Un bacio
(. per un interminabile, esaltante ed indimenticabile istante.
Severus fu completamente travolto dal fuoco della passione.)
Piton era appena uscito dall'aula per dirigersi nel suo studio quando la Professoressa McGranitt, che stava animatamente brontolando tra sé e sé, lo investì in pieno, rovinandogli quindi addosso. Il Professore di Pozioni dapprima l'afferrò al volo e poi la sostenne per un braccio, squadrandola con severità, stupito da quel suo inconsueto modo di fare. - Scusami Severus. - esclamò la maga rassettandosi gli abiti - Non ti ho proprio visto. - - Questo era evidente. - rispose asciutto - Si può sapere con chi ce l'hai Minerva? - - Con quella "sciagura" che il Ministero ci ha graziosamente inviato Severus. - Piton inarcò un sopracciglio: non era certo nelle abitudini della Professoressa McGranitt lasciarsi sfuggire in pubblico una frase di quel genere su Dolores Umbridge. - Abbassa la voce Minerva. - dovette ricordarle il mago. - Ho passato quasi l'intero pomeriggio con quella donna. a discutere delle nuove "proposte educative" del Ministero. - continuò in un sussurro - Purtroppo non se ne andrà affatto a Londra per qualche giorno, come tutti avevamo sperato. - Piton sorrise tra sé al pensiero della "delusione" di Malfoy che vedeva sfumare la sua supplenza: probabilmente doveva aver già lasciato Hogwarts. - Ora che è arrivato Caramell, però, L'Inquisitore Supremo nonché Preside ha cose troppo importanti da discutere col Ministro. Così mi ha buttato fuori in malo modo. - concluse con voce piena di sarcasmo Minerva. Piton fu folgorato dall'improvvisa consapevolezza che Alhyssa, in quel momento, non poteva certo trovarsi insieme alla Umbridge. e che Lucius non doveva affatto essersene già tornato a Londra. - . ed ho anche dovuto prestare il mio studio a Malfoy. - concluse con voce stizzita la maga. Severus afferrò Minerva per le spalle: - Vai nel mio studio Minerva, per favore. Avevo appuntamento con Potter per quelle. ripetizioni, e lui sarà lì tra poco. Ma io ho una cosa molto più importante da fare, adesso. - esclamò avviandosi di corsa verso le scale. - Comunicagli che la lezione è rimandata. Ne sarà felice! - Minerva rimase ad osservare il mantello di Piton che fluttuava nell'aria mentre il mago girava, correndo, l'angolo del corridoio.
*
Alhyssa non poteva più arretrare. Sentiva che la cornice del quadro premeva dolorosamente dietro la spalla destra mentre le mani di Malfoy frugavano disgustosamente il suo corpo. Era attanagliata dal terrore. dai ricordi terribili di un anno prima, e non riusciva a reagire. a respingerlo. Cercò di sottrarsi alla stretta del mago. e la spallina dell'abito che Malfoy stava cercando di abbassare si ruppe, lasciandole scoperta la spalla. - Avanti Alhyssa. lo so che mi vuoi. - smaniò l'uomo, facendo scivolare la mano dalla spalla e premendogliela sul seno. Con l'altra mano Malfoy la stringeva dietro la nuca e la stava tirando con forza verso di sé, mentre le sue labbra si protendevano, avide ed imperiose, a violare la sua bocca. All'improvviso, una furia nera irruppe nello studio della McGranitt e si abbatté su Malfoy, puntandogli con violenza la bacchetta alla gola. Se fosse stata una spada il collo del mago ne sarebbe già stato trapassato da parte a parte ed il suo sangue sarebbe schizzato ovunque. Severus tremava dalla rabbia, pallidissimo, le labbra esangui strettamente contratte e gli occhi come fuoco nero che divampava senza alcun controllo. Sembrava uno spaventoso demone, improvvisamente emerso dalle tenebre infernali, per giustiziare senza pietà il mago dai lunghi capelli biondi. Severus era furibondo. la sua donna. le luride mani di Malfoy ancora una volta sulla pelle delicata della sua dolce Alhyssa. Quando parlò, con estrema lentezza, scandendo bene ogni singola parola, la sua voce era però completamente calma e pienamente controllata: - Toglile le mani di dosso. subito! - Malfoy si ritrasse lievemente, quel tanto che bastava a liberare la sua gola dalla pressione dolorosa della punta della bacchetta di Piton. - Severus non . - La bacchetta vibrò per un istante tra le sue mani, mentre una folata di scintille rosse sfuggiva dalla punta che Piton premette nuovamente con forza contro la gola di Malfoy. - Ho detto. subito. - ordinò piano il mago, con voce lenta e minacciosa - O non mi curerò di controllare oltre la mia bacchetta. - Malfoy aveva lasciato Alhyssa ed era arretrato massaggiandosi il collo: sulla levigata pelle bianca spiccava uno scuro segno violaceo. C'era un'aria di sfida nei suoi occhi di ghiaccio. - Tu stai fraintendendo. E' Alhyssa che vuole. - provò a mormorare Lucius. - No. Lei non vuole niente da te. - sibilò piano Piton, con calma glaciale. - E tu come lo sai? - - La situazione non dà adito ad alcun dubbio, Lucius. - rispose aspro Severus. Alhyssa notò che il tono di Piton era di una calma irreale, così come il suo volto, estremamente pallido, appariva freddo e distaccato, come se lui fosse fondamentalmente disinteressato a ciò che gli accadeva intorno. Ma quando incrociò il suo sguardo, per un solo breve istante, comprese subito con quale furia violenta il fuoco stava divampando dentro di lui. Eppure Malfoy sembrava non essersene avveduto ed ancora lo provocava con voce beffarda: - Non sei certo un esperto in fatto di donne, Severus. Lascia che ti ricordi che a loro piace essere prese con la giusta dose di violenza e poi. - - No! Non Alhyssa. - lo interruppe ancora Piton, con glaciale sicurezza. - Non stai realmente pensando che lei possa preferirti a me, vero? - chiese Lucius, sinceramente stupito da quell'assurda eventualità che gli era improvvisamente balenata nella mente. Piton rimase immobile, la bacchetta sempre fermamente puntata contro il viso dell'altro. - Allora è così! - esclamò incredulo Malfoy, mentre un sorriso beffardo si dipingeva sul suo bel viso. - Bene, bene. allora dimostrami che la signorina muore dalla voglia di baciare proprio te. - Alhyssa si chiese come Severus riuscisse a tenere a bada in quel modo superbo il fuoco impetuoso che divampava in lui e pareva volesse erompere dai suoi occhi da un momento all'altro. - O forse non ti ricordi neppure più come si bacia una donna, Severus? L'ultima che hai baciato. mi pare abbia fatto una brutta fine. Come si chiamava. Beryll mi sembra? - Piton non respirava neppure. Alhyssa si chiese se era anche in grado di ordinare al suo cuore di non battere. E Malfoy che non stava zitto, con quella sua odiosa voce strascicata. - Non mi dirai che è da allora che non ti fai più una bella scopata?! Sono molto lunghi quindici anni, vero Severus? - concluse Malfoy con una risata di scherno. Piton spostò improvvisamente la bacchetta dal viso di Malfoy al suo bastone da passeggio, che lievitò docile finendo nella sua mano. - Non ti spiace se ti privo momentaneamente della tua bacchetta, vero Lucius? - chiese Piton mellifluo, mentre schiudeva le labbra in un lieve sorriso ironico e sollevava un poco il mento con aria di sfida. - Giusto per poterti dimostrare, in completa tranquillità, quanto sia vana tutta questa tua altezzosa tracotanza. - Mentre si girava verso Alhyssa sussurrò piano: - Mettiti comodo Lucius. e goditi la dimostrazione della tua stupidità! - Si avvicinò ad Alhyssa con estenuante lentezza, mentre il sensuale desiderio, che per tutto il giorno l'aveva tormentato, esplodeva di nuovo con immane forza nella sua mente e pervadeva in profondità ogni fibra del suo corpo. Ma non poteva farlo, non poteva baciarla così. anche se in quel momento gli pareva di non desiderare null'altro al mondo. Era stato ancora più stupido di Lucius, lei certo non voleva essere baciata da nessuno dei due. Alzò lo sguardo negli occhi della donna che amava, certo di incontrare il rifiuto che lo avrebbe inesorabilmente fermato. Ma Alhyssa gli sorrideva dolcemente e si stava avvicinando con le morbide e frementi labbra dischiuse. in attesa di quel primo e tanto vagheggiato bacio. Severus contemplava il verde dei suoi occhi, ammirava il contorno della sua bocca, percepiva il suo profumo intenso. e socchiuse gli occhi chinandosi a sfiorare appena, con infinito amore, quelle labbra così a lungo desiderate. mentre le sue braccia avvolgevano, con tenero rispetto, quel corpo meraviglioso che ancora non si permetteva neppure di sognare. Sentiva che lei si abbandonava rapita al suo abbraccio ed il suo corpo premeva, caldo e fremente, contro il suo. Assaporava la sua bocca che si schiudeva inebriata a ricambiare quel suo primo, tenero e delicato bacio, che diventava sempre più profondo, intenso ed appassionato. La strinse più forte a sé e per un interminabile, esaltante ed indimenticabile istante. Severus fu completamente travolto dal fuoco della passione e dell'amore. Il suo cuore batteva così forte che era certo che anche Lucius potesse sentirlo. Il respiro gli mancava, la testa gli girava, gli pareva di galleggiare nell'aria. ma Alhyssa era tra le sue braccia, pervasa dalla sua stessa, incontrollabile ed impetuosa passione. Immensamente lontano, in una parte dimenticata e ripudiata della sua mente, Severus sapeva che non poteva lasciarsi andare alle emozioni, all'amore ed alla passione, che non doveva perdere il controllo di sé. che Lucius Malfoy, uno dei più potenti Mangiamorte di Voldemort, lo stava osservando alle sue spalle. E Malfoy non doveva neppure lontanamente sospettare quanto lui amasse Alhyssa. A qualsiasi costo. Severus non seppe mai in quale modo riuscì a sciogliersi dall'abbraccio di Alhyssa, a lasciare quelle labbra di miele, ad abbandonare quel corpo di sogno. assordato dai lamenti disperati del suo povero cuore innamorato. Si girò di scatto verso Malfoy, ansante e con un ghigno orribile che gli deformava il volto: - Ecco Lucius! Sarai soddisfatto ora. - esclamò con voce traboccante di scherno. - Così puoi andartene. non servi più, neppure per sostituire la Umbridge. Lo sai che non deve più assentarsi vero? - Lo sguardo di Malfoy avrebbe potuto congelare chiunque. quello di Severus era fuoco allo stato puro. Piton raccolse il bastone da passeggio che aveva appoggiato sul tavolino e lo gettò a Lucius con noncuranza, la bacchetta pronta nell'altra mano. Malfoy lo afferrò al volo, si sistemò il mantello con un gesto irritato e si diresse verso la porta: - Non lasci adito ad alcun dubbio, Severus. E' stato senz'altro uno spettacolo. illuminante. - sibilò richiudendosi la porta alle spalle. Piton ebbe la sensazione di percepire un gelido velo di minaccia in quella voce strascicata.
Non appena ebbe udito lo scatto della porta, Alhyssa cercò rifugio tra le sue braccia ma lui la respinse con estrema freddezza: - Non qui. non ora. Malfoy può essere là fuori a controllare. E la cena ci aspetta in Sala Grande. - Alhyssa lo guardava stupita, assolutamente incapace di comprendere il significato di quelle parole pronunciate con tanto distacco. Severus protese la mano verso la sua spalla nuda e sollevò lentamente la spallina dell'abito, quasi senza neppure sfiorare la sua pelle. Un lampo di fuoco nei suoi occhi. e l'abito era nuovamente integro. - Ora possiamo andare. - mormorò uscendo deciso dalla stanza, davanti a lei, col mantello svolazzante. Alhyssa non poté fare altro che seguirlo in silenzio, come sempre. Era ormai totalmente rassegnata a quella che pareva proprio essere la sua personale condanna. Scrollò silenziosamente la testa: era completamente sconvolta e non riusciva a capire più nulla. Dapprima, Severus era entrato nella stanza come un demone sterminatore e lei aveva temuto che uccidesse Malfoy. Poi si era tramutato in un'insensibile creatura di ghiaccio, che le odiose parole di Malfoy non erano neppure lontanamente riuscite a scalfire. Ma lei sapeva perfettamente quanto la sua anima stesse bruciando in quei momenti. Infine l'aveva baciata e stretta a sé con una tale travolgente passione che avrebbe potuto letteralmente togliere il fiato e mandare in totale estasi qualsiasi donna. figuriamoci lei che non sognava altro che essere tra quelle braccia e baciare quella labbra divine. Ed ora era lì, che camminava spedito davanti a lei, con quel suo maledetto mantello ondeggiante. No, c'era qualcosa di importante che le sfuggiva, doveva evidentemente essersi smarrita nel sogno meraviglioso di quel bacio e si era persa qualcosa di essenziale. Non era possibile, non era possibile. non riusciva a crederci. non voleva crederci.
(. per un interminabile, esaltante ed indimenticabile istante.
Severus fu completamente travolto dal fuoco della passione.)
Piton era appena uscito dall'aula per dirigersi nel suo studio quando la Professoressa McGranitt, che stava animatamente brontolando tra sé e sé, lo investì in pieno, rovinandogli quindi addosso. Il Professore di Pozioni dapprima l'afferrò al volo e poi la sostenne per un braccio, squadrandola con severità, stupito da quel suo inconsueto modo di fare. - Scusami Severus. - esclamò la maga rassettandosi gli abiti - Non ti ho proprio visto. - - Questo era evidente. - rispose asciutto - Si può sapere con chi ce l'hai Minerva? - - Con quella "sciagura" che il Ministero ci ha graziosamente inviato Severus. - Piton inarcò un sopracciglio: non era certo nelle abitudini della Professoressa McGranitt lasciarsi sfuggire in pubblico una frase di quel genere su Dolores Umbridge. - Abbassa la voce Minerva. - dovette ricordarle il mago. - Ho passato quasi l'intero pomeriggio con quella donna. a discutere delle nuove "proposte educative" del Ministero. - continuò in un sussurro - Purtroppo non se ne andrà affatto a Londra per qualche giorno, come tutti avevamo sperato. - Piton sorrise tra sé al pensiero della "delusione" di Malfoy che vedeva sfumare la sua supplenza: probabilmente doveva aver già lasciato Hogwarts. - Ora che è arrivato Caramell, però, L'Inquisitore Supremo nonché Preside ha cose troppo importanti da discutere col Ministro. Così mi ha buttato fuori in malo modo. - concluse con voce piena di sarcasmo Minerva. Piton fu folgorato dall'improvvisa consapevolezza che Alhyssa, in quel momento, non poteva certo trovarsi insieme alla Umbridge. e che Lucius non doveva affatto essersene già tornato a Londra. - . ed ho anche dovuto prestare il mio studio a Malfoy. - concluse con voce stizzita la maga. Severus afferrò Minerva per le spalle: - Vai nel mio studio Minerva, per favore. Avevo appuntamento con Potter per quelle. ripetizioni, e lui sarà lì tra poco. Ma io ho una cosa molto più importante da fare, adesso. - esclamò avviandosi di corsa verso le scale. - Comunicagli che la lezione è rimandata. Ne sarà felice! - Minerva rimase ad osservare il mantello di Piton che fluttuava nell'aria mentre il mago girava, correndo, l'angolo del corridoio.
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Alhyssa non poteva più arretrare. Sentiva che la cornice del quadro premeva dolorosamente dietro la spalla destra mentre le mani di Malfoy frugavano disgustosamente il suo corpo. Era attanagliata dal terrore. dai ricordi terribili di un anno prima, e non riusciva a reagire. a respingerlo. Cercò di sottrarsi alla stretta del mago. e la spallina dell'abito che Malfoy stava cercando di abbassare si ruppe, lasciandole scoperta la spalla. - Avanti Alhyssa. lo so che mi vuoi. - smaniò l'uomo, facendo scivolare la mano dalla spalla e premendogliela sul seno. Con l'altra mano Malfoy la stringeva dietro la nuca e la stava tirando con forza verso di sé, mentre le sue labbra si protendevano, avide ed imperiose, a violare la sua bocca. All'improvviso, una furia nera irruppe nello studio della McGranitt e si abbatté su Malfoy, puntandogli con violenza la bacchetta alla gola. Se fosse stata una spada il collo del mago ne sarebbe già stato trapassato da parte a parte ed il suo sangue sarebbe schizzato ovunque. Severus tremava dalla rabbia, pallidissimo, le labbra esangui strettamente contratte e gli occhi come fuoco nero che divampava senza alcun controllo. Sembrava uno spaventoso demone, improvvisamente emerso dalle tenebre infernali, per giustiziare senza pietà il mago dai lunghi capelli biondi. Severus era furibondo. la sua donna. le luride mani di Malfoy ancora una volta sulla pelle delicata della sua dolce Alhyssa. Quando parlò, con estrema lentezza, scandendo bene ogni singola parola, la sua voce era però completamente calma e pienamente controllata: - Toglile le mani di dosso. subito! - Malfoy si ritrasse lievemente, quel tanto che bastava a liberare la sua gola dalla pressione dolorosa della punta della bacchetta di Piton. - Severus non . - La bacchetta vibrò per un istante tra le sue mani, mentre una folata di scintille rosse sfuggiva dalla punta che Piton premette nuovamente con forza contro la gola di Malfoy. - Ho detto. subito. - ordinò piano il mago, con voce lenta e minacciosa - O non mi curerò di controllare oltre la mia bacchetta. - Malfoy aveva lasciato Alhyssa ed era arretrato massaggiandosi il collo: sulla levigata pelle bianca spiccava uno scuro segno violaceo. C'era un'aria di sfida nei suoi occhi di ghiaccio. - Tu stai fraintendendo. E' Alhyssa che vuole. - provò a mormorare Lucius. - No. Lei non vuole niente da te. - sibilò piano Piton, con calma glaciale. - E tu come lo sai? - - La situazione non dà adito ad alcun dubbio, Lucius. - rispose aspro Severus. Alhyssa notò che il tono di Piton era di una calma irreale, così come il suo volto, estremamente pallido, appariva freddo e distaccato, come se lui fosse fondamentalmente disinteressato a ciò che gli accadeva intorno. Ma quando incrociò il suo sguardo, per un solo breve istante, comprese subito con quale furia violenta il fuoco stava divampando dentro di lui. Eppure Malfoy sembrava non essersene avveduto ed ancora lo provocava con voce beffarda: - Non sei certo un esperto in fatto di donne, Severus. Lascia che ti ricordi che a loro piace essere prese con la giusta dose di violenza e poi. - - No! Non Alhyssa. - lo interruppe ancora Piton, con glaciale sicurezza. - Non stai realmente pensando che lei possa preferirti a me, vero? - chiese Lucius, sinceramente stupito da quell'assurda eventualità che gli era improvvisamente balenata nella mente. Piton rimase immobile, la bacchetta sempre fermamente puntata contro il viso dell'altro. - Allora è così! - esclamò incredulo Malfoy, mentre un sorriso beffardo si dipingeva sul suo bel viso. - Bene, bene. allora dimostrami che la signorina muore dalla voglia di baciare proprio te. - Alhyssa si chiese come Severus riuscisse a tenere a bada in quel modo superbo il fuoco impetuoso che divampava in lui e pareva volesse erompere dai suoi occhi da un momento all'altro. - O forse non ti ricordi neppure più come si bacia una donna, Severus? L'ultima che hai baciato. mi pare abbia fatto una brutta fine. Come si chiamava. Beryll mi sembra? - Piton non respirava neppure. Alhyssa si chiese se era anche in grado di ordinare al suo cuore di non battere. E Malfoy che non stava zitto, con quella sua odiosa voce strascicata. - Non mi dirai che è da allora che non ti fai più una bella scopata?! Sono molto lunghi quindici anni, vero Severus? - concluse Malfoy con una risata di scherno. Piton spostò improvvisamente la bacchetta dal viso di Malfoy al suo bastone da passeggio, che lievitò docile finendo nella sua mano. - Non ti spiace se ti privo momentaneamente della tua bacchetta, vero Lucius? - chiese Piton mellifluo, mentre schiudeva le labbra in un lieve sorriso ironico e sollevava un poco il mento con aria di sfida. - Giusto per poterti dimostrare, in completa tranquillità, quanto sia vana tutta questa tua altezzosa tracotanza. - Mentre si girava verso Alhyssa sussurrò piano: - Mettiti comodo Lucius. e goditi la dimostrazione della tua stupidità! - Si avvicinò ad Alhyssa con estenuante lentezza, mentre il sensuale desiderio, che per tutto il giorno l'aveva tormentato, esplodeva di nuovo con immane forza nella sua mente e pervadeva in profondità ogni fibra del suo corpo. Ma non poteva farlo, non poteva baciarla così. anche se in quel momento gli pareva di non desiderare null'altro al mondo. Era stato ancora più stupido di Lucius, lei certo non voleva essere baciata da nessuno dei due. Alzò lo sguardo negli occhi della donna che amava, certo di incontrare il rifiuto che lo avrebbe inesorabilmente fermato. Ma Alhyssa gli sorrideva dolcemente e si stava avvicinando con le morbide e frementi labbra dischiuse. in attesa di quel primo e tanto vagheggiato bacio. Severus contemplava il verde dei suoi occhi, ammirava il contorno della sua bocca, percepiva il suo profumo intenso. e socchiuse gli occhi chinandosi a sfiorare appena, con infinito amore, quelle labbra così a lungo desiderate. mentre le sue braccia avvolgevano, con tenero rispetto, quel corpo meraviglioso che ancora non si permetteva neppure di sognare. Sentiva che lei si abbandonava rapita al suo abbraccio ed il suo corpo premeva, caldo e fremente, contro il suo. Assaporava la sua bocca che si schiudeva inebriata a ricambiare quel suo primo, tenero e delicato bacio, che diventava sempre più profondo, intenso ed appassionato. La strinse più forte a sé e per un interminabile, esaltante ed indimenticabile istante. Severus fu completamente travolto dal fuoco della passione e dell'amore. Il suo cuore batteva così forte che era certo che anche Lucius potesse sentirlo. Il respiro gli mancava, la testa gli girava, gli pareva di galleggiare nell'aria. ma Alhyssa era tra le sue braccia, pervasa dalla sua stessa, incontrollabile ed impetuosa passione. Immensamente lontano, in una parte dimenticata e ripudiata della sua mente, Severus sapeva che non poteva lasciarsi andare alle emozioni, all'amore ed alla passione, che non doveva perdere il controllo di sé. che Lucius Malfoy, uno dei più potenti Mangiamorte di Voldemort, lo stava osservando alle sue spalle. E Malfoy non doveva neppure lontanamente sospettare quanto lui amasse Alhyssa. A qualsiasi costo. Severus non seppe mai in quale modo riuscì a sciogliersi dall'abbraccio di Alhyssa, a lasciare quelle labbra di miele, ad abbandonare quel corpo di sogno. assordato dai lamenti disperati del suo povero cuore innamorato. Si girò di scatto verso Malfoy, ansante e con un ghigno orribile che gli deformava il volto: - Ecco Lucius! Sarai soddisfatto ora. - esclamò con voce traboccante di scherno. - Così puoi andartene. non servi più, neppure per sostituire la Umbridge. Lo sai che non deve più assentarsi vero? - Lo sguardo di Malfoy avrebbe potuto congelare chiunque. quello di Severus era fuoco allo stato puro. Piton raccolse il bastone da passeggio che aveva appoggiato sul tavolino e lo gettò a Lucius con noncuranza, la bacchetta pronta nell'altra mano. Malfoy lo afferrò al volo, si sistemò il mantello con un gesto irritato e si diresse verso la porta: - Non lasci adito ad alcun dubbio, Severus. E' stato senz'altro uno spettacolo. illuminante. - sibilò richiudendosi la porta alle spalle. Piton ebbe la sensazione di percepire un gelido velo di minaccia in quella voce strascicata.
Non appena ebbe udito lo scatto della porta, Alhyssa cercò rifugio tra le sue braccia ma lui la respinse con estrema freddezza: - Non qui. non ora. Malfoy può essere là fuori a controllare. E la cena ci aspetta in Sala Grande. - Alhyssa lo guardava stupita, assolutamente incapace di comprendere il significato di quelle parole pronunciate con tanto distacco. Severus protese la mano verso la sua spalla nuda e sollevò lentamente la spallina dell'abito, quasi senza neppure sfiorare la sua pelle. Un lampo di fuoco nei suoi occhi. e l'abito era nuovamente integro. - Ora possiamo andare. - mormorò uscendo deciso dalla stanza, davanti a lei, col mantello svolazzante. Alhyssa non poté fare altro che seguirlo in silenzio, come sempre. Era ormai totalmente rassegnata a quella che pareva proprio essere la sua personale condanna. Scrollò silenziosamente la testa: era completamente sconvolta e non riusciva a capire più nulla. Dapprima, Severus era entrato nella stanza come un demone sterminatore e lei aveva temuto che uccidesse Malfoy. Poi si era tramutato in un'insensibile creatura di ghiaccio, che le odiose parole di Malfoy non erano neppure lontanamente riuscite a scalfire. Ma lei sapeva perfettamente quanto la sua anima stesse bruciando in quei momenti. Infine l'aveva baciata e stretta a sé con una tale travolgente passione che avrebbe potuto letteralmente togliere il fiato e mandare in totale estasi qualsiasi donna. figuriamoci lei che non sognava altro che essere tra quelle braccia e baciare quella labbra divine. Ed ora era lì, che camminava spedito davanti a lei, con quel suo maledetto mantello ondeggiante. No, c'era qualcosa di importante che le sfuggiva, doveva evidentemente essersi smarrita nel sogno meraviglioso di quel bacio e si era persa qualcosa di essenziale. Non era possibile, non era possibile. non riusciva a crederci. non voleva crederci.
