttosto bene -, proseguì - ma il gruppo che hanno formato per Difesa Contro le Arti Oscure è stato scoperto e abolito grazie a quella piattola di Malfoy, e non li hanno buttati fuori solo perché non era ancora uscito l'Editto Scolastico Numero 24. -

- Un altro? -

- Prevede che ogni gruppo sia abolito e che chiunque ne faccia parte senza il suo permesso sia espulso, - spiegò Lupin con voce ancora più acida, passandole un foglio sul quale stava scritto l'Editto Scolastico numero 24.

Gray, per evitare di mangiarsi il pezzo di carta, alzò gli occhi al soffitto sospirando diverse volte. La Umbridge non le era mai andata a genio, ma da quando sosteneva Caramell per buttarla di nuovo ad Azkaban le era ancora meno simpatica. E poi non faceva che sfornare Editti Scolastici; visto che ormai era latitante, Gray considerò l'ipotesi di tornare per un secondo a Hogwarts e assestarle un bel calcio nell'enorme faccione da rospo.

Gray e gli altri parlarono ancora un po' di quello che era successo a Hogwarts e nell'Ordine durante tutti quei ventidue giorni, ma dal tono sbrigativo con il quale la ragazza si sentiva rispondere, capì che tutti volevano parlare di quello che era successo a lei.

- E tu? Che hai combinato? - chiese Tonks sforzandosi di risollevare qualcuno.

- Guarda che non ero in vacanza, - ribatté Gray con un sorriso molto tirato, - Bhe, io non ho fatto niente. Mi hanno tenuta là dentro per tutto il tempo e basta. -

Ancora silenzio.

- Quando sei tornata eri in uno stato tremendo, - disse Sirius, - Che diavolo ti hanno fatto? -

- La Cruciatus, - rispose Gray.

- Per quanti giorni? -

- Sette. -

A quel punto il silenzio calato divenne come una spugna che assorbiva qualsiasi tentativo di parlare. Il fatto che la Maledizione Cruciatus, a uso così ripetuto, non le avesse fatto perdere la ragione o qualcosa del genere, aveva a dir poco dell'incredibile, ma la cosa più strana era che Gray fosse sopravvissuta. Certo, aveva il gomito spezzato, la caviglia fratturata e molte ossa distorte o deformate, soprattutto le costole.

Era stato un puro miracolo che non le avessero forato i polmoni.

- Avrebbero potuto fare di peggio, - disse Gray - Ma Voldemort mi faceva la stessa domanda ogni volta, e non voleva sicuramente uccidermi finché non gli avessi detto di sì. -

- Quale domanda? - disse Moody.

- Le solite cose. Dovevo unirmi a lui e obbedirgli per sempre. -

- E tu che cosa gli hai risposto? -

- Gli ho detto di no. Sempre. Ma non gli è piaciuta come risposta. - Gray notò che gli altri, dal primo all'ultimo, avevano espressioni terrificate o preoccupate, o comunque ansiose. Non che ci fosse da stupirsene, ma le era rimasto addosso gran parte del vuoto che aveva accumulato durante quella prigionia e quelle torture, quando non le importava più di niente, così che aveva perso il concetto di gravità delle situazioni.

- E' chiaro, - concluse Moody, - Voldemort ti ha fatto apparire nell'Ufficio Misteri come ha fatto con Amelia Bones. Abbiamo chiesto a Kingsley, che era presente fra gli Auror che Caramell si era portato dietro: i Dissennatori ti hanno dato quel loro Bacio terribile, e poi tu sei caduta a terra dicendo cose strane. Poi sei scomparsa e al tuo posto era rimasto il Marchio Nero scavato sul pavimento.

- A Harry abbiamo fatto la stessa domanda, e ci ha risposto che il corpo di Bones è scomparso lasciando una macchia di sangue perfettamente identica al Marchio Nero. Quando è apparso anche nel cielo, poi, tutte le colpe sono ricadute stupidamente sui ragazzi, che erano arrivati in ritardo trascinando il corpo di Harry svenuto. Tutti hanno creduto che fosse morto ma, appurato che era vivo, li hanno fatti tornare nei loro dormitori. Poi la Umbridge è stata informata che Amelia Bones era morta: il cadavere era nel suo ufficio, e sulla pelle c'era inciso il tuo nome. Così, era chiaro chi era il colpevole. -

- Ho ucciso Amelia Bones, anche se non sapevo che era lei, - ribatté Gray con foga, - Ma non ho mai scritto il mio nome sulla sua pelle! -

- Lo sappiamo. - disse Lupin. - E' stato Voldemort a portarcela, perché a quanto pare è in grado di condurre i Mangiamorte ovunque lui voglia. Comunque, quella notte c'erano diversi testimoni. Ma a scuola nessuno ci ha creduto, quando hanno cercato di difenderti. -

- .Difendermi? -, ripeté Gray, incerta.

- Soprattutto Hermione, - sorrise Sirius. - Si sentiva veramente in colpa, avresti dovuto vederla. Secondo lei era tutta colpa sua, che non era stata in grado di cavarsela da sola, eccetera. Sembrava stranamente ricreduta dopo che le hai salvato la vita. -

- Comunque io non avrei lanciato il Marchio Nero per aria così imprudentemente. Non lamentarti se sono andati subito tutti da te a scaricare le colpe. - ringhiò Moody, e Sirius lo guardò torvo. Stava per dire qualcosa, quando Gray lo interruppe prima ancora che potesse aprire bocca.

- Bhe, di chi erano, le colpe? Amelia Bones l'ho davvero uccisa io, no? -

- Ma il Marchio Nero era necessario? -

- Non avrebbe cambiato nulla, lo sai. Ormai era fatta. e poi. dobbiamo farlo. -

- Tu e chi? -, incitò Moody, riferendosi a quel "dobbiamo".

- Io. e gli altri. tutti devono sapere che è stato in nome dell'Oscuro Signore. tutti. tutti devono tremare al solo pensiero! Io non tradirò Voldemort! - Gray continuò a fissare i presenti, uno dopo l'altro, con aria convinta e furiosa. Ed eccola, eccola, era tornata. era l'irresistibile voglia di uccidere.

Ma dopo pochi secondi Gray si afflosciò di nuovo sullo schienale della sedia, arrossendo un po'. Si era resa conto che stava delirando.

Per fortuna che esisteva la signora Weasley, la quale fu molto svelta a recuperare la situazione offrendo a Gray qualcosa da mangiare: aveva letto negli occhi di tutti una certa diffidenza. Non era certo che Gray fosse stata "solo" torturata.

E se Voldemort fosse riuscito a portarla, almeno parzialmente, dalla sua parte?

La pausa-biscotto non durò molto, sfortunatamente.

- Emh. Sì. bene, io credo che Gray dovrebbe dormire prima di raccontarci qualcos'altro. - disse il signor Weasley, ma non riuscì a convincere nessuno, a parte sua moglie e Gray, che sarebbe stata decisamente felice di ficcarsi a letto e non toccare l'argomento più a lungo possibile.

- Gray, lo so che è dura, - iniziò Sirius, in tono incoraggiante. Gray gli sorrise molto debolmente, - Ma devi raccontarci tutto quello che è successo laggiù. Non importa che tu ci dica tutto oggi. Ma dobbiamo sapere che cosa ha intenzione Voldemort, o potrebbe farlo di nuovo. -

Gray non sarebbe mai stata convinta che la situazione fosse recuperabile, se fosse stato qualcun altro a dirglielo. Emise un lungo, lunghissimo sospiro, e si preparò a parlare.

C'era un buco nero dal momento in cui era nell'ufficio di Silente a quello in cui si era trovata in quella stanza totalmente fatta di ferro. E anche da allora, ricordava solo l'essenziale. Era doloroso parlarne ancora, era come se per ogni frase una ferita si aprisse di nuovo. Il racconto fu duro e lungo, anche da ascoltare, ma Gray giunse alla conclusione senza un tremito nella voce, imperturbabile, con uno sforzo stoico di mantenere la calma.

- Bhe, Voldemort è stato astuto, - disse Lupin.

- A me era sembrato solo sadico. -

- Secondo me era tutto collegato. Ha spedito a Hogwarts due Mangiamorte ai quali in fondo Gray avrebbe potuto tenere testa. Amelia Bones era sicuramente la più scarsa, a meno che non si sia fatta scoprire di proposito. Ma ne dubito. Per evitare che tu leggessi le loro menti, Voldemort avrà soltanto dato loro l'ordine di portargli Harry senza fare domande. Se il piano fosse fallito, Voldemort avrebbe ottenuto Harry, qualsiasi cosa volesse fare, ma visto che il piano è riuscito. bhe, è successo quello che è successo. -

- Ho capito, - disse Gray - Quando Bones è morta l'ha fatta apparire al Ministero con la prova evidente che ero stata io! I Dissennatori mi avrebbero indebolito abbastanza perché lui potesse convincermi a fare quello che voleva senza sforzarsi troppo, e nel frattempo aveva buona possibilità che Silente perdesse la sua autorità a scuola, e quindi anche quelle poche persone che ancora gli credevano. -

Lupin annuì.

Era l'ipotesi più plausibile, anzi, sembrava assolutamente certo che fosse andata così.

Sembrò che tutti, nella stanza, pensassero simultaneamente alla stessa cosa: se Voldemort aveva così tanto bisogno che Gray stesse dalla sua parte, niente gli impediva di trasportarla di nuovo nell'Ufficio Misteri. Ma avrebbe potuto farlo già da molto tempo. Forse voleva aspettare un momento in cui tutti abbassavano la guardia, ma doveva sapere che, ora che erano al corrente di tutto, se Gray fosse sparita sarebbero andati tutti a cercarla. Era molto più probabile che Voldemort potesse eseguire quel trucchetto soltanto con chi era debole - o morto.

- Devo dire che a volte sei un genio, - disse Gray con aria allegra.

- Grazie, - rispose Lupin, sorridendo.

- Bhe, adesso basta! - sbottò Molly Weasley.

- Non ha tutti i torti, - la appoggiò Tonks - Forse è meglio se andiamo a letto, ormai è notte fonda e siamo tutti stanchi. -

Lo sguardo di Gray era un libro aperto: non vedeva l'ora di andare a letto, anche se sapeva che non sarebbe riuscita a dormire. Si accontentava di stare sdraiata sulla prima superficie morbida che toccava da più di venti giorni.

I primi raggi dell'alba ormai si erano estinti: un livido sole invernale, altissimo e piccolo nel cielo, faceva risplendere la neve di un bianco accecante per tutta Grimmauld Place.

La stanza dove Gray dormiva con Sirius, invece, era totalmente immersa nell'oscurità, perché le pesanti tende erano tirate e impedivano ai raggi solari di passare, a parte per una minuscola striscia. Gray era sveglia; rannicchiata contro Sirius, che dormiva come un sasso, preferiva dare il più possibile le spalle alla finestra. Nonostante fosse ancora immersa nell'assopimento, era abbastanza sveglia per sentire dei passi leggeri che, passando accanto al letto, facevano scricchiolare appena le travi del pavimento. Aprì gli occhi con uno sforzo indicibile, in tempo per rendersi conto che Kreacher puntava dritto alle tende.

Sembrava avere intenzione di aprirle.

- No. aspetta. - mugugnò, insonnolita, ma evidentemente Kreacher non le aveva nemmeno prestato attenzione.

- Kreacher deve aprire le tende, - disse con voce monotona, come di una scusa che si era preparato da chissà quanto tempo - Il padrone dice che la casa è buia. Kreacher apre le tende. - e poi aggiunse, convinto che nessuno lo sentisse - .ah, la mia povera padrona, se sapesse, se sapesse, cosa direbbe, la casa, la sua bellissima casa, infestata di mostri di ogni tipo, ah, come piangerebbe, la mia povera padrona. -

E intanto stava per aprire le tende.

- Lasciale così, Kreachie, per favore. - implorò Gray sforzandosi di essere gentile, ma intanto, come l'elfo domestico, anche lei corredava tutto questo da insulti tremendi di ogni tipo, in direzione di Kreacher. - Quell'ammasso di unghie marcite. -

- Kreacher apre le tende. Kreacher vive per servire il padrone e i suoi ospiti. -

- No, Kreacher (stupido mostro), aspetta, per favore, aspetta che mi alz. Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaargh! -

Troppo tardi: un'abbagliante falciata di luce aveva invaso la stanza, e Gray continuava a urlare. A lei si unì la signora Black, che sparò a tutta velocità una collezione di insulti da far rabbrividire chiunque. Ormai Sirius era completamente sveglio.

Gray si seppellì sotto le coperte, cercando di non guardare la luce.

- Kreacher! Chiudi quella finestra! -

- Kreacher non può chiudere la finestra, padrone, la finestra è già chiusa. -

- Hai capito cosa intendevo! Rimetti - le - tende - come - erano! -

Kreacher, biascicando ingiurie e imprecazioni a non finire, si avviò a chiudere la tenda, e poi uscì a tutta velocità dalla stanza. Una volta che fu tornata l'oscurità, Molly si era già fiondata nella stanza per vedere cosa stava succedendo.

- Mio Dio, cosa sono queste urla? -

- Kreacher, - rispose Sirius sprezzante, e poi diede un colpetto alla spalla di Gray, ancora appallottolata sotto le coperte - Puoi riemergere, adesso -

Gray, lentamente, come se avesse voluto assicurarsi che tutta la stanza era veramente buia, si sedette sul letto. Aveva uno sfregio sulla pelle del viso, dove la luce l'aveva colpita.

- Bhe. venite giù. - disse la signora Weasley, esitante - C'è il professor Piton. -

- Deciditi - disse Sirius - Veniamo giù o c'è Piton? -

- Non fare lo sciocco, - si stizzì la signora Weasley - Ha un messaggio per Gray da parte di Silente. -

- Mh-m. - annuì Gray, prima di tirarsi su molto di malavoglia.

Gray notò che la casa era completamente affogata nella penombra. Tutte le tende erano tirate e, dove esse lasciavano spazio a qualche spiraglio, c'erano stati messi fogli di pergamena, o quant'altro potesse coprire. Un vecchio mantello del padre di Sirius era stato usato allo scopo, per tappare un buco nelle tende piuttosto grande, ma Kreacher era riuscito a trafugarlo e nasconderlo nella sua tana. Non c'era un solo membro dell'Ordine in giro, a parte loro, e Piton che li aspettava al piano più basso.

Gray si chiese come mai un simile mortorio, ma in fondo ne fu sollevata, perché non aveva nessuna voglia di farsi venire qualche altra lesione sulla pelle. Una volta scese le scale il vedere Piton sulla porta, con molta fretta di uscire, fu una buona notizia: significava che non aveva intenzione di trattenersi a lungo.

- 'Ngiorno, - disse Gray, ma il suo saluto era rivolto più che altro a Molly.

- Vedo che sei già avanti con le rughe, - disse Piton, acidamente.

- Ho detto "buongiorno", non "cazzate in ordine sparso". -

Piton sollevò la testa, come se volesse vederli bene entrambi. I suoi occhi erano fessure, più che sufficienti a lasciar fuggire un odio smisurato.

- Vedo che questa casa sta diventando un covo di latitanti, - disse, e poi gettò uno sguardo allo scrittoio tarlato e traballante, - oltre che di schifezze assortite. Come vanno le pulizie? - Sirius sembrava avere una voglia tremenda di appenderlo al soffitto legato per i piedi. Gray aveva più o meno gli stessi intenti, ma era talmente assonnata che non avrebbe messo in pratica la sua idea tanto facilmente.

- Vanno benissimo. - rispose Sirius - ma con tutto l'unto che hai nei capelli dovremo ricominciare da capo. -

Gray soffocò una risata, e la signora Weasley cominciò a guardare Sirius con aria bieca.

- Bene, - disse Gray, cercando di apparire seria, - Molly ha detto che Silente. -

- Non esporti per nessun motivo alla luce del sole. - disse Piton asciutto.

- È. è questo che voleva dirmi? -

- Sì. -

- Ma perché? -

- Potevo anche evitare di dirtelo, e mi sarei fatto un gran favore. ma Silente ha insistito perché tu lo sapessi. Non appena un raggio di luce solare toccherà la tua pelle questa comincerà a sfregiarsi, e poi si polverizzerà. -

Gray deglutì.

- E quanto ci vuole perché. mi polverizzi? -

- Abbastanza da rendersene conto. - rispose seccamente Piton.

- Che cavolo dici, Piton? Non è un mica vampiro! - sentenziò Sirius, e Piton lo guardò con uno sconfinato ribrezzo. La signora Weasley era tornata ai fornelli, e solo di tanto in tanto faceva ritorno nella stanza dove i tre stavano parlando. Gray fissava con aria preoccupata i piccolissimi spiragli di luce che trasparivano dalle fenditure delle tende e delle pergamene incollate sui vetri.

- Stamattina, quando quella creatura servile ha aperto le tende, Gray ha guardato la luce per qualche secondo, e questo è il ripugnante risultato. -

- Ti riempirei di botte, se la cosa non mi facesse schifo. - sibilò Gray.

Piton non le badò.

- Che ti hanno dato da bere all'Ufficio Misteri? -

- Una schifezza. - disse Gray - Mi ha quasi accecato, però era una specie di pozione curativa. Non ha funzionato tanto, comunque. -

- Ti ha accecato? Cioè, vedevi troppa luce? -

- Sì -

A quel punto, tutti tacquero.

Sembravano tutti e tre persi in strani ragionamenti, ma Piton era quello che rimuginava più di tutti. Intanto, Kreacher continuava a togliere tutti i cimeli dai Black dalle finestre, convinto che nessuno lo sentisse. Ovviamente non era così, ma erano fin troppo esasperati dall'elfo domestico per dargli ordini.

- Hanno senz'altro mescolato una debole pozione curativa ad una pozione Anti-Vampiro. Strano che tu non ci sia arrivata. Mi aspettavo qualcosa di più da "una delle migliori studentesse di Silente." - disse Piton.

Gray alzò gli occhi al soffitto.

- La pozione Anti-Vampiro, - disse, gelida - serve per rendere i Vampiri diurni, o i mezzi vampiri, sensibilissimi alla luce solare, visto che normalmente non lo sono. La usano i cacciatori di vampiri per stanarli. Quindi, non poteva trattarsi di una pozione del genere, perché non sono né un vampiro diurno né un mezzo vampiro. -

- Per tua informazione, - sibilò Piton, - ho svolto delle ricerche e non esiste nessun altra pozione che causi quei sintomi. E su un essere umano normale, la pozione Anti Vampiro è un veleno mortale. -

- Ah. -

Gray non fu capace di dire altro.

Cercò di ripensare con tutte le sue forze a quello che le aveva detto Voldemort quando l'aveva torturata la prima volta, ma le ci sarebbe voluto moltissimo tempo e soprattutto silenzio per potersi concentrare. I discorsi affioravano sconnessi nella sua mente, non avevano senso, a volte erano a mala pena percettibili. e quando le sembrava di ricordare, un qualsiasi insignificante rumore faceva scappare via tutto quello che era riuscita a ricordarsi. - Bhe, non è possibile. - concluse, seppure poco convinta. Piton alzò le sopracciglia.

- Bene, allora. Là dentro c'è ancora un Molliccio, non è vero? - chiese, fissando lo scrittoio, e la signora Weasley annuì con la testa tremolante. Piton non fece una piega e si preparò ad aprire il vano cavo dello scrittoio. Gray e Sirius avevano già la mano sulla bacchetta, non tanto per affrontare il Molliccio, quanto piuttosto perché non sapevano cosa avesse intenzione di fare Piton. - Scansati, Black. Voglio che lei affronti il Molliccio. - aggiunse, fissando Gray con aria di sfida, anche se evitava accuratamente i suoi occhi rossi.

Gray alzò le spalle, dubbiosa ma rassegnata, ed estrasse la bacchetta da uno dei suoi stivali. Non era affatto felice di affrontare le sue paure sotto gli occhi di Sirius, ma a dire la verità il fatto che Piton avesse quell'espressione la preoccupava ancora di più: sembrava quasi che si immaginasse la forma che avrebbe assunto il Molliccio dinanzi a lei. Non ebbe il tempo di leggergli la mente, comunque: Piton aprì lo scrittoio e si fece subito indietro.

La bacchetta pronta, tesa verso la creatura, si aspettava qualcosa come un Dissennatore, o il cadavere di qualcuno a cui voleva bene, o qualsiasi altra tragedia: invece no.

Il Molliccio aveva preso la forma del sole. Era ora una piccola sfera luminosissima, grande come una pallina da tennis. Era solo un'imitazione, così Gray non ne rimase infastidita. ma scoprì di esserne semplicemente terrorizzata.

Per qualche istante ne fu rapita: ma poi, ricordandosi che Piton evidentemente la stava fissando con aria di scherno, e che Sirius era poco dietro di lei, puntò la bacchetta contro il piccolo disco dorato, e gridò: - Riddikulus! -

Ci vollero due tentativi prima che il Molliccio fosse completamente sparito.

Gray era troppo scossa, aveva troppi pensieri, ipotesi, domande, supposizioni a vorticarle nella testa, e le tornò la voglia di andare a letto e dormire fino al giorno dopo. Alla fine, un secchio d'acqua apparve sotto il piccolo disco dorato, che vi piombò dentro con un buffo PLOP!, e si spense sfrigolando.

Sirius non aveva detto una parola, ma le poso la mano sulla spalla, stringendola sempre di più. La signora Weasley tornò in cucina, decisa a non uscire finché Piton non se ne fosse andato: sull'espressione di quest'ultimo era dipinta una strana, cupa soddisfazione.

- Nelle tue vene c'è sangue di vampiro, che ti piaccia o no. Il filtro si esaurirà fra poco più di una settimana. - concluse Piton con aria fredda, pronto ad andarsene - Ma visto che ora sei ricercata, non avrai problemi a sigillarti per tutto il tempo in questa topaia. -

- Aspetta un attimo! - Gray non riuscì a fermarlo: Piton se n'era già andato.

La signora Weasley evitava i commenti, Kreacher continuava a mettere in salvo preziosi cimeli della famiglia Black, e la madre di Sirius tornò a strepitare.

Suo figlio e Gray, invece, erano muti come tombe.

- Meglio che. che andiamo a tappare tua madre, - disse Gray per cambiare discorso. - Già. - rispose Sirius, che in realtà pensava a ben altro, - Andiamo. -

Silente li aveva informati di tutto quello che era successo, e che a sua volta gli era stato riferito dai membri dell'Ordine della Fenice. Il che era stato difficile a causa della circospezione con la quale la Umbridge pattugliava i corridoi.

Adesso Harry, Ron ed Hermione erano al corrente di cosa era accaduto in quei venti giorni o poco più, anche se si era trattato di un discorso molto nebuloso, dato che neanche Gray ricordava molto bene. Quello che non sapevano era che Gray aveva omesso dei particolari che aveva scoperto tirandosi fuori i ricordi dalla testa, dopo la visita di Piton a Grimmauld Place.

- Devo andare a Hogsmeade. - Molly Weasley stava dirigendo i piatti che si lavavano da soli, grazie alla bacchetta magica, ma dopo quell'affermazione le caddero quasi tutti. I tre avevano appena finito di mangiare, e di lì a poco sarebbero tornati anche gli altri membri dell'Ordine. Sirius guardo Gray con un'espressione decisamente perplessa.

- Sei impazzita? - strepitò la signora Weasley - Oh, certo che sei impazzita! Non c'è altra spiegazione! Ti stanno cercando, Gray, capisci? Sei latitante! Se ti trovano ti sbattono ad Azkaban! -

- Non c'è nessun Dissennatore a Hogsmeade, sono fuori controllo del Ministero. -

- Questo non è un buon motivo per scherzare col fuoco! -

Sirius sembrava di tutt'altro avviso. - Non ci vai da sola. -

- Quante storie. Non ho cinque anni! -

- Ti comporti come se li avessi! - intervenne Molly, esasperata.

- Andiamo, Molly. Dopo quello che ha sentito, dovrà. - Gray gli lanciò un'occhiata che parlava da sola, e Sirius ammutolì all'istante.

- Non capisco cosa ci sia da fare a Hogsmeade, - obiettò la signora Weasley, tentando di dissuaderla. In effetti non aveva la più pallida idea del motivo che spingeva Gray ad andare fin laggiù, a rischio di essere trovata.

- Sono cose personali, Molly, - rispose Gray, stranamente mite. Sembrava essersi improvvisamente addolcita, ma evidentemente era così, quando cercava di convincere qualcuno a darle retta.

- D'accordo, d'accordo, niente in contrario, Silente se la prenderà con voi, - concluse infine la signora Weasley - Ma come pensate di andarci? Il Nottetempo e qualsiasi altro mezzo pubblico è perfetto se volete essere arrestati. Non potete Materializzarvi perché anche Hogsmeade e protetta, dopo gli ultimi avvenimenti. Inoltre tu non puoi esporti alla luce solare, cara, o resterai carbonizzata. Cosa pensate di fare? -

Gray affondò in una serie convulsa di ragionamenti, dalla quale Sirius si sbrogliò molto prima di lei.

- Una Passaporta, - disse.

- Qui non ce ne sono, - ribatté, sollevata, la signora Weasley.

- Ma possiamo crearla. Dammi un oggetto qualsiasi, Molly, - sorrise Gray, evidentemente divertita dall'espressione della donna, alla quale stavano ribattendo colpo su colpo. La signora Weasley le passò una pentola, la prima cosa che le capitava a tiro. Gray sollevò la bacchetta, puntandola contro la stoviglia, e disse: - Portus. - La pentola si illuminò di azzurro e poi tornò come prima: era diventata una Passaporta.

- No, no, no! - gridò la signora Weasley - Non potete farlo, per favore, siate prudenti una volta tanto, se il Ministero lo scopre. oh, Cielo, non oso immaginarlo. volete caricarvi di accuse ragionevoli quando ne avete abbastanza di irragionevoli!? -

I due non la ascoltarono.

- Bhe, sarà meglio che vada a cambiarmi, - disse Gray, volando su per le scale.

In un attimo tornò giù con la sua lunghissima e attillata giacca di pelle, ma non si era limitata a gettarsela sulle spalle come al solito: l'unica parte di pelle visibile era il suo viso, a parte gli occhiali da sole dalle lenti marroncine. Aveva degli stivali di pelle di drago, dei guanti di stoffa, e un maglione rosso scuro a collo alto, talmente lungo che copriva benissimo i pantaloni a vita bassa, dai quali ciondolavano numerose catene. La bacchetta magica era infilata nella cintura dalle lunghe borchie acuminate.

- Direi che possiamo andare, - concluse, mentre Molly la guardava con occhi supplichevoli, che sembravano implorarla di non fare pazzie.

Gray si gettò in testa il cappuccio della giacca, che era così lungo da farle ombra a tutto il viso. A quanto pareva, voleva essere assolutamente sicura che il sole non la incenerisse. Ma visto che anche da corvo aveva gli stessi punti deboli, non aveva altra scelta che girare in forma umana, dato che in quel modo era molto più semplice coprirsi. Molly si comportava un po' come Kreacher perché, mentre era ai fornelli, mormorava chissà cosa. Sirius e Gray si sorrisero e non ci badarono.

- Sembri un Dissennatore, - disse Sirius.

Gray rispose con una risata acida, sillabando un "grazie" piuttosto sarcastico.

Toccarono la Passaporta diretta a Hogsmeade, e sparirono, un attimo prima che il campanello suonasse e gli altri membri dell'Ordine entrassero. Molly preferì non dire niente fin quando non le fu chiesto, e a quel punto le toccò spiegare che i due avevano creato una Passaporta e se n'erano andati.

- Se ne sono andati? - latrò Moody - SONO IMPAZZITI! -

- E' quello che ho detto anch'io, - disse la signora Weasley - ma non mi hanno ascoltata. Gray ha detto che era una cosa personale, che tanto non c'erano Dissennatori a Hogsmeade, e si è vestita pesantissima perché la luce non la polverizzasse. -

- Polverizzasse? - scandì Lupin incredulo.

- Sì, - disse Molly, in tono moscio, - Stamattina è arrivato il professor Piton con un messaggio dal professor Silente, dopo che voi siete andati via. Ha detto che Gray aveva bevuto una pozione Anti Vampiro, e adesso è pericolosissimo per lei mettersi a contatto della luce solare. stamattina Kreacher le ha aperto le tende in faccia e le si è contorta tutta la pelle.. era orribile. certo, è passato. dopo un paio d'ore, però. insomma. e poi il professor Piton ha detto che Gray nelle vene ha sangue di vampiro, prima di andarsene senza aggiungere altro. Povera ragazza, era un po' scossa. e Sirius ha voluto accompagnarla. -

- Bhe, sono mesi che non esce. -

- Silente avrà avuto le sue ragioni per proibirglielo! Quei due mi ricordano Fred e George! -

Nessuno poté darle torto, ma convennero che, se fossero andati a cercare i due, avrebbero attirato l'attenzione, e non era proprio il caso. Inoltre a Hogsmeade tutti conoscevano Lupin, e sapevano altrettanto bene il motivo per cui aveva dato le dimissioni due anni prima.

Non potevano far altro che avvisare Silente e sperare che non si verificasse il peggio.