Di nuovo insieme

(.solo le fiamme nere che bruciavano nei suoi occhi potevano tradirlo
. e lui le vide riflesse nel verde degli occhi di Alhyssa.)

Anche quella stanza, come tutte le altre di casa Black, era buia ed odorava di polvere. I quadri alle pareti lo osservavano con astio. Malocchio lo guardava con malcelato timore dopo avergli spiegato la nuova missione che aveva assegnato ad Alhyssa. Era rimasto quasi senza parole a quell'annuncio. Solo ora si stava riavendo dalla sorpresa. Poggiò con forza le mani sul tavolo e si sporse verso il vecchio Auror: - Vuoi farmi credere che, ora che non c'è più Silente a dirigere la scuola, la Umbridge ha deciso di assegnarmi un assistente? - chiese Piton con voce calma e apparentemente controllata. - Esatto Severus. Finora Silente è riuscito a giustificare le tue assenze in modo più che credibile. Ma la Umbridge ritiene necessaria la presenza di un assistente per sostituirti e non inficiare la validità dell'insegnamento. - rispose Malocchio recuperando un po' di sicurezza. - Ma perché Alhyssa? - chiese Piton perforandolo con un gelido sguardo. - Perché non posso tenerla per sempre fuori dal gioco. E' una dei migliori. e mi serve. Inoltre ha le caratteristiche adatte per questa missione che, oltretutto, non è una missione pericolosa. - concluse Moody sottolineando con cura l'ultima parola. - Dammi la Tonks. è in gamba anche lei. - rispose Piton con decisione. Una risata cristallina scoppiò improvvisa dietro di lui. Alhyssa era là, alle sue spalle, bella come non mai. - Ninfadora in due minuti avrà completamente distrutto il tuo laboratorio - esclamò la maga sorridendo - e dopo cinque minuti la Umbridge l'avrà buttata fuori da Hogwarts. - concluse accomodandosi elegantemente sulla poltroncina che Piton aveva occupato fino ad un istante prima e lanciandogli un impertinente sguardo di sfida. Alhyssa aveva perfettamente ragione ed uno splendido sorriso le illuminava, come sempre, il giovane volto. L'abito che indossava, un paio di aderentissimi pantaloni neri lasciati quasi totalmente scoperti dall'apertura anteriore dell'ampia casacca, lunga fino ai piedi, di un intenso colore rosso rubino, stretta in vita da una alta fascia nera che, sola, interrompeva la profonda scollatura, bastava a renderla oltremodo desiderabile per qualsiasi uomo. e Severus dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per resistere all'improvviso ed incontrollabile impulso di stringerla fra le braccia. e rispondere a quel sorriso leggiadro. Deglutì a fatica, ma rimase immobile, senza battere ciglio. Solo le fiamme nere che bruciavano nei suoi occhi potevano tradirlo. e lui le vide riflesse nel verde degli occhi di Alhyssa. - Ad ogni modo, ormai è troppo tardi. - disse Alhyssa, alquanto soddisfatta della reazione che aveva provocato in Severus, che lei sola aveva notato. - Il Ministero ha già effettuato la sua scelta. ed ho fatto in modo che ritenessero che io sono la persona dotata delle necessarie qualifiche per essere la tua assistente. - concluse rivolgendogli un luminoso, e malizioso, sorriso. - Non sei contento Severus? O preferivi avere un estraneo tra i piedi, ad intralciare ogni tuo movimento?- Piton la guardò a lungo, con espressione indecifrabile, mentre le fiamme continuavano a bruciare nei suoi occhi. Quindi si rivolse a Malocchio, girandole le spalle: - Quando prenderà servizio la mia assistente? - gli domandò in tono gelido. - Domani pomeriggio. Alle 14.30. - rispose asciutto Moody. - Bene. - Girò velocemente su stesso e si diresse verso la porta, senza degnarla di un solo sguardo. Mentre stava per uscire si voltò, per un brevissimo istante, e disse seccamente: - Cerca di rispettare l'orario Signorina Keyleen. Ti aspetto nel mio laboratorio per una prova. - Quindi sbatté la porta alle sue spalle.

*

Piton stava camminando nervosamente avanti e indietro per il corridoio. Non era possibile, maledizione. Ormai era ampiamente passata anche l'ora di cena ed Alhyssa non era ancora arrivata. Dove diavolo era finita? Avrebbe dovuto essere lì almeno da sei ore. L'ansia e la paura lo stavano soffocando. Doveva mettersi in contatto con l'Ordine per scoprire al più presto che cosa era successo. Stava per scendere nel suo studio, quando gli parve di sentire delle voci attutite provenire dalla saletta adiacente all'ingresso. Si bloccò all'istante e tese le orecchie. La voce di Alhyssa, flebile e tremante, era carica di paura, di terrore quasi. L'altra voce, maschile, risuonava invece calma e beffarda: era la voce di Lucius Malfoy. Cosa diavolo ci faceva lì Malfoy. e con Alhyssa per di più? Invertì improvvisamente la direzione e si diresse come una furia verso la saletta, mentre le parole di Malfoy si facevano sempre più nitide e comprensibili: - . non importa l'ora tarda. Sarà un vero piacere ospitarla nell'appartamento di cui dispongo qui a Hogwarts! - Piton spalancò con forza la porta mandandola a sbattere violentemente contro il muro. Alhyssa era pallidissima, addossata alla parete, mentre Malfoy stava avvicinando la mano al suo viso, con un ghigno beffardo dipinto sulle labbra sottili. - Finalmente è arrivata Sig.na Keyleen. - ruggì Piton avvicinandosi velocemente alla coppia. Malfoy bloccò repentinamente il suo gesto e ritrasse velocemente la mano, girandosi di scatto verso Piton. Alhyssa lo guardò, ancora tremante, ed il mago non poté fare a meno di notare il terrore che ancora riempiva i suoi begli occhi verdi. Non gli era certo difficile immaginarne il motivo. Sentì una tremenda stretta al cuore al ricordo di quanto le era accaduto un anno prima, mentre la vedeva, piccola e spaventata, che lo implorava, muta, di aiutarla. - Con oltre sei ore di ritardo! Un comportamento del tutto inammissibile! - sibilò freddamente, gli occhi ridotti ad una sottile fessura. - Devi scusarla Severus: sono io la causa del suo ritardo! - esclamò Malfoy con quella sua voce elegantemente strascicata, avvicinandosi nuovamente alla ragazza. - Come Consigliere di questa scuola ho voluto sincerarmi che la tua nuova assistente fosse all'altezza del suo compito. Ma poi. - e la mano di Malfoy tornò a sfiorare con noncuranza il viso della maga - il suo sorriso mi ha conquistato. Anche se ancora mi chiedo dove ho già visto questo bel visetto. - Piton notò che lo sguardo cupido di Malfoy era scivolato via dal viso, tutt'altro che sorridente di Alhyssa, fino ad insinuarsi nella scollatura del lungo ed attillato abito di seta blu notte e poi giù, lungo il corpo, mentre Lucius schiudeva le labbra e vi passava sopra, lentamente, la punta della lingua. - Così ho voluto approfondire la conoscenza, con una piacevole cena a Londra ed un romantico tragitto in carrozza, sotto le stelle, da Hogsmeade fino a qui. - concluse Malfoy guardando con evidente bramosia il corpo di Alhyssa. - Nessuna scusante. La Signorina è qui per lavorare. non per divertirsi. - sibilò secco Piton, mentre con la mano, sotto il mantello, stringeva convulsamente l'impugnatura della bacchetta, resistendo a fatica all'incontenibile impulso di puntarla contro quel bastardo che osava guardare in quel modo sfrontato la sua Alhyssa. La maga lo osservava, con lo stupore dipinto sul volto. Era certa che lui avesse compreso il suo terrore. eppure si manteneva freddo e distante. Poi lo stupore si tramutò, di colpo, in profonda ammirazione per quell'uomo che sapeva così mirabilmente controllare le sue emozioni, affinché Malfoy non potesse sospettare alcunché. - Sei fortunato, Severus, ad avere una così attraente assistente. - sussurrò Malfoy, ancora avvolgendo il corpo di Alhyssa nello sguardo lascivo dei suoi occhi di ghiaccio - . e già vi conoscete, mi ha detto la Signorina. - Severus si augurò che la sua bacchetta potesse resistere alla stretta forsennata con la quale la stava avvolgendo e si impose di resistere all'imperioso desiderio di strozzare Lucius. Ma se avesse continuato a guardare la sua Alhyssa in quel modo osceno. era certo di non riuscire a controllarsi oltre. - E' stata la mia migliore studentessa. - spiegò Piton in un sussurro contenuto, rivolgendo per un istante lo sguardo su Alhyssa. - Non condivido la decisione della Professoressa Umbridge sulla necessità di assegnarmi un assistente. ma almeno il Ministero ha scelto una persona competente. Ma tu cosa ci fai qui? - chiese con voce gelida, rivolgendo nuovamente il suo sguardo penetrante sul mago dai lunghi capelli biondi. Intanto si era avvicinato ad Alhyssa, quasi a volerle dare coraggio con la sua vicinanza, in parte interponendosi tra lei e l'altro mago. Malfoy sorrise sprezzante: - La Umbridge deve assentarsi per alcuni giorni. e dopo aver deciso che a te serve un assistente a causa delle tue ripetute assenze. non ha potuto esimersi dal chiamarmi come suo supplente! - spiegò Malfoy con tono ironico, sempre senza togliere gli occhi di dosso alla maga. Severus pensò a quanto sarebbe stato innegabilmente piacevole ficcare la sua bacchetta, in profondità, in quei lussuriosi occhi di ghiaccio. - Lucius Malfoy come Professore di Difesa contro le Arti Oscure. - esclamò lasciandosi sfuggire un sorrisetto obliquo - . certo che Caramell ha un senso dell'umorismo tutto particolare. - concluse, gelido, sollevando un sopracciglio. Malfoy gli rispose solo con un perfido sorriso, mentre si rivolgeva nuovamente ad Alhyssa: - Così per alcuni giorni saremo colleghi. Già mi prenoto fin d'ora per averla quale gradita ospite a cena. Domani sera, nel mio appartamento. - insinuò Malfoy, mellifluo. - La Signorina ha ben altro da fare che cenare con te. - si intromise Piton con voce atona - Sono io che decreterò se, e quando, avrà del tempo libero. Dovrà ripassare intensamente la materia per potermi degnamente assistere. - concluse con voce distaccata. Alhyssa annuì sollevata. La voce di Severus emanava una gelida calma. ma i suoi occhi erano ricolmi di fiamme, a stento trattenute. I due maghi erano di fronte a lei e si squadravano con determinazione. - Non vorrai comportanti da negriero con una donna così attraente. può certo fare cose molto più gradevoli che rimestare un calderone in un freddo sotterraneo. - alluse Malfoy. E lo sguardo che lanciò alla maga non dava adito ad alcun dubbio sui suoi licenziosi pensieri. Ora gli occhi dei due uomini erano fissi su di lei. Lo sguardo di Malfoy avvolgeva il suo corpo, sembrava spogliarla, profanarla con irriverenza. invadeva la sua intimità, mettendola profondamente a disagio. Negli occhi profondi e scuri di Severus c'erano nere fiamme tumultuose, a fatica controllate. ma il suo sguardo era dolce e preoccupato, fisso solo nei suoi occhi e sembrava volerle dire di non preoccuparsi. che si sarebbe occupato di lei, che l'avrebbe protetta. contro il mondo intero. Poi lo sguardo del mago scivolò su Malfoy, per notare ancora una volta l'impudente ed offensivo sguardo col quale stava sempre avvolgendo la sua Alhyssa. Si impose di lasciare l'impugnatura della sua bacchetta. e ruppe gli indugi. Afferrò bruscamente per un braccio Alhyssa, sempre più pallida, trascinandola verso la porta: - Ora basta Lucius. Non ho altro tempo da perdere. - sibilò a labbra serrate, gli occhi che lampeggiavano pericolosamente. Si girò rapidamente su se stesso, con il mantello svolazzante, stringendo la mano sul braccio della maga mentre con l'altra la spingeva verso l'uscita. Ma la sua ruvida stretta si fece delicata, appena richiusa la porta alle sue spalle. e la mano che la spingeva sulla schiena divenne solo un sostegno, quasi un dolce abbraccio. - Severus! - sospirò piano Alhyssa, girandosi verso di lui. - Zitta e cammina. - rispose in un sibilo tagliente. La guidò verso il suo appartamento, sempre tenendola in quello strano abbraccio, sempre con le labbra strettamente serrate. Eliminò rapidamente i sigilli di protezione all'ingresso e la fece entrare, richiudendo poi con cura la porta. Infine si voltò.