16. Be Quick or be Dead.
Sembravano tutti impotenti di fronte al perfido suggerimento di Seymour di torturarli tutti, uno per uno, finché Harry non avesse consegnato la Profezia. Anche Harry aveva provato a minacciarli, ma a nulla erano valsi i suoi tentativi, se non a far ridere di nuovo i Mangiamorte. Sembravano aver capito anche loro che il ragazzo era consumato dal bruciante desiderio di sapere che cosa diceva la Profezia. Forse non era un volere maggiore rispetto a quello di salvare i suoi amici, ma era sufficiente a dargli qualche attimo fatale di esitazione.
Nessuno sembrava essersi accorto di Scilla: aveva il cappuccio abbassato sulle spalle, perciò non passava certo inosservata muovendo le labbra a quel modo. Harry non riusciva a capire. Un'altra trappola? O forse Scilla non stava veramente dalla parte di Voldemort: e in effetti, se così non era, perché lo aveva risparmiato nei sotterranei di Hogwarts?
Harry decise che, qualsiasi cosa ci fosse sotto, era senz'altro meglio che starsene lì. Specie perché i Mangiamorte avevano deciso di accettare il suggerimento di Seymour. Scilla sembrava aver captato i pensieri di Harry, e ora i suoi occhi scarlatti roteavano impazientemente a destra e a sinistra, come se avesse voluto accertarsi che fosse il momento giusto.
- E va bene, - sorrise Bellatrix - Non vi dispiace se cominciamo da Paciock? -
- Fai pure, - rispose Malfoy con l'identico ghigno.
E fu tempo di un istante: Bellatrix e Rookwood, che erano ai lati di Scilla, mossero appena un passo in avanti, diretti verso Neville. I muscoli del collo della vampira erano tesi e rigidi. Scilla si mosse in un secondo e assestò una pedata sotto il mento di Bellatrix, che si sbilanciò all'indietro, sanguinando dalla bocca, e andò a ricascare addosso ad un Gray dietro di sé. Prima che il butterato potesse ribattere, Scilla gli aveva già puntato la bacchetta contro con il braccio sano e lo aveva scaraventato dalla parte opposta della stanza con una magia che non aveva avuto bisogno di formula: un raggio nero che si era piantato nello stomaco del Mangiamorte era semplicemente schizzato via dalla punta della bacchetta, appena questa era stata mossa.
- Alohomora! - gridò Scilla in direzione di un grosso portone di ferro che giaceva, sigillato, poco lontano da Harry. I ragazzi capirono che era quello il momento: dovevano scappare in quella direzione.
Harry non poteva andarsene senza guardare cosa succedeva. In un attimo, gli altri Mangiamorte erano addosso a Scilla, che schivò per un pelo ben quattro Schiantesimi, e ne evitò altrettanti con un Incantesimo Scudo. Ma uno di essi le centrò il braccio monco tagliandole via la manica del mantello, mostrano la pelle tagliata.
Harry non ci fece caso, ma dopo un paio di secondi se ne rese conto: Scilla aveva un avambraccio braccio artificiale. Nessun moncherino.
- Tu non sei Scilla! - abbaiò Malfoy proprio nello stesso istante in cui Harry lo aveva esclamato dentro di sé.
- Indovinato, - sorrise Scilla, un attimo prima che una nuvola nera e rossa la avvolgesse completamente. Gli incantesimi si fermarono all'istante.
Tutti aspettavano che la falsa Scilla riprendesse le sue vere sembianze, e quando la nuvola si dissolse, Harry vide quello che non si sarebbe mai immaginato, ma che, dentro di sé, aveva segretamente sperato. Scilla era sdraiata a terra, priva di sensi, ed era quella vera, perché aveva il braccio finto; Sara era in piedi al centro del cerchio dei Mangiamorte, i quali la fissavano con uno stupore pari a quello del ragazzo. E certamente Harry sarebbe rimasto lì impalato a guardare il combattimento, se Hermione non lo avesse trascinato via insieme agli altri, oltre la porta che Sara aveva spalancato.
Sara lanciò alla porta un'occhiata fugace, in tempo per rendersi conto che Malfoy si era già lanciato all'inseguimento dei ragazzi.
- Colloportus! - gridò Sara, e la porta dalla quale erano scappati si sigillò con un noioso squittio, un attimo prima che Malfoy la attraversasse.
Non fece in tempo a girarsi dall'altra parte che il raggio rosso dell'ennesimo Schiantesimo le fendette la guancia. Reprimendo un grido di dolore, Sara rispose con un Lumos. Ma non era lo stesso che si imparava a scuola: invece che una tenue sfera di luce, dalla bacchetta si sprigionò una cascata di bagliore accecante, che costrinse anche lei a strizzare gli occhi per non rimanere accecata. I Mangiamorte non avevano fatto in tempo a proteggersi la vista e per qualche istante rimasero disorientati. Baal, invece, che si era trovato di fronte al raggio luminoso, rotolò a terra. Il cappuccio gli cadde dalla testa, e la veste si strappò, mostrando terribili piaghe e sfregi sulla pelle, molto più gravi di quelle che erano comparse sulla pelle di Sara quando aveva visto la luce del sole.
L'unica che non aveva risentito del fascio di luce era Bellatrix, e Sara la sentì pronunciare lo stesso incantesimo che aveva usato contro Malfoy quasi una settimana prima. Una spada bianca e violetta comparve nelle mani della Mangiamorte, al posto della bacchetta magica, sembrava composta di un fascio di fulmini.
Sara fece appena in tempo a far comparire la spada di ghiaccio; Bellatrix l'aveva quasi colpita negli occhi. Sara si abbassò schivando un altro colpo per un pelo, ma anche la Mangiamorte schivava quasi tutti i suoi attacchi. Ben presto si resero conto che era del tutto inutile andare avanti a quel modo, e fu Sara la prima ad agire.
- Petrificus Totalus! -
Il corpo di Bellatrix per un secondo assunse il colore grigiastro di una pietra, poi tornò normale, ma cadde rigido a terra come un pezzo di piombo.
Gli altri Mangiamorte nel frattempo avevano cercato di sbloccare la serratura, ma si erano accorti che era stata sigillata da un incantesimo troppo potente: dovettero colpirla tutti contemporaneamente per poterla aprirla, e Sara era troppo lontana per impedirlo.
Ma non potevano immaginare quello che trovarono dietro la porta: una gigantesca pianta carnivora strisciava e si diramava verso di loro con le sue migliaia di fusti. I Mangiamorte indietreggiarono velocemente, ma ormai era impossibile richiudere la porta. Cercarono di lanciare ogni tipo di incantesimo contro la famelica pianta, ma più che indebolirla sembravano farla crescere ogni secondi di più.
- Imbecilli! Che diavolo state facendo!? -
Era la voce di Bellatrix, che gridava contro di loro. Si era risvegliata dalla pietrificazione, e con il suo urlo la pianta era svanita.
- Era un'illusione! - gridò, intontito, un Mangiamorte.
- Esatto, Tiger, - ringhiò Bellatrix - E ci siete cascati come deficienti! -
- Non poteva essere un'illusione! - ribatté Rabastan, - Era... reale. Mi ha toccato il braccio! -
- Un'illusione corporea... e dolorosa, naturalmente. Secondo te perché Voldemort sta cercando quella piccola idiota? - gli occhi di Bellatrix erano in fiamme. Gray era scappata mentre i Mangiamorte erano impegnati con la falsa pianta, e sicuramente aveva raggiunto Harry e gli altri. Ormai, potevano essere dovunque.
Malfoy roteò rapidamente lo sguardo nella stanza: Baal forse poteva sopravvivere, ma non era in grado di combattere. La luce di quell'incantesimo lo aveva quasi del tutto spellato, e ora il vampiro gridava e si dibatteva sul pavimento, con le mani sulla faccia devastata, come fosse stato in preda alla maledizione Cruciatus. Quanto a Scilla, ci sarebbe voluto un po' prima che si riprendesse dallo svenimento che lo Scambio di Corpi le aveva causato.
- Dobbiamo dividerci in coppia. Conosciamo questo posto come le nostra tasche. - disse Malfoy. I Mangiamorte si organizzarono rapidamente prima di attraversare la porta distrutta, prova che la falsa pianta carnivora era veramente corporea, e si lanciarono all'inseguimento dei fuggiaschi.
- Ha preso Sirius! - gridava Harry senza sosta, - Sara! Voldemort ha... -
- Sirius è a Grimmauld Place, te lo assicuro. - rispose infine Sara, senza scomporsi, ma continuando a correre. - Sei tu che sei caduto nella trappola. -
Harry stava per ribattere: e allora, il sogno che aveva fatto? Di colpo capì: non era Sara l'esca per attirare Sirius, era Sirius l'esca per attirare lui, Harry. Voldemort si era senz'altro accorto del collegamento mentale che lo univa al ragazzino, e ne aveva approfittato parlando con Malfoy in modo che Harry potesse equivocare. Era andata senz'altro così. Ecco perché Silente voleva che studiasse Occlumanzia, ecco perché tutti lo ritenevano così importante, Voldemort lo aveva ingannato fin dal principio, e lui c'era cascato...
Non aveva mai commesso un errore così grave, mai, in tutta la sua vita. Si era lasciato abbindolare dalla sua mania di fare l'eroe, dalla sua stupidità. Come aveva potuto commettere quello sbaglio? Avrebbe dovuto ascoltare Hermione, avrebbe dovuto agire in modo razionale... e ora tutti i suoi amici erano coinvolti in quella storia e rischiavano di morire soltanto per colpa sua.
- Sì, tecnicamente sì. - disse Sara, e Harry capì, dagli occhi vuoti, che gli aveva letto di nuovo nel pensiero. - Ma se riuscite a scappare prima che sigillino tutte le uscite non succederà niente. Bhe... per ora. -
- E... tu? Che cosa vuoi fare? -
- Non posso evitare i Mangiamorte per sempre. - rispose Sara in tono tetro, e Harry capì che aveva intenzione di affrontarli da sola, dopo aver portato in salvo lui e gli altri.
- E' una follia.. - sussurrò Hermione sgomenta, come parlando a sé stessa.
- Lo so. - rispose Sara, - Ma dopotutto sono un membro dell'Ordine della Fenice, Hermione. Qualcosa devo fare anch'io. -
Qualcosa devo fare anch'io, ripeté Harry nella sua mente, qualcosa devo fare anch'io... era esattamente quello che avrebbe detto Sirius. E gli sovvenne un altro dubbio atroce. Sirius non era stato veramente catturato da Voldemort, era stata solo un'illusione per attirarlo in trappola. Ma se Sirius e gli altri membri dell'Ordine fossero venuti a sapere che loro erano nei guai, sarebbero accorsi per salvarli, forse... o meglio, sicuramente. Altre persone da aggiungere alla lista di quelli che Harry aveva messo in pericolo, con la sua ingenuità. Strinse i denti così forte che immaginò di poterseli spezzare.
Guardò verso Sara, che correva avanti a loro, e non sapeva se avesse letto i suoi pensieri o no: comunque, non disse niente.
I corridoi si diramavano incessantemente verso ogni lato, ma Sara guidava il gruppetto senza la minima esitazione. Harry si chiese come faceva ad essere sicura di dove stava andando, ma non espresse il suo dubbio ad alta voce. Era già abbastanza disperato senza aggiungere qualche altro peso alla sua coscienza.
Il buio calava sempre più, le torce si facevano più flebili, fin quando l'oscurità non fu totale. Non si vedeva niente, e Sara ordinò che non facessero luce con le loro bacchette.
- Ma perché? - ansò Ron, cercando di combattere con la puzza di putrefazione che si faceva sempre più acuta, tanto da far male ai polmoni, - Tanto, se i Mangiamorte non possono vederci, ci avranno già sentiti... -
- E' meglio che non facciate luce in questa stanza, tutto qua. - rispose Sara, e poi si affrettò ad aggiungere, per essere più convincente: - Ci sono un po' di schifezze qui dentro, ma se volete dare un'occhiata... E' giusto che i giovani imparino. -
Neville deglutì più rumorosamente di tutti. - Imparino... a fare che...? -
- I macellai. - disse Sara in tono piatto, e i ragazzi si misero a correre più velocemente, agitando le braccia in avanti per evitare di andare a sbattere contro qualcosa di orribile. Di colpo, Sara si fermò: davanti a lei non c'era nient'altro che il buio, ma quando Harry tese in avanti la mano, toccò una fredda lastra di ferro. Scorrendo la mano più sotto, notò anche un battente. Era una porta, ed era ad un centimetro da Sara: si chiese come aveva fatto a fermarsi nel buio con quella precisione, e poi si ricordò di quello che gli aveva detto Silente sulla Pozione Anti-Vampiro. Serviva per acutizzare tutti i caratteri distintivi di quelle creature, dato che i Mezzivampiri o i Diurni non ne risentivano molto, ed era difficile riconoscerli. La settimana non era ancora trascorsa, perciò il filtro era ancora attivo.
Sara poteva vedere benissimo al buio, o quasi, ma questo significava che, forse, poteva anche morderli.
- Cavolo, - imprecò Sara, battendo un pugno contro la porta davanti alla quale si erano fermati. - L'hanno chiusa. -
- Bhe, apriamola. - disse Luna. - Abbiamo le bacchetta, no? -
- Se l'hanno bloccata con un Incantesimo alla serratura, sono degli idioti, - commentò Sara - Era aperta, questa porta, ci sono entrata prima. Significa che l'hanno chiusa adesso per intrappolarci, ma se vogliono davvero fermarci, non ricorreranno a incantesimi così stupidi. - Il ragionamento non faceva una piega, e persino Hermione non ebbe nulla da obbiettare. Harry si sentiva privo di cervello: non era in grado di pensare a un piano per uscire di lì, aveva troppe altre cose per la testa, colma da un oppressivo senso di colpa. E poi doveva ammetterlo: lui non conosceva quel posto, e comunque non era neanche in grado di vedere al buio e il suo livello non era neanche lontanamente comparabile con quello dei Mangiamorte. Arrivata Sara, lui non serviva più a niente.
- Sentite, lo so che è rischioso, ma dobbiamo dividerci. - disse Sara, - Siamo in sette. Tre verranno con me passando dalla porta alla mia destra, altri tre dovranno andare da soli in quella alla mia sinistra. -
- Non vediamo niente! - ribatté Ginny. Sara sospirò.
- Non guardate indietro e accendete le bacchette, - rispose seccamente Sara. Harry era sicuro che non si era mai impegnata così tanto per salvare qualcuno. - Avanti, tutti nelle entrate più vicine a voi. -
Ci fu un coro di "Lumos!", sussurrati più piano possibile. La tentazione di guardare cosa c'era in quel corridoio puzzolente di morto era orrenda e tuttavia irresistibile, ma sapendo che i Mangiamorte stavano per raggiungerli, la prospettiva di fermarsi si faceva di colpo meno invitante.
Hermione, Ron e Luna spinsero la porta a sinistra e vi scomparirono, richiudendola alle loro spalle. Harry, Ginny e Neville avevano già attraversato la porta a destra, ma Sara non si era mossa.
- Sara! - sussurrò Ginny. - Che fai? -
- Flagramus, - disse Sara lentamente, e mosse la bacchetta apparentemente a vuoto: un crocifisso incandescente si formò sulla porta sigillata dai Mangiamorte, coprendola quasi tutta e illuminandola di un bagliore rossastro. Sara si parò gli occhi con la manica della giacca di pelle, e poi si affrettò a raggiungere i tre ragazzi. - Fatelo se vedete che davanti a voi c'è un vampiro, - tossì, mentre camminavano lentamente nel corridoio, cercando di riprendere fiato. - Ed è meglio se glielo imprimete sulla pelle. Ricordatevelo. -
Avanzarono per minuti interminabili nel corridoio completamente spoglio: non c'era niente, né sul soffitto, né sul pavimento, né sulle pareti, e sembrava privo di curve. Andava sempre dritto, rettilineo, impregnato di fredda umidità. Ogni tanto, solo qualche porta si apriva nelle pareti ai loro lati, ma Sara sembrava non considerarle neanche.
- Perché non proviamo ad attraversarne una? - propose timidamente Neville.
- Perché non sappiamo dove porta. Alcune danno sul vuoto, altre ti fanno tornare indietro, altre ti trascinano chissà dove... c'è ogni tipo di incantesimo su queste porte. Gli Indicibili le usano per studiare i fenomeni più oscuri della magia, ma naturalmente solo loro sanno come uscirne indenni, a volte. Se vuoi provare... -
Sara aveva già la mano su una porta a caso, pronta ad aprirla.
- Nonononono, stavo solo scherzando, lascia stare... - farfugliò Neville, e il gruppetto riprese la marcia.
Harry si chiese cosa stavano facendo Hermione, Ron e Luna, da soli chissà dove, in quei corridoi spaventosamente grandi. Al solo immaginarsi quanto doveva essere immenso quel posto, si sentiva mancare, gli tremavano le gambe. Considerando poi che ogni porta conduceva chissà dove, gli spazi sembravano ancora più vasti.
- Oh, no, - sentì dire a Sara.
- Che cosa c'è? - soffio Harry, ansioso.
Sara, in risposta, si voltò bruscamente indietro, scansò i ragazzi con un forte movimento del braccio e, levata la bacchetta, gridò: - Impedimenta! -
Qualcosa gridò e rotolò all'indietro: era un Mangiamorte, ed era apparso dal nulla. Harry capì, dal modo in cui era tornato visibile, che aveva indosso un Mantello dell'Invisibilità: sembrava quasi che fosse ricomparso togliendosi di dosso una coperta.
Altre persone dietro di lui si tolsero il Mantello, anche perché, rotolando, la vittima lo aveva strappato di dosso a tutti quanti. Harry vide una porta socchiusa, e uno spiraglio di nero intenso affiorava dall'apertura.
#Entra. Non c'è pericolo.#
Aveva sentito quella voce direttamente nel cervello, e la riconobbe, anche se non era molto distinguibile: era quella di Sara. Mentre lei cercava di ritardare l'avanzata dei Mangiamorte, Harry afferrò Ginny e Neville e si precipitò oltre la porta. Ma non riuscì a chiuderla. Mancava ancora Sara.
Formulato quel ragionamento si voltò, e credette di svenire.
Si trovavano non in una stanza, ma nel vuoto. Camminavano su un pavimento che sembrava invisibile, in uno spazio privo di confini: erano nell'universo. Non si trattava di un'immagine: pur essendo in grado di respirare, i ragazzi capivano che la cosa era reale. Le stelle brillavano ovunque, ed erano molto più grandi di come le si vedeva dalla Terra. La Terra, infatti, fluttuava ad inconcepibile distanza da loro, visto che era grande poco più di un pallone da calcio. Potevano vedere la Luna, e tutti i pianeti. E poi, una sfera di fuoco sospesa nell'oscurità: il Sole.
Sara spalancò di nuovo la porticina fluttuante nello spazio e la richiuse immediatamente con un incantesimo che non era il Colloportus, ma Harry era troppo impegnato a fissare i pianeti per decifrare ciò che Sara aveva detto.
- Non è il momento di incantarsi, - ansò Sara, tossendo con violenza, ma non riuscendo a nascondere il suo stupore.
Harry si riscosse. I Mangiamorte stavano arrivando. Sentiva i colpi degli incantesimi che si schiantavano contro la porta sigillata. E lui non poteva farci niente.
- Harry, - sussurrò Sara, - Non commettere questo errore. Hanno bisogno di te. Non di me. Sei tu che dovrai portarli fuori di qui, quando io sarò... - e sospirò velocemente con il fiato mozzo.
Harry non capì subito quelle parole. Non ne ebbe il tempo: la porta finì in pezzi e quattro Mangiamorte erano entrati: fra loro c'era Bellatrix.
- Dammi quella Profezia, Potter, se non vuoi farti male! -
- Non fargli niente, Bellatrix, o la distruggerò! - ringhiò Sara.
Non puoi distruggerla...
- Chi si vede! - rise Bellatrix, - La nostra smemorata! Cosa ti porta dalla parte dei mocciosi, sentiamo...? -
- Non toccateli neanche, - ripeté Sara, facendo un passo avanti, e fissando intensamente Bellatrix negli occhi, - Io posso distruggerla, lo sai... -
- Tu menti! - abbaiò Bellatrix - Non ti ribellerai a Voldemort! -
#Scappa. Corri verso il Sole. #
Harry sentiva la voce di Sara rimbombargli furiosa nel cervello: si infrangeva nella sua testa, tornava indietro, echeggiava... sembrava quasi un grido mentale. Harry lanciò un'occhiata eloquente a Neville e Ginny, cercando di dire loro di seguirlo, ma parvero capire senza problemi: forse Sara aveva parlato nel cervello anche a loro.
Tu devi obbedire a me... a me... soltanto a me...
Un Mangiamorte, Macnair, stava correndo verso Harry, Ginny e Neville, che a loro volta si precipitavano verso il Sol con tutta la forza che avevano nelle gambe. Harry stringeva la Profezia con forza, con tutta la forza che poteva, tanto che le sue nocche erano ormai bianche. Ma allo stesso tempo temeva di romperla... che il sudore che aveva nelle mani l'avrebbe fatta scivolare via...
- Avada Kedavra! - e anche quella, era la voce di Sara.
Ci fu un lampo intenso di luce verde, che quasi accecò Harry, ma stranamente la cicatrice non gli fece alcun male. Il Mangiamorte cadde, ma era morto molto prima, nello stesso istante in cui il lampo scaturiva dalla bacchetta di Sara come un proiettile da una pistola. L'uomo, però, non cadde sul pavimento invisibile: cadeva sempre più giù, ininterrottamente, fin quando non scomparve alla vista.
Harry lo fissò, inorridito, sprofondare nel nulla.
- Non cadete! Dovete - restare - in - piedi! - gridò agli altri due. Ormai erano vicini al Sole... forse mancava poco...
- Tu... maledetta...! - Bellatrix era fuori di sé. - Crucio! -
Perchè l'ho fatto?, pensava Sara, senza volerlo... come aveva potuto disubbidire all'Oscuro Signore? La Maledizione di Bellatrix la strangolò all'altezza della gola, sentiva i polmoni schiacciati sotto un peso invisibile, ma non cadde. Rimase con i piedi inchiodati per terra, contorcendosi come un serpente, con le mani sul collo.
E poi, di colpo tutto finì. Con un'ultima mostruosa fitta di dolore, Sara sentì il suo respiro mozzarsi definitivamente.
Prendi quella Profezia...
Sara si voltò di scatto verso Harry, gli occhi iniettati di sangue.
- Dammi quella Profezia, Potter! - gridò con tutta la voce che aveva in corpo, e un fiotto di sangue esplose dalla sua gola, perdendosi anch'esso nel vuoto. - Accio Prof...-
Ma si fermò e si premette le mani contro le tempie. Che diavolo stava facendo? Harry era terrificato. Voldemort stava per prendere il controllo completo di Sara?
- Scappa, deficiente! - gridò Sara, e Harry, Neville e Ginny ripresero a correre all'impazzata verso l'immensa sfera infuocata.
Prendila!
- No! -
Sara sentì una fiamma incontenibile incendiarle le viscere. Eccoli là, i Mangiamorte... era tutta colpa loro, e non c'era nessun altro responsabile, se non il crudele signore che li comandava... e lei doveva sconfiggerli. Doveva resistere.
- Imperio! - gridò Avery, un attimo prima che Gray potesse reagire - Prendi la Profezia! - Gray non si mosse, o per meglio dire, non dette neanche un minimo segno di obbedire alla Maledizione Imperio. - Prendi la Profezia, prendi quella dannata Profezia! - ripeté rabbiosamente il Mangiamorte. Sara, per tutta risposta, alzò la bacchetta e lanciò un potente Schiantesimo contro Avery, che si sbilanciò: incapace di tenersi in piedi, svenne e precipitò nel vuoto come Macnair.
- Idiota! - gridò Rodolphus Lestrange - Come credi che possa funzionare la Maledizione Imperius su di lei? -
Sara sorrise, e Rodolphus sentì distintamente lo stomaco capovolgersi: lo stava guardando negli occhi. Due sfere rosse come il fuoco, del tutto prive di pupilla, erano puntate contro di lui, pronte a fargli perdere il controllo. Adesso il Mangiamorte sentiva il bisogno di uccidere... non poteva resistere...
- Harry! Ci siamo! - gridò Neville. Mano a mano che andavano avanti, Sara e i Mangiamorte erano sempre più lontani, fin quando non si videro quasi più. E il Sole era così vicino... gettava intorno a loro un'aura bianca...
Tutti i contorni sparirono, inghiottiti da un lampo di luce.
Rimanevano soltanto due Mangiamorte, e la più vicina a Rodolphus era Bellatrix. L'uomo si voltò con occhi bianchi verso di lei, sollevando la bacchetta, dalla quale uscivano incontrollabili scintille rosse e verdi. Bellatrix sapeva cos'era successo: aveva fissato troppo a lungo gli occhi di Sara, e Sara lo aveva convinto che doveva uccidere sua moglie.
- Expelliarmus! - gridò Bellatrix, e dovette ripeterlo una seconda volta perché avesse effetto: fu così potente che la mano di Rodolphus Lestrange si ferì, e il dolore bastò a far rinsavire il Mangiamorte.
Sara si sentiva debole... voci rimbombanti continuavano a risuonare dentro di lei, non solo nella testa, ovunque. Sentiva di essere vicina allo sfinimento, non poteva controllarsi, non sapeva che cosa fare... Doveva resistere. Non poteva cadere. Doveva restare in piedi.
Bellatrix e Rodolphus scagliarono entrambi lo stesso incantesimo: agitarono la bacchetta come una frusta e due lingue di fuoco si levarono dalla punta di essa.
Miravano al viso di Sara.
Quest'ultima fece appena in tempo a pronunciare la lunga formula dell'incantesimo Freddafiamma per evitare che i fili di fuoco le bruciassero gli occhi, ma non poté evitare che le si avvolgessero intorno al collo, scagliandola verso il fondo. E poi sparirono.
Sara seppe che era finita: stava precipitando.
Sembravano tutti impotenti di fronte al perfido suggerimento di Seymour di torturarli tutti, uno per uno, finché Harry non avesse consegnato la Profezia. Anche Harry aveva provato a minacciarli, ma a nulla erano valsi i suoi tentativi, se non a far ridere di nuovo i Mangiamorte. Sembravano aver capito anche loro che il ragazzo era consumato dal bruciante desiderio di sapere che cosa diceva la Profezia. Forse non era un volere maggiore rispetto a quello di salvare i suoi amici, ma era sufficiente a dargli qualche attimo fatale di esitazione.
Nessuno sembrava essersi accorto di Scilla: aveva il cappuccio abbassato sulle spalle, perciò non passava certo inosservata muovendo le labbra a quel modo. Harry non riusciva a capire. Un'altra trappola? O forse Scilla non stava veramente dalla parte di Voldemort: e in effetti, se così non era, perché lo aveva risparmiato nei sotterranei di Hogwarts?
Harry decise che, qualsiasi cosa ci fosse sotto, era senz'altro meglio che starsene lì. Specie perché i Mangiamorte avevano deciso di accettare il suggerimento di Seymour. Scilla sembrava aver captato i pensieri di Harry, e ora i suoi occhi scarlatti roteavano impazientemente a destra e a sinistra, come se avesse voluto accertarsi che fosse il momento giusto.
- E va bene, - sorrise Bellatrix - Non vi dispiace se cominciamo da Paciock? -
- Fai pure, - rispose Malfoy con l'identico ghigno.
E fu tempo di un istante: Bellatrix e Rookwood, che erano ai lati di Scilla, mossero appena un passo in avanti, diretti verso Neville. I muscoli del collo della vampira erano tesi e rigidi. Scilla si mosse in un secondo e assestò una pedata sotto il mento di Bellatrix, che si sbilanciò all'indietro, sanguinando dalla bocca, e andò a ricascare addosso ad un Gray dietro di sé. Prima che il butterato potesse ribattere, Scilla gli aveva già puntato la bacchetta contro con il braccio sano e lo aveva scaraventato dalla parte opposta della stanza con una magia che non aveva avuto bisogno di formula: un raggio nero che si era piantato nello stomaco del Mangiamorte era semplicemente schizzato via dalla punta della bacchetta, appena questa era stata mossa.
- Alohomora! - gridò Scilla in direzione di un grosso portone di ferro che giaceva, sigillato, poco lontano da Harry. I ragazzi capirono che era quello il momento: dovevano scappare in quella direzione.
Harry non poteva andarsene senza guardare cosa succedeva. In un attimo, gli altri Mangiamorte erano addosso a Scilla, che schivò per un pelo ben quattro Schiantesimi, e ne evitò altrettanti con un Incantesimo Scudo. Ma uno di essi le centrò il braccio monco tagliandole via la manica del mantello, mostrano la pelle tagliata.
Harry non ci fece caso, ma dopo un paio di secondi se ne rese conto: Scilla aveva un avambraccio braccio artificiale. Nessun moncherino.
- Tu non sei Scilla! - abbaiò Malfoy proprio nello stesso istante in cui Harry lo aveva esclamato dentro di sé.
- Indovinato, - sorrise Scilla, un attimo prima che una nuvola nera e rossa la avvolgesse completamente. Gli incantesimi si fermarono all'istante.
Tutti aspettavano che la falsa Scilla riprendesse le sue vere sembianze, e quando la nuvola si dissolse, Harry vide quello che non si sarebbe mai immaginato, ma che, dentro di sé, aveva segretamente sperato. Scilla era sdraiata a terra, priva di sensi, ed era quella vera, perché aveva il braccio finto; Sara era in piedi al centro del cerchio dei Mangiamorte, i quali la fissavano con uno stupore pari a quello del ragazzo. E certamente Harry sarebbe rimasto lì impalato a guardare il combattimento, se Hermione non lo avesse trascinato via insieme agli altri, oltre la porta che Sara aveva spalancato.
Sara lanciò alla porta un'occhiata fugace, in tempo per rendersi conto che Malfoy si era già lanciato all'inseguimento dei ragazzi.
- Colloportus! - gridò Sara, e la porta dalla quale erano scappati si sigillò con un noioso squittio, un attimo prima che Malfoy la attraversasse.
Non fece in tempo a girarsi dall'altra parte che il raggio rosso dell'ennesimo Schiantesimo le fendette la guancia. Reprimendo un grido di dolore, Sara rispose con un Lumos. Ma non era lo stesso che si imparava a scuola: invece che una tenue sfera di luce, dalla bacchetta si sprigionò una cascata di bagliore accecante, che costrinse anche lei a strizzare gli occhi per non rimanere accecata. I Mangiamorte non avevano fatto in tempo a proteggersi la vista e per qualche istante rimasero disorientati. Baal, invece, che si era trovato di fronte al raggio luminoso, rotolò a terra. Il cappuccio gli cadde dalla testa, e la veste si strappò, mostrando terribili piaghe e sfregi sulla pelle, molto più gravi di quelle che erano comparse sulla pelle di Sara quando aveva visto la luce del sole.
L'unica che non aveva risentito del fascio di luce era Bellatrix, e Sara la sentì pronunciare lo stesso incantesimo che aveva usato contro Malfoy quasi una settimana prima. Una spada bianca e violetta comparve nelle mani della Mangiamorte, al posto della bacchetta magica, sembrava composta di un fascio di fulmini.
Sara fece appena in tempo a far comparire la spada di ghiaccio; Bellatrix l'aveva quasi colpita negli occhi. Sara si abbassò schivando un altro colpo per un pelo, ma anche la Mangiamorte schivava quasi tutti i suoi attacchi. Ben presto si resero conto che era del tutto inutile andare avanti a quel modo, e fu Sara la prima ad agire.
- Petrificus Totalus! -
Il corpo di Bellatrix per un secondo assunse il colore grigiastro di una pietra, poi tornò normale, ma cadde rigido a terra come un pezzo di piombo.
Gli altri Mangiamorte nel frattempo avevano cercato di sbloccare la serratura, ma si erano accorti che era stata sigillata da un incantesimo troppo potente: dovettero colpirla tutti contemporaneamente per poterla aprirla, e Sara era troppo lontana per impedirlo.
Ma non potevano immaginare quello che trovarono dietro la porta: una gigantesca pianta carnivora strisciava e si diramava verso di loro con le sue migliaia di fusti. I Mangiamorte indietreggiarono velocemente, ma ormai era impossibile richiudere la porta. Cercarono di lanciare ogni tipo di incantesimo contro la famelica pianta, ma più che indebolirla sembravano farla crescere ogni secondi di più.
- Imbecilli! Che diavolo state facendo!? -
Era la voce di Bellatrix, che gridava contro di loro. Si era risvegliata dalla pietrificazione, e con il suo urlo la pianta era svanita.
- Era un'illusione! - gridò, intontito, un Mangiamorte.
- Esatto, Tiger, - ringhiò Bellatrix - E ci siete cascati come deficienti! -
- Non poteva essere un'illusione! - ribatté Rabastan, - Era... reale. Mi ha toccato il braccio! -
- Un'illusione corporea... e dolorosa, naturalmente. Secondo te perché Voldemort sta cercando quella piccola idiota? - gli occhi di Bellatrix erano in fiamme. Gray era scappata mentre i Mangiamorte erano impegnati con la falsa pianta, e sicuramente aveva raggiunto Harry e gli altri. Ormai, potevano essere dovunque.
Malfoy roteò rapidamente lo sguardo nella stanza: Baal forse poteva sopravvivere, ma non era in grado di combattere. La luce di quell'incantesimo lo aveva quasi del tutto spellato, e ora il vampiro gridava e si dibatteva sul pavimento, con le mani sulla faccia devastata, come fosse stato in preda alla maledizione Cruciatus. Quanto a Scilla, ci sarebbe voluto un po' prima che si riprendesse dallo svenimento che lo Scambio di Corpi le aveva causato.
- Dobbiamo dividerci in coppia. Conosciamo questo posto come le nostra tasche. - disse Malfoy. I Mangiamorte si organizzarono rapidamente prima di attraversare la porta distrutta, prova che la falsa pianta carnivora era veramente corporea, e si lanciarono all'inseguimento dei fuggiaschi.
- Ha preso Sirius! - gridava Harry senza sosta, - Sara! Voldemort ha... -
- Sirius è a Grimmauld Place, te lo assicuro. - rispose infine Sara, senza scomporsi, ma continuando a correre. - Sei tu che sei caduto nella trappola. -
Harry stava per ribattere: e allora, il sogno che aveva fatto? Di colpo capì: non era Sara l'esca per attirare Sirius, era Sirius l'esca per attirare lui, Harry. Voldemort si era senz'altro accorto del collegamento mentale che lo univa al ragazzino, e ne aveva approfittato parlando con Malfoy in modo che Harry potesse equivocare. Era andata senz'altro così. Ecco perché Silente voleva che studiasse Occlumanzia, ecco perché tutti lo ritenevano così importante, Voldemort lo aveva ingannato fin dal principio, e lui c'era cascato...
Non aveva mai commesso un errore così grave, mai, in tutta la sua vita. Si era lasciato abbindolare dalla sua mania di fare l'eroe, dalla sua stupidità. Come aveva potuto commettere quello sbaglio? Avrebbe dovuto ascoltare Hermione, avrebbe dovuto agire in modo razionale... e ora tutti i suoi amici erano coinvolti in quella storia e rischiavano di morire soltanto per colpa sua.
- Sì, tecnicamente sì. - disse Sara, e Harry capì, dagli occhi vuoti, che gli aveva letto di nuovo nel pensiero. - Ma se riuscite a scappare prima che sigillino tutte le uscite non succederà niente. Bhe... per ora. -
- E... tu? Che cosa vuoi fare? -
- Non posso evitare i Mangiamorte per sempre. - rispose Sara in tono tetro, e Harry capì che aveva intenzione di affrontarli da sola, dopo aver portato in salvo lui e gli altri.
- E' una follia.. - sussurrò Hermione sgomenta, come parlando a sé stessa.
- Lo so. - rispose Sara, - Ma dopotutto sono un membro dell'Ordine della Fenice, Hermione. Qualcosa devo fare anch'io. -
Qualcosa devo fare anch'io, ripeté Harry nella sua mente, qualcosa devo fare anch'io... era esattamente quello che avrebbe detto Sirius. E gli sovvenne un altro dubbio atroce. Sirius non era stato veramente catturato da Voldemort, era stata solo un'illusione per attirarlo in trappola. Ma se Sirius e gli altri membri dell'Ordine fossero venuti a sapere che loro erano nei guai, sarebbero accorsi per salvarli, forse... o meglio, sicuramente. Altre persone da aggiungere alla lista di quelli che Harry aveva messo in pericolo, con la sua ingenuità. Strinse i denti così forte che immaginò di poterseli spezzare.
Guardò verso Sara, che correva avanti a loro, e non sapeva se avesse letto i suoi pensieri o no: comunque, non disse niente.
I corridoi si diramavano incessantemente verso ogni lato, ma Sara guidava il gruppetto senza la minima esitazione. Harry si chiese come faceva ad essere sicura di dove stava andando, ma non espresse il suo dubbio ad alta voce. Era già abbastanza disperato senza aggiungere qualche altro peso alla sua coscienza.
Il buio calava sempre più, le torce si facevano più flebili, fin quando l'oscurità non fu totale. Non si vedeva niente, e Sara ordinò che non facessero luce con le loro bacchette.
- Ma perché? - ansò Ron, cercando di combattere con la puzza di putrefazione che si faceva sempre più acuta, tanto da far male ai polmoni, - Tanto, se i Mangiamorte non possono vederci, ci avranno già sentiti... -
- E' meglio che non facciate luce in questa stanza, tutto qua. - rispose Sara, e poi si affrettò ad aggiungere, per essere più convincente: - Ci sono un po' di schifezze qui dentro, ma se volete dare un'occhiata... E' giusto che i giovani imparino. -
Neville deglutì più rumorosamente di tutti. - Imparino... a fare che...? -
- I macellai. - disse Sara in tono piatto, e i ragazzi si misero a correre più velocemente, agitando le braccia in avanti per evitare di andare a sbattere contro qualcosa di orribile. Di colpo, Sara si fermò: davanti a lei non c'era nient'altro che il buio, ma quando Harry tese in avanti la mano, toccò una fredda lastra di ferro. Scorrendo la mano più sotto, notò anche un battente. Era una porta, ed era ad un centimetro da Sara: si chiese come aveva fatto a fermarsi nel buio con quella precisione, e poi si ricordò di quello che gli aveva detto Silente sulla Pozione Anti-Vampiro. Serviva per acutizzare tutti i caratteri distintivi di quelle creature, dato che i Mezzivampiri o i Diurni non ne risentivano molto, ed era difficile riconoscerli. La settimana non era ancora trascorsa, perciò il filtro era ancora attivo.
Sara poteva vedere benissimo al buio, o quasi, ma questo significava che, forse, poteva anche morderli.
- Cavolo, - imprecò Sara, battendo un pugno contro la porta davanti alla quale si erano fermati. - L'hanno chiusa. -
- Bhe, apriamola. - disse Luna. - Abbiamo le bacchetta, no? -
- Se l'hanno bloccata con un Incantesimo alla serratura, sono degli idioti, - commentò Sara - Era aperta, questa porta, ci sono entrata prima. Significa che l'hanno chiusa adesso per intrappolarci, ma se vogliono davvero fermarci, non ricorreranno a incantesimi così stupidi. - Il ragionamento non faceva una piega, e persino Hermione non ebbe nulla da obbiettare. Harry si sentiva privo di cervello: non era in grado di pensare a un piano per uscire di lì, aveva troppe altre cose per la testa, colma da un oppressivo senso di colpa. E poi doveva ammetterlo: lui non conosceva quel posto, e comunque non era neanche in grado di vedere al buio e il suo livello non era neanche lontanamente comparabile con quello dei Mangiamorte. Arrivata Sara, lui non serviva più a niente.
- Sentite, lo so che è rischioso, ma dobbiamo dividerci. - disse Sara, - Siamo in sette. Tre verranno con me passando dalla porta alla mia destra, altri tre dovranno andare da soli in quella alla mia sinistra. -
- Non vediamo niente! - ribatté Ginny. Sara sospirò.
- Non guardate indietro e accendete le bacchette, - rispose seccamente Sara. Harry era sicuro che non si era mai impegnata così tanto per salvare qualcuno. - Avanti, tutti nelle entrate più vicine a voi. -
Ci fu un coro di "Lumos!", sussurrati più piano possibile. La tentazione di guardare cosa c'era in quel corridoio puzzolente di morto era orrenda e tuttavia irresistibile, ma sapendo che i Mangiamorte stavano per raggiungerli, la prospettiva di fermarsi si faceva di colpo meno invitante.
Hermione, Ron e Luna spinsero la porta a sinistra e vi scomparirono, richiudendola alle loro spalle. Harry, Ginny e Neville avevano già attraversato la porta a destra, ma Sara non si era mossa.
- Sara! - sussurrò Ginny. - Che fai? -
- Flagramus, - disse Sara lentamente, e mosse la bacchetta apparentemente a vuoto: un crocifisso incandescente si formò sulla porta sigillata dai Mangiamorte, coprendola quasi tutta e illuminandola di un bagliore rossastro. Sara si parò gli occhi con la manica della giacca di pelle, e poi si affrettò a raggiungere i tre ragazzi. - Fatelo se vedete che davanti a voi c'è un vampiro, - tossì, mentre camminavano lentamente nel corridoio, cercando di riprendere fiato. - Ed è meglio se glielo imprimete sulla pelle. Ricordatevelo. -
Avanzarono per minuti interminabili nel corridoio completamente spoglio: non c'era niente, né sul soffitto, né sul pavimento, né sulle pareti, e sembrava privo di curve. Andava sempre dritto, rettilineo, impregnato di fredda umidità. Ogni tanto, solo qualche porta si apriva nelle pareti ai loro lati, ma Sara sembrava non considerarle neanche.
- Perché non proviamo ad attraversarne una? - propose timidamente Neville.
- Perché non sappiamo dove porta. Alcune danno sul vuoto, altre ti fanno tornare indietro, altre ti trascinano chissà dove... c'è ogni tipo di incantesimo su queste porte. Gli Indicibili le usano per studiare i fenomeni più oscuri della magia, ma naturalmente solo loro sanno come uscirne indenni, a volte. Se vuoi provare... -
Sara aveva già la mano su una porta a caso, pronta ad aprirla.
- Nonononono, stavo solo scherzando, lascia stare... - farfugliò Neville, e il gruppetto riprese la marcia.
Harry si chiese cosa stavano facendo Hermione, Ron e Luna, da soli chissà dove, in quei corridoi spaventosamente grandi. Al solo immaginarsi quanto doveva essere immenso quel posto, si sentiva mancare, gli tremavano le gambe. Considerando poi che ogni porta conduceva chissà dove, gli spazi sembravano ancora più vasti.
- Oh, no, - sentì dire a Sara.
- Che cosa c'è? - soffio Harry, ansioso.
Sara, in risposta, si voltò bruscamente indietro, scansò i ragazzi con un forte movimento del braccio e, levata la bacchetta, gridò: - Impedimenta! -
Qualcosa gridò e rotolò all'indietro: era un Mangiamorte, ed era apparso dal nulla. Harry capì, dal modo in cui era tornato visibile, che aveva indosso un Mantello dell'Invisibilità: sembrava quasi che fosse ricomparso togliendosi di dosso una coperta.
Altre persone dietro di lui si tolsero il Mantello, anche perché, rotolando, la vittima lo aveva strappato di dosso a tutti quanti. Harry vide una porta socchiusa, e uno spiraglio di nero intenso affiorava dall'apertura.
#Entra. Non c'è pericolo.#
Aveva sentito quella voce direttamente nel cervello, e la riconobbe, anche se non era molto distinguibile: era quella di Sara. Mentre lei cercava di ritardare l'avanzata dei Mangiamorte, Harry afferrò Ginny e Neville e si precipitò oltre la porta. Ma non riuscì a chiuderla. Mancava ancora Sara.
Formulato quel ragionamento si voltò, e credette di svenire.
Si trovavano non in una stanza, ma nel vuoto. Camminavano su un pavimento che sembrava invisibile, in uno spazio privo di confini: erano nell'universo. Non si trattava di un'immagine: pur essendo in grado di respirare, i ragazzi capivano che la cosa era reale. Le stelle brillavano ovunque, ed erano molto più grandi di come le si vedeva dalla Terra. La Terra, infatti, fluttuava ad inconcepibile distanza da loro, visto che era grande poco più di un pallone da calcio. Potevano vedere la Luna, e tutti i pianeti. E poi, una sfera di fuoco sospesa nell'oscurità: il Sole.
Sara spalancò di nuovo la porticina fluttuante nello spazio e la richiuse immediatamente con un incantesimo che non era il Colloportus, ma Harry era troppo impegnato a fissare i pianeti per decifrare ciò che Sara aveva detto.
- Non è il momento di incantarsi, - ansò Sara, tossendo con violenza, ma non riuscendo a nascondere il suo stupore.
Harry si riscosse. I Mangiamorte stavano arrivando. Sentiva i colpi degli incantesimi che si schiantavano contro la porta sigillata. E lui non poteva farci niente.
- Harry, - sussurrò Sara, - Non commettere questo errore. Hanno bisogno di te. Non di me. Sei tu che dovrai portarli fuori di qui, quando io sarò... - e sospirò velocemente con il fiato mozzo.
Harry non capì subito quelle parole. Non ne ebbe il tempo: la porta finì in pezzi e quattro Mangiamorte erano entrati: fra loro c'era Bellatrix.
- Dammi quella Profezia, Potter, se non vuoi farti male! -
- Non fargli niente, Bellatrix, o la distruggerò! - ringhiò Sara.
Non puoi distruggerla...
- Chi si vede! - rise Bellatrix, - La nostra smemorata! Cosa ti porta dalla parte dei mocciosi, sentiamo...? -
- Non toccateli neanche, - ripeté Sara, facendo un passo avanti, e fissando intensamente Bellatrix negli occhi, - Io posso distruggerla, lo sai... -
- Tu menti! - abbaiò Bellatrix - Non ti ribellerai a Voldemort! -
#Scappa. Corri verso il Sole. #
Harry sentiva la voce di Sara rimbombargli furiosa nel cervello: si infrangeva nella sua testa, tornava indietro, echeggiava... sembrava quasi un grido mentale. Harry lanciò un'occhiata eloquente a Neville e Ginny, cercando di dire loro di seguirlo, ma parvero capire senza problemi: forse Sara aveva parlato nel cervello anche a loro.
Tu devi obbedire a me... a me... soltanto a me...
Un Mangiamorte, Macnair, stava correndo verso Harry, Ginny e Neville, che a loro volta si precipitavano verso il Sol con tutta la forza che avevano nelle gambe. Harry stringeva la Profezia con forza, con tutta la forza che poteva, tanto che le sue nocche erano ormai bianche. Ma allo stesso tempo temeva di romperla... che il sudore che aveva nelle mani l'avrebbe fatta scivolare via...
- Avada Kedavra! - e anche quella, era la voce di Sara.
Ci fu un lampo intenso di luce verde, che quasi accecò Harry, ma stranamente la cicatrice non gli fece alcun male. Il Mangiamorte cadde, ma era morto molto prima, nello stesso istante in cui il lampo scaturiva dalla bacchetta di Sara come un proiettile da una pistola. L'uomo, però, non cadde sul pavimento invisibile: cadeva sempre più giù, ininterrottamente, fin quando non scomparve alla vista.
Harry lo fissò, inorridito, sprofondare nel nulla.
- Non cadete! Dovete - restare - in - piedi! - gridò agli altri due. Ormai erano vicini al Sole... forse mancava poco...
- Tu... maledetta...! - Bellatrix era fuori di sé. - Crucio! -
Perchè l'ho fatto?, pensava Sara, senza volerlo... come aveva potuto disubbidire all'Oscuro Signore? La Maledizione di Bellatrix la strangolò all'altezza della gola, sentiva i polmoni schiacciati sotto un peso invisibile, ma non cadde. Rimase con i piedi inchiodati per terra, contorcendosi come un serpente, con le mani sul collo.
E poi, di colpo tutto finì. Con un'ultima mostruosa fitta di dolore, Sara sentì il suo respiro mozzarsi definitivamente.
Prendi quella Profezia...
Sara si voltò di scatto verso Harry, gli occhi iniettati di sangue.
- Dammi quella Profezia, Potter! - gridò con tutta la voce che aveva in corpo, e un fiotto di sangue esplose dalla sua gola, perdendosi anch'esso nel vuoto. - Accio Prof...-
Ma si fermò e si premette le mani contro le tempie. Che diavolo stava facendo? Harry era terrificato. Voldemort stava per prendere il controllo completo di Sara?
- Scappa, deficiente! - gridò Sara, e Harry, Neville e Ginny ripresero a correre all'impazzata verso l'immensa sfera infuocata.
Prendila!
- No! -
Sara sentì una fiamma incontenibile incendiarle le viscere. Eccoli là, i Mangiamorte... era tutta colpa loro, e non c'era nessun altro responsabile, se non il crudele signore che li comandava... e lei doveva sconfiggerli. Doveva resistere.
- Imperio! - gridò Avery, un attimo prima che Gray potesse reagire - Prendi la Profezia! - Gray non si mosse, o per meglio dire, non dette neanche un minimo segno di obbedire alla Maledizione Imperio. - Prendi la Profezia, prendi quella dannata Profezia! - ripeté rabbiosamente il Mangiamorte. Sara, per tutta risposta, alzò la bacchetta e lanciò un potente Schiantesimo contro Avery, che si sbilanciò: incapace di tenersi in piedi, svenne e precipitò nel vuoto come Macnair.
- Idiota! - gridò Rodolphus Lestrange - Come credi che possa funzionare la Maledizione Imperius su di lei? -
Sara sorrise, e Rodolphus sentì distintamente lo stomaco capovolgersi: lo stava guardando negli occhi. Due sfere rosse come il fuoco, del tutto prive di pupilla, erano puntate contro di lui, pronte a fargli perdere il controllo. Adesso il Mangiamorte sentiva il bisogno di uccidere... non poteva resistere...
- Harry! Ci siamo! - gridò Neville. Mano a mano che andavano avanti, Sara e i Mangiamorte erano sempre più lontani, fin quando non si videro quasi più. E il Sole era così vicino... gettava intorno a loro un'aura bianca...
Tutti i contorni sparirono, inghiottiti da un lampo di luce.
Rimanevano soltanto due Mangiamorte, e la più vicina a Rodolphus era Bellatrix. L'uomo si voltò con occhi bianchi verso di lei, sollevando la bacchetta, dalla quale uscivano incontrollabili scintille rosse e verdi. Bellatrix sapeva cos'era successo: aveva fissato troppo a lungo gli occhi di Sara, e Sara lo aveva convinto che doveva uccidere sua moglie.
- Expelliarmus! - gridò Bellatrix, e dovette ripeterlo una seconda volta perché avesse effetto: fu così potente che la mano di Rodolphus Lestrange si ferì, e il dolore bastò a far rinsavire il Mangiamorte.
Sara si sentiva debole... voci rimbombanti continuavano a risuonare dentro di lei, non solo nella testa, ovunque. Sentiva di essere vicina allo sfinimento, non poteva controllarsi, non sapeva che cosa fare... Doveva resistere. Non poteva cadere. Doveva restare in piedi.
Bellatrix e Rodolphus scagliarono entrambi lo stesso incantesimo: agitarono la bacchetta come una frusta e due lingue di fuoco si levarono dalla punta di essa.
Miravano al viso di Sara.
Quest'ultima fece appena in tempo a pronunciare la lunga formula dell'incantesimo Freddafiamma per evitare che i fili di fuoco le bruciassero gli occhi, ma non poté evitare che le si avvolgessero intorno al collo, scagliandola verso il fondo. E poi sparirono.
Sara seppe che era finita: stava precipitando.
