(…aveva appoggiato le mani sopra alle sue… per mostrarle l'esatto,
preciso, perfetto movimento per mescolare quella pozione...)
Alhyssa era a due passi da lui, fragile, tremante, con l'orrore di quei terribili ricordi negli occhi… due giorni di torture e di violenza da parte di Malfoy, un anno prima[1]… ed ora un sacco di ore da sola con lui che la corteggiava in quel modo disgustoso e offensivo.
Maledizione, perché diavolo non era andato a cercarla subito quando era ormai chiaro che era in ritardo? Le avrebbe risparmiato quel pomeriggio e quella sera di sofferenza! Fece un passo verso di lei e le tese la mano. Alhyssa non aspettava altro e si precipitò, piangente, fra le sue braccia. Lui la strinse forte a sé, carezzandole lievemente i capelli mentre le sue labbra le sfioravano la fronte. Era di nuovo fra le sue braccia, dopo tanto tempo… finalmente. Ora poteva di nuovo proteggerla dal mondo intero. La sentiva singhiozzare disperata… e avrebbe voluto gridarle forte il suo amore!
- E' finita Alhyssa… è finita. Ora ci sono io e non gli permetterò più di avvicinarsi a te, di sfiorarti… - le sussurrò dolcemente, mentre le accarezzava teneramente il viso, asciugandole le lacrime.
- Severus… Severus… - mormorò lei con la voce ancora incrinata dal pianto, scrollando la testa. – Lui… è stato lui che… - poi scoppiò nuovamente in lacrime, incapace di completare la frase.
- Lo so, lo so Alhyssa. Ho visto sul tuo corpo i segni che la violenza di Malfoy ha lasciato… e non lo potrò mai dimenticare! Ma non ti potrà più fare del male. Sei qui con me ora… con me! – sospirò piano Severus stringendola di nuovo a sé, con amore, tornando a cullarla come già aveva fatto un anno prima quando l'aveva liberata… dopo quei due giorni da incubo nelle mani di Voldemort e Malfoy, due giorni e due notti in cui Lucius l'aveva torturata e violentata…
Lentamente i singhiozzi della giovane donna si acquietarono mentre si stringeva sempre più a Severus, l'uomo che amava, l'uomo che sei mesi prima le aveva detto addio, l'uomo il cui cuore ora batteva forte di nuovo vicino al suo, le cui braccia l'avvolgevano con amore mentre sentiva le sue labbra fremere e bruciare sulla fronte…
Severus sognava di poter finalmente chiudere gli occhi ed abbandonarsi all'amore… per la prima volta dopo tanti, lunghissimi anni desiderava di nuovo una donna, Alhyssa, vagheggiava le sue labbra, bramava il suo corpo… Ma era ormai troppo tardi: lei ora amava Lupin ed era stato proprio lui a spingerla fra le braccia dell'altro… era tardi… irrimediabilmente troppo tardi.
Con un grande sforzo di volontà si staccò da lei e la guardò… era bellissima, ma l'aveva ormai persa per sempre… Le sorrise sussurrandole piano, con voce roca:
- Sei molto stanca, dopo questa terribile giornata. Ora devi cercare di dormire. – ed indicò una piccola scala in un angolo – Là sopra c'è la tua stanza. Non ha accesso dall'esterno ma solo passando dal mio appartamento: così potrò proteggerti meglio. –
- Ma così… è come se fossi tua prigioniera! – si ribellò lei.
- Non essere sciocca. Voglio solo proteggerti adeguatamente da Malfoy. – sibilò seccamente.
- Non è vero! Quella camera già mi attendeva prima ancora che tu sapessi di Malfoy.- ribatté Alhyssa con decisione – Io non voglio questo tipo di protezione. Quella che mi hai imposto in questi ultimi sei mesi, impedendomi di fare il mio dovere nell'Ordine, impedendomi di vivere la mia vita! –
- Non intendo farti correre rischi. Guarda cos'è successo oggi che hai voluto fare di testa tua! Farai ciò che decido io, se vuoi rimanere a Hogwarts! – esclamò Severus perdendo la calma, mentre i suoi occhi fiammeggiavano.
- Io ho diritto a vivere la mia vita! – gridò ancora lei.
- Sali in camera tua. Subito. – ordinò con voce tagliente, spingendola verso la scala. – Domattina voglio verificare cosa ti ricordi delle mie lezioni di Pozioni prima che gli studenti arrivino in classe. E sarà un lavoro lungo. –
Ora la sua voce era gelida ed gli occhi di ghiaccio. Alhyssa avrebbe voluto picchiarlo, graffiarlo, morderlo… avrebbe voluto urlargli che lo amava. Invece salì le scale in silenzio e sbatté la porta. Quindi si buttò sul letto, di nuovo a piangere. Ma erano lacrime diverse ora… erano più amare, erano molto più dolorose.
*
- Alhyssa! – urlò di nuovo Severus, bussando con forza.
La maga aveva ormai perso il conto delle volte che lui aveva urlato il suo nome ed ora sembrava realmente arrabbiato. Decise che era venuta l'ora di rispondere.
- La porta è aperta. Il carceriere può visitare la sua prigioniera in qualsiasi momento!- urlò.
La porta fu spalancata con forza e Piton entrò come una furia, gli occhi neri che sprizzavano scintille.
- Ti avevo avvertito che stamani volevo vederti alla prova prima dell'arrivo degli studenti! –
- So perfettamente cosa devo fare. – rispose lei con aria di sfida.
Era stanca, non aveva chiuso occhio tutta la notte… ma non intendeva assolutamente dargliela vinta.
- Ne sei proprio sicura? – chiese Severus con distaccata freddezza.
Ora che lei gli era davanti, la sua rabbia sembrava improvvisamente svanita. Era evidente che, come lui, anche Alhyssa non fosse riuscita a dormire.
- Certo. Mi sono adeguatamente preparata per la missione. Come sempre. – rispose lei con altrettanta fredda sicurezza.
- Anche per affrontare un'ispezione della Umbridge? Certo vorrà verificare di persona la tua competenza prima di assentarsi. – chiese Severus con voce gelida, inarcando lievemente un sopracciglio. – Conoscendo i suoi rigidi criteri di valutazione… non vorrei rimanere senza assistente prima ancora di cominciare! – aggiunse con sarcasmo.
Alhyssa abbassò gli occhi. Come sempre, Severus aveva ragione. Col suo atteggiamento stava solo rischiando di buttare all'aria la missione. Perché… perché bastavano sempre solo poche e taglienti parole di quell'uomo per metterla in crisi? Perché amava quell'uomo odioso… che sapeva anche essere così infinitamente dolce?
- Scusami. – mormorò con un filo di voce. – Sono pronta. – concluse rialzando gli occhi per immergerli nel gelo profondo di quel nero sguardo.
- Sbrigati! – ordinò secco Severus, uscendo velocemente dalla stanza, mentre il suo mantello volteggiava.
Ecco… sempre la solita situazione: lui davanti, silenzioso, e lei che faticava a tenergli dietro. In pochi istanti furono nel corridoio che conduceva allo studio di Piton. Quanti ricordi, che pensava ormai dimenticati, affollarono improvvisamente la sua mente… quante volte aveva percorso quella strada per recarsi a lezione di Pozioni o nel laboratorio del suo Professore preferito. Sentì di nuovo il freddo umido e pungente del sotterraneo colpire la sua pelle con quel solito schiaffo improvviso… e sorrise a se stessa, sorrise all'arcigno Professore di Pozioni, anche se lui non poteva vederla. Sorrise ai suoi ricordi di studentessa che, durante le lezioni, si distraeva vagheggiando le sensuali labbra del giovane Professore, mentre si perdeva nell'infinita oscurità dei suoi occhi.
Improvvisamente, Alhyssa fu consapevole che amava Severus da sempre… fin dal primo istante che l'aveva visto, giovane studentessa del 3° anno!
Piton le spalancò la porta del laboratorio: nulla sembrava essere cambiato da quando aveva lasciato Hogwarts. C'era sempre quel perfetto e rigoroso ordine, tutti i barattoli allineati negli scaffali senza la più piccola traccia di polvere, i libri e le pergamene disposti con cura e precisione nelle librerie. Tutto era esattamente come doveva essere, dove era sempre stato per anni. Quello era il regno indiscusso e incontrastato del Professor Severus Piton.
Sul grande tavolo da lavoro erano stati disposti, con minuziosa cura, tutti gli ingredienti necessari per le pozioni che Severus aveva deciso di farle preparare come primo test. Alhyssa si sentì immediatamente pervadere dallo stimolo che per anni l'aveva pungolata quando si esercitava in quel laboratorio per ottenere i G.U.F.O. ed il M.A.G.O. necessari ad intraprendere la carriera di Auror: ottenere l'ambito apprezzamento del Professore che, sebbene inconsciamente, aveva sempre amato. Ed ora quell'apprezzamento era ancora più importante. Non perse neppure un istante e levò la bacchetta per accendere il fuoco, mentre già il primo calderone, della misura corretta per la prima pozione, lievitava sopra di esso. Un rapido sguardo alla lista degli ingredienti le aveva, infatti, permesso di capire di quali pozioni si trattava: ben quattro… ed anche complesse! Con rapidità e destrezza cominciò a sminuzzare alla perfezione gli ingredienti solidi, a pesare con accuratezza le polveri ed a dosare le sostanze liquide. Quindi inserì tutti gli elementi nel calderone, nel corretto ordine ed all'esatto momento. Non aveva bisogno di alzare gli occhi per controllare l'espressione di Severus: sapeva che agli occhi di chiunque sarebbe apparso impassibile… ma non ai suoi. Quel lieve luccichio negli occhi le avrebbe confermato che tutto era perfetto. Ma aveva una fretta dannata: doveva riuscire a preparare ben quattro pozioni ed il tempo era alquanto ristretto. Si buttò quindi a capofitto nella preparazione dei componenti delle altre pozioni, senza mai perdere d'occhio le fiamme sotto il primo calderone, al quale, ben presto, se ne aggiunsero altri tre. Lavorava con passione e dedizione, proprio come lui le aveva sempre insegnato. Cominciò a rimestare il primo calderone, quello che conteneva la pozione più complessa. Ebbe per un istante la sensazione che lui non approvasse il movimento del polso. Maledizione a quella pozione… non era quello il movimento perfetto. Ma Severus da lei esigeva sempre la perfezione. Si morse un labbro e socchiuse gli occhi un istante: si ritrovò indietro nel tempo… oltre dieci anni prima. Il Professor Piton era dietro di lei che controllava il suo lavoro, come sempre. Poi si era silenziosamente avvicinato alle sue spalle ed aveva appoggiato le mani sopra alle sue… per mostrarle l'esatto, preciso, perfetto movimento per mescolare quella pozione! Poteva ancora sentire la sensazione di calore che proveniva dalle mani e dal corpo del Professore, lievemente appoggiato dietro al suo… e ricordare l'innegabile brivido di piacere che l'aveva pervasa. Poi, lui si era reso conto che le sue mani erano gelate… e si era tolto il mantello appoggiandoglielo sulle spalle. Quindi aveva ravvivato le fiamme nel grande camino. Alhyssa tornò rapidamente in sé e corresse il movimento del polso. Ecco, ora era perfetto. I quattro calderoni bollivano adesso uno accanto all'altro. Verificò con attenzione il colore e l'odore: era tutto a posto. Tornò al tavolo per ripulirlo e ritirare tutti gli ingredienti, ognuno al suo esatto posto, come sapeva che lui desiderava. Bene, era tutto perfetto, poteva spegnere il fuoco sotto ai paioli. Severus era stato grandioso, come sempre: aveva richiesto delle pozioni che, se eseguite una di seguito all'altra, alla perfezione, terminavano insieme la loro preparazione. Era come la prova del nove. Ora poteva guardarlo.
Nessuno, oltre a lei, l'avrebbe notato… ma il luccichio intenso di quei profondi ed enigmatici occhi neri dimostrava tutto l'orgoglio che lui provava in quel momento per la sua allieva che aveva perfettamente svolto il compito assegnatole. Ma sapeva che non le avrebbe mai dato la soddisfazione di dirglielo. Solo una volta le aveva fatto un complimento: quando gli aveva preparato quell'antidoto che gli aveva salvato la vita.[2] Sembravano passati secoli… invece era solo poco più di un anno prima!
- Le pozioni vanno bene. Hai commesso degli errori ma li hai recuperati in tempo. – sibilò freddamente guardandola negli occhi. - Non hai perso la tua mano, per fortuna.–
Doveva approfittare di quei pochi minuti prima dell'arrivo degli studenti.
- Scusami per ieri sera, Severus. Sono stata una stupida. – sussurrò piano, anch'essa guardandolo in profondità negli occhi. Quegli occhi che, l'istante successivo, erano invasi da roventi fiamme nere. Un tremito percorse, improvviso, il suo corpo…
Vedendola rabbrividire lui si tolse il mantello, come tanti anni prima, e glielo appoggiò delicatamente sulle spalle:
- No, sono stato io lo stupido, ieri sera. Come lo sono stato in questi ultimi sei mesi. – sussurrò dolcemente - Non avevo diritto di fare ciò che ti ho fatto. Perdonami, se puoi. –
Le mani di Severus erano calde, le sentiva lievemente appoggiate sulle spalle, ed un sorriso triste era sul suo viso teso. Avrebbe voluto buttargli le braccia al collo… confessargli il suo amore. Se solo non avesse avuto così paura di un suo rifiuto! Gli occhi del mago continuavano ad ardere… e lei si sentiva bruciare. Desiderava quelle labbra… desiderava quel corpo… ma non riusciva a trovare il coraggio.
Severus la guardava e la desiderava… ma aveva rinunciato a lei da troppo tempo ormai… e sapeva di non aver più alcuna speranza.
Il rumore proveniente dall'aula di fianco li avvertì che le lezioni stavano per cominciare: il loro tempo era scaduto un'altra volta. Lui tornò improvvisamente ad essere l'arcigno Professore di Pozioni:
- Davanti agli allievi devi rivolgerti a me dandomi del lei. – disse duramente.
- Certo, Professor Piton. – fu la fredda risposta di Alhyssa – Ecco il suo mantello e… grazie. –
Aveva un nodo alla gola… ma si diresse con passo deciso verso la porta, senza voltarsi, mentre il Professore si accingeva ad indossare di nuovo il suo mantello. Se si fosse voltata, però, avrebbe visto che lui stava affondando piano il viso nel mantello e, ad occhi chiusi, aspirava con voluttà il suo profumo.
[1] Vedi "Only for your eyes"
[2] Vedi Cuore Oscuro
