18. Il Drago Nero e' caduto.

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- Heaven is a place nearby, so I won't be so far away If you try and look for me Maybe you'll find me someday... (...) And even when I go to sleep

I still can hear your voice...

and those words I will never forget.-

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L'immenso drago nero dalla forma di un serpente srotolava le sue immense spire che bastavano a colmare tutta l'enorme stanza. Quanto era lungo? Venti, trenta, mille metri? Nessuno era in grado di calcolarlo. Gli artigli delle quattro corte zampe si piantavano nella roccia sgretolando tutto quello che capitava sotto di esse.

Sara stava lì. Al centro. In ginocchio. Un fumo nero si sprigionava dalla sua bocca, e un fumo nero si sprigionava dalla bocca del drago. Sara gridava, e il drago ruggiva così forte da mettere in serio pericolo i timpani. Un Mangiamorte che Silente aveva addormentato lì vicino - era Baal - venne calpestato dal drago nero, e la sua zampa gigantesca lo fece a pezzi.

Silente stesso sembrava atterrito, una cosa che Harry non aveva mai visto.

Erano tutti paralizzati, privi della forza di camminare.

- Tu! - latrò Sara, e il drago ruggì più forte, più forte, sempre più forte. Il ciondolo a forma di cuore nero le si staccò dal collo, distrutto, e andò a finire sul pavimento.

Bellatrix cadde quasi a terra, fissando gli occhi del drago nero. Rossi. Le pupille erano nere e verticali.

- Muori! - gridò Sara reggendosi la testa con le mani, quasi volesse schiacciarla sotto quella violenta pressione. - Muori! -

Il drago nero spalancò due grosse ali sul dorso, e la loro apertura buttò giù quasi del tutto le pareti della sala. Harry cercò di ripararsi dalla caduta dei massi, ma il dolore alla cicatrice era potente, lancinante, sentiva la testa rotta in due pezzi...

Il drago si lanciò contro Bellatrix. Gli occhi completamente bianchi di Sara furono l'ultima cosa che Harry vide prima che un masso lo colpisse alla nuca.

*

L'ufficio del professor Silente era sigillato a tutti tranne che e lui e così, per qualche istante, Harry si domandò come avesse fatto ad entrare.

Poi si rese conto che non gli importava affatto. La ferita provocatagli dal masso era scomparsa, o meglio, tutte le ferite erano scomparse.

Non c'era sangue, non c'erano graffi, era come se si fosse appena svegliato una mattina completamente normale.

Ma non era una mattina normale. Era una notte strappata via dall'Inferno.

Era successo tutto per colpa sua. Tutto per colpa sua. Non era necessario cercare delle giustificazioni a sé stesso, non ce n'erano e non voleva trovarle: era stato uno stupido e un ingenuo, per non dire un egoista.

Era stato semplicemente un moccioso come Voldemort si aspettava che fosse.

La Profezia era distrutta e nessuno l'aveva ascoltata. L'Ufficio Misteri era sicuramente franato sotto i colpi dell'ira del Drago Nero. I suoi amici erano chissà dove e in chissà quali condizioni. I membri dell'Ordine avevano subito perdite.

Sirius era morto.

Ed era tutta colpa sua... colpa di Harry. E della sua stupidità.

Voldemort aveva tentato di ingannarlo e c'era riuscito, senza poi troppe difficoltà. Sara aveva cercato di salvarli, per tutto il giorno non aveva fatto che tentare di portarli fuori di lì, e lui cosa aveva fatto? Aveva voluto combattere, lui, non se n'era andato da lì quando avrebbe potuto, e così Sirius e gli altri erano andati a salvarli... ed era successo quel che era successo, ormai era irreversibile, non poteva cambiare...

Niente poteva cambiare.

Harry fissava l'atono futuro che gli stendeva dinanzi come un tappeto logoro... una voragine in quella che avrebbe potuto essere una vita quasi normale. Se la vita a Hogwarts gli appariva ora spaventosa, la casa dei Dursley al numero quattro di Privet Drive era semplicemente la concretizzazione dell'Inferno.

I quadri intorno a lui gli facevano domande ma lui non rispondeva.

Cercò di aprire la porta per andarsene, ma la maniglia era bloccata e non si mosse. Preso dalla rabbia, rovesciò la scrivania. Questa tornò in piedi perfettamente integra, così come tutto ciò che vi era sopra.

Fanny era sul suo trespolo, una specie di piccolo pollo delle dimensioni di un cigno, evidentemente vicina alla morte. E quindi, alla resurrezione.

Sirius però non sarebbe mai risorto. Era morto. Morto e basta.

Il dolore di Harry si stagliava ben oltre le lacrime, ben oltre la stanchezza, ben oltre qualsiasi cosa, e lo lasciava lì, in piedi, senza più un cervello che dicesse al suo corpo cosa fare. Stava immobile. Aspettava soltanto una scintilla per mettersi a distruggere tutta la stanza, e gridare.

Gridare finché non gli fosse finita la voce, e ancora di più.

Improvvisamente, con un sonoro applauso da parte dei ritratti appesi alle pareti, le fiamme del camino divennero verdognole e, con un tenue fruscio, Silente comparve nel suo legittimo studio.

- Grazie... grazie, ma adesso... adesso basta. -

I ritratti notarono la sua aria stanca e si calmarono di colpo.

Silente si sedette alla scrivania, e invitò Harry a fare altrettanto. Solo molti minuti dopo Harry si decise ad accettare l'invito. Nessuno dei due sapeva cosa dire. Silente stava sforzandosi di trovare una prima frase, da qualche parte nel suo repertorio, ma Harry non voleva proprio parlare. Voleva dormire, magari per mesi, e svegliarsi scoprendo che si era trattato di un incubo, o di un altro tranello di Voldemort.

Si sarebbe accontentato anche di quello.

- Harry, i tuoi amici stanno tutti bene, - disse infine Silente, e Harry ne fu sollevato. Ma non abbastanza per uscire dal suo pozzo nero. - Madama Chips si sta occupando di loro e di certo li rimetterà in sesto. Remus Lupin non sta molto bene, anche prendendo per un pelo una Maledizione di quel genere ci sono poche possibilità di.. cavarsela... ma si riprenderà. Lo hanno portato al San Mungo. -

Harry annuì. Ora che aveva saputo che stavano tutti bene, non voleva sentire altro. Silente parve cogliere nei suoi occhi quel desiderio.

- Harry... so come ti senti. -

- Non lo sa, - rispose Harry - Non ne ha idea. -

Nigellus sbuffò malizioso. - Ecco! Lo vedi, Sil... -

- No, Phineas. - Silente lo interruppe con un gesto della mano, e il vecchio preside sembrò molto contrariato, ma si zittì. Silente si voltò nuovamente verso Harry. - Harry, mi rendo conto di quanto tu stia soffrendo, credimi. E so che passerai dei giorni, delle settimane, dei mesi orribili. So che ogni cosa ti riporterà a Sirius... ma ora è il momento che tu accetti la verità: la sofferenza fa parte dell'essere umano e c'è bisogno anche di questa per poter dire di essere vivi. Credimi. -

- Se volessi morire? - Harry pronunciò queste parole con secchezza tale che Silente ne rimase turbato.

- La verità è che tu non lo vuoi veramente. - disse, calmo - Se tu lo volessi, avresti già provveduto mentre ero via. Ma non l'hai fatto, e questo significa che in fondo al tuo cuore c'è ancora la volontà di vivere e di essere di nuovo allegro, più o meno come prima. Se lo vuoi, puoi farcela. Almeno tu... almeno tu puoi farcela. -

- Che vuole dire? -

- Il drago nero è caduto stanotte, - rispose Silente con la medesima calma, - e non so se avrà intenzione di rialzarsi. -

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Harry per qualche istante rimase in silenzio, immobile, ma poi scoprì che gli interessava ben poco di capire. Era troppo stanco persino per ascoltare.

- Sta parlando di Sara? -

Silente annuì lentamente. - Immagino che stavolta né tu ne io riusciremo a capire. Ma persone come Sara quando cadono... non tornano più su. Non vogliono. E così ha deciso di andarsene lontano da qui. -

- Andarsene? -

- Il più lontano possibile da Londra. Forse perché non riuscirebbe a sopportare di mettere di nuovo piede in Grimmauld Place, o forse perché non vuole che qualcuno la veda come sicuramente si ridurrà. -

Harry non riusciva a crederci. Il tempo di un'ora, forse solo di mezz'ora, e Sara se n'era andata chissà dove, Sirius era morto, e lui, il colpevole di tutto, stava lì a parlare quasi tranquillamente con Silente, quando la cosa migliore da fare sarebbe stata andarsi a nascondere da qualche parte e non farsi più vedere da nessuno. Rimpianse di non essere tornato dai Dursley quella notte al Quartier Generale, quando poteva farlo... se solo Silente non gli avesse ordinato di restare dov'era...

Aveva voglia di piantargli in faccia una serie di grida ed insulti, tanti quanti ne poteva pronunciare, aveva voglia di distruggergli tutto l'ufficio in modo che si rendesse conto di come i suoi segreti avessero distrutto lui. Ma il suo corpo non assecondava il volere dell'istinto, era esausto, e non aveva la forza di distruggere ancora.

Silente sospirò e la sua espressione si fece smisuratamente stanca.

Harry era deciso a non farsi commuovere.

- Penso che sia giunto il momento di raccontarti cosa successe a Sara anni fa. Forse allora capirai anche cosa sta succedendo adesso a Voldemort. -

Harry poté constatare che Silente non aveva molta voglia di parlarne... ma d'altro canto neanche lui aveva voglia di ascoltare. Perché non lo lasciava uscire?

Perché non lo lasciava libero di andarsene? Aveva intenzione di imprigionare anche lui, come aveva imprigionato Sirius in quella casa orrenda?

- Tuo padre stava per iniziare il suo primo anno a Hogwarts, a quei tempi, quindi Sara aveva poco più di otto anni. - iniziò Silente, con molta lentezza, lasciando così trasparire la sua spossatezza. - Ero a Diagon Alley per incontrare certi miei amici al Paiolo Magico. Era già notte fonda quando di colpo ogni luce si spense e un freddo tremendo invase tutto il quartiere. - Harry pensò di riconoscere gli effetti della presenza di un Dissennatore e si ricordò del sogno che aveva visto nella sfera gelatinosa, settimane prima. - Capivo cosa stava succedendo, o meglio chi si stava avvicinando, così sono corso fuori per scacciarlo. Certamente avrai capito che si trattava di un Dissennatore. Ero appena sceso in strada quando lo vidi. Stava di fronte a una bambina mezza congelata e sporca di sangue, e stava per Baciarla. -

- Era... Sara? -

- Era Sara. - rispose Silente, - Non riuscii ad impedire il Bacio. Ma vedi... forse farai fatica a crederci. Sara non aveva molti bei ricordi da farsi succhiare via. Il Dissennatore non poteva sfamarsi solo di quelli, erano molto pochi. Appartenevano a quando Sara era ancora più piccola, ancora troppo piccola per odiare senza perdonare. -

Harry non capiva cosa voleva dire. Odiare senza perdonare?

- Sara, quindi, non ne uscì tanto male, ma non capivo cosa fosse successo. Ero convinto che fosse innocente, che il Dissennatore l'avesse attaccata solo per la sua ingordigia. Sapevo che un pericolo mortale si levava all'orizzonte, un pericolo di nome Voldemort. Perciò non sospettai di lei. Ma sono comunque un Legilimens. E prima o poi scoprii cosa era successo. Una cosa che non mi sarei mai immaginato... -

- Che cosa? - Harry sentiva che aveva sempre più voglia di ascoltare.

Soltanto adesso che Silente aveva iniziato il suo racconto, si ricordò di tutti i dubbi che aveva sempre nutrito verso Sara, e non era mai stato così divorato dalla fretta di risolverli. Per un istante fuggevole sembrò dimenticarsi tutto il resto.

- Sara aveva ucciso i suoi genitori. - rispose Silente in un sospiro, massaggiandosi stancamente la fronte. - Un purosangue e una Babbana, Vincent e Theresa. Li odiava. - Il ragazzo fissò il pavimento: conoscere tanto bene i propri genitori tanto da odiarli gli pareva un grandissimo lusso.

- Come sai, visto che sei stato alla Stamberga Strillante, - (Harry si chiese come faceva a saperlo), - Demetrius è il capostipite della famiglia di Sara. Ho scoperto che è morto quando ho distrutto la Pietra Filosofale. Te ne stupirai, ma con l'aiuto di Cassandra, Demetrius rubava l'Elisir a Nicolas Flamel. Senza saperlo eravamo proprio io e il mio amico a tenere in vita un pericoloso sterminatore di Babbani. O meglio, di Mezzosangue. Vedi, Demetrius non aveva niente in contrario ai Babbani, li considerava soltanto inferiori, ma erano comunque purosangue. Lui uccideva tutti quelli col sangue misto, indiscriminatamente che fossero suoi parenti o no. -

Harry pensò che Demetrius fosse un pazzo.

- Così si attivò per inseguire Vincent, Theresa e la loro figlia, Sara appunto. Doveva ucciderli. Ma erano scappati chissà dove, così mandò Baal e Odino a distruggerli. Erano suoi discendenti; lui non voleva sprecar tempo con loro. Sara odiò per questo i suoi genitori: sapeva che sposandosi e avendo lei come figlia, l'avevano condannata a morte. -

Silente fece una lunga pausa, durante la quale anche i ritratti non emisero un solo rumore, un solo fruscio di vesti: rimasero semplicemente immobili.

- Dava la colpa ai suoi genitori anche della sua incurabile e sconosciuta malattia, perché anche Theresa era malata quando ebbero lei come figlia. Così li uccise. Non poteva sopportare di morire per qualcosa che non fosse colpa sua. Con il Nottetempo raggiunse Diagon Alley. Dette l'illusione ai conducenti che lei non fosse macchiata di sangue, così potevano portarla in giro senza fare domande. Fu per quelle strade, infine, che la trovai, in lacrime, di fronte al Dissennatore. Ma quando scoprii la verità le avevo già promesso che sarebbe vissuta a Hogwarts e che nessun Dissennatore avrebbe potuto avvicinarsi a lei. Una promessa e pur sempre una promessa, e non potevo romperla. -

- Perché piangeva se aveva ucciso i suoi di proposito? - domandò Harry.

- Lei sbaglia, poi si pente. Prima uccide, poi tortura sé stessa, si taglia. E dopo ricomincia a sbagliare. Rimane convinta di ciò che affatto, ma allo stesso tempo prova sensi di colpa. Non tanto per aver ucciso una persona in particolare, ma perché sa che non dovrebbe farlo. E una cosa complicata, Harry, neanch'io la capisco come avrei dovuto. Lei è come divisa in due. Una parte che vuole, una parte che non vuole. -

Harry annuì incerto. Non era sicuro di capire. Lo strano autolesionismo in cui versava Sara gli sembrava qualcosa di terribile, ma non riusciva non provarne curiosità... come del resto per tutte le cose terribili.

- Tre anni dopo, Sara era al primo anno e fu smistata a Serpeverde, nonostante le indecisioni del Cappello Parlante. Cominciò gli anni peggiori della sua infanzia. Tutti la prendevano in giro, tutti la detestavano e la scansavano, e tutto ciò derivava dal timore che avevano per lei. Ha ereditato da Cassandra uno strano potere intimidatorio generato dai suoi occhi, così come il potere mentale che avrai avuto modo di conoscere. Inoltre, per colpa della sua malattia, era considerata un mostro. -

- Un mostro? -

- La gente ha sempre paura di ciò che non capisce. Tutti la bollarono come un mostro, un fetido mostro... tutti, tranne uno. -

Harry si aggiustò sulla sedia, essendosi accorto che stava sprofondando sempre di più, e puntò il suo sguardo su quello di Silente.

- E più precisamente, tutti tranne Remus Lupin. - riprese Silente - Che immagino fu il suo unico amico per la maggior parte di quell'anno. Non so come successe... ma lei scoprì che era un lupo mannaro, e lui scoprì il Marchio Nero. -

- Sì... - disse Harry con voce flebile, - Sara me l'ha detto. -

- Sara marinava sempre le lezioni ma si esercitava con Remus per conto suo per magie più avanzate. Riuscì ad imparare anche l'unica magia per estinguere un fantasma, pochi maghi ci riescono al giorno d'oggi. Lentamente anche tuo padre e Sirius divennero suoi amici, ma ci volle tempo. Non riuscivano ad accettarla. Credo che successe qualcosa quando li misero in punizione insieme per una cosa che successe a lezione di volo. -

Harry lo interruppe. - Perché Voldemort le... le impresse il Marchio Nero così presto? Era solo una bambina! -

- Era solo una bambina con poteri grandissimi, Harry. - rispose Silente. - E Voldemort sapeva che li aveva ereditati da Cassandra. Infatti quasi tutti i Gray furono Mangiamorte. Voldemort bramava il potere di quella famiglia... e anche quello di Sara, nonostante fosse una Mezzosangue. -

- Successe prima delle vacanze di Natale, - riprese il Preside - E io riuscii a tenerlo nascosto, anche ai professori. Non era il caso che sapessero. Allora Voldemort non era ancora nel pieno dei suoi poteri, era solo un mago con un'ideologia che a molti Purosangue piaceva... il suo regno di terrore non era ancora iniziato, ma Sara era un chiaro segno che stava per cominciare a fare sul serio. Da dopo quel tragico giorno Sara peggiorò vertiginosamente con la sua malattia, ma impedii che la portassero al San Mungo: e se avessero visto il Marchio Nero? Io le avevo promesso che i Dissennatori non l'avrebbero toccata. Mi sentivo in errore a pensarla così, ma adesso ho capito che feci la cosa giusta. -

- Sapevo che era rischioso non affidarla ai Guaritori, ma Sara era forte, pur essendo solo una bambina, e se la cavò. Mi domandavo come avesse fatto e scoprii che aveva in sé del sangue di vampiro. Tutti se ne accorsero, ben presto, a causa dei suoi denti. E la presero di mira ancora di più. Io non sapevo che fare. Come potevo tenerla ancora a Hogwarts, vedendo tutto quello che era costretta a sopportare? Sapevo che, per scacciare l'angoscia e i sensi di colpa, era solita tagliarsi. Quello che non sapevo era che aveva scoperto come esorcizzare il Marchio Nero per un breve tempo: pugnalandosi. E grazie ai numerosi vampiri della sua famiglia, che le donarono alcune delle loro qualità, le ferite si rimarginavano in tempo perché non morisse. -

- Ma quando Sara faceva il terzo anno e tuo padre il quinto, successe... -

- Che cosa? - incalzò Harry, vedendo che Silente esitava.

- ... Voldemort voleva scalzarmi da Hogwarts per avere campo libero e prendere quindi il controllo di molti validi studenti e professori che vi si trovavano. Ma come sai non poteva agire finché c'ero io. Aveva bisogno di qualcosa che convincesse il Ministero della Magia a sostituirmi: qualcosa che togliesse a Hogwarts il titolo del luogo più sicuro del mondo. Con un ultimo, straziante tentativo, Voldemort prese il controllo di Sara, una notte. Lei cercava sempre di opporsi e lo sforzo fu tale che rischiò di morire. Voldemort le ordinò di uccidere, e lei uccise. Uno insegnate e tre studenti in tutto. Aveva usato l'Avada Kedavra. -

Harry strinse i pugni sui braccioli della poltrona e si irrigidì. Silente si accorse del suo atto di tensione ma sembrò non volerci far caso: ormai aveva deciso di dirgli la verità.

- I Dissennatori lo scoprirono e... ecco... la Baciarono. E stavolta Sara aveva dei bei ricordi da perdere, visto che aveva trovato degli amici. Ma una cosa che né io né loro potevano sapere è che erano dei veri amici e fecero di tutto perché Sara non perdesse l'anima. Hai notato il suo ciondolo? Sara lo ha sempre portato. Tuo padre, Sirius e Remus trovarono un incantesimo... non so nemmeno io quale... un incantesimo che la salvò. Un incantesimo che non troverai su nessun libro... lo stesso che tua madre inconsapevolmente usò per proteggere te. - Harry in un attimo capì di cosa stava parlando Silente. - Questo la salvò dalla pazzia ad Azkaban, e così cinque anni dopo, la più giovane e la più colpevole prigioniera mai vista in quelle celle, riuscì a scappare. -

- Si nascose non so neanch'io dove... ma Voldemort la trovò, naturalmente. Le chiese di non respingere più il Marchio Nero, le offrì l'opportunità di passare del tutto dalla sua parte. Ma Sara rifiutò. Bellatrix Lestrange le scagliò una Maledizione... ma non una di quelle "normali". L'hai sentito dire da Seymour. E avrai senz'altro capito che, a causa di questa maledizione, i vampiri Gray non poterono risorgere, perché l'anima è un ricordo, e se questo viene cancellato... - fece una pausa che consentì a Harry di capire dove andava a finire il suo discorso.

Stranamente il ragazzo aveva ascoltato tutto, e finalmente aveva capito qual era il segreto che tutti gli tenevano nascosto riguardo al passato di Sara. Quando tutti la chiamavano ancora "Gray" era perché nessuno si ricordava niente di lei, ad eccezione che poche cose riguardanti il suo passato a Hogwarts.

- Sara ha recuperato la memoria grazie a ciò che le ha detto Voldemort quando l'ha catturata tempo fa per torturarla. E di nuovo le ha posto la sua domanda. Voldemort era l'unico a non essere stato colpito dalla Maledizione. Ma di nuovo... di nuovo Sara ha rifiutato, ed è riuscita a rompere la maledizione dell'oblio tornando a visitare quella che un tempo era la dimora dei suoi avi. I ricordi sono tornati e vampiri hanno cominciato a risorgere. Voldemort è riuscito a farli riunire a sé, ma non del tutto: stanotte hanno morso molti dei Mangiamorte di Voldemort, la sete è incontrollabile. Non so se li abbiano trasformati in vampiri o no... ma li hanno senz'altro uccisi. -

A Harry venne in mente una domanda: - Perché il Ministero non l'ha condannata, quando è scappata? -

- Perchè faceva comodo. - rispose Silente con semplicità. - Credi che un potere come il suo non faccia gola a nessuno? Bhe, il Ministero promise che avrebbe dimenticato tutto se lei avesse lavorato lì e avesse rigato dritto. Poi Sirius venne accusato della morte dei tuoi genitori, e visto che tutti sapevano dell'amicizia fra lui e Sara, lei divenne ancora più utile: ma non sapeva dove si trovasse Sirius, perciò neanche col Veritaserum poteva rivelarlo. E comunque, se lo vuole veramente, può resistere alla pozione della Verità. Caramell decise di affidare Sara come assistente per Dolores Umbridge: quest'ultima non è mai stata d'accordo, ma sapeva che, alla prima mossa falsa, Sara avrebbe diffamato la mia attendibilità. Così infatti è successo, il piano è riuscito. -

- Ora, a causa del suo legame con Voldemort, non pari al tuo, naturalmente, Sara ha capito i suoi piani: aveva intenzione di farti prendere la Profezia, perché lui non poteva farlo. È da quando ti ha incontrato che cerca di starti vicino per impedire che Voldemort riesca nel suo intento, ma quando il Ministero l'ha data per ricercata, tu sei rimasto vulnerabile. Per questo non sono stato io ad insegnarti Occlumanzia. Voldemort si era accorto del suo legame con te e l'avrebbe usato per spiarmi o per uccidermi. Non ho fatto altro che evitarti, quest'anno, te ne sarai accorto. -

Harry annuì. Se n'era accorto... e lo aveva odiato. Anche adesso non riusciva a non credere che lo avesse fatto con le migliori intenzioni.

- Quindi Voldemort si impegna tanto per portare Sara dalla sua parte perché non mi difenda da lui? -

- Anche per questo, certo, - rispose Silente, ed ogni parole gli faceva male, - Ma soprattutto perché al mondo non esiste nessun altro essere umano che possegga il potere di Cassandra. Voldemort ne aveva bisogno per controllarti, dato che Sara ha un potere mentale pari o superiore al suo. Ma non essendoci riuscito, ha scelto la via più difficile: convincerti che Sirius era all'Ufficio Misteri per farti correre laggiù. E in questo lo ha aiutato Kreacher che serviva due padroni contemporaneamente: Sirius... e Narcissa, moglie di Lucius Malfoy. -

Harry ascoltò le parole di Silente con la massima attenzione, per la prima volta da quando era uscito dall'Ufficio Misteri... ma anche con la massima collera. Ad ogni frase sentiva che l'ira lo avvampava sempre più, come se qualcuno gli avesse rovesciato addosso dei carboni ardenti.

Ascoltò come Kreacher aveva cercato di carbonizzare Sara alla luce solare per tutto quel tempo, strappando i fogli di pergamena dalle pareti... e di come aveva tradito Sirius, e resistette...

Ascoltò come Piton avesse cercato di avvertire i membri dell'Ordine, ma non aveva fatto abbastanza in tempo perché Voldemort aveva di nuovo preso il controllo definitivo di Sara, che aveva cercato di fermarlo, e resistette...

Ma quando sentì che Sirius avrebbe dovuto ascoltarlo, avrebbe dovuto restare in casa e trattare Kreacher con più rispetto, non poté controllarsi. Balzò in piedi e rovesciò di nuovo tutto ciò che trovò sopra la scrivania, sbattendo i pugni sul duro legno. I quadri gridarono con disapprovazione, e Fanny si agitò preoccupata.

Ma a lui non importava.

Gli dava un immenso fastidio che Silente lo guardasse con quella calma. Gli dava un fastidio terribile, che mutava rapidamente nell'ira più cieca. Aveva solo voglia di uscire, e così si precipitò verso la porta, ancora serrata, accusando Silente. Come poteva parlare di Sirius come fosse lui solo il colpevole della sua stessa morte? Come poteva parlare con quella tranquillità dei fatti che erano bastati a sconvolgerlo per sempre?

Scoprendo che la porta era ancora sprangata, Harry la prese a pugni, a calci, a manate, ma naturalmente questo non servì a farla aprire.

- Mi faccia uscire subito! - strillò Harry.

- No. - fu la risposta di Silente.

E infatti non lo fece uscire, nonostante Harry continuasse a distruggere ogni cosa che gli capitava a tiro.

- Stai agendo come Sara. Distruggendo non cambierai la situazione né ti sentirai meglio. - disse Silente.

Harry lo squadrò.

- Che diavolo vuole dire? -

- Non ti sei chiesto cosa fosse quel Drago Nero, Harry? - domandò Silente, e Harry fu costretto ad annuire. In effetti se l'era chiesto, ma non aveva avuto il tempo di domandarselo più di una volta, così se n'era dimenticato. - Era Sara, Harry. O forse era Demetrius. Era la sua rabbia. Era tutta la rabbia che le è rimasta dentro per anni senza che potesse veramente, definitivamente sfogarla. Ne aveva bisogno, direi. Demetrius ti ha detto che il drago nero imprigionato nell'ambra è la sua ira... che è anche l'ira di tutti i Gray. -

- E ora il drago nero non c'è più, nell'ambra. Se n'è andato quando ha scoperto che la sopportazione di Sara stava toccando il picco finale. E stanotte ne hai avuto la prova. Un attimo prima che tu svenissi, Voldemort ha fermato il Drago Nero, tuttavia restando ferito. Comunque, Bellatrix è salva. Bellatrix, la colpevole fisica della morte di Sirius. E finché il suo sangue non sarà completamente versato, il Drago Nero brucerà dentro Sara. Soltanto quando otterrà la vendetta, tornerà al suo posto... nelle tombe d'ambra. Finché Sara non avrà di nuovo bisogno di vendetta. -

- Ma perché? Sara ha detto a Sirius... di andarsene... lei sapeva...? -

- Sara mi ha lasciato una lunga lettera, e non so come abbia fatto a scriverla in mezz'ora e a consegnarmela prima che venissi qui. Non credo che sia il caso che tu la legga, anche se mi dispiace avere ancora altri segreti. Ma posso dirti che mi ha spiegato di aver visto Cassandra. Nella sala dei pianeti, Sara è stata colpita da un Incantesimo che l'ha fatta cadere nel vuoto. E qui ha scritto che secondo lei Cassandra è in grado di andare di qua e di là dalla soglia nera. -

- La soglia nera? -

- La morte, naturalmente. - rispose Silente.

- Perciò... anche Cassandra è risorta? -

- Sara mi ha detto che secondo lei, solo l'anima di Cassandra può viaggiare attraverso la morte. Ma non può risorgere perché il suo corpo è quello di un mortale, non di un vampiro. E un'anima senza corpo non può camminare sulla terra con i vivi. Capisci che cosa voglio dire? - Harry annuì con le poche, pochissime forze che aveva ancora in sé. - Cassandra ha salvato Sara dalla morte quando è sprofondata nel vuoto, perché Cassandra vede anche il futuro: è sospesa in un tempo che non esiste. Sapeva che le cose dovevano andare in altro modo, che Sara doveva restare viva. Sara è finita nel limbo di Cassandra, e quest'ultima le ha predetto la morte di Sirius: sapeva che Sara, accecata dall'ira, avrebbe distrutto il limbo e sarebbe tornata in vita. Possiamo dire che Cassandra vive, quindi, in un posto che non solo è superiore al tempo, ma anche alla morte. -

Harry non riusciva a capire, era un ragionamento fin troppo astratto per poter comprendere. Dov'era uno spazio né passato, né presente, né futuro? Dove stava Cassandra se in effetti non era viva né morta?

- E così Sara ha cercato di allontanare Sirius dalla nera soglia che studiano all'Ufficio Misteri. Ma non ci è riuscita. E lo sapeva. Non poteva impedire a Sirius di salvarti e di salvare lei, sapeva che avrebbe fatto di tutto per portarvi in salvo entrambi. Chi conosce il futuro... bhe, non può comunque cambiarlo. -

Harry sprofondò di nuovo sulla poltrona, spostandola di diversi centimetri indietro. Troppe cose, sapeva troppe cose.

Ne aveva sentite troppe. Non era certo di potercela fare a sopportare tutto ciò, e probabilmente di lì a poco avrebbe semplicemente sfondato la finestra e sarebbe scappato di lì, anche se fosse stato a cinquanta metri d'altezza. Non gli importava di ferirsi o di ferire, anzi, era proprio ciò che voleva.

E Silente riprese a parlare, fluidamente ma stancamente, cercando di pronunciare tutte le parole in modo comprensibile, nonostante ciò gli facesse visibilmente male. Harry non aveva interesse per le pene del Preside.

In effetti era a dir poco felice se Silente soffriva.

Il senso di colpa lo aveva abbandonato.

Silente stava ammettendo, uno per uno, gli errori che aveva compiuto nel non rivelargli il segreto più grande che avesse e che lui, Harry, avrebbe dovuto essere il primo a sapere. Si chiese se non fosse finito nel limbo di Cassandra quando sentì l'apatia avvolgerlo: stava ascoltando la profezia... e capiva... aveva capito... uno dei due sarebbe morto, senz'altro, non era possibile che vivessero entrambi sulla stessa terra.

E ricordò le parole di Seymour.

...e saranno gli innocenti i primi a morire, e i ciechi ignoranti a sopravvivere, trascinandone altri nella morte....

Sì, era così che era andata. Harry capì che si riferiva a lui e a Sirius. L'innocente era morto per primo e il cieco ignorante era sopravvissuto... aveva trascinato Sirius nella morte e poco ci era mancato prima che toccasse la stessa sorte a Sara e ai suoi amici. Seymour sapeva? Anche lui aveva visto?

O forse era stata Cassandra a raccontargli tutto, come aveva raccontato a Sara? Forse... Ma Harry non l'avrebbe comunque mai saputo con certezza.

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Silente,

non so quanto potrò resistere ancora se torno a Grimmauld Place, così me ne vado. Parlerò con i Cacciatori di Vampiri e partirò con loro. Ci avevo già pensato prima di stanotte, non sarebbe male se me ne andassi per uccidere definitivamente i vampiri che io ho contribuito a generare. Mi sembra che i cacciatori non siano tanto riluttanti.

Vado in Transilvania con i Cavalieri dell'Alba.

Tanto sono ricercata, perciò non dovrei stare qui lo stesso. Io spero solo che potrò cancellare tutto questo. Spero solo che prima o poi potrò incontrare di nuovo Bellatrix e pretendere la vendetta che mi spetta... o almeno spero di morire e finire nello stesso posto dov'è lui... ma ho i miei dubbi che succederà.

Ho combattuto contro i Mangiamorte per salvare Harry ma è stato inutile; non darti pena, la profezia è rotta. Ma non ho potuto impedire che lui morisse. Ho visto Cassandra e mi aveva avvertito che sarebbe successo, ma lui non ha voluto ascoltarmi, e sapevo che sarebbe stato così. Non voglio più sapere il futuro. Se solo fossi una persona normale...

Tutto questo non sarebbe accaduto. Non nascondo che naturalmente la colpa sia tua. Se solo tu avessi lasciato che il Dissennatore mi portasse ad Azkaban, anni fa a Diagon Alley, non avrei potuto scappare, no? E tutto questo non sarebbe successo. Tutti vivrebbero ora felici e contenti, a parte me, ma non mi sarebbe importato.

Il resto della lettera, preferisco sia solo tu a leggerla.

Sara.